martedì 28 ottobre 2025

A Londra CELLS and LOVE – Una mostra che esplora la matrescenza attraverso l’arte

opera di Flora Bradwell 

Cells and Love invita tuttə – a prescindere dal genere o dallo status genitoriale – a un’esplorazione intima di una delle esperienze umane più profonde: diventare madre.

Riunendo opere di artiste contemporanee che sono anche madri, attive nella pittura, scultura, installazione, video, performance e tessile, la mostra indaga l’intersezione tra maternità e pratica artistica. Al centro di Cells and Love si trovano una serie di dualità: creazione e separazione, sé e altrə, autonomia e responsabilità. Questi non sono dilemmi esclusivamente materni: sono esperienze umane universali, che attraverso la lente della maternità assumono nuova profondità e urgenza.

La transizione verso la maternità, conosciuta come matrescenza, è spesso paragonata all’adolescenza per la sua intensità emotiva e fisica. È disorientante, espansiva, brutale. Rimodella l’identità, il tempo e persino il corpo. Eppure, le narrazioni culturali dominanti continuano a rappresentare la maternità in termini ristretti e idealizzati: perfezione, sacrificio, silenzio. Cells and Love si oppone a queste aspettative, offrendo opere che riflettono l’intero spettro dell’esperienza materna: tenerezza e rabbia, gioia e stanchezza, connessione e perdita.

Invece di presentare la maternità come un ruolo fisso o un’identità definitiva, la mostra la abbraccia come un processo vissuto e in continua evoluzione. Per alcune artiste, questo significa lavorare con nuovi materiali, gesti o ritmi; per altre, confrontarsi con la pressione di dover scegliere tra fare arte e crescere figliə. In ogni caso, il materno non è un tema, ma una forza: una forza che trasforma la pratica, la percezione e la produzione artistica.

Crediamo che queste domande vadano ben oltre la genitorialità. In un mondo in cui il lavoro di cura è essenziale ma sistematicamente svalutato, Cells and Love apre uno spazio per riflettere su come intendiamo la creazione, la responsabilità e l’identità. Non parla solo di maternità, ma di cosa significa prendersi cura: degli altri, di sé stessə e dei mondi fragili che abitiamo. Questa mostra sfuma i confini tra arte e vita, tra studio e spazio domestico, tra gioco e pratica. Si svolge nel terreno torbido e generativo in cui maternità e creatività si incontrano – luoghi spesso trascurati o svalutati. Qui, li rendiamo visibili.

Il seme di Cells and Love è stato piantato durante una serie di incontri di un book club per artiste madri. Molte di loro si sono conosciute lì, unite dal bisogno condiviso di spazio, dialogo e cura. Il libro che ha catalizzato la conversazione è stato Matrescence di Lucy Jones, che esplora le trasformazioni emotive, fisiche e psicologiche che le donne attraversano nel diventare madri. Quello che è iniziato come una discussione si è evoluto in un desiderio condiviso: creare una mostra che potesse contenere la complessità di questi cambiamenti, e sostenersi a vicenda nel doppio lavoro di fare arte e fare maternità.

Le componenti del nucleo iniziale includono Farnaz Gholami, Gal Leshem e Michal Raz. Riconoscendo la necessità di una voce curatoriale sensibile sia alla politica della cura che al panorama dell’arte contemporanea, le artiste hanno invitato Paola Lucente a unirsi al progetto come curatrice. Paola è una curatrice indipendente con sede a Londra, con oltre 20 anni di esperienza e una profonda conoscenza della storia dell’arte femminista, della pratica interdisciplinare e delle metodologie collaborative. Ha ampliato il dibattito invitando nuove artiste a partecipare, allineandosi e celebrando l’etica del gruppo.

Cells and Love – Una mostra che esplora la matrescenza attraverso l’arte 
a cura di Paola Lucente

Artiste partecipanti: Anna Frijstein, Charlotte Warne Thomas, Diane Chappalley, Emma Cousin, Farnaz Gholami, Fiona Chambers, Flora Bradwell, Gal Leshem, Hannah Morgan, Lindsay Mapes, Lisa-Marie Harris, Ludovica Gioscia, Michal Raz, Or Lapid, Qian Qian, Sophie Goodchild.

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Paola Lucente (Curatrice) 
Paola Lucente è una curatrice e consulente di arte contemporanea con oltre 20 anni di esperienza nei settori artistici pubblico e privato. Ha conseguito un Master in Psicologia della Gestione Artistica e una laurea in Arti Visive Contemporanee, maturando un’esperienza internazionale grazie a ruoli ricoperti presso il Guggenheim Museum, la Marian Goodman Gallery, le fiere d’arte Scope e Volta di New York, e la Zabludowicz Collection di Londra. 

Dal 2016 al 2019 è stata responsabile delle Arti Visive e della Programmazione presso Spazio Murat a Bari, il primo spazio pubblico della città dedicato all’arte contemporanea, dove ha curato e prodotto numerose mostre e organizzato un Summer Art Camp per 14 artisti internazionali. 

Negli ultimi sette anni, Lucente ha ricoperto il ruolo di Direttrice e Curatrice di Procreate Project, la prima impresa sociale nel Regno Unito dedicata al sostegno di artiste contemporanee che sono anche madri. È inoltre co-fondatrice e co-direttrice di Mother House Studios a Lewisham, dove ha avuto un ruolo chiave nel lancio e nella direzione del primo modello a lungo termine di studio per artisti-genitori nel Regno Unito, fondato originariamente nel 2016 da Dyana Gravina come parte del Procreate Project. 


Mother House Studios Lewisham continua oggi a rappresentare uno spazio pionieristico in cui pratiche creative e di cura possono coesistere. Lucente ha curato tre edizioni del Mother Art Prize, un bando internazionale che riceve ogni anno oltre 1.200 candidature da artisti provenienti da 36 paesi. Le mostre da lei dirette sono state ospitate presso Mimosa House (2018), Cromwell Place (2020) e Zabludowicz Collection (2023). Il suo approccio curatoriale si fonda su un profondo impegno verso le pratiche interdisciplinari e le metodologie collaborative, in linea con l’etica di Cells and Love: mettere in primo piano la cura, il lavoro collettivo e il potere trasformativo dell’esperienza condivisa.




Cells and Love – Una mostra che esplora la matrescenza attraverso l’arte
A cura di Paola Lucente


VERNISSAGE (private view): 6 novembre 2025 (dalle 16:00 alle 21:00)
Apertura al pubblico: dal 7 novembre al 6 dicembre
Orari: da mercoledì a sabato (11:00 – 17:00)
Tutti gli altri giorni solo su appuntamento

Luogo:
Gallery 1, 1 Poultry Street, Londra EC2R 8EN

Con il gentile supporto di Hypha Studios e Cheapside Business Alliance


pubblica: 

Dottorato accademico ad honorem al collettivo artistico Studio Azzurro


Il prestigioso riconoscimento del Dottorato accademico ad honorem verrà conferito dall’Accademia di Belle Arti di Macerata al famoso collettivo artistico Studio Azzurro, giovedì 30 ottobre 2025 alle ore 10,30 presso l’Auditorium Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti di Macerata.

Il gruppo di artisti, composto da Leonardo Sangiorgi, Fabio Cirifino (1949-2025), Paolo Rosa (1949-2013), arricchitosi della collaborazione di Stefano Roveda dal 1995 al 2011, viene premiato dall’Accademia su proposta della prof.ssa Lucia Cataldo, Coordinatrice del Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell'arte, per l’attività artistica a livello nazionale e internazionale nell’ideazione e realizzazione di nuove forme artistiche e museali, i “musei di narrazione”, esprimendosi con una notevole varietà di linguaggi. Dopo i saluti delle autorità, seguiranno l’intervento inaugurale del Presidente dell’Accademia Gianni Dessì e la laudatiodella Prof.ssa Lucia Cataldo, del Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Arte. La cerimonia si concluderà con la lectio magistralis di Leonardo Sangiorgi, uno dei tre artisti fondatori di Studio Azzurro.

Studio Azzurro, nel corso della sua attività, ha realizzato film, percorsi espositivi, musei, videoinstallazioni, ponendo sempre l'accento sul rapporto che viene ad instaurarsi tra opera e fruitore. L'importanza di questa relazione viene esemplificata dai celebri “ambienti sensibili”, introdotti a partire dal 1995, che permettono di annullare la divisione tra reale e virtuale, fungendo da mezzo di racconto partecipato, spesso legato a luoghi e alla memoria del territorio. Ne sono esempio le installazioni e i musei nati in dialogo con le comunità, come il Museo Audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo (2000), che ha dato il via ad un genere di musei in cui si fondono tecnologia, racconto e documentazione storica e che consente al visitatore di entrare in contatto diretto con le testimonianze dei protagonisti della Resistenza, attraverso immagini, suoni, gesti e voci che restituiscono la dimensione umana della memoria. Da ricordare, in quasi trent’anni di attività del collettivo, anche il Museo Laboratorio della Mente a Roma (2008), premiato da ICOM Italia, e I luoghi del mercurio all’interno del Parco Minerario di Abbadia San Salvatore (SI), insignito del Premio Silvia Dell’Orso nel 2017. Inserito dal Ministero della Cultura tra i grandi progetti nazionali sui beni culturali, è il Fellini Museum di Rimini (2021), che si propone di omaggiare la vastità delle opere felliniane raccontandone la complessità attraverso l’uso di materiale originale, la rievocazione delle sale di montaggio e un ‘sentiero sonoro’, che guida il visitatore in un’esperienza immersiva. 

Notizia tristissima di questi giorni è la scomparsa di Fabio Cirifino, avvenuta lo scorso 4 ottobre, che lascia un grande vuoto nel panorama artistico internazionale, così come avvenne - oltre un decennio - fa per Paolo Rosa. La cerimonia assume quindi un significato ancora più intenso alla luce di questo lutto, testimoniando come l’eredità artistica, poetica e sociale continui a vivere e a generare progetti grazie alla forza collettiva del gruppo. Con questo riconoscimento, l'Accademia di Belle Arti di Macerata intende onorare un’esperienza artistica e intellettuale che ha saputo superare i confini disciplinari e generare un dialogo profondo tra arte, tecnologia e società.

La cerimonia sarà trasmessa in diretta streaming sul canale Youtube ufficiale dell’Accademia di Belle Arti di Macerata.




INFORMAZIONI
Accademia di Belle Arti di Macerata
Piazza Vittorio Veneto 5 - Macerata
www.abamc.it

T +39 0733 405150
T +39 339 8453114 mail r.girotti@abamc.it

Auditorium Biblioteca Mozzi Borgetti
Piazza Vittorio Veneto 2 - Macerata

pubblica: 

martedì 14 ottobre 2025

Global Visual Poetry: traiettorie transnazionali nella Poesia Visiva

opera di Stelio Maria Martini

Palazzo Lombardia – IsolaSET di Milano ospita fino al 31 ottobre la mostra Global Visual Poetry: traiettorie transnazionali nella Poesia Visiva, promossa dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, in collaborazione con Regione Lombardia, con il contributo di Snam e con il patrocinio della Fondazione di Comunità di Milano.

La mostra, ad ingresso libero, è organizzata dal Comitato Giubileo Cultura Educazione e realizzata con il supporto tecnico della Galleria Frittelli Arte Contemporanea di Firenze.

La Poesia visiva
Quest’esposizione, a cura di Raffaella Perna, intende mettere in luce il carattere innovativo e attuale di una delle correnti più incisive dell’arte del secondo Novecento, evidenziando la forte tensione etica di un indirizzo artistico che si è calato con passione nelle problematiche vive dell’uomo del nostro tempo. Attraverso la sua rassegna di opere significative della poesia visiva, la mostra ripropone perciò allo spazio pubblico tematiche umane di prima importanza come la dignità della persona, il ruolo della parola nella costruzione dell’ethos sociale, la ricerca della pace, la tessitura complessa ma possibile del dialogo, la valorizzazione tanto delle traiettorie personali come della coesione delle comunità, l’apertura a orizzonti di speranza e di senso.

Con circa duecento opere esposte, la mostra offre uno sguardo trasversale sulle diverse sperimentazioni verbo-visive emerse nel secondo dopoguerra, in Italia e all’estero — dalla Poesia Concreta alla Poesia Visiva e alla Nuova Scrittura — con l’obiettivo di evidenziare l’affinità e la coerenza di visione di artisti operanti in diversi contesti geografici, ma accomunati da una forte tensione critica nei confronti della realtà contemporanea. Nell’evidenziare il ruolo cruciale della Poesia Visiva nel dibattito sugli effetti sociali e culturali prodotti dalla società dei consumi e dal boom economico, il percorso espositivo si prefigge di fare emergere, almeno in embrione, una poetica di riscatto dell’umano che coniuga le ferramenta simboliche della parola e dell’immagine nella creazione di nuovi spazi di libertà espressiva e nell’elaborazione di immaginari personali e collettivi non massificati e non omologati, aperti al mistero del soggetto e alla sua rivelazione nella parola.

I temi affrontati
Particolarmente significativo è il modo in cui, fin dagli anni Cinquanta e Sessanta, i poeti visivi hanno assunto una posizione critica nei confronti delle derive del capitalismo, scegliendo di utilizzare linguaggi alternativi, materiali poveri e pratiche non elitarie per formulare un’arte capace di ascoltare il quotidiano e le sue richieste più profonde. Al cuore della Poesia Visiva si trovano temi di stretta attualità: l’attenzione verso l’ambiente e la questione ecologica, la condizione della donna, la critica alle derive antidemocratiche, le istanze pacifiste, l’interesse per gli squilibri economici e sociali prodotti dalla modernizzazione, l’attenzione alla parola umana e il rifiuto della sua degradazione a mero mezzo di comunicazione, nella valorizzazione della sua potenzialità poetica. Si tratta di contenuti che non solo confermano l’impegno politico e sociale di questa corrente, ma che contribuiscono anche al rinnovato interesse critico che la Poesia Visiva sta conoscendo a livello internazionale.

Un movimento transnazionale
La curatrice della mostra ricorda: «Nel 1965, il filosofo tedesco Max Bense scriveva che la poesia concreta “non separa le lingue, ma le unisce, le mescola”. Questa affermazione si rivela oggi più che mai attuale e significativa: fin dall’inizio, infatti, le poetiche verbo-visive hanno conosciuto una diffusione capillare e internazionale, hanno coinvolto autori e autrici attivi in regioni geograficamente distanti come il Brasile, l’Argentina, gli Stati Uniti, la Germania, la Francia, l’Italia, la Svizzera, il Portogallo, la Cecoslovacchia e il Giappone. In un’epoca segnata dal consolidarsi delle reti di comunicazione globale e dall’espansione dei mass media, la Poesia Visiva ha saputo farsi veicolo di scambio interculturale, strumento di resistenza simbolica e terreno di sperimentazione condiviso, oltre le frontiere nazionali».

Partendo dalle realtà locali dei propri paesi di origine, molti artisti legati a questa ricerca hanno saputo guardare oltre i confini nazionali, affrontando tematiche divenute globali come la guerra o le condizioni di povertà nel cosiddetto “Sud del mondo”.

Un linguaggio ibrido
L’esposizione restituisce la complessità e la ricchezza di una galassia verbo-visuale che ha saputo superare le tradizionali distinzioni disciplinari tra poesia, arti visive, grafica e comunicazione, attraverso l’adozione di un linguaggio ibrido in cui la parola si fa immagine, corpo, suono e spazio. 

Questa tensione verso la sperimentazione linguistica e l’urgenza di decostruire i codici tradizionali della comunicazione mass-mediatica rappresentano una delle cifre distintive della Poesia Visiva, corrente che ha coniugato rigore concettuale e apertura nei confronti dell’immaginario popolare. 

La mostra
In mostra, tale vocazione emerge con forza: circa 200 opere le opere esposte, spesso di piccolo formato e realizzate con mezzi semplici, sono frutto di una pratica artistica votata alla leggerezza, alla diffusione capillare e alla democratizzazione dell’esperienza estetica. 

La mostra Global Visual Poetry vuole documentare una stagione artistica che, attraverso l’attualità del linguaggio verbo-visivo, non smette di interrogare il nostro presente.

Nel percorso espositivo, pensato per la sede di IsolaSET, ampio spazio è dato alle esperienze di artisti nati o attivi a Milano. È questo il caso di Emilio Villa, scrittore, filologo, critico d’arte e poeta visivo nato ad Affori nel 1914, tra le voci più radicali e originali della letteratura del secondo Novecento. Centrali nella sua scrittura sono le origini lombarde e l’uso del dialetto, elementi che contribuiscono alla sua ricerca di una parola poetica capace di attraversare i confini della lingua e del segno. Presente in mostra anche Ugo Carrega: a lui si deve, nel 1971, la nascita del Centro Tool in via Borgonuovo 20, spazio dedicato alla ricerca artistica e letteraria d’avanguardia, che nel 1974 si trasforma nel Mercato del Sale, centro culturale di carattere sperimentale attivo fino al 1990. Proprio al Centro Tool di Milano, nel gennaio del 1972, viene ospitata l’Esposizione Internazionale di Operatrici Visuali, prima mostra interamente dedicata alle poetesse visive, curata da Mirella Bentivoglio, artista e curatrice la cui opera è documentata in mostra. Operano a Milano da decenni anche Giancarlo Pavanello edEmilio Isgrò.

Artisti in mostra:
Vincenzo Accame, Vincenzo Agnetti, Ruth Aklander, Elvira Alfageme, Alain Arias-Misson, Carlo Belloli, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Julien Blaine, Achille Bonito Oliva, Jean François Bory, George Brecht, Joan Brossa, John Cage, Julio Campal, Ugo Carrega, Luciano Caruso, Giuseppe Chiari, Henri Chopin, Herman Damen, Betty Danon, Augusto De Campos, Vicente De Percia, Álvaro De Sá, Paul De Vree, Stanislaw Dróżdż, Jean Dupuy, Pablo Echaurren, Anna Esposito, Amelia Etlinger, Heinz Gappmayr, Klaus Groh, Elisabetta Gut, Graciela Gutierrez Marx, Bernard Heidsieck, Dom Sylvester Houédard, Emilio Isgrò, Motoyuki Ito, Ernst Jandl, Hiroo Kamimura, Katué Kitasono, Etsushi Kiyohara, Annalies Klophaus, Milan Knížák, Jiří Kocman, Jiří Kolář, Maria Lai, Liliana Landi, Maurice Lemaître, Claudio Locatelli, Arrigo Lora Totino, Roberto Malquori, Lucia Marcucci, Stelio Maria Martini, Dóra Maurer, Hansjörg Mayer, Eugenio Miccini, Fernando Millán, Magdalo Mussio, Giulia Niccolai, Seiichi Nikuni, Anna Oberto, Martino Oberto, Luciano Ori, Claudio Parmiggiani, Giancarlo Pavanello, Rudolf Pawell, Michele Perfetti, Michael Joseph Phillips, Décio Pignatari, Lamberto Pignotti, Marko Pogacnik, Roland Sabatier, Sarenco, Alain Satié, Greta Schödl, Toshihiko Shimizu, Berty Skuber, Mary Ellen Solt, Adriano Spatola, Chima Sunada, Luigi Tola, Endre Tót, Timm Ulrichs, Franco Vaccari, Emilio Villa, Rodolfo Vitone, Simona Weller, Syoji Yoshizawa, Franci Zagoričnik.

Il catalogo
L’esposizione è accompagnata dall’uscita di un catalogo in italiano e inglese pubblicato dalla Società Editrice Allemandi con testi del Cardinale José Tolentino de Mendonça e della curatrice Prof.ssa Raffaella Perna.

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Global Visual Poetry: traiettorie transnazionali nella Poesia Visiva
Palazzo Lombardia - IsolaSET
a cura di Raffaella Perna
Milano 7 - 31 ottobre 2025

Orari e info
Global Visual Poetry: traiettorie transnazionali nella Poesia Visiva
a cura di Raffaella Perna
7 - 31 ottobre 2025

Palazzo Lombardia - IsolaSET
Milano, Via Luigi Galvani 27
Ingresso libero

da lunedì a venerdì dalle 10:00 alle 19:00
sabato e domenica dalle 10:00 alle 18:00.

Contatti stampa
Davide Milani 
347.15.37.134



Echoes of absence - Oriental art

Xinyue Gao

Il 17 Ottobre dalle ore 20.00 tornano gli appuntamenti del venerdì al Museo Cam, tra mostre e musica di qualità. Gli spazi espositivi accoglieranno Echoes of absence_Oriental art, collettiva di 4 artisti cinesi (Xiaohan Luo, Xinyue Gao, Yuchu Zhao, Chai Han) curati da A4U, associazione per lo scambio artistico e culturale, e con l'organizzazione tecnica di Alma Idrizi.

La mostra propone la possibilità, attraverso linguaggi eterogenei, di confronti e studi sugli sviluppi dell'arte contemporanea internazionale. Tra performance, pittura astratta e installazioni, le opere arricchiscono l'offerta culturale del museo di Casoria nella cui collezione di oltre 2000 capolavori sono già presenti famosi e ormai storicizzati artisti cinesi. 

“Abbiamo un rapporto particolare con la Cina - asserisce il direttore del CAM, Antonio Manfredi – abbiamo esposto tra i nomi più noti del panorama contemporaneo orientale prima ancora che il mercato dell'arte si focalizzasse su di loro facendone alzare i prezzi, anche in questo caso il CAM ha fatto scouting!”

Il processo creativo di Xiaohan Luo inizia spesso con un frammento, una parola, un ricordo che ritorna nella quiete e inizia a prendere forma attraverso video, oggetti e fotografie. Il silenzio, per lei, non è un'assenza, ma uno spazio pieno di tensione che diventa tangibile e che si sposta verso qualcosa di profondamente fisico. 

Xinyue Gao (Remi) è un'artista e fotografa con sede a Londra, il cui lavoro esplora la silenziosa tensione tra presenza e assenza. Tratta la fotografia sia come ricerca che come riflessione, usando l'obiettivo per catturare le persone non come soggetti in posa, ma come energie mutevoli sospese in momenti di vulnerabilità e divenire.

Yuchu Zhao trasforma emozioni e ricordi in astrazioni pittoriche, tra le pieghe del colore evolve il proprio viaggio intimo attraverso l'impressione di un colore liquido e frammentario. L'artista esplora l'intersezione tra narrazione e immagine con un forte interesse per i materiali.

Il lavoro di Chai Han affonda le proprie radici nella tradizione cinese, le forme e le incisioni riportano ad un passato denso di immagini che accompagnano l'osservatore verso un percorso che riesce a trasporre l'antico al contemporaneo.

L'evento proporrà il laboratorio di pittura Painting the Orient ogni ora su 3 turni, alle 21.00, 22.00 e 23.00 mentre la serata musicale dell’EXIT, il Concept Bar del CAM, diretta da Stella Manfredi e Luigi Castiello, vedrà le performance musicali di Fabio Genovese e Min Hui Yun e dalle 23.00 il dj set con i suoni di Mistica Asia e Silk Moon.

Fabio Genovese, percussionista napoletano, inizia gli studi a 10 anni con i Maestri Tony Esposito e Tony Cercola, approfondendo ritmiche afro e sonorità etniche. Ha collaborato con Radio Marte, Radio Kiss Kiss e con DJ come Gigi Soriani, Decibel Bellini e DJ Roby J. Turnista per band e eventi live, oggi accompagna DJ Pappel G con strumenti tradizionali di percussione cinese, fondendo ritmi tribali e musica elettronica.

Min Hui Yun è un’artista e musicista taiwanese che unisce arti visive e musica tradizionale. Nelle sue opere pittoriche e nelle sue performance con il guzheng, antica cetra cinese, esplora il dialogo tra colore, suono e emozione interiore. Formata tra Asia ed Europa, Min Hui Yun fonde tecniche contemporanee con sensibilità orientali, creando esperienze multisensoriali che invitano alla contemplazione e all’equilibrio.


CAM MUSEUM 
Via Calore sic, Casoria, Napoli 
www.casoriacontemporaryartmuseum.com

ECHOES OF ABSENCE_Oriental art
curated by A4U
17.10.25

ART EXHIBITION | MUSIC | LIVE SET | DJ SET | WORKSHOP

 

Ingresso 5€
Ingresso + laboratorio pittura 15€
Prenotazioni +39 3332972239


Graziella Melania Geraci
Press officer
mob.+39 3475999666 (Italy)
mail pressofficecam@gmail.com

venerdì 10 ottobre 2025

A Venezia la personale di Giuliana Storino: Canto alla durata

Cicàdidi, la cadenza della vita, 2024, acciaio satinato, taglio e saldatura laser 


La galleria 10&zerouno di Venezia presenta Canto alla durata, personale di Giuliana Storino, artista premiata nel 2024 al We Art Open Worldwide di No Title Gallery & CREA Cantieri del Contemporaneo.

La mostra si sviluppa come un viaggio in tre atti e in questa tappa veneziana affronta il tema della durata: la resistenza, la memoria e la trasformazione. Il titolo riprende l’omonimo poemetto di Peter Handke e diventa chiave di lettura per opere inedite che intrecciano biografia e riflessione sul fare arte e sulle dimensioni dell’esistere.

Il progetto è il frutto di oltre due anni di lavoro e ricerca, durante i quali l’artista ha intrecciato la memoria personale – quella di figlia di un macellaio – con la memoria dello spazio che oggi ospita l’esposizione: l’ex macelleria della galleria 10&zerouno.

Al centro del percorso si trovano lavori emblematici come Cicàdidi, installazione scultorea accompagnata da una traccia sonora che diffonde il canto delle cicale nella cella frigorifera, e la nuova versione di Cavalletto a dondolo, scultura oscillante in acciaio specchiante che unisce simbolicamente il mestiere dell’artista e quello paterno di macellaio. Accanto a queste opere, le carte bifronti trasformano il segno in soglia: superfici che si aprono e si richiudono, in cui le sagome del cavalletto e di Cicàdidi emergono in positivo e negativo, restituendo un’esperienza percettiva ambivalente di presenza e assenza.

In mostra anche l’opera Sogni d’acciaio (2025), dove un ricordo d’infanzia – il fragile foglio argentato usato per incartare le carni – diventa lastra incisa, trasformandosi in segno universale della forza poetica dell’arte. Con un linguaggio che attraversa scultura, installazione, suono e carta, Giuliana Storino esplora il tempo come condizione di fragilità e resistenza.

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Giuliana Storino (1986 Manduria TA) vive a Milano e lavora ovunque. 
È docente di Anatomia artistica e tecniche extramediali all’Accademia di Belle Arti di Brera. 
La sua ricerca adotta un approccio interdisciplinare che dall’esplorazione del mondo naturale si estende a tematiche esistenziali esplorando le relazioni tra corpo e spazio, natura e tecnologia. Affronta il tema dell’equilibrio, la resistenza, la memoria e la trasformazione. Intreccia la sua biografia alla riflessione sul fare arte e sulle dimensioni dell’esistere, con un linguaggio che permea l’uso del disegno, la scultura, il suono, la fotografia, la scrittura e l’installazione. 
Giuliana Storino esplora il tempo come condizione dell’esistenza contestualizzando l’esperienza umana nel tempo geologico, nel cambiamento cosmico e nella trasformazione. Nella sua profonda e stratificata ricerca indaga le relazioni tra fragilità e temporalità, visibilità e invisibilità, attingendo alla molteplicità di linguaggi, e alla collaborazione istituzionale e con le aziende. Nel 2025, il suo lavoro è stato selezionato e premiato per rappresentare l’Italia all’Harbin International Ice and Snow Sculpture Festival. Le sono stati conferiti due premi prestigiosi assegnati dalla giuria tecnica e popolare. Storino ha esposto a livello internazionale.
Le sue opere si trovano nelle Collezioni di numerose istituzioni, Fondazioni pubbliche e private, in Italia e all’estero tra le quali: Qingdao Sculpture Art Museum in Cina; Istanbul Galleria comunale di Küçükçekmece; Accademia Nazionale di pittura e incisione a Yinchuan in Cina; Osservatorio Astronomico Merate- INAF; Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS. Ha esposto in spazi istituzionali e indipendenti in Italia e all’estero, partecipando a programmi di residenza artistica e progetti sperimentali. Tra gli riconoscimenti recenti: ha vinto il Premio Crea Cantieri(2024) Venezia-Land Art. E’ stata presentata alla Quadriennale di Roma, in occasione di Panorama Studio visit (2023) a cura di Lorenzo Madaro.



CANTO ALLA DURATA
Giuliana Storino
con un testo critico di Mara Predicatori

Dal 18 ottobre al 20 dicembre, 2025
Opening sabato 18 ottobre, 18 – 20

10 & zero uno, Castello 1830, via Garibaldi, Venezia

martedì 30 settembre 2025

Marco Tagliafico. Arcipelaghi terrestri


UN PAESAGGIO DI IMMAGINI DA ATTRAVERSARE
Con Arcipelaghi terrestri, Marco Tagliafico usa la fotografia come materia sensibile, luogo di apparizione, campo di tensione tra visibile e invisibile. Le opere della serie Arcipelago nascono da una singola immagine fotografica stampata ai sali d’argento scattata con uno smartphone. Ogni copia è modificata attraverso l’intervento di vetri dipinti a mano, che introducono variazioni cromatiche e percettive, generando così una costellazione infinita di visioni possibili.

Le installazioni a terra, realizzate per l’occasione della mostra a CasermArcheologica, ribaltano lo sguardo e ci invitano a “rivolgerci al cielo” restando ancorati al suolo, teli sensibilizzati con liquidi fotosensibili, stesi come rilievi cartografici. In questa alternanza tra immagini sospese e oggetti concreti, tra trasparenze e stratificazioni, si gioca una riflessione poetica sulla fragilità della visione e sul bisogno umano di orientamento, anche in un mondo sempre più rarefatto e immateriale. L’esposizione fa parte del nuovo ciclo espositivo promosso e sostenuto da Fondazione CR Firenze, a sostegno delle pratiche artistiche contemporanee nel territorio toscano, e prosegue la ricerca curatoriale di CasermArcheologica sul rapporto tra arte, spazio e processi di trasformazione collettiva.

La mostra nasce in collaborazione con Arteam, come esito del premio Arteam Cup 2023, che ha visto Tagliafico vincitore assoluto e ospite in residenza presso CasermArcheologica.

CASERMARCHEOLOGICA: UN LUOGO IN DIVENIRE
La mostra si inserisce nel più ampio progetto che CasermArcheologica sta sviluppando con il sostegno della Fondazione CR Firenze, con l’obiettivo di rendere l’arte contemporanea accessibile, vitale e radicata nel territorio. Nata nel 2013 dal recupero di un edificio storico abbandonato — l’ex caserma dei Carabinieri all’interno di Palazzo Muglioni, nel cuore di Sansepolcro — CasermArcheologica è oggi un centro indipendente per la cultura contemporanea, aperto alla sperimentazione artistica, alla pedagogia critica e alla costruzione di comunità. Qui l’arte non è mai solo esposta: è praticata, vissuta, discussa, trasformata. Ogni mostra nasce da un dialogo profondo con il luogo, con chi lo abita, e con le domande che attraversano il nostro tempo. Dopo la residenza dell’artista Lucy Orta nella primavera 2025, la mostra di Marco Tagliafico prosegue questa linea curatoriale che unisce ricerca visiva e responsabilità culturale.

L’ARTISTA
Marco Tagliafico (1985) lavora tra fotografia, installazione e immagine sensibile. La sua ricerca interroga la materia dell’immagine come superficie di apparizione e stratificazione del tempo. Vive e lavora ad Alessandria. Ha studiato lingue orientali e si è formato nel master di Fondazione Modena Arti Visive. Il suo lavoro è stato esposto in diverse mostre tra le quali: Ligne(s) de Mire (Bonisson Art Center, 2025), As Islands (Castel Belasi, 2024), BLA Berlin (Kunstquartier Bethanien, Berlino, 2023) Boiling Projects (Fondazione Oelle Catania, 2020), Da Guarene all’Etna (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Guarene, 2019), 10 years old (Foro Boario Modena, 2017). Nel 2024 vince il premio Arteam Cup, nel 2023 vince il premio MZ Costruzioni ad Art Verona, nel 2021 vince il premio New Post Photography al Mia Fair. I suoi lavori sono presenti in diverse collezioni. Nel 2023 è stato vincitore assoluto dell’Arteam Cup, grazie alla quale ha realizzato diversi di progetti.

 
Marco Tagliafico
Arcipelaghi terrestri, installation view

INFO MOSTRA
Titolo: Arcipelaghi terrestri
Artista: Marco Tagliafico
Sede: CasermArcheologica, Palazzo Muglioni, via Aggiunti 55, Sansepolcro (AR)
Durata: 26 settembre – 29 novembre 2025

Orari di visita: dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00, sabato dalle 15.00 alle 19.00

Ingresso libero
CON IL SOSTEGNO DI

Fondazione CR Firenze
IN COLLABORAZIONE CON

Arteam – Arteam Cup 2023


 

lunedì 29 settembre 2025

Olympus Offshore di Lydia Dambassina.


Muratcentoventidue Artecontemporanea presents Olympus Offshore, a solo exhibition by Greek artist Lydia Dambassina.

Born in Thessaloniki and educated between Lyon, Grenoble, and Paris, Dambassina has developed a multidisciplinary practice spanning painting, video, installations, photography, and text. Her work explores key issues of our time: economic inequality, the environmental crisis, identity, the role of women, and migration.Often using found objects poetically transformed, her works create a tension between the intimate and the political, the individual and the collective, shaping a powerful and rigorous visual language. The artist defines her practice as “a collective therapeutic space,” aimed at freeing the mind from the constraints of structural inequalities. 

Since 2004, her work has focused on the global economic and moral crisis, as in the project Party’s over – Starts over. She has exhibited internationally, and her works are included in the collections of the National Museum of Contemporary Art in Athens (EMST) and the Macedonian Museum of Contemporary Art in Thessaloniki (MOMus). In Olympus Offshore (2025), Dambassina revisits the myth of Mount Olympus as a metaphor for today’s new gods — capital and economic power — confronting the fragility of nature and democracy with the strength of lost myths. Installations, photographs, and videos weave together personal memory and universal reflection, evoking desire, resistance, and hope in a fragile and divided world.


OLYMPUS OFFSHORE
Lydia Dambassina

Muratcentoventidue-Artecontemporanea
Via G. Murat 122/b – Bari

Opening
Saturday, October 11, 2025, 7:30 PM

Date
October 11 – November 30, 2025

Opening Hours
The exhibition will be open on Wednesdays, Thursdays, and Fridays from 6:00 PM to 8:00 PM
Mondays, Tuesdays, and Saturdays by appointment

Information
3348714094 – 392.5985840