Presentato con successo alla Fiera del Libro di Torino il volume di Fabrizio Giusti, edito da Tipheret
Un volume dedicato ai nottivaghi, ai magi, ai posseduti da Dioniso, alle menadi, agli iniziati. Potrebbe bastare questa dedica per comprendere l’amore per la conoscenza e la sapienza che ha portato l’avvocato tarantino Fabrizio Giusti a pubblicare “Il Logos e Pan. Alla ricerca della Ragione prima e ultima”, edito da Tipheret e presentato con successo alla Fiera del Libro di Torino 2011. Il Logos e Pan – che l’autore definisce “un manuale per addetti ai lavori” – affronta, in dodici capitoli, tematiche quali la dualità materiale e la trascendenza spirituale, la metafisica dell’intero, la commistione e l’interdipendenza fra il pensiero e la materia, l’ontologia dell’esistenza, la nascita e lo sviluppo della parola come momento di transizione verso l’aggregazione sociale, la realtà materiale e la referenzialità convenzionale, il potere generativo dell’eros, l’anima, la morte.
La tesi di fondo del lavoro di Fabrizio Giusti è che per comprendere l’essenza degli enti e dei fenomeni bisogna risalire all’origine. All’origine c’è il Logos, la ragione prima e ultima di ciò che è in essere e in divenire. Il testo spazia nella storia dell’umanità soffermandosi sui momenti topici che hanno indirizzato gli orientamenti umani condizionandone le scelte, dall’individuazione della dimensione metafisica e il conseguente superamento della dualità materiale, fino alla individuazione del Logos, inteso come ragione prima, unificante e essenziale.
A chi è destinato “Il Logos e Pan”?
Il libro si rivolge agli amanti di un certo tipo di Conoscenza che è esplicitamente definita “esoterica”, così riabilitando un termine che, nel suo senso etimologico originario, è riferito a un sapere “riservato a pochi”. L’origine del termine “esoterismo” deriva dal verbo greco eisoteo, che significa “far entrare” quindi, in tema di Conoscenza, “penetrare all’interno attraverso l'esteriore” Si può individuare la radice del termine anche nell’aggettivo greco esoterikós che significa “interno, segreto”. Non bisogna, però, pensare che Il Logos e Pan tratti di conoscenze astruse o balzane; in realtà ciò che è “riservato a pochi” attiene ad una particolare sensibilità di chi sa cogliere una diversa chiave di lettura di assunti filosofici e culturali che, in sé considerati, per la maggior parte sono di ampio respiro e alla portata di tutti.
Come si inserisce l’essere umano nella coppia formata da Logos e Pan?
L’uomo ha il potere di agire sulla materia originaria e trasformarla con la sua volontà agente in altra materia, questa volta plasmata del suo pensiero. La materia conserverà comunque la sua anima, l’anima di Pan, e questa vi resterà connaturata fin quando l’uomo sarà in grado di risalire dal prodotto immaginifico della sua mente ai costituenti primi originari. Ma quando l’intervento dell’uomo sulla materia sarà divenuto talmente invasivo da snaturarla, estinguerne l’essenza e privarla della sua anima, allora l’uomo avrà perso sia il Logos che Pan. Questo è quanto sta succedendo dall’avvento del razionalismo e la conseguente parcellizzazione sia della realtà, affinché essa possa essere indagata nei suoi rapporti di causa ed effetto, sia del pensiero, obbligato nei rivoli di infinite referenzialità. L’uomo adesso comprende molti dei meccanismi di causalità efficiente ma ormai gli sfugge completamente la ragione di ciò che fa. L’uomo ha perso il senso dell’intero e nella trappola delle sue specificazioni autoreferenziali, ha perduto anche la sua anima, che per millenni era rimasta ben salda all’anima del mondo, della quale si sentiva parte.
Nel tuo libro si snoda perfettamente questo passaggio storico e teoretico…
Posto l’attuale degrado cognitivo ed esistenziale della specie umana, Il Logos e Pan compie un viaggio antropologico-culturale, molto attento alla scansione temporale degli eventi, che parte dalle origini della specie umana e arriva fino ai giorni nostri. Il viaggio parte dall’animalità inconsapevole dei primi ominidi e il percorso si snoda attraverso la conquista della parola e delle prime consapevolezze esistenziali, la presa d’atto della caducità della vita, l’elaborazione della dimensione trascendente, le prime forme cultuali della Grande Dea legate al femminino, Cibele, Iside, ma anche l’orfismo e il dionisismo, la transizione verso la normatività religiosa patriarcale, l’evoluzione del pantheon ebraico, il mitraismo, l’imporsi del cristianesimo.
Un percorso soltanto religioso?
Parallelamente il viaggio attraversa lo sviluppo nell’utilizzo della parola, caduca nella sua temporalità, sacra nella sua irripetibilità, e la creazione di sistemi di comunicazione spaziali, quali la moneta e, soprattutto, la scrittura, dapprima pittografica, poi ideografica, quindi fonografica, per pervenire poi alla creazione degli alfabeti consonantici e, infine, quello greco vocalico. Dall’oralità primaria organizzata con la ritmica poetica rievocativa iniziano le prime spiegazioni mitiche esistenziali di Omero ed Esiodo, e durante la transizione verso il senso critico favorita dall’affermarsi della scrittura, nascono le successive teorizzazioni filosofiche razionali, dapprima dei presocratici naturalisti, Talete, Anassimandro, Anassimene, Eraclito, Parmenide, Melisso, quindi dei filosofi dell’esistenza umana, Socrate, Protagora, Platone e, sul solco, Plotino, fino ai neoplatonici rinascimentali, Ficino, Cusano, Pico, Telesio, Bruno, Campanella, ma anche Agrippa e Paracelso, con un’indagine ampliata ai temi immaginifici dell’ermetismo, dell’alchimia, della magia.
Nel tuo volume ampio spazio è dedicato alla comunicazione, al significato dell’ermeneutica attraverso l’incontro e lo scontro dei diversi modi di rappresentarsi il mondo. Si deve partire da qui per una nuova intesa tra gli esseri umani?
La problematica semantica offre lo spunto, nel libro, per affrontare l’archetipo del diavolo come divisore e la demonizzazione come meccanismo sociale di proscrizione dell’idea avversata. Il bene e il male nell’immaginario degli uomini vengono indagati attraverso le loro credenze e le costruzioni cognitive, fino ad alcune dimensioni dell’utopia collettiva. A partire dalla prospettiva biologico-innatista della conoscenza linguistica, altrettanto spazio è dedicato allo studio della mente, a partire da uno spaccato della storia della psicologia da Aristotele ai giorni nostri, e delle teorie più rappresentative, con particolare riferimento alla prospettiva costruttivista e alle possibilità di automodificazione delle forme rappresentazionali della mente attraverso tecniche psicologiche mirate.
Domenico Fumarola