lunedì 16 settembre 2024

ImPersonal di Letizia Gatti

 



ImPersonal di Letizia Gatti 

La galleria SPAZIO START inaugura venerdì 20 settembre 2024 alle ore 19.00 la mostra personale della fotografa Letizia Gatti dal titolo Impersonal a cura di Patrizia Dinoi.

Nella costante ricerca di espressioni artistiche per comprendere il proprio mondo interiore, Letizia Gatti si avvicina alla pittura e alla scultura nel 2008.  Il suo desiderio incolmabile per la cultura dell’immagine l’ha portata a formarsi presso la Scuola di fotografia Camera Chiara di Francesco De Napoli. Diventa photoreporter de Il sito dell’Arte (portale di arte e cultura). Negando alla sua fotografia l’uso del colore, attraente, brillante distrattore nella lettura di un’immagine, Letizia Gatti sceglie il dualismo nero-bianco. Il codice espressivo, che l’apparente monocromatismo costruisce, nella sua complessità induce ad un’attenzione maggiore agli effetti della luce sulla composizione. Liberi dalla convenzione del colore ci lasciamo travolgere dall’intensità emotiva che ci regala il bianco-nero.  Lo sguardo coglie la profondità di campo; le sfumature di grigio evidenziano il soggetto e ci permettono di coglierne empaticamente lo stato emotivo. Il suo vissuto diventa il nostro vissuto. La luce disegna silhouette nere su fondi bianchi o viceversa, che sono sempre in relazione tra di loro e con noi come accadrebbe in splendidi, tridimensionali, gruppi scultorei. Patrizia Dinoi

Spazio START, via Cattedrale, 14 Giovinazzo (Ba)

ImPersonal di Letizia Gatti a cura di Patrizia Dinoi

Inaugurazione: venerdì 20 settembre 2024 ore 19.00

La mostra è visitabile fino al 13 ottobre 2024, dal mercoledì alla domenica con orario di apertura 19 – 21, oppure su appuntamento (tel. 389 191 1159)

Comunicazione a cura di Spazio Start

Progetto grafico di Claudia Dagostino

Per informazioni: T. +389 191 1159 – spaziostart.giovinazzo@gmail.com – https://www.facebook.com/spaziostart

DELICATESSEN di Francesco Petrone


Curva Pura è lieta di annunciare la mostra personale di Francesco Petrone, Delicatessen, a cura di Chiara Guidoni e Nicoletta Provenzano, che inaugurerà giovedì 19 settembre alle ore 19:00 presso la sede della galleria, in via Giuseppe Acerbi 1/a, Roma. 

La mostra presenta l’ultima produzione di opere in pane dell’artista, partendo dal termine utilizzato come titolo della mostra: Delicatessen richiama, infatti, sia una macelleria, quale luogo in cui si espone e vende la carne, sia la delicatezza necessaria nel trattare la carne viva, scoperta e senza difese. L’utilizzo del pane da parte dell’artista riguarda una poetica che si discosta dalla precedente produzione in materiali pesanti, quali cemento e ferro, ma ne mantiene i connotati duri e simbolici, attraverso una materia che racconta la semplicità, la familiarità e il nutrimento. 

«Per Francesco Petrone le opere della mostra Delicatessensono una sintesi di passato e di futuro. Esse parlano delle sue radici, quelle scoperte, come probabilmente nessuna opera ha fatto finora. Lo dichiara, abbastanza apertamente, quando ci mette di fronte a quella carne che è nient’altro che carne. Quella carne viva che resta in bella vista quando si decide di mettersi così tanto a nudo da far a meno quasi anche della pelle. Lo fa, appunto, per parlare di un passato che non può perire perché scorre in ogni vena, ma che, comunque, si situa nel presente solo come figura viscerale o sviscerata.»


BIOGRAFIA
Francesco Petrone(Foggia, 1978) vive e lavora a Roma. Si laurea con lode presso l'Accademia di Belle Arti di Foggia; ha lavorato come scenografo per il teatro e il cinema ed è docente presso il Liceo Artistico Argan di Roma. La sua pratica è incentrata su un’analisi del contesto contemporaneo attraverso l’uso della scultura non come fine ma come mezzo di indagine. L’interesse si situa sul simbolo, che riporta attraverso l’uso di materiali industriali e freddi, quali cemento armato e ferro, ma anche quotidiani e caldi, quali legno, pane, ghiaccio, muffe e muschi. Artista votato alla circolarità, riconosce la coincidenza dei concetti di inizio e di fine, se ne fa messaggero, attraverso forme, idee e materiali. Il suo campo di indagine comprende anche una pratica più effimera, legata alla trasparenza e all’inafferrabilità, avvicinandosi al concetto di tempo, che egli riflette nel vetro, in un gesto che è lo specchio del suo processo di indagine artistica verso l’essenza. L’artista è stato selezionato per il PAC (Piano Arte Contemporanea) 2024, con un progetto in collaborazione con il Piccolo Museo del Diario di Pieve Santo Stefano (AR). Fra le mostre si segnalano: Rossi Cardinali, istallazione site specific (Borgo Incoronata(FG)), Respiro (Indigo Art Gallery, Perugia), Inchino (Indigo Art Gallery, Perugia), Station to Station (Reggio Calabria), Biennale d’Arte di Viterbo (Celleno), Lazzaro Art doesn’t sleep (New York, Milano, Roma, Palermo, Istanbul), Ingombri/Altro altrove, MAAM – Macro Asilo(Roma), Atelier d’Artista – MACRO Asilo (Roma), Art Room 72 (Shangai), Apulia Land Art (Alberobello (BA)), Collezionisti&Collezioni, MARCA (Catanzaro), ARTSIDERS, Galleria Nazionale dell’Umbria (Perugia), Mosche nello stomaco, MAAM (Roma).


INFO 
DELICATESSEN
Francesco Petrone 
a cura di Chiara Guidoni e Nicoletta Provenzano 

Opening 19 Settembre 2024 ore 19:00
Fino al 20 Ottobre 2024

Orari:martedì e giovedì dalle ore 18:30 e su appuntamento - prenotare via mail curvapura@gmail.com o whatsapp 3314243004

Curva Pura 
Via Giuseppe Acerbi, 1a - Roma
curvapura@gmail.com

Roberto Ghezzi | WHITE FADES, Art, Science and Climate Change in the Polar Lands

Roberto Ghezzi_The Polar Stream_2023 


L’Istituto Italiano di Cultura a Oslo presenta, giovedì 26 settembre 2024 alle ore 18,30, una mostra di arte contemporanea dedicata alla ricerca estetica dell’artista italiano Roberto Ghezzi dal titolo WHITE FADES, Art, Science and Climate Change in the Polar Lands a cura di Mara Predicatori. Un progetto ambizioso, frutto di studi e ricerche sull’Artico che l’artista porta avanti da diversi anni, in collaborazione con scienziati del Consiglio Nazionale delle Ricerche e, in questa occasione, con il patrocinio di Centro per l’Arte Contemporanea Palazzo Lucarini Contemporary e il supporto di Cartiera Magnani Pescia e Phoresta ETS, con l’obiettivo di indagare la natura e fenomeni connessi al cambiamento climatico, in chiave artistica. La personale di Ghezzi all’IIC di Oslo vede la collaborazione di Italia e Norvegia nella restituzione artistico-scientifica di un ampio progetto che intende ‘far parlare il ghiaccio’ coinvolgendo più partner nella condivisa volontà di diffondere e affrontare i temi ambientali ed ecologici attraverso il filtro poetico e critico, ad un tempo, dell’arte.

La mostra presenta opere realizzate da Roberto Ghezzi in due residenze artistiche, rispettivamente a Tassilaq (Groenlandia, 2022) presso The Red Housedi Robert Pieroni e alleIsoleSvalbard (Norvegia, 2023), presso lo Spitsbergen Artists Center; entrambe le residenze sono state realizzate in collaborazione con il CNR ISP (Istituto di Scienze Polari). Il contributo scientifico dei ricercatori Biagio Di Mauro e Fabiana Corami ha portato a interessanti scoperte relative lo scioglimento dei ghiacciai. In entrambe le esperienze l’artista ha lasciato che fosse la fusione del ghiaccio a lasciare tracce e dunque a produrre le sue opere. Nel primo caso producendo delle cianotipie da dilavamento; nel secondo un video prodotto dal rimontaggio di girati prodotti da telecamere trasportate dai rivoli di ghiaccio in rapido scioglimento. La particolarità della ricerca dell’artista è quella di produrre lavori artistici limitando più possibile il proprio intervento diretto. Egli, infatti, tramite un’attenta prassi preparatoria, fa in modo che siano i fenomeni naturali e gli elementi del paesaggio quali acqua, aria e ghiaccio a lasciare le loro tracce su supporti di diverso tipo in sperimentazioni sempre più ardite e rispettose della voce della natura. La traccia raccolta, non manipolata dall’artista, si trasforma così in una sorta di campione o referto analizzabile talvolta scientificamente per la sua neutralità. 

A corredo della mostra vi sono inoltre delle cianotipie di paesaggi che documentano i luoghi attraversati e taccuini con gli appunti visivi e diaristici dell’artista. La mostra è l’occasione, non solo di immergersi nella contemplazione di opere artistiche di indubbia fascinazione estetica, ma anche, a partire dalla ricerca di Ghezzi, di riflettere sul cambiamento climatico in atto e interrogarci sull’agire umano rispetto a quanto sta avvenendo.



Titolo: WHITE FADES | Art, Science and Climate Change in the Polar Lands | I progetti in Artico di Roberto Ghezzi
Artista: Roberto Ghezzi
Curatela: Mara Predicatori
Oggetto: Arte contemporanea. Mostra personale con opere realizzate in due residenze artistiche nelle regioni artiche
Con la partecipazione scientificadella dott.ssa Fabiana Corami del CNR ISP
Con il patrocinio di: Palazzo Lucarini Contemporary Centro per l’Arte Contemporanea
Inaugurazione: 26 settembre 2024 ore 18,30
Periodo: dal 26 settembre al 15 novembre 2024
Orario visite:Lunedì-Giovedì 10.00-13.00; 14.30-16.00 Venerdì 10.00-13.00
In occasione di eventi serali dalle 18.30 alle 21.00 - INGRESSO LIBERO
Sede: Istituto Italiano di Cultura di Oslo
Oscars gate 56, 0258 Oslo – Norvegia
Tel. +47 40002790/92 - iicoslo@esteri.it

Ente promotore: Istituto Italiano di Cultura di Oslo (Norvegia)
Sponsor tecnico: Cartiera Enrico Magnani Pescia, Phoresta ETS
Si ringrazia il videomaker Leonardo Mizar Vianello (The Polar Stream, 2023)

Communication Manager Amalia Di Lanno
info@amaliadilanno.com www.amaliadilanno.com

giovedì 12 settembre 2024

No Man’s Land Foundation | CANTIERE APERTO | II Edizione

Alberto Garutti, Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui , 2020
Credits No Man's Land Foundation, ph. Gino Di Paolo 


Al via il 14 settembre, dalle ore 12 alle 18, a No Man's Land ( Loreto Aprutino Pe), Cantiere Aperto, la rassegna di arte contemporanea, musica e poesia promossa dalla Fondazione No Man’s Land a cura di Zerynthia - Associazione per l’Arte Contemporanea OdV in collaborazione con Aware - Bellezza Resistente, con il Patrocinio del Comune di Loreto Aprutino.

Cantiere Aperto è l’evento più rappresentativo di un’intensa programmazione annuale di No Man’s Land che si propone come modello di cambiamento sociale ed etico, ripetibile in qualsiasi luogo del mondo, la cui parola d’ordine è accoglienza. La rassegna di arte musica e poesia si svolge in un’intera giornata tenendo uniti i diversi linguaggi dell’arte e invitando un più vasto pubblico a partecipare.

Partecipano: Ospite speciale l’artista Bruna Esposito (Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 1999 Padiglione Italia), Michelangelo Lupone e Licia Galizia, Jonida Prifti (poesia), Filippo Balestra (poesia), Anna Spasic ( poesia), Gennaro Spinelli (musica), Gipsy Rufina (musica), Malix (musica), Linbo (musica), Gaia Mobilj (musica).

Cantiere Aperto - II edizione inaugurerà con la nuova installazione permanente site-specific di Michelangelo Lupone con Licia Galizia, Al vento, e proseguirà tra il bosco di noceto e il giardino della Fondazione con le performance di musicisti e poeti insieme a momenti di dialogo e approfondimento con il talk. L’installazione tattile e sonora, Al vento, nasce dall’osservazione del luogo come “Terra di Tutti” e dai particolari tronchi segnati sulla corteccia che rimandano al “Dictionnaire” di Yona Friedman. “L’obiettivo - affermano gli artisti - è la realizzazione di un intervento che si inserisce con estrema delicatezza nell’impianto naturalistico offrendo al visitatore la possibilità di dialogare intimamente e con discrezione con l’albero e la natura circostante.” La struttura lignea che viene comunemente utilizzata per direzionare correttamente la crescita del tronco dell’albero, verrà sostituita da Lupone e Galizia con due strutture cilindriche sulle quali si svilupperanno due lastre di alluminio corten. Con l’aiuto della tecnologia alimentata da un piccolo pannello solare, il visitatore azionerà con il solo tatto una particolare melodia. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Centro Ricerche Musicali CRM.

L’idea del progetto No Man’s Land (NML) a Rotacesta è frutto di una lunga conversazione tra Yona Friedman (l’architetto delle utopie realizzabili) e Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier (Zerynthia). La Fondazione NML (di cui Friedman sarà il primo presidente onorario) nasce nel maggio 2016, in circa due ettari di terreno agricolo: un luogo di libertà, di condivisione, di arte e di natura. Seguendo la filosofia di Friedman, i partecipanti ai progetti creano un dialogo aperto attraverso interazioni e interventi artistici condividendo idee, bisogni e pensieri. Questa frazione di Loreto Aprutino tra gli uliveti e i vigneti del retroterra pescarese ospita la Fondazione No Man’s Land, la terra che non appartiene a nessuno perché è di tutti. 

Ingresso libero

Come arrivare a NO MAN’S LAND: https://goo.gl/maps/fDxvQyShQsQ2




Titolo: Cantiere Aperto
Artisti Arte_ Musica_ Poesia: Filippo Balestra, Licia Galizia, Linbo, Michelangelo Lupone, Malix , Gaia Mobilj, Jonida Prifti, Gipsy Rufina , Anna Spasic, Gennaro Spinelli
A cura di: Zerynthia
Data: 14 settembre 2024 ore 12-18
Luogo: Loreto Aprutino (PE)_ Contrada Rotacesta
Organizzazione: Fondazione No Man’s Land in collaborazione con Aware – Bellezza Resistente
Patrocinio: Comune di Loreto Aprutino
Ufficio Stampa: www.rp-press.it
Come arrivare a NO MAN’S LAND: https://goo.gl/maps/fDxvQyShQsQ2
INFO No Man’s Land: E: fondazionenomansland@gmail.com
INGRESSO GRATUITO 

UFFICIO STAMPA/ PRESS OFFICE:
www.rp-press.it - E: press@rp-press.it


mercoledì 11 settembre 2024

"...una volta bastava un chiodo", mostra finale del concorso per giovani artisti in ricordo di Enrico Vannucci

Abdel_Karim_Ougri_frame_da_Nachgefuhl

"Una volta bastava un chiodo" è la mostra collettiva con i vincitori del concorso per giovani artisti in ricordo di Enrico Vannucci, promosso da galleria ME Vannucci e associazione Utopias! e realizzato grazie al contributo di Giovanisì - Regione Toscana nell'ambito di Toscanaincontemporanea2023. La mostra conclude gli eventi estivi del progetto Estate in galleria 2024 a cura dell’associazione Utopias!, che da luglio ha presentato una serie di incontri e proiezioni nel cortile della galleria, realizzati con il patrocinio del Comune di Pistoia.

Nel marzo 2024, la giuria composta da Massimiliano Vannucci, Marco Barbieri e Marco Bazzini ha conferito il primo premio del concorso a Gianmarco Garbugli e secondi ex aequo Jessica Brunelli e Abdel Karim Ougri, ma vista la qualità dei lavori pervenuti ha ritenuto opportuno ampliare il podio premiando tutti i primi dieci classificati con una mostra collettiva.

Le opere di Alessio Barchitta, Jessica Brunelli, Gianmarco Garbugli, Lisha Lang, Giorgia Mascitti, Gianlorenzo Nardi, Roberto Orlando, Abdel Karim Ougri, Andrea Alkin Reggioli, Francesca Rossello sono visibili in galleria dall’8 al 28 settembre con la proiezione in esterno di alcuni video durante la serata di inaugurazione.

L'opera vincitrice del concorso è Grandi oggetti blu, 2024, olio su tela, 200x170 cm, di Gianmarco Garbugli,a cui è stato consegnato il premio in denaro di 2.500,00 euro. La motivazione della giuria per la premiazione di questa opera è stata la seguente: “utilizza la pittura come mezzo espressivo quasi scultoreo, i grandi oggetti blu si stagliano come figure tridimensionali nello spazio con una consistenza architettonica dal sapore metafisico. L’ambiguità dell’oggetto, data anche dalla dimensione dell’opera, apre a una dimensione interlocutoria tra il dipingere e la realtà”.

Spogliato-io, 2024, dittico fotografico, stampa fineart su dibond, 140x85 cm cad., di Jessica Brunelliè stata premiata perché “l’artista pone l’attenzione verso l’individuazione del corpo femminile non più come terminale per la cura ma come organismo da curare e da proteggere quale condizione oggi delle donne. Un lavoro intimo e allo stesso tempo fortemente contemporaneo e sociale” 

Nachgefuhl, 2023, video digitale multicanale, b/n, sonoro, durata 4,00’, di Abdel Karim Ougri, è un’opera nella quale “un ambiente di lavoro diviene il pretesto per una dimensione personale che si fa incerta e vacillante nelle inquadrature, mentre la preghiera da rituale individuale diventa colonna sonora delle azioni vissute da alcuni migranti nelle cucine italiane”.

La giuria ha inoltre espresso le seguenti motivazioni per la scelta degli altri sette artisti: Alessio Barchitta, per una ricerca sull’oggetto attraverso i più nascosti lati oscuri che permettono di aprire nuove condizioni del reale; Lisha Lang, per la interessante riflessione sull'identità; Giorgia Mascitti, per la qualità del disegno espressa nelle forme di una vertigine fantastica e surreale; Gianlorenzo Nardi, per l'impiego di oggetti quotidiani decontestualizzati che assurgono a nuova vita rimandando al lavoro dell'uomo e al suo nomadismo; Roberto Orlando, per l'approccio personale e ricco di tematiche all'opera pittorica; Andrea Alkin Reggioli, per l'impiego di diversi linguaggi artistici – video, musica, danza – che amalgamandosi fra loro danno vita ad un unicum ritmico-dinamico trascendentale; Francesca Rossello per la riflessione sulla necessità di ascolto della natura al fine della sua tutela e dell'essere umano che con essa interagisce.

Enrico Vannucci, scomparso nel febbraio del 2023, fondò nel 1959 insieme al padre Ermanno la Galleria Vannucci in via della Provvidenza, nel centro di Pistoia, che ha gestito – successivamente anche con il fratello Alessandro – fino alla creazione insieme al figlio Massimiliano della ME Vannucci arte contemporanea nella nuova sede di via Gorizia. Massimiliano Vannucci, insieme all'associazione Utopias!, ha deciso di dedicare un premio alla memoria del padre per sostenere i giovani artisti.


GALLERIA ME VANNUCCI Via Gorizia, 122 Pistoia, Italia
tel. +39 057320066 mob. +39 335 6745185
info@vannucciartecontemporanea.com www.vannucciartecontemporanea.co

Medianature, mostra degli studenti del biennio di Multimedia Arts and Design di RUFA

Baldo_ Di Capua_Catalano_Cyborg Mama Nature


Medianature è un progetto degli studenti del primo e del secondo anno del Biennio di Multimedia Arts and Design di RUFA - Rome University of Fine Arts, curato da Re:humanism e ospitato da AlbumArte, centro di ricerca e produzione artistica indipendente di Roma.

Il titolo della mostra si ispira al lavoro del teorico dei media Jussi Parikka, che con questo termine propone un nuovo modo di comprendere la relazione tra natura e cultura.

Parikka esplora come i media non siano solamente strumenti di rappresentazione della natura, ma siano essi stessi partecipi dell'ecologia globale, modellando e influenzando il nostro rapporto con l'ambiente.

Su questo si interrogano i tre progetti multimediali presentati per l’occasione e che dialogheranno con gli spazi espositivi sovvertendo alcune delle certezze dei visitatori.

Padiglione Invisibile, concepito dal collettivo Blivet allude ironicamente all’impostazione espositiva proposta da una delle principali istituzioni artistiche contemporanee, la Biennale d’arte di Venezia, rovesciandone però la destinazione in termini di visibilità e invitandoci ad una riflessione su chi e cosa oggi nella società iperconnessa è veramente esposto. Un percorso guidato invita lo spettatore ad attraversare gli ambienti di AlbumArte, rivelando solo alla fine le logiche che lo determinano e invitando ad un gesto di ribellione nei confronti delle regole imposte.

Cyborg Mama Nature è una grande installazione totemica concepita da Silvia Baldo, Giuseppe Di Capua, Elisa Catalano che fonde natura e tecnologia e che interagisce direttamente con lo spettatore, stimolando una relazione simbiotica tra componenti umane, organiche e inorganiche, attraverso il suono. L’opera, concepita per la sala principale dello spazio espositivo, reagisce al movimento dei visitatori e ne restituisce suoni con l’intento di creare un dialogo interspecie. Con esplicito riferimento al monolite di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, simbolo del progresso e della sopraffazione umana grazie alla tecnica, quest’ultimo viene ora reinterpretato in chiave contemporanea: la struttura totemica, ora non più emblema di dominio, diventa rappresentazione di una prospettiva inclusiva, coabitante e partecipata, dove tutte le entità vivono e comunicano in armonia.

InfineEcosistema Queer di Raffaele Esposito e Annarita Debellis consiste in una serie di installazioni cinetiche che produce una tempesta primordiale che stordisce, rivela e “fluidifica” le identità dello spettatore. L'opera rappresenta la corteccia di un albero realizzata interamente in metallo. La corteccia, nella sua essenza più profonda, non è una barriera impenetrabile, ma piuttosto un filtro che media tra l'essere interiore e il mondo circostante. Attraverso le sue rugosità e fenditure, quest’ultima esprime la memoria di esperienze passate e di cicli vitali che si ripetono eternamente. La corteccia diventa qui un simbolo di contatto e scambio, di apertura alla trasformazione. Lo spazio apparentemente freddo e artificiale, si rivela un luogo di rinascita e adattamento, suggerendo che la tecnologia può diventare un'estensione naturale del nostro ecosistema: una pelle vivente in cui stabilire legami di cura basati sulla consapevolezza di interconnessioni inestricabili.


SCHEDA INFORMATIVA
Titolo: Medianature
Artisti: Blivet; Raffaele Esposito e Annarita Debellis; Silvia Baldo, Giuseppe Di Capua, Elisa Catalano
A cura di Re:humanism
Opening: lunedì 16 settembre, ore 18.00
Apertura: dal martedì al venerdì e il sabato su appuntamento, con orario 15.00 – 19.00

Con il supporto di:


UFFICIO STAMPA E INFORMAZIONI
AlbumArte info@albumarte.org| www.albumarte.org
Re:humanism info@re-humanism.comI www.re-humanism.com
RUFA comunicazione@unirufa.it| www.unirufa.it

giovedì 5 settembre 2024

CORPUS NATURAE | Tomaso Binga e María Ángeles Vila Tortosa

Tomaso Binga_Lo studio di Bianca Pucciarelli Menna_2024_foto © Paola Farfaglio

Dal 13 settembre al 13 ottobre 2024 nel Padiglione 9b del Mattatoio di Roma sarà esposta la mostra CORPUS NATURAE, a cura di Benedetta Carpi De Resmini, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale eAzienda Speciale Palaexpo, organizzata da Azienda Speciale Palaexpo con la collaborazione di Latitudo, realizzata con il supporto di Istituto Cervantes di Romae Lithuanian Culture Institute.

Il percorso espositivo apre un dialogo intergenerazionale tra due straordinarie artiste: Bianca Pucciarelli Menna in arte Tomaso Binga(nata a Salerno nel 1931) e María Ángeles Vila Tortosa(nata a Valencia nel 1978). 

Un incontro tra due donne apparentemente distanti, portatrici attraverso il loro lavoro di un senso di esistenza diverso, che mette in discussione forme di dominio, gerarchia e appropriazione tipiche della modernità capitalista, patriarcale e antropocentrica. 

Il filo conduttore che lega le due artiste è il linguaggio delle piante e un legame profondo tra corpo e natura. María Ángeles Vila Tortosa esplora il mondo delle piante, attraverso la tecnica della stampa, riflettendo sulla loro significativa importanza nel quotidiano per la protezione e la cura domestica e per le connessioni viscerali e primordiali con il genere umano. Le opere di Tomaso Binga, realizzate dagli anni Settanta ad oggi, dimostrano come la natura sia intimamente connessa all'arte, alla sfera dell’umano, soprattutto al corpo delle donne, rivelando l’adesione epistemologica dell’autrice al suo genere femminile e sfidando pratiche secolari di assoggettamento. 
La mostra invita alla riflessione sulla nostra relazione con la Terra e il mondo vegetale. È un richiamo alla visione biocentrica dell'universo e nasce dalla volontà di rivelare le molteplici connessioni, anche inconsapevoli, nel lavoro di Tomaso Binga e María Ángeles Vila Tortosa con gli studi dell'archeologa Marija Gimbutas (Vilnius 1921 - Los Angeles 1994), incentrati intorno al sacro identificato con la natura e con il femminile. L’archeologa, infatti, ha contribuito a diffondere nel mondo contemporaneo la coscienza di come la Terra fosse anticamente venerata come Dea Madre Creatrice, evidenziando la necessità di una concezione ciclica dell'universo. La Terra, intesa come Madre-Terra, diventa lo spazio linguistico entro cui si muove la ricerca della mostra: è la matrice da cui emerge una rinnovata attenzione verso il mondo vegetale, un universo in armonia con i ritmi stagionali e naturali. Le connessioni tra le opere di María Ángeles Vila Tortosa e Tomaso Binga svelano l'essenza stessa dell'esistenza umana, intessuta con le trame della natura e del corpo della donna biologicamente disposto all’accoglienza dell’altro.
Il corpo, come appare nell’opera di Tomaso Binga, apre la mostra e si estende fino a diventare linguaggio e poi grafema desemantizzato che si trasforma in stelo di fiori: il discorso si arricchisce di un nuovo senso attraverso il gemmare grafico di elementi vegetali, quasi a suggerire una nuova rilettura più consapevole del mondo. I numerosi Dattilocodici di Tomaso Binga dialogano con Herbario doméstico di María Ángeles Vila Tortosa, un’opera monumentale realizzata negli ultimi anni con più di cento elementi. Diversamente da quanto accade nell’opera di Tomaso Binga, dove il corpo diventa linguaggio e poi elemento vegetale, nell’opera di Vila Tortosa sono le piante a diventare corpo e a creare una diversa grammatica. Perno centrale di questa mostra è dunque il corpo “gravido” della Natura che si estende fino ad aprire un dialogo-incontro. Grazie, infatti, al ribaltamento voluto dal progetto espositivo, alcune stampe vegetali di Vila Tortosa sono utilizzate per ricreare una carta da parati parafrasando l’opera storica di Tomaso Binga, Carta da parato, casa Malangonedel 1976

Gli spazi del Mattatoio, nel padiglione 9b, che ospitano la mostra diventano così emblematici: un luogo paradigmatico del sistema androcentrico, dove il corpo si trasforma in merce, ospita la sua antitesi, il corpo-donna che si apre all’altro da sé, come atto di speranza, desiderio di suscitare meraviglia di fronte ai fenomeni ciclici della natura e alla potenza rigenerativa delle piante. 

A chiudere la mostra una doppia intervista alle due artiste realizzata dai Monkeys Video Lab durante i mesi di lavorazione del progetto.

Il catalogo della mostra, edito da Quodlibet, conterrà testi della curatrice, di Giuseppe Garrera, Ilaria Gianni oltre ad un testo dedicato a Marija Gimbutas della critica d’arte lituana Laima Kreivyte.

Biografie
Tomaso Binga, pseudonimo di Bianca Pucciarelli Menna, è nata a Salerno nel 1931. Ha insegnato Teoria e metodo dei mass media all'Accademia di Belle Arti di Frosinone. Direttrice dell'associazione culturale "Lavatoio Contumaciale" di Roma e Presidente dell’archivio che porta il suo nome. Binga ha partecipato a numerose mostre internazionali. Le sue pubblicazioni e le sue opere hanno avuto un impatto significativo nel campo dell'arte verbo-visuale.

María Ángeles Vila Tortosa è nata a Enguera (Valencia) nel 1978. Laureata in Belle Arti con un dottorato in incisione e stampa, ha studiato e lavorato a Roma grazie a borse di studio Erasmus e Leonardo da Vinci. La sua carriera artistica, iniziata nel 2004, include mostre in Spagna, Italia, Portogallo, Bulgaria, Ungheria e Lituania. Ha collaborato con importanti istituzioni e ha pubblicato libri illustrati per bambini. Recentemente, ha collaborato con Maria Grazia Chiuri per Christian Dior.

Benedetta Carpi de Resmini, è curatrice e critica d'arte. Interessata alla contaminazione tra artisti e processi sociali, si occupa di studi di genere e pratiche curatoriali. Ha lavorato con importanti istituzioni e riviste d'arte italiane. Attualmente, dirige Latitudo Art Projects e ha curato progetti per la Biennale di Kaunas e altri eventi internazionali.



SCHEDA INFORMATIVA 
MOSTRA: Corpus Naturae
ARTISTE: Tomaso Binga e María Ángeles Vila Tortosa
CURATORE: Benedetta Carpi De Resmini
DATE: 13 settembre – 13 ottobre 2024
SEDE: Mattatoio di Roma | Piazza Orazio Giustiniani, 4, 00153 Roma
PREVIEW STAMPA: 12 settembre ore 11:00
INAUGURAZIONE: 12 settembre ore 18:00
INFORMAZIONI: Ingresso gratuito. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura
ORARI INGRESSO: Dal martedì alla domenica 11:00 – 20:00. Chiuso il lunedì

INFO 
Facebook: @mattatoioroma
Instagram: @mattatoio
#MattatoioRoma

UFFICIO STAMPA AZIENDA SPECIALE PALAEXPO
Piergiorgio Paris T +39 347 8005911 – p.paris@palaexpo.it
Federica Mariani T +39 366 6493235 – f.mariani@palaexpo.it
Adele Della Sala T + 39 366 4435942 – a.dellasala@palaexpo.it

Segreteria
Dario Santarsiero - T 06 69627 1205 – d.santarsiero@palaexpo.it

UFFICIO STAMPA UC STUDIO
Chiara Ciucci Giuliani T 3929173661 – chiara@ucstudio.it
Roberta Pucci T 3408174090 – roberta@ucstudio.it