venerdì 31 maggio 2019

Nello Petrucci. Over the sky


Dopo il World Trade Center di New York e prima degli scavi di Pompei, l’artista Nello Petrucci arriva a Roma, all’Ambasciata americana.

Attraverso 20 grandi tele l’artista con un linguaggio inedito rimette al centro dell’arte temi come leggerezza e sentimento del tempo.

L’artista pompeiano Nello Petrucci, il 3 giugno 2019, presso la sede dell’Ambasciata americana a Roma, presenta Over the Sky, la nuova mostra a cura di Francesca Barbi Marinetti. Con un nucleo di venti lavori site-specific, pensato come omaggio alla storia e cultura visiva americana più recente, Petrucci continua la sua costruzione di un parallelo tra l’antichità con la città di New York.

È dopo il 2018, anno della sua residenza artistica presso il 3World Trade Centre, dove ha realizzato la monumentale The Essence of Lightness, che ha iniziato a formulare un pensiero visivo della resistenza che pone il classico come principio della permanenza della memoria identitaria dei popoli, trovando nella tipologia artistica della street-art un connubio naturale con il graffitismo pompeiano. Per questo progetto, in cui intravede una continuità, l’artista persiste col suo concetto di lightness (leggerezza), liberandosi metaforicamente sopra la città.

Il percorso dell’esposizione incomincia da un dittico che rappresenta due figure antitetiche, la morte e la resurrezione, la caduta e l’ascesi, desunte da un celebre frame di una ripresa delle Torri Gemelle durante l’attentato terroristico dell’11settembre 2001. Delle due anime, l’artista insegue l’anima che sale, incominciando quindi un viaggio che va al di sopra della città, in un luogo sospeso dove vige ancora la libertà di superare i limiti della dimensione fisica e temporale. Come spiega la Marinetti anche il linguaggio che adopera“il decollage diventa metafora di quel strappare e ricomporre che permette quella cosa meravigliosa e spaventosa insieme che è perdersi. Il perdersi, consente quelle condizioni mentalmente liberatorie attraverso cui si rendono visibili altre combinazioni di realtà”. E pertanto la percezione sbilenca, le altezze vertiginose, gli scorci che l’artista ci lascia di New York subiscono uno scatto diverso e un’evoluzione rispetto all’impaginazione concettuale e visiva dei lavori precedenti. Al confronto con l’idea di Pompei o di Roma che con la loro millenaria storia si dilatano in larghezza, New York è città verticale, slanciata in lunghezza.

Nello Petrucci (1981) è un artista italiano che vive e lavora tra Pompei e New York. Ha studiato regia cinematografica, lavorando su diversi film tra cui quelli di M. Scorsese, A. Taub, M. Bros. Ha scritto e diretto vari cortometraggi ricevendo numerosi premi: ora un suo cortometraggio è in lizza per il David di Donatello come miglior cortometraggio. Dopo un soggiorno determinante a Dublino, attratto dalla scenografia, è ritornato a Napoli per diplomarsi all'Accademia di Belle Arti. Qui ha realizzato e girato un film, dalla cui esperienza è nato lo spunto per le arti visive divenute materia prima per la accrescere la sua fantasia e per sviluppare un nuovo percorso. Fra le maggiori mostre: “L’Arte come il film della vita” al Palazzo Gravina di Napoli, “L’Arca della Creatività” al Castel dell’Ovo, collettive al Museo Civico di Capua, poi “Sulle sponde del Mediterraneo” al Maschio Angioino, Napoli . “La Grande Illusione” all’Archivio Centrale dello Stato di Roma diventa un successo, segue un’altra importante mostra come “Convergenze Parallele” al Real Polverificio Borbonico di Scafati, varie collettive al Palazzo Reale di Napoli, ottenendo successi e apprezzamenti da parte della critica. “Kairos” all’Agora Gallery di New York, all’Art fire di Shangai, Art expò a New York, “From Italy with love” di New York, fino a partecipare al grande progetto della street art nel prestigioso 3World Trade Center della famiglia Silverstein proporti. Ora è in lavorazione il progetto “Pompei e i misteri dell’eterna bellezza”, che si terrà negli Scavi di Pompei nel 2019/2020 a cura di Alessandro Cecchi Paone.

Il catalogo, pubblicato da Carlo Cambi editore, è a cura di Marcello Francolini, critico d’arte di riferimento dell’artista, che presenterà un’introduzione alla sua poetica. La silloge di testi vedrà numerosi contributi critici, tra cui quello della curatrice della mostra Francesca Barbi Marinetti, che sottolineerà le relazioni geografiche tra i luoghi del Petrucci secondo l’asse New-York-Pompei tra graffitismo arcaico e street-art americana. A seguire l’intervento di Lara Caccia, docente Accademia delle Belle Arti di Catanzaro, Maria Letizia Paiato, docente Accademia di Belle Arti di Macerata, Mary Angela Schroth, direttrice galleria Sala Uno Centro Internazionale d’Arte Contemporanea di Roma, e infine il testo di Mario Sesti, regista e noto critico cinematografico.

All’appuntamento di lunedì 03 giugno 2019 che prevede la preview della mostra negli spazi suggestivi e pressoché segreti dell’Ambasciata americana, seguirà la presentazione del Catalogo martedì 18 giugno dalle ore 16,00 alle 18,00 durante il talk “Autoritratto” presso il Macro Asilo il nuovo progetto del Museo di Arte Contemporanea di Roma diretto da Giorgio De Finis. Infine il 21 giugno presso l’Ambasciata si terrà la vera e propria inaugurazione della mostra seguita da un cerimoniale ufficiale organizzato dalla stessa istituzione.

La mostra è stata realizzata grazie al contributo di Contemply SRL ente promotore diretto da Gianni Boccia.

Info
03/29 giugno 2019
“Over the Sky” mostra personale di Nello Petrucci 
a cura di Francesca Barbi Marinetti
Ambasciata USA di Roma - Via Vittorio Veneto, 121

18 giugno dalle 16,00 alle 18,00
“Autoritratto” talk con l’artista e presentazione del catalogo a cura di Marcello Francolini
Macro Asilo
Via Nizza, 138

21 giugno ore 12,00
Inaugurazione ufficiale all’Ambasciata durante un evento in cui si potrà assistere al cerimoniale americano

Ufficio stampa e coordinamento Artpressagency di Anna de Fazio Siciliano
M. 349/15.05.237 

pubblica: 


giovedì 30 maggio 2019

Angelo Bonello con l'opera 'Ballerina' al Vivid Sydney Festival



Angelo Bonello, artista Italiano da Roma, presenta il suo nuovo lavoro Ballerina al Vivid Sydney, al The Rocks. 
 
Le opere d'arte di Angelo Bonello sono state presenti in numerosi festival internazionali di luci, con installazioni luminose esposte ad Amsterdam, Toronto, Losanna e Washington, e all’I Light Singapore Festival recentemente concluso con il suo "Run Beyond".

L’opera
Ballerina è un omaggio al sogno di tutte le bambine che, attraverso il movimento e l'arte, aspirano a raggiungere l'infinito.
L'opera d'arte riproduce, in una sequenza di luci delle 20 sagome, il ciclo ipnotico di un balletto, in sincrono con la sua colonna sonora.
L'osservatore è attratto da questo gigantesco carillon grazie ad alcune caratteristiche che risveglieranno la sua attenzione. L'effetto stroboscopico richiama la sequenza di scatti in una memoria fotografica, fatta di visioni significative, anche se mai completamente percettibili. Il rapporto con il ritmo della musica si collega all'eleganza e alla morbidezza di una vera danza, mentre la natura ciclica richiama l'infinito come ripetizione di desideri, amore senza fine, sole eterno e vita. In questo contesto onirico, BALLERINA continua a ripetere passi e piroette, senza mai fermarsi, quasi ignaro del contesto urbano, nei bagliori del mare, nel dolce abbraccio della città.


Su Angelo Bonello
Angelo Bonello è nato a Torino. Si è interessato alla pittura e alla scultura fin dall'infanzia sotto la guida dell'artista impressionista Sergio Manfredi. Successivamente ha incontrato l'artista Antonio Carena da cui ha appreso le arti astratte e concettuali prima di approdare alla Techno-Art con Piero Gilardi. Allo stesso tempo si dedica negli anni ad un lungo percorso di ricerca nella natura, nella cultura e nell'arte. Mentre studia, esplora le foreste, scala montagne e scopre e vive le grandi città, come Pechino, Bogotà, Dubai, Rio de Janeiro.
Si interessa parallelamente alle arti figurative e astratte, all'alpinismo e al nuovo circo, alle arti performative e multimediali.
Angelo Bonello concepisce lo spazio urbano come un grande palco che ospita spettacoli ambientali e installazioni luminose che si incastrano perfettamente nel paesaggio, portando la land art su un piano onirico.
Elabora una sensibilità visiva ed una cifra stilistica basata sullo stravolgimento dimensionale dello spazio scenico e del paesaggio. Un palco che oltre al piano orizzontale prevede anche la proiezione aerea. 
Nel 1997 si stabilisce a Roma dove conosce Alberta Nunziante e insieme fondano Kitonb Project. Continua a esplorare gli angoli più selvaggidel mondo, ma è da Roma che pensa e crea gli oltre 150 progetti, realizzati in 40 paesi nel mondo.
Dal 2014 è molto attivo anche in campo televisivo in qualità di direttore artistico, come ad esempio "Italia's got talent" e “The Voice”, trasmissioni di grande successo internazionale.


Commento del Chief Executive Officer di Destination NSW e Produttore esecutivo del Vivid Sydney Sandra Chipchase

"Al suo undicesimo anno, Vivid Sydney continua ad evolversi, sorprende e incanta e le installazioni luminose per il 2019 - tra cui la Ballerina di Angelo Bonello - riflettono questo. Nel 2018 Vivid Sydney ha accolto 2,25 milioni di partecipanti e consegnato oltre172 milioni di dollari di spesa turistica per l'economia del NSW, e non c'è dubbio che l'iconico Lightwalk è stato un punto culminante per molti di questi ospiti. Come il più grande festival di luci, musica e idee nell'emisfero australe, il Vivid Light tornerà a stupire con il suo programma nel 2019"


Sul Vivid Sydney
Vivid Sydney è il più grande festival di luce, musica e idee nell'emisfero australe. Celebrando il suo undicesimo anniversario nel 2019, Vivid Sydney continua a essere il punto di riferimento per eventi di livello mondiale, creatività e innovazione. Trasformerà la città portuale in una colorata tela creativa dal 24 maggio al 15 giugno 2019. Il Festival presenta spettacolari installazioni luminose e proiezioni di grandi dimensioni; esibizioni e collaborazioni musicali contemporanee e all'avanguardia; conferenze pubbliche di personalità intellettuali di spicco, seminari di settore, conferenze e workshop sulla creatività, che celebrano il ruolo di Sydney come centro delle industrie creative dell'Asia e del Pacifico. Vivid Sydney è di proprietà, gestita e prodotta da Destination NSW, l'agenzia di eventi e turismo del governo del NSW, e nel 2018 ha attratto 2,25 milioni di partecipanti. Per maggiori informazioni visita




Angelo Bonello Artista Italiano al Vivid Sydney 2019
24 Maggio - 15 Giugno
Sydney NSW 2000

segnala: Giorgia Basili

mercoledì 29 maggio 2019

SONO PERSONE | 8.8.1991 di Jasmine Pignatelli


SONO PERSONE | 8.8.1991 
è la scultura sul waterfront di San Girolamo di Jasmine Pignatelli dedicata al sentimento di accoglienza dimostrata dai baresi durante lo sbarco dei 20.000 albanesi nel 1991 e all’allora sindaco Enrico Dalfino a 25 anni dalla scomparsa. 

Bari, 24 maggio 2019. ‘Sono Persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza’. È  la frase che il sindaco di Bari Enrico Dalfino (1935-1994) pronuncia l’8 agosto 1991, quando la nave Vlora entra nel porto di Bari con il suo carico di 20.000 albanesi. Le stesse parole, tradotte in codice morse e affiancate alla data dello sbarco, ispirano l’opera dell’artista Jasmine Pignatelli installata sulla facciata di un alloggio popolare del quartiere San Girolamo. 

Nel richiamare l’attenzione sui temi dell’immigrazione e dell’emergenza umanitaria è anche un omaggio, a 25 anni dalla sua scomparsa, all’allora sindaco Enrico Dalfino e alla frase che pronunciò sommessamente al termine di una giornata incancellabile che ha segnato la storia dell’immigrazione nel mondo intero. 

La scultura che fronteggia il mare e composta da 14 linee e 14 punti in acciaio inox, è donata a tutti i cittadini baresi e ad Arca Puglia Centrale, dalle gallerie Misia Artee Cellule Creative di Anna Gambatesa e Stefano Straziota insieme a TrackDesign e all’artista. 

La realizzazione dell’opera è stata condivisa con gli abitanti del condominio interessato e con la scuola di riferimento del quartiere. Con questa è stato attivato un laboratorio didattico a cura di Jasmine Pignatelli e Cinzia Santoro, rivolto ai bambini dell’Istituto Comprensivo Eleonora Duse di San Girolamo, per la realizzazione di una piccola esposizione di disegni e di un modellino che riproduce la scultura e il suo palazzo, sostenuto da Paola Romano assessore alle politiche educative giovanili, con la partecipazione dello scrittore Antonio Gianpietro. 

‘Sono Persone’ ha visto il sostegno morale dell’assessorato alle Culture e al turismo e di aziende sensibili ai temi sociali e all’arte quali la TrackDesign di Monopoli, specializzata nella lavorazione dell’acciaio, Werent srl, tra i leader in Italia nel settore noleggio, vendita e assistenza mezzi di sollevamento e movimento terra con sedi a Martina Franca e Modugno e di Doronzo Infrastrutture, Elettrotecnica Italiana Smart, SEC Mediterranea srl. La consulenza tecnica è stata affidata all'ingegnere Esmeralda Lagioia e all'architetto Cinzia Santoro che ha coordinato anche il progetto. 

“Rendere indelebile con una scultura pubblica una data, un fatto storico, un personaggio cittadino e con lui, l'intero popolo barese che ha saputoaccogliere quando si doveva accogliere – ha dichiarato l'artista Jasmine Pignatelli - è un compito di testimonianza che l'arte deve restituire in un'epoca densa di contraddizioni, paure e conflitti. Il linguaggio Morse, universalmente riconosciuto per inviare messaggi, si traduce nella volontà di trasmettere nell'etere sotto forma di segnale artistico grafico e simbolico il senso di umanità che l'episodio del 1991 genera ancora adesso, oggi come allora”.

“Nonostante gli anni, gli anniversari, i documenti e le memorie accumulate - ha confermato la fondatrice della galleria Misia Arte Anna Gambatesa - questa storia torna prepotentemente oggi in tutta la sua attualità, per  l'umanità che genera e per la partecipazione civica che incoraggia: l'opera che doniamo alla città di Bari deve invitare tutti a non perdere mai il senso della comunità umana a cui tutti apparteniamo”.

“È nel DNA di una città di mare come Bari, affacciata sull'orizzonte aperto del viaggio e dello scambio – ha aggiunto il direttore artistico di Cellule Creative Stefano Straziota - confermarsi aperta all'incontro, alla conoscenza, all'inclusione e alla fatica costruttiva del confronto”.

“La scelta di posizionare l'opera a San Girolamo, sulla facciata fronte mare di un alloggio popolare del nostro ente – ricorda Giuseppe Zichella, amministratore unico dell'ARCA PUGLIA CENTRALE  – ci è sembrata la più naturale, essendo la zona che ospita l'Arena dell Vittoria, teatro degli eventi del 1991. Abbiamo accolto con entusiasmo questa iniziativa sociale che Arca, con orgoglio, intende sostenere anche in virtù delle tematiche che l'operazione promuove come l'accoglienza, la riqualificazione dei quartieri e l'inclusione sociale attraverso l'arte”.

L’artista Jasmine Pignatelli, nata in Canada da genitori baresi nel 1968, vive e lavora tra Bari e Roma. Dopo gli studi artistici e la laurea in architettura sceglie come campo privilegiato del suo agire artistico la scultura. Geometria Concettuale, Arte Analitica e Programmata sono le principali linee di ispirazione della sua ricerca. Dopo anni vissuti “fuori sede” e con numerose mostre e premi all’attivo, la Galleria Misia Arte e Cellule Creative la intercetta organizzando la sua prima mostra personale a Bari nel 2015 avviando una costruttiva collaborazione che culmina oggi con l'intervento di San Giolamo. In Puglia, sua è l’opera pubblica a Laterza “Locating Laterza” anche essa in codice morse. 

La galleria Misia Arte di Bari si occupa dal 1984 dell’espressione visibile e della qualità dell’abitare attivando tra arti decorative, design e arte un dialogo culturale, stilistico e creativo. Oggi continua con Cellule Creative la collaborazione con artisti di nuova generazione e makers aperti a nuove sperimentazioni, interagendo con il territorio attraverso la valorizzazione di talenti culturalmente legati alla Puglia ma riconosciuti anche in ambito internazionale. 

UFFICIO STAMPA 
SEC Mediterranea srl 
Via De Giosa , 55 - 70122 Bari 
Tel. 080/5289670 

Samantha Sgaramella - Cell. 328/9633206 
Gianluigi Conese - Cell: 335/7846403 

SONO PERSONE | 8.8.1991 
Acciaio inox e codice morse 
Facciata Nord dell’edificio di alloggi popolari ARCA Puglia Centrale 
lungomare IX maggio angolo via Vito De Fano 
San Girolamo - BARI 
41.137914, 16.821537 

PROPRIETA': ARCA Puglia Centrale (Agenzia Regionale per la Casa e l’Abitare)

PATROCINIO: Comune di Bari 
OPERA DI: Jasmine Pignatelli 
A CURA DI: Anna Gambatesa e Stefano Straziota 
COORDINAMENTO: Cinzia Santoro 
UN PROGETTO DI: Misia Arte 
Cellule Creative 
TrackDesign 

IN COLLABORAZIONE CON: Werent srl 
Doronzo Infrastrutture 
Elettrotecnica Italiana Smart 
SEC Mediterranea 
CONSULENZE TECNICHE: Arch. Cinzia Santoro 
Ing. Esmeralda Lagioia 
REGIA BACKSTAGE: Francesco Castellani 

RINGRAZIAMENTI: Giuseppe Zichella, Amministratore Unico ARCA PUGLIA CENTRALE 
Istituto Comprensivo Eleonora Duse, San Girolamo - Bari 
Famiglia Dalfino 
Silvio Maselli, Assessore alle Culture e al Turismo 
Paola Romano, Assessore alle politiche educative giovanili 
Maria Santoro 
Antonio Gianpietro 
Raffaele De Giorgi 
Antonio Gatto e tutti i condomini del palazzo 

UFFICIO STAMPA: SEC Mediterranea srl 
INFO ARCA: www.arcapugliacentrale.gov.it/abitare-arca



lunedì 27 maggio 2019

A Milano nasce il primo museo della filosofia: open call per il Logo


"Chi sono io?", "Esiste il libero arbitrio?", "Esistono valori morali oggettivi?". Sono solo alcuni degli interrogativi filosofici che uno speciale museo raccoglierà e proporrà in forma divertente. È firmato dal dipartimento di filosofia, 'Piero Martinetti', dell'Università degli Studi di Milano il progetto del primo Museo della Filosofia in città. Online il bando aperto a tutti gli universitari che vogliono proporre il logo da destinare a questo luogo di cultura, che dovrebbe nascere il prossimo autunno.


La filosofia come un gioco

"Nelle città del mondo esistono musei di ogni genere. Esistono musei di arte antica e moderna, di storia naturale e di scienze fisiche e chimiche. Musei dell’uomo, del giocattolo, del design, dell’abbigliamento, del cinema, dell’automobile, del sesso, e persino uno – a Roma – delle anime del Purgatorio. Della filosofia, però, sembra che ci si sia dimenticati. Il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Milano intende colmare questa lacuna, dando vita al primo Museo della filosofia", scrivono gli ideatori del Museo.
Sull'esempio dei grandi musei dedicati alla scienza presenti nelle più importanti città del mondo il Museo della filosofia racconterà le più significative teorie e domande filosofiche 'traducendole' in attività interattive, simulazioni, video e giochi per il pubblico. Obiettivo dello spazio espositivo sarà quello di mostrare il significato, l'importanza e il fascino delle domande filosofiche andando al di là delle fredde formule con cui vengono rese nei libri. 
All'interno del museo, pertanto, verranno proposte "esperienze interattive, esperimenti mentali, formulazione di paradossi e strategie argomentative alla portata di tutti", come si legge sul sito di Unimi.



Il concorso

Fino al 21 giugno, recita il bando, tutti gli interessati potranno proporre un'immagine che rappresenti "l’idea di un Museo della Filosofia in modi creativi e accattivanti”. Per partecipare, bisognerà inviare la propria proposta di logo (per un massimo di tre loghi) a: museodellafilosofia@gmail.com (indicando nell'oggetto: "proposta Logo"). Nel sito del Museo il logo verrà chiaramente attribuito all’autrice o autore, che riceverà anche un premio pari a 300 euro. 
Per maggiori informazioni consultare il bando online

Fonte: MilanoToday

Capelli di Antonia Bufi



28 maggio 2019
Ore 18,30
ATELIER BUFI ANTONIA
Via del salvatore 12
MOLFETTA
Capelli
installazione foto video
dal 2014 al 2019
Antonia Bufi
Che avessero ragione i Greci?
Tutto torna. 
Tempo circolare.
S’arriccia.
Come i capelli, se il tempo è brutto.
I capelli, emanazione tricotica che buttiamo nel mondo. Li perdiamo, li acconciamo, li tagliamo, coloriamo, tiriamo, odoriamo, laviamo.
Antonia Bufi ha deciso di abbandonarli a vita separata. 
Da una testa tonda e lineare si evolve. Si riempie, fiorisce e sboccia. Si abbandonano sulle spalle, sul collo, sul seno, fino alla pancia, i capelli. 
In sessanta scatti si narra un’evoluzione, una crescita, accompagnata e allo stesso tempo separata.
Uno scatto al mese a documentare il tempo che passa. 
Comincia celata da un paio di occhiali da sole. Ancora non pienamente consapevole del processo, del susseguirsi futuro e inarrestabile.
Il tempo come i capelli. Entrambi passano, crescono, vengon perduti, ci si dimentica del loro aumentare, si accumulano tanto lentamente da non percepirne il movimento.
Ci sono velocità che non percepiamo. Non vediamo il battito d’ali di un colibrì, è troppo veloce. Non vediamo crescere i capelli o le unghie, è troppo lento. 
Fermiamo il tempo, vediamo le ali, vediamo i capelli. 
Rubiamo un attimo eterno allo scorrere inesorabile.
Fotografiamo.
Rubiamo sessanta volte. Vedremo battere le ali, crescere i capelli, vedremo i singoli granelli di sabbia di una clessidra, vedremo lo scorrere del tempo. 
Ma i capelli ricrescono. È un ciclo dal quale non ci si può astenere. Tutto ritorna, come prima ma diverso da prima. 
Si torna al punto di partenza, questa volta senza occhiali da sole, senza filtri, completamente esposti e consapevoli, responsabili.
Antonia Bufi ci mostra il tempo che scorre, lo zelo nel cercare di imbrigliarlo nella tecnica fotografica. Ci dice che tutto si evolve, lo schiaccia in due dimensioni, eccolo lì, è passato, è lungo, ma c’è ancora tempo.
Siamo nel circolo, ci sembra di uscirne, ma non se ne esce mai. Non esiste fuori tempo, noi siamo il tempo.
collaborazione musica video 
fruibile nei giorni successivi su appuntamento la.nella@hotmail.it



giovedì 23 maggio 2019

A Thing of Beauty - Eterogeneità della materia

A Thing of Beauty
Eterogeneità della materia

Rose Cabat, Hans Coper, Keiji Ito, Yasuhisa Kohyama, Kazuhito Nagasawa, Lucie Rie, Päivi Rintaniemi, Shingo Takeuchi, Kati Tuominen-Niittylä, Nanni Valentini, Carlo Zauli

a cura di Laura Borghi

A Thing Of Beauty, Eterogeneità della materia è una collettiva di undici artisti di diverse generazioni - Rose Cabat, Hans Coper, Keiji Ito, Yasuhisa Kohyama, Kazuhito Nagasawa, Lucie Rie, Päivi Rintaniemi, Shingo Takeuchi, Kati Tuominen-Niittylä, Nanni Valentini, Carlo Zauli - attivi dagli anni ’50 ad oggi, per mettere in evidenza l’inalterata e impressionante bellezza della ceramica. 
Opere scultoree emblematiche della poetica di ogni singolo artista sono riunite in un’esposizione che abbraccia tutto il XX secolo per giungere fino ai giorni nostri. Accanto al lavoro di artisti che hanno fatto la storia della ceramica dal dopoguerra in poi, non poteva mancare la massima essenza di equilibrio nella forma e nel colore dell’arte ceramica giapponese e di artisti provenienti dal Nord Europa. 
L’apparente fragilità, spesso in contrasto con la solidità del grés, delle creazioni dalla texture ruvida e dalle sfumature accese e vivaci di Lucie Rie si accompagna ai lavori di Hans Coper più sperimentali, opere astratte e dalle forme monumentali. Un’esplosione di colore emerge dalle minuscole ceramiche di Rose Cabat caratterizzate da smalti viola, rosa, verde, blu, dalla finitura simile a seta. 
Accanto a questi maestri dell’arte ceramica internazionale si impongono, con un linguaggio completamente autonomo, le sculture di due figure fondamentali, protagonisti di una memorabile stagione della ceramica italiana, Nanni Valentini e Carlo Zauli le cui opere sono messe in dialogo con le sculture di quattro artisti giapponesi. Lo stile minimalista e l’inimitabile lavorazione delle sculture antropomorfe, dai richiami arcaici, di Keiji Ito, le forme piene, come scolpite dal vento di Yasuhisa Kohyama, si uniscono alle sculture ermetiche di Shingo Takeuchi fino ai misteriosi contenitori di ricordi di Kazuhito Nagasawa nei quali l'argilla si fonde con il ferro, vetro e legno. Un’alleanza tra potere e fragilità si ritrova nelle grandi e delicate sculture di Päivi Rintaniemi, che esprimono una sintesi poetica tra forme arcaiche e design minimalista. Un’ulteriore presenza finlandese, Kati Tuominen-Niittylä, che con i suoi “contenitori” ci riporta ai paesaggi delle foreste nordiche evocando al contempo le forme di secchi, setacci e cesti, tracce di una vita ancestrale.

L’allestimento della mostra è arricchito da mobili scandinavi anni ‘50 e una selezione di tappeti Beni Ouarain provenienti dai monti del Medio Atlante (Marocco), regione dove giungevano lane molto pregiate mai tinte che le tessitrici hanno trasformato in tappeti di grande luminosità, colore e morbidezza.


Officine Saffi è un centro di ricerca specializzato nella ceramica contemporanea. Il progetto comprende la Galleria che organizza e promuove mostre personali e collettive di artisti contemporanei e maestri del passato. Il Laboratorio dove vengono organizzati corsi e workshop, oltre ad accogliere produzioni di artisti e designer e le residenze d’artista. La Casa Editrice pubblica cataloghi d’arte e la rivista trimestrale Fragile. Infine, completa il progetto, il concorso biennale Open to Art, dedicato alla ceramica d'arte e di design. 

In collaborazione con Altai

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A Thing of Beauty
Eterogeneità della materia

Rose Cabat, Hans Coper, Keiji Ito, Yasuhisa Kohyama, Kazuhito Nagasawa, Lucie Rie, Päivi Rintaniemi, Shingo Takeuchi, Kati Tuominen-Niittylä, Nanni Valentini, Carlo Zauli

curated by Laura Borghi


A Thing Of Beauty, Eterogeneità della materia is a collective of eleven artists from different generations active from the 50s to today, brought together to highlight the enduring and extraordinary beauty of ceramics.
An exhibition spanning the entire twentieth century up to the present day brings together sculptural work displaying each artist’s aesthetic. Artists who defined the history of post-war ceramics feature alongside the delicately balanced forms and colours of Japanese ceramic art and artists from Northern Europe.
The apparent fragility, the rough-textures and the bright, lively tones in the work of Lucie Rie – often in contrast with the solidity of the stoneware – appears alongside the more experimental, abstract and monumental forms of Hans Coper. Rose Cabat’s miniatures explode in a flourish of silky pink, purple, green and blue enamels.
These masters of international ceramic art appear alongside Nanni Valentini and Carlo Zauli, two important sculptors who defined an era in Italian ceramics, and whose stylistic autonomy is juxtaposed with works by four Japanese artists. The minimalist style and inimitable workmanship of Keiji Ito’s anthropomorphic sculptures with their archaic references, and Yasuhisa Kohyama’s full forms, seemingly sculpted by the wind, join Shingo Takeuchi’s hermetic sculptures and Kazuhito Nagasawa’s mysterious memory receptacles, in which clay merges with iron, glass and wood. Päivi Rintaniemi’s large, delicate sculptures express an alliance between power and fragility in her poetic synthesis of archaic form and minimalist design. A second Finnish artist is Kati Tuominen-Niittylä, whose “containers” recall Nordic forest landscapes while evoking the forms of buckets, sieves and baskets as traces of ancestral life.

The display is complemented by a selection of Scandinavian furniture from the 1950s and a collection of Beni Ouarain rugs from the Middle Atlas Mountains (Morocco), where weavers transform precious, undyed wools into soft, brightly coloured carpets.


Officine Saffi is an experimental hub focused on contemporary ceramics. The project includes the Gallery specializing in ceramic art, with exhibitions of work by contemporary artists and master ceramists of the past; the Workshop, used for courses and practical work, as well as for production by artists and designers and during Artists’ Residencies; and the Publishing House, which produces the specialist quarterly magazine Fragile and art catalogues. The project is completed by the Open to Art international competition, dedicated to contemporary art and design.

In collaboration with Altai


A Thing of Beauty - Eterogeneità della materia
22 maggio - 28 giugno 2019

Via A.Saffi, 7 | 20123 Milano
Tel. +39 02 36 68 56 96
Fax +39 02 36 59 74 44
P.I. 08799230969
info@officinesaffi.com

indici.casa.volo di Eugenio Giliberti


La galleria per le arti contemporanee Intragallery è lieta di presentare la mostra personale indici.casa.volodi Eugenio Giliberti

La mostra è una tappa del progetto di arte pubblica “Voi siete qui/ vico Pero / Giacomo Leopardi - progetto di artista abitante” che vede la collaborazione di Intragallery con due altre realtà dell’arte contemporanea cittadina: la Fondazione Morra e la galleria Dafna di Napoli.
Dalle parole dell’artista: “Nella sezione manoscritti della Biblioteca Nazionale di Napoli sono conservati, tra le “Carte Leopardi”, alcuni fogli pieni di numeri vergati dal poeta. Sono gli indici con i quali Leopardi permette la lettura ordinata per argomento del suo Zibaldone di pensieri. 
Quei numeri mi avevano colpito ma, attratto da altri materiali di studio, non ne avevo colto il senso. Mi tornavano alla memoria come immagini e li pensavo animati da una logica matematica affine alle mie opere combinatorie. Partendo da questo “mal entendu”, ormai chiarito, ho realizzato una serie di quadri – dipinti involontari - in cui le cifre da 1 a (1)0 sono rappresentate da altrettanti colori che si dispongono in piccoli quadrati nella superficie della tela secondo l’ordine degli indici leopardiani.”
In mostra, saranno presentati quattro quadri di dimensioni diverse, realizzati con la tecnica dell’encausto i cui titoli: “teorica delle arti, lettere ec.”, “trattato delle passioni”, “della natura degli uomini e delle cose”, “memorie della mia vita” ricalcano le sezioni degli indici. Saranno inoltre esposti alcuni lavori su carta - una cartella di appunti per il “progetto di artista abitante”, di cui sarà realizzata una edizione a stampa, e una nuova versione della già nota animazione tridimensionale “volo di un omino giallo”, ispirata all’operetta morale “elogio degli uccelli“.

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L’arte della matematica
La matematica non è altro che un’arte; una sorta di scultura in una materia estremamente dura e resistente (come certi porfidi che a volte usano, credo, gli scultori) 
André Weil, Lettera alla sorella Simone, Rouen, 1940[i]

Per l’opera di Eugenio Giliberti il paradosso di André Weil è forse vero al contrario: è il modello, matematico o teorico che sia, la prima sbozzatura della materia poetica della sua riflessione; in questa mostra il tema – la “materia poetica” - è univoco ed è il ‘progetto di artista abitante’, che avrà come esito una installazione site-specific sulla facciata del palazzo di via Santa Teresa dove Leopardi visse gli anni napoletani e, per pura casualità, è l’edificio su cui affaccia l’abitazione di Giliberti. 
Quattro tele costituiscono il nucleo centrale della mostra indici.casa.volo alla Intragallery di Napoli: le sequenze di quadratini colorati dipinti rigorosamente ‘a mano’ con la tecnica dell’encausto, pigmenti di colore emulsionati con cera naturale, si dispongono secondo una logica combinatoria, frutto di una opzione stabilita a priori. I colori scelti corrispondono infatti ai numeri degli Indicidi Giacomo Leopardi, vergati dal poeta e oggi conservati alla Biblioteca nazionale di Napoli per offrire una traccia di lettura secondo gli argomenti del suo Zibaldone. Le scritte sulle tele, teorica delle arti, lettere, ec, trattato delle passioni, della natura degli uomini e delle cose, memorie della mia vita ricalcano le sezioni degli indici e alludono ai contenuti dell’opera, ma l’andamento dei quadrati colorati procede invece secondo la successione astrattamente prestabilita, spostando l’attenzione, anzi costringendo a focalizzare l’attenzione non tanto sulla natura simbolica del procedimento quanto invece sulla libera casualità delle alternanze dei colori, delle dimensioni dei singoli moduli, del loro disporsi sulla superficie. E così, come nella sua lettera al padre Leopardi ne impetrava la clemenza per la sua ‘strana immaginazione’, l’immaginazione di Eugenio Giliberti ci porta senza mediazione nel suo universo creativo, la cui chiave interpretativa è il metodo e la pratica del suo fare di uomo e artista a tutto tondo, di stampo rinascimentale, in cui le discipline diverse si fondono nel raggiungimento dello scopo etico ed espressivo. Se le tele con i quadratini dipinti sono una costantenell’opera dell’artista - in quanto precipitato ‘estetico’ dei suoi meccanismi inventivi - affascinante e produttivamente differente ne è qui la resa formale con l’effetto di un decorativismo in cui la nozione perde ogni connotato di vacua superfluità per attingere a una definizione autenticamente significativa: la bellezza e la forza di una sintassi tutt’altro che puramente astratta ma stringente nella sua ‘logica’. Struggente poi, nella sua libertà e poeticità, la serie dei disegni su carta sempre dedicati al ‘progetto’ da cui sarà tratta anche una cartella di stampe: in esse l’artista dispiega la sua versatile abilità di disegnatore, pittore e in questo caso fine ricercatore, indicando nelle diverse tavole un percorso che va dalla memoria storica della radicale trasformazione urbanistica dell’area, con la costruzione del ponte della Sanità nel primo decennio dell’Ottocento, alla poetica dell’idea sottesa al suo intervento. E infine, ancora una volta, ripercorrendo il cerchio di passato e presente, altra costante dell’arte di Giliberti, attraverso una animazione tridimensionale ancora di matrice meccanica, una piccola scultura che rappresenta un ‘omino giallo’ spiccherà il volo riconducendoci ad una delle più famose Operette moralidi Leopardi ma riportandoci anche, a ritroso, a medesimi espedienti visivi che hanno ispirato il nostro ‘artista abitante’. Confermando, se ce ne fosse bisogno, la sua attitudine a tener fede a temporalità diverse, quella della lavorazione e quella della rappresentazione, consentendoci con elegante sottigliezza di pensare a un altro spazio, a un altro tempo, a un altro luogo. 
Angela Tecce 
[i]S. Weil, A.Weil, L’arte della Matematica, Adelphi, Milano 2018


indici.casa.volo
di Eugenio Giliberti
dal 16 maggio al 11 luglio 2019

Via Cavallerizza a Chiaia, 57, Napoli
info@intragallery.it

sabato 18 maggio 2019

Adored and Adorned - Opere di Harvey B-Brown & David Scheinmann


Come ogni anno, la galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni partecipa al calendario degli eventi ostunesi con un'ampia gamma di proposte artistiche anche di respiro internazionale.

Quest'anno l'apertura della stagione degli eventi è affidata agli artisti londinesi Harvey B-Brown e David Scheinmann con la presentazione dei loro meta-ritratti fotografici della serie Adored and Adorned.

Gli artisti, uno dei quali ormai residente in Puglia da qualche anno, con questa mostra si aprono per la prima volta al mercato italiano, usando il loro linguaggio come gesto di apertura e integrazione nella comunità pugliese.

Adored and Adorned è un progetto composto da una serie di meta-ritratti fotografici e multimediali realizzata in collaborazione dai due artisti del cui lavoro affermano: 'Abbiamo notato come ormai la fotografia fa sempre più parte del nostro quotidiano con un'infinità di immagini scattate e prontamente archiviate senza dare un valore intrinseco alla foto stessa per cui abbiamo pensato di dare una qualità narrativa ad ogni nostra fotografia, migliorando il valore dell'identità del soggetto, pur mantenendo una certa iconografia. 

Abbiamo iniziato a scattare fotografie di persone con cui avevamo una forte connessione emotiva, adornando poi le immagini, in un secondo momento, con materiali e orpelli che raccontano la storia del soggetto ritratto, facendo scherzosamente riferimento all'iconografia contemporanea familiare. Le stampe fotografiche vengono trasformate in tre dimensioni, utilizzando vernici, inchiostri, tecniche di collage e scultorie, poi ulteriormente potenziate con la tecnologia in fase di postproduzione. Le immagini risultanti possono definirsi "Meta-ritratti", ovvero la trasformazione del ritratto fotografico tradizionale in una costruzione di coinvolgenti e ispirate raffigurazioni; ecco quindi poi il motivo del nome stesso della serie e della mostra, Adorati ed Adornati". 

La serie A & A Editions esposta in galleria, è una collezione unica di stampe numerate e in rilievo di alcuni personaggi famosi e di animali domestici e addomesticati.

Harvey B-Brown è un premiato regista, direttore creativo, musicista, art director e scenografo. Dopo essersi diplomato presso il prestigioso Royal College of Art di Londra, ha fondato "The New Renaissance", una fusione fra alta moda e varie collaborazioni cinematografiche con artisti famosi fra cui George Michael, Bryan Ferry e le Scissor Sisters. Ha progettato e installato vetrine iconiche per Harvey Nichols, Liberty e Henri Bendels a New York. Ha musicalizzato importanti eventi di moda e mostre a Londra, Milano e Tokyo e il suo lavoro promozionale musicale ha definito un vero e proprio genere. Ha collaborato inoltre con importanti giornali e riviste di alta moda tra cui ID, The Sunday Times Style, The Face e Elle.


David Scheinmann è un artista che lavora nel campo della fotografia e del cinema. Si è laureato con lode in fotografia, film e televisione al The London Institute. David ha alle spalle una carriera come fotografo affermato in ambito internazionale, costellata da numerosi premi internazionali per l'originalità creativa di immagini pubblicitarie e principalmente nel settore dello spettacolo dove ha firmato collaborazioni con artisti come Peter Gabriel, Enya e Cher, così come con The Royal Ballet Opera e varie compagnie shakespeariane. Durante questo periodo il lavoro di David è stato visionato da milioni di persone con le sue immagini iconiche della cultura popolare del consumatore medio attraverso riviste, cartelloni pubblicitari, album, copertine di CD, film e manifesti teatrali. Oggi David, attraverso la sua fotografia e attraverso tre lungometraggi di cui è regista, continua ad esplorare i temi dell'iconografia, della cultura popolare e dell'identità culturale portando avanti una ricerca personale che definisca meglio noi stessi tramite storie e immagini.

Adored and Adorned
Opere di Harvey B-Brown & David Scheinmann

INAUGURAZIONE in galleria DOMENICA 19 MAGGIO 2019 - ore 18,30
dal 19 al 26 maggio 2019

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA 
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506
info@orizzontiarte.it
F: Orizzontiartecontemporanea

Communication Manager
Amalia Di Lanno 
info@amaliadilanno.com

venerdì 17 maggio 2019

Antonio Laurelli - Destrutturazioni e dissolvenze




ANTONIO  LAURELLI Destrutturazioni e dissolvenze
a cura di Franco Cortese
presentazione di Massimo Nardi
testo critico di Alfredo Pasolino

SAB 18.05 − DOM 02.06.2019
19:30 − 21:00
Domenica mattina su prenotazione
Vernissage
sabato 18 maggio alle19:00


SPAZIO START
Via Cattedrale, 14
Giovinazzo (BA)
389 191 11 59
Spazio espositivo dedicato
alla rappresentazione di idee,
espressioni, forme e percorsi di
ricerca artistica.
Dimensionalità  atemporale  tra spazio-colore

Dal limite allo spazio, l’astrazione di campi colorati, un periodare alla ricerca del soggetto,
l’opera del pittore progredisce verso la chiarezza nella lettura, non verso paludose generalizzazioni  da cui si possono trarre parodie di idee, cioè  fantasmi, ma idee vere e proprie. E proprio  dall’identità spazio-colore muove la ricerca  di Laurelli. Il ruolo di memoria, geometria,  astrazione, tra l’idea e l’osservazione, raggiunge  la chiarezza, nella sua pittura, a ruolo  di comprensione, pervenendo a un’intensità  di cromatismi che dà anima e corpo, è il caso  di dirlo, al quadro. Filtri sospesi tra un mondo  e l’altra dimensionalità atemporale , fi no a  diventare spazio-colore, superfi ci e aggregazioni  di un impianto, di cui riesce a coniugare   gli elementi e le superfi ci, cui stende calme  velature di colore che assorbono ogni gesto  pittorico fi no a diventare spazio.
Un impianto non più avvertito come limite,  ma divenendo esso stesso «spazio», nell’ambito
di una profonda coerenza dell’opera. L’impasto  è denso, steso con pennellata larga e compatta  a formare il fondo; le tonalità sono calde e  decise, in accostamenti vivaci e forti.
La sperimentazione di Laurelli, intesa come  ricerca, tende quindi a rivelare strutture  sommerse, che contribuiscono a confi gurare  una gnoseologia della sua creazione, operando  la ricerca di geometrie, campi di forze,  condensazioni o rarefazioni della normale  densità visiva e oggettuale del reale.
Tensioni tra le forme e i colori, texture, piani  sovrapponibili e sfalsati rappresentano un’entità  alla ricerca di un equilibrio che ogni elemento   ha contribuito a creare spazio; un rapporto  spazio/colore che regola dall’interno il sistema  dell’opera.
Alfredo Pasolino


Antonio Laurelli nato nel 1943 ad Isernia, vive ed opera a Bari. Ha insegnato presso il Liceo Artistico di Bari. Ha al suo attivo numerose mostre e premi tra cui, signifi cativo, è il Carlo Levi”.
La sua straordinaria simbiosi tra colore e forma – simbolismo e comunicazione – vivifica la scenografica concettuale di molte opere, creando un’atmosfera di brillante dinamismo ed elevazione spirituale, ottenendo risultati del tutto originali, allorché si pensa alla sua formazione prettamente fi gurativa che negli anni lo hanno portato ad elaborare la sintesi della forma in soluzioni e rappresentazioni che trovano nell’espressione individuale il travaglio interiore di una ricerca, dove a volte l’elemento residuo di materiale deteriorato o inservibile assurge al ruolo primario identitario. 
È presente nella Storia dell’Arte Italiana del Novecento – Generazione Anni Quaranta** –
Giorgio Di Genova.



TraMe - Tracce di memoria: OZMO - Al suono delle trombe


Domenica 19 maggio, alle ore 11.30, in Via Borsellino a Rieti, su uno degli edifici di maggior valore per la città, il Palazzo di Giustizia, sarà inaugurata un’opera monumentale di Ozmo, artista di riconosciuta fama, tra i più importanti esponenti della Street Art in Italia. 

Nell’ambito del progetto Trame – Tracce di memoria, ideato dall’Agenzia Creativa The Uncommon Factory, Gionata Gesi, in arte Ozmo, invitato dalla curatrice Annalisa Ferraro, realizzerà una grande opera di arte urbana dedicata alla città, in grado di dialogare con le memorie storiche e storico-artistiche del territorio, con le pitture murali che Rieti conserva in esemplari di grande pregio.

L’opera renderà, infatti, omaggio a uno degli affreschi più rilevanti conservati sul territorio, Il Giudizio Universale dei fratelli Torresani, e citerà il Ratto delle Sabine, una delle vicende più antiche e significative per la cultura reatina.

Ozmo ha esplorato la città di Rieti per abbracciarne la storia, la cultura, le opere più significative, per conoscere miti e leggende, tradizioni entrate a far parte della memoria cittadina. Ispirato dall’affresco dei fratelli Torresani, Il Giudizio Universale, conservato a Rieti, nell’Oratorio di San Pietro Martire, l’artista è riuscito a catturare la fatica e la sofferenza con cui i santi si impegnano a salvare le anime periclitanti. Nel Ratto delle Sabine del Giambologna, Ozmo ha colto la violenza e la drammaticità di un rapimento, la potenza racchiusa nei corpi giovani e la resa di un corpo senile, sulle cui spalle pesano non solo gli anni, ma anche tutti i mali e le angosce del genere umano. Un’opera, quella di Ozmo, che pur traendo l’ispirazione dal passato, da due gesti simili ma profondamente diversi, dono di salvezza l’uno, dono di schiavitù l’altro, riesce ad essere quanto mai attuale e profondamente calata nell’epoca d’oggi.

Un’impresa quanto mai coraggiosa, quella intrapresa dall’Agenzia Creativa The Uncommon Factory, dalla curatrice Annalisa Ferraro, dall’artista Ozmo, dal Comune e dal Palazzo di Giustizia di Rieti, volta alla realizzazione della prima opera d’arte urbana mai realizzata sulle pareti di un Tribunale.

Ozmo sarà il primo di quattro artisti, invitati a lavorare in città nell’ambito dell’iniziativa “Linguaggi contemporanei tra affreschi e street art”, un ciclo di quattro seminari dedicato al confronto tra due linguaggi artistici differenti per epoca storica ma vicini per tecniche, iconografie e funzioni, testimonianza che la conservazione della memoria e lo studio del passato si manifestano poi nella nascita e nello sviluppo di pratiche simili a quelle antiche ma al tempo stesso innovative e mutevoli.

L’iniziativa “Trame – Tracce di memoria” è sostenuta dalla Regione Lazio e cofinanziata dal FESR.
  





giovedì 16 maggio 2019

Delphine Valli | CLIMAX



Per il quarto appuntamento del ciclo AlbumArte | Flash!, il 21 maggio 2019 ad AlbumArte, spazio indipendente per l’arte contemporanea di Roma, inaugura la mostra personale di Delphine Valli dal titolo CLIMAX, a cura di Claudio Libero Pisano. 
Per questa sua prima personale ad AlbumArte, Delphine Valli (Champigny-sur-Marne, Francia, 1972, vive e lavora tra la Francia e l’Italia) realizza una serie di opere a parete, wall drawings ed elementi lineari, inediti e site specific rendendo la mostra un insieme di interventi plastici che attivano un inaspettato dialogo con l’intero spazio espositivo. Le opere interagiscono e si completano nella sfida con la solidità dell'architettura esistente, formando un’atipica coesione.

L’artista esplora da sempre, nella sua ricerca, le tensioni che si creano tra l’intervento artistico e lo spazio, coinvolgendolo come elemento plastico, poiché i suoi lavori non parlano tanto di loro stessi quanto dello spazio con i quali entrano in relazione. La geometria ambigua delle sue installazioni innesca un rapporto inedito con la percezione della realtà conosciuta, volta a considerare la straordinarietà di ogni cosa ordinaria. Valli sostiene che se la scultura è arte dello spazio, ne interroga la sostanza: utilizzare il colore a parete in scultura vuole sollecitare lo spazio e non la superficie: la pittura, in scultura diventa immateriale. 

La mostra gode del patrocinio dell’Institut français Italia. Un grazie speciale allo studio di architettura Labics e a IRI REAL ESTATE | Investimenti e compravendite immobiliari. Grazie a Casale del Giglio per la degustazione dei vini il giorno dell’opening.


Delphine Valli | CLIMAX
Mostra personale a cura di Claudio Libero Pisano
Inaugurazione martedì 21 maggio 2019 dalle ore 18.30
Aperta al pubblico fino al 4 giugno, dal martedì al sabato ore 15.00 - 19.00
Parte del ciclo AlbumArte | Flash! Le mostre brevi di AlbumArte
AlbumArte via Flaminia, 122 Roma

AlbumArte
Spazio indipendente no profit per l’arte contemporanea
Via Flaminia 122 00196 Roma T | F +39 0624402941 E info@albumarte.org