martedì 31 maggio 2016

LE RAGIONI DELLA LEGGEREZZA. Antonello Viola in Talk con Alberto Dambruoso



LE RAGIONI DELLA LEGGEREZZA
Antonello Viola in Talk con Alberto Dambruoso

martedì 14 giugno 2016
ore 18.30
Talk di approfondimento con l'artista Antonello Viola, a cura dello storico e critico d'arte Alberto Dambruoso, ideatore de "I Martedì Critici"
presso la galleria Intragallery
via Cavallerizza a Chiaia, 57, interno cortile
Napoli


La galleria per le arti contemporanee Intragallery propone un talk di approfondimento martedì 14 giugno alle ore 18.30: Alberto Dambruoso converserà con l'artista Antonello Viola sui temi affrontati nella mostra “Le ragioni della leggerezza”, personale visitabile fino al 25 giugno 2015 presso gli spazi della galleria in Via Cavallerizza 57, Napoli.

Alberto Dambruoso, storico e critico dell’arte, professore di Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, ha curato diverse mostre monografiche e collettive sugli artisti protagonisti del panorama artistico italiano del secondo Dopoguerra.
Per il suo interesse per il mondo dell’arte e per la divulgazione dei suoi temi, ha ideato, agli inizi del 2010, la serie di incontri-dibattito, ”I Martedi’ Critici”, con i maggiori artisti, galleristi e critici del panorama artistico nazionale ed internazionale, che si tengono in luoghi istituzionali italiani, con cadenza settimanale (Macro, Maxxi, Madre…).
Attivo anche nel campo della ricerca artistica, Dambruoso ha curato il progetto di residenze "BoCS Art" promosso dal Comune di Cosenza, che ha visto, dal luglio dello scorso anno 2015 a gennaio 2016, la partecipazione di oltre centottanta artisti emergenti o di chiara fama, italiani ed internazionali.
Antonello Viola ha partecipato a questa esperienza dei BocsArt, portando i suoi temi di ricerca.
L’arte di Viola pone in primo piano una sensibilità minimale, che in realtà risponde a un bisogno complesso di autenticità. Una pittura che non scende a patti con la figura ma si arrampica sul colore, strato dopo strato, stesura sopra stesura, rafforzandosi nel contrasto cromatico o affiorando da superfici serrate. Come per difendere il lavoro dalle infinite possibilità, Viola pone sempre un limite, quattro linee perpendicolari a matita rossa o blu che rimandano al segno secco dell’incisione e ricordano le sanguigne. Una sorta di passe-partout dentro l’opera, un boccascena che ne definisce i confini, oltre il quale quelle storie nascoste tornano ad essere private, entro il quale la coscienza del colore è libera. Le tonalità hanno un valore iconico, ricordano le atmosfere ormai cristallizzate nella storia dell’arte. C’è l’azzurro metafisico del Battesimo di Cristo di Piero Della Francesca, il blu Klein che è "la più perfetta espressione del blu" , il rosso dei ritratti d’uomo di Antonello da Messina e della Madonna delle Arpie di Andrea del Sarto, l’oro dei fondi delle tavole medioevali, la pittura nera di Goya o dei cretti di Burri.
Questo gioco di immersioni cromatiche ha un’unica regola, quella di “sostenere le ragioni della leggerezza”, per dirla con Calvino (Estratto dal TC di Melania Rossi)

SHORT BIO
Antonello Viola (Roma, 1966) si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1989. Trascorre un lungo periodo di studio in Spagna, dove consegue un dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Belle Arti dell’Università de La Laguna; qui, nel 1990, inizia ad esporre le sue opere. Ha esposto a Roma, galleria Il segno; a Milano, galleria L’Affiche, a Bolzano, galleria Goethe; Francoforte, Carloni Spazio Arte e galleria Peter Bauscke; Vienna, galleria Image, Istituto di cultura Italiano; New York, Magnet Gallery.
Alberto Dambruoso è uno storico dell’arte, professore di Storia dell’Arte, presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, critico e curatore indipendente d’arte contemporanea, con base a Roma da più di sedici anni.
Si è laureato nel 2000 in Storia dell’Arte Contemporanea alla Facolta’ di Conservazione dei Beni Culturali della Tuscia (VT) e ha ricevuto l’abilitazione all’insegnamento di Storia dell’Arte presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia nel 2007.
Specializzatosi nell’arte italiana degli anni Sessanta, con un particolare interesse verso il gruppo romano della “Scuola di Piazza del Popolo”, Dambruoso ha curato diverse mostre monografiche e collettive degli artisti, che hanno dato vita a quel fervido periodo creativo per l’arte italiana del secondo Dopoguerra. Con il professore Maurizio Calvesi, sta attualmente conducendo un progetto di ricerca, attraverso il Premio Internazionale Balzan per le Arti, che prevede la realizzazione del nuovo catalogo generale dell’opera di Umberto Boccioni.
Agli inizi del 2010, Dambruoso ha ideato ”I Martedi’ Critici”, serie di incontri-dibattito con cadenza settimanale con i maggiori artisti, galleristi e critici del panorama artistico nazionale ed internazionale, che si tengono in luoghi istituzionali italiani (Auditorium di Mecenate, Chiostro del Bramante, Tempietto del Bramante, Quadriennale, Museo MACRO e MAXXI a Roma, Museo Pan e Museo MADRE a Napoli, Museo Pecci a Milano) e che a aprile 2016 sono giunti al sesto anno di attività.
A luglio 2015, Dambruoso è stato nominato dal Comune di Cosenza direttore artistico dei BoCS Art, il progetto di residenze artistiche più grande d'Europa, al quale hanno partecipato da luglio 2015 a gennaio 2016 oltre centottanta artisti italiani e internazionali.


 pubblica:

Camere Oscure di Germano Serafini


Interno 14: “Camere Oscure” di Germano Serafini
a cura di Lorenzo Canova
7 giugno 2016 ore 18:30 | Interno 14 | Via Carlo Alberto 63 Roma
Fino al 26 giugno 2016

Il giorno 7 giugno 2016 alle ore 18.30 Interno 14_lo spazio dell’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica presenta “Camere Oscure”, un progetto di Germano Serafini a cura di Lorenzo Canova, in cui l’artista attraverserà una parte del suo lavoro sulla fotografia in bianco e nero con un’installazione ideata appositamente per lo spazio espositivo.

“Il titolo Camere Oscure si riferisce infatti, in modo duplice, alle affascinanti sale di Interno 14 che saranno il teatro della mostra e alla vera e propria camera oscura che l’artista allestirà in una di esse per stampare le sue fotografie, che Serafini scatta ancora in pellicola, per comporre un viaggio attraverso la propria opera pensato come un vero e proprio evento performativo, un work in progress dove le immagini verranno alla luce come dati affioranti alla coscienza dal profondo.

Il pubblico si troverà difronte ai risultati ottenuti così come l’artista li ha prodotti, in un allestimento spontaneo nato dalla necessità del momento e non calcolato come si farebbe in una normale mostra in galleria. La camera oscura resterà allestita per offrire la possibilità agli osservatori di vedere l’intimo ambiente di lavoro in cui, nella settimana precedente all’inaugurazione, sono state realizzate le opere.

Le camere di Serafini rappresentano dunque la metafora di una discesa nell’inconscio e nelle sue tenebre per trovare gli archetipi iconici del suo personale dialogo tra memoria e percezione, dove lo sguardo e l’azione dell’artista si fanno strada nell’oscurità per fornirci le coordinate di una possibile ricostruzione del mondo, di una sua forma rinnovata proprio grazie alla fotografia, filo d’Arianna attraverso il labirinto della complessità in cui i paesaggi e gli oggetti del quotidiano vengono non solo fissati dallo scatto, ma in un certo senso trasformati e ricostruiti dalla rigorosa e metamorfica azione dell’artista.

Scrive Serafini: Stampare da sè le proprie fotografie conclude il ciclo della fotografia stessa. Tutto nasce dall’osservazione di un esterno, si evolve nell’emozione percepita e raccolta dallo scatto e termina con la stampa dell’immagine nella camera oscura, che vuol dire, in un certo senso, fotografare all’inverso e restituire alla realtà quella stessa emozione iniziatica.” (Lorenzo Canova)

La mostra è visitabile dall’8 al 26 giugno 2016 su appuntamento: T. +39 338 89 39 661

Sponsor tecnico: LABitalia – ILFORD PHOTO

L'iniziativa non si prefigge finalità commerciali di alcun genere, ma fa parte delle attività culturali dell'associazione. L'evento sarà strettamente su invito e prenotazione: mandare una mail a uffstampaaiac@presstletter.com

Associazione Italiana di Architettura e Critica

UFFICIO STAMPA AIAC
Roberta Melasecca
uffstampaaiac@presstletter.com
tel. 349 4945612
per info eventi: www.presstletter.com

 pubblica:

Pamela Diamante - de sti no



Pamela Diamante - de sti no
a cura di Michela Casavola
giovedì 9 giugno 2016
Galleria Rossmut - via dei Reti 29/b Roma
visitabile fino al 30 settembre 2016

La Galleria Rossmut è lieta di presentare la prima personale in Italia di Pamela Diamante, a cura di Michela Casavola, che inaugurerà giovedì 9 giugno alle ore 19.00. Come per tradizione, la Galleria realizzerà un catalogo monografico, che andrà ad arricchire la collana editoriale pensata per l’approfondimento e l’analisi degli artisti presentati nel suo spazio.

La mostra è composta da opere inedite, video, fotografie, installazioni site-specific, che riflettono il rapporto tra arte e scienza, comunicazione e memorie web, mondo reale e spazio virtuale. La pratica dell’artista si sofferma sulla tematica dell’evento accidentale e sui suoi risvolti fenomenici, ponendo attenzione alle questioni dell’imprevedibilità e del paradosso, del confine sottile, che divide e a volte congiunge la realtà e la finzione; sul rapporto causa/effetto, tra ciò che è prevedibile e calcolabile e ciò che è incognito, l’anomalia. La sua indagine nell’ambito del sensibile l’ha portata in maniera del tutto naturale ad orientarsi verso forme d’espressione multimediali, a volte ibride, in quanto caratterizzate da confini linguistici interconnessi.

Il titolo de sti no - rivisitazione grafica di una parola formata da sillabe intervallate da un vuoto - rappresenta qui la metafora di un buco nero inteso come spazio da percorrere e interpretare. Questa “immagine concettuale” chiama in causa la frase scritta dall’artista all’interno di un cerchio esposto sulla parete della galleria: “Il buco nero non è realmente nero”. È un messaggio che, parafrasando una teoria scientifica, ci porta all’abbattimento dei luoghi comuni, alla necessità di provare a leggere il significato intrinseco delle cose, all’andar oltre la paura tanto dell’ignoto, quanto di ciò che non è semplicemente codificabile.

L’artista ha ben chiaro il significato di ciò che Paul Virilio dice quando parla dello sdoppiamento della realtà: “le immagini televisive sono lo strumento essenziale della gestione della paura”. Infatti, gioca con questa paura, a volte anche infondata o spesso alimentata da fuorvianti interpretazioni sociali.

 pubblica:

Collezione PUNTO SULL’ARTE 2016



Inaugurazione: GIOVEDÍ 9 GIUGNO, dalle 18.00 alle 21.00
Periodo: 10 GIUGNO – 6 AGOSTO 2016
Luogo: PUNTO SULL’ARTE, Viale Sant’Antonio 59/61, Varese
0332 320990 I info@puntosullarte.it I puntosullarte.it
Orari: Martedì - Sabato: h 10-13 e 15-19
Catalogo: PUNTO SULL’ARTE

La felice formula della rassegna “Gli Artisti hanno ricevuto dalla galleria tele e tavole quadrate, delle misure di 15x15 cm e 20x20 cm, su cui potersi esprimere liberamente senza temi predefiniti e senza vincoli di tecnica. Ognuno di loro si è espresso con la propria poetica, utilizzando tecniche che vanno dalla pittura ad olio e ad acrilico a quella con smalti, dal watercolor drybrush all'utilizzo della resina, ognuno attraverso il proprio linguaggio e il proprio stile.
Il risultato finale è rappresentato anche quest'anno in una grande mostra collettiva, con cui la Galleria PUNTO SULL'ARTE conclude la stagione espositiva annuale; una collezione costituita da opere uniche fortemente personali, inedite, realizzate in edizione limitata e sul medesimo supporto e tutte pubblicate in catalogo.

Artisti in mostra: ANNALÙ, Matthias BRANDES, Massimo CACCIA, Daniele CESTARI, Ottorino DE LUCCHI, Ilaria DEL MONTE, Marica FASOLI, Claudia GIRAUDO, Federico INFANTE, Matteo MASSAGRANDE, Nicola NANNINI, Alex PINNA, Paolo QUARESIMA, Tomàs MARTÍNEZ SUÑOL.


pubblica:

Incontri d'autore – Storie d'Arti: Liliana Tangorra, l'étrange époque des affiches


Inaugura questa pomeriggio il ciclo di Incontri d'autore – Storie d'Arti, con la presentazione del libro L'étrange époque des affiches. I manifesti come emblema della bellezza e preludio della Seconda guerra mondiale nella pittura francese e napoletana (1873-1939) della bitontina Liliana Tangorra, presso l'Aula De Trizio nel Palazzo delle 'Ex Poste' di Bari alle 17.30.
La serie di incontri è un'occasione per riscoprire il nostro territorio e conoscere le Storie di Arti dal Medioevo all'età contemporanea, con interviste agli autori, dibattiti e discussioni. Il passato torna a insegnare il presente.

Il primo incontro sarà coordinato dal Prof. Marcello Mignozzi, mentre il libro sarà presentato dalla prof.ssa Christine Farese Sperken, docente di Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università degli Studi di Bari 'A. Moro', Liliana Tangorra, infatti è a sua volta un Dottore di ricerca in Storia dell'arte comparata, Civiltà e Culture dei Paesi Mediterranei e cultore della materia in Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università degli Studi di Bari 'A. Moro'.


Liliana Tangorra. Collabora con la Fondazione 'Pino Pascali' di Polignano a Mare, con la Galleria di Arte moderna e contemporanea 'G. R. Devanna' di Bitonto e con la Cooperativa Ulixes. È presidente della cooperativa Argo Puglia che si occupa di turismo, editoria e organizzazione eventi. È socia fondatrice dell'associazione Achrome, spin-off della cattedra di Storia dell'arte contemporanea, che ha curato le temporanee degli artisti Lino Sivilli e Michele Zaza nell'ambito del progetto IsolArt. Ha pubblicato numerosi articoli su riviste nazionali e Atti del Convegno. È vincitrice del Premio 'Dimensione donna 2013' XVIII edizione. Ha curato una sezione dell'Apulia Land Art Festival 2015 e la mostra 'Anteprima' presso il foyer del Teatro 'T. Traetta' di Bitonto, in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica di Bari.


pubblica:

LAURIE ANDERSON. THE WITHNESS OF THE BODY


Dal 28 Maggio 2016 al 30 Settembre 2016
NAPOLI. Made in Cloister – ex-Chiostro di S. Caterina a Formiello

ENTI PROMOTORI:
Con il il matronato del Museo d’Arte Donnaregina – MADRE


“Painting is like improvising in music.”
Laurie Anderson


Il 28 maggio 2016, dopo un profondo restauro, Made in Cloister inaugura il rinnovato ex-Chiostro di Santa Caterina a Formiello, nel centro storico di Napoli, presentando The Withness of the Body, una grande mostra di Laurie Anderson, curata dalla poliedrica artista stessa e prodotta da Fondazione Tramontano Arte.

“Dipingere è come improvvisare nella musica. Compiere questi grandi gesti sulla tela mi fa sentire come se suonassi il violino.” In questa dichiarazione di Laurie Anderson c’è tutta l’essenza del suo rapporto con la pittura e con l’arte.

La mostra raccoglie oltre 30 opere dell’artista ed appare come la naturale estensione della sua ricerca sui temi della vita, della perdita, e della consistenza ed inconsistenza del corpo, riprendendo il filo tracciato negli ultimi lavori quali “Night Life”, l’esperienza del “Bardo di Lolabelle”, il film “The Heart of a Dog” e l’ “Habeas Corpus” presentato all’Armory di New York ad Ottobre 2015.
“Questi lavori parlano del “corpo” – dice Laurie Anderson - il corpo che si dissolve, che comunica, il corpo che dipinge e cancella se stesso”.

The Withness of the Body è la prima mostra realizzata a Napoli da Laurie Andersoned è dedicata all’apertura del Chiostro Cinquecentesco di Santa Caterina a Formiello che dopo un lungo periodo di “abbandono” torna a vivere come “luogo del fare” nel progettoMade in Cloister.

Laurie Anderson è considerata tra i più audaci e riconosciuti pionieri della creatività americana ed è stata, insieme al marito Lou Reed, tra i primi artisti a sostenere il progetto Made in Cloister.

“Dobbiamo molto - dice Davide de Blasio, Presidente della Fondazione Tramontano Arte che produce la mostra – all’amichevole sostegno di Lou e Laurie che nel mese di novembre 2011 furono i primi artisti a visitare il “ritrovato” Chiostro che era stato appena acquisito dalla Fondazione Made in Cloister e che si avviava ad un lungo progetto di recupero.”

La mostra The Withness of the Body è inclusa nella programmazione della XXI Triennale del Design di Milano ed ha ricevuto il “matronato” del Museo d’Arte Donnaregina – MADRE.




pubblica:

A BETTER LANDSCAPE dialogo tra arte, ambiente e antropologia


A BETTER LANDSCAPE
dialogo tra arte, ambiente e antropologia
Alan Sonfist e Maria Rebecca Ballestra
31 Maggio 2016 – ore 18.30


Galleria Unimedia Modern
Palazzo Squarciafico
Piazza Invrea 5/b
16121 Genova


Alla fine degli anni settanta, quando la pittura figurativa incominciava a riemergere dal limbo in cui il concettuale e i concettualismi l’avevano relegata, la Galleria Unimedia che si era mossa in questo ambito dal giorno della sua apertura nel 1970, aveva presentato tre mostre emblematiche, “Un cardine storico: il Concettuale” (A cura di Caterina Gualco, con testo di Enrico Pedrini, inaugurazione il 28/10/1978), “La creazione volgeva alla fine” (a cura di Caterina Gualco con testo di Giorgio Cortenova e AA.VV, inaugurazione l’11/5/1978), “Graffi d’amore sulla pelle del pianeta” (a cura di Caterina Gulco, con un testo di Ettore Sottssas jr., inaugurazione 1073/1978). Tre grandi mostre per tre grandi temi di quegli anni: Conceptual Art, Arte Antropologica e Land Art.

L’Arte Antropologica era stata così denominata in Germania, prima nel libro di Gunter Metcken “Archeologia degli Umani” e poi nella mostra “Spurensicherung” presentata a Kassel nell’ambito di Documenta 6. Il suo tema fondante era un ritorno alle origini, alla terra, alla natura e gli artisti provenivano da diversi parti del mondo.

Alla Galleria Unimedia avevamo presentato opere di: Bertholin, Claudio Costa, Nancy Graves, Nikolaus Lang, Antonio Paradiso, Anne e Patrick Poirier, Charles Simonds, Alan Sonfist, Dorothee von Windheim; la mostra, veramente interessante, era stata accompagnata da un incontro all’Università di Genova con Giorgio Cortenova, Corrado Maltese, Angelo Trimarco, Antonio d’Avossa.

Ora, dopo 35 anni, siamo lieti di aver l’opportunità di ospitare questo incontro tra Maria Rebecca Ballestra (di cui abbiamo già presentato la mostra THE FUTURE IS NEAR. THE FUTURE IS NOW! nell’ambito della rassegna CHANGING PERSPECTIVES a cura di Paola Valenti.

Alan Sonfist, (New York, 1946) è il massimo esponente vivente del movimento Land Art.

Il suo primo grande lavoro su commissione è stato Time Landscape (Greenwich Village, 1965-1975), con la realizzazione di una foresta pre-coloniale all’interno di una metropoli contemporanea. Alan Sonfist ha ricevuto importanti riconoscimenti da organizzazioni private e governative, tra cui il National Endowment for the Arts, la Fondazione Graham per l’Arte e l’Architettura, la Chase Manhattan Bank Foundation, e la Information Agency. Le sue opere sono presenti nelle collezioni di importanti Musei tra cui il Metropolitan Museum of Art, il Dallas Museum of Art, il Princeton University Museum, il Museo of Modern Art – New York, il Whitney Museum e il Museum Ludwig di Aachen, in Germania.

Ancora oggi Alan Sonfist continua a farsi promotore di un’“arte ambientale ecologica”, nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul cambiamento climatico globale. www.alansonfist.com

Maria Rebecca Ballestra (1974) vive e lavora in condizioni nomadiche. Il suo lavoro si focalizza sull'interpretazione e la rielaborazione di tematiche sociali, politiche ed ambientali. La sua ultima produzione artistica è orientata verso la percezione del futuro in relazione ai cambi climatici, ai molteplici interventi dell'uomo nell'ambiente naturale ed al senso di insicurezza che caratterizza questo nuovo millennio. Il suo ultimo progetto biennale Journey into Fragility (www.journeyintofragility.com) si è ispirato alla Carta per la Terra e per l'Uomo , dal poeta e saggista Massimo Morasso. per sviluppare dodici diversi progetti in dodici diversi luoghi del mondo, con l'intento di sviluppare un dialogo costruttivo sull'ambiente e sul senso del nostro vivere sulla terra. www.rebeccaballestra.com

Alan Sonfist e Maria Rebecca Ballestra si sono incontrati in occasione della mostra “Contemporary Wine” a Certaldo nel 2015. Da un comune impegno artistico sulle tematiche ambientali e una predilezione per i progetti site specific, di cui Alan è stato tra i pionieri con le sue opere degli anni 60 e 70, nasce l'incontro umano e professionale tra i due artisti, di cui l'incontro/conferenza alla galleria Unimediamodern è uno dei primi risultati.

--
Maria Rebecca Ballestra


 
pubblica:

lunedì 30 maggio 2016

Daniela Corbascio Solo Show



Il 6 Giugno la galleria Doppelgaenger presenta la mostra personale di Daniela Corbascio.
L’artista torna ad esporre in galleria con un’imponente mostra dedicata ai suoi ultimi 20 anni di ricerca, dopo Sud, progetto di arte urbana che l’ha vista impegnata nell’installazione di delicati segni di luce nel tessuto urbano della sua città.
La cifra stilistica dell’artista è data da grandi installazioni ambientali realizzate con i materiali più disparati, che restituiscono opere dal forte impatto visivo, in cui la luce del neon sposa ora i delicati pezzi di un corredo da sposa, ora la durezza di un telaio in acciaio.
In catalogo sarà presente un testo critico a cura di Adriana Polveroni.

In occasione dell’apertura della mostra di Daniela Corbascio, la galleria Doppelgaenger è lieta di festeggiare l’inaugurazione del nuovo spazio Tender to Doppelgaenger, che accompagnerà, da ora in poi, il lavoro di galleria: una vetrina nel centro nevralgico della città di Bari, in Via Bozzi 73, che ospiterà di volta in volta un’installazione site specific dell'artista invitato nella sede principale.

h 19.00: inaugurazione della mostra personale di Daniela Corbascio in galleria ( Via Verrone 8);
h 21.30: Inaugurazione di Tender to Doppelganger, con la performance musicale di Doppelwelt, a cura di W5?.

Un ringraziamento particolare al Checkpoint Charlie!

Sponsored by R.P. Consulting, Cantine Vinicole Cardone, Cantine Vinicole Vallone.


Doppelgaenger
Palazzo Verrone - Bari
Chiuso fino a Martedì 17.00 - 20.00
T. +39392 820 3006

Sezioni trasversali 4x2+1 Archetipi visivi del paesaggio contemporaneo


S_E_Z_I_O_N_I_T_R_A_S_V_E_R_S_A_L_I
4 x 2 + 1
Archetipi visivi del paesaggio contemporaneo

Domenico Carella - Federico Guerri - Barbara La Ragione - Luca Piovaccari
4 – 30 giugno 2016
Vernissage sabato 4 giugno ore 18.30

ACMA Centro Italiano di Architettura ospita nei propri spazi di Milano la mostra Sezioni trasversali 4x2+1 Archetipi visivi del paesaggio contemporaneo, progetto espositivo che vede protagonisti gli artisti Domenico Carella, Federico Guerri, Barbara La Ragione e Luca Piovaccari che, coerentemente con le scelte attuate nelle rispettive ricerche, affrontano un dialogo e un confronto con il tema architettonico.

Ciascuno degli artisti, infatti, nel rispettivo lavoro, ripensa l’ambiente, la struttura, la funzionalità, il pensiero e l’idea di architettura, concetto che viene declinato attraverso tecniche e materiali differenti, scelte orientate ad una sperimentazione dei media pittorico, fotografico e scultoreo. Tutte le opere suggellano una peculiare attitudine nel superare ogni convenzionalità formale e accademica, ripensando le rispettive tecniche in modo personale e puntuale, frutto di uno specifico linguaggio sviluppato dai singoli artisti nel corso degli anni.

Il contesto dell’artificialità degli ambienti umani, e delle relative costruzioni, si ri-legge nelle opere proposte attraverso un’indagine che insiste sul principio archetipale del progetto stesso che si definisce sempre con una dimensione di pensiero attenta a comprenderne e indagandone, tra realtà e immaginazione, sollecitudini, tensioni, immaginari secondo nuovi parametri e orientamenti.

Lo sviluppo architettonico si destituisce dalla sua dimensione tecnica per accedere alla complementarietà di originali visioni che, intrecciandosi e confrontandosi, muovono verso gli orizzonti di nuove estetiche e riflessioni, sono queste ad accompagnare lo sguardo alla percezione di letture che, con stimoli singolari, si generano in esperienze non abituali.

L’architettura viene riletta da Domenico Carella attraverso un’antica mappa di Milano, che nella rielaborazione subita per l’occasione diventa una sorta di fondale/struttura, un cortocircuito tra l’arcaicità della rappresentazione (e dei lunghi testi didascalici affiancatigli) e l’aspetto post-modernista dato dagli interventi gestuali dell’artista, che riconfigurano con due colori (oro e argento) la suddivisione degli spazi urbani.

Federico Guerri utilizza un segno scritturale essenziale impresso da un elemento grafico minimo ripetuto con il quale – quasi fossero immaginari mattoni – compone un reticolo costruttivo complesso ed elaborato. L’espansione progressiva del disegno che si genera apre alla definizione di ipotetiche architetture – simulacri di edifici antichi o avveniristici, ma anche di strutture desunte dalla natura – che si frappongono all’esperienza pittorica con cui si propongono sulle tele evanescenti mondi e ambienti provenienti da dimensioni sconosciute.

Per Barbara La Ragione, l’architettura è un’estensione della mente – e del corpo – dell’uomo, nasce come una sorta di copricapo o di apparato e si fonde con il corpo in un nuovo individuo figlio della seconda età delle macchine. L’uso del mezzo fotografico, unito ad un intervento di (s)montaggio e completamento accentua l’effetto di straniamento tra la “presenza” del volto e l’artificialità della rappresentazione architettonica.

Infine Luca Piovaccari ricorre a sua volta alla fotografia che, adeguandosi alla consolidata scelta dell’artista di stampare le proprie immagini su carte da lucido trasparente, va a definire una realtà che perde il proprio contenuto di concretezza e trasforma ogni presenza riportata in una suscettibile messa in prova della percezione. Ogni visione da lui proposta recepisce il senso di transitorietà tanto della fotografia quanto della tangibilità del reale che, nelle trasparenze, evidenza la sua friabile e impermanente bellezza. Tutto pare svanire e scomporsi, alleggerendo quell’idea di stabile solidità delle nostre certezze. La mostra si completa di un catalogo pubblicato da Editore Gli Alberi con l’introduzione di Antonio Angelillo di ACMA e il testo critico di Matteo Galbiati e Kevin McManus.


Catalogo Editore Gli Alberi
testo introduttivo Antonio Angelillo
testi critici Matteo Galbiati e Kevin McManus
grafica Fabrizio Beneventi
stampa - Centro Grafico Foggia s.r.l.


Antonio Angelillo 
direttore
ACMA Centro Italiano di Architettura
Via Conte Rosso 34, zona Ventura/Lambrate
I - 20134 Milano
tel +39 02 70639293
fax +39 02 87181725
mob +39 335 6215941
twitter/instagram: @antoangelillo
paesaggio.it
www.acmaweb.com
www.antonioangelillo.it
www.facebook.com/antonio.angelillo



pubblica:

LUIGI GHIRRI. PENSIERO PAESAGGIO


A cura di Corrado Benigni e Mauro Zanchi
(10 giugno-25 luglio 2016)

[Una mostra promossa dalla Fondazione MIA]

Astino ex Monastero
Valle d'Astino, 24129 Bergamo

Oltre 40 scatti, soprattutto vintage prints e projects prints, in una mostra esclusiva per raccontare un maestro indiscusso della fotografia italiana: Luigi Ghirri.
Nella bellissima cornice dell’ex monastero di Astino, a Bergamo, questa esposizione vuole indagare l'opera di Ghirri attraverso un percorso inedito che rilegge l'incontro di questo autore con la fotografia a colori e lo sviluppo di un'analisi che fonda un nuovo sistema per intendere l'opera fotografica. L'autore organizzò il corpo della sua ricerca in "sequenze" di immagini, per ripensarlo in seguito come un gigantesco work in progress. Ghirri ha saputo cogliere gli stimoli del panorama artistico e culturale degli anni Settanta, trasformandoli in un'opera di riferimento per la ricerca contemporanea.
Il suo è uno sguardo rispettoso verso coloro che guardano: la presenza umana, quasi sempre di spalle, o sfuggente, infatti non è mai assalita, ma si sostituisce al suo autore, pronto a cambiare i punti di vista. Il fotografo emiliano è un artista poliedrico, un insegnante, un curatore, che ha scelto di guardare la realtà attraverso la fotografia e pensarla attraverso l'immagine per poi scriverla attraverso le parole.

Il tema portante della mostra di Astino sarà “il paesaggio”, che è sempre stato l’ossessione del lavoro di Ghirri. Un paesaggio che non è quello che viene normalmente percepito bensì quello che si suppone latente, inscritto sul rovescio: paesaggio della memoria e della favola, paesaggio di figure nascoste e di prodigi. E Astino – luogo che senz’altro Ghirri avrebbe amato e scelto per i suoi scatti – rappresenta la sintesi di tutto questo.
Un paesaggio di interni di abitazioni, luoghi di lavoro, ma anche paesaggio esterno, della campagna e delle città, delle grandi architetture urbane. Dalle pianure emiliane a Venezia, dagli interni di case colti nella dimensione più quotidiana allo studio dell’architetto Aldo Rossi (grande amico di Ghirri) alle foto della biblioteca personale del maestro.
L’idea fondamentale di Ghirri applicata alla foto è quella della proiezione affettiva: lo sguardo come incontro con le cose, verso cui ci dirige una nostra tendenza intima. Non esiste una foto di Ghirri che si offra come pura documentazione: tutte mostrano questo orientamento verso un campo di prossimità, di simpatie, di attrazioni e riconoscimenti di un’intimità esterna.
Una mostra quindi inedita e unica per la nostra città.
In occasione della stessa è stato realizzzato un catalogo, a distribuzione nazionale, per i tipi di Silvana Editoriale.


pubblica:

domenica 29 maggio 2016

LIBRIMMAGINARI VI EDIZIONE. Il segno inquieto



Un progetto di Arci Viterbo

Walden. La vibrazione selvatica
Mostra collettiva di disegno e illustrazione
A cura di Marcella Brancaforte e Marco Trulli

Inaugurazione
27 maggio ore 18.00
Biancovolta, Via delle Piagge 23 Viterbo
Dal 27 Maggio al 5 Giugno 2016

Artisti
Andreco, Marco Bernacchia, Zaelia Bishop, Lucilla Candeloro, Daniele Catalli, Luca Coclite, Massimo De Giovanni, Anke Feuchtenberger, Tothi Folisi, Magda Guidi, Simone Massi, Alex Raso, Stefano Ricci, Elisa Talentino, Violetta Valery

Continuando a riflettere sul disegno come territorio comune tra il mondo dell’illustrazione e quello dell’arte visiva, il nuovo progetto espositivo collettivo di Librimmaginari parte da un celebre libro della letteratura statunitense, capostipite di una serie di riflessioni sulla relazione tra uomo, ambiente e società: Walden. La vita nel bosco di Thoreau. Il concept della mostra è un viaggio nella terra selvatica (Wildnis) che ogni uomo ha in sé. Il bosco quindi come luogo dell’archetipo, passaggio verso una dimensione dell’inquietudine, della riconquista di una dimensione simbiotica con la natura, ed anche del suo lato oscuro e misterioso. “Il “Trattato del Ribelle” di Jünger ci restituisce un’immagine della foresta (che ritroviamo spesso anche nella mitologia e nelle fiabe europee, a testimonianza di quanto sia radicato nel nostro animo il simbolo del bosco), come luogo in cui l’uomo diviene sovrano di sé, ritrovando il contatto con quei poteri che sono superiori alle forze del tempo.” Ma il bosco è anche sinonimo di fuga dal reale, astrazione e diventa spazio ideale di nascondimento come strategia di rifugio, mimetizzazione nella natura. Il bosco come luogo immaginario e psichico, foresta di segni e storie nascoste che si dispiegano all’interno di una mostra pensata come una grande installazione composita. Il bosco è l'origine di molte storie, attraversamenti e leggende. La mostra è un sentiero nel bosco, una immersione nel selvatico, un’ambientazione di interpretazioni possibili della relazione simbolica che lega l’uomo al bosco.


Orari di apertura
Dal martedì alla domenica dalle 17 alle 19.30

Un progetto promosso da
Arci Viterbo
Con il patrocinio di
Comune di Viterbo
Biblioteca Consorziale di Viterbo
Associazione AI Autori di Immagini
In collaborazione con Liceo Artistico Statale “Francesco Orioli”
Realizzato nell’ambito de Il Maggio dei libri

Per informazioni
www.arciviterbo.it/librimmaginari


pubblica:

venerdì 27 maggio 2016

“ARCHEOMODERNITAS”

 
L’Associazione Culturale
“Ex Studenti dell’ Accademia di Belle Arti di Bari”
presenta:
“ARCHEOMODERNITAS”
            una rivista online e una mostra d’arte           
con collezionei di Renato Nosek, Adele Plotkin , opere di docenti artisti,  studenti
 dell’Accademia Belle Arti di Bari e degli artisti
dell’ Associazione Culturale
 “Ex studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bari”
 
 
Ateneo “Aldo Moro” di Bari, “Sala degli Affreschi”
dal 6 al 24 Giugno 2016
 
Lunedi 6 Giugno 2016
 
“Sala degli Affreschi” e ambienti espositivi contigui
ore 10.00
 
Inaugurazione della Mostra d’Arte “ARCHEOMODERNITAS” con collezioni di Renato Nosek, Adele Plotkin, opere di docenti, di studenti, e di autori legati alla nostra associazione.
Docenti Accademia di Belle Arti
 
Katia Addese, Francesco Arrivo, Fabio Bonanni, Antonio Cicchelli, Giovanna Clingo, Guido Corazziari, Paolo Antonio De Carlo, Vittorio Del Piano, Beppe Labianca, Tommaso Lagattolla, Pino Lauria, Luigi Mastromauro, Pippo Patruno, Rosanna Pucciarelli, Antonio Rollo, Diana Priscilla Sblano, Arianna Spizzico, Grazia Tagliente;
 
Allievi Accademia di Belle Arti
Serena Alvarez, Francesca Arpino, Siriana Crastolla,  Lisa Cutrigno, Lorenzo Galuppo, Paolo Notaristefano, Fabrizio Riccardi, Pierfederica Verdegiglio;
 
Artisti Associazione “Ex Studenti dell’Accademia di Belle Arti”
Francesco Albanese, Carlo Dicillo, Nicola Di Renzo, Beppe La Bianca, Clarissa Lapolla, Giovanni Carpignano, Raffaella Greco, Pino Lauria, Chiara Loiudice, Giovanni  Nicolai, Renato Nosek, Agnese Terez Peterfi, F.sco Luca Potente, Arianna Spizzico, Claudio Vino.
 
 
Presentazione dell’attività dell’Associazione Culturale “Ex studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bari” e della rivista “ARCHEOMODERNITAS”, contenuta nel sito dell’Associazione stessa,  mediante una succinta proposizione sia dei fini culturali  che degli articoli del primo numero di “ARCHEOMODERNITAS”, a cui parteciperanno membri della Direzione Artistica e autori degli articoli. Durante tale esposizione saranno mostrate immagini e interviste collegate ai testi degli articoli e diffuse online.
 
E’ previsto un rinfresco in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione.
 
ore 16.00
 
Saluto dell’Assessore alle Politiche Scolastiche della Città Metropolitana di Bari dell’Assessore alle Politiche Scolastiche della Città Metropolitana di Bari Vito Lacoppola e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Bari Silvio Maselli  di altre personalità presenti. 
E’ previsto un rinfresco in occasione della conferenza “MICHELANGELO E I SUOI” tenuta dal Dott. Alessandro Cecchi, Direttore del Museo di “Casa Buonarroti” di Firenze sul tema (già tenuta Firenze il 31 Marzo 2016). Proiezione di immagini connesse al testo dell’intervento che si articolerà su inediti documenti d’archivio riguardanti Michelangelo Buonarroti e la sua famiglia.
La lezione-conferenza è incentrata sui rapporti di Michelangelo con il padre e i fratelli che, in difficoltà economiche, furono da lui generosamente e continuamente aiutati nel corso della sua lunga vita. Uno degli obbiettivi del grande artista fu quello di riaffermare la nobiltà dei Buonarroti Simoni, la sua famiglia, residente dall'origine nel Quartiere di Santa Croce, nella cui chiesa avevano, da sempre, le loro sepolture. In Santa Croce fu sepolto anche lui, come i suoi antenati, per suo espresso desiderio, dopo 30 anni di permanenza ininterrotta nell'Urbe, al servizio dei Papi.
Mercoledi 15 Giugno 2016
“Sala degli Affreschi”e ambienti espositivi contigui
ore 10.00
Tavola Rotonda su “Prospettive degli studi artistici”
Parteciperanno docenti di Discipline Artistiche a cura dei docenti che svolgono orientamento universitario aperta agli studenti delle scuole medie secondarie e agli studenti universitari delle facoltà di Lettere, Architettura e Accademia di Belle Arti di Bari a cui saranno accordati crediti didattici.
Introduzione a cura di Alvaro Spagnesi e interventi di Mirella Casamassima, Sabrina Del Piano, Giancarlo Labianca, Giovanni Nicolai, Claudio Vino....
Nell’occasione verrà presentato il  Concorso “PREMIO TESI SULL’ARTE” destinato soprattutto agli studenti  delle suddette facoltà che abbiano realizzato tesi di Laurea particolarmente interessanti  su argomenti legati al mondo dell'Arte, selezionate da una commissione costituita da docenti universitari, storici e membri  dell’ Associazione Culturale “Ex studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bari” da pubblicare sulla rivista  online “ARCHEOMODERNITAS”.
 
Congedo agli intervenuti da parte dei membri dell’ Associazione Culturale “Ex Studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bari

riceve e pubblica
Massimo Nardi