sabato 31 gennaio 2015

Al GNAM - Coffe Killers in Du' etti de sonetti - Domenica 1 febbraio ore 17,00‏

 
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea –Roma Viale delle Belle Arti 131 1 febbraio 2015 h. 17,00 Ingresso libero Du’ etti de sonetti nasce un paio di anni fa da una bancarella al mercato di Santa Marinella, dove c’era un volumetto con alcuni sonetti del Belli che mi ha incuriosito. L’ho comprato e non ho più smesso di leggere e scrivere sonetti romaneschi dice Filippo Santi, autore. “Belli, Trilussa ma anche Bartolomeo Rossetti, quello di Er Vangelo seconno noantri, o Nonna Minestra di Aldo Fabrizi, quello che sento più vicino a me come temi trattati, e girovita. In nessun modo voglio paragonarmi a loro, nemmeno per scherzo, ma leggendoli ho scoperto, o forse riscoperto, le grandi potenzialità comunicative del dialetto romanesco, la schiettezza, la sincerità, la franchezza sfacciata, l’andare dritti al punto senza giri di parole, una libertà d’espressione che la lingua italiana ha un po’ congelato nel tempo”. Lo spettacolo Du’ etti de sonetti (and One Meatball) si focalizza solo sui sonetti a tema “cibo”, ma in realtà i Du’ etti de sonetti parlano di tutto e di tutti, di cibo certo, ma anche di immigrazione, guerre, amore, morte, amici, vita di paese e pensieri sparsi. Sono una specie di diario segreto che un giorno Alessandro Sciortino ha deciso di rendere pubblico, al Festival della Letteratura di Città della Pieve. E così è nato lo spettacolo Du’ etti de sonetti (and One Meatball), che ha da subito coinvolto: Alessandro Sciortino, che suona e canta, Marco Carnevale, unico lettore possibile di questi sonetti, Riccardo Cimino, unico compositore possibile per musicare questi sonetti, e Marco Re, unico sovrano ammesso in questa meravigliosa democrazia che sono i Coffee Killers, dove nessuno conta più degli altri, nessuno è più importante degli altri, nessuno è qualcosa senza gli altri, nessuno ha dà rompe…..…. (come direbbero i romaneschi) Amici prima di tutto, compagni di viaggio poi. Lo spettacolo porta in scena la romanità e la internazionalizza accostandola a musiche americane, lontane nel tempo e nello spazio, e musiche italiane, più vicine sia nel tempo che nello spazio, tutte in qualche modo a tema cibo, dando vita a un vagabondaggio in versi ghiotti fra Trastevere e il Texas, un viaggio che parte da un’osteria, gira per il mondo, per poi tornare immancabilmente all’osteria. Perché i romani sono così, bello er monno, bello tutto, ma Roma è Roma. E per un pomeriggio tra arte cibo e musica i Coffee Killers approdano alla Gnam per passare con noi un pomeriggio goloso. L’1 febbraio 2015 in Galleria Nazionale d’Arte Moderna – Salone del Mito – Viale delle Belle Arti 131 Roma –alle ore 17,00 Ingresso libero “Fateje largo che arrivano loro”, direbbero a Roma. E proprio da Roma arrivano i Coffe Killers, letteralmente gli Ammazzacaffè, con lo spettacolo “Du’ etti de sonetti (and one meatball)”, una passeggiata in versi ghiotti tra i vicoli di Trastevere e le grandi strade del Texas, un’ora e poco più per immergersi nell’atmosfera di quella Roma mangereccia e godereccia, quella Roma cinica e sarcastica, la Roma pungente e golosa che o magna o parla de magnà ,e che per una sera incontra la grande musica italiana e americana che parla di cibo anche lei. Un incontro sorprendente da cui nasce uno spettacolo sorprendente, e che per un po’ vi farà vivere l’esperienza ormai sempre più rara di godersi un’oretta all’osteria. 
 Ufficio stampa Maddalena Santeroni 3926323491
pubblica:
Massimo Nardi

PANICO - Mariantonietta Bagliato



PANICO
Mariantonietta Bagliato

S’inaugura venerdì 6 febbraio alle ore 19.30 presso la Galleria BLUorG di Bari, la mostra Panico di Mariantonietta Bagliato a cura di Giuseppe Bellini e Gaia Valentino.

Panico, un titolo ambiguo per la prima personale barese di Mariantonietta Bagliato, giovane artista che gioca tra arte e teatro di figura, sperimentando varie discipline come performance, installazioni e azioni di arte pubblica, privilegiando l'utilizzo di scampoli di stoffa come sineddoche dell’identità fluida.
Panico, il tutto, un riferimento al dio Pan, simbolo della natura e dell'universo, anima e fermento di ogni cosa creata, così come le opere in esposizione: queste rievocano piccole tracce di senso, barlumi di pienezza che lampeggiano istantanei nel presente per poi disperdersi nella successione, nel ritmo, nella serialità, stimolando molteplici livelli di interpretazione e una riflessione ironica sulla questione esistenziale, in cui ognuno è più di quanto appaia.
Il potere evocativo delle stoffe ha un eco di proustiana memoria: ciascuno può ritrovare parti di se stesso e vagare con la mente verso tracce e sensazioni sopite nell’ inconscio, ma non per questo dimenticate, bloccate. Un’anima in fermento, creazione umana perennemente “in progress” e mai finibile.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 7 marzo 2015.


PANICO
Mariantonietta Bagliato

a cura di Giuseppe Bellini e Gaia Valentino

Inaugurazione 6 febbraio ore 19.30
Dal 6 febbraio al 7 marzo 2015

Galleria BLUorG
Via M. Celentano 92/94 – Bari
+ 39 080.9904379 info@bluorg.it www.bluorg.it
Aperti dal lun. al sab. ore 10.00 -13.30 / 17.30 – 20.30

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amalia di Lanno

venerdì 30 gennaio 2015

Manuela Bedeschi. Luce 2015




L'artista, in linea con la sua ricerca incentrata sulla relazione tra l'inconscio e la formalizzazione visiva della luce, propone opere realizzate appositamente per lo spazio.


COMUNICATO STAMPA

La galleria PIOMONTI ARTE CONTEMPORANEA apre l’Anno Internazionale della Luce, proclamato dall’UNESCO, con la mostra LUCE 2015 di Manuela Bedeschi.

L’artista veronese, in linea con la sua ricerca incentrata sulla relazione tra l’inconscio e la formalizzazione visiva della luce – espressa attraverso l’uso di led e neon –, propone opere realizzate appositamente per lo spazio romano.

La fusione tra luce e materiali di recupero, nelle istallazioni e opere parietali - idealmente legate al minimalismo americano - appare come sintesi di una stratificazione identitaria fatta di memorie intime e collettive, ricordi familiari e suggestioni culturali.
La luce è utilizzata in modo da cadenzare il ritmo alternante tra opera e ambiente e renderlo parte integrante del lavoro, in un rapporto di continuità spazio temporale.

Francesca Valente, nel presentare il lavoro di Manuela Bedeschi, afferma: “Si realizza così un percorso di efficace sintesi emotiva in cui confluiscono a un tempo evocazioni bibliche (Genesi 1,3) e storiche (Dan Flavin, James Turrell, Mario Merz), per approdare a una identità personale stratificata, composita, simultaneamente laica e religiosa […]”.

Simonetta Lux illuminerà con la sua luce critica i lavori in mostra, sottolineando come Manuela Bedeschi “gentilmente entra nella grande trama di luce dell’arte”.

Inaugurazione 30 gennaio ore 18

Galleria Pio Monti
piazza Mattei, 18 Roma
Lun 15-20, mar-sab 11-20
ingresso libero


MANUELA BEDESCHI
dal 30/1/2015 al 28/2/2015
Lun 15-20, mar-sab 11-20

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amalia di Lanno

Candida Höfer


La mostra presenta una selezione di fotografie tratte dal suo lavoro del 2001 'Douze-Twelve', commissionatogli dal Musee des Beaux-Arts et de la Dentelle di Calais, per il quale ha fotografato le dodici fusioni esistenti al mondo: 'Les Bourgeois de Calais' di Rodin.


COMUNICATO STAMPA

a cura di Gabriella Belli, con il progetto espositivo di Daniela Ferretti

L’attività espositiva 2015 della Fondazione Musei Civici di Venezia, sotto la direzione scientifica di Gabriella Belli, si apre a Ca’ Pesaro nel nuovo “Spazio Dom Pérignon” con il secondo appuntamento di “Paradossi“, serie di incontri inattesi tra giovani artisti e opere della collezione storica del museo.

Dopo il confronto tra l’artista vicentino Alberto Tadiello e l’opera di Giulio Aristide Sartorio, che ha inaugurato lo scorso ottobre le due straordinarie sale al secondo piano della Galleria Internazion- ale d’Arte Moderna - recuperate grazie all’importante contributo del noto brand francese – viene ora proposta un’insolita rilettura della celebre opera di Auguste Rodin “Les Bourgeois de Calais à Venise”(1901) da parte di una delle più influenti fotografe del pan- orama internazionale, la tedesca Candida Höfer. La mostra presenta una selezione di fotografie tratte dal suo lavoro del 2001 Douze-Twelve, commissionato dal Musée des Beaux-Arts et de la Dentelle di Calais, per il quale ha fotografato le dodici fusioni de Les Bourgeois de Calais di Rodin esistenti al mondo.

Dopo i lavori sugli interni di spazi sia pubblici che privati e i soggetti in esterno degli “Zoologische Gärten “, tutti accomunati e noti per la ricer- ca della perfezione dei dettagli e una non comune dimestichezza e tec- nica nella gestione e controllo della luce, l’artista mette qui in atto uno stimolante intreccio e uno splendido incontro con una delle opere più famose dell’arte di tutti i tempi, mettendone in luce tutte le sue insite tensioni emotive, la potente espressività formale, l’estremo realismo. La grande scultura di gesso esposta dallo scultore francese alla Bien- nale del 1901 fu acquistata dalla città di Venezia per la collezione di Ca’ Pesaro e oggi apre il percorso rinnovato della Galleria Internazionale d’Arte Moderna. Proprio questo noto e più volte replicato gruppo scul- toreo ha ispirato un famoso lavoro di Candida Höfer – tra i principali esponenti della cosiddetta Scuola di Düsseldorf – che ha fotografato le dodici repliche in bronzo nelle loro installazioni in diverse collezioni pubbliche internazionali.

La specchiata armonia dell’occhio fotografico della Höfer – presente alla Biennale del 2003 – si esalta nella serialità delle opere grazie alla capacità di catturare e coagulare in un’immagine di ampio respiro pros- pettico l’espressività dinamica e sofferente degli eroici abitanti di Calais che nel 1346 si contrapposero all’assedio del re d’Inghilterra Edoardo III, modellati da Rodin nel 1889. Il dialogo con la scultura attualizza tutta l’energia creativa del passato, concedendoci repliche di magistrale impronta scenografica, potenti quanto contenute, grazie alle severe direttrici prospettiche tipiche della fotografa tedesca.

Immagine: Candida Höfer, Les Bourgeois de Calais à Venise © The Metropolitan Museum of Art New York II 2000 152 x 152 cm

Fondazione Musei Civici di Venezia
Riccardo Bon - T + 39 041 2405225 - 32, M + 39 3460844843, press@fmcvenezia.it
Villaggio Globale International
Antonella Lacchin, T + 39 0415904893 - M + 39 3357185874, a.lacchin@villaggioglobale.191.it

Inaugurazione 30 gennaio
Preview stampa 30 gennaio alle 16.30

Galleria Internazionale d'Arte Moderna Ca' Pesaro
via Santa Croce, 2076 - Venezia Veneto Italia
Orario: 10 – 17 (biglietteria 10 – 16) Chiuso lunedì
Intero 10 euro, ridotto 7.50 euro

CANDIDA HOFER
dal 30/1/2015 al 29/3/2015
mart-dom 10-17

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amalia di Lanno

La Materia dell’Assenza

Corrado Delfini, Senza Titolo N 9 dal ciclo Figura Meccanica, tecnica mista su tela cm 180x200  2014


 Sergio Angeli, Fin dentro me dal ciclo Embryo, tecnica mista su tela cm 180x200  2014


La Materia dell’Assenza
7 – 28 marzo 2015
Museo Civico Umberto Mastroianni - Marino (Roma)


La limpida architettura gotica del Museo Civico Umberto Mastroianni di Marino (Roma) – unico esempio presente nel territorio dei Castelli Romani, ospiterà dal 7 al 28 marzo 2015 “La Materia dell’Assenza ”, mostra di arte contemporanea che vede protagonisti gli artisti Sergio Angeli e Corrado Delfini.
L’esposizione - curata da Lorenzo Canova, promossa e patrocinata dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma e dal Comune di Marino- Assessorato alla Cultura - presenta un percorso alla scoperta di nuove suggestioni e sperimentazioni, dove un impotente senso di disperazione di fronte ai problemi della società, diventa il leit motiv dei lavori presenti in mostra.
Le opere esposte al Museo Mastroianni raccontano, come afferma il curatore: “Un mondo industriale e un mercato mondializzato che per sopravvivere debbono creare oggetti destinati a diventare presto rottami, un sistema delle merci che non potrebbe perpetuarsi se le sue produzioni non si trasformassero in rifiuti e carcasse da sostituire con altre produzioni più aggiornate, un vortice inarrestabile che determina un mondo parallelo di scorie e di scarti e che dà vita a distese di cose che non riescono tutte a essere riciclate e che compongono una delle testimonianze più efficaci della civiltà dei consumi globali”.
L’esposizione mostra ai visitatori un lavorio di palcoscenici, un dialogo continuo tra i due artisti, da una visione più intimistica, quasi metafisica che combatte, si rigenera e diventa impenetrabile, enigmatica di Sergio Angeli a una sconcertante presa di coscienza di “un’umanità riprogettata dalla mano dell’artista e sospesa tra l’oblio della sparizione e la speranza della rinascita” in Corrado Delfini.
Un vero e proprio ciclo itinerante, che offre ai suoi fruitori un fagocitante universo industriale, il quale non si limita a creare ma che distrugge e/o dimentica gli oggetti stessi che ha prodotto; un tentativo di trasmettere tale consapevolezza anche a chi li osserva, “celebrando cose assenti nella loro fisicità ma ancora più presenti nella fissità fluida della tessitura cromatica, macchine inutili per l’industria ma esseri pulsanti del sangue vibrante e misterioso di una materia esistenziale che si fa pittura”.
La mostra, inoltre comprende una video-installazione di Angelo Secondini che raccoglie i vari step di realizzazione delle opere degli artisti. Una mostra fotografica di Marcella Persichetti che documenta gli artisti al lavoro nei propri studi e l’artista Giorgio Capogrossi in arte “Montez”, che parteciperà al progetto “La Materia dell’Assenza” con una serie di opere create ad hoc ed in fase di realizzazione. Un particolare ringraziamento al Comune di Marino nella persona del Sindaco Fabio Silvagni e dell’Assessore alla Cultura Arianna Esposito per la disponibilità e la sensibilità con la quale hanno accolto il progetto.



Prossime esposizioni del 2015:
Aratro (Archivio delle Arti Elettroniche) Museo dell’Università di Campobasso
Ex GIL Museo di Arte Contemporanea – Roma


Scheda tecnica
La Materia dell’Assenza
Museo Civico Umberto Mastroianni, Marino (Roma)
Vernissage 7 marzo 2015 ore 18
A cura di Lorenzo Canova

Artisti: Sergio Angeli, Corrado Delfini
www.sergioangeli.it; www.corradodelfini.it;
Video installazione: Angelo Secondini
https://it-it.facebook.com/cometa1958
Fotografie: Marcella Persichetti
www.marcellapersichetti.it
Sculture: Montez
www.montez.it

Sede: Museo Civico Umberto Mastroianni, Marino (Roma) Piazza G. Matteotti, 13
00047 Marino (RM)
Tel: 06 938 5681

E- mail: museocivico@comune.marino.rm.it
Sito internet: http://www.comune.marino.rm.gov.it
Pagina Facebook: Museo Civico Umberto Mastroianni Marino Orari: Lunedì chiuso
Mattina: Martedì 8,30-11,30 / Mercoledì e Venerdì 8,30 – 12 / Giovedì, Sabato e Domenica 9 – 13
Pomeriggio: da Martedì a Domenica 15 - 19
Ingresso libero



Direttore:
Alessandro Bedetti



Pubbliche relazioni e Ufficio Stampa
Adele Ziino Carasi, Giulia Smeraldo | artcomunicazione@gmail.com



Uffico Stampa Comune di Marino
Daniele Priori | 0693662225



Catalogo:

“La Materia dell’Assenza”, catalogo della mostra, sarà in vendita presso il Museo Civico Umberto Mastroianni e disponibile sul sito dell’editore.

Rubbettino Editore - www.rubbettinoeditore.it


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amalia di Lanno

giovedì 29 gennaio 2015

Alberto Burri. Omaggio nel Centenario della nascita



E' esposto il ciclo di dieci opere Oro e Nero creato da Alberto Burri nel 1993 per la donazione alla Galleria degli Uffizi di Firenze avvenuta nel 1994.

comunicato stampa

L’Europa, attraverso il Parlamento Europeo, vuole rendere omaggio ad Alberto Burri nel Centenario della sua nascita.
L’Omaggio avrà il suo momento ufficiale il 28 gennaio 2015 alle ore 13 in una Sessione cui interverranno, con i Parlamentari dell’Unione, l’Ambasciatore italiano e i vertici della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri.

Nella motivazione della cerimonia, si indica come le opere di Alberto Burri abbiano segnato, nell’arte europea e mondiale, una svolta epocale nel linguaggio artistico della pittura dell’immediato dopoguerra del secondo conflitto mondiale, assumendo la materia in luogo del colore, mentre gli elementi che costituiscono il denominatore comune della sua opera sono ereditate dalla grande tradizione della pittura classica: misura, equilibrio, forma, luce.

Il Parlamento Europeo inoltre si è fatto promotore di una mostra dedicata ad Alberto Burri, esposizione che sarà allestita, sempre a partire dal 28 gennaio, nella stessa sede del consesso europeo. Qui verrà esposto il ciclo di dieci opere Oro e Nero creato da Alberto Burri nel 1993 per la donazione alla Galleria degli Uffizi di Firenze avvenuta nel 1994.

Bruno Corà, presidente della Fondazione Burri, in accordo con i Responsabili della sede europea, ha individuato il prezioso nucleo di opere del Maestro da inserire in un percorso espositivo che ricorda la figura dell’artista, e ha presentato il fitto programma di iniziative che, tra Europa e Stati Uniti, sono previste nei prossimi mesi per celebrare il centenario della nascita del grande Maestro italiano.

Immagine: Oro e Nero 10, 1993 Serigrafia e foglia d'oro Carta Colombe cm. 60,3x86,6, Cartiera Moulins de Larroque et pombié Stamperia fausto Baldessarini, Fano

Ufficio stampa:
Studio Esseci – Sergio Campagnolo tel. 049 663499 info@studioesseci.net

Inaugurazione ufficiale il 28 gennaio 2015 alle ore 13
L’inaugurazione della mostra dedicata ad Alberto Burri farà seguito alla Sessione di Omaggio al Maestro italiano.

Parlamento Europeo
rue d'Ardenne - Brussels

Alberto Burri
dal 28/1/2015 al 28/3/2015

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I Martedì Critici al MADRE - Alfonso Artiaco



In collaborazione con l'associazione culturale “I Martedì Critici”, il MADRE di Napoli ospiterà martedì 3 febbraio, alle ore 18:00 (sala delle Colonne, primo piano), il primo dei quattro incontri pubblici previsti con alcuni protagonisti del mondo dell'arte contemporanea. Per l'occasione il MADRE aprirà in via straordinaria anche la sera di martedì, abituale giorno di chiusura, dalle ore 17:30 alle 19:30. I quattro appuntamenti seguiranno la consueta formula dei Martedì Critici, che tornano a Napoli dopo le tappe in istituzioni quali il Museo Pecci di Milano, il MACRO e il MAXXI di Roma e il PAN: un'intervista pubblica, corredata da immagini, condotta da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti, curatori del progetto, che permettono di ricostruire mostre, pubblicazioni, progetti, in una pluralità di collaborazioni con artisti, curatori, critici, collezionisti e appassionati.

Ospite del primo appuntamento dei Martedì Critici al MADRE sarà Alfonso Artiaco.
Nel 1986, all’età di ventidue anni, Alfonso Artiaco ha aperto la sua prima galleria in corso Terracciano a Pozzuoli. Lo spazio inaugurava con un’esposizione dal titolo Possibilità di collezione, in cui vennero esposte opere appartenenti alla collezione del giovane gallerista. Fin dall’esordio, Artiaco si propone di offrire un programma rigoroso di mostre, da Giovanni Anselmo a Jannis Kounellis, da Giuseppe Penone a Luigi Mainolfi, da Sol LeWitt a Carl Andre. L’esperienza di Pozzuoli rappresenta un unicum nel panorama del contemporaneo in Italia in quegli anni, una galleria che in un piccolo centro si propone di portare avanti in maniera continuativa un ambizioso programma internazionale. Nel 2003 Artiaco trasferisce la sua galleria a Napoli, nello spazio in piazza dei Martiri che aveva ospitato la Galleria Lucio Amelio. Lo spazio è stato inaugurato con la mostra Fragments Napoli 2003 di Gerhard Merz. Uno dei principali animatori della vita culturale cittadina, a Napoli, Artiaco promuove progetti che rafforzino le relazioni tra galleria, artisti e istituzioni: nel 1998, grazie al rapporto di collaborazione avviato con la Soprintendenza, si inaugura la mostra di Gilbert & George New Testamental Pictures presso il Museo di Capodimonte, e sempre nella stessa sede, nel 2010, è la volta di Albert Oehlen. Nel novembre 2012 Artiaco trasferisce la galleria nel palazzo nobiliare De Sangro di Vietri, nel cuore della città, che inaugura con un omaggio a Sol LeWitt, esponendo per la prima volta in Italia le sue Pyramids (1986), e con una personale di Liam Gillick.
Accanto alla proposta di artisti consolidati italiani e internazionali, con una focalizzazione sul concettuale, l’arte povera e minimal, Artiaco ha sostenuto nei suoi quasi trent’anni di attività la promozione di giovani artisti nazionali e stranieri, seguendoli lungo tutto il percorso di maturazione artistica.

Per informazioni e prenotazioni (lunedì-venerdì, 09:00-18:00; sabato, 09:00-14:00):
Tel. + 39 081 19313016
Email info@madrenapoli.it
Info@imartedicritici.it

Media partner:

ARTIBUNE

EQUIPéCO

Sponsor:

CNP Energia

SPEDART



Appuntamenti seguenti:
10 febbraio – MASSIMO MININI
17 febbraio – ANTONIO BIASIUCCI
24 febbraio – ANGELA VETTESE


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Robert Capa in Italia. 1943-1944



La mostra dedicata al grande fotoreporter di guerra racconta con 78 immagini in bianco e nero gli anni della seconda guerra mondiale in Italia. Capa passo' la maggior parte della sua vita sui campi di battaglia per documentare i fatti.


COMUNICATO STAMPA

a cura di Beatrix Lengyel

Dopo il successo di Roma e Firenze arriva a Palazzo Ducale di Genova la mostra dedicata al grande fotoreporter di guerra Robert Capa, che racconta con 78 immagini in bianco e nero gli anni della seconda guerra mondiale in Italia.
Considerato da alcuni il padre del fotogiornalismo, da altri colui che al fotogiornalismo ha dato una nuova veste e una nuova direzione, Robert Capa (Budapest, 1913 - Th´i Binh, Vietnam, 1954) pur non essendo un soldato, visse la maggior parte della sua vita sui campi di battaglia, vicino alla scena, spesso al dolore, a documentare i fatti: "se le tue fotografie non sono all'altezza, non eri abbastanza vicino", ha confessato più volte. In oltre vent'anni di attività ha seguito i cinque maggiori conflitti mondiali: la guerra civile spagnola, la guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana del 1948 e la prima guerra d'Indocina.

In occasione dell'Anno Culturale Ungheria Italia 2013 - 2014 che coincide con il centenario della nascita di questo grande maestro della fotografia, il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, la Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura gli dedicano una mostra che raccoglie le fotografie scattate in Italia nel biennio 1943 - 44.

L'esposizione è curata da Beatrix Lengyel ed è stata ideata e promossa in collaborazione con il Museo Nazionale Ungherese di Budapest, il Ministero delle Risorse Umane d'Ungheria, il Fondo Nazionale Culturale, l'Istituto Balassi - Accademia d'Ungheria a Roma e l'Ambasciata di Ungheria a Roma.
A settanta anni di distanza, la mostra racconta lo sbarco degli Alleati in Italia con una selezione di fotografie provenienti dalla serie Robert Capa Master Selection III conservata a Budapest e acquisita dal Museo Nazionale Ungherese tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009. La serie, composta da 937 fotografie scattate da Capa in 23 paesi di 4 continenti, è una delle tre Master Selection realizzate da Cornell, fratello di Robert Capa, anch'egli fotografo, e da Richard Whelan, biografo di Capa, all'inizio degli anni Novanta e oggi conservate a New York, Tokyo e Budapest. Le serie, identiche tra loro e denominate Master Selection I, II e III, provengono dalla collezione dell'International Center of Photography di New York, dove è conservata l'eredità di Capa.


Ufficio stampa
Ufficio Cultura e Città Tel. +39 010 5573967 Email: cittacultura@comune.genova.it

Inaugurazione venerdi' 6 giugno ore 18.

Palazzo Ducale, Loggia degli Abati
orario: da martedì a domenica 10-19
lunedì chiuso

ROBERT CAPA
dal 29/1/2015 al 26/4/2015

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amalia di Lanno

Privato. Opere di Orietta Fineo

ritmo 2.j matita su carta lucido, cm 23 x 33 20014

Privato. Opere di Orietta Fineo
a cura di Lorenzo Madaro

MAT Laboratorio urbano, via Macello, Terlizzi (Bari)


dal Lunedì al Venerdì 17:00 | 20:00
Sabato 10:30 | 13:00 - 17 :00 | 20:00

Inaugurazione: 31 gennaio 2015, ore 18.30


Sarà inaugurata il 31 gennaio 2015 alle 18.30, negli spazi espositivi del laboratorio urbano MAT di Terlizzi (Bari) la mostra personale “Privato” di Orietta Fineo, a cura di Lorenzo Madaro.
Dopo l’inaugurazione ci sarà un concerto del gruppo Pinturas, con Roberto Ottaviano (sassofono), Nando Di Modugno (chitarra), Giorgio Vendola (contrabbasso) e Pippo D’Ambrosio (batteria e percussioni).
La mostra – che raccoglie un ciclo recente di tecniche miste su carta – sarà visitabile fino al 28 febbraio.

“Il nucleo di lavori recenti di Orietta Fineo presenti in mostra denotano un’osservazione scrupolosa di vite, brandelli di esistenze che si sbrogliano su grandi carte o piccoli fogli, in un rincorrersi meditato di tracce di matite e pastelli, o di graffiti veri e propri.
Le ha assorbite, queste anonime vite, le ha osservate a lungo, probabilmente nelle strade dei paesi del circondario della sua cittadina, in un sud ancora sospeso, a prescindere dagli stereotipi, tra tradizioni e futuri possibili. Alcune immagini richiamano quelle visioni di donne sedute sui gradini della propria casa nelle vie dei centri storici pugliesi; altre evocano presenze giovani, atterrite da noie ipotetiche. Sono versioni possibili, ma non esclusive, di una narrazione che entra nelle pieghe di un privato immaginato o vissuto realmente.
In ogni caso si tratta di un campionario di privazioni, di presenze-assenze, di una pratica che sottrae, non solo il segno grafico, che invece talvolta abbonda, ma tutto ciò che non è utile alla rappresentazione metaforica. È un lavoro di scavo, di confronto con il soggetto ritratto, fors’anche di immedesimazione. Permane difatti solo qualche traccia, qualche riferimento che aiuta a collocare il protagonista dell’opera nello spazio.
Tutto il resto appare come estinto, superato mediante un processo di semplificazione che nei lavori più piccoli si accentua ulteriormente. Così Orietta Fineo esclude ogni gusto per la rappresentazione per concentrarsi su singoli elementi, quasi dei brandelli di vite, in linea con diverse esperienze recenti che caratterizzano la giovane pittura italiana, sempre più attenta all’immagine e alla sua riproduzione manuale secondo tecniche ritenute tradizionali.
Sono impenetrabili le composizione realizzate su piccoli fogli, quadrettati o squadrati, recuperati magari in qualche vecchio album scolastico di disegno tecnico. Metamorfosi continue, in cui una mano si trasforma in altro, una treccia diviene quasi un’architettura naturale, forse il tronco di un albero, con lunghe ombre che si intersecano in un ossessivo tessuto di segni tracciati a matita sul corpo nudo di un tavolo.” (Dal testo critico di Lorenzo Madaro in catalogo)



Orietta Fineo (1975)
2002 Diploma di Accademia di Belle Arti, Bologna

Mostre personali
2008 Quotidiane porzioni, galleria Zero-Uno, Barletta, curatrice Anna Soricaro
2010 Guardare, “Studio d’Arte Fedele”, Monopoli

Mostre collettive
2006 Trado, Sinagoga nazionale, Nitra-Slovacchia , curatrice Emilia Domanova
2006 Voyeur, galleria Michalsky dvòr, Bratislava
2007 Strart Biennale, spazio Mondatori, Venezia , curatore Roberto Ronca
2008 Time Zone , Torre Prendiparte, Bologna , curatrice Paola Naldi, Elisa Laraia
2008 Pagine Bianche d’autore, selezione finale, regione puglia.
2008 Presenze/assenze, chiese rupestri, Gravina di Puglia, a cura di Anna Soricaro
2009 360°, complesso “Le Monacelle”, a cura di Allelammie, Matera
2010 “Arte donna3”, galleria Spaziosei, a cura di Mina Tarantino, Monopoli
2010 “11x11”,Lucania Film Festival, Pisticci (MT)
2011 Made in Filandia, residenza per artisti,Pieve a Presciano,Arezzo, catalogo .Gli Ori
2013 Viaggiando con Gusto, Santa Maria della Scala museo dei bambini, Siena,
a cura di Michela Eremita

pubblica:
amalia di Lanno

mercoledì 28 gennaio 2015

Iginio de Luca - Nato a Formia e residente a Roma






Iginio de Luca
Nato a Formia e residente a Roma
31 gennaio - 23 febbraio 2015
Inaugurazione (alla presenza dell’artista): venerdì 30 gennaio 2015, ore 19.00 - 22.00

Carlo Gallerati è lieto di presentare Nato a Formia e residente a Roma, una mostra personale di Iginio de Luca a cura di Sabrina Vedovotto.

Ancora un’installazione che riconosce alla galleria lo status privilegiato di spazio determinativo dell’arte: di luogo tra quelli felicemente delegati a suggerire assetti plausibili di rilevanti espressioni del contemporaneo. La mostra personale di Iginio de Luca presenta per la prima volta tutto il corpus di lavori video che tracciano un momento di vita vissuta. I video sono presentati attraverso due proiezioni che intersecano e a volte combinano immagini diverse tra loro, che però non stridono mai, ma anzi sembrano dialogare. Video muti e video con un audio fondamentale sbrigliano una tela di memorie e di ricordi.

“Si dice che gli artisti sviluppino da sempre una sensibilità, un sentimento forte, emozioni che vanno a scagliarsi contro situazioni violente, di grande pathos. Si dice anche che spesso questa sensibilità viene proprio da momenti di vita vissuta, che sono divenuti emergenze, o che invece nel tempo hanno perso la loro importanza. Si dice poi che certi avvenimenti, intimi, personali, di grande impatto emotivo, abbiano dato un imprinting molto forte al lavoro di alcuni artisti. Se così è, Iginio de Luca è riuscito a introiettare questi avvenimenti, e nel suo macerare il dolore è riuscito nel tempo a restituire alcune immagini di quel dolore stesso. Alcune sue opere lasciano tracce appunto di una esperienza molto personale, che qui racconto solo per dare un contributo di tipo biografico, che può essere un compendio alla comprensione. Un’esperienza molto personale, dicevo, la morte della madre, e dopo poco l’arrendersi alla vita del padre. Due morti una vicino all’altra, vissute intensamente, un grande amore edipico per questa madre i cui tratti fisiognomici molto ricordano quelli di Iginio. Nel suo tormentato e tormentoso processo di elaborazione del lutto, cosa molto difficile, Iginio trova probabilmente la cifra del suo escamotage, il modo per uscirne quasi indenne, una metodologia quasi scientifica, che gli permette non solo di ricordarli per sempre, ma anche di far divenire loro stessi opera d’arte.” (Sabrina Vedovotto)

Iginio de Luca è un artista a tutto tondo. È un musicista, un attore, un artista visivo. Fa video, installazioni, performance. Negli ultimi anni la sua poetica si è concentrata soprattutto sulla produzione di video, di immagini fotografiche, ma anche di quelli che lui definisce blitz. Considerandoli a cavallo tra arte urbana e performance, l’artista compie azioni a volte sorvolando, altre proiettando e scappando, altre ancora arrivando in luoghi con elementi di forte disturbo e impatto visivo. Pur lavorando su molti campi, nella poetica di Iginio de Luca si riconosce un’unità molto intensa. L’artista ha realizzato diverse mostre personali e collettive, in Italia e all’estero.

Iginio de Luca
Nato a Formia e residente a Roma
A cura di Sabrina Vedovotto
Galleria Gallerati (Via Apuania, 55 – I-00162 Roma – Tel. +39.06.44258243 – Mob. +39.347.7900049)
Inaugurazione: venerdì 30 gennaio 2015, ore 19.00-22.00
Fino a lunedì 23 febbraio 2015 (ingresso libero)
Orario: dal lunedì al venerdì: ore 17.00-19.00 / sabato, domenica e fuori orario: su appuntamento
Mezzi pubblici: bus: 61, 62, 93, 310; metro: linea B, fermata Bologna (da P.Bologna: 400 m lungo V.Livorno o V.M.di Lando)
Ufficio stampa: Galleria Gallerati
Informazioni: info@galleriagallerati.it, www.galleriagallerati.it,www.iginiodeluca.com

Via Apuania, 55 – I-00162 Roma – Tel. +39.06.44258243 – info@galleriagallerati.it – www.galleriagallerati.it

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Prima Visione - X edizione



Una selezione di fotografie realizzate da 43 autori che hanno scelto Milano come terreno di riflessione o di scoperta. In collaborazione l'associazione dei photo-editors G.R.I.N.

COMUNICATO STAMPA
La Galleria Bel Vedere, in collaborazione con il G.R.I.N. (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale), propone una selezione di immagini realizzate nel 2014 da quarantatre fotografi che hanno scelto Milano come terreno di riflessione o di scoperta.
In programma alla Galleria Bel Vedere, Prima Visione, la mostra dedicata a Milano, diventata ormai un appuntamento fisso. L'evento, giunto alla decima edizione, conferma l'importante sodalizio tra la Galleria, l’associazione dei photo-editors G.R.I.N. e i fotografi: quest'anno sono quarantatré i selezionati, autori per lo più giovani che nel 2014 hanno realizzato almeno un'immagine della città. E le loro fotografie ci mostrano, attraverso una ricca panoramica che tiene conto delle tendenze contemporanee, scorci di una città in trasformazione, i nuovi progetti, il centro con i suoi monumenti storici, i palazzi moderni e imponenti e le "vecchie" periferie troppo spesso dimenticate. Accanto alle immagini di architettura di una metropoli spesso deserta sia di giorno sia di notte, non mancano le persone ritratte in lontananza, in posa, in manifestazione e nel tempo libero, quasi a voler ricordare che Milano oggi è anche piena di vita, di cultura e di divertimento.


Gli autori:

Andrea Mariani e Roberta Levi (A13 Studio), Chiara Badiali, Michela Battaglia, Giuseppe Biancofiore, Caterina Maria Carla Bona, Anna Brenna, Vittore Buzzi, Roberto Caccuri, Luca Campigotto, Daniele Cavadini, Pierfrancesco Celada, Matteo Cirenei, Sergio Dahò, Riccardo Del Conte, Alexis Ftakas, Marco Garofalo, Giovanni Hänninen, Marco Introini, Cosmo Laera, Martino Lombezzi, Beatrice Mancini, Diego Mayon, Marco Menghi, Gianni Nigro, Sergio Oriani, Thomas Pagani, Giovanni Panizza, Alessandro Pardi, Masiar Pasquali, Alice Pedroletti, Simona Pesarini, Daniele Portanome, Giovanni Presutti, Luca Quagliato, Francesco Radino, Filippo Romano, Francesca Romano, Luca Rotondo, Francesco Rucci, Calogero Russo, Claudio Sabatino, Fabrizio Vatieri, Federico Vespignani

Inaugurazione Giovedì 29 gennaio dalle ore 18.00 alle ore 21.00

Bel Vedere Fotografia
via Santa Maria Valle, 5 - 20123 Milano
Orario: da martedì a sabato 15-19
ingresso libero


PRIMA VISIONE 2014
dal 29/1/2015 al 7/3/2015
mar - sab 15-19

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MACRO - WINTER 2015 EXHIBITIONS



In "Ambienti proiettivi animati, 1964-1984" di Luca Maria Patella, sono presentate installazioni, performance, tele fotografiche, film e libri d'artista. Il gruppo Cherimus e Valentina Vetturi, aprono i loro studi presso il museo con il risultato della loro ricerca degli ultimi mesi. I dipinti di Timur Kerim Incedayi costituiscono la mostra "Roma e Istanbul".


COMUNICATO STAMPA

Luca Maria Patella
Ambienti proiettivi animati, 1964-1984
29.1.2015 - 26.04.2015

a cura di Benedetta Carpi De Resmini e Stefano Chiodi

Dal 30 gennaio al 26 aprile 2015 il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma presenta la mostra di Luca Maria Patella, Ambienti proiettivi animati, 1964-1984, a cura di Benedetta Carpi De Resmini e Stefano Chiodi, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e realizzata con il sostegno e la collaborazione della Fondazione Morra di Napoli, che da anni ne cura le esposizioni e l’archivio generale.

Il progetto espositivo, che prende il titolo della prima mostra personale di Patella tenutasi a Roma nel 1968 alla galleria l’Attico di Fabio Sargentini, intende offrire, attraverso una selezione di alcune tra le opere più significative dei primi due decenni della sua lunga carriera la possibilità di rileggere criticamente gli esordi del percorso dell’artista.

In anticipo sulle tendenze artistiche e culturali che sarebbero emerse solo nei decenni successivi, Luca Maria Patella è stato nella prima metà degli anni Sessanta uno dei pionieri in Europa dell’uso artistico di fotografia e film, sovente posti in relazione con lo spazio naturale e l’architettura. Le sue sperimentazioni non solo sondano le nuove possibilità espressive di questi media ma ne esaltano le qualità concettuali e i potenziali allegorici, con la consapevolezza di avere a disposizione linguaggi da articolare e reinventare.

La mostra si snoda attraverso una serie di “ambienti” disposti in un percorso che mette in luce i peculiari procedimenti creativi della produzione degli anni Sessanta e Settanta dell’artista.

Le installazioni, le azioni performative, le tele fotografiche, i film e i libri d’artista concorrono a delineare l’immagine di un artista “totale”, creando inediti punti di vista da cui osservare i mutamenti del mondo circostante e le trasformazioni dei codici linguistici, in un periodo cruciale delle pratiche artistiche degli ultimi decenni.

Per la prima volta dal 1971 vengono presentati al pubblico gli Alberi parlanti, elementi multisensoriali che formano un ambiente sonoro interattivo, simbolo, con il suo duplice valore, onirico e poetico da un lato, scientifico e filosofico dall’altro, del doppio orientamento del lavoro di Patella, culminato nella felice integrazione delle due polarità estetiche.

Mentre le tele fotografiche presentate in mostra dialogano con il cortometraggio Terra Animata, girato da Patella in 16mm nel 1967 (film che la critica ha accostato alle primissime esperienze concettuali e alla land art), la serie originale di oltre trecento diapositive che fanno da sfondo all’azione comportamentale Camminare dialoga con l’installazione Voulez-vous une Aubelière? in uno spazio dal forte impatto sinestetico. Concludono il percorso della mostra due importanti installazioni che compendiano le polarità complementari del lavoro di Patella: Id e Azione, del 1974, e Mysterium Coniunctionis, del 1983-84.

Parte integrante della mostra è il programma di proiezioni di film realizzati negli anni Sessanta, presentato in Sala Cinema. Le pellicole, recentemente restaurate dalla Cineteca Nazionale di Roma, dimostrano un uso sperimentale e proto-concettuale del medium cinematografico.

La rassegna di film in mostra è realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale.

Il MACRO pubblicherà in occasione della mostra un catalogo nel quale una serie di testi critici, accompagnati da una ricca documentazione iconografica, compongono il primo studio sistematico sulla prima parte della carriera dell’artista.

Si ringraziano per la collaborazione: Fondazione Morra, Napoli; Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, Roma.

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Artisti in Residenza
Cherimus - Valentina Vetturi
29.1.2015 - 1.3.2015

Dal 30 gennaio al 1 marzo 2015 il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma presenta la mostra finale degli Artisti in Residenza, nuovo appuntamento del programma coordinato da Rossana Miele dedicato ai giovani artisti italiani e internazionali, cui il museo mette a disposizione uno studio e un appartamento per poter realizzare un progetto artistico originale, elaborato per l’occasione. La mostra finale è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e realizzata con la collaborazione della Fondazione MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.

I protagonisti di questa edizione speciale sono Cherimus (fondato nel 2007 a Perdaxius- Sardegna - da Marco Colombaioni, Matteo Rubbi e Emiliana Sabiu) e Valentina Vetturi (Reggio Calabria, 1979).

In occasione della mostra Open Museum Open City, che si è svolta presso il MAXXI durante l’autunno 2014, il MACRO e il MAXXI hanno selezionato due artisti che hanno continuato la loro esperienza all’interno di una realtà istituzionale della Capitale. Nasce così l’invito a Cherimus e Vetturi, che dal 30 gennaio presenteranno, all’interno dei loro studi presso il MACRO, il risultato della loro ricerca di questi ultimi mesi.

Il lavoro che Cherimus esporrà al MACRO costituisce l’evoluzione dell’opera Il Gioco dell’Oca di Marco Colombaioni presentata al MAXXI nel mese di ottobre 2014 all’interno della rassegna Esercizi di rivoluzione, a cura di Nomas Foundation. L’opera è una riedizione de Il Gioco dell’Oca realizzato dall’artista Marco Colombaioni (Milano, 1983 – Ravenna, 2011) nel 2009 a Valledoria, in Sardegna: un grande dipinto a cielo aperto in cui tutti potevano entrare per partecipare al gioco. Cherimus ha rielaborato l’opera originale di Colombaioni in chiave performativa aprendo le porte a un mondo fantastico popolato da animali, che sono stati realizzati con la collaborazione di numerose realtà del territorio romano (laboratori di sartoria, licei artistici, centri SPRAR - Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) costruendo così, oltre ai costumi, l’idea del gioco come forma di discussione e strumento di coesione sociale.

La residenza al MACRO è stata per Cherimus l’occasione per alimentare un’interazione con la città ma anche con i diversi artisti invitati a collaborare al progetto. Da tale incontro sono nati dei piccoli video surreali, ad opera di Simone Berti, in cui gli animali creati durante i laboratori si animano e prendono vita lasciando vuoto lo studio per la conquista della città; o ancora, Carlo Spiga ha prodotto una playlist che raccoglie tutte le sonorità provenienti dai paesi dell’Africa e del Sud America, rielaborate attraverso oniriche e originali stratificazioni, che rimandano alla composizione circolare dei balli popolari.

In occasione della mostra presso il MACRO, il gruppo presenterà una video installazione che accosta ai nuovi materiali, piccole clip girate durante il corso dei laboratori, così come documenti d’archivio sulle passate edizioni del Gioco dell’oca realizzato prima in Sardegna (2009), poi alla Gamec di Bergamo (2011).
Hanno collaborato al progetto: Simone Berti, Alessandra Casadei, Leonardo Chiappini, Derek Maria Francesco Di Fabio, Cleo Fariselli, Edna Gee, Isa Griese, Valeria Frisolone, Michele Gabriele, Alice Mandelli, Marco Pezzotta, Matteo Rubbi, Emiliana Sabiu, Carlo Spiga.

Valentina Vetturi in occasione della mostra presso il MACRO l’artista presenta in forme inedite le opere Alzheimer Café II e La Mossa di Ettore.Alzheimer Café è parte di una ricerca in itinere sui rapporti tra ricordo e suono che l’artista ha avviato in collaborazione con la Kunsthalle di Goeppingen e del MAXXI. L’opera ha origine da una raccolta di motivi cantati o accennati con la sola voce e realizzata nell’arco di alcuni mesi,con intento non documentario, presso centri che accolgono persone affette da patologie neurologiche che colpiscono la memoria. L’ artista compone queste voci in un tessuto sonoro e crea uno spazio di ascolto, futuribile e non convenzionale, in cui i fragili ricordi personali assumono valore pubblico. Un video pone lo spettatore di fronte a questo luogo di ascolto portandolo a interrogarsi sul tema della memoria al presente e nel futuro.La Mossa di Ettore è un’opera ispirata alla figura di Ettore Majorana (1906 – 1938?), fisico nucleare e giocatore di scacchi, attorno alla cui scomparsa si annidano ancora molte ipotesi. Presso il MACRO rivivrà il ricordo della performance realizzata nello scorso ottobre negli spazi del museo in collaborazione con la Federazione Italiana Scacchi. I sommi maestri Lexy Ortega e Massimiliano Lucaroni si sono misurati una partita in cui, insieme all’artista, hanno introdotto una nuova mossa ispirata alla scelta di Majorana di scomparire per sottrarsi al coinvolgimento in una ricerca dagli esiti potenzialmente disastrosi. L’artista rielabora il cosiddetto “ dibattito post mortem”, in cui gli scacchisti si confrontano sulla partita e sulle sue possibili varianti aprendo così una riflessione sul senso del rifiuto. La realizzazione delle opere di Cherimus e di Valentina Vetturi è stata commissionata dal MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo grazie alla collaborazione del MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma, nell’ambito del programma “Artisti in residenza”. Biografie Cherimus nasce nel 2007 a Perdaxius, in Sardegna, su iniziativa di tre amici: Marco Colombaioni, Matteo Rubbi ed Emiliana Sabiu. Cherimus è un organismo che cambia grazie alle persone che incontra nel suo percorso. Ha I’obiettivo di innescare un rapporto nuovo fra arte, cultura e piccole realtà locali. Per questo invita artisti da tutto il mondo a un confronto diretto con le persone, con i luoghi, con possibili processi di innovazione culturali ed economici. Dal 2008 ad oggi Cherimus ha realizzato progetti di cooperazione internazionale: La biblioteca fantastica (2012-2013), in cui sono stai prodotti quattro cortometraggi attraverso workshops condotti da artisti internazionali all'interno di alcune piccole biblioteche del Sulcis Iglesiente; Chadal (2011) un incontro tra musicisti sardi e senegalesi, a Dakar, per la formazione di un inedito gruppo musicale partito poi per un tour mondiale. Nel 2014 Cherimus è selezionata per Tandem/Shaml, cultural managers exchange, coordinato da MitOst (Berlino); in partemariato con Al Mawred Al Thaqa{y (Cairo), ECF (Amsterdam) e Anadolu Kùlttir (lstanbul). Nel 2013 il MAN_Museo della provincia di Nuoro e il MACC Museo d'arte Contemporanea di Calasetta hanno dedicato una mostra ai progetti e alle attività di Cherimus: La biblioteca fantastica e la retrospettiva Sulcis Oddity. Ha inoltre preso parte a mostre e progetti collettivi tra cui: nel 2012 Fuoriclasse alla Galleria d'Arte Moderna di Milano, "Les association libres" alla Maison Rouge di Parigi, The black market of translations - negotiating contemporary cultures all'NGBK & Kunstraum Kreuzberg/Bethanien di Berlino; nel 2011 Artissima Lido, Torino. Nel 2013 cura la mostra I quadri africani di Marco Colombaioni presso il museo di Storia Naturale di Piacenza e nel 2012 I quadri di Annibale di Marco Colombaioni al Museo di Storia Naturale di Milano. Nel 2011 cura la realizzazione del Gioco dell'Oca di Marco Colombaioni alla GAMeC di Bergamo per la mostra Il Bel Paese dell’Arte. Valentina Vetturi (Reggio Calabria, 1979). La pratica artistica di Valentina Vetturi intreccia memoria, scrittura e performance. Le sue opere si compongono attraverso lunghi processi e coinvolgono frammenti di realtà apparentemente molto diversi. Al continuo confine tra presenza e assenza i personaggi e le voci che popolano le sue performance e installazioni sono interpreti numerosi e invisibili del mondo che ci circonda. Ha partecipato a residenze in Italia e all’estero e esposto le sue opere in istituzioni pubbliche e private tra cui: MAXXI Roma, Kunsthalle Goeppingen (DE), Tranzit.ro Bucharest, Istituto Svizzero Roma, Fondazione Sandretto, MACRO, Aditorium Roma, Spazio Salenbauch Venezia, Viafarini, FAAP San Paolo. Ha collaborato con la Galleria Marilena Bonomo Bari.

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Timur Kerim Incedayi
Roma e Istanbul, sulle orme della storia
29.1.2015 - 1.3.2015

Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita dal 30 gennaio all’1 marzo 2015 la mostra Roma e Istanbul, sulle orme della storia dell’artista turco Timur Kerim Incedayi, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, realizzata con il supporto del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia, con il patrocinio e la collaborazione dell’Ambasciata di Turchia in Italia, e con il contributo di Polimeks Holding.

Dagli anni Sessanta ad oggi Timur Kerim lncedayi ha rappresentato sempre un vero e proprio ponte fra Oriente e Occidente e, in particolare, fra Istanbul e Roma, due città, due storie e civiltà che nei secoli si sono confrontate e intrecciate per diversi e molteplici aspetti e che tornano a rispecchiarsi e confrontarsi proprio nella memoria pittorica e nella sua figurazione.

Se la prima formazione dell’artista è avvenuta a Istanbul, la sua specializzazione artistica si è svolta prevalentemente a Roma, dove ha frequentato con successo l'Accademia di Belle Arti. Nella Capitale incontra e frequenta pittori famosi come Renato Guttuso, Mino Maccari e Luigi Montanarini, espone in varie edizioni della Quadriennale, e fonda, nel 1987, il movimento artistico del Metropolismo, insieme a Nico Paladini, Antonio Sciacca e Carlos Grippo.

Le opere esposte nella mostra al MACRO Roma e Istanbul, sulle orme della storia, per lo più inedite, sono dedicate al rapporto fra le due città, evidenziando un tema caro all’artista: la profonda e magica risonanza di un passato artistico e culturale che accomuna due grandi metropoli influenti nell'area del Mediterraneo.

Una mostra evocativa e di collegamento fra due popoli e civiltà che si confrontano nei segni e nel cromatismo delle figure di Incedayi, nei suoi lavori che sottolineano il sapore metafisico e rarefatto della cultura mistica ed esoterica orientale, nel rispetto di un canone compositivo occidentale.

Come afferma Maurizio Marini, “la pittura odierna di Timur Incedayi è preziosa e misteriosa, reale e metafisica, fissa e dinamica come le stelle, avendo egli riallacciato quella corda armonica che da sempre, senza dissolvenze, unisce il vicino Oriente all’Europa più raffinata: Roma a Costantinopoli, Bisanzio a Istanbul“.
Sottolinea inoltre Maurizio Calvesi: ”La recente produzione di Timur Kerim Incedayi, nativo della favolosa Instanbul, resta solidamente coerente con le sue prove precedenti, toccando, a ormai cinquant'anni dal suo definitivo approdo in Italia, risultati anche più sottili e sensibili, se possibile, della sua pittura trascorsa; e purificando la sua ispirazione in una tematica senz'altro più univoca, dove sono ormai dileguate le residue tracce del suo iniziale interesse per il mondo industriale… lasciando tutto lo spazio a quel sogno, a una contemplazione del “meraviglioso” Oriente, o meglio di quel magico varco tra Oriente e Occidente che è il Corno d'oro, con la indicibile malìa di una civiltà trapassata, come il nome della città, dal bizantino al classico di Roma e poi all'islamico, in una catena che la pittura di Incedayi fa rivivere nell'intreccio della propria ispirazione”.

L’artista espone al MACRO circa 50 opere di diverso formato, tecniche miste su cartone, dove a volte prevale il pigmento sulla figurazione, grazie anche all’utilizzo di un supporto appositamente realizzato per l’occasione dalle ditte Canson e Arches.

La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dall’editore CieRre, con saggi di Maurizio Calvesi e Maurizio Marini.

Inaugurazioni giovedì 29 gennaio 2015 ore 18.00

MACRO
via Nizza 138, Roma
Orario: da martedì a domenica, ore 11.00-19.00 / sabato: ore 11.00-22.00
Ingresso: intero 13,50 €, ridotto 11,50 €, residenti 1 € in meno
TRE MOSTRE
dal 29/1/2015 al 26/4/2015
mar - dom 11-19, sab 11-22, la biglietteria chiude un'ora prima

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IV EDIZIONE DELLA BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA DEL FIN DEL MUNDO: CONTRASTI & UTOPIE





  Francesco Attolini (Italia)
Self-World Russia, 2010
video 13’ 12”



“IDENTITÀ È DIVERSITÀ”
PROGETTO SPECIALE DEL Lu.C.C.A. PER LA IV EDIZIONE DELLA
BIENAL DEL FIN DEL MUNDO - SEZIONE DI VALPARAISO, CILE
Dal 31 gennaio al 15 marzo 2015

I motori del Lu.C.C.A. sono accesi per tornare in America Latina, questa volta in Cile, con un nuovo progetto speciale prodotto per la IV Edizione della Biennale Internazionale d’arte contemporanea del Fin del Mundo – Sezione di Valparaiso (direttore artistico Massimo Scaringella) che aprirà i battenti il 31 gennaio 2015 e vedrà l’Italia come paese invitato d’onore. Si tratta della rassegna di video arte “Identità è diversità”, curata dal direttore del Lu.C.C.A. Maurizio Vanni, che prendendo spunto dal titolo della Biennale “Contrasti & Utopie”, vuole indagare un aspetto particolare della globalizzazione e scandagliare il tema attraverso i lavori di 12 videoartisti: Rebecca Agnes, Francesco Attolini, Christian Balzano, Silvia Camporesi, ConiglioViola, Luca Gaddini, Massimiliano Galliani, Marcantonio Lunardi, Samuele Malfatti, Christian Niccoli, Maria Antonietta Scarpari (Italia); Sonia Balassanian (Armenia).

“La tecnologia e la crescita della comunicazione web – scrive Maurizio Vanni – hanno permesso la nascita di un network globale che ha messo il mondo a nudo attraverso la velocità di trasmissione di dati e informazioni e la loro condivisione. Tanti sono i punti di forza di questa rete dinamica, ma i suoi punti deboli sono la creazione di un ‘Grande Fratello planetario’, il rischio di aumento di distanza tra classi sociali e, soprattutto, il concreto pericolo della perdita di identità. Anche la cultura ha risentito di questo improvviso bombardamento di informazioni: ogni artista ha potuto confrontarsi e ri-scrivere mondi anche senza doversi muovere dal proprio studio. Tutti conoscono tutto in tempo reale, ma esiste il pericolo dell’omologazione a un pensiero unico, a un approccio condiviso che potrebbe ridurre le diversità e lenire le identità”.

La kermesse, che rimarrà aperta al pubblico nel Parque Cultural di Valparaiso fino al 15 marzo 2015, è prodotta dal Lu.C.C.A. con il coordinamento esecutivo di MVIVA. Il museo lucchese risulta essere anche uno degli enti patrocinanti della Biennale insieme a Ministero della Cultura del Cile, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale d’Italia, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo italiano, Ambasciata d’Italia in Cile, IGAV - Istituto Garuzzo per le Arti Visive e Federculture.



RASSEGNA DI VIDEO ARTE “IDENTITÀ È DIVERSITÀ”

Rebecca Agnes (Italia)
The Big Bean that landed on Earth, 2008
video animazione 6’ 00”, musica di Jermozero

Francesco Attolini (Italia)
Self-World Russia, 2010
video 13’ 12”

Sonia Balassanian (Armenia)
Senza titolo, 1999
video 4’ 40”

Christian Balzano (Italia)
Like a fire in the forest, 2013
video 2’ 26”

Silvia Camporesi (Italia)
Dance dance dance, 2007
video 4’ 31”

ConiglioViola (Italia)
Le vent nous portera, 2007
video 4’ 00”

Luca Gaddini (Italia)
Vera Effige, 2013
video 8’ 00”

Massimiliano Galliani (Italia)
Le Strade del Tempo (gli occhi della Gioconda), 2013
video 2’ 00”

Marcantonio Lunardi (Italia)
The Choir, 2013
video 4’ 13”

Samuele Malfatti (Italia)
ɪnˈvɪz.ɪ.bl̩ _ ɛ̃vizibl _ imbi'siβle, 2013
video 8’ 27”, musica di Nicoletta Andreuccetti

Christian Niccoli (Italia)
Senza titolo #1, 2009
video 2’ 50”, musica di Aritape a.k.a. Arik Hayut

Maria Antonietta Scarpari (Italia)
Sheng, 2013
video 2’ 40”, prodotto da Blu Blade, musica di Oleg Rumyantsev

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Per info:
Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art
Via della Fratta, 36 – 55100 Lucca tel. +39 0583 492180

Addetta Stampa Lu.C.C.A.
Michela Cicchinè mobile +39 339.2006519 m.cicchine@luccamuseum.com

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