lunedì 29 febbraio 2016

Massimiliano Manieri in HUMAN BOX



Massimiliano Manieri
in HUMAN BOX (installazione)
con la partecipazione di Michaela Stifani
infiltrazioni sonore a cura di Giorgio Distante
(engineering a cura di Emanuele Mariano)

nell’ambito dell’evento:
ISIDE E LA WUNDERKAMMER DELLA FERTILITA’
Progetto di arti visive, sonore e performative contemporanee
a cura di Dores Sacquegna
palazzo Vernazza, vico Vernazza 8, LECCE
OPENING 2 MARZO ORE 19.00


CONCEPT
Ad alcuni lavori ci giungi per processo evolutivo, altri vengono bevuti a ridosso di una commissione da sbrigare più per esigenza giuridica che di pancia, ad altri fortunatamente credo si arrivi per bisogno quasi fisico.
Human Box è stato questo per me, un bisogno fisico di mostrare il livello odierno di immobilismo confezionato a cui uomo e donna nei rispettivi modi di essere sono alacremente e docilmente sottoposti.
Human Box non è un semplice contenitore di corpi, è la mia idea di simulacro/vetrina dell’oscenità umana oggi ed in contemporanea, la cruda esibizione della nostra capacità di pensare liberamente.
E’ il totem ultimo della nostra reale voglia di fuga nell’impero del tutto precotto, tutto pronto, cuoci in padella in tre minuti tre.
Non è soltanto una trappola per canarini, ma una gogna multistrato cosciente di impossibilità di evasione, illuminata sufficientemente da essere ottimamente visualizzabile anche agli occhi ciechi.
E’ l’Alcatraz luminescente edificato nelle nostre stanze, tra chiavette, password e ram di memoria disponibile.
Il futuro non è chiaramente disponibile.
Uomo e donna sono sfacciatamente esibiti in una nudità resa cruda dall’asetticità desiderata intorno.
Human Box non è dove voi verrete in realtà a visitarlo, Human Box è in ogni casa, sotto i vostri occhi ormai appannati.
E, fortunatamente, per qualcuno, nella paura di ritrovarvisi rinchiuso.
Non è un palco per nudità esibite, ma una comodissima scatola da trasporto per una coppia di corpi,
ancora vivi...?

MASSIMILIANO MANIERI
Massimiliano Manieri (1968) è scrittore e performer.
Il luogo poetico è per lui, volta dopo volta, un coacervo capace di miracolo ove realizzare ipotesi poetiche che traslano dalla scrittura, alla video-art, all'installazione, all'esperienza del visitatore in primis...
dove il visitatore ora è parte integrante ed inalienabile della performance.
La necessità di creare un linguaggio che traducesse il racconto del “male di vivere” che lui nell’intorno leggeva è stato il primo ostacolo, ma lui ispirandosi al Teatro Del Dolore di Artaud, ha mutato l’atto performativo in “Atto Capitale” nel quale il racconto delle nefandezze umane, delle derive tecno/illogiche, delle socio/patologie che queste innescano, si fa luogo fisico, una Wunderkammer ove l’oscenità viene rivelata in tutto il suo “splendore controverso”.
Una forma d’arte che vuole essere anche tentativo di risveglio dell’IO, per una speranza d’umanità mai completamente dismessa.
Massimiliano catalizza volta per volta una sorta di puntellamento verso i secchi rami del vivere, dove le mutazioni antropomorfe prendono il posto della quieta routine.
Facendosi domande sempre più tese all’origine del noi ed al senso insito in questo.

MICHAELA STIFANI
Nasce a Lecce il 23 marzo 1980. Si avvicina al mondo del teatro e della fotografia, attraverso corsi di formazione e workshop. Recita con la compagnia Artò Teatro, e dopo quest' esperienza affianca Massimiliano Manieri nelle performance/installazioni "L' Italica", "Bluff Point" e "Human Box", partecipa a varie collettive di fotografia esponendo a Lecce, Berlino e Roma.

GIORGIO DISTANTE
Nasce il 2 marzo 1980 a Cisternino. All’età di 5 anni inizia a suonare il clarinetto e il pianoforte. A 10 anni gli si propone di studiare la tromba e da quel momento non ha più smesso. Si diploma nel 1998 al Conservatorio di Monopoli, ma suona professionalmente già dal 1997. Inizia a viaggiare e ad acquisire lezioni da numerosi musicisti e didatti. Nel 2000 vince una borsa di studio per il Berklee College of Music e vola a Boston dove frequenta, dal 2001 al 2004, classi di improvvisazione, arrangiamento e composizione e lavora con musicisti della zona. Un po’ annoiato dallo “stile” americano rientra in Italia con trombe, un multieffetto ed un distorsore e decide di “riprendere” a studiare. Viene così a contatto con il suono, che scopre e ricopre. Nel 2009 si laurea con il massimo dei voti in Musica Elettronica presso il Conservatorio di Perugia. Scrive i propri software per trattare in modo diverso il suono della tromba, esplorando le possibilità di nuove tecnologie audio e video applicate a strumenti acustici. Il 2012 segna l’uscita del suo primo lavoro discografico da solista dal titolo R.A.V. Vive in campagna, in un piccolo trullo circondato da gatti.



pubblica:

Monica Casalino. La pelle al limen



Monica Casalino
“La pelle al limen”
a cura di Bacur Avoires

Bari 12 marzo/7 aprile 2016
Museo Nuova Era
Strada dei Gesuiti, 13 - 70122 Bari
Tel. e fax 080.5061158
dalle. ore 17- 20
chiuso la domenica,lunedì e giorni festivi

Si è inaugura sabato 12 marzo 2016 alle ore 19 la personale di Monica Casalino dal titolo “La pelle al limen”. A cura diBaCUr AvoirES, grafica e allestimenti Gliforeal. La pelle è ricettiva ed espressiva, input output, è al contempo corpo, luogo, momento, stabilisce un contatto sensoriale, edetermina anche un limen, un confine oscillante, che passa dal soggetto all’oggetto e viceversa, continuamente.

La personale di Monica Casalino, è un luogo di relazioni, in cui il visitatore, una volta dentro nello spazio e nella propria percezione, ne è parte, percepisce ed è percepito. Dal cuore tematico, il rapporto tra natura e tecnologia, vissuto nella semantica ricompilata delle quattro fasi alchemiche (Albedo Citrinas Rubedo Nigredo), la ricerca si sviluppa onnivora, dalla pietra al video, dal lattice al display, dal rame alla resina, dalla materia al codice e viceversa. Ogni opera s’interfaccia al tutto e lo contiene, è una versione che demanda a un altro contenuto, e insieme interroga sul rapporto tra noi e i dispositivi. Il percorso inizia dall’ultima esperienza progettuale, dal cui errore informatico nasce una sensazione di perdita e asfissia che si traduce nelle “Materiografie”, impronte facciali e materiche colte in assenza di respiro, le cui versioni aumentano da una bassa a un’alta definizione, dalla paura alla liberazione. La tecnica, creata dall’artista, è forma quanto sostanza, corrisponde al senso, al corpo e alla funzione, è opera.“La rappresentazione non sta perdendo senso, come si sospetta o teme, semplicemente ha assunto un altro ruolo esperienziale, non solo corpo, oggetto del desiderio, fenomeno, ma anche luogo multidimensionale, spazio connettivo”. Amante del paradosso, l’artista danza nel concetto di versione, come se per lo stesso vi fossero infinite versioni. A dialogare con le “Materiografie”, sul/nel monitor nudo, vibrano ri-tratti memoria di una performance itinerante sullo sguardo, la Persona, inter-agisce con un ritmo differente, è l’importanza dello sguardo dell’altro essere umano, sul quale soffermarsi più a lungo e infinite volte. L’illusione è amplificata dallo schermo e fratturata dalla nostra attenzione:”….quante presenze può contare il nostro volto nell’era dei social? ..ma quel contesto tradisce il senso, sottrae il peso alla persona, perché contestualizza, finalizza, circoscrive; tutto cambia se il volto ..si accende come sguardo,caricato di se stesso senza un contesto, o in un contesto inafferrabile, inusuale”. La rappresentazione, l’oggetto non maschera il codice, lo svela come matrice estetica perché l’aura risiede altrove, non più dentro o sulla la superficie, in un altrove in continuo mutamento, la realtà contemporanea, che stratifica una memoria sempre più veloce, inafferabile, come in Rhyton , citando l’artefice :“ci si può calare nelle pieghe ed esprimersi perché il mistero, l’aura di un’opera nasce da sé in sé, è uno strato che l’artista non può creare, aggiungere, gestire; anche l’oggetto più esplicito ha il suo autentico mistero, la semplicità è complessa per natura”. L’opera è il limen in-materiale, l’opera muta perché le versioni si moltiplicano ogni momento nel ritmo dell‘inter-attività. La mostra stessa non è un prodotto finito, bensì un processo che muta con la presenza dell’Altro. La stimolazione guida il visitatore, come flusso d’informazione nelle trame di rame, come sangue nei vasi sanguigni, e si scende nell’abisso, dove ci si specchia, dove si sciolgono le radici, e dove, nel buio di Nigredo, dimora Bacur, meta-corpo in sviluppo, memoria stratificata, in attesa della versione successiva. Un percorso che coinvolge vista, olfatto, gusto, udito, per sottrarre l’eccesso e lo scarto e sublimarlo nella mano e nel codice come per lo sciamano la paglia fresca.



BaCUr AvoirES 21 marzo 2017

Biografie
Monica Casalino, scultrice autodidatta, video artista, performer. Laureata in arti visive e computer art.
Ha studiato tecniche e chimica dei materiali, restauro, design, public art (workshop al Kunsta documenta di Vienna a Bergamo nel 2003) estetica del cinema e comunicazione, digital-video e montaggio.

Principali partecipazioni
Setup Bologna Gennaio 2016, Vibrazioni Liquide, Ottobre 2014, Palazzo Caputi Ruvo a cura di Antonio Rollo e Giuseppe Magrone, reportage per “Il sole e altre storie” Mostra L. Mainolfi a cura di Gaetano Centrone Molfetta Ottobre 2014,
“Simposio” collettiva Palazzo Simi a Bari ottobre 2012, La notte Blu 26 Luglio 2012 Bisceglie Mostre ed eventi a cura di
Monica Casalino, scenografia per “Ricercar Giuliani” 25 0Agosto2012, Bisceglie concerto itinerante a cura del
compositore Davide Liuni, Mediterrarte Agosto 2011 collettiva promozione territorio BT.

BaCUr AvoirES
Critico, curatore, scrittore, poeta, esperto in linguaggi e/o arte contemporanea, nato il 2 ottobre 1968.
si attribuiscono:
0.0 Il rogo e la distruzione semantica e fisica di otto opere pittoriche dell’artista Monica Casalino in uno Jazzo sulla
Murgia in Puglia nel luglio del 1998
0.1 Svariate recens-ure.
0.2 L’invenzione della quinta dimensione.
Morte in attesa della prossima versione.






pubblica:

“Shooting my religion”

 
COMUNICATO STAMPA
“Shooting my religion”
A marzo la nuova mostra fotografica della collettiva “Donne senza volto”
 
Un intenso viaggio attraverso la ricerca di sé, il credo interiore, la fede, religiosa o meno, le certezze e i riferimenti personali che 18 donne hanno voluto raccontare con le immagini. Questo il tema della nuova mostra fotografica realizzata dalla collettiva “Donne senza volto”, sezione femminile del circolo fotografico “Il Castello” di Taranto, dal titolo “Shooting my religion”.
L’esposizione, giunta alla sua nona edizione, sarà visitabile gratuitamente al Centro della Fotografia in via Plinio 85, sede dell’associazione e Galleria FIAF, nei tre weekend successivi compresi tra sabato 5 e domenica 20 marzo. In particolare, l’esposizione sarà aperta venerdì 11 e 18
marzo dalle 17,00 alle 20,00; sabato 12 e 19 marzo dalle 10 alle 12,30 e dalle 17,00 alle 20,30; domenica 6, 13 e 20 marzo dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 17,00 alle 20,30.
L’inaugurazione si terrà sabato 5 marzo alle ore 19. La serata sarà arricchita dall’intervento critico di Orietta Bay, docente del Dipartimento Didattica della FIAF, critica fotografica, curatrice di mostre e operatrice culturale. Domenica 6 marzo, alle ore 10, sempre al Centro della Fotografia di Taranto, Orietta Bay terrà un seminario dal titolo “L’intensità narrativa: donne e fotografia” in cui, attraverso le immagini delle artiste che hanno segnato la storia della fotografia, la studiosa racconterà la sensibilità, l’originalità e la profondità dello sguardo femminile sul mondo, spesso portatore di una visione innovativa e lungimirante. Per la partecipazione al seminario è richiesto un contributo di 5 euro.
Quello di “Shooting my religion” è un tema intimistico e privato che si pone in continuità con il lavoro svolto dalla collettiva negli ultimi otto anni. Dal 2008 a oggi, infatti, le fotografe di “Donne senza volto” hanno messo alla prova la loro creatività affrontando temi come l’uomo, la canzone, la violenza contro le donne, la Costituzione italiana, i libri, le donne che hanno fatto la storia, le mille interpretazioni del rosso, l’alimentazione e, quest’anno, la fede più profonda di ognuna di loro.
Il nome “Donne senza volto”, assunto dalla collettiva a partire dalla seconda edizione, è un omaggio alle tante donne del mondo che, ancora oggi, non sono libere di far sentire la propria voce; al tempo stesso, è un riferimento al fatto che non è il volto della fotografa ad essere importante, ma la sensibilità e le emozioni che ognuna esprime attraverso i suoi scatti. Negli anni, infatti, il volto delle partecipanti è cambiato, in quanto la collettiva è passata dal piccolo gruppo di socie della prima edizione a circa venti fotografe; ciò che è rimasta immutata è la passione per la fotografia, insieme al desiderio di esprimersi.
L’evento è realizzato con il patrocinio del Comune di Taranto e della FIAF – Federazione italiana associazioni fotografiche.  
 
 
Le partecipanti alla mostra fotografica “Shooting my religion”
Di seguito l’elenco delle 18 socie che esporranno quest’anno: Miriam Putignano, Francesca Sebastio, Debora Masciavè, Saria Miccoli, Gemma Rossi, Ilaria Morello, Federica Cerino, Giovanna Mariella, Lucia Sannino, Eleonora Ressa, Marcella Galeandro, Sara Masella, Rosa Cambara, Adele Moschettini, Marina Amoroso, Marina Giannotti, Valeria Dimaggio, Francesca Famà.
 
Biografia di Orietta Bay
Orietta Bay, genovese, ha iniziato a occuparsi di fotografia nei primi anni Novanta, in seguito all’incontro con la fotografa Giuliana Traverso, della quale è diventata assistente. Successivamente, è entrata nel mondo della scuola “Donna Fotografa” realizzando importanti progetti che hanno portato a pubblicazioni e mostre collettive; inoltre, ha curato l’allestimento di numerose mostre fotografiche esposte in spazi prestigiosi, tra cui Palazzo Ducale, Palazzo Rosso, Palazzo San Giorgio, il MuMa a Genova e gli Scavi Scaligeri di Verona. Dal 2007 collabora alla realizzazione del Festival di fotografia “Una Penisola di Luce” a Sestri Levante (GE), e nel 2008 ha fondato l’associazione socio-culturale “Carpe Diem”, di cui oggi è vice-presidente. In ambito FIAF, dal 2011 fa parte dei lettori del circuito “Portfolio Italia”, è stata Tutor del “Progetto Itaca”, è iscritta al blog di Agorà di Cult curato dal Dipartimento Cultura FIAF ed è docente del Dipartimento Didattica – DiD.
 
Giorni e orari di visita
  • Sabato 5 marzo dalle 19,00 alle 21;
  • Domenica 6 marzo dalle 10 alle 12,30 e dalle 17 alle 20,30;
  • Venerdì 11 marzo dalle 17 alle 20;
  • Sabato 12 marzo dalle 10 alle 12,30 e dalle 17 alle 20,30;
  • Domenica 13 marzo dalle 10 alle 12,30 e dalle 17 alle 20,30;
  • Venerdì 18 marzo dalle 17 alle 20;
  • Sabato 19 marzo dalle 10 alle 12,30 e dalle 17 alle 20,30;
  • Domenica 20 marzo dalle 10 alle 12,30 e dalle 17 alle 20,30;
 
 
 
 
CURRICULUM ARTISTICO “DONNE SENZA VOLTO”
MOSTRE FOTOGRAFICHE:
 
“Essere uomini: fotografie di donna”
Centro turistico-ricettivo “Al Gambero”
Marzo 2008
 
“Il suono che i tuoi occhi possono guardare”
Centro turistico-ricettivo “Al Gambero”
Marzo 2009
 
“Singolare Femminile”
Galleria Comunale Castello Aragonese
(all’interno della manifestazione “FotoArte 2010. La fotografia in città”)
31 maggio – 16 giugno 2010
 
“Noi siamo Stato”
Galleria Comunale Castello Aragonese
5 marzo – 12 marzo 2011
Galleria Centro Commerciale Mongolfiera-Ipercoop
14 marzo – 21 marzo 2011
Cinema Teatro Comunale di Crispiano
21 marzo – 27 marzo 2011
 
“Immagini in cerca d’autore”
Galleria Comunale Castello Aragonese
8 marzo – 18 marzo 2012
 
“Donne. Storie di chi ha fatto la storia”
Sala delle Colonne Doriche, Via Duomo
8 marzo – 24 marzo 2013
 
“Qualcosa di rosso”
Centro della Fotografia, via Plinio, 85
8 marzo – 23 marzo 2014
 
“Cibus – Quando il cibo diventa arte”
Centro della Fotografia, via Plinio, 85
7 marzo – 22 marzo 2015
 
“Shooting my religion”
Centro della Fotografia, via Plinio, 85
5 – 6 marzo 2016
11 – 13 marzo 2016
18 – 20 marzo 2016
 
Ufficio stampa:
Rosa Cambara, Vincenzo Ferrari, Miriam Putignano
 
Per ulteriori informazioni:
Numero telefonico: 392.5000997 - Segreteria circolo fotografico “Il Castello”
Indirizzo: Centro della Fotografia - via Plinio, 85 - 74123 Taranto
Pagina Facebook: Donne Senza Volto
 
Pubblica:
Massimo Nardi

American Academy in Rome. CINQUE MOSTRE: eventi collaterali




The American Academy in Rome

Il 3 e il 17 marzo due appuntamenti arricchiscono il programma della mostra
a cura di Ilaria Gianni.

CINQUE MOSTRE: eventi collaterali

Protagoniste Nina C. Young, compositrice, e l’artista Emily Jacir insieme agli storici dell’arte John Lansdowne e Christopher MacEvitt, tutti borsisti presso l’American Academy in Rome.


Il programma di Cinque Mostre si arricchisce con due nuovi appuntamenti. Il primo si svolge il 3 marzo 2016 alle ore 18 al Tempietto di S. Pietro in Montorio (Via di S. Pietro in Montorio) e vede protagonista Nina C. Young, borsista in composizione musicale presso l’American Academy in Rome e il coerografo Miro Magloire del New Chamber Ballet (insieme a Elizabeth Brown Hudec, Daniela Giannuzzi, Simone Ghera). Intitolata Temenos, la performance è realizzata in collaborazione con la Real Academia de España en Roma. La performance sarà ripetuta dall’artista alle 18, 18,45, 19,30. Il pezzo, per due danzatori ed un violino, sviluppato in una relazione strettissima con il Tempietto del Bramante che fa da scenario, crea armonia tra suono e movimento concepiti in rapporto all’architettura. Il progetto cerca di creare un vocabolario o, più semplicemente, degli accoppiamenti formali tra suono e movimento che verranno codificati in una sintassi che potrà essere utilizzata per rafforzare una composizione complessa, pur lasciando spazio alla improvvisazione. Il secondo appuntamento, il 17 marzo alle 18, presso l’American Academy in Rome propone la presentazione della pubblicazione TRANSLATIO, di Emily Jacir, John Lansdowne e Christopher MacEvitt, edita da NERO, Roma. TRANSLATIO è una pubblicazione collaborativa originata dal progetto dell’artista palestinese Emily Jacir, intitolato Via Crucis, la nuova installazione permanente appena completata e commissionata da Artache, Milano, presso la Chiesa di San Raffaele. Mettendo insieme le riflessioni dell’artista con quelle di John Lansdowne e Christopher MacEvitt, entrambi studiosi della storia medievale del Mediterraneo, il libro illustra le traiettorie di oggetti, immagini, persone e luoghi tra la Palestina e l’Italia.



In occasione di entrambi gli eventi l’American Academy in Rome ha previsto una apertura eccezionale di Cinque Mostre dalle 17 alle 20

Cinque Mostre è la mostra annuale che vede protagoniste le opere dei Rome Prize Fellows, degli Italian Fellows e di altri artisti invitati. Guest Curator per il 2016 è Ilaria Gianni, co-direttrice della Nomas Foundation, Roma (assistente curatore Saverio Verini) che ha concepito un percorso espositivo diffuso negli spazi della American Academy in Rome. Il progetto, che raccoglie diverse attitudini e prospettive di ricerca, mette in relazione, con interventi site-specific, il lavoro di artisti residenti presso l’American Academy in Rome e di artisti italiani e internazionali non residenti, valorizzando l’aspetto multidisciplinare e laboratoriale dell’Accademia, con il suo approccio che guarda ad arti visive, musica, letteratura, produzione audiovisiva, design, architettura, innovazione tecnologica.

Intitolata Across the Board: Parts of a Whole, la mostra si presenta come un percorso itinerante e performativo: un gioco senza regole fisse che parte e si completa nell’idea di “frammento”. L’aspetto multimediale si manifesta nella varietà di figure coinvolte – artisti, ricercatori, compositori, musicisti, architetti, scrittori – in una narrativa in continua evoluzione che si delinea fisicamente e allegoricamente negli spazi dell’American Academy in Rome ed oltre essi: luoghi diversi per un universo di racconti sulla marginalità, l’autenticità del linguaggio, la frammentazione, la traduzione, la trasformazione.

L’American Academy in Rome, sostiene artisti e studiosi innovativi che vivono e lavorano insieme all’interno di una vivace comunità internazionale. Fondata nel 1894, ha raggiunto la forma attuale nel 1914 diventando un centro ibrido per le arti e gli studi umanistici. È tuttora il principale centro americano, al di fuori degli Stati Uniti, per gli studi indipendenti e per la ricerca avanzata. È un ente privato no-profit, finanziato privatamente. L' Accademia offre annualmente a circa 30 candidati il Rome Prize. La selezione, a livello nazionale, è presieduta da giurie indipendenti, formate da professionisti competenti per ciascuna delle discipline rappresentate, tra le quali: Storia antica e Medievale, Studi italiani rinascimentali, moderni e contemporanei, letteratura, arti visive, architettura, architettura del paesaggio, design e conservazione dei beni storici. La comunità dell’Accademia comprende anche un gruppo selezionato di Residenti e borsisti affiliati. Questo illustre gruppo di artisti e studiosi vive e lavora presso il campus dell'Accademia situato nel Gianicolo, uno dei punti più alti della città di Roma. Per saperne di più su l'American Academy in Rome, si prega di visitare il sito: www.aarome.org


Cinque Mostre - Across the Board: Parts of a Whole
A cura di Ilaria Gianni

Assistente curatore Saverio Verini


Fino al 3 aprile 2016. Visitabile venerdì, sabato e domenica, ore 16 - 19.



Appuntamenti:

3 marzo 2016. La performance si ripeterà nei seguenti orari: 18,00, 18,45, 19,30.

Tempietto di S. Pietro in Montorio (Via di S. Pietro in Montorio)

Temenos, performance di Nina C. Young in collaborazione con il coreografo Miro Magloire del New Chamber Ballet (insieme a Elizabeth Brown Hudec, Daniela Giannuzzi, Simone Ghera). La performance è realizzata in collaborazione con la Real Academia de España en Roma.


17 marzo 2016 ore 18

American Academy in Rome (Via Angelo Masina 5)

Presentazione della pubblicazione TRANSLATIO, di Emily Jacir, John Lansdowne e Christopher MacEvitt, edita da NERO, Roma.


In occasione di entrambi gli eventi l’American Academy in Rome ha previsto una apertura eccezionale di Cinque Mostre dalle 17 alle 20.



in collaborazione con
Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi
Real Academia de España en Roma


Contatti:
Marques McClary, Responsabile della Comunicazione, Tel: 212.751.7200, ext 342, m.mcclary@aarome.org
Santa Nastro, Rome Press Officer, Tel: +39 3928928522, s.nastro.ext@aarome.org
Lexi Eberspacher, tel. +39 06 5846470, l.eberspacher@aarome.org, www.aarome.org
The American Academy in Rome, Via Angelo Masina 5, Roma
www.aarome.org



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