venerdì 29 settembre 2017

IL MARE NELL’ANIMA Omaggio a Vittorio Del Piano

 
L’Associazione Culturale “Ex Studenti Accademia di Belle Arti Bari”
 presenta: IL MARE NELL’ANIMA
Omaggio a Vittorio Del Piano a cura di Arianna Spizzico
Bari, dal 14 al 18 ottobre 2017 - Vernissage ore 18.00 - GALLERIA FORMAQUATTRO -via Argiro, 73
Presentazione del Catalogo con Testi di Sabrina del Piano, Alessandro Quasimodo e Maurizio Brunialti .
 
Espongono gli autori di opere d’arte contemporanea:
 
Giovanni Carpignano - Pierluca Cetera - Alessandro Cirillo - Angela Consoli - Flavia D’Alessandro - Paolo De Santoli - Gianni De Serio - Antonio Giannini - Massimo Nardi - Tullia Pugliese - Arianna Spizzico
 
Il mare nell'anima nasce da un'idea di Vittorio Del Piano il quale, nella sua vita di uomo e di artista, ha sempre sentito e tentato di esprimere il profondo debito di gratitudine che provava nei confronti delle donne. "Alle madri, alle sorelle, alle mogli del Sud bisognerebbe fare un monumento!" egli soleva ripetere spesso, mettendo in risalto quanta eroicità fosse presente nella vita quotidiana di queste figure, di questi esseri sempre definiti delicati, fragili, deboli ma che, soprattutto nel secolo scorso, causa anche i due conflitti bellici di grande rilevanza, hanno dovuto attingere a tutte le loro energie fisiche, spirituali e morali dal proprio serbatoio interiore per fare in modo che la famiglia, la società, lo Stato potesse evitare di implodere. Vittorio Del Piano citava gli esempi all'apparenza più banali, ma sui quali ancora oggi noi dovremmo riflettere: le donne che andavano al fiume per lavare nelle acque gelide il bucato di tutta la casa; le fanciulle che percorrevano chilometri e chilometri per portare al mercato qualche uovo da vendere; le madri che nottetempo si consumavano gli occhi al lume tremulo di una candela o di una lampada a petrolio per sferruzzare le maglie di lana per i loro bambini, o per i figli più grandi in partenza per il fronte. Loro, anonime e mute eroine a cui mai nessuno ha riconosciuto un merito più pubblico o più ufficiale di un bacio sulla guancia, o di un fugace sguardo di compiacimento per il lavoro svolto - quand'anche questi gesti ci fossero stati... Perché altrimenti tutto era dovuto: impegno e sacrifici passavano scontati e inosservati. Vittorio Del Piano pensa ad un omaggio alle Donne agitate dal "mare nell'anima", scosse dal mare degli affetti, fluttuanti nell'oceano delle emozioni contrastanti la cui vastità interiore permette di sacrificare se stesse per un bene/altro. Maria Cumani, donna modernissima per la sua epoca, colta e raffinata, di ingegno versatile, di ampia cultura e sensibilità profondissima come il mare, incarna la figura-modello di queste donne. Sposa di un personaggio così ingombrante come il Premio Nobel Salvatore Quasimodo, dove per sposa bisognerebbe leggere amica, mamma, compagna, segretaria tuttofare, tata, amante, collaboratrice e tanto altro ancora, vive per amore una vita di ombra, rinunce e privazioni purché il suo "amato" risplenda. Lo fa con una eleganza che non è assenza di sofferenza, ma sublimazione. E quando il "mare nell'anima" comincia ad ingrossarsi perché nel suo corpo cresce il figlio Alessandro, ella saprà trasformare questo mare in salvezza, in purezza, in una dimensione/altra che la incoronerà vittoriosa nel tempo. La consapevolezza di sé e la sua formidabile determinazione saranno il suo salvagente e la sua zattera in un mare spesso in burrasca; il figlio Alessandro il suo approdo felice. Recuperare e completare il progetto di Vittorio Del Piano è non solo un omaggio all'artista scomparso e un'operazione artistica di indubbia valenza, ma innanzitutto un imprescindibile tributo al valore di tutte le Maria Cumani perse nel mare anonimo della nostra storia e restituite, come bianche e pure conchiglie, dal mare della memoria.
 
Sabrina Del Piano
Geoarcheologa e operatrice culturale
 
pubblica 
Letizia Gatti

mercoledì 27 settembre 2017

Umberto Chiodi. Impromptu


Nella sua quarta mostra personale allo Studio d’arte Cannaviello, Umberto Chiodi presenta diverse tipologie di opere, che hanno caratteri polari e inscindibili, tutte realizzate tra il 2016 e il 2017. Sono presenti circa trenta disegni, di piccolo e grande formato (da 50 x 35 cm a 150 x 100 cm), una grande installazione a parete, composta da trenta piccoli assemblaggi della serie “Generatori di vuoto”, e un libro d’artista della serie “Cavità”.

I disegni esposti sono realizzati con grafite, pastelli, china, acquerello e tempera su carta e cotone. In questa raccolta l’artista ricerca una sorta di “realismo primario”, vicino alla scoperta e alla delineazione dell’archetipo, della metafora immaginale, partendo dal gesto grafico. I disegni sono presentati senza cornice per mantenere la peculiare leggerezza dell’oggetto. Se la ricerca estetica di Chiodi va verso la proliferazione fantastica e mostruosa delle forme, questa è accompagnata da una forte attenzione critica nei confronti della società bulimica del consumo. Gli assemblaggi (dimensioni variabili) sono composti da materiali plastici, ferro, vetro ed elementi organici. Chiodi fa compenetrare frammenti di oggetti di uso comune e strutture organiche (perle, piume, denti), creando una serie di ipotetici e paradossali strumenti che rimandano ad accessori di consumo o a feticci tribali antropomorfi. Queste sculture disposte a parete disegnano bizzarre “silhouette”, che costellano la galleria con linee colorate fluttuanti.


Umberto Chiodi è nato a Bentivolgio (BO) nel 1981. Si è laureato all’Accademia di belle arti di Bologna nel corso di pittura. Ha esposto in Italia e all’estero in gallerie e musei. I suoi lavori si trovano in importanti collezioni private e pubbliche (Collezione Bertolini; Museo del ‘900, Milano; JP Morgan Chase Art Collection, New York). Vive e lavora a Milano dal 2008.

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Umberto Chiodi. Impromptu
14 settembre – 7 novembre 2017

Studio d’arte Cannaviello
Piazzetta Maurilio Bossi, 4 – 20121 Milano
mar – sab h 11.00 – 19.00 o su appuntamento
Tel. 02/ 84148818
info@cannaviello.net


martedì 26 settembre 2017

Premio Pino Pascali all'artista Hans Op de Beeck


Hans Op de Beeck è il vincitore della XX edizione del Premio Pino Pascali. La commissione coordinata da Rosalba Branà, direttrice del Museo Pino Pascali e composta da Danilo Eccher, critico d’arte e curatore e Daniela Ferretti direttore di Palazzo Fortuny, Venezia, ha ritenuto la poetica espressiva dell’artista belga muoversi nel solco ‘pascaliano’ dei linguaggi multipli e delle contaminazioni spaziando tra scultura, pittura, video, teatro, musica, fotografia, scenografia.

Le complesse installazioni di Hans Op de Beeck mettono in scena la vita, intesa come il luogo dello smarrimento dell’io e della precarietà esistenziale. I temi universali della vita e della morte sono affrontati con sottile ironia fiamminga e velata malinconia sino a toccare le corde più profonde dell’essere.

Le parole-chiave per la lettura delle opere di Hans Op de Beeck sono: meditazione, silenzio, introspezione. Tutti gli elementi che compongono le monumentali installazioni sono a grandezza naturale e ricoperte da un morbido strato di intonaco grigio; persone ed oggetti pietrificati sotto una coltre cinerea, una Pompei contemporanea immobile e metafisica.

Artista visivo, drammaturgo, compositore, regista d’opera e teatrale, il linguaggio artistico di Hans Op de Beeck comprende diversi materiali e differenti mezzi di espressione e si interroga sulle complessità della nostra società e sulle questioni universali, che risuonano nelle sue opere. L’essere umano, per l’artista, è capace di mettere in scena il mondo intorno a sé in maniera tragicomica. Hans Op de Beeck stimola i sensi dei visitatori offrendo momenti di meraviglia, di silenzio e di introspezione.

Nato a Turnhout nel 1969, vive e lavora a Bruxelles e Gooik. Ha esposto in mostre e musei di tutto il mondo. Tra le più recenti mostre personali segnaliamo: Kunstmuseum Wolfsburg, Wolfsburg (2017); MIT List Visual Arts Center, Cambridge, Boston (2014); MOCA Cleveland (2014); Sammlung Goetz, Monaco (2014); Tampa Museum of Art, Tampa (2013); Harn Museum of Art, Gainesville (2013); FRAC Paca, Marsiglia (2013); The Smithsonian’s Hirshhorn Museum, Washington DC (2011). Tra le mostre collettive: ZKM, Karlsruhe, MACRO, Roma, Whitechapel Art Gallery, Londra, PS1, New York, Centre Pompidou, Parigi, Hangar Bicocca, Milano, Palazzo Fortuny, Venezia, The Drawing Center, New York, Kunsthalle Wien, Vienna, Shanghai Art Museum, Shanghai, Haus der Kunst, Monaco, MAMbo -Museo d’Arte Moderna di Bologna. È stato inoltre invitato a partecipare alla Biennale di Venezia, la Biennale di Shanghai, la Biennale di Singapore, alla London Tate Modern, ad Art Unlimited Basel.


Si ringrazia Galleria Continua, San Gimignano, Beijing, Les Moulins, Habana.


Fondazione Pino Pascali | Museo Arte Contemporanea
Via Parco del Lauro, 119
POLIGNANO A MARE, BA 70044

Inaugurazione: 30 settembre, ore 18

dal 1 ottobre 2017 fino al 28 gennaio 2018

Orari: Martedì-Domenica: 10.00-13.00 / 16.00-21.00. Chiuso il lunedì

La biglietteria chiude mezz’ora prima del museo
Biglietto 2 euro più eventuali riduzioni a chi ne ha diritto.

La Fondazione Pino Pascali è punto FAI- Delegazione Bari

Amici del Museo Pascali: Carrieri Design, Ognissole

lunedì 25 settembre 2017

Silvia Celeste Calcagno. Il pasto bianco (mosaico di me)


V EDIZIONE RASSEGNA
Biennale del Mosaico contemporaneo
In collaborazione con il Museo delle Ceramiche in Faenza
Biblioteca Classense Ravenna

Silvia Celeste Calcagno
Il pasto bianco (mosaico di me)
a cura di Davide Caroli
Inaugurazione: 7 ottobre 2017 ore 17:00 in poi

In un rincorrersi di rimandi e citazioni, da The Naked Lunch (il pasto nudo), capolavoro letterario di William Burroughs alla libera e omonima versione cinematografica firmata da David Cronenberg, SCC mette a punto un nuovo importante progetto realizzato per la personale a cura di Davide Caroli negli spazi della Biblioteca Classense di Ravenna, nell'ambito della Biennale di mosaico. La mostra nasce in collaborazione con il MIC Museo Internazionale delle ceramiche in Faenza.

L’artista utilizza ancora una volta la ceramica, linguaggio con il quale ha da tempo trovato la sua cifra distintiva e originale ponendolo in dialogo con performance, installazione e fotografia. In questo caso l’indagine si arricchisce di un ulteriore elemento che chiama in causa il mosaico. Silvia Celeste Calcagno, che nel 2015 ha vinto il 59 Premio Faenza con Interno 8 La fleur coupée, composta da infinite tessere, aveva già intuito la potenzialità di questa espressione frammentaria, quasi un cut and up per riprendere ancora il riferimento a Burroughs e al suo modo sperimentale di utilizzare la scrittura. Mosaico come frammento, particolare infinitesimo, dove unendo le tessere si ricompone alla fine l’immagine, ma non la narrazione e neppure l’identità. E SCC lavora, da una parte con il consueto atteggiamento introspettivo, dall’altra con visceralità talora dura e spietata, sulla sua identità di donna, alle prese con l’eterna contraddizione tra corpo, oggetto costringente, limitato, e l’aspirazione a liberarsi dal peso, evadere dal limite, farsi altro. Corpo che è innanzitutto materia, e come tale viene trattato, eppure sfugge dalla tentazione descrittiva, a cominciare dalla rinuncia al colore. L’universo del “mosaico di me” è bianco, acromatico, inessenziale e sfuggente. Ogni volta che tenta l’ascesa verso l’alto, qualcosa di fisico lo riporta a terra. Ne intravvediamo solo i frammenti, altro non è dato. Da qui, dunque, il pasto bianco, installazione che ricompone tessere di corpo, un corpo che si pone innanzitutto come cibo, un banchetto cui chiunque potrà sedersi e mangiare, come nelle tavole imbandite dal maestro del cinema surreale Luis Bunuel. Dice SCC, “bianco come il colore della mia carne, privo del peso specifico di un corpo senza volto -che dunque perde l’identità dell’io per trasformarsi in archetipo- a pezzi, senza un luogo, perso nel vuoto, a volte protetto a volte sporcato dalla manipolazione e dal lavoro sul materiale”. Il pasto bianco, installazione site specific, copre come una pelle parte dello spazio attraverso lastre in gres che sviluppano una tecnica che vede la fusione tra fotografia e materia. Altra installazione in mostra Una storia privata, ulteriore riflessione sul rapporto tra noi e gli altri, con segni ancor più sfuggenti e minimi, di un corpo destinato a lasciare la propria fisicità.

Silvia Celeste Calcagno è nata a Genova nel 1974, vive e lavora ad Albissola. Diplomata all' Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova. Vince nel 2010 il I Premio Opera Pubblica Festival Internazionale della Maiolica Albissola MuDA Museo Diffuso Albissola Marina, nel 2013 il Premio Speciale Artisti in Residenza Laguna Art Prize Venezia, nel 2013 la Targa del Presidente della Repubblica, 57° Concorso Internazionale della Ceramica d’arte Contemporanea Premio Faenza e nel 2015, prima donna italiana, la 59° edizione del Premio Faenza. Tra le mostre principali: XXIV Biennale Internationale Contemporaine Musée Magnelli, Vallauris 2016 , La sfida di Aracne Riflessioni sul femminile dagli anni '70 ad oggi, a cura di Angela Madesani, Nuova Galleria Morone, Milano 2016, Interno 8, La fleur coupée, a cura di Angela Madesani, Officine Saffi Milano 2015, GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma 2015, Not Me, Musei Civici Imola, a cura di Luca Beatrice 2014, Mood, PH Neutro Fotografia Fine-Art a cura di Luca Beatrice, Pietrasanta 2014. Nerosensibile, Studio Lucio Fontana, a cura di Luca Beatrice, Albissola 2012. Nel 2017 espone in Corea, In the Earth Time Italian Guest Pavilion Gyeonggi Ceramic Biennale Yeoju Dojasesang. Sempre nello stesso anno, presenta IF ( but I can explain ) al Museo d' arte contemporanea Villa Croce, Genova a cura di Alessandra Gagliano Candela, esposto nel settembre 2017 nella Project room della Nuova Galleria Morone, Milano.



Silvia Celeste Calcagno
Il pasto bianco (mosaico di me)
a cura di Davide Caroli
Inaugurazione 7 ottobre 2017 ore 17:00 in poi
7 ottobre - 26 novembre 2017
Biblioteca Classense
via Baccarini, 3 - 48121 Ravenna
Orari: dal martedì al venerdì 10.00-13.00 / 15.00-18.00; 
sabato e domenica 10.00-18.00; lunedì chiuso
Ingresso: libero


Responsabile comunicazione per SCC
Amalia Di Lanno
Cultural Manager

Beatrice Scaccia. Sta in cielo e in fondo al pozzo

Can goddesses pray?, 2017, matita, pastello, olio, gesso e cera su carta, diam. 29 cm, dettaglio

Il 12 Ottobre 2017 alle ore 18.30 s’inaugura, alla Galleria Emmeotto, a Palazzo Taverna, nell’ambito della Rome Art Week, la mostra personale di Beatrice Scaccia dal titolo Sta in cielo e in fondo al pozzo.
La mostra propone una nuova serie di lavori pensati e realizzati per vivere lo spazio nello specifico, come consuetudine dell’artista. Il titolo fa riferimento ad una poesia di Antonio Delfini (1907-1963) e alla luna, presenza/assenza nelle varie opere esposte, nel formato circolare di alcune e nella verticalità, intesa come aspirazione al cielo, di altre. Beatrice Scaccia immagina un mondo di figure archetipiche contemporanee che sembrano un’urgenza per capire se stessa e gli altri. I personaggi nelle opere sono esseri fluidi, senza genere, età e lineamenti, mostrano soltanto le nostre più autentiche vulnerabilità. Sono una versione del sé: ossessionato dalle cose, sopraffatto da emozioni senza nome e confinato in uno spazio privo di contesto. Attraverso movimenti ripetitivi, in particolare nelle animazioni proiettate in mostra, queste entità sembrano scontrarsi e ritrovarsi in una terra di nessuno, costrette a confrontarsi con la propria interiorità e l’assurdità della condizione-esistenza.  La ricerca artistica di Beatrice è nell’essenza delle opere, una metafora della visione del mondo, e deve essere letta in termini esistenziali, attraverso la definita posizione rispetto alla sua esperienza di artista-individuo. Richard Shebairo, amico e collezionista di Beatrice, definisce così i suoi lavori: "una sequenza di visioni e sogni appena fuori dalla portata; i sentimenti rimangono, ma la storia non è del tutto accessibile. Le figure ci regalano suggerimenti, mai chiarezza. La storia e i suoi personaggi sembrano sempre essere sul punto di recedere nella nebbia, lasciandoci un residuo di ricordo incompleto, un' esperienza immaginata. Come sogni, le sue opere, non sono spaventose ma neanche completamente benigne. Contengono segreti che possiamo intuire, perché li riconosciamo come nostri, ma che non possiamo distinguere in modo netto”. Il titolo e la mostra sottolineano una costante dualità dell’esistenza: altezza e caduta, luce ed ombra, vuoto e pieno, cielo e pozzo.


Beatrice Scaccia è un’artista visiva italiana. La sua produzione artistica si esprime attraverso varie tecniche: pittura, disegno e animazione/installazione. Beatrice ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma con Gino Marotta. Si è trasferita definitivamente a NY nel 2011. A New York, ha lavorato come pittrice presso il Jeff Koons Studio, continuando con costanza a produrre ed esporre il suo lavoro. Nel 2014, l’artista ha ottenuto una residency presso Residency Unlimited di Brooklyn e presso l’Artists Alliance di Manhattan. Nello stesso anno ha esposto alla Cuchifritos Gallery di NY e la Effearte Gallery di Milano. Nel 2016, Beatrice è stata selezionata per il Woodstock Byrdcliffe Guild Residency Program diretto da Jeremy Adams. L’ultima mostra personale è stata presentata nel 2016 presso la Cara Gallery (Cassina Projects) di New York City. Dal 2015, molte sue opere sono state acquistate per far parte della collezione permanente della William Louis-Dreyfus Family Foundation.
Vive e lavora a NY, dove collabora con la Ricco Maresca Gallery.


BEATRICE SCACCIA
STA IN CIELO E IN FONDO AL POZZO

Opening Giovedì 12 Ottobre 2017 ore 18.30
ROME ART WEEK


GALLERIA EMMEOTTO
Palazzo Taverna – Via di Monte Giordano, 36 - 00186 Roma
13 Ottobre – 1 Dicembre 2017
ph. +39 06 68301127 | info@emmeotto.net | www.emmeotto.net
Orario: dal lunedì al venerdì | ore 10.30-13.30/14.30-19.30 o su appuntamento


Ezia Mitolo | La vita difficile dei fiori


“La vita difficile dei fiori” racconta l’arte fragile del vivere in un percorso visivo dirompente e delicato attraverso installazioni multiformi che abbracciano fotografia, disegno e scultura.

Quella dei fiori è la condizione eletta a metafora universale del rapporto tra durezza VS delicatezza che tutti viviamo, in una riscrittura della realtà dei giorni. La serie di circa trenta immagini raccolte dal 2010 ad oggi, si presenta come vànitas seicentesche, ambientate nella nostra contemporaneità urbana. Si tratta del frutto di commozioni istantanee che l’interiorità riconosce nell’alternarsi degli stati d’animo, nel salire e scendere i gradini della vita, in cui emergergono gli elementi trasversali della vasta produzione dell'artista, a partire dall’uso del bianco, colore della cera e della terracotta di molta scultura, sua vocazione originaria.

Questa spinta poetica la si trova nell'installazione 'Ho come un’impressione', dell’estate 2017, sperimentazione che comprende materiale audio e fotografico in una serie di carte protuberanti, risultato estetico delle impressioni del mondo, suggerendo il contrasto tra grave-lieve che conduce la lettura della mostra. In questa occasione vede la luce anche un secondo lavoro inedito, che si raccorda agli altri nel descrivere l’azione simbolica del salire e scendere i gradini della vita 'Un mondo fatto a scale', tele montate come livelli di una scalinata dove il corpo è fulcro dell'intera opera, inteso come misura dei cambiamenti e delle pulsioni profonde che gli strumenti dell’arte aiutano a illuminare. ll tema del corpo, talvolta deformato e aggredito, torna nell’intervento 'E adesso sciogliti', opera del 2003 riproposta per l’occasione con un nuovo self-portrait dell’artista scattato quest’anno, in cui si evidenzia l’inesorabilità di certi processi dell’animo.

L'intera esposizione è un muoversi tra stanze distinte e comunicanti, stadi della consapevolezza, bi e tri-dimensionalità, segno e oggetto, con l'intensità che genera il guardare alla vita dalle fessure meno evidenti. - Cristina Principale -


Ezia Mitolo | La vita difficile dei fiori
a cura di Cristina Principale
29 settembre - 25 ottobre 2017
Opening > venerdì 29 settembre ore 19.00

C/O Museo Nuova Era
Strada dei Gesuiti 13, 70122 Bari.
Orari di apertura
Martedì - Sabato ore 17:30 / 20:30

Isobel Church. Many Moons



Montoro12 Contemporary Art è lieta di presentare Many Moons, prima personale in Italia dell’artista inglese Isobel Church (1984).
Il titolo Many Moons ha molteplici letture, tra cui la recente teoria scientifica chiamata Many Moons Theory, che suggerisce che la nostra luna è stata originariamente formata da una serie di collisioni di lune più piccole per costituire alla fine della fusione una sola, grande massa lunare. Many Moons si riferisce anche alla lunga storia della luna come l'indicatore reale e metaforico del tempo, come nell'espressione “molte lune fa”.

La mostra occuperà completamente lo spazio della galleria. Nelle sue due sale graviteranno, infatti, tra il pavimento e le pareti, opere già create insieme ad alcune concepite dall’artista esclusivamente per l’evento romano. Sul pavimento si estenderà Strange Contents, del 2016. Si tratta di un mandala, ossia di una rappresentazione simbolica del cosmo buddista e induista, nella quale tradizionalmente polveri e fili si intrecciano sul suolo. Quello della Church è creato con frammenti di meteorite certificati, che formano anelli concentrici nello spazio espositivo e nell’inconscio collettivo. Dai confini dello spazio-tempo giunge la inedita Ex Nihilo, delle anfore di argilla nera con inciso un codice binario rappresentativo dei nomi di tutti i buchi neri identificati. In mostra anche Ode to Iselle, una serie di rilievi cartacei con immagini meteorologiche emesse dall'uragano Iselle. Quest’opera è una traccia di memoria, come incisa su pietra bianca, del passaggio di questi fenomeni fugaci ma continui. Le lauree in antropologia ed arte cinese, insieme al suo lavoro per la Collezione Percival David al British Museum, hanno favorito la produzione artistica di Isobel Church comprendente l’uso di mappature e scoperte scientifiche attraverso le lenti della cultura materico-ritualistica. Church è interessata al modo in cui un oggetto può trasportare una remota, insondabile grandezza fino al piano dell’intimo e familiare, creando connessioni tattili con ciò che è vasto, distante o ineffabile. Molti dei suoi lavori possono essere descritti come oggetti cerimoniali che incorporano e lasciano meditare su dati ed immaginario recenti. Portando avanti nella tradizione della ricerca la nostra relazione con i fenomeni naturali e con l’espansione dell’Universo, attraverso l’indagine del materiale, del linguaggio simbolico e della metafora. Nella sua opera, l’artista unisce tecniche tradizionali con nuove tecnologie che includono una varietà di materiali, come la ceramica, rilievi su carta, bronzo e diversi oggetti trovati.

Isobel Church è una artista che vive e lavora a Londra. Nel 2014 ha conseguito il Master in ceramica e vetro al Royal College of Art di Londra ricevendo un’onorificenza per il lavoro conseguito. Si è laureata in Antropologia ed Arte Cinese e ha lavorato per la Collezione Percival David al British Museum di Londra. Nel dicembre 2016 l’artista è stata selezionata per entrare a far parte come membro ufficiale della Royal British Society of Sculpture a Londra. Le mostre più recenti di Isobel Church sono: Brink Launch Exhibition, Marylebone, Londra, 2017; Three100, Second Floor Studios, Londra, 2016; Platform, Leyden Gallery, Londra, 2016; Ode to Erin, Town House, Spitalfields, 2016; Monochrome, Musgrove Gallery,Taunton, 2016; AAF, Hampstead, Londra, 2016; Imago Mundi, Luciano Benetton Collection, 2016; Quartz, Somerset, 2015; Premio Arte Laguna, Arsenale, Venezia, 2015.

Via di Montoro, 12 - 00186 Roma 
Mobile +39 392 9578974 - Rue de la Regence, 67 - 1000 Brussels info@montoro12.it -

Isobel Church. Many Moons
21 Settembre – 28 Ottobre 2017 

venerdì 22 settembre 2017

RavennaMosaico 2017. Rassegna Biennale di Mosaico Contemporaneo



Dal 7 ottobre al 26 novembre 2017 a Ravenna si tiene la V edizione della Rassegna Biennale di Mosaico Contemporaneo, opere e artisti di tutto il mondo si incontrano nella città capitale del mosaico. RavennaMosaico è promossa e organizzata dal Comune di Ravenna, grazie al prezioso contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, di Marcegaglia Carbon Steel.
Ravenna è coinvolta totalmente aprendo i suoi luoghi più suggestivi ad artisti locali e provenienti da tutto il mondo: monumenti, musei, chiostri e spazi simbolo della città diventano gallerie d’eccezione in cui arte antica e arte contemporanea sono in costante dialogo.

La Rassegna Biennale di Mosaico Contemporaneo propone un percorso espositivo che si sviluppa intorno a due mostre principali: Montezuma, Fontana, Mirko. La scultura in mosaico dalle origini ad oggi con sede al Mar Museo d’Arte della città curata da Alfonso Panzetta con la collaborazione di Daniele Torcellini, con 140 capolavori assoluti in esposizione, e l’evento SICIS Destinazione Micromosaico che celebra i trent’anni di attività di una delle più grandi realtà del mosaico artistico e una eccellenza del design internazionale, a Palazzo Rasponi dalle Teste. L’evento vuole inoltre condividere l’atmosfera che aleggia attorno alle realizzazioni di gioielli in micro-mosaico, in una moderna rilettura della tecnica settecentesca.
Entrambe le mostre resteranno aperte ben oltre la fine di RavennaMosaico, fino al 7 gennaio 2018.
Accanto a questi due grandi eventi numerosissimi altri appuntamenti, in un percorso di confronto e collaborazione che coinvolge soggetti che già hanno partecipato alla scorse edizioni di RavennaMosaico e nuove realtà.

I suggestivi Chiostri Francescani ospitano Opere dal Mondo, una selezione di lavori di artisti internazionali in collaborazione con AIMC (Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei), mentre alla Manica Lunga della Biblioteca Classense ha sede la quarta edizione di GAEM Giovani Artisti e Mosaico dove giovani artisti under Forty, si avvalgono della tecnica musiva in modo tradizionale o sperimentale. Sempre negli ambienti della storica biblioteca ravennate in collaborazione con il Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, una mostra personale dedicata all’artista Silvia Celeste Calcagno curata da Davide Caroli e un suggestivo progetto dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna Fabulae ovvero un affascinante intreccio di storie entro il quale il visitatore può seguire i fili delle nuove esperienze creative dei più giovani artisti del mosaico.
Al Museo Nazionale del MIBACT sono allestite due importanti personali: la prima dedicata a Felice Nittolo, A Ritroso, curata da Emanuela Fiori e da Giovanni Gardini.
L’Associazione Culturale Marte propone la seconda personale dedicata a Matylda Tracewska curata da Daniele Torcellini, insieme alla Rappresentazione anonima di Clément Mitéran a cura di Emanuela Fiori e Daniele Torcellini.
RavennaMosaico è valorizzazione del Patrimonio Unesco: al Battistero degli Ariani è in programma un allestimento site specific dell’artista Marco De Luca, a cura di Linda Kniffitz in collaborazione con Emanuela Fiori. Ravenna è conosciuta in tutto il mondo per gli splendidi mosaici antichi e contemporanei ma anche per Dante Alighieri, il sommo poeta che passò infatti l’ultima parte della sua vita nella città romagnola; nasce così Inferno in bottega. La Commedia di Dante alla luce del mosaico. Negli atelier degli artisti mosaicisti ravennati è possibile visitare ogni singola creazione che darà vita a un’opera comune dove il fil-rouge è il tema dei cerchi dell’Inferno dantesco.
RavennaMosaico 2017 è sperimentazione: i giovani artisti in erba del Liceo Artistico Nervi Severini sorprenderanno la Biennale con le loro creazioni.
RavennaMosaico 2017 è anche tutela: grazie al Laboratorio di Restauro della Fondazione RavennaAntica saranno portati a termine i lavori di restauro della copia a mosaico della Madonna in Trono della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo.
Il tema del rapporto dell’arredo urbano e il mosaico viene affrontato in un convegno dal titolo Le forme dell’Arte in città: il mosaico contemporaneo organizzato dalla Scuola Superiore Studi Città e Territorio dell’Università di Bologna in cui verrà presentato, tra gli altri, anche il progetto esecutivo seguito dalla Fondazione RavennaAntica del mosaico più grande del mondo: L’onda che esonda. Si tratta della prosecuzione del Mosaico dell’Onda posto all’ingresso del Museo di Classe che si estende creando una linea di collegamento tra il Museo e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe.
Infine valori sociali e valori artistici danno forma al progetto dell’associazione DisOrdine che prevede la rivalutazione dell’area urbana antistante le Ex-Carceri di Ravenna. L’intervento è ispirato al Labirinto della Basilica di San Vitale e coinvolge direttamente i detenuti, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Queste sono alcune delle iniziative del ricco calendario di RavennaMosaico 2017, un autunno animato da grandi eventi espositivi, attività didattiche, conversazioni per addetti ai lavori e per appassionati.

Hashtag: #RavennaMosaico2017
Facebook: RavennaMosaico

Ufficio stampa esterno
Studio Esseci di Sergio Campagnolo
tel. +39.049.663499
Roberta Barbaro: gestione3@studioesseci.net

Mar – Ufficio relazioni esterne e promozione
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tel +39 0544 482017 – 482775
ufficio.stampa@museocitta.ra.it


giovedì 21 settembre 2017

LUIGI ONTANI. SanLuCastoMalinIconicoAttoniTonicoEstaEstE’tico

2017.05.17 - 2017.11.25
Prorogata fino a sabato 25 novembre 2017


In occasione del conferimento del Premio Presidente della Repubblica 2015 assegnato a Luigi Ontani, l’Accademia Nazionale di San Luca presenta nelle sale espositive di Palazzo Carpegna la mostra Luigi Ontani. SanLuCastoMalinIconicoAttoniTonicoEstaEstE'tico, aperta dal 17 maggio al 22 settembre 2017.

L’importante onorificenza venne istituita nel 1950 dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il quale destinò un Premio Nazionale, annuale e indivisibile, aperto a tutti gli artisti, pittori, scultori e architetti, affidandone all’Accademia di San Luca la segnalazione. Per celebrare l’assegnazione del Premio Presidente della Repubblica 2015, l’Accademia Nazionale di San Luca ha invitato Luigi Ontani a ideare un’esposizione di sue opere che ripercorrano la sua carriera artistica. Dai tableaux vivants dei primi anni Settanta alle ultime ErmEstEtiche, alcune delle quali inedite e altre create espressamente per SanLuCastoMalinIconicoAttoniTonicoEstaEstE’tico. In mostra circa 60 opere allestite negli spazi espositivi di Palazzo Carpegna: si inizia con le prime opere di Ontani nelle sale al pianterreno, proseguendo lungo la rampa elicoidale di Borromini, per culminare al terzo piano in alcune delle sale della Galleria dell’Accademia, secondo un percorso che intreccia un dialogo con le opere delle collezioni storiche. Celebri i tableaux vivants dell’artista, iconografie viventi che Ontani assume su di sé come simulacri, prendendo le sembianze di figure storiche, mitologiche, letterarie e popolari tra cui Leonardo, Raffaello, San Luca; in mostra anche le fotografie ritoccate a mano, memorie dei soggiorni e viaggi orientali (dal 1972 ad oggi), in cui la sua poetica risente dei colori e delle tradizioni orientali. Degli anni Ottanta è la sperimentazione di altri materiali, quali la cartapesta, il legno, la ceramica e il vetro di Murano, attraverso la cui mediazione Ontani traspone in scultura il tema della maschera e dell’ibridazione di idoli già presente nelle pose fotografiche. Si giunge quindi alle Anamorpose (foto lenticolari realizzate dal 2000 ad oggi), agli elementi di arredo in ceramica e vetro, per concludere il percorso con la serie delle ErmEstEtiche, dei Canopi e dei BellimBusTi realizzati in ceramica. In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo bilingue (italiano/inglese) con testi istituzionali del Presidente Gianni Dessì e del Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca Francesco Moschini, un testo critico di Ester Coen, un’ampia intervista di Hans Ulrich Obrist e contributi di scrittori quali Aurelio Picca e Emanuele Trevi, insieme a una selezione di testi a cui l’artista è particolarmente legato, di Francesca Alinovi, Jan Hoet, Goffredo Parise e una poesia inedita di Valentino Zeichen.


INFORMAZIONI
Mostra: LUIGI ONTANI. SanLuCa҆stoMalinIc҆onicoAttoniTὀnicoEstaEstE᾽tico
Preview stampa: mercoledì 17 maggio, ore 11.00
Inaugurazione: mercoledì 17 maggio, ore 18.00
Apertura al pubblico: 17 maggio - 22 settembre 2017; prorogata fino al 25 novembre 2017
Sede: Accademia Nazionale di San Luca, piazza dell’Accademia di San Luca 77 – Roma
Informazioni: tel. 06 679 8850; segreteria@accademiasanluca.it
Orari: dal lunedì al sabato: 10.00 - 19.00 (ultimo ingresso 18.30)
Apertura straordinaria: 02 e il 29 giugno
Chiuso domenica e dal 6 al 27 agosto.
Ingresso gratuito


Informazioni per la stampa:
Maria Bonmassar
06 4825370; +39 335490311; ufficiostampa@mariabonmassar.com

Casa Sponge 10. Arte e sperimentazione nel segno della collettività





Casa Sponge 10.
Arte e sperimentazione nel segno della collettività

Un secondo spazio, un libro e 25 artisti per festeggiare
la decima stagione di Casa Sponge


Casa Sponge si appresta a festeggiare la sua decima stagione espositiva, dopo aver vissuto un periodo intenso che ha visto gettare le basi di una realtà consolidatasi negli anni. È una casa che nasce come luogo di accoglienza, come rifugio per artisti, critici e curatori transfughi da un sistema in crisi. È uno spazio radicatosi nella realtà in cui è nato, e lungi dall'essere autoreferenziale, è diventato un laboratorio d’idee che ha cercato negli anni, e cerca tuttora, di dare il proprio contributo culturale alla comunità in cui agisce. Il senso di collettività, di condivisione e di appartenenza a un territorio, è ciò che ha portato Casa Sponge ad ospitare decine di artisti di caratura nazionale ed internazionale, a partecipare a rilevanti kermesse in Italia ed all'estero, fino ad arrivare a concepire la rassegna a,m,o - arte Marche oltre che, avviata nel 2016, rappresenta una sorta di sunto dei semi fino a qui piantati, vitali al radicarsi del lavoro futuro.

Con la realizzazione della nuova insegna di Casa Sponge oggi comincia un nuovo cammino. Si tratta di un nuovo logo, un’opera disegnata ed eseguita da Jasmine Pignatelli, formata da una sequenza di punti e linee in ceramica nera, un codice, il Morse, storicamente utilizzato per la trasmissione e l’invio di lettere e numeri. Sponge è diventato segno-segnale d’Arte, un’Antenna che comunica a tutti un invito alla presenza, alla scoperta, all’interazione e alla condivisione, scrive la Pignatelli.

Il decimo anno rappresenta quindi il punto di svolta, il giro di boa, il momento in cui si fanno i conti con il passato e si progetta l'avvenire, sempre con lo stesso spirito, con le radici piantate sul territorio e uno sguardo nomade proteso verso il mondo. La storia è il racconto, è la raccolta di testimonianze di chi, su questa linea tesa da zero e a dieci dal suo primo tracciato, ha deciso di incrociare questo percorso, la casa e chi la frequenta, di chi ha scelto di conoscerla e lavorarci, implementando reti.

Questo è lo spirito di Sponge, un sogno che a,m,o. 10 anni di arte contemporanea nelle Marche, che è anche il titolo che accompagna il volume edito nei Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, il cui significato è sinossi di un racconto tanto del passato quanto seme del futuro.


Il libro, con prefazione di Cristiana Colli, due introduzioni di Giovanni Gaggia e Davide Quadrio, rispettivamente Direttore artistico e Presidente onorario di Casa Sponge, e testi di Milena Becci, Filippo Berta, Max Bottino, Francesco Castellani, Tiziana Cera Rosco, Paola Clerico, Antonio Mastrovincenzo (Presidente del Consiglio Regionale delle Marche), Massimo Mattioli, Cristina Nuñez, Maria Letizia Paiato, Sandro Pascucci, Jasmine Pignatelli, Roberto Ratti, Serena Ribaudo, Mona Lisa Tina, Saverio Verini e Stefano Verri, racconta dieci anni di stagioni espositive attraverso la penna di chi a Casa Sponge ha transitato, di chi ci è rimasto o di chi vi ha semplicemente vissuto una giornata “diversa dalle altre”. All’interno anche il racconto di a,m,o arte Marche oltre, kermesse – 1° edizione luglio 2016 – tra Pergola, Cagli, Pesaro, Fano e Senigallia, e una ricca galleria fotografica con le immagini più significative di dieci anni di attività di Casa Sponge.

Ma il decimo anno significa anche consapevolezza, significa espandersi sul territorio, aprire e far aprire altre porte, celebrare un anniversario con chi ha condiviso il percorso. Così nasce Sponge 2, con la collaborazione di Roberto Coda Zabetta che ha messo a disposizione la propria casa-studio di Loretello di Arcevia (AN) presso l’ex sede del Consorzio. Sponge 2 inaugura il 23 settembre 2017 alle ore 19. Cristina Núñez è protagonista dell’opening con una performance in collaborazione con il CAS ( Centro di Accoglienza Straordinaria ) “Alle Terrazze” - Arcevia, il cui focus è la presenza di una donna vulnerabile di mezza età. Un’artista che esprime emozioni scomode nella sua preghiera ad Apollo, dio dell’arte e dell’amore, con la frustrazione della ricerca del suo posto nel mondo dell’arte contemporanea e dell’amore.
Il 24 settembre dalle ore 12 la storica sede dell’associazione apre Casa Sponge 10. Arte e sperimentazione nel segno della collettività a cura di Serena Ribaudo, una mostra che celebra e ridiscute dieci anni di Casa Sponge, un decennio d’intense stagioni d’arte contraddistintesi nel tempo per sensibilità e vivacità d’intenti. Una mostra che vuole soprattutto concretare i principi moventi sottesi a tutto il “fare” di Sponge: la volontà di deflagrazione delle rigide maglie del sistema dell’arte contemporanea, l’esigenza di un’agorà dove gli interlocutori possano esprimersi attraverso la parola concettuale e l’atto poietico, la consapevolezza di un dialogo sincero e cristallinamente orizzontale tra artista e curatore, lo slancio all’attivismo e la coscienza del ruolo che oggi l’artista riveste.
Una prima sezione della mostra annovera alcuni degli artisti già protagonisti delle passate stagioni di Casa Sponge e che ritornano per quest’occasione in rinnovata veste: Antonio Bardino, Max Bottino, Tiziana Cera Rosco, Pierluca Cetera, Rocco Dubbini, Vincenzo Marsiglia, Roberto Paci Dalò, Francesca Romana Pinzari, Filippo Riniolo, Piero Roi, Cristina Treppo, Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi.
A questi nomi si aggiungono quelli di Jasmine Pignatelli e Giorgia Severi, consustanziale filo rosso che si dispiega verso la programmazione 2017-2018 anticipandone i contributi.

Una seconda sezione vede, invece, la presenza di alcuni artisti che, pur non essendo mai stati fisicamente con la propria opera presenti a Casa Sponge, ne condividono geneticamente i moventi, le finalità intrinseche, i presupposti artistici, antropologici, sociali, politici. Questi sono: Angelo Bellobono, Filippo Berta, Bianco-Valente, Roberto Coda Zabetta, Stefania Galegati Shines, Andrea Nacciarriti, Isabella Pers, Tiziana Pers, Giuseppe Stampone.
Un’ultima sezione è infine dedicata alla performance: quasi un hommage al padrone di casa, Giovanni Gaggia, artista e performer egli stesso, che ha fatto di Casa Sponge un ampliamento della propria visione artistica in una dimensione di compartecipazione animica ed intellettuale. Mona Lisa Tina è la protagonista di questa sezione, in dialogo con lo stesso Gaggia.

Casa Sponge decide di festeggiare il proprio decimo anniversario con la produzione, in edizione limitata, di un taccuino con la rainbow flag, simbolo di pace, armonia e libertà e adottata per la lotta per la parità dei diritti civili della popolazione GBLTQ. La rainbow flag, creata da Gilbert Baker a San Francisco nel 1978, è stata acquistata nel 2015 dal MOMA di New York.
La mostra, in collaborazione con l’azienda vinicola Tomassetti e WhyNotMerchandising TOUR& WEB STORE, sarà visitabile su appuntamento fino al 26 novembre 2017.
L'accesso a Casa Sponge e Sponge 2 è consentito solo previo tesseramento, valido per l'intera stagione in corso, al costo di 8 euro.


Titolo: Sponge 10. Arte e sperimentazione nel segno della collettività
Artisti: Antonio Bardino, Angelo Bellobono, Filippo Berta, Bianco-Valente, Max Bottino, Tiziana Cera Rosco, Pierluca Cetera, Roberto Coda Zabetta, Rocco Dubbini, Stefania Galegati Shines, Vincenzo Marsiglia, Andrea Nacciarriti, Cristina Núñez, Roberto Paci Dalò, Isabella Pers, Tiziana Pers, Jasmine Pignatelli, Francesca Romana Pinzari, Piero Roi, Filippo Riniolo, Giorgia Severi, Giuseppe Stampone, Mona Lisa Tina, Cristina Treppo, Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi
Curatore: Serena Ribaudo
Inaugurazione Sponge 2: sabato 23 settembre, ore 19
Luogo: Consorzio Loretello, Frazione Loretello, 60011 (AN)
Inaugurazione Casa Sponge: domenica 24 settembre, ore 12
Luogo: Casa Sponge, Via Mezzanotte 84 - 61045, Pergola (PU)
Partner: Azienda Agricola Tomassetti | Cantine Politi | CAS ( Centro di Accoglienza Straordinaria ) “Alle Terrazze” Arcevia | Mangiamarche | WhyNotMerchandising TOUR&WEB STORE
Periodo: 23 settembre – 26 novembre 2017
Orario: su appuntamento
Info: +39 339 4918011 | spongecomunicazione@gmail.com

pubblica: 

martedì 19 settembre 2017

Francesca Romana Pinzari. Supernatural


La mostra presenta una serie di opere inedite che traggono ispirazione da forme del mondo organico, animale e vegetale nonché minerale.

Dal 21 settembre al 20 ottobre 2017, Gilda Contemporary Art di Milano apre la propria programmazione autunnale con una personale di Francesca Romana Pinzari (Perth, 1976), dal titolo SuperNatural. L’esposizione, curata da Cristina Gilda Artese, presenta una serie di opere inedite che indagano il rapporto tra Uomo e Natura, traendo ispirazione da forme del mondo organico, animale, vegetale e minerale. L'artista ricerca e raccoglie la propria "materia prima" nell'ambiente esterno a lei caro, nei pressi della propria abitazione nella campagna romana, procedendo poi alla creazione di manufatti che conservano la loro consistenza materiale, plasmando oggetti tridimensionali in grado di evocare forme riconoscibili, proprio perché appartenenti alla cultura umana, al suo percorso fatto di stratificazione storica e sociale. La ricerca svolta da Francesca Romana Pinzari negli ultimi anni si è focalizzata anche sulla realizzazione di opere composte da crini di cavallo e capelli umani. L’utilizzo dell’elemento organico diventa per l’artista una reliquia, un elemento dalla forte valenza magica, in grado di trasferire l’immortalità fisica e non solo spirituale al soggetto raffigurato. Nei suoi lavori più recenti, sono i rami di rovo a dare forma a sculture e installazioni. L’esposizione si snoda nelle sale del piano terra con i lavori appartenenti alla serie Natura Naturans, in cui elementi naturali come arbusti spinosi e foglie intrecciate formeranno leggere sculture, e cristalli di sali e solfati simboleggeranno la mutazione della materia in un percorso di ascesi mistica. Al piano superiore della galleria s’incontrano alcuni lavori creati con capelli di donne e uomini. Si tratta di ritratti realizzati con ciocche di capelli, sotto forma di mandala che, nella tradizione religiosa buddista e induista, costituisce la rappresentazione simbolica del cosmo. Chiude idealmente la rassegna una serie di disegni realizzati con solfato di rame su impiallacciatura di legno.

Francesca Romana Pinzari è nata a Perth, (Australia) nel 1976. Vive a Roma. Lavora con video, installazione, performance, scultura e pittura. Dal 1999 espone i suoi lavori in Italia e all’estero, tra le principali mostre si citano: nel 2016 Transition of Energy nei musei di Kajaani e Kotka in Finlandia e alla Kunsthalle di Bratislava, nel 2015 Performance Nightal Museo Galeria Miejska BWA Bydgoszcz, Polonia, all’Hubei Region Art Festival in Cina, nel 2013 nella mostraNonostante tutto, Galleria Oltredimore Galleria + di Bologna, nel 2012 Catarifrangenze alla Pelanda, MACRO Testaccio Roma, al Bethanien Museum di Berlino con una project room di 24h durante la mostra Arty Party, alla mostra itinerante Sing Sweet Songs of Conviction che ha fatto tappa a Berlino, Roma, Londra, New York e Citta’ del Messico, nel 2011 allo Short Video Show rassegna di video arte Italiana a Kathmandu’ in Nepal, nel 2010 alla mostra Expectations all’Invisible Dog gallery New York, alla session di performance internazionali alla Yes Foundation in Olanda, all’ADD Festival di video arte della Provincia di Roma. Ha vinto numerosi premi tra cui: lo Special Prize Riccardo Costantini Contemporary all’Arteam Cup 2016, nel 2011 il premio Giovani Talenti del Comune di Roma e una residenza alla SVA di New York, nel 2010 è finalista al Premio Celeste e selezionata per la mostra Expectations a New York.

Accompagna la rassegna un catalogo monografico.


FRANCESCA ROMANA PINZARI. SuperNatural
Milano, Gilda Contemporary Art (via San Maurilio 14)
21 settembre - 20 ottobre 2017

Orari: dal martedì al venerdì dalle 10.30 alle 19.
Sabato dalle 10.30 alle 13 e il pomeriggio su appuntamento.

Ingresso libero

Informazioni: tel. 339.4760708;

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Marco Olianas, tel. 02 36 755 700 | marco.olianas@clponline.it | www.clponline.it

pubblica: 

sabato 16 settembre 2017

Massimiliano Tommaso Rezza. Die andere Seite


Colli independent Art Gallery presenta Die andere Seite, quinta project room con opere di Massi- miliano Tommaso Rezza, a cura di Daniela Cotimbo.

Die andere Seite è un progetto focalizzato sul prelievo e l’accumulo di immagini provenienti dalla rete, selezionate, non in funzione di una logica precostituita, ma in virtù di una volontà di deco- struzione della fotogenia. Assecondando il concetto di frame, l’artista estrapola le immagini dal proprio contesto di produzione e ne mette in discussione la natura documentaria.

Si tratta, nella maggior parte dei casi, di serie di fotogrammi attraverso cui Rezza interroga il me- dium fotografico, prediligendo la forma aperta e indefinita a quella narrativa. All’interno di questo archivio, costituito da più di 1500 immagini, sono presenti circa 30 fotogrammi prelevati da video personali di Eva Braun in cui sono ripresi momenti di vita privata di Adolf Hitler. Queste immagini vengono assorbite dal flusso magmatico dell’archivio e perdono il loro carattere disturbante. Il Führer non è immediatamente riconoscibile e diventa solo una figura umana tra molte altre. “Tutto il lavoro è una traduzione di un'esperienza onirica o di un’allucinazione dove le immagini sembra- no avere la stessa qualità o natura; non importa quale sia la loro origine. Le fotografie di Hitler sono un Cavallo di Troia trascinato all'interno delle mura della nostra città.” Così l’artista riassume la natura dell’archivio, trovando nel titolo, omonimo richiamo al romanzo di Alfred Kubin del 1908, un’immagine liquida del passaggio tra sogno e realtà, da una dimensione razionale ad una pura- mente sensibile. In mostra una serie di oggetti-libro racchiudono la complessità dell’archivio pur non offrendo mai una visione unica d’insieme e alcune stampe Fine art di grande formato che in- dagano la natura ambigua del frammento web. 




Massimiliano Tommaso Rezza. Die andere Seite 
a cura di Daniela Cotimbo
opening: venerdì 22 settembre ore 18.00
22 settembre / 28 ottobre 2017


COLLI independent art gallery
Via di Monserrato, 40 00186, Roma, Italy 
tel. 0039 066869673
mob. 334 7124065 / 349 5240942 
info@colli-independent.com

venerdì 15 settembre 2017

Eglė Budvytytė | Tra ciglia e pensiero



AlbumArte presenta:
Eglė Budvytytė | Tra ciglia e pensiero
a cura di Benedetta Carpi de Resmini

AlbumArte | Via Flaminia 122, 00196 Roma

Inaugurazione: lunedì 18 settembre 2017 ore 18.30
Apertura al pubblico: 19 settembre – 11 novembre 2017

AlbumArte inaugura lunedì 18 settembre 2017 alle ore 18.30 la mostra Tra ciglia e pensiero dell’artista lituana Eglė Budvytytė che espone per la prima volta in Italia una selezione delle sue opere video.
La mostra, che rimarrà aperta fino all’11 novembre 2017, è curata da Benedetta Carpi De Resmini e si impernia su scenari e contesti inusuali posti accanto a elementi quotidiani, dicotomie strutturali alle opere della giovane artista. Eglė Budvytytė crea all’interno delle sue opere dei cortocircuiti tra realtà e finzione, aprendo questioni sul ruolo del soggetto rispetto a una riflessione sociale in senso più ampio.
In mostra una selezione di opere video che riflettono sul tempo economico e sociale che scandisce gli spostamenti, i ritmi della vita quotidiana, andando a creare vuoti momentanei in cui l’immaginazione prende il sopravvento.
Il percorso narrativo si apre con Secta (2006) che fa da contrappunto all’universo immaginario di Magicians (2011), mentre il movimento incontrollato del corpo dei bambini di Shaking Children (2013) si collega alle rigide disposizioni di As if you are catching a bomb (2013) – opere video entrambe nate dalla collaborazione con Bart Groenendaal – le quali guidano le azioni di un uomo.
In uno scenario mondiale basato sempre di più sulla cyber intelligence, in cui i conflitti sia economici che sociali sembrano governati dal potere virtuale della rete, l’opera dell’artista si pone come naturale reazione di denuncia alla società contemporanea. Gruppi o realtà individuali sfidano le convenzioni, condotti alcune volte da una voce fuori campo, come un deus ex machina, che racconta o li conduce a contrapporsi alle regole imposte.
Il corpo diventa per l’artista lo strumento per sfidare i comportamenti codificati, per ricordare a tutti che il potenziale di ognuno risiede nella fantasia, unico mezzo per raggiungere, con velocità e traiettorie differenti da uomo a uomo, lo stesso obiettivo: la libertà. In occasione della mostra sono previsti eventi collaterali che riflettono sulle dinamiche affrontate.

Eglė Budvytytė (Lituania, 1981) vive attualmente tra Vilnius e Amsterdam. Realizza video e performance al fine di esplorare la relazione che intercorre tra corpo, architettura, ambiente e pubblico. Partendo da coreografie di diversi performer – al fine di rappresentare gesti che possono apparire spesso contraddittori rispetto al contesto in cui si sviluppano – l’artista guarda alla capacità del corpo di sfidare i comportamenti convenzionali e le narrazioni normative implicite all’interno degli spazi pubblici. I suoi lavori sono stati esposti a Liste, Basel; Art Dubai commissions 2017, la 19° Biennale di Sidney, De Appel Arts Centre, CAC di Vilnius e lo Stedeljik Museum di Amsterdam. Eglė è stata artista residente presso Le Pavillon, Palais de Tokyo (Parigi, 2012) e Wiels, Contemporary art centre, (Brussels, 2013).

Il progetto ha ricevuto il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Municipio II di Roma Capitale, ed è stato realizzato con il supporto del Lithuanian Council for Culture, in collaborazione con Postidėja. Si ringrazia IRI REAL ESTATE | Istituto Regionale Immobiliare. Un ringraziamento a Casale del Giglio per la degustazione dei vini. Si ringrazia inoltre Julija Reklaitė, addetto culturale della Repubblica di Lituania in Italia.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
www.albumarte.org info@albumarte.org T/F +39 063243882
Orari di apertura della mostra: dal martedì al sabato ore 15.00-19.00




*English below
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AlbumArte presents:
Egle Budvytyte | Long Time Between the Eyelash and the Brain
Curated by Benedetta Carpi De Resmini

AlbumArte | Via Flaminia 122, 00196 Rome

Opening reception on Monday, September 18, 2017 at 6:30pm
Open to the public from September 19 to November 11, 2017

On Monday, 18th September 2017, at 6:30 pm, AlbumArte inaugurates the exhibition Long Time Between the Eyelash and the Brain by Lithuanian artist Eglė Budvytytė, who presents a selection of her video art pieces for the first time in Italy.
The show will stay open until 11th November 2017; it is curated by Benedetta Carpi De Resmini and focuses on uncommon situations and contexts juxtaposed to more ordinary and mundane elements, resulting in structural dichotomies and contrasts. In her work, Eglė Budvytytė produces short circuits between reality and fiction, opening up questions on the role of the subject in relation to wider reflections on collective society.
The selection of video art works chosen for the exhibition examines the economic and social time that marks the rhythms of the everyday life, creating momentary voids where imagination takes over.
At the start of the exhibition path, Secta (2006) stands as a counterpoint to the imaginary universe of Magicians (2011), whilst the reckless body movement of children in Shaking Children (2013) connects to the strict regulations that drive the man’s actions in As if you are catching a bomb (2013), both created in collaboration with Bart Groenendaal.
The artist’s work poses itself as a natural reaction against contemporary society, in a world scenario that is more and more governed by cyber intelligence, where social and economic conflicts are ruled by the power of virtual networks. As driven by external inputs, by some deus ex machina, collectives and individual realities challenge conventions and operates contrary to the rules imposed.
The body becomes an instrument to contest systematic behaviors, to remind everyone that our strength resides in imagination. With different times and trajectories, each of us could achieve the shared goal, that is, freedom.
During the time of the exhibition, additional events will be organized to reflect on such issues.

Eglė Budvytytė (1981) is an artist based in Vilnius and Amsterdam. She makes videos performance situations to explore the relationships between body, architecture, environment and audience. By choreographing performers to enact gestures that can often seem contradictory to their surroundings, uncannily out of context and sometimes filled with a sense of emergency, she looks at the body’s ability to challenge conventions of conduct and the narratives of normativity implicit in public spaces. Her work was shown amongst others at Liste art fair in Basel, Art Dubai commissions 2017, 19th Biennale of Sydney, De Appel Arts Centre, CAC in Vilnius, and Stedeljik Museum in Amsterdam. Egle was resident at Le Pavillon, Palais de Tokyo (Paris, FR, 2012) and at Wiels, Contemporary art centre, (Brussels, BE, 2013).

The project has received the patronage of the Assessorato alla Cultura del Municipio II (Department for Culture of the 2nd Municipality) of Roma Capitale. It was developed with the support of the Lithuanian Council for Culture, in collaboration with Postidėja. Thanks to IRI REAL ESTATE. In addition, we wish to thank Casale del Giglio for the wine tasting.
AlbumArte whishes also to thank Julija Reklaite, cultural attaché of the Republic of Lithuania.

FOR ADDITIONAL INFORMATION:
AlbumArte | Via Flaminia 122, 00196 Rome
www.albumarte.org info@albumarte.org +39 063243882
Exhibition Opening Hours: Tuesday – Saturday 3:00-7:00pm

VETTOR PISANI


La Galleria Cardi di Milano, in collaborazione con la Fondazione Morra di Napoli, è lieta di presentare un’importante mostra antologica di Vettor Pisani con opere dagli anni ‘70 agli anni 2000. La mostra è a cura di Piero Tomassoni, con un saggio in catalogo di Achille Bonito Oliva.

Maestro che sfugge agli abituali criteri di classificazione della storiografia dell’arte contemporanea, e che travalica i limiti temporali e poetici degli anni ‘70, Vettor Pisani (Bari, 1934 - Roma, 2011) si definiva architetto, pittore e commediografo.

In mostra a Milano dal 19 settembre al 21 dicembre 2017
Inaugurazione: lunedì 18 settembre, ore 19

Cardi Gallery
Corso di Porta Nuova 38
20121 Milan
t. (+39) 02-45478189


INFO:
Tuesday, 19 September to Thursday, 21 December 2017
Opening: Monday, 18 September, 7-9pm
Monday through Friday, 10am – 7pm. Saturday by appointment


PRESS CONTACTS: