venerdì 30 novembre 2012

KYME




Kyme
Vincenzo Aulitto
Salvio Capuano
Antonio Ciraci
Nunzio Figliolini
Adele Monaco

Domenica 2 dicembre 2012, ore 10.30, inaugurazione della mostra Kyme, a cura di Gilda luongo, presso il Castel Dell'Ovo, Sale delle Terrazze Via Partenope Borgo Marinari - Napoli
2 | 11 dicembre
ORARI
lunedì-sabato ore 9.30 | 18.00
domenica ore 9.30 |13.30

"Kyme, è il suono ancestrale che flutta dagli antri della terra flegrea, è il senso della ricerca gettato in un campo aperto dove la memoria dischiude, simboli e miti ambasciatori di un’estetica immaginifica. Cinque artisti attraverso la riappropriazione di una dialettica lenta, seguono la fenomenologia della vita, della terra, del fuoco mentre le archai animano tutto il vivente, restituendo ai luoghi la bellezza violata da una urbanizzazione selvaggia. Il sulphur, del mito infiamma il cuore, lo provoca ad uscire per cercare nella lucentezza del passato un’idea per il futuro. Questo nuovo laboratorio del fare, sconvolge i ruoli precostituiti della società industriale e sollecita a riappropriarsi del mito per ricostruire il futuro, la contemporaneità dell’arte, dell’etica, dell’urbanistica come rispetto dell’identità e della vocazione dei luoghi. L’arte nel programma del gruppo non si fa indifferente ma diviene lancia, invettiva propositiva che ridisegna il mito dei campi flegrei, secondo un opus partecipativo della materia sociale dell’arte. I cinque artisti, stracciano i ruoli consolidati del sapere, scavano sogni, grattano dai fondali di un oracolo collettivo, profezie future e città possibili per poi trovare nuove forme di aggregazione con altri artisti ed operatori culturali che condividono il dettato etico ed estetico di una programmazione centripeta che si innesta su un substrato d’amore per una terra la cui bellezza ci fa tutti flegrei. Aulitto, Capuano, Ciraci, Figliolini, Monaco, accomunati da universi artistici differenti, si uniscono in un comune manifesto di intenti: restituire l’identità flegrea attraverso una produzione artistica che dialoga con la madre terra, con il mare, con con le valli oscure e dense dei laghi del non tempo...” (Gilda Luongo). “...Lavorando a e sperimentando nuove modalità espressive, in relazione al territorio in cui vivono, questi artisti contribuiscono a creare un’identità culturale, che, questo è l’auspicio, potrà e dovrà confrontarsi con l’altro, con lo straniero (che è già dentro di noi), come stranieri erano quei coloni greci che migliaia di anni fa sbarcarono sulle nostre coste, dando vita a una civiltà che, ancora oggi, tendiamo a riconoscere e ricostruire come nostro orizzonte di senso” (Dario Giugliano).

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Amalia Di Lanno

 


Nuovo appuntamento con il Murjazz Winter targato Eventus




Rosario Bonaccorso
       Roberto Tarenzi

Pasquale Angelini

Domenica 2 dicembre, a partire dalle ore 21.30, presso il Baretto di Martina Franca, esibizione del trio composto da Rosario Bonaccorso, Roberto Tarenzi e Pasquale Angelini

Torna domenica 2 dicembre, alle ore 21.30, la musica live di qualità targata Eventus, con un trio jazz di assoluto spessore: Rosario Bonaccorso, Roberto Terenzi e Pasquale Angelini.
L’unicità della musica jazz sta nella capacità di aggregare e disaggregare, come in un caleidoscopio, la genialità dei suoi eroi sulla base di un semplice pretesto: scambiare emozioni intense col pubblico. Murjazz Winter, un prodotto Eventus, coglie l’opportunità di assemblare un trio di eccellenza che offre ampie garanzie in tal senso e sceglie l’ambiente ideale per la “rimpatriata” indimenticabile, l’episodio unico ed irripetibile, la perla che entra di diritto nello scrigno dei ricordi: il Baretto.
ROSARIO BONACCORSO (contrabbasso), ROBERTO TARENZI (piano) e PASQUALE ANGELINI (batteria) sono il valore aggiunto allo strepitoso tour di Gino Paoli e Nina Zilli di passaggio in Puglia. Con la simpatica complicità del grande Stefano Fonzi, direttore dell'Orchestra della Magna Grecia, presente alla serata, i tre artisti offrono la loro bravura in un concerto imperdibile con i grandi standard, brani dei rispettivi repertori ed incursioni nel repertorio Paoli – Zilli e sprazzi di geniale improvvisazione suggeriti dal favoloso interplay sul palco.
Rinunciamo, per l’occasione, alla stucchevole usanza di citare la lista delle collaborazioni dei tre artisti per decretarne il valore. Tre stelle che brillano di luce propria non ne hanno bisogno.

Inizio ore 21.30
INGRESSO CON INVITO
Via Sant'Eligio, 10 74015 Martina Franca (TA)
Per ulteriori info contattare i numeri 392.8728164 – 080/9671397.
D.Fumarola

La XV edizione del Premio Pino Pascali si inaugura a Polignano a Mare (Bari) venerdì 7 Dicembre 2012 alle ore 19.00.




PREMIO PINO PASCALI  2012 – XV ed.

La XV edizione del Premio Pino Pascali si inaugura a Polignano a Mare (Bari) venerdì 7 Dicembre 2012 alle ore 19.00.

Premiata dal Presidente Napolitano con il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 2009 come miglior giovane artista,  Nathalie  Djurberg  si aggiudica il Premio Pino Pascali 2012 insieme a Hans Berg musicista e compositore, a cui  sarà dedicata una mostra ospitata nelle sale del nuovo Museo Pino Pascali. 
La commissione composta da Rosalba Branà, direttrice della Fondazione Museo Pino Pascali, Roberto Lacarbonara, giornalista e curatore indipendente, Mariapaola Spinelli, curatrice indipendente, ha così motivato la scelta:
Entrare nel territorio di Nathalie Djurberg è come varcare la soglia del proprio inconscio, eros e thanatos si rincorrono, i tabù sviscerati visivamente in un sincrono perfetto tra le immagini e la musica di Hans Berg. Creatrice di favole per adulti, nella tensione drammatica giocata tra humor e horror, tra perversione e psicosi, il contesto allegorico della giovane artista svedese rivela le dinamiche collettive del nostro tempo, i ritmi ossessivi dell’agire, le difficoltà di stabilire equilibri sereni tra uomo e natura”.
Alla commissione è affidata anche la curatela dall’esposizione che ripercorrerà la produzione di Nathalie Djurberg documentando le celebri clay animation, film realizzati in stop motion che raccontano narrazioni visionarie con protagoniste alcune marionette forgiate in argilla e plastiline. Tra i lavori esposti anche videoinstallazioni, ricostruzioni ambientali che ospitano lo spettatore al centro del processo narrativo, e alcune sculture in plastilina e tecnica mista che l’artista destina al filmmaking. 
I soggetti più ricorrenti nell’opera di Djurberg sono creature ibride, invenzioni plastiche che alludono al mondo umano e animale dalle espressioni selvagge e conturbanti. All’interno di questo microcosmo, le musiche prodotte dal compositore Hans Berg rappresentano un linguaggio complementare e un connubio suggestivo in grado di esaltare la drammatizzazione.
Nathalie Djurberg ha scelto di esporre alcune opere significative del suo percorso attraverso una selezione di video-installazioni, sculture e filmati dal 2007 sino al 2011  provenienti dalla Fondazione Prada e dalla Galleria Giò Marconi di Milano.

Intervengono: Il Sindaco e Presidente della Fondazione Pino Pascali, Domenico Vitto;
L’Assessore al Mediterraneo Cultura e Turismo della Regione Puglia Silvia Godelli;
La prof.ssa Christine Farese Sperken, Università degli Studi di Bari e membro del CDA della Fondazione;   
L’Assessore alla Cultura del Comune di Polignano Marilena Abbatepaolo.

TRA LE OPERE IN MOSTRA.

Jag sysslar givetvis med trolleri (Naturalmente mi occupo di magia, 2007;
Disegni animati a carboncino, video, musica di Hans Berg, 5:36 min. / Fondazione Prada, Mi).
Il visitatore è alle prese con l’unico disegno animato della mostra, una stilizzazione che simula le tracce di una pittura rupestre. La scena riproduce la straziante deformazione e il disfacimento del corpo di una figura femminile. Una natura antropomorfa prende vita e aggredisce l’indifesa protagonista che, a sua volta, si trasforma in un personaggio mostruoso e autodistruttivo compiendo violenza sul proprio corpo. 

Didn't you know I'm made of butter? (Non lo sai che son fatta di burro?, 2011; Clay animation, video, musica di Hans Berg, 4:53 min. / Fondazione Prada, Mi).
Una guerra simbolica tra la donna e la bestialità dell’universo maschile, qui rappresentato da un toro. Una donna nuda siede accanto ad una tavola imbandita con fragili suppellettili in vetro. L’ingresso in scena di un enorme toro bianco dapprima innesca una perversa implicazione erotica tra i due, destinata a divenire presto atto di ferocia sessuale e nuova disintegrazione del corpo femminile. Intanto sullo sfondo appare il testo “Non sai che son fatta di burro? Mi scioglierò al sole e al tuo contatto”

Johnny (2008; Clay animation, video, musica di Hans Berg, 4:16 min. / Fondazione Prada, Mi)
Alberi fallici racchiudono e inchiodano al pavimento “Johnny”, il protagonista maschile della video installazione in cui tre donne nude aggrediscono e violentano sadicamente un ragazzo che, nascosto tra gli alberi della foresta, le scrutava danzare.


NOTE BIOGRAFICHE
Nathalie Djurberg (1978, Lysekil, Svezia; vive e lavora a Berlino), vincitrice del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 2009 come miglior giovane artista. 
Ha svolto i suoi studi presso la Malmö Art Academy e la Hovedskous Art School di Göteborg. 
Mostre personali: Premio Pino Pascali, Polignano a Mare, 2012;  New Museum, New York, 2012; Röda Sten Art Centre, Göteborg, 2012; Camden Arts Centre Londra, 2011; Walker Art Center Minneapolis, 2011; Kestnergesellschaft, Hannover, 2009; Centre Pompidou, Parigi, 2009; Santa Barbara Contemporary Arts Forum 2008,USA; Hammer Museum, Los Angeles, 2008; Fondazione Prada, Milano, 2008; Zach Feuer Gallery, New York, 2006; Galleria Giò Marconi, Milano, 2005; Konstföreningen AURA, Lund, Svezia, 2002.
Mostre collettive: Francis Bacon e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea, CCC Strozzina, Firenze, 2012; Gaze & Lust. Sexuality in Contemporary Art, Bergen Kunstmuseum, Sweden, 2012; Ibrido. Genetica delle forme d’arte Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano, 2011; La poupée de cire, la poupée de son, Migros Museum Zurigo, 2010; Fare Mondi / Making Worlds, LIII Biennale di Venezia 2009; Worlds on Video, CCC Strozzina Firenze, 2009; After Nature, The New Museum of Contemporary Art, New York, 2009; The Shapes of Space, Guggenheim Museum New York, 2008; Into Me/Out of Me, MACRO Roma, 2007; Enclosed. Contemporary Media Art Screening, British Museum, Londra, 2006.

Hans Berg (1978 Rättvik, Svezia, vive e lavora a Berlino).  E’ un compositore e produttore di musica elettronica. Musicista autodidatta ha iniziato a suonare la batteria in gruppi rock e punk, all'età di quattordici anni. Un anno dopo con l’acquisto del primo sintetizzatore e campionatore ha iniziato a creare musica elettronica. In aggiunta ai suoi numerosi concerti dal vivo, Berg ha anche una vasta discografia con le etichette Kant Recordings, Productions Tsunami, e altri. Ha incontrato Nathalie Djurberg a Berlino nel 2004, e da allora ha composto le musiche per tutti i suoi film e installazioni. Ha eseguito le sue performances musicali in gallerie e musei di tutto il mondo. 
Discografia recente: Jan Tenner, Whatever EP, Fullbarr, 2011 (Remix); Enzyme Black, ME2U, Enzyme Black 2010 (Remix); To Mu EP, Kant Recordings 2010; Wood & Stone EP, Kant Recordings 2009. 

La mostra è consigliabile ad un pubblico di soli adulti.
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Amici del Museo
Fai, Delegazione di Bari 
Masserie Coccaro & Maizza, Savelletri
Hotel Covo dei Saraceni
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Info: La mostra rimarrà aperta dal 7 Dicembre 2012 al 27 Gennaio 2013
Orario: dal martedì alla domenica ore 11-13 e 17-21, lunedì chiuso.
     Chiuso il 24 – 25 – 26 e 31 dicembre 2012, 1 gennaio 2013     
visite su appuntamento, tel 080.424.9534 -333.2091920.      
ingresso euro 1
FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
VIA PARCO DEL LAURO 119
70044 POLIGNANO A MARE (BA)
PH/fax: +39 080 4249534

Ufficio Stampa Elena Bari | NewRelease – press@newrelease.it – 3289781241
Addetto Stampa – Comunicazione Web Antonella Sibilia | stampa@museopinopascali.it – antonellasibilia@gmail.com - 3287482578
Ricevo e pubblico:
Massimo Nardi

SUCCESSO MONDIALE DI CRITICA E DI PUBBLICO PER LA MOSTRA DI FRANCIS BANCON A SESTO FIORENTINO




Francis Bacon, dipinti e disegni di in mostra al Centro Berti dal 25 novembre

L’esposizione ospita anche una sezione dedicata alle fisiognomiche di artisti contemporanei con quadri di Warhol e Basquiat

Ben 93 disegni e 6 opere a olio di Francis Bacon (Dublino 1909-Madrid 1992), a confronto con 35 opere di artisti contemporanei, da Warhol a Basquiat passando per Cuniberti, De Maria, Lindstrom, Casagrande, Baj, Newman e Borra. Nel ventennale dalla morte il Comune di Sesto Fiorentino dedica la terza edizione del progetto "Alto Basso. Alla Soffitta e al Berti", organizzata in collaborazione con il gruppo “La Soffitta - Spazio delle Arti”, a uno degli artisti più importanti per le arti figurative del XX secolo, con la mostra “Francis Bacon: la dissacrazione del corpo umano. Disegni e dipinti a confronto con 35 fisiognomiche di artisti contemporanei”.
La rassegna, a cura di Giulia Ballerini, è stata  inaugurata il  25 novembre con  la collaborazione del Centro Culturale della Fondazione di Ca’ la Ghironda di Ponte Ronca di Zola Predosa (Bologna) che ha messo gratuitamente a disposizione la maggior parte delle opere. Come per le altre edizioni  sono coinvolte due sedi: il Centro espositivo Antonio Berti (via Bernini 57), dove  sono collocati i quadri ad olio e i disegni di Bacon e i locali de “La Soffitta - Spazio delle Arti”, nella sede dell'Unione Operaia di Colonnata in piazza Rapisardi, dove  è presentata la sezione dedicata alla fisiognomica.
“La mostra – ha spiegato il sindaco Gianni Gianassi- consacra definitivamente Sesto Fiorentino come luogo di cultura di altissimo livello nazionale ed internazionale: la buona collaborazione tra il Comune e le associazioni paga, offrendo al panorama metropolitano eccezionali occasioni di crescita. In un epoca di feroci tagli e di arretramento del sistema pubblico sul fronte della cultura e dell'educazione permanente Sesto resiste e rilancia sulla qualità”.
“Francis Bacon – ha spiegato Giulia Ballerini, curatrice della mostra- segna un punto di non ritorno nella storia dell’arte: da individualista estremo, ha avuto il coraggio di mostrare sulla tela gli aspetti più nascosti dell’animo umano, trasferendoli ed esternandoli in sembianze che di umano non hanno quasi più niente. Questa esposizione dimostra come moltissimi artisti dopo di lui hanno fatto tesoro di questa conquista, ricollegandosi stilisticamente alla sua opera, e condividendone i principi di fondo.”
All’interno della mostra i sei dipinti a olio forniscono un assaggio della sua arte come trasposizione dell’inquietudine interiore attraverso la creazione di immagini, la trasfigurazione di corpi, il ritratto di animali o l’uso del colore e del segno. Nei 93 disegni esposti si possono ammirare soprattutto le riproduzioni quasi anatomiche di volti, tratti del viso svuotati della loro carnalità e raffigurati come maschere con orbite vuote e cavità. È proprio questa opera grafica uno degli aspetti più interessanti e meno conosciuti dell’artista, poiché Bacon tenne per gran parte della sua vita i disegni lontano dal mondo delle gallerie considerandoli la sua produzione più intima e il mezzo per veicolare le sue più segrete fantasie. L’esposizione di Sesto Fiorentino è quindi l’occasione per scoprire questo suo interessante lavoro, in parte inedito.
Infine le 35 fisiognomiche di autori contemporanei ci spiegano come molti artisti si siano in vario modo ispirati alla sua opera, condividendone i principi compositivi per giungere a percorsi e risultati anche molto diversi, ma legati da un comune filo rosso: la fisiognomica. Quest’ultima è intesa come deduzione del carattere morale e psicologico attraverso gli aspetti fisici e i segni del volto in quello che Bacon intendeva attribuire all’arte pittorica intesa come mezzo “per proiettare sulla tela il disegno del proprio sistema nervoso”.
Gli artisti che  sono esposti in questa sezione sono: Enrico Baj, Jean-Michel Basquiat, Pompeo Borra, Federico Bruni, Buell Le doublé 7, Otello Casagrande, Pirro Cuniberti, Nicola De Maria, Serge Diakonoff, Rachid Ezzarrouki, Hans Grundig, Joffe Chantal, Alessandro La Motta, Bengt Lindström, Markus Lupertz, Francesco Martani, Mastronunzio, Mauro Mazzali, D. Jonathan Newman, Bernard Ouvrard, Dim Sampaio, Franco Savignano, Hugo Scheiber, Toni Sommacampagna, Wainer Vaccari, Katia Venturi, Andy Warhol, Giuseppe Zigaina.
L’esposizione è ad ingresso gratuito, gli orari in cui sarà possibile visitarla, dal 25 novembre 2012 al 13 gennaio 2013, sono: presso il Centro espositivo Antonio Berti dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19.30 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18,30 e per la sezione ospitata all’interno della sede de“La Soffitta Spazio delle Arti” dal martedì al sabato dalle 16 alle 19.30 e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.30. In occasione della nuova edizione di Alto/Basso la Biblioteca Ragionieri di Sesto Fiorentino organizzerà una conferenza di approfondimento sulla figura di Bacon, una delle personalità artistiche più complesse del XX secolo, e sulle opere presentate a Sesto Fiorentino a cura di Giulia Ballerini che si terrà il prossimo 11 dicembre alle 18 nella sala Meucci a ingresso libero.
PRESS OFFICE DANIELA LOMBARDI 339-4590927 0574-32853

"Il Museo contemporaneo storie esperienze competenze" 5 dicembre 2012




Il museo contemporaneo
storie esperienze competenze
A cura di Daniela Fonti e Rossella Caruso

Ne discutono Maria Vittoria Marini Clarelli, Martina De Luca e Massimo Locci
saranno presenti le curatrici

Mercoledì 5 dicembre 2012, ore 17.00
Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Sala del Mito
Viale delle Belle arti, 131 - Roma




Ufficio Stampa GNAM
Maria Mercede Ligozzi
Tel. 06 32298212
Benedetta Rossi, Manuela Siviello
Tel. 06 322 98 328

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Massimo Nardi

"DA 100 A 1000 - EDIZIONE LIMITATA" COLLETTIVA D'ARTE




"DA 100 A 1000 - EDIZIONE LIMITATA" COLLETTIVA D'ARTE

Sabato alle ore 19.00 fino a Domenica alle ore 20.00 
BARI Galleria Frida Arte in piazza Massari 16  - 70122 Bari  Anche quest’anno è in arrivo il Natale. Periodo di acquisti e regali. I tempi non sono certo favorevoli ed è per questo che ho deciso di organizzare una mostra di opere a costi contenuti. L’obiettivo è di rendere l’Arte Contemporanea accessibile e tutti, di incentivarne l’acquisto e sfatare il mito che solo alcuni possono permettersela. Gli artisti che partecipano, conosciuti in ambito nazionale, hanno condiviso questo mio pensiero e ben volentieri hanno accettato di mettere le loro opere a disposizione. Ecco di seguito l’elenco: 
Angelo Accardi Guido Corazziari Flavia D’Alessandro Amedeo Del Giudice Luca Giovagnoli Claudia Girando Kathleen J Graves Monica Maffei Michele Roccotelli Dino Sambiasi
TUTTE LE OPERE ESPOSTE AVRANNO UN PREZZO DA 100 A 1000 EURO Vi aspetto numerosi come sempre Sabato  1 DICEMBRE alle ore 19,00 presso la mia galleria per augurarci Buon Natale e brindare a tempi migliori. Sarà possibile visitare la mostra tutti i giorni dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 17,00 alle20,00 sino al 6 gennaio 2013
per info: 080 5210361
            348 330 7176

Gloria Sarcinella

Caterina Tosoni_Mutazioni Plastiche






Il linguaggio artistico come strumento per interpretare l'attualità. E’ questo il motivo conduttore della mostra personale di Caterina Tosoni “Mutazioni plastiche”, allo Spazio Oberdan della Provincia di Milano dal 29 novembre 2012 al 6 gennaio 2013. La mostra, promossa dalla Provincia di Milano/Assessorato alla Cultura, è curata da Milo Goj e si avvale del contributo critico di Luca Beatrice.

Per i suoi quadri-scultura, opere tridimensionali impaginate in cornici da muro, e per le sue statue, l'artista ha scelto di utilizzare la plastica, materiale che ha una valenza negativa in quanto è una delle principali fonti di inquinamento, il cosiddetto plastic trash, ma anche positiva, come materiale che ha permesso la realizzazione di tanti prodotti utili. Tutte le opere vengono poi colorate con pittura acrilica monocromatica.

Ogni sala della mostra è collegata a un tema attuale. Vi sono le mutazioni plastiche, che danno il nome alla mostra, sculture che alludono alla ricostruzione del fisico, negativa se riconducibile agli eccessi della chirurgia estetica ma positiva se vista come possibilità di trapianti di organi malati. Le metamorfosi, invece presentano le contaminazioni tra i regni animale, vegetale e minerale, negative quando l'uomo violenta la natura, ma positive quando scienza e tecnologia permettono di incrementare i raccolti e sfamare intere popolazioni. Le emergenze, invece, vanno lette nel doppio senso di situazioni di allarme o del venire alla luce di elementi innovativi. Legandosi all'attualità, non poteva mancare un riferimento alla crisi economico-finanziaria e in particolare all'euro: Caterina Tosoni ha realizzato appositamente per la mostra una grande opera, intitolata “N-euro”, in cui si vede la moneta unica, principale fonte di preoccupazioni (appunto quasi neurologiche) che si sta sgretolando, ma che, al tempo stesso, è in grado di ricevere una nuova linfa vitale. 

Fonte: http://www.provincia.milano.it

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Amalia Di Lanno





giovedì 29 novembre 2012

Spazio Bianco 2012_Mostra fotografica collettiva






Spazio Bianco 2012
Mostra Fotografica collettiva a tema libero

A Putignano soffia un vento di novità. Dall’8 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013, infatti, in Corso Garibaldi 42, prende forma Spazio Bianco 2012, mostra collettiva che presenta 450 immagini di 155 autori differenti accomunati da un’unica grande passione: la fotografia.
Il nome stesso dell’evento ne racchiude l’essenza: uno spazio bianco da riempire, una volontà condivisa di comunicare qualcosa attraverso uno scatto, senza ingabbiarsi in tematiche specifiche o tecnicismi da professionisti. Unica grande protagonista del progetto, la libertà di espressione.
 
La mostra, patrocinata dalla Pro Loco di Putignano, ospiterà anche alcune opere degli artisti fotografi Dino Frittoli, Tiziana Pielert e Alan Marcheselli.
 
L’inaugurazione, prevista per sabato 8 dicembre alle 18.30, vedrà la presenza, tra gli altri, del direttore del “Museo della Fotografia” presso il Politecnico di Bari, Pio Meledandri.
 
Il gruppo organizzativo dell’evento, composto da Luigi Bruno, fotografo professionista, Nicola Losavio, architetto, Adele Ivona, freelance designer e Marco Vergara, web designer fotografo, rimane a disposizione per fornire ulteriori informazioni, tramite il numero telefonico 3336148860 o il sito web www.spaziobianco2012.com o l'indirizzo e-mail info@spaziobianco2012.

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Amalia Di Lanno

 

DAVID BOWIE_BERLINO








A new career in a new town. Gli scatti fotografici, alcuni inediti per l'Italia, documentano i momenti in cui Bowie lavora alla produzione dei dischi in sala di registrazione con Brian Eno e Tony Visconti, oppure mentre gira per le strade di Berlino in compagnia di Iggy Pop.
comunicato stampa
Giovedì 29 novembre alle ore 18.00 sarà inaugurata a Bologna la mostra “DAVID BOWIE I BERLINO: a new career in a new town” che, attraverso un centinaio di immagini di 15 diversi fotografi di fama internazionale (tra cui Brian Duffy,Sheila Rock, Ian Dickson, Philippe Auliac, Tery O’ Neill), rari video di Milva filmati dalla RAI in giro per le strade della città e le testimonianze dirette dei protagonisti di queste vicende assieme a Bowie, ripercorre gli anni della trilogia berlinese, dal ’76 al ’79. In quegli anni Bowie si trasferì a Berlino, all’epoca quanto mai lacerata dal muro, per un breve ma iper-creativo periodo dal quale nasceranno tre album che cambieranno per sempre la storia della musica: Low, “Heroes” e Lodger.

Gli scatti fotografici, alcuni inediti per l’Italia, documentano i momenti in cui Bowie lavora alla produzione dei dischi in sala di registrazione presso gli studi Hansa by the Wall, assieme a Brian Eno e Tony Visconti, oppure mentre gira per le strade di Berlino assieme a Iggy Pop con il quale si era trasferito nella città del muro. Gli scatti sono tanto più rari quanto più Bowie in quegli anni era in vero e proprio ritiro nel tentativo di ricostruire la sua vita attraverso una nuova ricerca musicale. Bowie era totalmente immerso nella musica, nell’arte delle gallerie a ovest e nei cabaret a est, tutti elementi che sono rappresentati in mostra da materiale documentaristico originale.

Per mettere in luce la straordinarietà del periodo berlinese, la mostra comprende anche una seconda sezione in cui vengo presentati scatti molto più iconici e conosciuti del periodo subito precedente e subito successivo a qui tre fatidici anni. Ecco quindi da un lato le immagini super colorate e quasi pop di Ziggy Stardust e Aladdin Sane, dall’altro quelle di Scary Monsters che già si inoltra negli anni 80 in quel modo visionario e originale che solo David Bowie sapeva.

In mostra sarà anche disponibile il catalogo edito da Auditorium Edizioni, con decine di immagini e tutti i testi che raccontano questo fondamentale periodo per la storia della musica.

LA MOSTRA:
Quando decide di lasciare Los Angeles per tonare in Europa, David Bowie è un musicista di successo mondiale, con alle spalle album che hanno segnato la cultura pop come Hunky Dory, Ziggy Stardust e Aladdin Sane, ma fisicamente e psicologicamente è sull’orlo del collasso.
La vita in California lo sta consumando in un mix di cocaina, magia nera e dieta a base di latte e peperoni; Bowie è magrissimo e i nervi stanno cedendo. La creatività di David Robert Jones, quella che gli ha permesso di anticipare sempre le mode e gli stili, da segni di cedimento nonostante dischi di plastic soul come Diamond Dogs e soprattutto Young Americans gli stiano dando fama, gloria e denaro anche negli Stati Uniti.
In uno dei suoi momenti più cupi, Bowie trova però la forza di salvare se stesso e lo fa inventando qualcosa di completamente nuovo.
Quel qualcosa ha i contorni di due autostrade; la prima è una highway californiana sulla quale Bowie inizia a passare le sue giornate nel tentativo di sfuggire alle sue paure e paranoie. La seconda è un autobahn tedesca sulla quale i tedeschi Kraftwerk stanno scrivendo una pagine significativa della musica contemporanea. Florian Schneider e Ralf Hütter fondano i Kraftwerk nel 1970. Nel 1974, dopo vari esperimenti, iniziano a inserire massicciamente linee ritmiche sintetiche che sono il preludio all’uscita di Autobahn proprio di quell’anno. Il gruppo di Duesseldorf detta non solo i canoni del cosiddetto Krautrock ma sarà ispiratore anche di numerosi altri musicisti che, soprattutto sulle ceneri del punk, utilizzeranno l’elettronica per produrre musica sia su disco che dal vivo: la new wave, soprattutto britannica, che si allontana dalla musica di stampo chitarristico avrebbe trovato il proprio punto di riferimento. Il primo sussultò sarà Station to Station registrato a Los Angeles quando gli amici John Lennon e Elton John lo davano oramai per morto. Il disco verrà definito da Brian Eno stesso una pietra miliare della musica popolare. Bowie in questo episodio indossa la maschera del sottile Duca Bianco ma non gli sarebbe bastata per salvarsi.
Con quel misto di speranza e disperazione guida ininterrottamente per le highway ascoltando Autobahn dei Kraftwerk e sognando di tornare in Europa. Durante il tour di Station to Station incontra anche lo scrittore Christopher Isherwood che della Berlino negli anni ’40 aveva narrato le storie e rimane affascinato dai suoi racconti.
Bowie ha deciso che lascerà gli Stati Uniti per tornare in Europa ma non nella natia Londra, nonostante ci siano già segnali precisi della nuova rivoluzione politica, sociale e culturale che culminerà nella breve ma determinante stagione del punk. Uno come lui avrebbe potuto trovare quella linfa vitale necessaria al cambiamento e alla rottura con i vecchi schemi solo, appunto, nella Berlino di quel preciso momento storico.
Nella ex capitale del Terzo Reich è alla ricerca disperata di qualcosa che lo sottragga alla luce e ai suoni della Los Angeles che si è lasciato alle spalle e lo troverà proprio nella musica algida della band tedesca, nella teatrale decadenza della Berlino di Brecht con i fantasmi del recente passato nazista, nella scuola pittorica espressionista Die Bruecke e nel cinema tedesco di registi come Pabst. Ma Berlino in quegli anni è soprattutto il muro che la taglia in 2 parti: una frontiera che è il punto di frizione tra due i mondi che si fronteggiavano in una guerra fredda come la musica che sarebbe andato a comporre.
Il muro di protezione antifascista, come venne chiamato dalla Propaganda, venne costruito nel 1961 per impedire l’emorragia, soprattutto di professionisti e scienziati, dall’est verso l’ovest. Quando Bowie e Iggy Pop atterrano all’aeroporto di Berlin-Tegel, i Vopos – la volkspolizei della DDR - presidiano dalle torrette di guardia la nuova frontiera tra est e ovest.

Gli studi di registrazione Hansa By The Wall sono così chiamati proprio per la loro vicinanza al muro. Bowie racconta che mentre suonavano vedevano i Vopos con i Kalashnikov puntati verso le vetrate dello studio e questo rendeva tutto più nervoso e urgente. Lo stesso muro diventa anche il set involontario della storia d’amore clandestina di Tony Visconti, produttore di Low e ‘Heroes’, e Antonia Maass la cantante che Bowie, Visconti e Iggy Pop incontrano in un cabaret della Berlino Est durante le loro incursioni notturne alla ricerca delle memorie della Repubblica di Weimar.
I due erano soliti incontrarsi sotto alle torrette di guardia e dalle vetrate degli Hansa Studios Bowie li poteva osservare durante le pause di registrazione; Tony Visconti e Antonia Maass sarebbero diventati, a loro insaputa, i protagonisti di ‘Heroes’. Un amore che sarebbe potuto vivere solo un giorno, perché niente avrebbe potuto tenerli uniti, sembrava una storia degna di essere raccontata e Bowie ci scrisse forse la sua canzone più epica oltre ad una delle più famose e acclamate nella storia della musica popolare.

Le giornate di Bowie trascorrevano lente fatte di un continua ricerca dell’innovazione ed ispirazioni. Berlino era la sua fonte e gli rimandava continui impulsi fatti di arte, musica e teatro. Era solito infatti visitare la Galerie am Mortizplatz, stabile occupato da artisti come Rainr Fetting, Helmut Middendorf o Salomè, che formarono i Neuen Wilden, i neoespessionisti tedeschi. I lunghi pomeriggi erano fatti di bevute in squallidi gay bar come il Neues Ufer o il più celeberrimo Paris Bar, in cui i due rilasciarono una famosa intervista a Rolling Stons da ubriachi marci. La sera erano in giro per i cabaret, con frequenti incursioni a est, e non solo quelli di travestiti; ad attirali fino alle prime luci dell’alba erano con le tipiche canzoni tedesche degli anni ’40 e le memorie decadenti della Repubblica di Weimar.

Brian Eno è un altro dei personaggi fondamentali di questa storia. Come membro dei Roxy Music e poi come produttore si è sempre interessato di nuove tecnologie da applicale alla produzione musicale. Ad un certo punto, tra le prime registrazioni di Low al castello d’Herouville in Francia e agli Hansa by The Wall a Berlino, si ritrova per le mani l’EMS, un sintetizzatore dalle dimensioni ridotte capace di processare i suoni in diretta, con il quale creerà molti dei suoni di chitarra dell’album ‘Heroes’, facendoli sembrare suoni alieni. In questo senso il lavoro di Brian Eno e la produzione di Tony Visconti conferiranno a Low e ‘Heroes’ quella connotazione pionieristica; i due album, pur spingendosi in territori musicali mai esplorati, diventeranno subito dei classici nonostante né Bowie nè Eno in realtà sapevano cosa stessero facendo.
In realtà i suoni di LOW furono testati al Castello d’Herouville quando Bowie e Visconti producono The Idiot, il primo album solista di Iggy Pop. Ma la natura di Low è ben diversa. Il primo lato del disco inizia con uno strumentale, cosa atipica per Bowie, e una serie di canzoni che uniscono ritmiche funky a sonorità più algide. Ma è il secondo lato che spiazza tutti. I pezzi strumentali che lo compongono anticipano l’ambient, la new age e le sonorità della new wave e del post punk elettronico che sarebbe nato da lì a poco sulle ceneri del punk.
‘Heroes’ invece viene registrato e mixato per intero a Berlino dalla stessa squadra. Il disco viene registrato nella sala più grande degli Hansa Studios di Berlino, quella chiamata “Hall By The Wall”. Si tratta di una ex sala da ballo dell’epoca di Weimar che venne poi usata dai nazisti per ricevimenti e feste. La struttura dei 2 dischi è la stessa. Primo lato con pezzi cantati e secondo lato quasi tutto strumentale. Pionieristico, all’avanguardia, senza punti di riferimento, pietra miliare: per Low e ‘Heroes’ i commenti sembrano gli stessi. L’impatto sulla nuova generazione di musicisti post punk fu fondamentale a partire dai Joy Division di Ian Curtis.
C’è però una terza strada sulla quale Bowie si viene a trovare in quel periodo.
Una sera in macchina assieme ad Iggy Pop si ritrovano a girare in tondo nel parcheggio sotterraneo dell’hotel Gerhus dove alloggiavano sfiorando i 160 all’ora. Una parte di loro avrebbe voluto davvero farla finita con quella pagliacciata che era diventata la loro esistenza, dirà Bowie più tardi; ma il caso ha preferito che la benzina finisse proprio quando aveva individuato il pilone contro il quale voleva schiantarsi. Da quell’episodio nasce “Always Crashing In The Same Car”, forse il brano più famoso di Low.
Bowie, per quello che sarà il terzo disco della cosiddetta trilogia di Berlino, se ne è già andato. Lodger viene registrato a Montreaux e mixato a New York nel 1979. Bowie nel 1979 è già altrove. Nel 1980 arriva Scary Monsters con “Ashes to Ashes” e il suo video capolavoro visionario e inquietante con Bowie che sembra già pronto per dettare i canoni estetici e sonori degli anni 80.

inaugurazione 29 novembre ore 18.00

ONO arte contemporanea
Via S. Margherita 10 - Bologna
mar-sab 10-13 e 15-21.30
Ingresso libero


Fonte: www.undo.net

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Amalia Di Lanno

A Bari nella sede della libreria MONBOOK giovedì 6 dicembre 2012, vernissage della seconda edizione "InCARTA il Natale




InCARTA IL NATALE
è la manifestazione promossa dall’Associazione Artistico Culturale Linea d’Arte (www.lineartebari.com) nella sua seconda edizione, sotto la direzione di Loredana Albanese. La mostra collettiva, visitabile dal 6 dicembre al 6 gennaio presso lo spazio espositivo della libreria MONBOOK in Via Crisanzio 16 a Bari, nasce con la volontà degli artisti di esporre opere che abbiano un unico legame quello della carta, sulla quale esprimono la loro creatività e il loro individuale messaggio. Le tecniche utilizzate sono differenti: oltre alle ultime tirature di grafica d’autore (serigrafie, incisioni, ecc) saranno esposte oli su carta, tecniche miste, acrilici e acquerelli. 


Vernissage giovedì 6 dicembre ore 18 per gentile ospitalità dell’Avv. Michele Monno

ARTISTI IN MOSTRA:

LOREDANA ALBANESE - MIRELLA BITETTI - ANDREA BOLTRO - ATHOS FACCINCANI - BEPPE FRANCESCONI - GIUSEPPE GIORGI - LUCA GIOVAGNOLI- LUIGI GUERRICCHIO - RENATO GUTTUSO - MARCO LODOLA - CLAUDIO MALACARNE - ROSA MARIGLIANO - LUIGI MASTROMAURO - MELONINSKI - FRANCESCO MUSANTE - VINCENZO MUSARDO - MASSIMO NARDI - LEO NISI - LUIGI PACIFICO - PROCOPIO - DINO SAMBIASI - RENATO SCIOLAN - ALBERTO SUGHI - TAMBURI - FRANCESCO TORALDO -GIANNI VALLETTA - AKIRA ZAKAMOTO - VANIA ELETTRA TAM


Loredana Albanese

Leonardo da Vinci_Tavola Doria


Il Tokyo Fuji Art Museum e il Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali annunciano la firma di un accordo a lungo termine e la donazione da parte del Museo in favore del Ministero di un importante dipinto del XVI Secolo, noto come Tavola Doria, opera a olio che raffigura la storica Battaglia di Anghiari.

comunicato stampa
In un comunicato congiunto, emesso simultaneamente in data odierna a Tokyo e a Roma, il Tokyo Fuji Art Museum ed il Ministero per i Beni e le Attività Culturali annunciano la firma di un accordo a lungo termine e la donazione da parte del Museo in favore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali di un importante dipinto del XVI Secolo, noto come “Tavola Doria”.
La Tavola Doria, un’opera olio su tavola (86x115 cm), raffigura la “Lotta per lo Stendardo”, un momento della “Battaglia di Anghiari”, episodio storico oggetto del dipinto commissionato nei primi del XVI Secolo a Leonardo da Vinci per il “Salone dei Cinquecento” di Palazzo Vecchio a Firenze.

Per il Ministero, il Sottosegretario Architetto Roberto Cecchi ha dichiarato:
“Siamo emozionati per il ritorno in Italia di questa importantissima opera. Siamo grati al Tokyo Fuji Art Museum per questa donazione e guardiamo con fiducia alla nostra collaborazione con il Museo per gli anni a venire. Siamo lieti che il Giappone, Paese di grande cultura, esporrà opere italiane e che in Italia il Museo consentirà di esporre opere giapponesi.”

Mr.Akira Gokita, Rettore del Tokyio Fuji Art Museum, ha dichiarato:
“Siamo molto contenti di essere stati in grado di poter donare la Tavola Doria all’Italia. Siamo contenti che adesso l’opera appartenga a suo Paese d’origine e che nel futuro sia esposta al pubblico. Siamo, inoltre, compiaciuti che, per gli anni a venire, saremo in grado di poter organizzare, in Giappone, importanti mostre di beni d’arte italiani e, più in generale, cooperare con il Ministero per scambi culturali”.

Il dipinto sarà esposto al pubblico italiano fino al 30 giugno 2014, data in cui, secondo l’accordo di cooperazione raggiunto tra il Ministero ed il Museo, il dipinto verrà trasferito in Giappone per quattro anni.
Sotto la direzione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sono in corso ulteriori ricerche scientifiche e valutazioni critiche, anche da parte di importanti esperti d’arte del settore, allo scopo di poter rispondere alle domande che l’opera pone.

Il Tokyo Fuji Art Museum è un museo privato situato nella città di Hachioji, la parte occidentale della periferia di Tokyo. Creato nel 1983, possiede una collezione di circa 30.000 opere d’arte, tra dipinti, stampe, sculture, oggetti decorativi in legno laccato, spade e fotografie. In linea con il proprio motto “un museo che crea ponti nel mondo”, il museo si sforza di intrattenere scambi internazionali per mostre in Giappone ed all’estero, al fine di presentare culture eminenti di tutto il mondo e per contribuire alla preservazione dei beni d’arte, la ricerca, l’educazione ed il loro godimento pubblico.

Palazzo del Quirinale
piazza del Quirinale - Roma
Orario: Dal martedì al sabato ore 10.00–13.00; 15.30–18.30.
La domenica ore 8.30 – 12.00
Lunedì e festività chiuso
Ingresso € 5 con visita al Palazzo


Fonte: www.undo.net

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Amalia Di Lanno

Tony Oursler_Denouement




Tony Oursle è il protagonista della mostra a cura di Danilo Eccher che FaMa Gallery inaugura il 28 settembre 2012.
Dopo l'importante mostra antologica che il PAC - Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano gli ha dedicato nel 2011, il celebre artista multimediale americano torna in Italia per presentare negli spazi della galleria veronese una serie articolata di nuovi lavori, tra cui due grandi installazioni, tre micro sculture e una serie di dipinti con immagini animate.
Denouement, questo l'enigmatico titolo della sua personale - aperta fino al 21 dicembre 2012 - che richiama quel momento centrale e di grande intensità tipico di ogni narrazione - sia essa per parole o per immagini - nel quale l'intreccio è svelato e che getta nuova luce sull'intera trama.
L'indagine che Oursler mette in campo sulla complessità delle interazioni sociali e sul modo in cui le tecnologie influenzano e ridefiniscono la nostra psicologia e il nostro essere nel mondo, utilizza gli strumenti propri alla comunicazione contemporanea per realizzare delle opere che, fondendo diversi registri espressivi e approcci formali, interrogano i meccanismi propri all'odierna cultura popolare. Il lavoro di Oursler è segnato dall'interesse per l'evoluzione dei processi mentali e degli individui confrontati, nell'epoca delle nuove tecnologie e della comunicazione di massa, a un cambiamento radicale del modo di rapportarsi al proprio corpo e agli altri.
Le opere che nascono da questa ricerca giocano con la dimensione, il suono, il movimento, lo spazio, il linguaggio e i materiali, e coinvolgono lo spettatore in un dialogo quasi obbligato con le creature virtuali.
Gli universi onirici e inquietanti ricreati dalle opere di Oursler sono attraversati da sussurri e grida che invano si cerca di decifrare. Discorsi frammentati, parole distorte, interrotte, sconnesse - che evocano l'incomunicabilità tipica della malattia mentale ma anche quella dovuta a un eccesso di messaggi caratteristico della nostra società - contribuiscono a creare un senso di complessivo straniamento rispetto a questo immaginario psichedelico creato dall'artista che, pur accattivante ed emotivamente coinvolgente, conserva, però, sempre, una dimensione di estraneità e allucinazione.
Il nuovo corpo di lavori esposto in occasione della mostra a FaMa Gallery combina le proiezioni di personaggi, animazioni, performance e testi, tipiche del lavoro di Oursler, con un microcosmo scolpito ricco di dettagli. Questi lavori, così come i dipinti animati, sono messi in dialogo con le due grandi installazioni che estendono ulteriormente il campo delle possibili interazioni tra personaggi e forma.
Queste opere rappresentano per l'artista lo specchio della condizione piscologica dell'uomo contemporaneo, agitato da desideri contrastanti, paradossalmente isolato e connesso allo stesso tempo, diviso tra memoria e presente. Lo spettatore è trasportato in paesaggi fantastici nei quali una folla multiforme di folli, amanti, danzatori ubriachi, clown, poeti, diavoli e vagabondi - le cui figure di luce sono proiettate su distese di colore, sfere di cristallo, grotte, grumi di materia - mette in scena questo infinito agone esistenziale.
Riconosciuto quale "padre" della video-scultura, Tony Oursler è universalmente apprezzato per l'originale combinazione di video, performance, scultura che caratterizza la sua pratica artistica. Amato da David Bowie - che lo volle per la performance del concerto del 1997 al Madison Square Garden - filmaker dei Sonic Youth, co-fondatore, insieme a Mike Kelley, del gruppo punk-rock The Poetics, è presente nelle collezioni dei più grandi musei d’arte moderna e contemporanea, dal MOMA di New York alla Tate di Londra.
Biografia
Tony Oursler (New York, 1957) Ha conseguito il BA in fine arts al California Institute for the Arts, Valencia, California nel 1979. I suoi lavori sono stai esposti in numerose istituzioni prestigiose tra cui Walker Art Center, Minneapolis; Documenta VIII, IX, Kassel; Museum of Modern Art, New York; Whitney Museum of American Art, New York; Centre Georges Pompidou, Paris; Carnegie Museum of Art, Pittsburgh; Skulptur Projekte, Munster; Museum Ludwig, Cologne; Hirshhorn Museum, Washington; Tate, Liverpool. Vive e lavora a New York.


Fonte: http://www.famagallery.com/

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Amalia Di Lanno





Vasco Bendini/Matteo Montani_Così lontani, così vicini






Un dialogo fra generazioni sotto il segno dell’arte contemporanea chiude l’operoso 2012 della Fondazione CariChieti, presieduta dal Presidente, Prof. Francesco Sanvitale.  A partire dal 30 novembre e fino al 20 gennaio 2013 il S.E.T., lo Spazio Esposizioni Temporanee di Palazzo de’ Mayo a Chieti, ospiterà la mostra intitolata “Vasco Bendini/Matteo Montani. Così lontani, così vicini”, con il dialogo fra due artisti anagraficamente lontani ma vicini per una comune visione originaria, cosmogonica, sorgiva. La mostra, ideata e curata da Gabriele Simongini, presenterà complessivamente 31 opere dei due artisti, separati da cinque decenni: proprio nel 2012 Vasco Bendini (classe 1922), riconosciuto dalla critica come uno dei padri dell’informale italiano, ha festeggiato novant’anni, mentre Matteo Montani (classe 1972), artista di spicco fra gli emergenti italiani, ne ha compiuti quaranta.

L’esposizione ospiterà un’opera storica di Bendini del 1951, due suoi strepitosi oli su alluminio del 1980 ed una serrata scelta di opere degli anni duemila. Montani presenterà tutte opere degli ultimi sette anni (fra cui la spettacolare “Soglia”, dalla base di sei metri) oltre ad un’inedita e coinvolgente “Iridescent room”. E sarà interessante mettere a confronto i dipinti realizzati negli stessi anni da due artisti così lontani anagraficamente ma spesso, pur nelle reciproche differenze, sintonizzati su lunghezze d’onda simili. Come scrive Gabriele Simongini, le opere di Bendini e Montani sono animate da “un soffio vitale che forse è anche pneuma, respiro, aria. E che ci appare come una sorta di principio originario inveratosi in immagini sorgive. Le loro opere, nel complesso, sono forse sismografi, elettrocardiogrammi dell’universo, della natura naturans che racchiude ed innerva anche la loro interiorità. Bendini e Montani, in qualche modo, sono forze della natura ma simili ad un tramonto, all’alba, ad una natura generatrice più che a quella matrigna e distruttiva”.
Sono vicini, Bendini e Montani, anche sotto il segno di un nome storico per l’arte italiana del ‘900, quello dei Sargentini e della galleria L’Attico: se Bendini è stato legato da un lungo sodalizio a Bruno Sargentini, Montani deve molto agli impulsi e agli stimoli ricevuti da Fabio Sargentini, a partire dalla sua personale tenutasi a L’Attico nel 2007. E andando a ritroso nel tempo, esattamente cinque decenni prima, il 25 novembre 1957, Vasco Bendini partecipava alla collettiva che inaugurava a Piazza di Spagna proprio L’Attico di Bruno e del giovanissimo Fabio Sargentini. Insomma, ancora cinquant’anni di vicinanza-lontananza (1957-2007).
Un malinteso senso della novità ad ogni costo domina tuttora molte delle ricerche sostenute dal sistema dell’arte internazionale, fino al punto di disprezzare e seppellire nell’oblio un patrimonio plurisecolare di esperienze che si è trasmesso di generazione in generazione. Proprio per questo è fondamentale sostenere e rafforzare un dialogo fra generazioni anche lontane che spesso si realizza nel modo più convincente attraverso l’arte, come questa mostra intende ribadire.
Il catalogo, edito da Allemandi e curato da Gabriele Simongini, può vantare la presenza di contributi degli stessi artisti, del curatore e del grande gallerista Fabio Sargentini, oltre alle riproduzione delle opere esposte, alle immagini dell’allestimento e alle biografie di Bendini e Montani.
Vasco Bendini
Nato nel 1922, il bolognese Vasco Bendini, dopo aver studiato con Giorgio Morandi e Virgilio Guidi, si impone sulla scena artistica degli anni cinquanta come uno dei maggiori e più originali interpreti del clima Informale. Di grande importanza è stato l’incontro, ancora negli anni cinquanta, con il critico Francesco Arcangeli, col quale intrattiene un lungo sodalizio che attraversa la carriera di entrambi. Innumerevoli le sue mostre personali e le partecipazioni alle maggiori esposizioni nazionali ed internazionali.
Matteo Montani
Classe 1972, diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma, inizia la sua carriera artistica alla fine degli anni Novanta. L’incontro con Fabio Sargentini nel 2005, sancito dalla personale tenuta a L’Attico nel 2007, è un momento fondamentale per il percorso artistico di Montani. Di grande rilievo, nel 2011, la personale “Seelenlandschaft: due regimi dello sguardo” al Museum Am Dom di Wuerzbug, in Germania.
Orario:
martedì – venerdì 10,00 – 13,00
sabato – domenica 10,00 – 13,00 / 16,00 – 20,00
Chiuso tutti i lunedì; 25 dicembre; 1 gennaio
Visite guidate su appuntamento
Ingresso gratuito
Consulta il sito
Informazioni:
SET
Tel: 0871-359801
Fax: 0871-347606
set@fondazionecarichieti.it

Fonte: www.tafter.it

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Amalia Di Lanno

Bestseller 2_ Libri d'Artista



BESTSELLER 2
Libri d’Artista
a cura di Francesco Sannicandro

Venerdì 30 novembre 2012 ore 17,00 vernissage alla presenza del prof. Marco Rossi Doria  Sottosegretario Ministero Istruzione Università e Ricerca
Dott. Nuccio Altieri Vicepresidente e Assessore alla Cultura – Provincia di Bari

Civica Galleria d’Arte Contemporanea
Piazza Cavour (Torrione Angioino)
BITONTO
30 novembre – 8 dicembre 2012

Artisti: Salvatore Anelli, Sabato Angiero, Alessandro Boezio, Vito Capone, Pierluca Cetera, Franco Dellerba, Giulio De Mitri, Teo De Palma, Piero Di Terlizzi, Franco Flaccavento, Enzo Guaricci, Iginio Iurilli, H. H. Lim, Oronzo Liuzzi, Paolo Lunanova, Ruggero Maggi, Franco Melonascina, Gianpiero Milella, Claudio Palmieri, Angela Rapio, Massimo Ruiu, Francesco Sannicandro, Lino Sivilli, Arianna Spizzico, Beppe Sylos Labini.

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Amalia Di Lanno

Inaugurazione di: JIMMIE DURHAM | PASCALE MA RTHINE TAYOU | RITRATTO DI UNA CITTÀ. ARTE A ROMA 1960-2001 | MILTOS MANETAS | LUDOVICA GIOSCIA





Mercoledì 28 novembre 2012, alle ore 19.00, il MACRO inaugura tre mostre e due progetti speciali.

MACRO via Nizza, 138

JIMMIE DURHAM. STREETS OF ROME AND OTHER STORIES

“Streets of Rome and Other Stories” è la prima grande mostra personale in un museo pubblico italiano dedicata a Jimmie Durham, per celebrare la carriera di uno degli artisti più affermati del panorama internazionale. La mostra riunisce i lavori più importanti che l’artista ha ideato in città – dove ha vissuto dal 2007 al 2012 - e per la città, e una grande opera concepita appositamente per gli spazi del MACRO, che testimonia la volontà di Durham di lavorare con materiali reperiti in diverse zone d’Italia, come il marmo di Carrara e diversi tipi di legnami.
Apertura al pubblico: 29 novembre 2012 – 10 febbraio 2013


PASCALE MARTHINE TAYOU. SECRET GARDEN

L’artista camerunense Pascale Marthine Tayou, tra i più significativi protagonisti della scena artistica contemporanea internazionale, per la sua personale al MACRO, dal titolo “Secret Garden”, lavorerà in situ in stretta connessione con gli spazi espositivi del Museo, dedicandosi alla magia dei luoghi e al fascino della luce e delle forme architettoniche, legando i propri lavori all’altezza e alla singolare estensione della Sala Enel.
Apertura al pubblico: 29 novembre 2012 – 10 febbraio 2013


RITRATTO DI UNA CITTÀ. ARTE A ROMA 1960 - 2001

“Ritratto di una città. Arte a Roma 1960-2001” è una mostra che intende raccontare con parole e immagini 40 anni di storia dell’arte a Roma, dal 1960 al 2001. Un ipotetico atlante visivo in cui una timeline, un percorso con foto, video, documenti e contributi, instaurerà un dialogo continuo con oltre 70 opere in mostra – di proprietà del Museo e delle tante realtà private protagoniste dell’arte a Roma in questi anni – allestite secondo una divisione cronologica.
Apertura al pubblico: 29 novembre 2012 – 26 maggio 2013

Progetti speciali:

MILTOS MANETAS. BLACKBERRY PAINTINGS

Manetas, la cui ricerca esplora la rappresentazione e l’estetica dei nuovi media, nella serie “BlackBerry Paintings” giunge ad una nuova, rivoluzionaria, modalità figurativa: con un pennello simula di dipingere la realtà che lo circonda filmando l’azione con un blackberry. Saranno proiettati per la prima volta i filmati realizzati dall’artista durante la performance in programma il 22 novembre al Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia a Roma per il progetto S P I R I TO DUE.
Apertura al pubblico: 29 novembre – 30 dicembre 2012


LUDOVICA GIOSCIA. FORECASTING OUROBOROS

Ludovica Gioscia realizzerà “Forecasting Ouroboros”, esemplare della serie “Giant Decollage”, ideato appositamente per le pareti del bar del Museo. L’artista sovrapporrà sulle pareti carte da parati da lei elezionate, ma poi, repentinamente, le staccherà con un’azione di strappo e distruzione, riproponendo visivamente quell’approccio consumistico, compulsivo e vorace, legato all’acquisto e all’immediato logoramento degli oggetti.
Apertura al pubblico: dal 29 novembre 2012

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Amalia Di Lanno