lunedì 30 settembre 2019

Anatomia della bellezza


Il progetto
L’arte contemporanea ha davvero preso le distanze dalla bellezza? 
Il progetto espositivo “Anatomia della bellezza” vuole essere l’incontro autentico con la bellezza e le sue molteplicità; l’idea è quella di portare alla luce, scomporre, sezionare (… da qui il titolo) quella forma estetica, aurea, armoniosa, del profondo e di cui si fa portavoce un’opera d’arte. Gli artisti che sono in esposizione in questa mostra, suddivisa in quattro sezioni, pittura, scultura, fotografia, installazione, sono stati invitati ad indagare i contenuti del tema, i pregiudizi che ormai permeano la visione dell’arte ed a porre in essere la loro personale concezione del “bello”. Una rosa di 50 opere selezionate in base ad appartenenza al tema, capacità di utilizzare modalità espressive contemporanee, innovazione e sperimentazione, valore della ricerca artistica, originalità, utilizzo dei linguaggi in modo trasversale.

Sezioni
La mostra prevede l’esposizione di opere di arti visive nelle categorie di: pittura, scultura, fotografia, installazione. 

In esposizione
ABBONDI LUISELLA, ADEMARA - LUSIGNANI G., BANDINI ALESSIO LUCA, BISCEGLIE FABIO A.,BONGIORNI LUCA, BUX COSTANTINA,CAFARELLI GINO, CASO MARIA ROSARIA,CAVALLO MARIA, CICERI ANTONELLA,CIOCIA ALBERTO, COLLEONI ALFREDO,CORTESI RENATO, DAMIANO ALESSANDRA, DI GIROLAMO MAURO, DONATO ROSARIA,EL LOBO LOCO , FRISTACHI ELEONORA M. , FUMAGALLI BARBARA, GALAJIAN SHAKAR, GARRINI IVAN, GIUDICI DIANA, LE DONNE MARCO, LO FARO BARBARA, LUSIGNANI ROSITA, MAGGI GIULIA, MARTELLI DANIELA,MERCANDELLI A. ARIANNA, OAK LUCY, PALLONE AGOSTINA, PASSONI ANNALISA, PEZZI ANDREA, PIZZETTI SILVIA, POLETTI SERENA,PONTOGLIO VALERIA, RICCI PASQUALE,ROSSETTI SIMONETTA, SANDRONI LAURA,SANNA ANTONELLO, SANTAGOSTINO PAOLA, SARTORI SABINA, SAVEGNAGO PAOLO, SCARPONE ROBERTO,SCILLA GALLINA, SERTORELLI DAVIDE,SEVERI MANUEL, TANZI MASSIMO, TARDIVO GINO, TARONI MARINA, TAVASSI SIMONA

Date
L’esposizione avrà luogo a Milano, presso gli spazi espositivi di “Ex Fornace” ed avrà la durata di 1 settimana, nel periodo dal 05 al 12 ottobre 2019, con inaugurazione sabato 5 ottobre ore 18.30

Location
La EX-FORNACE è uno spazio pubblico in carico al Settore Cultura del Comune di Milano, si trova in una posizione centrale all’interno dell’area dei Navigli. Il Municipio 6 ha deciso di utilizzare la struttura per ospitare iniziative culturali di vario genere (presentazioni di libri, piccoli concerti, seminari e incontri pubblici, esposizioni, …). Contemporaneamente è stato aperto un tavolo di lavoro, aperto ai cittadini e alle realtà locali, con l’obiettivo di meglio definire l’utilizzo futuro della struttura che aspira a diventare un nodo di riferimento all’interno del sistema degli spazi culturali della città ed in particolare a rappresentare un nuovo modello di biblioteca per Milano. La ex-fornace si trova in una posizione suggestiva in Alzaia Naviglio Pavese, 16 all’interno dell’isola pedonale. Ha una superficie complessiva di 600 mq. circa organizzati su tre piani il principale dei quali è il piano terreno che, soppalcato, comunica con un giardino direttamente affacciato sul Naviglio Pavese. Lo spazio apre al pubblico nel momento in cui al suo interno vengono organizzate iniziative ed attività.

Patrocini
La rassegna gode del Patrocinio Morale del Comune di Milano

Il testo critico e la presentazione delle opere è curata dal Prof Massimiliano Porro, docente di Storia dell’Arte all’Accademia di belle Arti di Como

Durante l’inaugurazione è prevista una pièce di musica classica a cura di Virginia Genovese e Dmitry Pegassovdal titolo “Amore ed Estro”


Milano, EX-FORNACE
Anatomia della bellezza
mostra d’arte contemporanea
a cura di Gina Affinito
dal 5 al 12 ottobre 2019

Inaugurazione sabato 5 ottobre ore 18.30

La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì ore 9.00/12.30 -13.30/17.00
*domenica ore 10.00/13.00 - 15.00/19.00 - sabato ore 10.00/13.00

INGRESSO LIBERO

Il catalogo della mostra è visionarie al link:
https://www.sfogliami.it/fl/186279/2vgcz789ke7efrmjc9b3pyrzqt1dkp5

Gina Affinito, curatore del progetto
www.ginaaffinito.com- gina.affinito@gmail.com- mob Italia +39.327.3463882


Kaarina Kaikkonen - Solo show

Kaarina Kaikkonen, We Need Each Other, 2017

z2o Sara Zanin Gallery è lieta di presentare la quarta mostra personale in galleria dell'artista finlandese Kaarina Kaikkonen (Iisalmi, 1952). In questa occasione, l'artista presenta al pubblico un ensemble con alcuni dei lavori più rappresentativi della sua pratica artistica insieme ad un corpus di opere inedite, appositamente pensate per la sua personale a Roma. Kaikkonen mette insieme "materiali poveri" con un afflato delicato e lirico, vicino a un approccio specifico che da un punto di vista personale sconfina all'interno di un ambito universale. Con riferimenti che è possibile rintracciare nel Surrealismo e nell'Arte Povera, Kaikkonen elabora un percorso molto intimo che si concentra su temi legati alla dicotomia della vita quotidiana: vita e morte, gioia e dolore sono i simboli ricorrenti nelle sue opere. Queste preoccupazioni archetipiche convergono in oggetti trovati, dando al materiale un'importanza primaria direttamente correlata all'urgenza della narrazione. Questi objects trouvèes hanno storie da raccontare. Kaikkonen trasforma gli oggetti di reimpiego in sculture e installazioni, sia su piccola che su grande scala, capaci di trasmettere storie e significati universali di perdita, amore, speranza e relazioni interpersonali. Il suo alfabeto è composto da frammenti di esistenza, che formano una lingua riconoscibile. Abiti, camicie, giacche da uomo, scarpe scartate portano le tracce visibili delle loro vite precedenti, diventando monumenti di esistenze passate e portatori di valori sociali, etici e politici tradizionali. Apparentemente fragile come un tessuto che fluttua nel vento, il lavoro di Kaarina Kaikkonen è inamidato e irrigidito fino a raggiungere la solidità di un monumento pesante, resistendo nel tempo e nello spazio. Gli abiti sono un film sensibile che separa e, allo stesso tempo, mette in relazione l'essere umano con l'ambiente circostante, propagando l'identità dell'individuo nella società. Questo è il motivo per cui l'estetica e la procedura di Kaarina Kaikkonen sono sempre strettamente legate allo spazio e alla sua capacità di riarticolare, volta dopo volta, significato e forme. C'è un gioco costante tra costruzione e decostruzione attraverso la vivida intenzione di ricordare una storia sensibile e profonda che attraversa le percezioni dei significati individuali e universali.

Kaarina Kaikkonen (Iisalmi, 1952) vive e lavora a Helsinki. 
Tra le recenti personali: Kaarina Kaikkonen, KUNSTEN Museum for Modern Art Aalborg, Danimarca (2018); Kaarina Kaikkonen, Musée des Beaux-Arts de Caen, Francia (2017); Kaarina Kaikkonen, Uppsala Art Museum, Svezia (2017); Kaarina Kaikkonen, Galerie Forsblom, Helsinki, Finlandia (2017); Falling Light, Blooming Spirit, Ateneum Art Museum, Helsinki, Finlandia (2016). Tra le recenti collettive: Blickachsen 12, Frankfurt/Bad Homburg, Germania (2019), Finnish Wave, Busan Art Museum, Busan, Sud Corea (2019); Nordic Views, Galleri Bo Bjerggaard, Copenhagen, Danimarca (2018); ITSENÄISYYS Uppsala Art Museum, Svezia (2017); Donne di colore, Torre dei Lambardi, Magione (PG) (2017); Suloisessa Suomessamme, Iisalmi birch alley, Iisalmi Finlandia (2017); Dreamaholic, Museum for Contemporary Art, Weserburg, Germania (2017); Extension.fi, Victoria Gallery, Samara, Russia (2017); Extension.fi, Triumph gallery, Mosca, Russia (2017). Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private.


Kaarina Kaikkonen
Solo show
Opening giovedì 3 ottobre 2019, ore 18.30 
3 Ottobre > 15 novembre 2019 
z2o Sara Zanin Gallery - Via della Vetrina 21, 00186 Roma T +39 06 70452261
Opening Hours: Mon - Fri 1 - 7 pm (or by appointment) 

mercoledì 25 settembre 2019

Matteo Bultrini | Breathless


Venerdì 27 settembre alle ore 19:00 Spazio NEA inaugura la personale di Matteo Bultrini dal titolo “Breathless”. Realizzate in esclusiva per Spazio NEA, Matteo Bultrini espone una serie di acrilici su tela e mdf, in tecnica mista e combustione, di medio e grande formato. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 30 ottobre 2019. 
Nel proprio lavoro Bultrini si abbandona completamente al colore che utilizza, ne diventa il suo portavoce segreto, il suo alter ego silenzioso. Nelle sue opere c'è un invito alla memoria, alla ricerca nei nostri più intimi percorsi dell'anima, uno sguardo alle nostre debolezze ed emozioni. Il colore, pieno e corposo, è animato da una forza primitiva e arcaica, permea ogni sua opera come segno atemporale del tempo, come energia fissata in maniera indelebile. La manifestazione della pittura dell’artista si esprime con la scelta del colore giusto utilizzato nel momento pittorico appropriato. La narrazione dell’opera è legata allo sforzo di non ammettere immagini, all'assenza di rappresentazioni materiali, al non tangibile, verso l’astratto. Bultrini racconta l’alfabeto del colore con lettere di luce. Un’ode la cui tessitura è costituita da tappe di colore.
Scrive il gallerista Luigi Solito: «Breathless, letteralmente senza respiro, col fiato sospeso, anche ansimante, volendo interpretarne le possibili declinazioni. So bene cosa intendesse Matteo Bultrini quando insieme abbiamo tirato fuori ciò che esprimeva il suo stato d'animo. Sono diverse le ragioni di questa sua apnea. Non ce le svelerà perché non esistono parole per descriverle. Ma questo non interessa allo spettatore: allo spettatore interessa il risultato. Il risultato è una serie di circa 30 nuovi lavori, realizzati tutto d’un fiato. Ciascun’opera è una bolla d’aria emersa, di apparente leggerezza, di colore e di serenità, ma è una serenità silente, profonda, quasi un coma acquatico, un sogno senza fine. Sono un regalo affiorato, una promessa. Matteo con sincerità l’ha espressa e l’ha donata. Avrebbe potuto offrirla ai suoi dei con la preghiera di avere qualcosa in cambio, ma lo slancio ha superato questo intento e solo la vita potrà rispondere. E comunque, ci sarà un senso e di sicuro toglierà il fiato».

Si ringrazia il collezionista Ernesto Esposito per il supporto alla realizzazione della mostra e la vicinanza alla galleria Spazio NEA.

Matteo Bultrini (Roma, 1979) trova elementi di ispirazione nel linguaggio dei suoi lavori dai grandi maestri moderni e contemporanei, Modigliani, Burri, Pollock, Rauschenberg. Il linguaggio scelto per trasferire le prime esperienze giovanili nella pittura è l’informale. La pittura astratta diventa il mezzo per esprimere tutte le sue sensazioni ed emozioni. Grande importanza riveste la scelta dei materiali adottati che segna tutto il suo percorso artistico: l’MDF diventa il supporto base delle sue creazioni acquisendo la consapevolezza che possono essere utilizzati tutti i tipi di materiali, dai riciclati a quelli di scarto. La ricerca sul colore e lo studio di Alberto Burri lo portano a sperimentare l‘uso della combustione delle plastiche. Le combustioni di Bultrini diventano istintive, d’azione, legate ad un linguaggio prettamente informale. Dopo un ripensamento e un cambiamento del suo stile e del suo linguaggio artistico (durante il quale ogni singolo lavoro vuole essere una rappresentazione teatrale della memoria e della mente umana attraverso la scelta dell’uso del nero e delle combustioni astratte), la sua ricerca diventa sempre più introspettiva, mediata dallo studio e dalle letture di Nietzsche, Freud e la psicoanalisi. La sua indagine si sposta verso la parte irrazionale dell’uomo e sul senso dell’esistenza.
Tra le mostre principali: Ragioni Pratiche, Pratola Peligna (2006), Percorsi per i Piéces Noires, Popoli (2008), Dal Futurismo al Contemporaneo, Roma (2009), Matteo Bultrini, Barcellona - Spagna (2010), Orizzonti Dell'arte Contemporanea, Roma (2011), La bellezza della realtà, Castel di Sangro (2011), Lesioni Speculari, Francavilla al Mare (2012), Matteo Bultrini, Roma (2013), Stanze della Memoria, Pescara (2013), Nello specchio del colore, Roma (2015) e Eboli (2016), Memories of Shadows, Bienne - Svizzera (2016).
Matteo Bultrini vive e lavora a L'Aquila.


artista: Matteo Bultrini
titolo: breathless
durata: venerdì 27 settembre - mercoledì 30 ottobre 2019
dove: Spazio NEA, via Costantinopoli 53 / piazza Bellini 59 – Napoli
orario: lunedì - domenica dalle 9.00 alle 2.00 am
ingresso: libero
contatti: 081 45 13 58 | info@spazionea.it

martedì 24 settembre 2019

Regina José Galindo - La Sombra

Regina José Galindo, La Sombra(The Shadow), 2017
Video (color, sound); 8:26 minutes ©Regina José Galindo

Non si può scappare dall’orrore
ci insegue
è la nostra ombra.

(Regina José Galindo)

Si presenta per la prima volta a Palermo La Sombra, videoperformancedi Regina José Galindo commissionata e prodotta nel 2017 da Documenta 14 (Kassel). Ad ospitare l’opera è Spazio Rivoluzione, sede espositiva indipendente fondata e gestita da Adalberto Abbate. L’arte di Regina José Galindo, centrata sulla corporeità, si compone di atti psicomagiciche mettono in scena tragedie condivise, calamità straripanti di orrore il cui peso ricade sul sociale e di cui l’artista si fa carico rielaborandone il fardello emotivo. Una corsa in tondo, disperata, incessante, senza né inizio né fine, ci pone davanti al giogo della sopraffazione e dell’abuso di potere; un’angosciante danza macabra fatta coercizioni, soprusi e violente prevaricazioni, che assume fin da subito un carattere universale. Inseguita da un Leopard, un carroarmato tedesco della Seconda Guerra Mondiale, Regina José Galindo reagisce contro l’ineluttabilità del male, utilizzando gestualità e presenza fisica come simbolo di lotta e resistenza. 


Artista guatemalteca, Regina José Galindo (1974) si serve del corpo e della scrittura poetica per ricodificare drammi collettivi quali la violenza sulle donne, la discriminazione delle minoranze, la negazione dei diritti civili e l’oppressione politica. E' vincitrice nel 2005 del Leone d’Oro alla 51ª Biennale di Venezia, nella categoria “young artist". Ha partecipato inoltre alla 49ª, 53ª e 54ª Biennale di Venezia; a Documenta 14 (Atene e Kassel); alla 9ª Biennale Internazionale di Cuenca (Spagna); alla 29ª Biennale di Arti Grafiche di Lubiana (Slovenia); alle Biennali di Shanghai (2006) e Pontevedra (Spagna, 2010); alla 17ª Biennale di Sydney; alla 2ª Biennale di Mosca; alla prima Triennale di Auckland; alla 1ª Biennale d’arte e architettura delle Isole Canarie; alla 4ª Biennale di Valencia (Spagna); alla 3ª Biennale d’Albania; alla 2ª Biennale di Praga (Repubblica Ceca) e alla 3ª Biennale di Lima (Perù). Sue opere sono presenti nelle collezioni del MoMa di NY; della TATE Gallery di Londra; della Fondazione Pompidou di Parigi; del Guggenheim di NY; del Castello di Rivoli di Torino; della Fondazione Daros (Svizzera); del Meiac (Spagna); del Miami Art Museum (USA); dell’USB (Svizzera); del Cisneros Fountanal di Miami; della Fondazione Teseco di Pisa; della Fondazione Galleria Civica di Trento; dell’MMKA di Budapest; del Ministero Regionale di Murcia (Spagna) e dell’Art Foundation di Mallorca (Spagna).


Regina José Galindo
La Sombra

a cura di Adalberto Abbate
testi di Luisa Montaperto
grafica di Patrizia Filizzola
supporto tecnico Amici Dei Musei Siciliani
aperto il 4, 5, 6, 11, 12, 13, 18, 19, 20 Ottobre 2019
dalle ore 18 alle 22 in occasione della manifestazione LE VIE DEI TESORI 2019




Itinerario Contemporaeo a cura di Paola Nicita.
ticket: 1,50 euro per "Le vie dei tesori"

SPAZIO RIVOLUZIONE
Piazza della Rivoluzione, 9, 90133, Palermo
spaziorivoluzionepalermo@gmail.com

pubblica:
amalia di Lanno
www.amaliadilanno.com  

lunedì 23 settembre 2019

A Roma BACON, FREUD, LA SCUOLA DI LONDRA


Due giganti della pittura, Francis Bacon e Lucian Freud per la prima volta insieme in una mostra in Italia. Uno dei più affascinanti, ampi e significativi capitoli dell’arte contemporanea mondiale con la Scuola di Londra. Una città straordinaria in un periodo rivoluzionario.

Bacon, Freud, l’arte britannica in oltre sette decenni, lo spirito di una città in mostra al Chiostro del Bramante di Roma dall’autunno 2019 fino a febbraio 2020, a cura di Elena Crippa, Curator of Modern and Contemporary British Art, Tate e organizzata in collaborazione con Tate, Londra.

Insieme a Francis Bacon e Lucian Freud, Michael Andrews, Frank Auerbach, Leon Kossoff e Paula Rego, artisti che hanno segnato un’epoca, ispirato generazioni, utilizzato la pittura per raccontare la vita.

Grazie a uno straordinario prestito di Tate, la pittura di sei artisti con opere dal 1945 al 2004 rivela, in maniera diretta e sconvolgente, la natura umana fatta di fragilità, energia, opposti, eccessi, evasioni, nessun filtro, verità.

Tanti i temi affrontati: gli anni della guerra e del dopoguerra, storie di immigrazione, tensioni, miserie e insieme, desiderio di cambiamento, ricerca e introspezione, ruolo della donna, dibattito culturale e riscatto sociale. Al centro di tutto questo la realtà: ispirazione, soggetto, strumento, fino a essere ossessione.

Un tema più che mai attuale, in un’epoca, la nostra, di filtri e #nofilter.
La scuola di Londra

In mostra oltre quarantacinque dipinti, disegni e incisioni di artisti raggruppati nella “School of London”. Artisti eterogenei, nati tra l’inizio del Novecento e gli anni Trenta, immigrati in Inghilterra per motivi differenti che hanno trovato in Londra la loro città, il luogo dove studiare, lavorare, vivere.

Francis Bacon (1909-1992) nasce e cresce in Irlanda e arriva in Inghilterra quindicenne, Lucian Freud (1922-2011) scappa dalla Germania per sfuggire il nazismo, lo stesso succede, pochi anni dopo a Frank Auerbach; Michael Andrews è norvegese e incontra Freud suo professore alla scuola d’arte; Leon Kossoff è nato a Londra da genitori ebrei russi; Paula Rego lascia il Portogallo per studiare pittura nelle scuole inglesi.

Nell’architettura cinquecentesca progettata da Donato Bramante trovano spazio, con un approccio cronologico e tematico, opere che raccontano individui, luoghi, vita vissuta, per mostrare la totalità dell’esperienza di essere umano. Opere in cui la fragilità e la vitalità della condizione umana viene presentata tramite lo sguardo dell’artista: disegni e dipinti che ritraggono esistenze e luoghi scandagliati nella sua crudezza senza filtri.



I progetti speciali
Due progetti speciali di DART Chiostro del Bramante ne ribadiscono la vocazione sperimentale fatta di contaminazioni tra linguaggi, trasversalità e coinvolgimento del pubblico.

Per “BACON, FREUD, LA SCUOLA DI LONDRA” il racconto di mostra è affidato alla voce narrante di Costantino D’Orazio, storico dell’arte e saggista. La speciale audioguida accompagnerà i visitatori in un percorso di approfondimento e in un viaggio nella Londra dell’epoca, raccontando non solo gli artisti e le opere, ma i retroscena di un periodo tanto affascinante.

Chiostro del Bramante, inoltre, ha commissionato a Enrico Maria Artale, uno dei più promettenti giovani registi italiani già riconosciuto in ambito internazionale, un’opera filmica per raccontare l’esposizione.

Per la prima volta in Italia la narrazione di una mostra è affidata a un autore cinematografico con un progetto audio visivo inedito, dal titolo “The Naked Truth”, interpretato da Stefano Cassetti, Adamo Dionisi, Lucrezia Guidone e Sarah Sammartino, dove la pittura viene evocata attraverso la messa in scena di un istante immaginario che precede l’atto del dipingere.

La colonna sonora è realizzata appositamente dai Mokadelic.

Con questa grande mostra il Chiostro del Bramante conferma la propria vocazione internazionale, collaborando, per la seconda volta, con uno dei più prestigiosi Musei del mondo. Un’apertura internazionale che spinge il Chiostro a esplorare sempre nuovi ambiti di ricerca col desiderio di offrire al suo pubblico le ultime novità artistiche al pari dei grandi musei stranieri.

MOSTRA PRODOTTA E ORGANIZZATA DA DART Chiostro del Bramante
ORGANIZZATA IN COLLABORAZIONE CON Tate, Londra
MOSTRA A CURA DI Elena Crippa

Catalogo Skira

Roma, Chiostro del Bramante
BACON, FREUD, LA SCUOLA DI LONDRA
26 settembre 2019 / 23 febbraio 2020

Ufficio stampa
adicorbetta
info@adicorbetta.org | t. 02 89053149
Chiostro del Bramante
Raffaele Brancato e Annalisa Esposito

pubblica:
amalia di Lanno
www.amaliadilanno.com  

ArtVerona 2019


ArtVerona, dall’11 al 13 ottobre 2019, festeggia 15 anni di un percorso di crescita continua che ha portato all’acquisizione di un ruolo autorevole nel mondo del contemporaneo e nel sistema fieristico europeo. La formula ArtVerona è quella di una manifestazione raccolta e curata, che fonda la sua attrattività nella qualità della proposta, nella vocazione relazionale e nel contesto territoriale e costruisce il suo futuro grazie alla costante attenzione e inclusione delle realtà più emergenti, quale base per la sua crescita. Sotto la guida di Adriana Polveroni, alla direzione artistica per il terzo anno, ArtVerona consolida il suo posizionamento nel segno della continuità e dell’innovazione.

150 sono le gallerie selezionate, per definire sempre meglio la specificità dei due padiglioni: l’uno con una netta propensione verso il contesto degli artisti storicizzati del dopoguerra, l’altro indirizzato agli artisti contemporanei delle ultime generazioni.

Due sono le aree principali: la Main Section, che ospita i Maestri, gli artisti mid career e alcune giovani proposte, in un dialogo continuo tra moderno e contemporaneo. E l’Area Ricerca e Sperimentazione, una grande sezione di ricerca che comprende: la Raw Zone, 8 spazi per solo show di giovani artisti emergenti; Scouting, 16 spazi di ricerca dedicati a proposte progettuali più strutturate con max 3 artisti, Grand Tour, 6 spazi per gallerie straniere con sede in Italia o che propongono artisti italiani o gallerie italiane con sede all’estero; Focus on, collettiva di giovani gallerie provenienti dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia, e infine, i10 – Spazi Indipendenti, format dedicato a 14 spazi no profit.

Si rinnova l’ampio programma di acquisizioni, concorsi e riconoscimenti, volti sostenere i diversi attori del network. Tra i punti di forza c’è Level 0, occasione di messa in relazione dell’artista e della galleria che lo rappresenta con un museo italiano, con un impegno sempre maggiore per la valorizzazione e visibilità dell’artista selezionato.

Per gratificare un sempre più ampio numero di collezionisti (oltre 500 quelli che hanno goduto di ospitalità nel 2018), ArtVerona si impegna a costruire un VIP Programme ancora più attrattivo, promuovendo eventi e occasioni per vivere e scoprire la bellezza di Verona, con un grande appuntamento che celebra i 15 anni della fiera.

maggiori info: ArtVerona 2019

Veronafiere S.p.A.
Viale del Lavoro 8
37135 Verona
Tel. +39 045 8298111

venerdì 20 settembre 2019

Paris Photo 2019

© Zanele Muholi. Courtesy of the artist, Yancey Richardson, and Stevenson Cape Town/Johannesburg

November 7 through 10, Paris Photo, the international art fair for photography, will reunite 180 galleries and 33 art book dealers across 5 sectors: Main Gallery and Book Sectors, PRISMES, Curiosa, and Film. Discover the most important selection of exceptional photographic art and published works from 31 countries worldwide. 30 Solo shows delve deeper into the work of one artist.

The Curiosa sector, this year presents a focus on emerging art and is curated by Osei Bonsu (Curator, International Art) featuring works by Olivia Mihălţianu, Marie Clerel, Leandro Feal, Roman Moriceau, Alfredo Rodriguez, Morvarid K, Nate Lewis, Elsa Leydier, David Meskhi, Elsa & Johanna, Marguerite Bornhauser, Nydia Blas, Andrès Denegri and Thomas Hauser. PRISMES, dedicated to large formats, series and installations highlights 14 projects exhibiting major works and unveiling specially commissioned projects by Marie Cloquet, Igor Eŝkinja, Stéphane Lavoué, Jérémie Lenoir, Inez & Vinoodh, Marianne Csáky, SubREAL Group, Zohra Opoku, Olaf Breuning, Susan Derges, Marco Maria Zanin, Yannig Hedel, Yhonnie Scarce and Joel Sternfeld.

Paris Photo is a key event for collectors, art world professionals and those passionate about art and photography. Public programming is an essential component of the fair and includes curated exhibitions, talks, awards, book signing sessions, and off-site exhibitions.


Film Sector—mk2 Grand Palais 
Paris Photo’s Film sector, presented in partnership with mk2 (Grand Palais) highlights the relationship between still and moving images in artistic creation. Curated this year by Matthieu Orléan (artistic advisor, la Cinémathèque française) and Pascale Cassagnau (head of audiovisual collections and new media, Centre national des arts plastiques - Cnap), programming includes film projects proposed by 2019 exhibitors and selections from the Cnap collection.


Fondation A Stichting, Brussels Fragments–Private Collection exhibition 
Paris Photo is proud to present Fragments, a selection of works from the collection Fondation A Stichting, Brussels, founded upon the initiative of Astrid Ullens de Schooten, featuring works by Robert Adams, Lewis Baltz, Harry Callahan, Mitch Epstein, Facundo de Zuviria, Paolo Gasparini, Nicholas Nixon, Martha Rosler, Judith Joy Ross, Larry Sultan, Jaime Villaseca, among others. The exhibition focuses upon the superabundance of images today, exploring our capacity to see and question the world in which we live.


The Platform Conversations 
Experimental forum, the platform proposes cycle of conversations with leading figures in the field with series led by David Campany, Hans-Ulrich Obrist, Osei Bonsu, Emanuele Quinz and Samuel Bianchini, and round-table discussions and presentations by Fannie Escoulen, Michel Poivert, Françoise Paviot. See the detailed program and the complete list of participants on-line. 


Paris Photo-Aperture Foundation PhotoBook Awards 
The PhotoBook Awards celebrate the book’s contribution to the evolving narrative of photography. The winners for categories: 1st PhotoBook (10,000 dollar prize), PhotoBook of the year, Photography Catalogue of the Year, will be announced at Paris Photo Friday, November 8, at 1pm. The shortlisted titles will be presented in the 8th edition of The Photobook Review and exhibited at the fair. See the shortlist announcement online at: www.aperture.org and www.parisphoto.com.


Carte Blanche—Students at the Gare du Nord 
This October, 4 students selected from over 50 European Art schools are given carte blanche at the Paris Gare du Nord train station. Congratulations to Samuel Fordham (UWE Bristol, UK), Chris Hoare (UWE Bristol, UK), Fernando Marante (Ar.Co - Centro de Arte e Comunicação Visual, Portugal), Giulia Parlato: Royal College of Art, UK).The students will present their portfolios at the fair and take part in The Artist Talks. The Carte Blanche 2019 is co-organised by Paris Photo, SNCF Gares & Connexions and Picto Foundation. 


The Artists talks by The Eyes 
The Eyes Magazine presents a program of 33 intimate 15-minute talks in three 45-minute daily sessions dedicated to the photographic object and its author with renowned and emerging photographers including Martin Parr, Valerie Belin, Tom Wood (a French premiere), Joel Meyerowitz, Roger Ballen, Carolle Benitah, Katrien De Blauwer, Thibault Brunet, Alice Quaresma among others. Complete program available October 1st.



Paris Photo 2019
Paris Photo, Paris / France
November 7–10, 2019


Private opening: November 6, 2019, by invitation only

Paris Photo
3 Avenue du Général Eisenhower
Reed Expositions France
75008 Paris
France

T +33 1 47 56 64 46
info@parisphoto.com
www.parisphoto.com

giovedì 19 settembre 2019

F-ALL: yes I am falling, la performance di Giulia Mattera

Image from the Emotional Labour di Giulia Mattera, Chicago, 2019

In occasione dell’equinozio di autunno, Giulia Mattera propone la performance F-ALL: yes, I am falling, terza di una serie di azioni realizzate dall’artista durante i cambi di stagione. In questo caso il titolo, evocativo del ciclo autunnale in arrivo, preannuncia senza rivelare ciò che avrà luogo durante la serata-evento del 21 settembre nello spazio di Label201 a Roma, il cui contenuto viene tenuto intenzionalmente riservato sino al momento dell’inaugurazione. Una parola chiave scelta con cura – cadere – che intimorisce e attira allo stesso tempo il pubblico contemporaneo, poiché sinonimo di un concetto di fallimento inaccettabile nella società in cui viviamo, eppure quasi fisiologico come il processo di spoliazione degli alberi in autunno, a cui né l’uomo né la natura stessa possono sottrarsi. E dunque, perché non provare ad accettare un limite universale come un dato di fatto, sospendendo per una volta il giudizio binario di positivo/negativo e ponendoci solo come osservatori di quello che succede? Perché non pensare e sentire la possibilità di cadere come un lasciarsi andare catartico, accettando la non-linearità delle nostre vite e, forse, trovando anche la fiducia che non lo faremo da soli, ma che potrebbe esserci qualcuno a sorreggerci? L’azione dell’artista introduce questi concetti ponendo il pubblico in una condizione di dovercisi confrontare e invitandolo, insieme a lei, ad addentrarvisi, sino ad interiorizzarlo e a partecipare ad un’azione di gruppo. Il percorso di consapevolezza attivato dalla performance viene favorito da cinque elementi semplici ma allestiti con attenzione, come quinto è Vishuddha – il chackra della gola – rappresentato dal colore blu diffuso nella sala. Corpo, spazio, luce, un oggetto-simbolo evocativo e, appunto, la voce dell’artista stessa, che in questo caso è la guida che ci aiuta a prender parte a quello che avviene, introducendoci in uno stato quasi meditativo. F-ALL: yes, I am falling parla di accoglienza: quella della Mattera nei confronti del suo pubblico, nel tentativo di accorciare la distanza artista-fruitore attraverso l’atto performativo. Quella rituale per l’arrivo della nuova stagione, omaggio a un’ormai remota connessione umana con la natura, tematica da sempre cara alla sua ricerca. È infine accoglienza privata di ciascuno di noi verso i nostri limiti personali e accoglienza collettiva verso il nostro prossimo, che possiamo riscoprire attraverso il contatto, come strumento primario di riconnessione e accettazione di noi stessi.

Giulia Mattera (Roma, 1991) crea performance investigando questioni ambientali, di genere, il quotidiano ed i comportamenti ritualizzati delle strutture sociali. La sua pratica artistica, caratterizzata da una forte connotazione visiva, esplora elementi naturali mediante il corpo, attraverso azioni che si confrontano con il fallimento e sfidano i preconcetti delle limitazioni psicofisiche. Giulia Mattera ha ottenuto un Master in Performance Making dal rinomato Goldsmiths College di Londra, avendo in precedenza conseguito la laurea in Arte e Comunicazione presso l’Università di Pisa ed in Theatre, Performance and Social Studies presso l’università inglese di Warwick. Il suo lavoro è stato presentato su scala internazionale, in Europa, Stati Uniti e Sud America: DfbrL8r (Chicago), Grace Exhibition Space (NYC), VENICE INTERNATIONAL PERFORMANCE ART WEEK, Warsaw International Performance Art Weekend (Polonia) e nel Regno Unito.

F-ALL: yes I am falling.
Giulia Mattera
A cura di Alice Bortolazzo

Label201 a Roma
Sabato 21 Settembre 2019
Performance ore 19 – durata 1 h

Western Promises, la mostra di Perino e Vele a Tirana


Si inaugura giovedì 19 settembre 2019, alle ore 19, presso il COD – Center for Openness and Dialogue di Tirana Western Promises, la mostra di Perino e Vele a cura di Gaetano Centrone e Genti Gjikola. 

Dopo la partecipazione al XXIII Premio Onufri al giro di boa tra 2017 e 2018, Perino & Vele fanno ritorno in Albania con Western promises. La prima personale nel Paese delle Aquile degli scultori italiani Emiliano Perino (New York, 1973) e Luca Vele (Rotondi, 1975) sarà inaugurata giovedì 19 settembre, alle ore 19, nelle sale del COD – Center for Openness and Dialogue di Tirana, al pian terreno del Palazzo del Primo Ministro albanese. La mostra, che include una selezione di alcune tra le più significative opere del duo – sculture, disegni e il documentario Video su carta (2011) del regista Antonello Matarazzo – è curata da Gaetano Centrone e da Genti Gjikola, quest'ultimo curatore interno del Centro.

Artisti tra i più originali interpreti della contemporaneità, Perino & Vele si sono imposti sin dagli esordi, verso la fine degli anni Novanta, per lo stile unico e definito, e per il linguaggio che attinge a piene mani tanto dallo scenario urbano della nostra epoca quanto dalla grande tradizione culturale italiana e mediterranea. Uno dei tratti più caratteristici del loro lavoro nasce dalla ricerca dell’antica tecnica della cartapesta, un materiale in sé povero, recuperato nell'ambito dell’artigianato, e rivisitato dal duo artistico attraverso la realizzazione di opere di interesse non solo formale, ma testimonianza simbolica di fragilità umane e debolezze sociali.

Sarà presente in mostra anche Pelle d'elefante (1998), che Harald Szeemann volle alla XLVIII Biennale di Venezia del 1999: la scultura abitabile è formata da una pelle d'elefante in cartapesta sistemata a mo' di tappeto, mentre sopra vi sono disposte due poltrone in ferro tutt'altro che comode. I grandi sogni di opulenza e benessere del mondo occidentale si rivelano per quel che sono: delle false e scomode promesse basate su sopraffazione e crudeltà.

Uno tra i loro più famosi cicli è dedicato a Elpìs, la Speranza della mitologia greca, presentato in questa mostra con diverse anfore ricoperte di strati di cartapesta: reperti archeologici di uso quotidiano, rivestiti da interpretazioni contemporanee e costituiti da bitume organico, a mescolare periodi, simboli, identità, appartenenza. Il tutto con sanguinosa destrezza.

La mostra sarà aperta dal 19 settembre al 31 ottobre 2019, presso il COD di Tirana, con gli orari di apertura ufficiali del Centro (ingresso libero).

mercoledì 18 settembre 2019

Arte e regimi 1960-1990


La Galleria Mascherino è lieta di annunciare l’inaugurazione, giovedì 19 settembre alle ore 18.30, della mostra Arte e regimi 1960-1990, dedicata ai rapporti tra le neoavanguardie artistiche europee e i regimi totalitari del XX secolo.

In continuità con la precedente esposizione, Combat Art: Roma 1968-1978, la mostra propone una ricognizione sui legami tra arti visive e politica, attraverso il lavoro di Franco Angeli, Tomaso Binga (Bianca Pucciarelli), Pablo Echaurren, Equipo Realidad, Renato Mambor, Fabio Mauri, Mario Schifano, Joe Tilson e Giuseppe Tubi, artisti che hanno riletto a caldo o a distanza di alcuni decenni le realtà delle dittature novecentesche. Benché siano molteplici le pratiche e i linguaggi adottati da questi autori nell’entrare in relazione con le esperienze dei totalitarismi, la mostra mira a fare emergere alcuni fili comuni. Molti di questi artisti si servono infatti nella loro pittura della mediazione fotografica, che diviene lo strumento elettivo per affrontare temi legati alla memoria personale e collettiva. Immagini fotografiche prelevate da quotidiani e rotocalchi e rielaborate pittoricamente sono alla base di molte delle opere in mostra: dal ritratto fotografico di Lenin realizzato alla fine degli anni Sessanta da Mario Schifano, ai montaggi fotografici della storica immagine di Che Guevara assassinato eseguiti nel 1969 da Joe Tilson. Uno scatto fotografico è all’origine anche del grande quadro, esposto in Italia e vincitore del Premio Michetti, dipinto nel 1974 da Equipo Realidad, gruppo spagnolo fondato da Joan Cardells e Jorge Ballester a Valencia nel 1966. L'opera ritrae un gruppo di legionari franchisti appena scesi da uno Junker 52 di ritorno da un viaggio dall’Africa a Siviglia, nel luglio del 1932. Il volto di uno dei soldati è coperto da un rettangolo di pittura nera, in riferimento alla censura operata sui ritratti dei personaggi divenuti invisi al regime di Franco.

La decostruzione delle tecniche di propaganda usate dai totalitarismi è alla base delle quindici tavole stampate in offset e serigrafia appartenenti al progetto Manipolazione di cultura (1971-1976) di Fabio Mauri, artista che più di tutti in Italia ha indagato i nessi tra arte e ideologia. Il lavoro è incentrato sull’appropriazione di foto tratte dal repertorio iconografico del nazismo e del fascismo, decontestualizzate e rielaborate graficamente attraverso la giustapposizione di simbolici monocromi neri e di didascalie in italiano e in tedesco che, nel rapporto con l’immagine, si caricano di significati sinistri, riportando l’attenzione sulle capacità dei regimi di servirsi delle nuove tecnologie e dei mass-media per addomesticare le coscienze critiche.

Memoria personale e memoria storica si fondono nel lavoro, anch’esso basato su immagini fotografiche poi elaborate pittoricamente, di un altro protagonista della scena romana degli anni Sessanta, Renato Mambor. Nell’opera 1945 La fontana di via Barletta, esposta nel 1969 alla galleria La Bertesca di Genova, Mambor si ritrae nell’atto di compiere piccoli gesti come riempire un fiasco d’acqua o tracciare con il gesso delle linee sul pavimento. Queste azioni quotidiane fanno parte del bagaglio di ricordi infantili dell’artista; risalgono al periodo della guerra, quando ancora bambino andava a raccogliere l’acqua alla fontanella pubblica tra i soldati nazisti e per esorcizzare la paura inventava storie fantastiche. Le linee tratteggiate col gesso rappresentano la caratteristica forma quadrangolare dei sampietrini della pavimentazione originale, prima che fosse ricoperta dall’asfalto.

Sulla simbologia del potere si incentra tutto il lavoro di Franco Angeli, presente in mostra con un "Cimitero nazista" del 1962, dove decine di svastiche riempiono per intero la superficie dell’opera. Angeli - il peintre moraliste, secondo la bella espressione di Maurizio Fagiolo dell’Arco - si fa interprete dei traumi della guerra: «Senza tante metafore», scrive l’artista, «io ho visto veramente le fosse Ardeatine, ho visto l’orrore, la gente buttata sui camion... La materia per me è un frammento di questa enorme lacerazione che ha travolto l’Europa». Sull'ideologia dei totalitarismi e sulle sue ripercussioni torna a riflettere Giuseppe Tubi negli anni Novanta, attraverso la rielaborazione digitale di un'immagine di Ezra Pound, ritratto mentre alza il braccio nel saluto fascista al rientro in Italia dopo la prigionia. All’immagine di Pound, Tubi associa la definizione del futurismo tratta da un celebre testo scolastico pubblicato negli anni Settanta, in cui il movimento d’avanguardia viene letto negativamente per i suoi legami con il fascismo. In questo lavoro, l’artista intende riportare l’attenzione sulla relazione ambigua tra biografia e opera, sui confini tra etica ed estetica, e sulla natura contingente e mutevole della fortuna critica di un’opera o di una corrente artistica. Pablo Echaurren invece si confronta in un'ottica concettuale, non priva di accenti ironici, con il culto maoista e la sua rilettura nella scena politica e artistica italiana dell'inizio degli anni Settanta. Durante il decennio Echaurren, ancora ventenne ma con alle spalle importanti mostre in spazi pubblici e privati, prenderà parte all'esperienza degli indiani metropolitani, vivendo dall'interno la stagione politica e culturale del '77.

All'ideologia maoista sono dedicate anche le opere di Tomaso Binga, appartenenti alle serie Saper leggere (1978) e Donne e soldati (1981), nelle quali immagini legate all'iconografia maoista, in particolare al ruolo della donna nella società cinese dell'epoca, sono giustapposte agli elementi grafici del suo Dattilocodice, derivati da una sovrapposizione di battute dei segni della macchina da scrivere, con il fine di trasformare il linguaggio canonico, declinato al maschile e percepito dall'artista come inautentico, attraverso la ricomposizione di un alfabeto che mira in una prospettiva di genere a "una nuova definizione ideografica del segno".

In linea con gli obiettivi della galleria di presentare insieme ai dipinti anche documenti, opere grafiche e materiali della cultura visiva del XX secolo, accanto al lavoro di Mauri, sono esposti il manifesto cinematografico di Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), ultimo film scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini, insieme al dipinto originale censurato da cui fu tratta l’affiche, e al bozzetto eseguito dal cartellonista Angelo Cesselon per la locandina italiana del film di Pasolini Porcile (1969). Entrambi i dipinti vengono esposti qui per la prima volta.

Opere in mostra di Franco Angeli, Tomaso Binga, Pablo Echaurren, Equipo Realidad, Renato Mambor, Fabio Mauri, Mario Schifano, Joe Tilson e Giuseppe Tubi. 

Inaugurazione 19 settembre ore 18.30 
Apertura della mostra fino al 9 novembre 2019

Galleria Mascherino
Via del Mascherino 24
00193 Roma
Tel: 3382699414

CASTELNUOVO FOTOGRAFIA - Festival internazionale di fotografia e arte contemporanea

Franco Cenci, un giorno verrà


CASTELNUOVO FOTOGRAFIA
DAL 28 SETTEMBRE AL 6 OTTOBRE 2019
settima edizione del festival internazionale di fotografia e arte contemporanea


Diciotto le mostre che andranno a illustrare il tema di questa edizione, risultato di una nuova riflessione sul tema del paesaggio:

PAESAGGI IN MOVIMENTO | spostamenti | distanze | alterazioni
MOVING LANDSCAPES | displacements| distances| alterations

Un flusso inarrestabile di miliardi di esseri viventi attraversa la sfera terrestre misurandone il paesaggio. Piante e pesci, balene e farfalle, esseri umani e uccelli di ogni tipo si spostano, viaggiando da soli o in gruppo nell'aria, nell'acqua, sulla terra, lungo percorsi insidiosi, per cercare le condizioni stabili alla vita, per le mutate condizioni ambientali, o alla ricerca di nuovi luoghi dove sognare di ricostruire la propria idea di felicità.

Nell’ultimo weekend di settembre, sabato 28 e domenica 29, due giorni di inaugurazione animeranno il castello e il borgo medievale di Castelnuovo di Porto tra mostre, dibattiti, workshop, letture portfolio, talk, presentazioni, proiezioni e installazioni.

La manifestazione è realizzata dal Comunedi Castelnuovo di Portoe curata dall'associazione culturale DIECIQUINDICI con la direzione artistica di Elisabetta Portoghese e il comitato scientifico composto da Michela Becchis, storica dell’arte e curatrice, Manuela De Leonardis, storica dell’arte, giornalista e curatrice, Simona Filippini, fotografa, curatrice e docente di fotografia.

Il festival, gode del patrocinio dell’ Università CÁ FOSCARI di Venezia, dell’ Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma, dell’ IILA - Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana, dell’Istituto Polacco di Roma e dell’ Ente Regionale Parco di Veio. 

La manifestazione è realizzata con il sostegno della Regione Lazioe del Comune di Castelnuovo di Porto. Per il secondo anno consecutivo, LEICA, marchio storico e di prestigio, leader mondiale nella produzione di fotocamere e ottiche professionali, è partner della manifestazione grazie al supporto di Leica Store Roma. Nella splendida cornice del Parco di Veio e nel paesaggio dell’Etruria meridionale, a due passi da Roma, Claudia Ioan e Massimiliano Tuveri, entrambi fotografi Certified by Leica, accompagneranno i partecipanti durante le passeggiate fotografiche. Occasione in cui sarà possibile approfondire la tecnica del linguaggio fotografico e provare sul campo le fotocamere LEICA.

Il festival si muove da sempre per confronto reciproco tra le arti, oltrepassandone i confini, attraversandone i confini indefiniti, facendoli diventare vie di incontro e di scambio.

Le sale del Castello Colonna si aprono anche quest’anno all’esperienza artistica come motivo di rigenerazione sociale, culturale ed estetica. Le opere esposte, i dibattiti, i laboratori di inclusione sociale, i seminari gratuiti e le letture portfolio vogliono stimolare il dibattito sulla fotografia contemporanea e nello stesso tempo, favorire il dialogo tra le diverse comunità che interagiscono e si spostano nel paesaggio contemporaneo. 

L'edizione 2019 si avvale della collaborazione di numerose gallerie di arte contemporanea e, come tradizione ormai da molti anni, di istituti di cultura stranieri.

Le mostre 
Molti di ANTONIO BIASIUCCI
Il lavoro del fotografo campano sarà ospitato nelle sale della cinquecentesca Rocca Colonna e nella giornata inaugurale, sabato 28 settembre, sarà possibile incontrare l’artista che presenterà nel pomeriggio il libro “Molti” per i tipi della casa editrice Il filo di Partenope con l’editore Alberto D’Angelo e la giornalista Manuela De Leonardis.

El Paraíso: entrada provisoria di PAOLA AGOSTI
La mostra El paraíso: entrada provisoria a Castelnuovo Fotografia festeggia i cinquant’anni anni di carriera di Paola Agosti insieme alla mostra intitolata Cronache e leggende, che inaugurerà a Roma presso s.t. foto libreria galleria.”Queste fotografie, dunque, altro non sono che il resoconto di un mio personale viaggio sentimentale alla scoperta di fisionomie, atteggiamenti, profili per noi così familiari da rendere i protagonisti di queste immagini nostri fratelli e farci ricordare, oggi più che mai, che anche noi siamo stati migranti.” 

UN GIORNO VERRÀ, installazione di FRANCO CENCI
Una serie di piccoli ritratti di corpi “volatili”, un trompe l’oeil di una panca in una sala d’attesa, un albero di ricordi, un ripiano con disegni e cartoline di viaggi..

MR BAWA, I PRESUME di GIOVANNA SILVA 
Castelnuovo Fotografia presenta la mostra Mr Bawa, I Presume dell’architetto e fotografa Giovanna Silva. Il titolo della mostra trae ispirazione dal dialogo interiore che avviene ogni volta che l’autrice si trova di fronte ad uno degli edifici di Geoffrey Manning Bawa, uno degli architetti asiatici più importanti della sua generazione

“POVERI PER FORZA ”di MARIO BOCCIA, a cura di Michela Becchis
“Il futuro dell’Africa è nero” recitava uno slogan di AMREF da cui uno dei miei viaggi ha preso le mosse. Uno slogan che poteva essere l’affermazione di una nuova, orgogliosa “negritudine” o piuttosto la constatazione amara di ciò che è.

LITORALIS di LUCA BARGELLI, a cura di Silvana Bonfili 
in questo viaggio tutto italiano, lungo la costa laziale, tra Roma, Fiumicino, Cerveteri, inevitabilmente il percorso diventa ricognizione consapevole di un territorio, riflessione su identità e integrità dei luoghi ripresi.

IL TEMPO DELLA NOSTALGIA : omaggio ad Andrej Tarkovskij 
di RICCARDO ZIPOLI a cura di Manuela De Leonardis con il patrocinio dell’Università Cà Foscari.
Luoghi e tempi della memoria sono il fil rouge della mostra Riccardo Zipoli. Il tempo della nostalgia: omaggio ad Andrej Tarkovskij che il fotografo dedica al grande cineasta russo il quale affronta, nei suoi film, il tema delle radici e dei legami con la terra e con la famiglia.

BORDERLAND di AGNESE SBAFFI, premio CDPZINE 2018.
La frontiera tra l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda è lunga 499 km, attraversa migliaia di campi, strade e sentieri, fiumi, laghi e un centro abitato. Da circa venti anni, dalla firma del trattato di pace del Good Friday Agreement (1998), il confine è diventato invisibile.

K-fragment di TOMMASO MUZZIa cura di Michela Becchis
I Truku sono una popolazione aborigena di Taiwan che, negli anni 30 del Novecento, dalle alture dell’attuale Parco Nazionale Taroko furono interamente deportati dal governo coloniale giapponese lungo la costa orientale, i villaggi distrutti, il mantenimento della loro cultura impedito. K-fragment racconta a partire da quel preciso segmento di tempo in cui i Giapponesi hanno incontrato i Truku ed hanno iniziato la loro deportazione e la loro distruzione culturale.

I Dabbawala di Mumbai
di CHRIS WARDE JONES
Da oltre 120 anni esiste in India un servizio di consegna di “pacchi pranzo” (tiffin boxes). A Mumbai questo servizio è particolarmente richiesto e ogni giorno vengono consegnati 200.000 pasti caldi da oltre 5.000 dabbawala (portatori di pacchi). Il sistema nasce negli ultimi anni dell’800 per via del sempre più elevato numero di uomini che si trasferivano da casa per lavorare in ufficio.

Io sto bene, tanti saluti e baci di DANIELA ARDIRI a cura di Alessandra Mauro, Premio Marco Bastianelli 2019 per il miglior libro fotografico autoprodotto in Italia.
Se la fotografia è la traccia, la memoria di un ricordo – in grado cioè, di far affiorare alla mente un fatto, un evento, un volto e confermarci che, inequivocabilmente, quel fatto è accaduto, quell’evento ha avuto luogo, quel volto era lì – cosa è allora la traccia, la memoria di una fotografia? Cantiere navale | Documenti di perditadiMichał Szlaga 
Con il patrocinio dell’Istituto Polacco di Roma e Galleria Interzone e Istituto Adam Mickiewicz.
Le fotografie raccolte in Cantiere navale, documentano una perdita dolorosa, e sono il tentativo di preservare l’immagine del cantiere navale, cantiere costruito nel diciannovesimo secolo, un luogo che non rappresenta solo uno tra i lasciti industriali più impressionanti d'Europa, ma è anche la memoria collettiva di un importante sito industriale e creativo di Danzica.

Noi e Loro di ARMIN GREDER, ELSE Edizioni Libri Serigrafici E altro.
In un ritmo di comparazione incalzante tra noi e loro, Armin Greder ci costringe a guardare questa geografia umana come in uno specchio riflesso. A emergere, con disarmante evidenza, è l’ingiustizia del genere umano verso se stesso. Sono i fantasmi di un’alterità rifiutata, di una povertà rigettata e di sofferenze che non vogliono essere ascoltate.

Piedras Negras di LINA PALLOTTA
Quando persone si incontrano e culture si contaminano, la lotta per l’identità, per la sopravvivenza, diventa di fondamentale importanza. A Piedras Negras, una piccola città al confine messicano con il Texas la fotografa ha avuto la possibilità di accedere alle case e alla vita personale delle donne delle maquilas e lentamente inizia a documentarle. Nella relazione tra il Messico/USA, lo strumento principale di globalizzazione è stata NAFTA, ratificata dopo molti dibattiti e controversie nel 1994.

Otros cielos, otras pampas di SILVIA LEVENSON, a cura di Manuela De Leonardis con il patrocinio dell’IILA Organizzazione internazionale italo-latino americana.Nello scenario in cui ci introduce Silvia Levenson il mondo degli adulti è spesso filtrato dallo sguardo dei bambini. E’ così anche in Bajo la Cruz del Sur y Casiopea e Otros cielos, otras pampas, dove vediamo il volto di un bambino e quello di un uomo alternarsi ai dettagli delle scarpe usurate, alle mani e alla foglia, a cui è affidata la continuità del racconto.

Mina de idei Anina 2014-2018 di PAOLO MAZZO, a cura di Elisabetta Portoghese. 
La città di Anina rappresenta al giorno d’oggi non solo un punto di riferimento nella storia dello sviluppo industriale nella regione dei Monti Banat (sud-ovest Romania), ma è anche forse una delle più interessanti manifestazioni dell’utopia socialista sul territorio.


The Kitchen di NATALIA SAURIN, a cura di Manuela De Leonardis con il patrocinio dell’IILA Organizzazione internazionale italo-latino americana.
Per Natalia Saurin la cucina è l’officina creativa in cui sperimentare le possibilità dei linguaggi artistici – musica, fotografia, video, installazione – condividendo l’affermazione di matrice femminista che la sfera personale è politica.

Re-thinking. What is home, Journey from 1947 - 2018 Lahore-Delhi di VIKRANT a cura di Manuela De Leonardis e Dino Lorusso.
Ripensare il concetto di casa diventa primario per l’artista visivo Vikrant che ripercorre la memoria della propria famiglia partendo da vecchie foto e documenti ingialliti dal tempo, conservati in vecchi fogli di giornale.


Gli incontri 
Sabato 28 settembre ore 11:30
Opening mostre Performance danza, drammaturgia e coreografia di Aurelio Gatti dal titolo PAESAGGI ESTINTI.

Sabato 28 settembre ore 16:00
Incontro con le studiose della redazione di DWF (DonneWomanFemme)il cui ultimo numero è dedicato al Movimento. Declinato come corpi, città, confini, politica.


Sabato 28 settembre ore 17:00
Presentazione di MOLTI: progetto in forma di libro ideato e realizzato da Ilfilodipartenope. Alla presenza dell’autore Antonio Biasiucci con l’editore Alberto D’Angelo e la giornalista Manuela De Leonardis

Sabato 28 settembre ore 18,30 
“Paesaggio in movimento, confine serrato. Tra Stati Uniti e Messico”.Lina Pallottafotografa e docente con Maria Giovanna Musso(sociologia del mutamento, Università degli studi "La Sapienza" Roma). L'incontro avrà come tema il paesaggio in movimento e i confini del continente americano.

Domenica 29 settembre ore 12.00 
"Scatti di cronaca" incontro con Mario Boccia fotografo e giornalista specializzato in reportage sociali e di attualità internazionale e Simona Granati fotogiornalista freelance condotto dal giornalista di Marino Bisso, La Repubblica.

Domenica 29 settembre ore 16:00 
Presentazione del progettoLet Me In di Jean Marc Caimi & Valentina Piccinni.
I due fotografi collaborano dal 2013 realizzando progetti sia documentaristici che di fotografia intima e personale. I loro reportage appaiono regolarmente sulla stampa e i media nazionali e internazionali ricevendo numerosi riconoscimenti. “Let Me In” è un progetto composto da 80 autoritratti e altrettanti messaggi scritti a mano da migranti e rifugiati, realizzato seguendo il movimento migratorio lungo la rotta balcanica.

Domenica 29 settembre ore 17:00 
Presentazione del progetto fotografico e del libro Cantiere navale | Documenti di perditadi MICHAL SZLAGA, con il patrocinio dell’Istituto Polacco di Roma e Interzone galleria.

Domenica 29 Settembre 18:00
Proiezione del film IBI
Da un’idea di Matteo Calore e Andrea Segre - Un film documentario di Andrea Segre - Con le immagini di Ibitocho Sehounbiatou. Ibi ha fotografato e filmato la sua vita in Italia per 10 anni.
A seguire la fotografa Simona Filippinine parlerà con Mimma D’Amico, responsabile del Centro Sociale ExCanapificio di Caserta


Domenica 6 ottobre ore 16,30 
Incontro con l’associazione DONNE FOTOGRAFE
Sarà presentato un lavoro collettivo composto da 32 sguardi - di donne fotografe - che mettono al centro della riflessione la PERSONA “invisibile” per renderla “visibile”. Le 32 artiste hanno affrontato il tema dell’invisibilità della persona, che in molti casi corrisponde alla non-persona, ovvero l’essere al quale non è riconosciuto lo statuto di essere responsabile, titolare di determinati diritti e doveri. 


Domenica 6 ottobre
Giornata dedicata ai video con RETE #NOBAVAGLIO – LIBERI DI ESSERE INFORMATIselezionati secondo il tema del festival. La RETE delle giornaliste e dei giornalisti, freelance, operatori dell’informazione, uffici stampa, video/foto reporter, blogger, attivisti per i diritti e per le battaglie civili uniti per cambiare.

Proiezioni dei lavori del Master di fotografia SHOOT! narrazione e ricerca di OFFICINE FOTOGRAFICHE ROMA: Lapis Tiburtina di Paolo Marinelli e CO2 di Stefano Raimond a cura diLina Pallotta

Numerosi saranno gli incontri e le proiezioni in programma sul tema del festival e le presentazioni editoriali, con la partecipazione di autori, fotografi e giornalisti.

Le open call di Castelnuovo Fotografia
Anche quest’anno il festival prevede due call che coinvolgono giovani fotografi: sono aperte le iscrizioni a SPAZIO FOTOCOPIAin collaborazione con Magazzini Fotograficidi Napoli; l’evento avrà varie forme: la mostra collettiva a Magazzini Fotografici che inaugurerà venerdì 20 settembre 2019 alle 19.00; uno slideshow con i migliori lavori selezionati che saranno proiettati nelle giornate inaugurali del festival (sabato 28 e domenica 29 settembre 2019). 

CDPZINE 2019 in collaborazione con DIECIQUINDICI, concorso dedicato ai giovani fotografi che sperimentano nuovi linguaggi attraverso la realizzazione di fanzine fotografiche e autoproduzioni e che vede in palio come premio la produzione della mostra del progetto vincitore durante la successiva edizione del festival.

Inoltre nelle giornate del 5 e 6 ottobre ci si potrà iscrivere al workshop “Fotografia a km 0” con i fotografi Mario Beltrambini e Sauro Errichiello, un laboratorio tecnico-pratico propedeutico alla fotografia stenopeica e alla Slow Photo che diventerà una mostra per l’edizione 2020 del festival.

Si confermano le LETTURE PORTFOLIO, dove gli appassionati di fotografia possono sottoporre i loro progetti fotografici ad esperti del settore per averne un parere professionale. 

Immancabile anche in questa edizione il FOTOBOOKSHOP di Castelnuovo Fotografia, spazio collettivo dedicato all'editoria fotografica, alle fanzine e al self publishing. Gli appassionati e i collezionisti possono curiosare tra le opere di editori e di giovani editori indipendenti o fanzine autoprodotte dagli stessi fotografi che ci raccontano la parte più interessante del loro lavoro con immagini libere dalle regole imposte dal mercato.

E ancora, BOX 21 ritratti in piazza, a cura di Simona Filippini, che vedrà quest’anno insieme i ragazzi migranti ex CARA e i ragazzi partecipanti al laboratorio fotografico EXTRAURBANA FOTOGRAFIAa cura di Simona Filippini e Elisabetta Portoghese.

Dalla frase di Alessandro Leogrande e dai versi del Premio Nobel Wole Soyinka l'ispirazione al tema della settima edizione del festival:

Di qua c'è il mondo di prima.
Di là c'è quello che deve ancora venire, e che forse non arriverà mai.
Alessandro Leogrande, La frontiera, 2015

Il prezzo sembrava ragionevole, il posto poco importava. La padrona di casa giurava di abitare altrove. Non rimaneva che autoconfessarsi. "Signora", la misi in guardia, "Detesto fare viaggi a vuoto: sono africano". 
Silenzio. Comunicazione silenziata dalla pressione della buona educazione. La voce, quando giunse, laccata di rossetto, la sigaretta nel bocchino d’oro laminato, pigolava. Fui colto ignobilmente alla sprovvista.
“QUANTO È SCURO?” ... Non avevo sentito male ... “È CHIARO?
O È MOLTO SCURO?” Tasto B, tasto A. Tanfo d’aria rancida di nascondiglio telefonico pubblico.
Cabina Rossa. Cassetta postale rossa. Due piani di bus rosso pesta pece. 
Diceva sul serio! Imbarazzato dal silenzio scortese, m’arresi stupito e chiesi un chiarimento.
Garbata lo era senz'altro: spostò l'enfasi.
“È SCURO? O MOLTO CHIARO?”. Giunse la rivelazione. "Intende dire, come cioccolato fondente o al latte?". L'assenso fu clinico, schiacciante nella sua leggerezza impersonale. 
Con rapidità, trovata la lunghezza d'onda, mi decisi. 
“Seppiato africa-occidentale”; poi, quasi ripensandoci, “Come nel passaporto” […]
Wole Soyinka, Conversazione telefonica1962. Traduzione di Alessandra Di Maio


DAL 28 SETTEMBRE AL 6 OTTOBRE 2019
settima edizione del festival internazionale di fotografia e arte contemporanea
CASTELNUOVO FOTOGRAFIA
Sede Rocca Colonna e Borgo medievale
Città Castelnuovo di Porto (RM)

Orari
Sabato 28 settembre dalle 10:30 alle 13: 30 - 15:00 alle 20:30
Domenica 29 settembre dalle 10:30 alle 13:30 - 15:00 alle 20:30
Domenica 6 ottobre dalle 11.00 alle 13.00 - 15.00 alle 19.00
Dal 30 settembre al 6 ottobre visite alle mostre per gruppi su appuntamento, dalle 16 alle 19.

Contatti 
castelnuovofotografia@gmail.com
press.castelnuovofotografia@gmail.com