In esposizione 40 immagini del fotografo romano Andrea Pacanowski. Sono immagini scattate girando tra le “città sante” delle religioni monoteistiche, che raccontano la dimensione collettiva della religiosità nell’epoca globale e mediatizzata attraverso elaborati giochi di riflessi creati prima dello scatto fotografico.
Un percorso di ricerca innovativo: Pacanowski non usa post-produzione sulle sue immagini ma agisce sui soggetti prescelti con un uso straordinario delle fonti luminose e delle aperture di diaframma e con effetti creati da vetri e superfici riflettenti. In questo modo supera il criterio di verosimiglianza avvicinandosi alla pittura astratta e le masse di uomini diventano macchie di colore. Osservando le sue fotografie da una certa distanza si coglie la loro natura figurativa, mentre avvicinandosi ci si immerge in un alveare di macchie di colore che lasciano l’impressione cromatica.
È, questo, un approccio artisticamente originale e creativamente ricco al tema della religione come fatto sociale e mediatico. Oggi i momenti di aggregazione religiosa non sono più solo un’esperienza limitata ai partecipanti, ma si fanno immagini, video, materiali destinati a essere scomposti e ricomposti nell’universo mediatico globale. Ma, rispetto a un lungo passato in cui la religione dominava lo spazio pubblico e definiva anche i tempi del lavoro e della festa, oggi si combatte una battaglia per la visibilità. L’uomo religioso deve lottare per affermare la specificità del messaggio di cui si fa portatore. In questa sfida, la qualità e il potere delle immagini, la maestosità delle cerimonie, l’aspetto dell’aggregazione delle masse, la festa collettiva sono delle risorse strategiche chiave che le grandi religioni monoteiste (in particolare il cristianesimo e l’islamismo) hanno a disposizione per marcare la loro capacità di differenziarsi dai nuovi culti à la carte e per affermare la potenza dei numeri giganteschi delle loro schiere di fedeli.
Biografia
Andrea Pacanowski nasce a Roma in una famiglia di artisti: padre architetto, zia pittrice dell’Ecole de Paris, nonna scultrice. Su queste basi costruirà la sua formazione: diplomato al liceo artistico, inizia la gavetta nello studio di Alberta Tiburzi, fotografa italiana di fama internazionale. È fotografo di moda da oltre 20 anni. Ha lavorato in Italia e all’estero, specialmente in Canada e negli Stati Uniti, con collaborazioni editoriali, pubblicazioni e campagne pubblicitarie.
Attualmente vive e lavora a Roma.
Nel 2008, dalla continua sperimentazione e dialogo con le nuove tendenze artistiche originano un’evoluzione e una ricerca tecnica in cui la fotografia si mescolai alla pittura in un connubio inedito. Il linguaggio fotografico viene così esasperato fino alla creazione di immagini pittoriche tridimensionali. Grazie all’utilizzo di una tecnica innovativa, che lascia la fotografia priva di alcun intervento di post-produzione, l’immagine diventa quadro. Tale tecnica fotografica, già complessa ed elaborata, è stata ripresa e sviluppata nella sua trasposizione audiovisiva con il valore aggiunto del movimento, della dinamicità e del suono, in “Acquario”, la video-installazione che ad oggi riassume la sua carica innovativa artistica e fotografica.
A cura di Angelo Mellone e Diego Mormorio. Raccoglie saggi di Diego Mormorio, Critico e Storico della fotografia; Mario Morcellini, Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale Sapienza Università di Roma; Angelo Mellone, giornalista e scrittore, dirigente di Radio Rai; Mons. Giangiulio Radivo; Omar Camilletti, giornalista e scrittore; Cesare Terracina, Studioso d'estetica; Julie Kogler, critica d'Arte.
Fonte: http://www.museodiromaintrastevere.it
Segnala:Amalia Di Lanno