mercoledì 30 novembre 2022

Crimes of the present Vol. 2 Mostra d’arte contemporanea

 


COMUNICATO STAMPA   

Crimes of the present Vol. 2 Mostra d’arte contemporanea 

4 dicembre 2022 - Inaugurazione 

   

Cassano delle Murge, 26 novembre 2022. Il 4 dicembre alle ore 18.00 presso la Pinacoteca Civica si da inizio agli eventi del palinsesto natalizio di Cassano delle Murge con la mostra d’arte contemporanea “Crimes of the present Vol. 2”. L’evento d’arte è promosso dall’Amministrazione Comunale e dall’Accademia di Belle Arti di Bari (ABABA); sarà inaugurata domenica 4 dicembre 2022 e sarà visitabile gratuitamente sino al 7 gennaio 2023. La direzione artistica dell’evento è affidata ai docenti dell’ABABA Michele Giangrande e Angela Varvara con la collaborazione di Francesca Marsico, docente ABABA e delegata del Sindaco in materia di “Politiche di rigenerazione sociale e riqualificazione inclusiva e culturale”. Il tema della mostra, come suggerito dal titolo, è un focus su ciò che il genere umano vive e subisce nel quotidiano, oggi più che mai: dalla pandemia al surriscaldamento globale, dalle morti nel Mediterraneo alla morsa fiscale, dal caro energia alla guerra in Ucraina, ecc. Un’occasione per soffermarsi, come in un’antitesi con il periodo natalizio, su temi “caldi” ed attuali: temi che riguardano la quotidianità di ognuno e che appaiono

 

dei veri e propri crimini inferti al genere umano attraverso gli spunti offerti dalle opere degli artisti protagonisti, tutti studenti ed ex studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bari provenienti dagli indirizzi di Decorazione, Scenografia, Scultura, Pittura e Grafica d’arte. Tra essi anche studenti fragili, i primi, nell’ambito degli studi post diploma, ad essere accolti con il “programma inclusione” dell’ABABA, unico in Italia, in materia di accoglienza, formazione, didattica, inclusione. «Una mostra collettiva - spiega il prof. Michele Giangrande - è l’occasione per i nostri studenti di confrontarsi con un evento a livello professionale, dona loro gratificazione per il lavoro svolto e consente di mettere in atto ancora una volta la mission dell’Accademia di Belle Arti di Bari: creare quante più occasioni possibili sul territorio per far conoscere la nostra Istituzione e i nostri ragazzi». «L’Arte soddisfa il singolo e la comunità - aggiunge la Prof.ssa Angela Varvara - nutre l’animo attraverso la combinazione di linguaggi molteplici che spaziano tra forme e colori, molteplici espressioni estetiche e suggestioni da trasferire al pubblico. Con Crimes of The Present si celebra un intento comune, quello di valorizzare la bellezza in tutte le sue forme, visibile e soprattutto non visibile». «Promuovere l’evento - spiega Francesca Marsico - significa fare rivivere i luoghi cari ai cassanesi attraverso il potere maieutico dell’arte al fine di incentivare e recuperare quel senso di appartenenza, partecipazione ed inclusione. Coniugare Comune di Cassano delle Murge ed ABABA permetterà di offrire nuove opportunità culturali ed artistiche che, auspichiamo, possano contribuire alla crescita formativa della nostra comunità». «L’arte è un linguaggio universale - afferma il Sindaco Davide Del Re - l’arte spazza via le frontiere e spesso idee comuni di artisti anche lontani possono creare legami ed unità anche in momenti particolarmente bui come questo che stiamo vivendo. L’arte è parte integrante della nostra storia, l’arte unisce: impegnarsi nell’arte e per l’arte significa anche accettare visioni differenti e accogliere l’opportunità che possano coesistere prospettive diverse talvolta persino incoerenti. Questa mostra sarà una meravigliosa opportunità di riflessione per i cittadini».

 Crimes of the present Vol. 2


martedì 29 novembre 2022

Ezia Mitolo | I luoghi di dentro

Martedì 29 novembre la galleria Incinque Open Art Monti presenta la mostra evento “I luoghi di dentro”di Ezia Mitolo.


La mostra, a cura di Monica Cecchini, ripercorre la trentennale ricerca dell’artista, improntata sulle tematiche del corpo, dell’identità e del complesso dinamismo psichico. Scultrice di formazione Ezia Mitolo opera attraverso canali diversi, quali il disegno, la fotografia e il video, non tradendo mai la sua vocazione plastica e volumetrica che trova pienezza in installazioni, performance e progetti interattivi/partecipativi con il pubblico. Sono i luoghi della psiche, i “luoghi di dentro”, mondi sommersi a cui l’artista, grazie alla sua esuberanza immaginifica dà voce e respiro attraverso le sue “presenze”, al limite tra la forma figurale e i territori non indagati della vita più profonda. Presenze evocative e viscerali che riemerse dall’ombra e riportate alla luce, si impongono nello spazio invadendolo con l’immediatezza dell’immagine, la forza del segno, la tensione della materia. “Donando all’interiorità, altrimenti impalpabile, il calore della fisicità” e rendendola viva, l’artista esplora antiche risonanze, intime pulsioni, passioni e paure, stimolando a riflettere sulla conquista di necessarie consapevolezze e possibili nuove trasformazioni e rinascite.

Appuntamenti
Opening martedì 29 novembre(ore 18.00). 
Il 3 dicembre durante il finissage Ezia Mitolo dialogherà con il giornalista-scrittore Jonathan Giustini.

Le opere
Il percorso espositivo lascia emergere gli elementi trasversali della sua vasta produzione e si compone di opere recenti, per la maggior parte inedite: disegni di piccolo e grande formato su supporti diversi, dal legno alla carta e stoffa, sculture, video e installazioni. La proposta espositiva varia dai disegni con l’argilla del progetto on going di Ho come un’impressionee i piccoli e fitti pastelli su carta di Appunti di un pesce fuor d’acqua, ai grandi spazi di Rosso fiero, Sono antenne e Seduta,in cui il segno grafico concitato traduce il tema della prorompenza della psiche e ricerca di nuovi equilibri; prosegue con l’installazione in stoffa, terracotta e cera de I grumie le mensole, in cui esseri empatici e metamorfici ammiccano, da piccoli ripiani, alla paura del cambiamento; e ancora, con le sculture in terracotta, resina, cera e materiali misti come Sulle punte eSiamo forti, che raccontano di delicatezza, sospensione, fragilità e riscatto. Sono esposti anche altri lavori inediti e progetti on goingdeclinati per questa occasione romana che pongono lo spettatore al centro di una dimensione immersiva stimolando una risposta emotiva e profonda. Un'esperienza sensoriale e concettuale autenticamente coinvolgente, un prolificare di immagini che si sporgono oltre il perimetro quadro, verso forme antropomorfe e oltre la bidimensionalità, a conferma della ricerca che l’artista conduce sin dagli anni ’90. Il percorso comprende inoltre un video nel quale in una sorta di autoritratto in fusione con il segno grafico è interpretata una delle poesie contenute nel suo libro “Frange. Disegni parlati” pubblicato nel 2019 da Edita@ Casa Editrice & Libraria.

L’artista
Ezia Mitolo è scultrice di formazione, allieva in Puglia dei maestri Francesco Somaini e Nicola Carrinoall’Accademia delle Belle Arti di Bari. Negli anni 1989 e 1994è a colloquio con la grande scuola alla Fondazione Antonio Ratti di Comoper le due edizioni di “Corso Superiore di Disegno”, residenze/seminari curate da Francesco Somainie Giuliano Collinacon Arnulf Rainer, George Baselitz, Karel Appel e Anish Kapoorin qualità di visiting professors. È premiata in entrambe le edizioni. Nel 1998 vince il primo premio della sezione giovani di Art&Maggio Arena Puglia e realizza la sua prima personale in una galleria di Milano, dove si trasferirà a vivere. Nei primi anni del 2000 sposta il suo studio a Roma partecipando alla XIV Quadriennale di Roma e a successive mostre nazionali e internazionali – tra le altre a Parigi, Praga, Vienna, Edimburgo, Los Angeles. Negli anni ha collezionato numerose altre partecipazioni a mostre e fiere, fino al recente ingresso nel MarTa, Museo Nazionale Archeologico di Taranto e nell’Archivio Italiano dell’Autoritratto Fotografico del Musinf di Senigallia. Nel 2018 firma un’opera in permanenza al MAAM-Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliza Roma. Nel 2019 pubblica il suo primo libro di poesie e disegni “FRANGE.disegni parlati“ e successivamente è ospitata a Los Angeles per “Between Two Seas”, Italian Contemporary Artist from Apulia, progetto del MAAAC, Museo Archeologico Medievale di Cisternino. Nel 2020 è invitata a Roma a partecipare nella galleria Incinque Open Art Monti a “Vita d’artista”, un mese di incontri e opening call sul tema: “È ancora possibile vivere d’arte oggi?”. È del 2021 “Il giardino dei bisbigli”, un intervento urbano nella città di Taranto nel quartiere in riqualificazione di Porta Napoli; nello stesso anno è invitata a partecipare a “No morewounds/Mai più ferite”- International Peace Project, residenza d’artista e mostra di artiste italiane e dell’Europa sud orientale nella Rocca Malatestiana di Fano. Realizza inoltre a Bari il progetto di scultura interattiva/partecipativa “Io tu noi” per la VI edizione di IsolArt, svolto in diverse tappe nei quartieri della città e conclusosi con “Tracce”, una personale documentativa del progetto. Nell’anno corrente, tra altre partecipazioni, è entrata a far parte del progetto “RAP – Radici” per un percorso di collezionismo imprenditoriale della città di Brindisi. Poliedrica, si esprime in installazioni scultoree e grafiche, fotografia e video, video-performance, sino all’ interazione col pubblico.

Ha pubblicato disegni e poesie in numerose riviste e libri. Rientrata in Puglia attualmente lavora nel suo studio-archivio di Taranto.

 

 


I luoghi di dentro di Ezia Mitolo a cura di Monica Cecchini
29 novembre • 3 dicembre 2022
Opening 29 novembre 2022, ore 18:00
Incinque Open Art Monti, via della Madonna dei Monti 69 • Roma

venerdì 25 novembre 2022

“Fermo Lento In movimento”. Visioni di paesaggio di Pietro Amendolara

 



Comunicato stampa 

“Fermo Lento In movimento”. Visioni di paesaggio di Pietro Amendolara 

MUSEO DI SCIENZE DELLA TERRA - Dipartimento di Scienze della terra e Geoambientali. Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari

fino al  – 10 febbraio 2023 


Il Museo di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Bari, nell’ambito delle attività del Piano Lauree Scientifiche in Scienze Geologiche, presenta la mostra fotografica Fermo Lento In movimento. Visioni di paesaggio di Pietro Amendolara. Un percorso immersivo tra colori, forme e profumi del paesaggio appulolucano.

La mostra, allestita nel Museo di Scienze della Terra, sarà dal Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali prof. Giuseppe Mastronuzzi e dal Responsabile del Museo di Scienze della Terra dott. Nicola Venisti alla presenza dell’autore. 

All’evento di inaugurazione della mostra, i saluti istituzionali del Sindaco di Bari ing. Antonio Decaro, del Magnifico Rettore prof. Stefano Bronzini e dell’Assessore alla cultura del Comune di Bari Ines Pierucci introdurranno la comunicazione del Prof. Marcello Tropeano del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. 

Pietro Amendolara, informatico e fotografo, bitontino di nascita, ma figlio adottivo di Gravina in Puglia, fotografa il fascino del paesaggio e degli elementi che lo compongono: la luce, la terra, l’acqua, il vento, la vegetazione, le rocce, le argille, ma anche i tratturi e i campi arati, i segni lasciati dall’uomo nel suo vivere ed abitare la Terra. Con le sue opere, Pietro invita il visitatore ad immergersi nella natura per percepire ciò che in una vita frenetica, sfugge ai sensi. 

Le tre sezioni della mostra, che si compone di 15 fotografie di gran formato, introdotte sin dal titolo Fermo Lento In movimento, riecheggiano, parafrasandola, l'indicazione, nella notazione musicale, del tempo di esecuzione, l’andamento o movimento. 

Sono i tempi della fotografia che segue e insegue i tempi della natura.

Il tempo si arresta e la fotografia fissa quel preciso momento, talora donando un’illusione, la pareidolia, che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili naturali o artificiali, dalla forma invece casuale; fluisce lento, impercettibile, come la vita che pulsa sotto la corteccia degli alberi o scorre tra le acque, nelle brume che ammantano i campi, nel volo degli uccelli che disegnano nuove geometrie; infine, si dilata per cogliere il moto della luna, satellite della Terra che da sempre ha affascinato l’uomo.

I paesaggi lucani e le dolci colline murgiane sono “ritratti” da Amendolara nel trascorrere delle ore del giorno e delle stagioni, con la lente della genuinità e dell’ingenuità – come lo stesso autore dichiara - di fronte al miracolo della Natura, restituendo visioni e sensazioni universali. 

Scrive del suo progetto: “Mi piace pensare al paesaggio nell’accezione di Eugenio Turri che lo intende come ‘scenografia di un grande teatro’ di cui siamo allo stesso tempo attori e spettatori”.

La mostra si avvale della collaborazione dell’Arch. Giusi Adriana Amendolara per la cura del progetto espositivo e del dott. Tommaso Priore per il progetto grafico. Il catalogo è disponibile in formato digitale inquadrando il QR Code presente in mostra, nonché sul sito www.pietroamendolara.it. 

La mostra sarà visitabile durante gli orari di apertura del Museo di scienze della Terra, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00. 

Mostre personali di Pietro Amendolara sono state realizzate in diversi presidi culturali del territorio:  “Fermo, Lento, In movimento” Museo Nazionale di Palazzo Lanfranchi, Matera (2022); “I 6 Giorni della Creazione e il settimo…” MUDIMA Altamura (2019); “Le città del Parco” Galleria Nazionale della Puglia - Girolamo e Rosaria Devanna Bitonto, Biblioteca comunale Giuseppe D'Addosio Capurso, Palazzo nobiliare dei Miani-Perotti Cassano, Fondazione Museo E. Pomarici Santomasi Gravina (2017-2019); “Paesaggi Svelati” Castello Carlo V, Monopoli; Ospedale San Rocco, Matera; Museo Archeologico De PaloUngaro, Bitonto; Pinacoteca Michele De Napoli, Terlizzi (2016-2017);. 

Pietro Amendolara è vincitore di premi nazionali e internazionali, tra i quali: “Fotogrammi della Puglia Rurale” (Bari 2018); “Italia a Tavola” sezione "La Cucina e il cibo simboli di accoglienza" (Bergamo 2018); “Fourth International Photo Salon” sezione “MyTown” (Plovdviv 2017); “Third International Photo Salon” sezione “Capitali Europee della Cultura” (Plovdviv 2016); “Paesaggio italiano” (Torria 2015). Al suo attivo 4 libri fotografici e diverse collaborazioni editoriali. Nel 2019 ha pubblicato il libro “Dentro l’Orizzonte. Gravina un paese del Sud”, (Adda Editore, Bari). 

Ufficio Stampa e Comunicazione 

museo.scienzeterra@uniba.it

http://www.geo.uniba.it/eventi-museali.html

 




giovedì 24 novembre 2022

Martina Bruni. Chiavi in prestito

 

Arrivano per la prima volta a Roma i disegni di Martina Bruni, artista e psicoterapeuta, in un progetto costruito su misura per le stanze di Casa Vuota, lo spazio espositivo di via Maia 12 al Quadraro. La mostra, intitolata Chiavi in prestito e curata da Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, si inaugura sabato 26 novembre 2022 alle ore 18 e si può visitare fino all’8 gennaio 2023, su appuntamento, prenotando ai numeri 3928918793 o 3284615638 oppure all’email vuotacasa@gmail.com.

Chiavi in prestito – racconta l’artista – sono quelle che tengo in tasca da anni, da quando me ne sono andata da casa. Sono una raccolta di traslochi, mobili spostati, arredi dismessi, coperte mostruose e ninnoli. Sono uscita ed entrata da case non mie, tenendomi pezzi di muri sotto le unghie, passando da stanze aperte e letti occupati. Ho soggiornato in case infestate, ho chiuso porte che non si apriranno più, caffè versati in tazze che non mi sono mai appartenute. Ho dormito nelle intercapedini e messo le tende nelle fughe. Non è mai passata la nostalgia di casa, scendendo e salendo dai treni ho praticato rituali di memorie tra comodini e giardini. Non me ne sono mai andata e non sono mai ritornata. Così in questo vagare ho collezionato famiglie transitorie, vissuto affidi condivisi, lottato per camere separate”.

Nel progetto espositivo Chiavi in prestito viene proposto al pubblico un ciclo di lavori realizzati dall’artista negli ultimi anni. “Sono opere su carta di piccolo formato– spiegano Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – tasselli del puzzle di una mostra nella quale addentrarsi di soppiatto, con cautela, illuminando con piccole torce porzioni di buio. Una mostra da ascoltare negli scricchiolii, nel respiro segreto delle stanze, dove spesso la presenza umana è assente e, se c’è, è addormentata e sembra una cosa fra le cose”.

Martina Bruni disegna stanze di case altrui e sceglie di disseminarle negli ambienti di Casa Vuota. “Con i suoi pastelli densi e stratificati – scrivono i curatori – Bruni ficcanasa dentro le case nelle quali si è trovata a soggiornare, nelle quali ha vissuto, nelle quali è passata, dormendo una notte soltanto, nelle quali ha osservato ordini e disordini peculiari e privatissimi, ricapitolandone gli oggetti, i volumi, i vezzi, le emozioni, in una scenografia del nomadismo fatta per esibizioni con il fiato corto”. Una moltitudine di rimandi e suggestioni getta nuova luce nello spazio espositivo. “Come in un rito del quale le chiavi sono un feticcio e un amuleto – proseguono Del Re e de Nichilo – Casa Vuota viene posseduta da milioni di case, abitate per breve tempo o soltanto immaginate, grazie alle finestre che sembrano spalancarsi grazie ai minuti disegni di Martina Bruni, pieni di tratti inquieti e di colori vorticanti, accesi e mai pacificati. È una mostra sul vuoto, Chiavi in prestito: ne esorcizza gli echi senza riempirlo, lasciando i territori circoscritti entro i quali l’artista fa affiorare le sue immagini, fiabesche e stregate, a galleggiare nello spazio inquieto dell’appartamento disabitato, pieno di domande e nudo. Gli occhi cercano di sconfinare dentro il mondo immaginifico delle carte segnate, tentando di varcare porte troppo piccole attraverso le quali si può soltanto spiare”. Le chiavi prese in prestito non hanno radici, appartengono alle case degli altri e sono viatici per luoghi magici nei quali vigono le regole dell’ospitalità senza appartenenza. Non solo: a venire prese in prestito possono essere chiavi di lettura, possibilità di pensare e osservare assumendo prospettive diverse. Comportano le azioni dello spostarsi per osservare, che definiscono il modo proprio dell’artista di entrare e uscire dalle stanze, dalle storie e dalle vite degli altri.

La ricerca artistica di Martina Bruni è intimamente legata alle istanze e alle pratiche della tecnica psicologica e del suo lavoro di psicoterapeuta. Il colloquio clinico si rispecchia nel disegno, nella misura in cui l’io dell’artista lascia il posto agli altri. Così avviene nelle stanze dipinte nelle quali Bruni conduce il visitatore della mostra, invitandolo a sbirciare con lei: racconti di un controtransfer, ovvero di quel sentimento che prova il terapeuta verso il suo paziente. L’artista decide di dipingere la sua assenza dalla scena, riservando il ruolo di protagonista della sua ricerca artistica alle stanze altrui, da riallestire come set, con i loro oggetti intimi e quotidiani, per poi disegnarle e reinventarle. La casa resta la stessa, ma il passaggio di Martina, con il suo sguardo fiabesco e onirico, la modifica.

“Occuparsi dello spazio dell’altro, occuparlo fisicamente e spiarne i segreti – concludono i curatori – è per Martina Bruni un gesto di appropriazione e di gratitudine, un modo di raccontare una relazione, il legame con le persone che le hanno fatto posto a casa loro, un discorso sull’importanza degli altri nella nostra vita, sul tempo che non può tornare. L’occasione di un incontro con lo spazio e il passaggio dell’artista all’interno di esso vengono fermati col colore e così offrono un supplemento di memoria, un rituale contro l’oblio. Nelle case perdute e persino mai possedute alberga il concetto di restanza caro a Vito Teti, che si ritrova nell’abitudine di Martina Bruni di vincere la propria nostalgia cercando artisticamente una casa giusta per lei nelle case degli altri”.

Martina Bruni è nata a Cosenza nel 1989 e vive a Milano. Psicologa e psicoterapeuta junghiana, disegna prediligendo i pastelli a olio e le opere di piccolo formato. Nel 2021 lo Spazio Martin di Milano ospita una sua personale intitolata Infestante. Tra i progetti recenti si segnalano nel 2022 la partecipazione alla residenza C.F. Contempororaryfire di Cerreto Guidi in Toscana, nel 2021 Walk in Studio a Milano e Rovina di Futuro Arcaico a Bari e a Valona in Albania, nel 2020 Ulisse presso La Galleria di Amantea e la performance pittorica Dafne allo spazio Metodo di Milano. Espone nelle collettive Noccioline organizzate da Yellow, nel 2020 nello studio di Davide Serpetti a Tortoreto e nel 2019 nello studio di Luigi Presicce a Firenze. È del 2019 infine la partecipazione al Simposio di pittura della Fondazione Lac O Le Mon di Lecce.


INFORMAZIONI TECNICHE:
TITOLO DELLA MOSTRA: CHIAVI IN PRESTITO
AUTORE: MARTINA BRUNI
A CURA DI: Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo
LUOGO: Casa Vuota – Roma, via Maia 12, int. 4A
QUANDO: dal 26 novembre 2022 all’8 gennaio 2023
ORARI: visitabile su appuntamento
VERNISSAGE: 26 novembre 2022 (orari: 18-21)
INFORMAZIONI: cell. 392.8918793 – 328.4615638 | email vuotacasa@gmail.com | INGRESSO GRATUITO

pubblica: 

martedì 22 novembre 2022

Eternally Pre-Raphaelite

Donatella Izzo, Silent Time, 2021, Stampa Giclèe su carta, 103 x 73 cm 


Guarda i preraffaelliti: hanno acceso una piccola fiamma, che nonostante tutto sta ancora bruciando…
Marcel Duchamp

Von Buren Contemporary è felice di presentare ETERNALLY PRE-RAPHAELITE, una mostra collettiva, concepita per il periodo delle festività natalizie, che prende ispirazione dai Preraffaelliti -il popolare movimento artistico nato in Inghilterra nell'ottocento.

Con la partecipazione di 24 artisti e opere che vanno dalla pittura, alla scultura, alla fotografia, al disegno, ai gioielli ed ai tessuti, Eternally Pre-Raphaelite intende mostrare il fascino duraturo di questo gruppo radicale e i modi in cui il suo stile continua ad influenzare gli artisti di oggi, sia consciamente che inconsciamente.

Alcuni degli artisti inclusi sono già ben noti al pubblico della galleria: Lucianella Cafagna, attualmente in mostra, con una personale, anche al museo Palazzo Merulana di Roma; Lorenzo Bruschini, i cui dipinti, altamente fantasiosi, combinano riferimenti onirici e mitici con una tavolozza elegante e minimalista; e lo scultore Alessio Deli, le cui opere si trovano in numerose collezioni pubbliche.

Per questa occasione, Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto, le cui fotografie sono state esposte in musei, fondazioni e gallerie di tutto il mondo, tornano nella galleria in cui sono stati “scoperti” e presentano due fotografie squisitamente Preraffaellite.

Alcuni degli artisti, tra cui i pittori ad olio Mattia Barbalaco, Mihail Dinisiuc, Gabriele Lucianie Guido Ricciardelli, l'acquarellista Beppe Stasi e la scultrice di terracotta Claire Piredda, concentrano la loro ricerca sulla forma umana nuda, riportando alla mente il mondo incantato di Edward Burne-Jones; mentre le mistiche fotografie in bianco e nero di Pietro Bandinie le figure eteree di Marco Stefanucci evocano lo sguardo “fuori fuoco” della fotografa vittoriana Julia Margaret Cameron.

La fotografa Vera Rossi si ispira ai disegni floreali di William Morris per una serie di nature morte, e l'artista milanese Donatella Izzo lascia un emozionante ritratto in bianco e nero di un volto di donna che allude all'enigma rappresentato dalle muse preraffaellite – figure femminili di grande importanza avvolte da un alone onirico che poco lascia trapelare su se stesse.

I dipinti sognanti e fiabeschi di Giulio Rigoni e Paolo Cancelliere riecheggiano il fascino dei preraffaelliti per il Medioevo, e anche il loro tentativo di collegare i mezzi della pittura e dell'illustrazione. Tema ripreso anche da Hannah Ungaro-Papa che però parte da un attento studio di alcuni scritti del famoso critico d’arte John Ruskin. Charlie Massone Agostino Rocco prendono invece come punto di partenza specifiche opere preraffaellite che rivisitano con uno sguardo contemporaneo.

Il giovane scultore napoletano Vittorio Iavazzo ha creato appositamente per questa mostra una serie di nuove e romantiche sculture figurative con il suo mezzo distintivo di cartapesta, mentre la pittrice Tina Sgrò si concentra sugli interni vittoriani e sugli ambienti domestici.

In linea con l'ampia natura del movimento, che si espanse dall'originale Brotherhood fondata da Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais e William Holman Hunt per abbracciare il movimento Arts and Crafts guidato da Morris e Burne-Jones, Eternally Pre-Raphaelite include un arazzo e un abito dipinto a mano, realizzati dal giovane stilista Anju Garattoni e creazioni di petali di rosa della gioielliera Simona Rinciari, che ha sviluppato una tecnica innovativa segreta che consente la conservazione di elementi naturali.

Il testo di presentazione della mostra è di Laura Falqui, saggista, drammaturga e specialista di arti visive e uno dei massimi esperti in Italia del preraffaellismo inglese.



Von Buren Contemporary 
Eternally Pre-Raphaelite
mostra collettiva natalizia ispirata ai Preraffaelliti

con le opere di
Pietro Bandini, Mattia Barbalaco, Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto, Lorenzo Bruschini, Lucianella Cafagna, Paolo Cancelliere,Alessio Deli, Mihail Dinisiuc, Anju Garattoni, Vittorio Iavazzo, Donatella Izzo, Gabriele Luciani, Charlie Masson, Claire Piredda, Guido Ricciardelli, Giulio Rigoni, Simona Rinciari, Agostino Rocco, Vera Rossi, Tina Sgrò, Beppe Stasi, Marco Stefanucci, Hannah Ungaro-Pope

Vernissage
domenica 4 dicembre 2022 dalle 17:00 alle 21:30

Testo di presentazione:Laura Falqui
Curatrice e organizzazione:Michele von Büren
la mostra resterà aperta fino al 31 gennaio 2023

Von Buren Contemporary
Via Giulia 13, 00186 Roma

Ufficio stampa
Alessandra Lenzi | alessandralenzi.press@gmail.com
Tel: (+39) 320 5621416

Quartiere Latino, condominio-museo d’arte contemporanea

Vincenzo Rusciano, Antonella Raio e Fabrizio Cicero

Quartiere Latino, condominio-museo d'arte contemporanea, a cura di Nicola Vincenzo Piscopo e col supporto di Atelier Alifuoco, è arrivato alla terza tappa e festeggia il suo primo anno di attività in occasione di Art Days Napoli - Campania. Sabato 26 novembre dalle 18:00, nel condominio di via Domenico Cirillo 18, a Napoli, verranno presentate le nuove opere di Antonella Raio, Fabrizio Cicero e Vincenzo Rusciano.

Il progetto nasce nella necessità di un archivio del contemporaneo col quale si intende attuare una mappatura di studi d’artista in città, mediante la realizzazione di opere site-specific negli ambienti di un palazzo napoletano. L'idea è quella di una collezione permanente che cresce a cadenza semestrale, valorizzando gli artisti che si nutrono della città e che ne restituiscono l’essenza nell’arte stessa.

Nel dicembre 2021, in occasione della prima edizione degli Art Days, Quartiere Latino ha presentato i site-specific di Clarissa Baldassarri, Gabriella Siciliano e Paolo La Motta. Nel secondo appuntamento sono state installate le opere di Andrea Bolognino, Lucas Memmola e Veronica Bisesti.In questa terza edizione i visitatori potranno seguire il percorso museale insieme alle opere di Antonella Raio, Fabrizio Cicero e Vincenzo Rusciano, artisti protagonisti di questa giornata, grazie ai quali il Quartiere Latino si arricchirà, stratificando nuove storie e vecchi segreti. I visitatori accompagneranno la lettura delle nuove opere con un testo critico di Stefania Trotta.

L’inaugurazione avverrà al primo piano, negli spazi di Atelier Alifuoco, un vecchio appartamento napoletano trasformato in studio di artisti nel 2016. Gli ospiti sono invitati ad entrare in contatto con i mondi personali degli artisti in residenza: Maria Teresa Palladino, Lucia Schettino, Francesco Maria Sabatini e Nicola Vincenzo Piscopo. La serataé accompagnata dai dischi di DJ Ciccio Star, dai vini di Antica Cantina Sepe e il catering di Lombardi 1892 che supportano QL per la raccolta fondi, finalizzata alla realizzazione sia delle future opere che della cura del condominio-museo.

Quartiere Latino e Atelier Alifuoco saranno visitabili durante gli Art Days, il 24 e il 25 novembre dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16 alle 19:00, il 27 dalle 16:000 alle 19:00.

Vincenzo Rusciano è nato a Napoli nel 1973. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Brera, attualmente è Docente all'Accademia di Belle Arti di Foggia e di Napoli. Lavora con la Galleria Nicola Pedana di Caserta. Tra le recenti mostre personali: Metal Novel, Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, Napoli, sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee (2022); Skyline, Galleria Nicola Pedana, Caserta (2018); Nero Moto Perpetuo, Museo Civico di Santa Maria dei Servi, Città della Pieve (PG), organizzata da “Il Giardino dei Lauri” – Collezione Angela e Massimo Lauro (2017); MAC: certain regard, MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, Lissone (MB), curata da Alberto Zanchetta (2016); Not so Bad in Capri, Fondazione Axel Munthe – Villa San Michele, Anacapri, curata da Maurizio Siniscalco (2016); Not so Bad, Annarumma Gallery, Napoli (2016); Echi dal bianco, MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, Lissone (MB), curata da Alberto Zanchetta (2015); Sponda, Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, Napoli, curata da Angela Tecce e Alberto Zanchetta (2014).

Antonella Raio, docente e artista visiva. Le sue sculture nascono come performance che fungono da “azioni di avvicinamento”. Gli incontri che generano materiali audio e video divengono parte viva delle sue sculture. Fra le esperienze lavorative vanno ricordate “Call for Bushwick” NY, con l’istallazione “Innesti” 2011, la personale “Innesti” con Galleria Primopiano, Berlino 2011, “Ritmo Bodoni” Igav, castel Saluzzo 2019, Britannique, collezione Jannotti Pecci “ Ascolto” 2020. Raio è Finalista “un opera per il castello” 2011. Nel 2022 è al “Sachaqua Centro de arte” Amazzonia Peruviana con una scultura urbana dal titolo “C’è piede”.

Fabrizio Cicero, nato nel 1982 a Barcellona Pozzo di Gotto, attualmente vive e lavora tra Napoli e Roma. Tra le iniziative che lo hanno visto partecipe nel 2022 la collettiva “the extended body” presso 1su9 Gallery, Roma, nel 2021 la rassegna Osare Perdere di Fourteen ArtTellaro, precedenti esposizioni sono state al Villaggio Olimpico, Mlac – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Musja Museo di Jacorossi e Sala Santa Rita, a Roma; Castello di Rivara di Torino, Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, e a Palermo, in occasione di Manifesta 12. Lavora attivamente come light designer per il teatro.

Atelier Alifuoco è un vecchio appartamento napoletano convertito in laboratorio artistico nel 2016 per volontà di Alessandro Cirillo e Francesco Maria Sabatini, uno degli artisti in residenza insieme a Lucia Schettino, Maria Teresa Palladino e Nicola Vincenzo Piscopo. Il titolo è preso in prestito dalle sorelle Dora e Fausta Alifuoco, vissute nell’appartamento che conserva ancora residui della vita passata.

Negli ultimi anni le attività private degli artisti in residenza si sono fuse sempre più nella coazione a produrre relazioni con altri artisti e operatori culturali, spesso sotto la formula di open studio e mostre con artisti ospiti, come in Dialoghi (2021) a cura di Attiva Cultural Project e Quartetto (2018) curata da Marco De Gemmis.


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Quartiere Latino 3
condominio-museo d’arte contemporanea
26 novembre, 18:00 - 00:00
Atelier Alifuoco, Via Domenico Cirillo, 18, Napoli.
Via Domenico Cirillo, 18, Napoli - +39 3286190920 - quartierelatino.museo@gmail.com


lunedì 14 novembre 2022

ART SPEAKS OUT - A Video Art Festival for our climate by ikonoTV

 
Iconoplast, video frame, by Sara Bonaventura


ART SPEAKS OUT is a video art festival for our climate organized by ikonoTV, the art-only streaming platform.

"We believe that all environmental problems are far too big for each of us, including politicians, to be tackled alone. We need to break them down to create an emotional impact, find quicker and better ways to act for our common positive future, and get inspired for new storytelling. Have you always wanted to make a difference? Take this chance!"

ART SPEAKS OUT is a video streaming experience during COP27 - United Nations Climate Change Conference 2022 https://cop27.eg/#/  The entire conference, from 6 to 18 November 2022, a curated selection of contemporary video works and short films based on environmental, ecology and climate change themes will be screened on multiple screens in Sharm el-Sheikh and streamed on the ikonoTV platform.

Iconoplast by Italian artist Sara Bonaventura is one of the few video selected by IkonoTv for ART SPEAKS OUT among more then 2000 works participating the call:

 
Imagine alien visitors arriving on Earth in the remote future. 
"Jan Zalasiewicz's the Earth after us, and the seminal Lynn Margulis" Microcosmos inspired this documentary(e.g. the voice over, a re-adaptation of them, where the past tense verbs are turned into future tense, embedding the fantasy of a future already set as past).

Iconoplast video artwork by Sara Bonaventura (8 min)


Video works will be shown on multiple screens from 6th to 18th November 2022 in Sharm el-Sheikh, South Sinai, Egypt leading to COP28 in UAE, 2023 and streamed on ikonoTV platform.

HORTUS FELIX - Fotografie di Marco Del Comune


Nell’ambito della VII Settimana della Cucina Italiana nel mondo - The Extraordinary Italian Taste dedicata al tema “Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del Pianeta”, il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, Gian Luca Borghese è lieto di presentare la mostra Hortus Felix. Fotografie di Marco Del Comune (a cura di Manuela De Leonardis).

Hortus Felix è il racconto fotografico delle eccellenze del territorio italiano realizzato da Marco Del Comune, fotografo e gourmet esperto del settore agro-alimentare attivo dal 2004 sia in Italia che all’estero (ha documentato anche numerosi presidi Slow Food in Argentina, Cile, Cina, Giappone, Brasile, Francia e Spagna), che porta alla scoperta del Belpaese - dalle Alpi alla Sicilia e alla Sardegna - attraverso i suoi protagonisti: prodotti della filiera agro-alimentare e produttori. 

Dal Parmigiano Reggiano di Vacca Bianca invecchiato di 48 mesi alle mele della Val Venosta, dalle Carote di Polignano a Mare al Pane Carasau, dal Chinotto di Savona coltivato nel territorio rivierasco da Varazze a Pietra Ligure alle Mele dell’Etna, dalla Stroncatura Calabrese (in dialetto struncatura- pasta tradizionale quasi del tutto scomparsa che veniva prodotta dalle crusche di scarto della molitura - al Peperone Quadrato della Motta di Costigliole d’Asti, dalla Pompia agrume endemico di Siniscola agli Antichi Meloni Reggiani… il viaggio è ricco di tappe gustose. 

Con padronanza tecnica del mezzo fotografico, Marco Del Comune esplora i diversi generi - dal close-up al ritratto a figura intera - mostrando un’innata empatia verso il soggetto, sia esso il prodotto o il produttore, con uno sguardo sensibile e talvolta ironico. 

Nel mettere in posa i grappoli maturi di uva nera di Nebbiolo, la pagnotta di Timilia (antica varietà di grano duro siciliano) o la fluidità del miele di Alta montagna Alpina, esattamente come la produttrice di formaggio di pecora a latte crudo della Maremmao il produttore di acqua di fiori di arancio amaro affiora sempre una complicità giocosa che nasce anche dall’insegnamento del Gualtiero Marchesi (1930-2017), cuoco e gastronomo che ha dato una svolta alla cucina contemporanea italiana, con cui Del Comune ha collaborato alla realizzazione di diversi progetti editoriali. 

Il grande chef affermava proprio l’importanza dei valori del territorio e della biodiversità come punto di partenza per nuove interpretazioni dell’arte culinaria. Se l’autore del notissimo piatto “Riso oro e zafferano” sosteneva che nel processo creativo era sempre stato affascinato dall’accostamento di sapori e dall’abbinamento di forme, il fotografo nella sua interpretazione cromatica è portavoce di un’esperienza sensoriale che evoca il gusto, il tatto, l’odorato oltre che, naturalmente, lo sguardo. 

“La cucina è di per sé scienza.” - sosteneva Gualtiero Marchesi - “Sta al cuoco farla diventare arte”. Analogamente, la fotografia diventa testimone di storie e aneddoti che travalicano l’oggettività del presente per assumere la valenza di simbolo. 

Spesso, poi, l’obiettivo della macchina fotografica indugia su mani femminili e maschili: mani che curano, accarezzano, colgono, accudiscono, coltivano e sono attive nella lavorazione di prodotti speciali. Mani segnate da solchi pesanti come la terra che coltivano, da cui trapela la memoria di tradizioni ancestrali ma anche la dignità, la fierezza, la gratificazione di un operato consapevole: è grazie a queste mani che si tramanda la storia di un territorio che genera economia, come quella della terra vulcanica dove nasce il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, prodotto DOP tra i più antichi dell’agricoltura campana, rappresentato anche nel tradizionale presepe napoletano. Si dice che a nutrirlo sia il calore - quello del sole così come quello della lava - che rende la sua polpa soda e compatta e la buccia coriacea. Ricco di sali minerali e di vitamina A e C, questo “oro rosso” è l’ingrediente basilare della pizza, riconosciuta dall’Unione Europea come Specialità Tradizionale Garantita (STG), mentre dal 2017 l’arte del “pizzaiuolo napoletano” è stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio immateriale dell’umanità. 

Le fotografie a colori dell’“orto rigoglioso” di Marco Del Comune (l’“hortus felix” a cui allude il titolo stesso della mostra) confermano anche un altro elemento prezioso, quello della bellezza della varietà: quasi una sfida in questo mondo assuefatto all’omologazione.
(Manuela De Leonardis)

Marco Del Comune (Milano 1960, vive e lavora tra il Lago Maggiore e Milano) inizia a fotografare nel 1985, dopo un’esperienza come assistente con Enzo Nocera e Edward Rozzo. Si specializza nella fotografia pubblicitaria realizzando campagne per Alessi, Acqua di Parma, Lagostina, Bassetti. Dal 2001 si occupa di ritratti e reportage collegati all’alimentazione realizzando per Slow Food servizi in America Latina, Asia e sulle comunità del cibo di Terra Madre. I suoi lavori sono pubblicati sul Venerdìdi Repubblica, Viaggi e Sapori, Vie del Gusto, Brava Casae il Gambero Rosso. Nel 2014 inizia una collaborazione con Oliver Migliore, per i progetti di Terra Madre e Slow food, che si basa sul confronto di due sguardi diversi per raccontare storie di cibo e persone. Dal 2015 collabora con artisti contemporanei, tra cui Silvia Levenson, Anne Karin Furunes, Francesca Gagliardi, Pierluigi Pusole e Walter Visentin realizzando cataloghi e documentando le installazioni delle mostre. Nel 2016, insieme alla critica d’arte Beba Marsano, segue il cuoco Gualtiero Marchesi nei sette itinerari lombardi tra cibo e cultura da cui nasce il libro Sapore in Lombardia, viaggio con Gualtiero Marchesi. Nel 2019 con l’artista Silvia Levenson realizza a Berlino e Birmingham dei progetti con gli immigrati e i rifugiati sul tema dell’integrazione. Tra i progetti recenti: nel 2020 la mostra bipersonale Manos, i contadini del mondo | Fotografie di Marco Del Comune e Oliver Migliore(a cura di Manuela De Leonardis), galleria Acta International, Roma (con il patrocinio di Slow Food) e nel 2021 la pubblicazione del libro monografico Le Moka(Cinquesensi Editore). 

HORTUS FELIX
Fotografie di Marco Del Comune
a cura di Manuela De Leonardis
14-20 novembre 2022
Talk alla presenza del fotografo e della curatrice
giovedì 17 novembre alle ore 18,00









Istituto Italiano di Cultura di Zagabria 
Preobraženska 4, 10000 Zagabria, Croazia
Tel. 385 1 4830208/9
iiczagabria@esteri.it
segreteria.iiczagabria@esteri.it
ingresso libero


giovedì 10 novembre 2022

Rosso Acqua


Le Associazioni Culturali ArtSharing Roma e TrequArti 
invitano
venerdì 25 novembre 2022, dalle 9.00 alle 14.30
alla grande installazione pubblica

Rosso Acqua
al Mercato Rionale Di Calvi (via Giovanni De Calvi – 00151 Roma)

Abstract 
Un evento di arte pubblica partecipata per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la curatrice Penelope Filacchione ha ideato Rosso Acqua, assieme all’artigiana Manuela Lupino: un progetto dedicato all’artista messicana Elina Chauvet, ideatrice di Zapatos Rojos, ma con un carattere diverso, autonomo e legato specificamente al mondo della ceramica.

Ceramisti e scuole di ceramica professionali e amatoriali hanno prodotto in tutta Italia decine di giare della stessa forma delle hydrie che per secoli le donne hanno portato sul capo per fornire d’acqua le loro famiglie, prendendosi cura di esse. L’hydria è dunque simbolo della cura domestica, anche se proprio la casa è il luogo meno sicuro per tante donne.

Le hydrie saranno esposte al Mercato Rionale De Calvi a Roma in una installazione d’arte pubblica partecipata che prevede anche un evento di lettura a staffetta, per poi essere messe in asta sulla piattaforma Buonacausa.org: il ricavato andrà all’Associazione Donna e Politiche Familiari che ha sede nella Casa Internazionale delle Donne e si occupa di sostenere fisicamente, psicologicamente, legalmente e logisticamente le donne vittime di violenza o in condizioni di rischio.

Comunicato stampa esteso
Il 25 novembre 2022 dalle 9.00 alle 14.30 al Mercato Rionale Di Calvi, le associazioni culturali ArtSharing Roma e TrequArti presentano ROSSO ACQUA, evento di arte pubblica partecipata patrocinato dal Municipio Roma XII, come presenza attiva per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e dedicato all’artista messicana Elina Chauvet, ideatrice di Zapatos Rojos-  A cura di Penelope Filacchione e in collaborazione con l’artigiana Manuela Lupino, nello spazio del mercato verranno installate decine di giare rosse realizzate da artigiani e artigiane da tutta Italia che hanno risposto alla call pubblicata sul sito https://www.rossoacqua.it/in collaborazione tecnica con Forni De Marco e Paolelli Passione Ceramica.

Le giare hanno la forma dell’hydria, l’antico contenitore per l’acqua che le donne usavano portandolo sulla testa: in questo contesto diventano il simbolo della cura domestica. Alcune integre, alcune tagliate e destrutturate, diventano metafora della condizione di vulnerabilità delle donne proprio tra le mura domestiche che dovrebbero proteggerle. La scelta del mercato è legata espressamente a luogo pubblico della tradizione femminile.

Nello stesso luogo, la lettura a staffetta di ‘Il Racconto dell’Ancella’ di Margaret Atwood risuona a continuo monito, liturgia laica e politica: il libro, oggetto di censura e bruciato pubblicamente in diverse occasioni anche negli USA, ci ricorda che la maternità coatta è usata come strumento di schiavitù delle donne in molte parti del mondo, costrette non di rado a partorire e crescere figli delle violenze subite. 

La lettura sarà coordinata dall’Associazione Monteverde Attiva, promotrice di un progetto di lettura ad alta voce nei luoghi pubblici cittadini, ma potranno partecipare tutti coloro che vorranno, senza distinzioni di genere, orientamento, età, competenza, lingua d’origine, incluse diverse classi di liceo che saranno presenti con i loro docenti fin dal primo mattino.

A fine giornata e fino al 25 dicembre le Hydrie saranno messe in asta attraverso la piattaforma Buonacausa.org: il ricavato andrà all’Associazione Donna e Politiche Familiari, che ha sede nella Casa Internazionale delle Donne e si occupa di sostenere fisicamente, psicologicamente, legalmente e logisticamente le donne vittime di violenza o in condizioni di rischio. Si occupano, fra l’altro, di evitare che le madri rinuncino a una necessaria separazione perché economicamente fragili, incapaci di mantenere figli che, se sole, sarebbero loro sottratti. 

Piattaforma di beneficenza:



INFO PRATICHE
DOVE Mercato Rionale De Calvi, via Giovanni De Calvi – 00151 Roma

QUANDO 25 novembre 2022 ore 9.00-14.30
Ingresso libero e chiunque voglia potrà partecipare alla staffetta di lettura
A cura di Penelope Filacchione, su un’idea di Manuela Lupino
Realizzazione pratica ArtSharing Roma e Associazione TrequArti
Con il patrocinio di Municipio Roma XII
In collaborazione con associazione Monteverde Attiva
Partner tecnici: Forni De Marco; Paolelli Passione Ceramica
Grafica e web: Francesco Ferrari Web Marketing e New Media


UFFICIO STAMPA 
ArtSharing Roma

Addetta stampa: Silvia Mattina

INFORMAZIONI:
artsharing.roma@gmail.com


Raha Vismeh | L’eco delle ombre


Mercoledì 16 novembre 2022 dalle 18.30 alle 21.30 presso la galleria Curva Pura si terrà l’inaugurazione della mostra L’eco delle ombre, la prima personale dedicata all’artista Raha Vismeh (Shiraz, Iran, 1987), con un testo di accompagnamento di Maria Vittoria Pinotti. 

L’eco delle ombre è un lavoro sulla sperimentalità della gradazione di colore su un unico tono e la ricerca latente verso scorci di architetture urbane e spazi abitativi idealizzati. L’esposizione nasce con l’intento di creare una riflessione sul valore dell’osservazione su coesi rapporti combinatori di forme architettonico-geometriche, in quanto sintomo dello stadio più sperimentale di una tecnica eseguita con sottili velature pittoriche di colore ad olio. I lavori in mostra ci pongono in un disarmante dialogo con un codice pittorico in cui la classica pittura multi-tonale viene abbandonate per giungere ad una drastica e volontaria semplificazione coloristica. Un atteggiamento tipico, quello dell’artista, di un atto di deviazione verso le consuete tecniche pittoriche, che le permette di concentrare l’attenzione verso le forme e i rapporti tra le strutture e gli oggetti che vi si trovano dentro. Così, anche se le opere trattano in maniera seriale lo stesso soggetto, esse sono un chiaro incitamento verso mai univoci sensi di lettura, per porsi invece come una esperienza stratificata ed avvolgente, per spingerci a pensare la struttura abitativa e cittadina come uno spazio fisico che si vive e che ci riguarda. 

In questo modo, il potere immaginativo delle opere solleva questioni intorno al senso di appartenenza ed anche verso il lasciato di una impronta nei luoghi che occupiamo. Le architetture immaginative di Vismeh sono delle sceneggiature spaziali in continuo divenire, la cui intensa visibilità varia in base alla quantità di velature utilizzate per definirle. Sono composizioni solide, dalle corpose atmosfere misteriose che attendono di essere vissute in quanto tracce di una manifestazione umana. Tuttavia, mancano del tutto riferimenti figurativi, una omissione volontaria che tende a farci concepire tali strutture come contenitori ricchi di indizi misteriosi, quali uova, meridiane solari o misteriosi buchi neri. Soggetti di una materia spuria, la stessa con cui sono fatti i sogni, in modo tale da porsi come delle finestre interiori, scandagli aperti verso la psiche creativa di un’artista che si lascia studiare senza alcun timore. Così, le opere sembrano materializzare l’arbitrarietà, il carattere strutturale e fattuale di territori misteriosi caratteristici per la loro lignea fissità e monumentale presenza fisica. Sono spazi appartenenti ad un mondo urbano, alcune volte anche privato ed arcadico, che intendono raccontare visivamente il tempo dell’attesa, dell’indugio, di una ricerca fatta di echi e rimbombi tonali. 

Biografia
Raha Vismeh è nata in Iran, a Shiraz nel 1987 e vive e lavora a Roma. Nel 2011 si trasferisce in Italia dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Sono diverse le mostre collettive a cui ha partecipato, si ricordano: Concept design festival, Galleria nazionale di Cosenza, Cosenza (2022), Let’s call for artist for Afghanistan, Ambasciata Afghanistan, Roma, (2021), In Divernire, Museo Civico di San Cesario di Lecce, Lecce (2019), Accademia in & out, MAAAC, Museo Area Archeologica Arte Contemporanea di Cisternino, Brindisi, (2018), Arte in Vetrina, Galleria D'arte Francesca Capece, Maglie, Lecce, (2018), Incipit 1, Galleria d'Arte Germinazioni, Lecce, (2018), Progetto d’incipit, Fondo Verri, Lecce, (2018), Tiny Biennale, Temple University, Roma, (2018), Incipit 2/, Must Museo Storico Città di Lecce, Lecce, (2018), Incipit 1/, Galleria d'Arte Germinazioni, Lecce, (2017). Tra i premi d’arte sono da citare: Concorso, Il ventaglio del presidente, (2018), Premio Giuseppe Cascicara, (2018), Premio Emilio Notte (2018), Premio Antonio Leonardo Verri, (2017). 

INFO
Raha Vismeh - L’eco delle ombre
Testo di Maria Vittoria Pinotti

Inaugurazione mercoledì 16 novembre 2022
dalle ore 18.30-21.30
Fino a domenica 18 dicembre 2022
Orari: su appuntamento - prenotare via mail curvapura@gmail.com o whatsapp 3314243004

Curva Pura
Via Giuseppe Acerbi, 1a - Roma
curvapura@gmail.com

martedì 8 novembre 2022

Alain Urrutia | Memorabilia


Dopo la mostra collettiva del 2020, Alain Urrutia (Bilbao, 1981) ritorna alla MAAB Gallery con una mostra personale dal titolo Memorabilia, in cui espone l’ultimo ciclo pittorico realizzato a partire da alcuni oggetti raccolti per il loro valore simbolico oltre che intrinseco. Come infatti ha dichiarato l’artista: “In queste nuove opere è rappresentato l'atto del collezionare e il modo in cui diamo valore e significato a oggetti che apparentemente non ce l'hanno”. 
L’artista basco, oggi residente a Berlino, ha elaborato una ricerca pittorica che investe i suoi soggetti di una memoria intensa, un’atmosfera enigmatica e talvolta perturbante che origina dallo stesso trattamento pittorico delle immagini, che dal realismo della presentazione passano immediatamente alle ambivalenze di una rappresentazione sospesa e mentale che trova nell’idea di collezione la sua propria Wunderkammer pittorica. 
A differenza dei precedenti lavori rigorosamente giocati sulla scala dei grigi, questa volta le opere sono state realizzate con una leggera modulazione cromatica che produce una sorta di effetto anaglifo e stereoscopico, una oscillazione del campo percettivo che qui riecheggia nella vibrazione psico-emozionale innescata da queste opere, che all’interno dell’oggettività della rappresentazione riescono così a includere valenze soggettive.
Anche in questa mostra Alain Urrutia prosegue quindi il suo personale viaggio attorno agli oggetti ed ai modi della rappresentazione, facendosi evocativo e sfidando l’osservatore nel gioco di rimandi e di assonanze emotive con il soggetto osservato nel quadro. Attraverso questa operazione, che disvela tanto quanto ammanta di mistero, l’artista offre ad uno sguardo ravvicinato, saltando dall’ingrandimento alla distanza, i soggetti dei suoi lavori, e nel far questo, come avviene nel ciclo Memorabilia, li sottrae alla perdita, riportandoli al centro dell’attenzione e riavvicinandoli come apparizioni lievi, soffuse e memoriali. 


ALAIN URRUTIA
Memorabilia

Opening: 17 novembre 2022, 17.00 > 20.00
17.11.2022 - 27.01.2023
dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18

MAAB Gallery, via Nerino 3, 20123 Milano

Pelli di Seppia di Simone Bergantini


Pelli di Seppia, al BoCs Museum la mostra di Simone Bergantini nata dalla sinergia tra ABA Catanzaro e Comune di Cosenza.

Sarà inaugurata il prossimo 11 novembre la mostra inserita nell’ormai feconda collaborazione tra il progetto Ceilings, dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, e il Comune di Cosenza finalizzata alla valorizzazione delle opere e dello spazio espositivo del BoCs Museum.Proprio lì, infatti, il capoluogo bruzio ospiterà le opere di Simone Bergantini per la mostra “Pelli di Seppia”, dando vita a una personale a cura di Simona Caramia e Giuseppe Negro che è parte di un ciclo di mostre inserite nell'ambito del progetto Ceilings. Oltre all’artista e ai curatori, la mostra sarà inaugurata alla presenza di Virgilio Piccari, direttore dell’Accademia, Antonietta Cozza, consigliera delegata alla Cultura del Comune di Cosenza, e Marilena Cerzoso, direttrice del museo.

A raccontare quello che i visitatori avranno modo di vedere è lo stesso artista: «Il progetto– spiega Bergantini - nasce da una costola del precedente “How to dance rave music” del 2020 in cui ho dato il via ad uno spostamento della mia ricerca visiva, concentrando la mia pratica sull'osservazione dei modi e dei contenuti delle nuove generazioni: “Pelli di Seppia” è il racconto di un personaggio di fantasia estroverso, animato da un senso di coralità che si trova a confrontarsi con un universo in cui si sono azzerati i tempi di contatto con il gruppo ma si è dilatato lo spazio tra gli individui. Un coreografo dai tratti eccessivi e la sua compagnia di danza sperimentale “Les fleurs de Tahiti” di cui è anche unico interprete. Le fotografie ritraggono un soggetto – un ballerino - in costume mimetico che esegue una sequenza di movimenti ispirati all’universo espressivo delle seppie, animali in grado di comunicare nel silenzio dell’ambiente marino semplicemente cambiando colore della pelle grazie a delle contrazioni muscolari».

Alcune delle fotografie che saranno esposte all’interno di tre ambienti comunicanti del BoCs Museum (complesso monumentale S. Domenico, piazza Tommaso Campanella, 22, Cosenza) in uno stretto dialogo con le opere permanenti del museo, sono state scattate proprio per le strade di Cosenza dove la curiosa figura protagonista degli scatti si è aggirata alla scoperta della vita in città nella prospettiva di chi la abita.

La mostra, come detto, aprirà i battenti il prossimo 11 novembre. A partire dalle ore 15:00, l’esposizione sarà visitabile in anteprima dagli studenti dell’Accademia, dalle 16:30, poi, l’apertura al pubblico. L’esposizione sarà visitabile fino al prossimo 12 dicembre secondo i seguenti orari: dal martedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19; sabato, dalle 9 alle 13.

Accademia di Belle Arti di Catanzaro
Via Tripoli, 46/48
88100 – Catanzaro