domenica 29 giugno 2025

SOPRALUCE di Gianfranco Basso e Elio Castellana

Elio Castellana, Fake Error Landscape


Due artisti salentini, entrambi con solide esperienze artistiche alle spalle e una poetica coerente e stratificata, si incontrano nella mostra SOPRALUCE per dare vita a un dialogo visivo che attraversa la materia del tempo, della memoria e della percezione. Gianfranco Basso e Elio Castellana propongono un’esposizione in cui due linguaggi autonomi si fondono in un gesto condiviso, accomunati da un’idea di stratificazione che si manifesta nei modi più diversi: ottico, emotivo, simbolico.

Il termine 'Sopraluce', mutuato dal lessico dell’architettura, indica un’apertura vetrata posta al di sopra di una porta o parete, atta a permettere il passaggio della luce tra ambienti separati. Metaforicamente, diventa qui la soglia attraverso cui i mondi visivi e simbolici dei due artisti si rifrangono e si compenetrano. Sopraluce è ciò che connette e filtra, ciò che separa ma illumina, una zona di passaggio fragile e luminosa tra oggetto e paesaggio, carta e filo, trauma e rigenerazione.

Gianfranco Basso, con Ricamo su carta, porta avanti una riflessione sul ricamo come gesto simbolico, linguaggio visivo e atto di cura. Le sue opere nascono dall’interazione fra carta e filo: antichi atlanti, pagine di libri, cartamodelli familiari, diventano la base per un processo di ri-significazione. Il filo traccia nuove narrazioni, interrompe il flusso lineare della lettura e genera nuove mappe emotive e politiche. Il lavoro di Basso è un’operazione sul tempo: strappa, cuce, rivela e vela, trasforma l’archivio in sogno e costruisce un lessico visivo intimo e stratificato. Opere come Il mistero delle cose o Peace Piece sono esempi paradigmatici di questa poetica, in cui si uniscono rigore formale, memoria privata e tensione civile.

Elio Castellana, con Fake Error Landscapes, elabora un’indagine raffinata sul tema dell’errore fotografico. A partire da ciò che normalmente verrebbe scartato — sfocature, invasioni di campo, oggetti fuori posto — Castellana costruisce un linguaggio visivo originale e ipnotico. L’errore diventa segno della rottura, della perdita, della morte, ma anche innesco per una nuova costruzione di senso. In questa serie, nata dopo la scomparsa della madre, l’artista mette in atto un processo di rinascita attraverso la collaborazione con il padre e il paesaggio familiare del Salento. Le immagini, potenti nella loro ambiguità visiva, agiscono come epifanie sospese. La teoria dell’errore come strumento critico diventa qui strumento poetico.

SOPRALUCE non è soltanto un titolo, ma un metodo espositivo, una postura poetica: la luce filtrata come metafora di un incontro artistico in cui ogni opera è soglia, ogni immagine è apertura, ogni segno è passaggio. Insieme, Basso e Castellana generano un campo di visione in cui errori, ricami, interruzioni e velature si fondono in una geografia emozionale condivisa e potente. In mostra, queste due poetiche si rispecchiano e si sfidano. Sopraluce è il nome dato a questa intersezione: uno spazio di attraversamento dove immagine e materia, parola e gesto, luce e oggetto, trovano nuove possibilità di coesistenza. Una soglia luminosa tra due mondi che non vogliono fondersi, ma piuttosto restare in tensione creativa, come due stanze separate ma unite da una stessa luce.

SOPRALUCE
Visioni filtrate, memorie ricamate
Doppia personale di Gianfranco Basso e Elio Castellana
2 – 27 luglio 2025

Stills of Peace and Everyday Life – Edizione XII​ ITALIA E COLOMBIA IN DIALOGO SUL ‘GLOBAL FUTURE’


Dal 5 luglio al 7 settembre 2025, ad Atri e a Pescara, la Fondazione ARIA presenta la dodicesima edizione della rassegna internazionale dedicata all'arte e alla cultura contemporanea, in collaborazione con il Comune di Atri e il Comune di Pescara. Attraverso Stills of PEACE, la Fondazione ARIA continua a promuovere il dialogo tra culture attivato dal linguaggio dell’arte contemporanea, che prende forma in mostre, performance, incontri ed eventi culturali. 

Nel 2025, la rassegna si concentra sul tema del GLOBAL FUTURE, con la Colombia come paese ospite. 
Un dialogo che attraversa tre sedi espositive selezionate, ponendo al centro il tema della salvaguardia delle risorse vitali del pianeta come condizione necessaria per garantire un futuro equo e condiviso. In un’epoca segnata da profonde trasformazioni ambientali e sociali, la Colombia – simbolo mondiale della biodiversità – diventa emblema e luogo d’ispirazione per un confronto artistico urgente e necessario. 

L’inaugurazione della rassegna avverrà nel corso della consueta Ma.Co. / Maratona del Contemporaneo, tre giorni di eventi tra Atri e Pescara

Sabato 5 luglio, ore 18.00, presso il Cortile di Palazzo Acquaviva di Atri, interverranno il Presidente della Fondazione Aria Giulio Caso, il Sindaco di Atri, la Direttrice Artistica della Fondazione Giovanna Dello Iacono, il team dei curatori, insieme agli artisti invitati e agli ospiti istituzionali. In questa occasione saranno inaugurate le due mostre presso le Cisterne e Sale di Palazzo Acquaviva: Global Future, a cura di Giovanna Dello Iacono e Maria Letizia Paiato, con le opere di Lorenzo Aceto, Aycoobo, Chiara Calore, Rudy Cremonini, Federica Giulianini, Pietro Moretti, Matteo Montani, Mariangela Levita, Luz Lizarazo, Giovanni Paolo Randazzo Mora, Alejandro Sánchez Suárez, María Alejandra Torres e Generazione dalla luce, a cura di Antonio Zimarino e Marta Michelacci con le opere di Juan Eugenio Ochoa, Mozzarella Light, Paolo Scirpa, Natalia Triviño Lozano. 

Domenica 6 luglio, alle ore 18.00, la Maratona si sposterà a Pescara presso lo spazio s.l.m.00 zerozerosullivellodelmare per l’inaugurazione della mostra Forgotten People, a cura di Paolo Dell’Elce con le fotografie di Luz Elena Castro, seguita dall’inaugurazione della mostra collettiva Stills of Peace for Young a cura di Cecilia Buccioni, Giovanna Dello Iacono e Maria Letizia Paiato, con protagonisti Daniele Di Girolamo, McManu Espinosa, Martina Marini Misterioso e Lalula Vivenzi, presso lo spazio YAG/Garage di Pescara. 

Lunedì 7 luglio, sempre ad Atri, alle ore 18.00 nel Cortile di Palazzo Acquaviva, prenderà il via il primo appuntamento di Stills Story, un ciclo di incontri letterari a cura di Giuliana De Petris; a seguire dalle ore 21 l’inaugurazione della rassegna cinematografica CINE COLOMBIA, a cura di P. Federico Ibargüen Ruiz, con proiezioni in lingua originale sottotitolate in italiano, in collaborazione con l’Ambasciata di Colombia in Italia. 

L’edizione 2025 rappresenta il secondo capitolo del progetto triennale della Fondazione ARIA, dedicato all’approfondimento dell’arte contemporanea latinoamericana (Messico – 2024, Colombia – 2025), con l’obiettivo di valorizzare temi comuni alle società dell’America Latina contemporanea e all’arte che vi nasce. L’edizione passata, dedicata al Messico, ha visto la partecipazione di oltre 10.000 visitatori e la collaborazione di importanti istituzioni italiane e internazionali. Anche per l’edizione 2025, il progetto gode del Patrocinio dell’Ambasciata della Colombia in Italia, dell’alto patrocinio della Regione  Abruzzo, del Consiglio Regionale, dei Comuni di Atri e Pescara, dell’Instituto Cervantes di Roma, del Centro per il Libro e la Lettura (CEPELL), della Società Dante Alighieri e dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. La rassegna intende rafforzare i legami tra Italia e Colombia e trasmettere un messaggio universale: l’arte come strumento di pace, consapevolezza e coesione tra culture e generazioni diverse. 

Vi aspettiamo alla Ma.Co. / Maratona del Contemporaneo:
5 luglio ore 18.00 / Cortile di Palazzo Acquaviva – Atri​

Inaugurazione mostre Global Future e Generazione dalla luce
6 luglio ore 18.00 / s.l.m.00 – zerozerosullivellodelmare, Via dei Marrucini 19 – Pescara​

Inaugurazione mostra fotografica Forgotten People​
a seguire: Galleria YAG/Garage, Via Caravaggio 125 - Pescara ​

Inaugurazione mostra Stills of Peace for Young
7 luglio ore 18.30 / Cortile di Palazzo Acquaviva – Atri​

Inaugurazione ciclo di incontri letterari Stills Story​
ore 21.00 Inaugurazione rassegna cinematografica Cine Colombia

ORARI MOSTRE – ATRI​
10.00 – 12.00 / 16.30 – 19.30 / 21.00 – 23.00 (tutti i giorni)

ORARI MOSTRE – PESCARA​
18.00 – 21.00 (dal martedì al sabato)

Programma completo e dettagli: www.stillsofpeace.com
Press Kit: https://www.stillsofpeace.com/press/
UFFICIO STAMPA: press@delloiaconocomunica.com | delloiaconocomunica.com


 
Luz Lizarazo, Mi cuerpo dice la verdad (My Body Speaks the Truth), 2023, photo credit Niko Jacob
Paolo Scirpa, Espansione e traslazione, 1984, photo credit Archivio Paolo Scirpa

 
Luz Elena Castro, Desalojos en Guayaquil, Medellin, photo credit Luz Elena Castro
Lalula Vivenzi, Woman Power | Maria Lai, 2025, photo credit © Marianne Sin-Pfaltzer, Archivio Ilisso




 

venerdì 27 giugno 2025

Elliott Erwitt | Icons


Dal 28 giugno al 21 settembre 2025, Palazzo Bonaparte accoglie lo sguardo più ironico e disarmante della fotografia del Novecento: Elliott ErwittUn’esposizione che è molto più di una mostra: è un invito a osservare il mondo con leggerezza, empatia e meraviglia.

Un evento imperdibile, che racconta – attraverso oltre 80 scatti iconici – la lunga e brillante carriera di un artista capace di cogliere l’anima del Novecento e di trasformare attimi ordinari in immagini indimenticabili, con uno sguardo profondamente umano ma sempre sorprendente.

In mostra a Roma icone di un’epoca, di un modo di guardare il mondo con leggerezza e intelligenza. “Icons” perché ogni scatto di Erwitt è diventato un simbolo, della sua poetica e della nostra stessa memoria collettiva. Erwitt non è solo un fotografo: è il cantore della commedia umana, l’infallibile testimone delle piccole e grandi assurdità della vita, che sa raccontare con un’ironia disarmante, una poesia sottile e una grazia senza tempo. Le sue immagini – celebri, indimenticabili, spesso folgoranti – riescono a essere al tempo stesso leggere e profonde, intime e universali. Sono scatti che fanno sorridere, riflettere, emozionare. Elliott Erwitt è stato – ed è – un protagonista assoluto della cultura visiva del nostro tempo. Le sue immagini, i suoi libri, i reportage, le illustrazioni e le campagne pubblicitarie hanno attraversato i decenni, apparendo su testate internazionali e influenzando generazioni di fotografi e artisti. Questa mostra è un viaggio attraverso la sua opera e insieme un invito a guardare il mondo con occhi nuovi: con leggerezza, con empatia, con meraviglia. Membro dal 1953 della storica agenzia Magnum – fondata tra gli altri da Henri Cartier-Bresson e Robert Capa – Erwitt ha raccontato con piglio giornalistico gli ultimi sessant’anni di storia e di civiltà contemporanea, cogliendo gli aspetti più drammatici ma anche quelli più divertenti della vita che è passata di fronte al suo obiettivo.

“Nei momenti più tristi e invernali della vita, quando una nube ti avvolge da settimane, improvvisamente la visione di qualcosa di meraviglioso può cambiare l’aspetto delle cose, il tuo stato d’animo. Il tipo di fotografia che piace a me, quella in cui viene colto l’istante, è molto simile a questo squarcio nelle nuvole. In un lampo, una foto meravigliosa sembra uscire fuori dal nulla”.
Con queste parole Erwitt sintetizza lo spirito e la poetica con cui filtra la realtà, la rappresenta con la sua maestria, cogliendone gli aspetti a volte giocosi, a volte irriverenti o quasi surreali, che ne fanno un maestro indiscusso della commedia umana.

Curata da Biba Giacchetti, una delle massime conoscitrici di Erwitt a livello internazionale, con l’assistenza tecnica di Gabriele Accornero, Elliott Erwitt. Icons è uno spaccato della storia e del costume, un percorso sintetico e completo della sua genialità, del suo sguardo sul mondo, dai suoi cani antropomorfi ai potenti della terra, dalle grandi star del cinema, una su tutte Marilyn, ai suoi bambini. Ma è anche un omaggio all’uomo che, con uno sguardo gentile e disincantato, ha saputo raccontare il mondo per quello che è: tragicomico, tenero, assurdo, irripetibile.

Nel percorso espositivo si incontrano i famosi ritratti di Marilyn Monroe, di Che Guevara, di Kerouac, di Marlene Dietrich, Fidel Castro, Sophia Loren, Arnold Schwarzenegger e fotografie che hanno fatto la storia, come il diverbio tra Nixon e Krusciov, il funerale di Kennedy, il grande match tra Frazier e Alì, così come le icone più amate dal pubblico per la loro forza romantica, come il California Kiss, o quelle più intime e private, come lo scatto della sua primogenita neonata, osservata sul letto dalla mamma. Su tutte, Erwitt posa uno sguardo incisivo e al tempo stesso pieno di empatia, dal quale emerge non soltanto l’ironia del vivere quotidiano, ma anche la sua complessità. Con lo stesso atteggiamento, d’altra parte, Erwitt riserva la sua attenzione a qualsiasi altro soggetto, portando all’estremo la qualità democratica che è tipica del suo mezzo. Il suo immaginario è infatti popolato in prevalenza da persone comuni, uomini e donne, colte nel mezzo della normalità delle loro vite. Dai ritratti di personaggi famosi alle immagini più ironiche e talvolta irriverenti, si passa ad alcuni autoritratti dove Erwitt non lascia più niente al caso o all’intuizione, ma costruisce un altro da sé, dove l’eccentricità fine a se stessa è metafora e puro divertimento surreale. Una particolare attenzione poi è destinata ai cani, di cui Erwitt apprezzava l’atteggiamento irriverente, libero e svincolato dalle comuni regole che condizionano gli esseri umani.
Moltissimi sono gli scatti “dal punto di vista dei cani”, lasciando comparire nelle sue composizioni solo le scarpe o una parte delle gambe dei loro padroni. Erwitt voleva che queste fotografie risultassero buffe e per questo metteva in atto ingegnose strategie, come suonare una trombetta o emettere una specie di latrato, per ottenere dagli animali una reazione il più naturale possibile.

L’esposizione – visitabile fino al 21 settembre – segna, dopo il recente grande successo della retrospettiva di Edvard Munch, l’apertura della stagione espositiva estiva di Palazzo Bonaparte, e rende omaggio a uno dei maestri più amati della fotografia mondiale. I visitatori avranno l’occasione di ripercorrere il suo sguardo sul mondo: surreale, romantico, giocoso, sempre capace di cogliere l’essenza delle cose.

La mostra Elliott Erwitt. Icons, è prodotta e organizzata da Arthemisia, in collaborazione con Orion57 e Bridgeconsultingpro. Main partner della mostra la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale con Fondazione Cultura e Arte e Poema.

La mostra vede come special partner Ricola, mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale e sponsor tecnico Ferrari Trento.

***

Elliott Erwitt
Icons

Palazzo Bonaparte, Roma
dal 28 giugno al 21 settembre 2025

INFORMAZIONI
Orario apertura
Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00
(la biglietteria chiude alle ore 19.00)

Aperture straordinarie
Venerdì 15 agosto dalle ore 10.00 alle ore 20.00
(la biglietteria chiude alle ore 19.00)

mercoledì 25 giugno 2025

VERSUS LIMEN soglie, tensioni, attraversamenti di Maria Grazia Carriero

 


Il 27 giugno alle ore 19.00, presso la Galleria 32 di Carovigno (Br), si inaugura “Versus Limen, soglie, tensioni, attraversamenti”, personale dell’artista Maria Grazia Carriero a cura di Giuliana Schiavone. 

L’esposizione riunisce per la prima volta tre nuclei di ricerca – Versus, Limen e Skin – intrecciando video, fotografie, installazioni e pitture su carta in un unico attraversamento che l’artista dedica alle soglie fra corpo, rito e paesaggio. In Versus un corteo femminile, ripreso tra i calanchi lucani, distende lunghi teli neri sulle fenditure della terra, guidato e ispirato dalle lamentazioni funebri e dai canti di tradizione orale raccolti da Ernesto De Martino nel Meridione. Qui il dolore è lutto e riparazione, connette e lascia andare. Limen dispone oggetti votivi e pitture materiche realizzate con terra, tuorlo e aceto, evocando gestualità magico-protettive legate alla dea ctonia Angizia intrecciando gesto performativo e segno pittorico. Skin volge lo sguardo all’epidermide, trasformando teloni agricoli lacerati in alfabeti visivi che inscrivono il territorio nella pelle della materia. Le opere generano un campo di tensioni in cui gesto, suono e sostanza si amplificano vicendevolmente, spostando lo spettatore fra distanza contemplativa e immer­sione sensoriale. 

Versus Limen si presenta come geografia dell’attesa: approdo di terra e di corpi dove il rito torna pratica vigile di cura e intercessione, sprigionando la propria forza trasfor­mativa lungo la faglia che unisce visibile e invisibile. Le fratture restano aperte, pulsano fertili, tengono insieme radice e deriva, rigenerando senza sosta lo spazio dell’opera. Così la mostra, nata fra Basilicata e Puglia e nutrita di tradizioni popolari e studi etnoantropologici condotti sull’area mediterranea, invita a ripensare il rapporto fra memoria e presente, fra archivi del gesto femminile e urgenza contemporanea di nuove forme di relazione con la terra. La mostra sarà visitabile dal 27 giugno sino al 29 agosto, tutti i giorni nei seguenti orari: 11.00/13.00 e 17.00/20.00. 


VERSUS LIMEN 
soglie, tensioni, attraversamenti 
Mostra personale di Maria Grazia Carriero 
a cura di Giuliana Schiavone 
dal 27 giugno al 29 agosto 

Galleria 32 –Carovigno (Br) 
Via Vittorio Veneto 32 
Opening: 27 giugno 2025 ore 19.00 

DADAMAINO. SEGNI, GRAFIE, SPAZI

il Movimento delle Cose, 1993 cm.1300x122_Courtesy Archivio Dadamaino


Il MUSMA – Museo della Scultura Contemporanea di Matera è lieto di presentare la mostra Dadamaino. Segni, grafie, spazi, a cura di Flaminio Gualdoni, che sarà inaugurata sabato 5 luglio 2025 alle ore 18:30 negli spazi suggestivi di Palazzo Pomarici, nel cuore dei Sassi di Matera.

La mostra propone una significativa selezione di opere realizzate tra il 1975 e il 1996 da Dadamaino (pseudonimo di Edoarda Emilia Maino, 1930–2004), figura centrale dell’arte visiva del Novecento italiano e internazionale. Provenienti in gran parte dall’Archivio Dadamaino, le opere in mostra includono anche alcuni lavori inediti in ceramica realizzati a Matera negli anni Settanta, presso la bottega del maestro ceramista Giuseppe Mitarotonda.

Tra i nuclei principali in esposizione figurano le serie:Inconscio razionale (1978)
I fatti della vita (1978–1982)
Costellazioni (1981–1987)
Il movimento delle cose (1987–1996)

“Nel percorso espositivo emergono con forza la radicalità e la coerenza del linguaggio di Dadamaino, che – come spiega il curatore Flaminio Gualdoni, storico dell’arte e profondo conoscitore dell’artista – dichiara come il suo intento maggiore fosse la sorta di purificazione assoluta del segno nello spazio: un segno che dichiari solo se stesso, la propria fisiologia, la propria autonoma capacità di senso.”

Un legame profondo unisce l’artista milanese alla città di Matera, già al centro, nel 1978, di una straordinaria stagione artistica che vide protagonisti artisti come Pietro Consagra, impegnati nel promuovere la salvaguardia culturale dei Sassi. Lo ricorda Simona Spinella, curatrice del MUSMA: “L’installazione I fatti della vita, per data, modalità di esplorazione e uso dello spazio come linguaggio, ci riporta proprio all’azione di Consagra. Anche lui usa la parola per denunciare, scrivendo la celebre Lettera ai materani, in cui invita a costituire un Fronte dell’Arte per salvare i Sassi. Il fronte fu costituito il 20 ottobre 1978. Tra i firmatari, oltre a Consagra, anche Dadamaino, Bonalumi, Carmi, Castellani, Dorazio, Franchina, Nigro, Perilli, Pozzati, Rotella, Santomaso e Turcato.”

In mostra saranno esposte tre opere in ceramica – due terraglie e il piatto “Fronte dell’Arte” – prodotte nella bottega di Mitarotonda: testimonianza della sperimentazione e della versatilità tecnica di Dadamaino.

Fernando Colombo e Nicoletta Saporiti, direttori dell’Archivio Dadamaino, sottolineano l’importanza della scoperta: “Come Archivio ci è particolarmente gradita la possibilità offertaci dal MUSMA di esporre il ciclo di opere realizzate da Dadamaino a partire dal 1975. Opere meno conosciute e tuttavia particolarmente originali. Ancor più gradito è aver scoperto, novità assoluta per l'Archivio, la presenza nel 1975 di Dada accompagnata da Andrea Cascella, a Matera presso la bottega del maestro ceramista Giuseppe Mitarotonda. Di questa visita rimangono tre opere che saranno presentate nella prossima mostra presso il MUSMA.”

La mostra sarà visitabile fino al 5 ottobre 2025, orari apertura: dal lunedì alla Domenica dalle ore 10.00 alla 20.00. Inaugurazione ad INGRESSO GRATUITO

***

Contatti per la stampa: UFFICIO STAMPA RP/Press
E. press@rp-press.it | Marcella Russo M. +39 349 3999037

SCHEDA TECNICA
TITOLO: DADAMAINO. SEGNI, GRAFIE, SPAZI
ARTISTA : Dadamaino
A CURA DI: Flaminio Gualdoni
INAUGURAZIONE ad INGRESSO GRATUITO: 5 luglio h 18:30
DATE: 5 luglio – 5 ottobre 2025
DOVE: Palazzo Pomarici (MUSMA), Via San Giacomo, Sasso Caveoso – Matera
ORARI APERTURA: Lun/Dom 10 - 20
PROMOSSO DA: Musma
IN COLLABORAZIONE CON: Archivio Dadamaino, Mirad’or Galleria d’arti
CON IL PATROCINIO: Comune di Matera, Fondazione Zetema
INFORMAZIONI: T. 3669357768 – 3883473702 - E: info@musma.it
UFFICIO STAMPA: RP/press | Marcella Russo
M. +39 349 3999037 | E: press@rp-press.it | www.rp-press.it





martedì 24 giugno 2025

Matteo Costanzo | American Drumpf


Il TOMAV EXPERIENCE - Torre di Moresco Centro Arti Visive, in collaborazione con Ipsumars inaugura sabato 28 giugno 2025, ore 18:00, la personale di Matteo CostanzoAmerican Drumpf” negli spazi della Torre di Moresco (FM).

Matteo Costanzo (Roma, 1985) torna al Tomav di Moresco - del 2022 e' la sua personale "Nessuno e' padre ad un altro" a cura di L. Madaro - con un progetto rimodulato e implementato ad hoc per gli spazi della torre. La mostra dal titolo "American Drumpf" a cura di Barbara Caterbetti - lavoro gia' presentato, ma nella versione piu' "compressa", come evento collaterale della fiera PaviArt 2025 - dara' vita con sticker_painting, video loop, installazioni ad una sorta di incursione corsara tra le icone e i simboli americani colpiti da una crisi così profonda da rimettere in discussione i nostri modelli di vita, di progresso e di democrazia.

In questo periodo di forte inquietudine l'arte, per Costanzo, può essere il campo di battaglia per riflettere su nuove possibili direzioni che apportino quei radicali cambiamenti in grado di minare uno status quo al tramonto. 


MATTEO COSTANZO|AMERICAN DRUMPF
«Sono io il fottuto presidente, portatemi a Capitol Hill.», «È che io ti ho dato il potere di mostrarti duro, e non credo che lo saresti senza gli Stati Uniti.», queste frasi sono state pronunciate da Donald Trump durante l’assalto a Capitol Hill e il suo incontro con Zelensky. Ci aveva avvertito George Orwell: «Il partito ti spinge a negare ciò che i tuoi occhi vedono e le tue orecchie sentono.» Solo che il partito oggi non ha bisogno di imporre nulla: il caos si impone da solo. Tale insensatezza, che si cela dietro la maschera sorridente della democrazia, mostra la faccia brutta e reale del capitalismo americano e del suo primogenito, l’Imperialismo. È l’American Drumpf, termine coniato dagli avversari di Trump, riferendosi al cognome originario della sua famiglia, prima dell’arrivo a New York dalla Renania, giocando per consonanza con la parola tedesca trumpf, che in italiano può essere tradotta con carta da briscola, paragonando la corsa alla nomination di Donald al cosiddetto gioco delle tre carte: un trucco, una menzogna, l'illusione di una libertà indotta dalla manipolazione del prestigiatore.

Là dove il linguaggio fallisce e il potere si aggroviglia in automatismi e istruzioni vacue, si apre la crepa da cui prende avvio il primo atto discendente di Matteo Costanzo: l’installazione epicfail [ground control] attinge dalla ballata fantascientifica Space Oddity di David Bowie, lanciata pochi giorni prima dell’allunaggio dell’Apollo 11. «Ground Control to Major Tom. Ground Control to Major Tom. Take your protein pills and put your helmet on.» Il centro di comando tenta di comunicare con Major Tom, ma l’astronauta esce dalla capsula, stacca il contatto con la Terra e, come il computer HAL 9000 di 2001: Odissea nello spazio, diserta la sua missione scegliendo di disconnettersi dall’ipercomplessità della Terra. Nell’opera di Matteo Costanzo, il fallimento è già consumato e il potere balbetta slogan, non emette più direttive e si dissolve nel codice del cartello posto sulla parete che si camuffa da istruzione, tradendo ogni logica informativa. A terra, in questa zona liminale, sono disposte stampe raffiguranti momenti grotteschi della politica statunitense, alla mercé del calpestio del flusso degli spettatori, mentre dall’alto fa capolino Skeletor: mascella serrata, orbite vuote, action figure intrappolata nella punta dell’installazione-scultura self_redemption [soft power], un blob corrosivo, in poliuretano espanso, che, come una ferita, si infiltra verticalmente nel corpo architettonico della torre, incarnando visivamente la retorica pervasiva, soffice e capillare di un potere che non impone, ma seduce e si traveste da scelta.
Ma Skeletor qui non è solo un feticcio pop, l’artista lo assume come autoritratto paradossale: il villain teatrale e caricaturale della serie He-Man, nato per rappresentare il male assoluto, non è né eroe né martire, ma simbolo precario e sincero, goffamente in fuga dalla massa ideologica imperante. L’opera diventa così un gesto plastico, co-protagonista spettacolare, una trappola visiva in cui tutto resta impigliato, proprio come le forme del pensiero contemporaneo, che tentano di emergere da un magma simbolico amorfo. 
Fluttuando tra i livelli della torre, ci accolgono i Not_Act, video in loop dell’assalto a Capitol Hill e dell’incontro tra Zelensky e Trump. L'atto, per sua natura destinato a compiersi, viene sospeso in un limbo atemporale, ritornando indietro in slow motion nel momento esatto in cui dovrebbe svolgersi, creando una spirale di desiderio mai appagato, un’ipnosi in costante oscillazione tra il volere e il non potere. Matteo Costanzo crea la scenografia del circolo vizioso della disforia di un’epoca intera, una geografia del disastro s-composta a parete dagli sticker_painting #010 [california dreamin'], dove, con forza euristica, si esibisce la tempesta perfetta del totalitarismo soft nel Trumpoceano, governato da armi di distrazione di massa: immagini patinate di un consumismo rivoltante e di una perfezione di corpi utopica, di fake news, di iconografie rassicuranti che normalizzano la superficialità dilagante, sfocando il miraggio del California Dreamin’, di cui rimane solo l'eco di una canzone che non ha più la stessa melodia. 
«Come creare un’illusione di libertà…», scrive Paul Preciado in Dysphoria Mundi, parafrasando Foucault, «…in una società tesa a massimizzare la produzione, il consumo e l’accesso al piacere? La risposta è la fabbricazione di una soggettività dipendente e depoliticizzata», diagnosi teorica che si fa condizione plastica in r_everse engineering [+babbel], un dispositivo semantico impazzito, costruito attorno a un podio, un altare postmoderno del disorientamento, un non-luogo del potere, dove la sovrapposizione di simboli non produce più alcun significato coerente, diventando la scenografia di un flusso babelico che travolge ogni gerarchia tra cultura alta e bassa, tra istituzione e intrattenimento, tra politica e meme. Questa macchina retorica rovesciata è accompagnata in filodiffusione dal rigurgito totalitario di politicanti, che non spiega, ma confonde. Eppure quanto ci piacciono i talk show senza conduttore dove ognuno parla sopra l’altro e nessuno ascolta? «Che miseria nevvero, che miseria. L’ostentazione risibile del cosiddetto opinionismo… nella straripante società dello spettacolo, delle zuffe TV nelle tribune politiche elettorali, nei convegni accademici e negli studi audio-visivi, intrattenimentacci dove ciascuno a turno è straconvinto di dire proprio la sua.» dice il rivoltoso Carmelo Bene.
In un’epoca in cui il linguaggio è diventato un virus replicante, Matteo Costanzo agisce come un archeologo del presente, che sa che ogni scavo è anche un sabotaggio. Le sue opere non cercano consenso, ma collisione, resistono alla traduzione e si rifiutano di essere addomesticate. Sono brevi blackout nel sistema, interferenze che sfidano la logica del pensiero normato di un mondo che ci vuole decifrabili. E proprio per questo, restano. Inquietano. Persistono.

 

 

Matteo Costanzo. American Drumpf
28 giugno | 07 settembre 2025

TOMAV - Torre di Moresco Centro Arti Visive, Moresco (FM)
info | www.tomav.it / +39 0734 259983 / +39 351 5199570 
apertura | sabato e domenica, dalle 18:00 alle 20:00 o su appuntamento.

Patrocini
Comune di Moresco
ProLoco di Moresco
Tomav Experience
Ipsumars

Partner 
Giusti Contemporary Art
Amala§unta Edizioni
©MS







MATTEO FATO | Il difficile è dimenticare ciò che si è visto per casa (Ritratto di Pescara per caso)

A sedici anni dalla sua ultima personale, Matteo Fato torna a esporre nella sua città natale con un progetto diffuso che riflette sul legame tra arte e territorio. La mostra coinvolge istituzioni culturali, spazi pubblici e interventi temporanei per costruire un ritratto “casuale” di Pescara, dove l’artista vive e lavora.



Opening weekend
• Sabato 28 giugno:
– ore 18: Fondazione La Rocca – Project Space/FLR – Lungofiume – Porto Canale

• Domenica 29 giugno:
– ore 10: Spazio Matta – lezione-conferenza di Gianni Garrera
– ore 12: Museo delle Genti d’Abruzzo
– ore 16: Museo dell’Ottocento
– ore 18.30: zerozerosullivellodelmare

Sedi principali
• Fondazione La Rocca
Sede principale della mostra, raccoglie un’antologia di opere inedite e realizzate in precedenza.

• Project Space – Fondazione La Rocca
Ex rimessa della cooperativa pescatori adiacente alla Fondazione La Rocca, ospita un archivio/Wunderkammer che raccoglie opere e reperti in un’installazione immersiva (fino al 3 agosto).
• Museo dell’Ottocento (dal 25 luglio)
Opere d’après ispirate alla collezione del museo e nucleo di lavori dedicati a generi classici della storia dell’arte (paesaggio, ritratto, natura morta).
• Museo delle Genti d’Abruzzo
Intervento all’interno del percorso museale, in dialogo con la storia e la cultura materiale abruzzese.
• s.l.m. 00 – Zero zero sul livello del mare (visitabile solo il 29 giugno ore 18:30)
Serie di opere segnate dall’allagamento dello studio dell’artista nel 2019.

Progetti speciali 
• Affissioni pubbliche
Manifesti d’artista in spazi pubblici della città (9 giugno-6 luglio).
• Veicolo sonoro itinerante
Diffusione della canzone Ha tutte le carte in regola di Piero Ciampi, registrata da Fato e Ciglia. Prodotta anche in vinile.

• Porto Canale
Installazione di un cavalletto in pietra della Maiella rivolto verso il mare, omaggio alla pittura e a Franco Summa.
• Lungofiume
Intervento sulle vele di una paranza in navigazione lungo il fiume Pescara.
• Spazio Matta (29 giugno ore 10)
Conferenza di Gianni Garrera – Non pitturare invano
Il filologo musicale interviene con una lezione che parte dall’analisi de Il capolavoro sconosciuto di Balzac e de L’Infinito di Leopardi, indaga la storia della dissoluzione della forma nell’arte moderna, il conflitto tra creazione e distruzione, estasi per il caos e intelligenza dell’enigma. Racconta il distacco dall’imitazione e la rinuncia dell’attenzione della Pittura alla Natura per la custodia del mondo. Ciò che non è rappresentato sfiorisce: la Natura chiede alla Pittura di non essere dimenticata.
• Casa Flaiano
Scritta al neon sulla facciata della casa natale di Ennio Flaiano.
• Redazione rivista Segno
Apertura al pubblico della redazione di Segno con esposizione di un’opera dedicata alla storia della rivista.
• Edicola via L’Aquila
Omaggio al gallerista Cesare Manzo, primo a rappresentare l’artista.
• Tabaccherie ed edicole selezionate
D’après invito-cartolina di Gino De Dominicis per la mostra Quando non si parla più di immortalità del corpo (ingresso riservato agli animali) (Galleria De Domizio, Pescara, 1975).
• Convento Michetti – Francavilla al Mare
Omaggio all’artista Francesco Paolo Michetti (18 luglio).

Public Program
Visite guidate, incontri, conferenze e dialoghi con critici e curatori.

Catalogo
Catalogo edito da Allemandi, pubblicato a conclusione del progetto.
La mostra sarà accompagnata da un servizio di audioguida in italiano e in inglese, accessibile sia tramite QR code che attraverso dispositivi dedicati, realizzato da eArs. A guidare i visitatori lungo il percorso espositivo saranno direttamente le voci dell’artista e del curatore, per un’esperienza immersiva e coinvolgente.

Matteo Fato è artista e docente di Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Il suo lavoro, tra pittura, incisione, scultura, video e installazione, è stato presentato in gallerie private e musei pubblici in Italia e all’estero, fra cui Mostyn (Llandudno, UK), il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro, la Galleria Nazionale delle Marche – Palazzo Ducale di Urbino. Ha partecipato alla 16ª Quadriennale d’Arte e ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra i quali il Premio Ermanno Casoli e la selezione dalla Dena Foundation for Contemporary Art come artista italiano in residenza presso ArtOmi (New York). Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra cui quella della Banca d’Italia.
Matteo Fato è rappresentato dalla Galleria Monitor (Roma, Pereto, Lisbona).

L’ingresso agli eventi dell’opening weekend è gratuito. Durante tutto il periodo della mostra, l’accesso ai musei è gratuito per i visitatori che specificheranno di essere lì per visitare la mostra di Matteo Fato.


***

Matteo Fato
Il difficile è dimenticare ciò che si è visto per casa
(Ritratto di Pescara per caso)

mostra diffusa di Matteo Fato
a cura di Simone Ciglia

Opening weekend
Sabato 28 e Domenica 29 Giugno, 2025
Pescara

Prodotta e promossa dalla Fondazione La Rocca, Pescara
Durata mostra: dal 1 luglio al 27 settembre 2025
Per maggiori informazioni e programma completo: https://www.larocca.foundation/matteo-fato/