giovedì 28 gennaio 2016

MANIFESTO. Adalberto Abbate e Mario Consiglio



MANIFESTO

Adalberto Abbate/ Mario Consiglio

GRIMMUSEUM

opening: venerdì 12 febbraio 2016, h 19.00

dal 13 febbraio al 5 marzo 2016

Grimmuseum is please to present the duo show with italian artists Mario Consiglio (born 1968, Maglie, IT) and Adalberto Abbate (born 1975, Palermo, IT). In their latest collaboration, Consiglio and Abbate deal with the topic of the realistic power of the images. Faces and icons of the contemporary age, national and international chronicles from the past, political propaganda and advertising campaigns are decomposed and put back together to prove how these images are still functional in the political and social context ot today.

Exhibition | 13.02. - 05.03.2016
Opening | Friday, 12 February 2016, 7 pm
Grimmuseum opening hours | Wed. - Sat., 2 - 6 pm

MANIFESTO

Nelle sue più ampie accezioni semantiche “MANIFESTO”, un progetto espositivo inedito di Adalberto Abbate (Palermo, 1975) e Mario Consiglio (Maglie, 1968), è un caleidoscopico comporsi di affiche, tabelloni e aforismi metropolitani, conglobati e sovrapposti a frammenti sparsi di memorie: immagini “note”, “evidenti”, apparentemente lapalissiane, segno residuo di un bombardamento visuale martellante e convulso.

Le istantanee di vissuto, i ricordi intimi e quotidiani, qui sconfinano e si sovrappongono a un immaginario collettivo sovrabbondante e impersonale; brandelli di cronaca, propaganda politica o semplice campagna pubblicitaria, destrutturati e ricomposti in una gabbia memoriale in continuo movimento e trasformazione.
Attraverso un processo di demolizione estetica, le immagini, assemblate, recuperate, non mediate, mostrano il fluire incessante dell’informazione, il loro indispensabile valore testimoniante non scevro da contaminazioni mediatiche.

I due artisti affrontano con sensibile e lucida disamina il tema della potenza icastica dell’immagine: esibiscono i volti e le icone della contemporaneità, spaziano dalla cronistoria internazionale alle interferenze locali, ci conducono in un non-luogo personale albergato da ricordi di momenti familiari che non torneranno più. Sono immagini non ancora digerite, non manipolate, rapite e riconsegnate senza un ordine di narrazione. Il motore è la curiosità estetica, la forza trainate è la potenza magnetica delle immagini, appunti visivi di un progetto fatto di memoria e sensazioni ma senza costrizioni formali o gerarchie di valore.

È il non valore la chiave di lettura; lo scarto, l’eccedenza, la merce di scambio e tutto ciò che carica la mente di tensioni, energie e sinergie. La vita viene presentata nella sua struttura reale e fragile, senza alterazioni, come testimonianza semplice e a volte difficile da assimilare.

“Manifesto” è ciò che dentro di noi e attorno a noi; è un complesso di input che si innesta nella mente attraverso i movimenti rapidi dei nostri occhi; è ciò che si fissa nella memoria e muta i nostri comportamenti, le nostre reazioni e ciò che siamo e che saremo. È un contenitore memoriale proteiforme destinato a venir fuori per descriverci e rappresentarci.

Nel suo valore aggettivale, dunque, “manifesto” enuclea il senso più profondo dell’esposizione, una riflessione sul presente condotta attraverso un accumulo sfrenato di annotazioni oculari, proposte in apparente disordine ma demiurgicamente ricomposte nell’intento di mostrare come immagini apparentemente innocue siano in realtà attive nel contesto politico e sociale e quindi basilari per una più congrua indagine sulla contemporaneità.

INFO
Titolo: MANIFESTO. Adalberto Abbate e Mario Consiglio
Genere: arte contemporanea. Progetto site-specific
Sede: GRIMMUSEUM
indirizzo: Fichtestrasse 2, 10967 Berlin
orari d'apertura: Wednesday - Saturday, 2 - 6 pm

Inaugurazione: venerdì 12 febbraio, 19.00
Date: dal 13 febbraio al fino al 5 marzo 2016.
Ufficio Stampa:


pubblica:

mercoledì 27 gennaio 2016

Un luogo neutro di Franco Sortini



Dopo le emblematiche immagini di Giorgio Ciardo, al Centro della Fotografia - Galleria FIAF approda la mostra "Un luogo neutro" di Franco Sortini.

Lo sguardo di un altro fotografo su alcuni scorci della nostra città. Il suo approccio fotografico è di impronta "Fontaniana", allievo di Franco Fontana, come lui cerca di "rendere visibile, l'invisibile"

Franco Sortini è nato nel 1958.
Si è interessato di grafica e pittura da giovanissimo, per poi dedicarsi alla fotografia.
Agli inizi degli anni ’80, non soddisfatto della fotografia in bianco e nero, che non riusciva ad esprimere completamente la sua creatività, sotto la guida di Franco Fontana passa alla fotografia a colori. Dal 1982 ha prodotto numerosi lavori fotografici. Le ricerche sulla figura e il movimento hanno portato al primo importante “Frammenti di Memoria” di cui Denis Curti scrive: “…non ci sono formule prese in prestito. Soltanto una grande energia che spinge avanti i sussulti che, privi di apparente interesse, poi restano sulla carta per un tempo mai sperato. Con questo suo lavoro Franco
ha salvato le emozioni delle cose leggere, togliendo il peso delle cose intorno”. “Frammenti di memoria” è stato presentato nel 1990 ad Arles, ed esposto in numerose gallerie ed eventi. Nel 1995, con i lavori degli amici Fulvio de Pellegrin e Adriano Eccel, “Frammenti di memoria” viene esposto in Spagna nella rassegna itinerante “Molteplice”, ricevendo un ampio consenso. La nota rivista spagnola “La Fotografia Actual” gli dedica
un redazionale. Alcune immagini sono selezionate da Jean Claude Lemagny per la collezione della Biblioteca Nazionale di Parigi. Negli anni a seguire modifica la sua visione interessandosi principalmente al paesaggio urbano.
La sua ricerca si incentra sulla città vuota, inseguendo il concetto della “città ideale”, un luogo dove poter trovare ordine nel caos. “Il lavoro di Franco Sortini nasce negli spazi ed è scritto anche con il grande formato di cui necessita per risolvere la struttura prospettica, l’impianto visivo di cui ogni foto è dotata, anzi su cui nasce.
Impianto classico, in cui prevale una prospettiva centrale che delinea il profilo di una fabbrica, degli edifici, ma in senso più esteso quello di un’architettura. Il suo lavoro infatti è proprio su questo genere fortemente urbano dove il rigore e l’ordine costruttivo viene risolto con un colore desaturato. Colore che poi ricompare con delle connotazioni, quasi delle citazioni, che giustificano una poetica tipica dell’autore stesso”. (Luigi Erba).
Contemporaneamente alla fotografia creativa sviluppa la fotografia commerciale, e nel 1986 apre uno studio di fotografia industriale, collaborando con agenzie di pubblicità e comunicazione, ed offrendo i propri servizi alla clientela corporate. Le sue fotografie sono state esposte in moltissime
mostre, e pubblicate da note riviste del settore, e sono presenti in importanti collezioni private e pubbliche, tra le quali quelle della Bibliotheque Nationale de Paris, dell’Archivio AFOCO di Cordoba, della Galleria Civica di Modena, del Dipartimento di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Siena, del Museo dello Sbarco di Salerno.
Fotografo professionista dal 1986, dal 1990 è membro effettivo dell’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti.
attualmente vive e lavora a Salerno.

Vernissage venerdi 19 febbraio alle ore 19.30
La mostra poi potrà essere visitata presso il Centro della Fotografia in via Plinio a Taranto
sabato 20 e domenica 21 dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 18.00 alle 20.00


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ANAGRAM Talk



Mercoledì 27 gennaio, come prolungamento e approfondimento della mostra ANAGRAM di Marco Signorini, Metronom organizza alle 21 un incontro con il fotografo Olivo Barbieri, il critico Luca Panaro e lo stesso Marco Signorini.

Sarà un'occasione per riflettere, partendo dall'idea generatrice di ANAGRAM, sulle potenzialità della fotografia digitale all'interno di quello che è oggi un panorama web sterminato.

Luca Panaro (Firenze, 1975) critico d'arte e curatore, insegna all'Accademia di Belle Arti di Brera e al Politecnico di Milano. Tra i suoi libri:L'occultamento dell'autore (2007), Tre strade per la fotografia (2011), Conversazioni sull'immagine (2013), Casualità e controllo (2014). Ha pubblicato su Enciclopedia Treccani XXI Secolo Realtà e finzione nell'arte contemporanea (2010) e co-curato Generazione critica. La fotografia in Italia dal Duemila (2014) oltre alla mostra di Fabrizio Bellomo Es geht einfach um Nummer (2015) presso Metronom.

Marco Signorini è nato a Bagno a Ripoli nel 1962. Vive a Firenze ed è docente di Fotografia all'Accademia di Brera e Carrara. Nel 1996 è invitato a Passaggi, a cura di Antonella Russo per la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. In seguito ha lavorato per il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo con Idea di Metropoli (2002) e Ricordami per sempre (2011) entrando a far parte della collezione permanente del museo con le opere realizzate. Con Damiani editore ha pubblicato i libri Echo (2007) e EarthHeart (2011). Nel 2015 è fra gli artisti di Imago Mundi- Praestigium Italia nella collezione di Luciano Benetton.

Olivo Barbieri. Appartenente alla generazione più giovane di fotografi che all'inizio degli anni ottanta si riunisce intorno alla figura di Luigi Ghirri partecipando a molti progetti da lui promossi, fra cui Viaggio in Italia, si dedica alla fotografia dal 1971 concentrando le sue ricerche iniziali sull'illuminazione artificiale delle città. A partire dal 1989 viaggia abitualmente in Oriente, soprattutto in Cina, della quale segue il rutilante sviluppo. Dal 1978 Barbieri espone in numerose mostre collettive e personali sia in Italia che all'estero (alla Galleria d'Arte Moderna Bologna nel 1981, quindi Londra, Parigi, Huston, Lugano, Montreal, alla Biennale di Venezia nel 1993, 1995 e 1997, a Essen nel 1996 con una retrospettiva, alla Triennale di New York nel 2003). Nel 2013 pubblica con la casa editrice americana Aperture il volume "Site Specific" che raccoglie il lavoro decennale dell'artista.

ANAGRAM Talk
Mercoledì 27 gennaio 2016, alle 21
Metronom, Viale Amendola 142
Modena
Ingresso libero e gratuito


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TALES OF PAOLO FIORELLINI

TALES OF PAOLO FIORELLINI

26 gennaio - 13 febbraio 2016

LUCIFERI fineart&designlab | Piazza San Michele, 2 - Arezzo

Prosegue TALES OF, rassegna dedicata alla scultura contemporanea ideata da Francesco Mutti all'interno dei nuovi spazi di LUCIFERI fineart&designlab.
Nuovo appuntamento: TALES OF PAOLO FIORELLINI
All'interno della LUCIFERI SECRET GALLERY una selezione degli ultimi lavori dell'artista ligure.
TESTO CRITICO
a cura di Francesco Mutti
Interpreti di una realtà futuribile, fisica conseguenza di una progressiva e totale alienazione individuale della società contemporanea, gli automi di Paolo Fiorellini diventano golem e idoli, dèi immutabili da contemplare. Presenze ormai silenti, risolte negli scintillanti involucri di alluminio e bronzo, di gesso policromo e ferro, hanno tangibile quella vacuità dell'anima legittimamente generata dell'assenza: un'assenza sociale, un'assenza storica, un'assenza culturale, un'assenza funzionale. Venuto ormai meno il rapporto diretto con il proprio creatore, gli idoli diventano pura incombenza in ricordo di un tempo che non è ancora stato e nel quale l'indagine strutturale, essenziale ed antropomorfa, prende le mosse da un riconosciuto passato per poi allontanarsene, alla ricerca di una Natura meccanica e fredda.

L’ARTISTA
Paolo Fiorellini nasce a Sarzana (La Spezia) nel 1961. Studente della celebre Accademia di Belle Arti di Carrara, inizialmente il suo lavoro è caratterizzato da un linguaggio figurativo di molto influenzato dall’Espressionismo continentale, in grado di tradurre in pittura quegli slanci emotivi tipici della corrente. Ne corso degli anni Novanta invece Fiorellini supera tale tradizione approdando a un gesto più informale e immediato: naturale il suo avvicinarsi alla sperimentazione dei materiali più vari, tra i quali emerge il silicone contaminato da elementi naturali (fiori, erba o pesci). La sua ricerca si concentra sulla sostanza dei soggetti e, di conseguenza, sulle qualità materiche dei pigmenti e delle superfici: privilegia il colore per l’energia assorbita o irradiante, energia con la quale dà vita alla creazione di un sistema disorientante attraverso la proposizione di icone e archetipi capaci di suggerire concetti e principi morali. Artista visivo poliedrico, spazia fra pittura, scultura, assemblages e performance, con esiti collocabili fra la Transavanguardia e le ricerche oggettuali più recenti. Vive e lavora a Sarzana.


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“La pittura dell’Ottocento in Puglia” di Christine Farese Sperken



PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI
CHRISTINE FARESE SPERKEN
“LA PITTURA DELL’OTTOCENTO IN PUGLIA”
(MARIO ADDA EDITORE, BARI 2015)

VENERDÌ 5 FEBBRAIO 2016, ORE 18,00

LIBRERIA LATERZA
BARI – VIA DANTE ALIGHIERI, 49/53

Venerdì 5 febbraio 2016, alle ore 18, sarà presentato il volume di Christine Farese Sperken, “La pittura dell’Ottocento in Puglia”, nuova edizione ampliata e aggiornata del lavoro pubblicato per la prima volta nel 1996 in cui, vent’anni dopo, confluiscono gli esiti delle più recenti ricerche dell’autrice.
Alla presentazione del libro, che vanta un accresciuto e rinnovato corredo fotografico ed è corredato da un dettagliato dizionario biografico degli artisti e da una vasta bibliografia, interverranno – oltre alla professoressa Farese Sperken – i giornalisti e critici d’arte Pietro Marino e Marilena Di Tursi.

CHRISTINE FARESE SPERKEN è docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Autrice di numerosi saggi e libri, si occupa in particolar modo di pittura e scultura dell’Ottocento e della prima metà del Novecento. Tra le sue pubblicazioni più recenti figurano: “Giuseppe De Nittis, da Barletta a Parigi” (II ediz., 2007), “La scultura monumentale in Puglia nell’Ottocento e Novecento” (2008), “Centrosei. Storia di una Galleria” (a cura di, 2012) e i saggi “La cancellata di Giuseppe Capogrossi” (2013), “Amerigo Tot e il suo rapporto con l’Università degli Studi di Bari” (2013) e “Il nero nell’arte sacra contemporanea” (2014).


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martedì 26 gennaio 2016

I Martedì Critici in mostra ANNI ‘80/’90. Oggetti, processi, relazioni: l’incantesimo quotidiano



I Martedì Critici in mostra
ANNI ‘80/’90.
Oggetti, processi, relazioni: l’incantesimo quotidiano
a cura di Alberto Dambruoso e Helga Marsala

Inaugurazione:
26 Gennaio 2016, h. 19.00
Gallery of Art at Temple University Rome

dal 26 Gennaio al 12 Febbraio 2016
Gallery of Art at Temple University Rome
Lungotevere Arnaldo da Brescia, 15, 00196, Roma
dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 19.00
info: 06.3202808


Sei anni fa, nel febbraio del 2010, nascevano a Roma I Martedì Critici. Ideato da Alberto Dambruoso e inizialmente ambientato nel suo studio a Colle Oppio, questo ciclo di incontri con artisti, introdotti dalla voce di due critici, è cresciuto nel tempo, ha cambiato pelle e molte sedi istituzionali, ha ampliato il suo format, ma è rimasto fedele allo spirito originario: parlarsi, dinanzi a un pubblico, dando spazio al racconto, al pensiero, all’analisi, alla letture di opere, movimenti, biografie, ispirazioni.
Nel 2015, per celebrare questo primo quinquennio, è stato pubblicato un volume, edito da Maretti, accompagnato da due dvd: l’archivio completo di centinaia di appuntamenti con artisti, ma non solo. Critici, storici dell’arte, architetti e galleristi, anno dopo anno, hanno incontrato Dambruoso e i suoi partner sul palco de I Martedì Critici, fra musei e spazi monumentali di Roma, Milano, Napoli.

Ultimo tassello di questa celebrazione è il progetto espositivo. Quattro mostre, ospitate negli spazi della Temple University Rome, stanno presentando un’ampia selezione degli artisti che hanno preso parte agli incontri, dal 2010 al 2015. Una maniera per continuare a discutere d’arte contemporanea, sostituendo le opere alle parole.
Suddivise per segmenti generazionali, le collettive si svilupperanno dagli anni ’60 fino ai nostri giorni, presentando opere significative e rappresentative di ogni epoca, fra dipinti, sculture, installazioni, fotografie e video.

Dopo i primi appuntamenti dedicati agli anni ’60/’70 e ’70/’80, ancora un balzo in avanti. In mostra, per ANNI ‘80/’90. Oggetti, processi, relazioni: l’incantesimo quotidiano, opere di Giovanni Albanese, @Mario Airò, @Stefano Arienti, Andrea Aquilanti, @Massimo Bartolini, Paolo Canevari, Marco Cingolani, @Gregorio Botta, @Andrea Fogli, @Liliana Moro, @Cesare Pietroiusti con i Giochi del Senso e/o Non-senso, Massimo Uberti, Vedova Mazzei Mazzei, Luca Vitone.
È in questo periodo fertile che la generazione nata negli anni ’60 si impone, via via, con un linguaggio innovativo, orientato alla contaminazione e impregnato della new wave postmoderna. Si trattava di quella “generazione di mezzo” che cercava una dimensione propria, mentre a guidare il gusto ed il mercato erano i due fenomeni di riferimento in Italia: l’Arte Povera e la Transvanguardia.
Generazione di talenti brillanti, inquieti, differenti, per una scena non omogenea eppure specchio di un’epoca, tra le ultime propaggini di un felice esprit comunitario e un nascente solipsismo che avrebbe preso piede, progressivamente. Generazione, infine, che non avrebbe ricevuto, nei decenni a venire, il giusto riscontro internazionale, sacrificata da nuovi fenomeni imperanti, da nuove mode effimere, da debolezze endemiche al sistema. Ancora oggi nel mezzo di un processo di storicizzazione e in certi casi in attesa di un riconoscimento decisivo.

Fra pratiche residuali della pittura e l’avanzare insistente di installazione, video, fotografia e performance, di nuove estetiche relazionali e di una sensibilità per i timbri, i processi e i frammenti del quotidiano, si delineava una costellazione di oggetti minimi trasfigurati, di processi umani e sociali tramutati in avventure simboliche, di scaglie del vivere comune assemblate, detournate, tradotte in spunti lirici o concettuali.
Era un passaggio strategico, in cui quello che sarebbe diventato il “sistema” ufficiale degli anni Zero cominciava, lentamente, a prendere forma. A Milano, città determinante, l’Accademia di Brera era sempre più centrale, con figure di riferimento come Alberto Garutti, Luciano Fabro, Corrado Levi; quindi, nei primissimi anni ’80, rifioriva l’antica Casa degli Artisti, luogo autogestito in zona Garibaldi, e poi nel 1984, nel quartiere Isola, un gruppo di giovani studenti di architettura del Politecnico occupava lo stabile abbandonato della Brown Boveri, mentre nel 1987 nasceva Careof, realtà non profit di Cusano Milanino. Nel 1989 vedeva poi la luce l’esperienza importante dello spazio di via Lazzaro Palazzi, ancora una volta un esperimento indipendente guidato da un nucleo di artisti.
Intanto, nel resto d’Italia, dal gruppo di Piombino alle nuove emergenze nate in quel di Firenze, fino alle evoluzioni romane (tra la linea segnata dalla Scuola di San Lorenzo fino al Gruppo Oreste, emerso alla fine degli anni Novanta), altri contesti indicavano strade inedite rispetto alle estetiche imperanti, una su tutte quella di un certo neoespressionismo transavanguarsdista. E ancora, figure solitarie, non legate a gruppi o movimenti, venivano fuori dal Sud al Nord del Paese, assimilando in qualche modo la temperie che animava un quadro tanto complesso e frammentato, destinato a definire la sensibilità creativa dell’ultimo scorcio di secolo.


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Timeless persian tales | Davide Palmisano - SOKUT | Manuela Marchetti

Davide Palmisano

 
Manuela Marchetti


Sabato 30 gennaio alle 18.30 si rinnova l'appuntamento con la fotografia d'Autore presso Blank/Design for living in via Tanara 15 , a Parma.

Due le esposizioni collegate, Timeless persian tales di Davide Palmisano e SOKUT di Manuela Marchetti , entrambe a cura di Ettore Moni, che presentano altrettante visioni dell'Iran attuale , e saranno allestite e visitabili fino al 20 marzo.

I progetti esposti raccolgono una serie di scatti realizzati in Iran nella primavera del 2015, nel corso di un viaggio in cui i due fotografi, compagni di percorso fotografico ed anche nella vita, hanno ciascuno posto l'attenzione e l'accento su diversi aspetti della cultura e della società persiana moderna, seguendo visioni distinte ma complementari, punti di vista differenti necessari per realizzare una documentazione complessa, che ben presto, entro il 2016, si potrà vedere anche pubblicata a stampa in due libri fotografici autoprodotti, ambedue con la cura di Paola Riccardi.

Le immagini di Palmisano, nato a Catania nel 1973, esprimono i contrasti che appaiono al visitatore in viaggio in Iran, un paese dove convivono situazioni tra di loro apparentemente in antitesi, contraddizioni talvolta incomprensibili per il viaggiatore occidentale. Un racconto fotografico dunque libero da qualsiasi idea pre-costituita, al tempo stesso racconto di viaggio in chiave personale e significativa raccolta di immagini documentarie, di un Paese sospeso e senza tempo. Le stampe di queste fotografie sono state eseguite da Luca Chistè di Phf Photoforma-Trento (stampa fine-art su Carta Epson Velvet formato A2, 260 g/m², stampante Epson 3880/7890 e inchiostri ai pigmenti Ultrachrome K-3). Palmisano vive e lavora a Trento e nella sua pratica espressiva predilige la ricerca della suggestione e la rappresentazione di stati d'animo, traduzione di ciò che lui stesso prova quando osserva una situazione, attraverso immagini concepite come una sorta di 'paesaggio interiore'.
Le immagini di Manuela Marchetti, non raccontano il presente o il futuro, il progresso o la modernità, ma penetrano nel terreno dell’intimità, respiri a fiato sospeso di una viaggiatrice curiosa di fronte alla ineffabile complessità di questo paese. Marchetti racconta la relazione tra l'individuo e la realtà sociale in un viaggio nel silenzio ("Sokut" , il titolo, significa appunto "silenzio" in Farsi), come realtà che parla, come luogo dove trova espressione il linguaggio delle emozioni, dei pensieri, delle sensazioni. Anche lei fotografa per passione e coltiva questo interesse per rispondere ad un bisogno espressivo personale di raccontare attraverso le immagini, per lei fotografare significa non solo documentare, ma parlare degli uomini.

Le stampe di Marchetti sono di Lorenzo Lessi di Ellegrafica – Cecina (stampa inkjet su Carta Hahnemuhle Photo Matt Fibre 200 g - Opaca liscia , formato 16x24).


Informazioni: BLANK Via F. Tanara, 15 Parma – tel. 0521 272697
orari di apertura: martedì-sabato: 9.30 – 13.00 / 15.30 – 19.30


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lunedì 25 gennaio 2016

Prima Visione 2015 - I fotografi e Milano


La Galleria Bel Vedere, in collaborazione con il G.R.I.N. (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale), presenta una raccolta di immagini realizzate nel 2015 da quarantatre fotografi e dedicate a Milano, città scelta come terreno di riflessione o di scoperta.

Nuovo appuntamento con Prima Visione, la mostra dedicata a Milano e ospitata alla Galleria Bel Vedere.
La rassegna, giunta all’undicesima edizione, testimonia, ancora una volta, il grande sodalizio tra la Galleria, l’associazione dei photo-editors G.R.I.N. e i fotografi: quarantatre gli autori selezionati, quasi tutti giovani, che nel 2015 hanno realizzato almeno un'immagine della città. Mai come quest’anno caratterizzate dal colore, le loro fotografie ci mostrano, appunto, una città fresca, vivace, luminosa, trasformata e rinnovata soprattutto grazie all’Expo, ma allo stesso tempo ancorata alla tradizione con i suoi immancabili tram e i tanti monumenti storici.
Vicino alle immagini di architettura, sempre piene di fascino e a qualche visione periferica, ecco una Milano all’apparenza pressoché inedita soprattutto in alcuni scorci di paesaggio urbano.
Ampio spazio è dedicato infine alla vita di tutti i giorni, anche nella sua versione multietnica, in cui spiccano le persone, ritratte al lavoro, nel tempo libero, in movimento nelle vie dello shopping, o che si rivelano addirittura in curiose pose sexy.

Gli autori:
Francesco Anselmi, Mattia Balsamini, Ray Banhoff, Pietro Baroni, Nicola Bertasi, Davide Biagi, Giuseppe Biancofiore, Caterina Maria Carla Bona, Riccardo Bucci, Daniele Cavadini, Pierfrancesco Celada, Federico Ciamei, Matteo Cirenei, Marco Dapino, Franco Donaggio, Jacopo Farina, Stefano Frattini, Alexis Ftakas, Marco Garofalo, Tommaso Gesuato, Alessandro Grassani, Gianluca Gulluni, Giovanni Hänninen, Marco Introini, Cosmo Laera, Andrea Mariani (A13 Studio), Marco Menghi, Francesco Mion, Sara Munari, Gianni Nigro, Thomas Pagani, Giovanni Panizza, Jacques Pion, Roberto Ramirez, Nicolò Rastrelli, Francesco Rocco, Romana Rocco, Filippo Romano, Francesca Romano, Luca Rotondo, Claudio Sabatino, Roby Schirer, Pio Tarantini.


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Julia Margaret Cameron

Julia Jackson, Julia Margaret Cameron, 1867, albumen print from wet collodion glass negative. Museum no. PH.361-1981

Julia Margaret Cameron: About the Exhibition

Victoria and Albert Museum, London
28 November 2015 - 21 February 2016

‘I write to ask you if you will… exhibit at the South Kensington Museum a set of Prints of my late series of Photographs that I intend should electrify you with delight and startle the world’
– Julia Margaret Cameron to Henry Cole, 21 February 1866

To mark the bicentenary of the birth of Julia Margaret Cameron (1815-1879), one of the most important and innovative photographers of the 19th century, the V&A will showcase more than 100 of her photographs from the Museum’s collection. The exhibition will offer a retrospective of Cameron’s work and examine her relationship with the V&A’s founding director, Sir Henry Cole, who in 1865 presented her first museum exhibition and the only one during her lifetime.

Cameron is one of the most celebrated women in the history of photography. She began her photographic career when she received her first camera as a gift from her daughter at the age of 48, and quickly and energetically devoted herself to the art of photography. Within two years Cameron had sold and given her photographs to the South Kensington Museum (now the V&A) and in 1868, the Museum granted her the use of two rooms as a portrait studio.

150 years after first exhibiting her work, the V&A will present highlights of Cameron’s output, including original prints acquired directly from the artist and a selection of her letters to Henry Cole. Best known for her powerful portraits, Cameron also posed her sitters – friends, family and servants – as characters from biblical, historical or allegorical stories. The exhibition will feature a variety of photographic subjects, which Cameron described as ‘Portraits’, ‘Madonna groups’, and ‘Fancy Subjects for Pictorial Effect’.Cameron’s photographs were highly innovative: intentionally out-of-focus, and often including scratches, smudges and other traces of her process. In her lifetime, Cameron was criticised for her unconventional techniques, but also appreciated for the beauty of her compositions and her conviction that photography was an art form.



pubblica:

Nel segno di Einaudi, una grande mostra a Milano

 
Comunicato Stampa
Nel segno dello Struzzo, in mostra alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese
mezzo secolo di cultura e di raffinato book design


La mostra allestita presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese, dal 31 marzo al 23 aprile, presenta cinquant’anni di cultura del Novecento attraverso i libri pubblicati da Giulio Einaudi dal 1933 al 1983, dalla fondazione fino al passaggio alla Mondadori.
Ad essere documentato è il mezzo secolo in cui lo Struzzo - che stringe un chiodo nel becco con, sullo sfondo, un paesaggio con un castello e il motto
Spiritus durissima coquit
- è stato, per molti, indiscusso simbolo di qualità e di eccellenza culturale. Ma anche riferimento ideologico e soprattutto intellettuale.
Grazie al collezionista Claudio Pavese, che in oltre tremila volumi e documenti ha ricostruito la più ampia e completa storia della casa editrice italiana più influente sul piano culturale e una delle principali a scala internazionale, è possibile rivedere in sintesi l’intero catalogo pubblicato.

Si parte dalla ricostruzione del clima cultural-editoriale della Torino di Piero Gobetti e di Carlo Frassinelli. Subito dopo libri in prima edizione, riviste, pubblicazioni, tutte le collane (ben 92, dai celebri “Coralli” ai “Gettoni” e a “Centopagine”, dalla precorritrice “Collana viola” a “Tantibambini”, solo per citarne alcune) scorrono sotto i nostri occhi in un intreccio potente di cultura, editoria e grafica, decennio dopo decennio dagli anni Trenta al vivacissimo secondo dopoguerra. Come giustamente sottolinea il collezionista “dal ’33 all’83 due intere generazioni sono ‘cresciute con gli struzzi’; due generazioni di intellettuali e di lettori che in quei cinque decenni hanno trovato nei libri della Casa editrice Einaudi un punto di riferimento centrale per la propria formazione”.

Protagonisti della mostra – a cura di Andrea Tomasetig, in collaborazione con Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra – sono poeti, scrittori, saggisti di tutto il mondo, ma anche le copertine di artisti di valore internazionale e l’apporto continuativo di grafici come Albe Steiner, Max Huber, Bruno Munari, che fanno dei libri Einaudi ancora oggi un modello di design italiano.
Non a caso l’iniziativa è programmata in coincidenza con il Salone del Mobile (12-17 aprile), che richiama a Milano folle di designer e creativi da tutto il mondo, e in coincidenza con l’apertura della XXI Triennale (2 aprile-12 settembre). È anche prevista, a latere, una sezione espositiva dedicata al contributo dei grafici delle ultime generazioni, a cura di Mario Piazza.

Infine, l’obiettivo di non disperdere la raccolta, ma di trovarle una destinazione pubblica per favorire la conoscenza del libro e l’amore per la lettura nelle nuove generazioni, potenzierà l’interesse verso la mostra e le iniziative collaterali ideate (conferenze e conversazioni pubbliche in tema), oltre a stimolare le scuole milanesi a visitarla.
La mostra ha il patrocinio della Fondazione Giulio Einaudi di Torino.
Mostra prodotta e organizzata da Fondazione Gruppo Credito Valtellinese.

Informazioni al pubblico : Galleria Gruppo Credito Valtellinese tel. +39 0248.008.015 galleriearte@creval.it - www.creval.it

Ufficio Stampa Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
tel. +39 049.663.499 gestione2@studioesseci.net

pubblica:
Massimo Nardi

"HYBRIDS"

 
GALLERIA SCHUBERT
 





via Sirtori 11, 20129 Milano

"HYBRIDS"

Alessandro Di Vicino Gaudio


COMUNICATO STAMPA

Vernissage alla presenza dell'artista martedì 26 gennaio alle ore 18
Galleria Schubert Via Sirtori 11- 20129 Milano  La mostra, fortemente voluta da Andrea Schubert e curata da Lavinia Frasca colloca Alessandro Di Vicino Gaudio tra due grandi innovatori dell'arte moderna e contemporanea quali Bansky e Nam June Paik.
Questo giovane artista nelle dodici opere esposte indaga e sperimenta non
solo la street art e la video art, ma crea un connubio tra le varie forme espressive, un ibrido, una rappresentazione della trasformazione artistica, giocando quindi tra lo stile tipico del graffito e l'immagine tecnologica del video. Il bianco e nero e l'acrilico sono il terreno comune che anima le sue tele. "Il video come protesi dell'organo umano e altre storie di indifferenza e di amore sono i temi dei miei lavori."

Testimone vivace della nostra attualità, Gaudio ci racconta di una mancanza, di una incapacità dell'uomo che sempre più si avvicina ad un androide, mai tragico, bensì consapevole di essere, appunto, testimone del nostro tempo.

Alessandro Di Vicino Gaudio nasce a Napoli nel 1985 vive e lavora a Milano Si diploma nel 2004 in pittura all'Istituto Statale d'Arte "f.Russoli" di Pisa Nel 2014 "Organic and Bionic" e "Brame" sono state sovvenzionate dal

Festival Mercantia

Nel 2015 la sua serie "Icon makes icons" viene scelta tra le opere del

contest "art on iconic shapes" ed esposta a Milano e Bari insieme a Bansky

e Obey

Vernice martedì 26 ore 18

dal 26 gennaio al 6 febbraio

Da martedì a venerdì 11-19

sabato 15-19

chiuso domenica lunedì e festivi

info: www.schubert.it/gaudio

Pubblica:
Massimo Nardi


domenica 24 gennaio 2016

"OTHER IDENTITY” Altre forme di identità culturali e pubbliche


"OTHER IDENTITY” Altre forme di identità culturali e pubbliche
Ideazione e cura di Francesco Arena

Genova, Loggia della Mercanzia - Piazza Banchi
8 febbraio - 5 marzo 2016
Orari: 9:00 - 17:45 (esclusi domenica e festivi)
Opening: 6 febbraio ore 17:00
Ingresso libero


Mostra collettiva, evento internazionale
con il patrocinio della Regione Liguria
in collaborazione con: Comune di Genova -Settore Musei e Biblioteche, Goethe-Institut Genua, Galleria Guidi&Schoen

Sponsor tecnici e partner: Kodak; Radiobabboleo; Il Secolo XIX; Xenia Creative Team LTD; Comunicare; Locanda di Palazzo Cicala; Banano Tsunami.
Coordinamento immagine grafica: Davide Ape; coordinamento contenuti web: Benedetta Spagnuolo; traduzioni: Kristina Kostova; fotografie ufficiali dell’evento: Mihail Ivanov.

Other Identity desidera decifrare un fenomeno ormai diffuso che ha cambiato radicalmente il modo di “vivere” e “interpretare” la nostra immagine, costantemente esibita e pubblicizzata: il nostro modo di autoritrarci e di presentarci al mondo, la spettacolarizzazione di un privato che si trasforma in pubblico attraverso i social media, creando nuove forme di identità in continua trasformazione.

“Other Identity” vuole così essere, quest’anno, la prima tappa di un progetto espositivo con cadenza annuale, che funga da cartina al tornasole capace di misurare di volta in volta lo stato di una nuova grammatica narrativa, di nuove forme di interpretazione della nostra immagine.

A confrontarsi sul tema dell’identità e dell’autorappresentazione saranno artisti italiani e tedeschi uniti da una comune piattaforma emotiva e tematica, dalla quale poi sfociano ricerche personali ben distinte, e dal comune linguaggio fotografico. La fotografia è qui il medium privilegiato in ogni sua forma, sia essa analogica o digitale, utilizzato attraverso reflex professionali o smartphone. Essa è sempre utilizzata con consapevolezza e coerenza dall’artista che la piega alla propria ricerca personale, senza abusare di quelle post-produzioni spesso impiegate per mascherare una inesistente qualità dell’immagine. Il comune denominatore è qui una “onestà intellettuale” nel senso di un consapevole, intelligente, lucido, semplice uso del mezzo espressivo, a tratti brutale nella sua desolante rappresentazione del reale, spesso filtrato da emotività malinconiche e sognanti, crudo iper-realismo, graffiante autobiografia, esibizionismo pubblicitario e complesse dinamiche di intimità familiari.

Artisti partecipanti:
Alessandro Amaducci | Francesco Arena | Carlo Buzzi | Mandra Stella Cerrone | Roberta Demeglio | Boris Eldagsen | Anna Fabroni | Pamela Fantinato | Massimo Festi | Teye Gerbracht | Barbara Ghiringhelli | Anna Guillot | Teresa Imbriani | Sebastian Klug | Natasa Ruzica korosec | Eleonora Manca | Lorena Matic | Ralph Meiling | Beatrice Morabito | Giulia Pesarin | Annalisa Pisoni Cimelli | Giacomo Rebecchi | Chiara Scarfò | Giovanna Eliantonio Voig | Violeta Vollmer.


Performance:

sabato 6 febbraio ore 17 (opening) Dub Machine Live - Valerio Visconti
venerdì 12 febbraio ore 16:30 - Angelo Pretolani
sabato 20 febbraio ore 15:30 - Valter Luca Signorile
sabato 27 febbraio ore 14:00 - Olivia Giovannini / Modus
venerdì 4 marzo ore 16:00 - Elena Marini
sabato 5 marzo ore 17:00 - Isabella Falbo (critica performativa)

Other Identity, si compone, oltre alla mostra, anche di
- un contest fotografico, “The Wall of Identities”, in collaborazione con Kodak alaris, con una grande installazione composta dalle immagini di chiunque voglia aderire al contest ispirate al tema dell’autorappresentazione, che occuperanno uno dei pannelli espositivi della Loggia della Mercanzia per una superficie di circa 7 metri lineari;
- un “Kodak Kiosk” presente per la prima volta in esclusiva in una manifestazione artistica, costituito da una postazione mobile di stampa digitale fotografica ad alta risoluzione, che permetterà a chiunque di stampare immediatamente il proprio contributo al concorso, o di stampare le proprie immagini da qualunque supporto e apparecchio mobile, rendendo così reali le proprie “autorappresentazioni”, i propri selfie;
- cinque performance che si alterneranno durante il periodo di apertura della mostra e occuperanno l’“Identity Live Space”, uno spazio all’interno delle sale, che ospiterà azioni dal vivo appositamente strutturate per l’evento, offrendo al pubblico l’opportunità di un contatto diretto e un’interazione con artisti;
- il Catalogo Web "Other Identity”/Web”, che conterrà tutti i materiali realizzati per la mostra, e molte schede di approfondimento, immediatamente scaricabile su qualunque piattaforma mobile o fissa attraverso codice QR o indirizzo url;
- il Video-Catalogo "Other Identity”/Live”, che conterrà tutte le riprese delle azioni, documenti inediti sugli artisti, video-interviste, e backstage sull’evento. Tutti i materiali saranno di volta in volta disponibili presso il Sito Ufficiale della manifestazione, con materiale scaricabile e immediatamente disponibile aggiornato quotidianamente.


Hanno scritto su Other Identity:
Giampaolo Abbondio | Edoardo Acotto | Alessandra Arnò | Claudia Attimonelli | Lidia Bachis | Emanuele Beluffi | Chiara Boni | Marco Bruschi | Bettina Bush | Anita Calà | Lorenzo Canova | Mario Casanova | Giulia Cassini | Annalisa Cattani | Maurizio Cesarini | Rossana Ciocca | Anna d'Ambrosio | Valerio Deho | Amalia Di Lanno | Isabella Falbo | Anna Fiordiponti | Matteo Fochessati | Patrizia Gaboardi | Carlo Gallerati | Roberto Garbarino | Nunzia Garoffolo | Carlo Garzia | Ferruccio Giromini | Caterina Gualco | Romina Guidelli | Chiara Guidi | Flavia Lanza | Marla Lombardo | Karolina Mitra Lusikova | Luciana Manco | Angelo Marino | Gianluca Marziani | Chiara Messori | Roberto Milani | Lorenzo Mortara | Ivana Mulatero | Maya Pacifico | Massimo Palazzi | Luca Panaro | Sabrina Paravicini | Claudio Parentela | Domenico Quaranta | Sandro Ricaldone | Mariella Rossi-Stefano Cagol | Claudia Sensi | Ivano Sossella | Benedetta Spagnuolo | Federica Titone | Caterina Tomeo | Roberta Vanali | Venette Waste | Bruno Wolf.



Info: Francesco Arena, tel.: +39. 340.25.40.631


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Christine Macel curerà la Biennale d’Arte 2017


Christine Macel curatrice della Biennale d’Arte 2017

Il Cda della Biennale di Venezia si è riunito venerdì 22 gennaio e, su proposta del Presidente Paolo Baratta, ha deliberato di nominare Christine Macel, Direttore del Settore Arti Visive con lo specifico incarico di curare la 57. Esposizione Internazionale d’Arte del 2017.

Dopo gli studi nel campo della storia dell’arte, Christine Macel è stata conservatrice del patrimonio e ispettore della creazione artistica nella “Délégation aux Arts Plastiques” del Ministero della Cultura francese (dal 1995). Dal 2000 ricopre l’incarico di Curatore capo del Musée national d’art moderne – Centre Pompidou di Parigi, dove è responsabile del Dipartimento della “Création contemporaine et prospective” che ha creato e sviluppato. È stata curatrice del Padiglione Francese alla Biennale Arte 2013 (Anri Sala) e del Padiglione Belga alla Biennale Arte 2007 (Eric Duyckaerts).

In occasione di questa decisione, il Presidente Baratta ha dichiarato quanto segue:

“Dopo una Biennale Arte diretta da Okwui Enwezor incentrata sul tema delle fratture e delle divisioni che pervadono il mondo, e da una constatazione del tempo presente come age of anxiety, la Biennale trova in Christine Macel una curatrice protesa a valorizzare il grande ruolo che gli artisti hanno nell’inventare i loro universi e nel riverberare generosa vitalità nel mondo che viviamo. La sua esperienza al Dipartimento della “Création contemporaine et prospective” del Centre Pompidou di Parigi, la trova da tempo in un punto di osservazione quanto mai ricco di potenziale per l’individuazione di nuove energie dalle varie parti del mondo.”

Il Cda ha deliberato anche le date della 57. Esposizione Internazionale d’Arte che si terrà dal 13 maggio al 26 novembre 2017;vernice 10, 11 e 12 maggio; inaugurazione al pubblico sabato 13 maggio.

fonte: artslife

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sabato 23 gennaio 2016

Donazione VOGLIOLALUNA di Miki Carone al comune di Polignano a mare


DOMENICA 24 GENNAIO, ORE 12
ABBAZIA DI SAN VITO, POLIGNANO A MARE (BARI)
DONAZIONE AL COMUNE DELLA SCULTURA “VOGLIOLALUNA” DELL’ARTISTA MIKI CARONE.

Domenica 24 gennaio, alle ore 12, a Polignano a Mare, presso il porticciolo dei pescatori sotto le mura dell’Abbazia di San Vito, l’artista Miki Carone donerà al Comune di Polignano a Mare nella persona del Sindaco, la sua scultura “Vogliolaluna”, un Monumento ai marinai di mt.5 di base x mt.6 di altezza x mt. 2 di larghezza interamente realizzata in legno dipinto con resine e smalto lucido.

Presenterà l’ Architetto Nicola Martinelli

Interverranno: il Sindaco di Polignano Domenico Vitto, il Vice Sindaco Mimmo Lomelo, L’Assessore alla Cultura Marilena Abbatepaolo, L’Assessore all’Urbanistica Mariella Annese.

Dichiara l’artista: “E’ un simbolo a memoria delle vite dei marinai spese e trascorse sul mare.

Un omaggio ai marinai e al loro duro lavoro di pescatori, ma anche al loro desiderio di vivere una vita libera, a contatto con la natura, con la sua bellezza e la sua forza. E’ un’opera dedicata ai sogni e ai desideri di chi trascorre tante notti in mare in solitudine. I pescatori sanno che il mare incanta, affascina, è potente, è imprevedibile, e che può anche uccidere, come le Sirene. Come Jemanja, la divinità brasiliana (Santa Maria nel Sincretismo brasiliano) nata dalla spuma del mare, che protegge i marinai, ma che allo stesso tempo è anche la padrona delle loro vite che ella può prendersi in qualunque momento le piaccia, portandoli con se negli abissi marini di cui Lei è indiscussa Signora. Tra le onde del mare Jemanjà può prendere le sembianze di una bellissima Sirena o anche trasformarsi nella Luna, ecco che diventa così la loro amante e amica che fa loro da faro e li illumina indicandogli la rotta nelle notti buie e solitarie trascorse sul mare.”. La scultura riutilizza come sua base un gozzo da pesca in disuso, preesistente sul luogo da tanti anni e che l’artista ha voluto lasciare nella stessa posizione in cui l’ha trovato, davanti al ristorante sul mare “i Magonzesi” affacciato sul porticciolo di San Vito a Polignano a Mare. Dall’interno della barca nasce, imprevedibile, improbabile e instabile, come lo sono solo i sogni, una lunga, onirica scala rossa con cui l’artista ci invita a distaccarci da terra, ad elevarci e a guardare più in alto, a cercare di arrivare dal mare al cielo e alle stelle, sino a poter arrivare a toccare la Luna, intesa come simbolo della Luce, sogno e faro poetico. La genesi dell’opera, ricorda a testimonianza la madre dell’artista, risale al desiderio, intenso e prepotente, del piccolo Miki Carone quando aveva tre/quattro anni, di impossessarsi di una Luna, insegna pubblicitaria al neon del ristorante “Verde Luna” sul lungomare Sud di Bari. Essa fu causa continua di grandi pianti del bambino, tutte le volte che il padre, d’estate portava la famiglia in auto a fare una passeggiata serale sul Lungomare di Bari. Da quel piccolo fertile trauma infantile, cancellato dalla memoria dell’artista ma ricordato dalla madre, nacquero in seguito, inconsciamente, tutte le opere: quadri, bassorilievi, sculture, video, performance, ecc., intitolate sempre nello stesso modo: “Vogliolaluna”. Per l’occasione l’autore ha realizzato e stampato una serigrafia ispirata allo stesso tema della scultura che viene presentata ed esposta nell’adiacente Atelier Blu, lo studio-galleria dell’artista, nel cortile della soprastante Abbazia di S. Vito. Luogo dell’installazione della scultura: Spazio prospicente il ristorante sul mare ‘A Mère dai Magonzesi’, sulla spiaggia delle barche sotto l’Abbazia di San Vito, Polignano a Mare.
La scultura sarà visibile anche di notte, grazie ad un’illuminazione studiata per l’occasione. La sua collocazione sarà permanente.



Si ringrazia per l’ospitalità logistica dell’opera:
Giselda e Giovanni Carrieri, Florinda Grande e Silvio Perrone

Info: in auto, venendo da Bari o da Brindisi: uscita Polignano Nord - San Vito / San Giovanni).
Info: atelierblu@gmail.com - tel. 347.9702344


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venerdì 22 gennaio 2016

Casa a Mare. Dwelling Art


In occasione di Art City Bologna 2016 ed esattamente ad un anno di distanza dal primo evento espositivo in città, Casa a Mare presenta la mostra Dwelling Art che inaugurerà sabato 23 gennaio alle ore 17 al Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.

Il progetto Casa a Mare è il contenitore di un immaginario parallelo. Proprio come la "casa al mare", dimora alternativa per antonomasia, esprime l'intento di creare una dimensione abitativa attraverso l'utilizzo di materiali "recuperati", già utilizzati ma ancora in condizione di piena funzionalità estetica, e densi di rimandi evocativi.

Per la mostra Dwelling Art gli artisti Luca Coclite e Giuseppe De Mattia, con il curatore Claudio Musso, hanno accolto nel titolo la definizione suggerita da Jan van der Donk, fondatore e direttore di Studio Montespecchio, specializzato in libri storicamente e visivamente importanti, rari, riviste relative al XX secolo, architettura d'avanguardia, arte, design e fotografia. Casa a Mare sul nascere rifuggiva definizioni e descrizioni che potessero in qualche modo restringere gli orizzonti teorici e pratici. Durante un incontro van der Donk ha proposto, con lo stesso tono ironico che ha guidato gran parte delle azioni di Casa a Mare, la dicitura “Dwelling Art” che, a suo dire, avrebbe fornito un'ottima descrizione. Tale incontro è divenuto il pretesto per la realizzazione di un filmato in cui l’intervista, le immagini e i suoni che la accompagnano raccontano lo sviluppo di Casa a Mare, gli antecedenti storici, un possibile albero genealogico.

L’esposizione pensata per le stanze al piano terra del Museo della Musica ruota attorno al video omonimo, all’idea di una mostra utopica in cui Casa a Mare si relaziona con tutte le esperienze artistiche affini del passato. Insieme alla proiezione viene esposta la scultura Paracane, riproduzione in scala di un muro di cinta delle case rurali di montaliana memoria («una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia»), espressione materiale della difesa della proprietà privata. Circondano la scultura alcuni poster che rimandano all’idea di promozione di una mostra da inaugurare, i cui soggetti sono stampi cementizi solitamente utilizzati per realizzare recinzioni. Le strutture architettoniche e scultoree presenti nello spazio sono espressione di una cultura bassa, materiale, che cerca il suo orgoglio nella mimesi di forme naturali, classiche o di ritmi, greche, che nel tempo hanno sostituito il glifo nella pietra con il cemento.

Come un’abitazione reale, Casa a Mare è munita di apposite “stanze per gli ospiti”, si apre cioè alla collaborazione con altri artisti la cui ricerca interseca i temi del progetto o il cui contributo risulta necessario alla creazione dell’atmosfera. Il terzo ospite di Casa a Mare è Massimo Carozzi, sound artist e musicista, il cui contributo sonoro è parte integrante del percorso espositivo.

A cura di Claudio Musso, promossa da Istituzione Bologna Musei con il sostegno di Danilo Montanari Editore.

Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna

Dwelling Art. Casa a Mare
a cura di Claudio Musso
promossa da Istituzione Bologna Musei
con il sostegno di Danilo Montanari Editore

24 gennaio – 7 febbraio 2016
sabato 23 gennaio 2016 ore 17.00

Museo internazionale e biblioteca della musica
Strada Maggiore 34, Bologna

Orari: da martedì a venerdì 9.30-16.00; sabato, domenica e festivi 10.00-18.30; in occasione di ART CITY Bologna 2016 venerdì 29 gennaio 9.30-20; sabato 30 gennaio 10.00-24.00; domenica 31 gennaio 10.00-20.00



Strada Maggiore 34
Bologna 40125 Italia
Tel. +39 051 2757711


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Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea Itinerante: Omaggio a Totò


Sabato 23 gennaio 2016 alle ore 17.00 a Teora (AV) si inaugura la Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea Itinerante "Omaggio a Totò"a cinquantanni dalla sua morte, a cura di Enzo Angiuoni e Nicola Guarino, progetto dell' Arch. Lamberto Correggiari, artista e designer.In esposizione oltre 150 artisti presso lo spazio espositivo del Museo d'Arte Contemporanea - Pinacoteca di Teora (AV) con dipinti, grafica, scultura, ceramica, fotografia e poesia visiva.
Dopo i saluti del Sindaco di Teora, Stefano Farina, per ricordare la figura del principe della risata interverranno l'Arch. Nicola Guarino scrittore e artista, Franca Molinaro Presidente Associazione Culturale La Grande Madre, Alberto Iandoli Storico dell'Arte, Enzo Angiuoni artista PromoArte.Intervento musicale di Gerardino Lardieri.
Le prossime tappe della mostra nelle città di Avellino, Salerno, Chieti, Caserta, Teramo, Pescara e Napoli, dove sarà presentato il volume d'arte di circa 200 pagine contenente l'intervista di Oriana Fallaci a Totò del 1963 e vari testi critici sulla mostra.Per visite guidate contattare l'Arch. Nicola Guarino. Info: 0825.624680.



ARTISTI IN MOSTRA

ALLOCCA SALVATORE
ALTOMARE PIPPO
AMBROSONE AUGUSTO
AMOROSO GIUSEPPE
ANELLI SALVATORE
ANGELLINI DORA
ANGIUONI ENZO
ANTONIELLI ENRICO
ARBIB JACK
ASTERI MAGDALENA
AVELLA VITTORIO
BAGLIVO ANTONIO
BAMBARA GIACOPELLO
BANFI IGOR
BARONE NINO
BATTISTI ROMEO
BERTORELLI LUCIANA
BIANCA MARIA
BLUER
BN
BONANNO PINO
BRUNO MARCO
BUCCELLI EDDY
CANCIOTTI MASSIMO
CAPONE ENRICA
CARDENAS BEATRIZ
CARMA
CARRARO LIBERA
CASALE LUIGI
CAUSATI CARLO MARIA
CETERA PIERLUCA
CIANNAVEI MARIA EMILIA
CIOCIA MIMMO
CODISPOTI MARTINA
CONTE GIUSEPPE
CONTI CARLO MARCELLO
CORREGGIARI LAMBERTO
COSTA MARIELLA
COSTANZO CARMEN
COTTONE CARLO
CRIVELLARI ANTONIO
CROCCHIONI PIETRO
CUCCHI MAURIZIO
CUOMO CLAUDIO
D’ACUNTO ANTONIO
D’ALESSANDRO ENZO
DAIDONE MARIA PIA
DALISI RICCARDO
DANGELO SERGIO
DE MOLFETTA FRANCESCO
DE SERIO GIANNI
DENARO ANGELO
DI CURZIO CLARA
DI GUGLIELMO LUIGI
DI LANNO AMALIA
DI NARDO MARIA TERESA
DI ROSA ANTONIO
DI TEODORO BIANCA MARIA
DI TERLIZZI PIETRO
ERGILIA EDIT
FANTO’ CARMEN
FERRERI ROSALIA
FERUGLIO CLAUDIO MARIO
FIORIELLO GIUSEPPE
FONTANELLA CARLO
FRANCESE ASCANIO
FRANCESE E.
FRANCESE MARIA ROSARIA
FRASCA GABRIELE
FURLANETTO ADO
G. ELLEN
GALLUCCIO BRUNO
GARESIO CLARA
GATTI LETIZIA
GATTOLIN BENVENUTO
GIACOPELLO BARBARA
GIUBINELLI PAOLO
GIUNTA SALVATORE
GRASSO MIMMO
GUARINO NICOLA
GUBINETTI PAOLO
IACCHEO EDOARDO
ILARDI TOMMASO
IOZZO ANTONIO
KEIMEL RUDOLF
LANCIOTTI MASSIMO
LA PIETRA UGO
LACHER KLINO
LANZIONE MARIO
LIBERATI LORENZO
LISTA FRANCO
LISTA PIETRO
LOCONSOLE MICHELE
LOPRETE ALESSIO
LOI FRANCO
LOLLETTI NADIA
LOVERSO MARIA PIA
LUPINACCI GABRIELLA
MAGISTRO ANNA
MALAGUTI ANNA MARIA
MARCIANO TEA
MARINI RENATO
MARSEGLIA FAUSTO
MASCIA LUCIANA
MELARANGELO MARINO
MELARANGELO SANDRO
MEO ENRICO
MIRANDA CARMEN
MULLI QUI GENC
MULLIQI GENC
MUSARO’ PANTALEO
NARDI MASSIMO
OBERLIK MICHAEL
ONGARO ANTONELLA
PALMITESTA CONCETTA
PALOMBA PAMELA
PANELLA VINCENZO
PETRONE ANDREA
PIGNOTTI LAMBERTO
PIROZZI GIUSEPPE
PIZZI STEFANO
POLICASTRO FELIX
PUGLIESE ANTONIO
RAIOLA S.F.
RAIOLA SALVATORE
RASETTA GELSOMINA
RICCA RAFFAELE
RICCI RAFFAELE
RUTTEN AXEL
RISOLA MIRIAM
ROCCOTELLI MICHELE
ROMANO LUIGI
ROMANO RAFFAELE
ROSSI GIANNI
SAGGESE ENRICO
SANNICANDRO FRANCESCO
SANTORO ANNA
SANTORO ANNA
SAPONARO ELENA
SCHERL ROSSELLA
SCHIAVO GIOVANNI
SCHIAVOCAMPO GIOVANNI
SCORSONE VINNY
SECCIA ANNA
SIRIGNANO ANTONELLA
SOLDATINI GABRIELLA
SORRENTINO LUIGIA
SORRENTINO RAFFAELE
SPENA FRANCO
SPINA PIPPO
SPINA ROSA
STASI REMO
STENDARDO ROBERTA
SEYMOUR STEPHANIE
STROZZIERI LEO
SUCATO GIUSTO
TAMI TIZIANA
TERLIZZI ERNESTO
TRAVERSO LACCHINI ELISA
TREQUATTRINI MARIO
TROISI SOCCORSO
TUFANO ILIA
VELLA GENEROSO
VENDRAME FRANCA
VIPARELLI CARLA
VITERBINI PAOLO
ZABARELLA LUCIANA
ZAMEG DAN
ZANCA DANIEL


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Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim


Ph.  architetturadipietra Palazzo Strozzi a Firenze
Dal 19 marzo al 24 luglio 2016 Palazzo Strozzi ospiterà una grande mostra che porta a Firenze oltre 100 capolavori dell’arte europea e americana tra gli anni venti e gli anni sessanta del Novecento, in un percorso che ricostruisce rapporti e relazioni tra le due sponde dell’Oceano, nel segno delle figure dei collezionisti americani Peggy e Solomon Guggenheim.
Curata da Luca Massimo Barbero, la mostra nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Strozzi e la Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York e permette un eccezionale confronto tra opere fondamentali di maestri europei dell’arte moderna come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray e dei cosiddetti informali europei come Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, insieme a grandi dipinti e sculture di alcune delle maggiori personalità dell’arte americana degli anni cinquanta e sessanta come Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Alexander Calder, Roy Lichtenstein, Cy Twombly.
Dedicare una mostra alle collezioni Guggenheim significa raccontare a ritmo serrato la nascita delle neoavanguardie del secondo dopoguerra in un fitto e costante dialogo tra artisti europei e americani. Realizzare questa straordinaria mostra a Firenze significa anche celebrare un legame speciale che riporta indietro nel tempo. È proprio a Palazzo Strozzi, infatti, negli spazi della Strozzina, che nel febbraio 1949 Peggy Guggenheim, da pochissimo giunta in Europa, decide di mostrare la collezione che poi troverà a Venezia la definitiva collocazione.
I grandi dipinti, le sculture, le incisioni e le fotografie esposte in mostra a Palazzo Strozzi, in prestito dalle collezioni Guggenheim di New York e Venezia e da altri prestigiosi musei internazionali, offrono uno spaccato di quella straordinaria ed entusiasmante stagione dell’arte del Novecento di cui Peggy e Solomon Guggenheim sono stati attori decisivi.

Organizzata da: Fondazione Palazzo Strozzi e The Solomon R. Guggenheim Foundation, New York e Venezia
A cura di: Luca Massimo Barbero
Per prenotazioni gruppi contattare:
Sigma CSC
Dal lunedì al venerdì
9.00-13.00 / 14.00-18.00
Telefono: +39 055 2469600
prenotazioni@palazzostrozzi.org
InfoTel +39 055 2645155
info@palazzostrozzi.org

Pubblica:
Massimo Nardi