martedì 25 luglio 2023

Da Albrecht Dürer a Andy Warhol | Capolavori dalla Graphische Sammlung ETH Zürich


Albrecht DürerAdam und Eva (Adamo ed Eva)1504Incisione a bulinoGraphische Sammlung ETH Zürich

L’ETH Zürich è un'istituzione molto nota e rinomata in Svizzera e all'estero, ciò nonostante, non tutti conoscono la sua Collezione di arte grafica: con la mostra “Da Albrecht Dürer a Andy Warhol. Capolavori dalla Graphische Sammlung ETH Zürich” il MASI offre al pubblico l’occasione di scoprire 300 capolavori da una delle più importanti collezioni svizzere di stampe e disegni.

Tecniche, motivi, stili e concezioni dell’arte nei secoli si susseguono in un percorso cronologico, in cui le opere di esponenti di spicco della storia dell’arte europea – da Albrecht Dürer a Rembrandt van Rijn da Francisco de Goya a Maria Sibylla Merian, Pablo Picasso e Edvard Munch – sono presentate accanto ai lavori di artiste e artisti viventi come John M Armleder, Olivier Mosset, Candida Höfer, Susan Hefuna, Shirana Shahbazi o Christiane Baumgartner. Da questo raro ed eccezionale confronto tra gli antichi maestri e le creazioni più contemporanee emergono connessioni inaspettate e sorprendenti: temi come il processo di creazione dell’opera d’arte, il rapporto tra copia e originale, la trasmissione di motivi e iconografie, ma anche la collaborazione tra professionalità diverse in campo artistico attraversano la storia della grafica fin dalla sua nascita e toccano aspetti oggi ancora attuali.

Oltre a mettere in luce l’ampio spettro delle tecniche grafiche - dalla xilografia all’incisione a bulino fino all’acquaforte e alla serigrafia – la mostra presenta anche disegni, fotografie e multipli. Il progetto espositivo propone inoltre informazioni e curiosità sulle origini, le funzioni e l’importanza delle opere attraverso i secoli.

“La Graphische Sammlung ETH Zürich, fondata nel 1867 come Collezione universitaria a scopo di studio e insegnamento, è una delle istituzioni svizzere più importanti per le stampe e i disegni dal XV secolo ai giorni nostri. Ogni volta che la visito, rimango molto colpito dalla qualità e dall'attualità delle opere. Sono quindi molto felice del fatto che diversi capolavori di questa straordinaria Collezione possano essere presentati per la prima volta ad un vasto pubblico al MASI Lugano"- sottolinea Joël Mesot, Presidente ETH Zürich.


A tu per tu con secoli di storia dell’arte: il percorso della mostra

Il percorso espositivo si apre con una grande parete su cui, secondo lo “stile Pietroburgo”, sono appesi autoritratti o ritratti di artiste e artisti. In questa suggestiva panoramica, che abbraccia epoche diverse, chi visita la mostra si trova a tu per tu con secoli di storia dell’arte: dallo sguardo intenso dell’acquaforte di Rembrandt nell’autoritratto con la moglie Saskia, a quelli più celebrativi di Anton van Dyck o Maria Sibylla Merian; dalle fotografie autoritratto in bianco e nero di Urs Lüthi o di Fischli/ Weiss all’autoritratto sintetico, di poche linee, di Max von Moos o, ancora, alla semplice bocca di Meret Oppenheim nell’incisione di Markus Raetz, solo per citarne alcuni.
La mostra prosegue con la presentazione di opere storiche della Collezione dalla fine del XV secolo ai giorni nostri, secondo un ordinamento cronologico. In un momento in cui la fotografia non era ancora stata inventata, dal XVI secolo la cosiddetta “incisione di traduzione”, che riproduceva dipinti e opere d’arte, era un mezzo fondamentale per far conoscere i capolavori ad un ampio pubblico. Capolavori che, attraverso la stampa, venivano anche reinterpretati: in mostra, la Caricatura della copia del Laooconte di Niccolò Boldrini è un esempio di come una stampa veneziana del XVI secolo potesse adattare un motivo antico, trasformandolo in un’immagine nuova e irriverente: le figure antiche sono state infatti sostituite con delle scimmie.
La stampa veniva impiegata anche come strumento di rappresentazione scientifica e naturalistica, come testimonia in mostra la nota xilografia Rhinocerus di Albrecht Dürer. Nonostante l’artista non avesse mai visto l’esotico animale, ne fece una raffigurazione che a lungo venne considerata realistica e quindi ristampata in più edizioni.
Nasce dall’attenta osservazione degli insetti del Suriname in Sud America il volume Metamorphosis Insectorum Surinamensium pubblicato nel 1705 da Maria Sibylla Merian. Imprenditrice e insegnante, Merian era annoverata tra i maggiori studiosi di insetti del suo tempo e fu, tra l’altro, anche la prima artista a ritrarre i diversi stadi di sviluppo di un insetto, insieme alle piante che fungevano da suo nutrimento. Grazie all’ampio respiro cronologico della mostra è possibile osservare la trasmissione delle tecniche incisorie nel tempo, ma anche i diversi metodi di lavoro delle artiste e degli artisti. In un grande maestro come Rembrandt questo aspetto è evidente nelle due versioni dell’incisione Ecce Homo, da cui emerge come l’artista ritoccasse e perfezionasse le sue opere di continuo. Questo era possibile anche grazie alla tecnica della puntasecca, che permetteva di incidere la lastra con uno strumento d’acciaio a forma di ago appuntito, manovrato liberamente proprio come fosse una matita. Nel tempo, la tecnica storica della puntasecca verrà spesso ripresa e rivisitata, per esempio da un’artista contemporanea come Miriam Cahn, che nella sua serie soldaten, frauen + tiere del 1995 interviene direttamente sulla lastra con guanti ricoperti di carta smerigliata, creando con i movimenti della mano visi, sguardi e fisionomie di grande forza espressiva.La trasmissione di soggetti iconografici nel corso dei secoli ricorre in tantissimi esempi, e giunge fino alle epoche più recenti, come nelle drammatiche rappresentazioni della corrida del 1816 di Francisco de Goya, tema ripreso nelle svelte figure di Pablo Picasso nella sua acquatinta Salto con la Garrocha (Salto con la picca) dalla serie La tauromachia e, quindi, in maniera più plastica e stilizzata nella xilografia su tessuto di cotone di Bernhard Luginbühl. Anche la rappresentazione della figura e quindi del corpo è un tema che emerge, nel suo sviluppo, attraverso tutta la mostra, particolarmente condensato al volgere del XX secolo negli espressionisti, nelle stampe di Edvard Munch e Käthe Kollwitz, e nei disegni in filigrana di Egon Schiele e Ferdinand Hodler.

Portano invece nelle pieghe più intime della relazione uomo - donna le xilografie della serieIntimités (1891) di Félix Vallotton. Questo lavoro è un esempio interessante dell’evoluzione della diffusione delle stampe d’arte, che vede, alla fine dell’Ottocento, l’introduzione dell’edizione limitata, un modello commerciale di successo. Nel caso della serie di Vallotton, per esempio, dopo aver terminato il processo di stampa, tutte le matrici di legno utilizzate dall’artista furono tagliate in piccole parti e stampate su un foglio aggiuntivo per dare all’acquirente la certezza che non venissero realizzate ulteriori edizioni. Diversi esempi in mostra testimoniano l’evoluzione della stampa anche come grafica d’autore nel secondo Novecento, come la serie di dittici composti da immagine e testo realizzati nel 1999 dell'artista Louise Bourgeois. Attraverso la domanda What is the shape of this problem?, posta sul frontespizio, l’artista stimola il ragionamento di chi osserva mediante risposte e contro domande possibili, cercando di dare una forma visiva alle emozioni. Nelle suggestive risografie dal tocco vintage Camping The Two Shirana Shahbazi indaga invece il genere classico della fotografia di viaggio, tralasciando il carattere documentario per catturare momenti passeggeri di situazioni quotidiane.

Anche l’immagine della Campbell’s Soup di Andy Warhol nasceva da un’ispirazione tratta dalla vita quotidiana. Emblema della cultura pop e della pop art, la lattina bianca e rossa della zuppa in lattina più famosa della storia dell’arte è immortalata, in mostra, in una serigrafia dalla nota serie realizzata da Warhol nel 1968.

La mostra è a cura di Linda Schädler, Direttrice della Graphische Sammlung ETH Zürich.

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo in tre edizioni separate (italiano, inglese e tedesco) edito da Scheidegger&Spiess ed Edizioni Casagrande con un saggio introduttivo di Linda Schädler, schede di approfondimento su una selezione di opere di Linda Schädler e Patrizia Keller e testi di John M Armleder, Stephanie Buck, Andreas Fichtner, Pia Fries, Candida Höfer, Jane Munro, Nadine M. Orenstein, Philip Ursprung, Lenny Winkel, oltre ad un glossario delle tecniche grafiche di Saskia Goldschmid.

Graphische Sammlung ETH Zürich 
Graphische Sammlung ETH Zürich venne fondata nel 1867 come classica Collezione di studio e per l’insegnamento. Da allora si è sviluppata come un’istituzione che gode di una reputazione a livello internazionale e promuove attivamente la mediazione e la comprensione dell'arte su carta - sia analogica che digitale. Circa 160.000 opere su carta, dal XV secolo ad oggi, ne fanno una delle più grandi collezioni di arte grafica della Svizzera. La Collezione offre una panoramica unica sulla storia della stampa, dalla xilografia a foglio singolo alla stampa digitale. Oltre ad un focus sugli antichi maestri, la Collezione presenta gruppi più ampi di stampe e disegni svizzeri dal XIX al XXI secolo. Inoltre, attraverso l'acquisizione mirata di opere d'arte contemporanea, essa segue e presenta gli ultimi sviluppi nel campo dell'arte su carta. A differenza di collezioni simili, che sono per lo più ancorate a istituzioni museali, il punto di forza della Graphische Sammlung ETH Zürich è l’appartenenza a un'università con un orientamento prevalentemente scientifico e tecnico. Questo favorisce il confronto tra arte e ricerca scientifica. Di conseguenza, la Graphische Sammlung ETH Zürich organizza spesso mostre con un approccio interdisciplinare. Il programma espositivo è accompagnato da un’ampia offerta di mediazione. Inoltre, oltre 50.000 opere sono disponibili per ricerche online nel catalogo della Collezione sul sito web.

Da Albrecht Dürer a Andy Warhol
Capolavori dalla Graphische Sammlung ETH Zürich
10 settembre 2023 – 7 gennaio 2024

Conferenza stampa: giovedì 7 settembre, ore 11:00

Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano
Sede LAC
masilugano.ch

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MASI Lugano
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+41 (0)91 815 7962

Per l’Italia
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martedì 18 luglio 2023

A Roma Follia Sacra di Leonardo Magrelli

Untitled, 2023, UV printing on lenticular plate, 79.5 x 55.5 x 3.5 cm
Photo credit: studio_daido

Pochi giorni ancora per visitare da Divario space la mostra Follia sacra, la prima personale di Leonardo Magrelli (Roma, 1989) giovane artista romano che ha fatto della fotografia il suo mezzo espressivo prediletto, rimpiazzando gli strumenti tipici del pittore con le tecniche di post-produzione digitale.

Le opere in mostra - undici stampe lenticolari e due totem - traggono la loro ispirazione da un evento che si svolge ogni anno nel comune di San Severo, in provincia di Foggia; i festeggiamenti per la Madonna del Soccorso, patrona della città. Per quanto riguarda l’aspetto religioso, le principali celebrazioni hanno inizio intorno alla terza settimana di maggio con un serie di processioni che si protraggono per tre giorni e in cui sono portati a spalla numerosi simulacri di santi, ma il lato più profano della festa vede come assoluti protagonisti dei particolari fuochi d’artificio a terra, chiamati “batterie”, che vengono incendiati a catena negli oltre venti rioni, al passaggio dei cortei. Sui social media è possibile trovare facilmente diversi video dei partecipanti, tutti girati con il cellulare, che in preda ad una follia sacra scappano in ogni direzione e si rincorrono in mezzo alle potentissime esplosioni che simbolicamente rappresentano il male e la fuga da esso. L’artista si è concentrato su uno di questi video campionando singoli dettagli da coppie di fotogrammi in successione. Attraverso un approccio aperto alla manipolazione e alla riconversione delle immagini, Leonardo Magrelli esplora la natura ambigua della realtà stessa, distorcendo, falsificando e trasformando la testimonianza visiva. Omettendo uno o più elementi fondamentali alla comprensione dei fatti rappresentati, l’artista crea una sorta di distorsione cognitiva, un vero e proprio senso di spaesamento che sottopone la storia alla libera interpretazione del pubblico.


Follia Sacra di Leonardo Magrelli
fino al 21 luglio 2023

La mostra sarà visitabile fino a venerdì 21 luglio 2023 con i seguenti orari: 
lunedì dalle 15:30 alle 19:30
da martedì a venerdì dalle 11.30 alle 19.30
sabato solo su appuntamento
domenica chiuso Ingresso libero

Divario
Via Famagosta 33
00192 Roma 
T +39065780855
info@divario.space
divario.space

  
Follia Sacra | Leonardo Magrelli
photo credit Studio Daido
courtesy Divario

lunedì 17 luglio 2023

Di-Segni di luce

 



Di-Segni di luce

a cura di Patrizia Dinoi

 

Presenterà la mostra il critico prof.ssa Patrizia Staffiero.

 

La mostra è visitabile fino al 6 agosto 2023, con orario di apertura 20:00 – 22:00, oppure su appuntamento (tel. 389 191 1159)

 

Cosimo Marullo nasce a Lecce nel 1959. Comincia a dipingere giovanissimo, i primi dipinti  sono datati 1970. Diplomatosi presso il Liceo Artistico di Lecce s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Lecce alla guida dei docenti proff. Luigi Mariano e Alfonso Siano.

Nell’anno 1987 si diploma maestro d’arte presso l’Istituto Statale d’Arte di Lecce in Decorazione Pittorica. 

Nell’anno 1995 si diploma in Grafica Pubblicitaria e Fotografia presso l’Istituto Statale d’Arte di Galatina.

Dal 1997 al 2006 è titolare della cattedra di Decorazione Pittorica e Scenografica presso l’Istituto Statale d’Arte “Giuseppe Pellegrino” di Lecce.

Dal 2007 è docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Numerose sono le mostre su tutto il territorio nazionale e in importanti siti pugliesi (Museo civico di Vieste, Artisti Contemporanei Salentini palazzo del Tufo Matino (LE), galleria S. Teresa Fano (PU), “D’acqua e di riflessi” Galleria A.R.C.A. Lecce) fino ad approdare nel 2018 al Museo di Luxi – Yannen in Cina.

 

È un artista poliedrico che nel corso della sua esperienza professionale si è anche dedicato alla fotografia, alla decorazione pittorica, alla scenografia e alla grafica misurandosi con una miriade di informazioni visive che trovano spazio nelle sue tele, dalle quali scaturiscono suggestioni quasi olfattive. 

L’artista rimescola codici e strutture visive; nei suoi dipinti campeggiano particolari di una natura benigna, e case, barche, frutti, ninfee dai colori squillanti, divengono quasi il riverbero dell’idea di sinestesia, creando con la sua arte un senso di straniamento, degno di un’esperienza mentale multisensoriale. Nei suoi lavori traspare una nota di leggerezza che rifiuta la paranoia del colore ritmato dal disegno, prediligendo spesso il clima diurno che, a volte, lascia spazio al trascolorare del giorno avviandosi alla quieta serenità del meriggio inoltrato e annunciando quasi la notte. 

Marullo genera, con i suoi quadri, il piacere del colore, senza indugiare sulla forma, mostrando, a tratti, l’intimità del suo pensiero e ci permette di entrare, attraverso le pennellate rapide e pastose, in quell’universo indistinto, appassionato ed espressivo, che caratterizza la sua arte.  

 Patrizia Staffiero


 

La comunicazione è curata da Spazio Start.

Progetto grafico : Claudia Dagostino

Per informazioni:

Tel.:  389 191 1159

Email :  spaziostart.giovinazzo@gmail.com

Web: https://www.facebook.com/spaziostart 

 

Claudio Rotta Loria | Geometrie di luce

Claudio Rotta Loria
Superficie a interferenza luminosa
C 1x23 SU 24 abcd SU BIANCO, 1996 (Medium)

Il TOMAV EXPERIENCE – Torre di Moresco Centro Arti Visive, in collaborazione con la Fondazione Filiberto e Bianca Menna (Salerno-Roma)e con il Museo Venanzio Crocetti (Roma) è lieto di annunciare Geometrie di luce, una importante antologica di Claudio Rotta Loria che sarà inaugurata sabato 29 luglio 2023, ore 18:30, negli spazi della Torre di Moresco (AN).

Muovendo da un nucleo di opere realizzate sul finire degli anni Sessanta (si pensi alle straordinarie Superfici interattive del 1968 e alle Rotazioni del quadrato realizzate nel 1969), periodo in cui Claudio Rotta Loria orienta il proprio discorso sul colore, sulla forma geometrica, sulle forze e sui dati elementari della pittura intesa come atto mentale, l’esposizione evidenzia il modus operandi di un intellettuale totale che dilata l’orizzonte riflessivo e creativo nell’ambito di importanti considerazioni sulla luce, portata a ingrediente essenziale del lavoro e a fattore capace di innescare mobilità, cinetismo controllato da regole di natura temporospaziale. Agli anni Settanta risalgono infatti le Strutture reticolari complesse a pluripercezione (1970) e i Cromoplastici(1970) dove la fluorescenza cromatica porta l’osservatore a percepire accurati effetti di vibrazione, seguiti dalle Superfici a interferenza luminosa(1970) dove Rotta Loria esplora analiticamente l’azzeramento percettivo della carta (importanti, di questo periodo, anche i vari interventi plastici nello spazio della vita – si pensi almeno all’Intervento d’ambiente Q 1.0 del 1970 e alla Porta del cielo del 1972) e dalle varie spazializzazioni di forme geometriche(1971) che estroflettono lo spazio perfetto della superficie per dar luogo a dispositivi vibranti, a programmazioni visuali capaci di sollecitare l’occhio del fruitore e di risucchiarlo in un ambiente geometrico dall’immota mobilità.

Se a partire dagli anni Ottanta (l’artista lavora da sempre per cicli aperti che salgono le scale del tempo per riversarsi sul pulsante presente), con gli Spazi di tramee gli Spazi di tensionil’artista indaga il potere emotivo del colore, sempre vigilato da cinture scientifiche – «inizialmente le opere sono percorse da corti segni a pastello sovrapposti (prodotto del breve e sempre uguale movimento del braccio e della mano), in seguito, da a una scrittura-pitturadi un mantra che, in sintonia col respiro, ritma l’atto del dipingere» – che richiamano alla memoria alcune conquiste del primo Novecento e pongono al centro dell’attenzione potenti ambiguità percettive, con le geografie poetiche realizzate a partire dal 2001, Rotta Loria crea nuovi strumenti di misura che saltano il fosso del geometrico e del geografico per concepire un discorso prossimo all’enigma della frantumazione, alla commistione di piani e alla contaminazione, all’interruzione, alla fluidificazione e al frammento. 

Memori degli spazi aperti che caratterizzano gli straordinari Interventi d’ambiente(1970-1972) sono le installazioni e i vari Equatori che Claudio Rotta Loria realizza a partire dal 2001, opere il cui impianto interno «rappresenta un modo per pensare il mondonei termini di una suggestione “geografica”di grande respiro ai limiti dell’astrazione».

Claudio Rotta Loria. Geometrie di luce_nei riflessi della riflessione
a cura di Antonello Tolve
29 luglio | __ 10 settembre 2023
opening _ sabato 29 luglio ore 18:30

TOMAV - Torre di Moresco Centro Arti Visive, Moresco (FM)
info | www.tomav.it / +39 0734 259983 / +39 351 5199570
apertura | sabato e domenica, dalle 18:00 alle 20:00 o su appuntamento

giovedì 13 luglio 2023

NUCRÉ II edizione, rassegna di arte contemporanea

Angelo Filomeno, Mantra, 1994—Zig zag su tela di cotone
158 x 158 cm Courtesy: l’artista Ph: Marino Colucci

Al via il 22 luglio 2023, alle ore 19.00, la II Edizione di NUCRÉ, Rassegna di arte contemporanea nel comune di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi.

Il progetto, nato su iniziativa di Rita Urso e Arechi Invernizzi (Artopiagallery, Milano), in collaborazione con il Comune di Ceglie Messapica e la Pinacoteca Emilio Notte, con il patrocinio della Regione Puglia e del Museo Arecheologico F. Ribezzo, Brindisi, si sviluppa quest’anno in due sedi: il Castello Ducale – nella Sala dei Sindaci e nelle Scuderie, riaperte per la prima volta al pubblico dopo oltre quarant’anni – sarà la sede della mostra collettiva “The Court Ballet” a cura di Roberto Lacarbonara; il Trullo Rubina, in contrada Menzella, sempre nell’agro di Ceglie Messapica, ospiterà la mostra “Leggere gravità”, progetto a cura di Arechi Invernizzi, dedicato a Rubina Ciracì. 

Nucré, è una parola composta dai termini dialettali “nu” + “cré” e rappresenta una ricorrente formula vernacolare del territorio con cui si indica generalmente “un domani”, allusione e suggestione usata in forma di speranza, di promessa, di destino. Il termine fa riferimento a una delle più celebri poesie di Pietro Gatti, autore cegliese tra i più influenti poeti regionali del Novecento, cui è dedicata la Biblioteca civica. 

Attraverso un omaggio alla celebre personalità di Aurelia Sanseverino (1498-1562), “utile signora e padrona antica” del feudo di Ceglie, NUCRÉ apre al pubblico le sale del Castello Ducale per ospitare la mostra THE COURT BALLET dedicata al tema della danza e della musica: questo singolare “invito a corte” intende rievocare gli usi di una nobildonna illuminata e munifica che, oltre a dotare la città di opere sociali come il nosocomio e il convento di San Giovanni Evangelista, provvide allo sviluppo architettonico del maniero e del centro storico, lasciando ai cittadini la possibilità di varcare le soglie del Castello in occasione di rappresentazioni musicali e per la visione delle opere d’arte della collezione baronale. La storia del Palazzo nobiliare, luogo della cultura e della partecipazione civica, raduna oggi suggestioni e dialoghi tra l’arte contemporanea e alcuni fenomeni arcaici e antropologici legati al culto della danza, fortemente connessi ai luoghi della rassegna. Gli artisti in mostra, radunati nelle Scuderie del Castello, saranno Dina Danish, Angelo Filomeno, Angelica Mesiti, Marzena Nowak e Luca Trevisani. 

Inoltre, sarà presentato un lavoro fotografico inedito di Giulia Parlato dedicato al “Capitello della Danza”, conservato nel Museo Archeologico Regionale “Francesco Ribezzo” di Brindisi, diretto dall’architetto Emilia Mannozzi. Autentico gioiello medievale – oggetto di un recentissimo restauro da parte della ditta Artistica Pirro, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ABAP delle province Brindisi e Lecce – è considerato tra le più rilevanti e significative testimonianze della presenza dei Normanni in terra brindisina (così come a medesima epoca appartiene il nucleo centrale del Castello di Ceglie) soprattutto per la sua inconsueta scelta tematica riguardante i dodici personaggi, maschili e femminili, partecipi a una scena di danza. 

Elena Mazzi, Written and unwritten dance, 2023
acrilico e inchiostro su tessuto dimensioni variabili
Courtesy: The artist and Artopia gallery, Milan

Ulteriore aspetto d’indagine della Rassegna sarà il tema della “Pizzica Serpentata Cegliese”, una arcaica forma di espressività musicale e canora della tradizione locale dal carattere magico-rituale, utilizzata per curare le persone che si credevano possedute da un animale-simbolo come il serpente. A questa forma di malessere e alla relativa cura tradizionale è dedicato il lavoro di Elena Mazzi

SEDE: Castello Ducale di Ceglie Messapica, Via Chiesa 11 
Inaugurazione: sabato 22 luglio 2023, dalle 19 alle 21 
Apertura: Lun-Ven 9.30-12.30, 18.00-21.00; Sab e Dom: 18.00-21.00. 
Ingresso gratuito

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Il Trullo Rubina in contrada Menzella a Ceglie Messapica sarà la sede della mostra collettiva 
Leggere Gravità, un progetto dedicato a Rubina Ciracì, a cura di Arechi Invernizzi. 

Il Trullo, con la sua particolare forma architettonica e la sua storia, costituisce il motivo ispiratore del tema dell’esposizione, la leggerezza nell’intima e paradossale relazione con il suo contrario, la gravità, intesa come fisicità e compattezza delle cose. La semplicità del metodo costruttivo rende queste abitazioni “leggere” e in qualche modo provvisorie. Le lastre di pietra calcarea incastonate a gradino senza malta e cemento sfidano la forza di gravità nella loro tensione verso il cielo e sono facilmente smontabili, come accadeva durante il periodo borbonico, quando gli esattori spagnoli inviati dal Regno di Napoli arrivavano per riscuotere le tasse sugli immobili. Nel contempo la massiccia base quadrangolare dalle pareti spesse conferisce al trullo un’immagine non solo di solidità e sicurezza, ma anche di resistenza alle avversità del tempo e di ancoraggio alla terra. Ognuno dei lavori esposti rispecchia la suggestione dell’ossimoro da cui prende il titolo la mostra e si muove in un territorio di mezzo e sospeso, da cui trae consistenza per contrappunto e dove la leggerezza può rovesciarsi nel suo contrario. Il mondo effimero delineato dalle ombre nelle opere di Maddalozzo, Pignatelli e Uncini, rimanda ad una composizione plastica e trasforma un elemento labile e ambiguo in qualcosa di stabile e visibilmente concreto. Allo stesso modo le forme severe e rigorose della scultura in acciaio di Gilioli giocano con i molteplici riflessi della luce, mentre nei quadri di Catelani l’instabilità del colore annulla la distinzione tra materia e immagine. I collage surreali di Tomašević e le stampe digitali di Pizzolante aprono ad un universo inspiegabile e metafisico in cui l’uomo è infinitamente piccolo e la memoria diviene palpabile. Infine, nella rielaborazione di due tradizionali ex voto boemi di Štětinová, si avverte come una discrepanza tra la leggera, fluida, e fragile aggregazione del soggetto e la materia più rigida con cui è realizzato, il legno di tiglio. 

SEDE: Trullo Rubina, Contrada Menzella, Ceglie Messapica Inaugurazione: sabato 22 luglio 2023, dalle 21 alle 23 Apertura: Su prenotazione (39) 348 31 37 994; Lun-Ven 18.00-20.00

Entrambe le mostre saranno accompagnate da un catalogo bilingue, con testi di Francesca Di Giorgio, Arechi Invernizzi e Roberto Lacarbonara.



Un progetto di:
Rita Urso e Arechi Invernizzi (Artopiagallery, Milano)
www.artopiagallery.it / artopiagallery@gmail.com / +39 348 3137994

Patrocinio:
Città di Ceglie Messapica

Ufficio Stampa:
Mila Uffici Stampa
Alessandra Montemurro: +39 328 951 8532
Michela Ventrella: +39 349 526 0370
info@milaufficistampa.it

Design e comunicazione:
Marco Spinelli Studio

 






martedì 11 luglio 2023

About Flowers, mostra personale di Ignazio Cusimano Schifano


Bassi Beneventano ospita About Flowers, mostra personale di Ignazio Cusimano Schifano a cura di Serena Ribaudo, visitabile fino al 30 luglio 2023.

About Flowers è la prima mostra con cui si inaugurano i nuovi prestigiosi spazi di Scicli “Bassi Beneventano”ubicati all’interno di Palazzo Beneventano insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità dall’ Unesco e definito da Sir Anthony Blunt il più bel palazzo barocco di Sicilia. La bellezza sfolgorante di Palazzo Beneventano, forte, sfacciata, caratterizzata da apparizioni fantastiche e da forme bizzarre è dunque già nota nel mondo e ben si presta ad ospitare questo nuovo importante spazio riferimento per la cultura siciliana e nazionale. Bassi Beneventano nasce dal sodalizio di due importanti realtà che danno vita ad un progetto veramente encomiabile per unità d’intenti e per desiderio di valorizzazione dei talenti e del territorio siciliani. Si tratta della Stamperia d’Arte Amenta -tra le pochissime stamperie d’arte in Italia- portata avanti con passione da Loredana Amenta e della Lo Magno artecontemporanea che con questa seconda sede, dopo quella di Modica, si prefigge un ampliamento della propria mission. Lo Magno artecontemporanea nel 2022 ha celebrato i suoi 30 anni di attività con un group show che ha visto proprio tra i protagonisti Ignazio Cusimano Schifano. About Flowers segna un momento estremamente significativo nel percorso di vita e d’arte di Ignazio Cusimano Schifano, un genuino processo di rinascita iniziato circa un anno fa nella prestigiosa esperienza di residenza artistica presso il Museo Trame Mediterranee-Fondazione Orestiadi di Gibellina, rinascita continuata con esiti fortunati per pregevolezza e risultati artistici nella sua produzione più recente che costituisce la quasi totalità delle opere in mostra. Scrive la curatrice Serena Ribaudo: “ (…) Un rinovellarsi che trova il suo aspetto più pregnante in un moto dell’anima, in un’aspirazione che si fonda su di un motto semplice altresì universale: ricominciare dai fiori. Ricominciare lontano dai trabocchetti, dagli artifizi, dalla lusinga delle illusioni. Ricominciare lontano dalla morte della coscienza poetica. Ricominciare dalla Bellezza di cui i fiori sono un frammento nel creato. Un frammento innocente e misterioso al contempo. Ricominciare dal riconnettersi ad una sempiterna energia creatrice e ricreatrice, con una radice primitiva e vitale”. Nell’opera di Ignazio, e pertanto in quelle presenti in mostra, emerge sempre come una sorta di sigillo la sua precedente professione di restauratore di pregio e di conseguenza il sentimento dell’antico come principio fondante di tutte le cose. Ad esso si sposa uno sguardo attento, inquieto, difforme, sulla realtà -esteriore ed interiore- che costituisce la ragione più profonda e più vera del suo fare pittura. Attraverso le sue opere su tela e su carta, sempre impregnate della sua delicata e potente poesia, Cusimano Schifano in About Flowers e per Bassi Beneventano costruisce un percorso affascinante che invita il fruitore allo stupor e all’investigare i misteri pittorici e di natura.

Bassi Beneventano
Palazzo Beneventano, Piazzetta Ficili,1 – Scicli (RG)
Visitabile fino al 30 luglio 2023

Martedì-Sabato 10-13 e 17-21, Domenica 17-21, Lunedì chiuso
lomagno@bassibeneventano.it
bassibeneventano.it lomagnoartecontemporanea.it


pubblica: 

Paolo Loschi | Polline Blu


La Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni presenta sabato 22 luglio 2023 alle ore 19.30 la quinta mostra all’interno della neonata Project Room. Polline blu, questo il titolo della personale di Paolo Loschi, artista il cui lavoro la Galleria cura da tantissimo tempo e che, in tale occasione, la Direttrice tiene a presentare personalmente. 

Ecco come Maria Gabriella Damiani, gallerista della Orizzonti e curatrice della mostra, esplica il lavoro di Paolo Loschi:

Che peso ha la musica nell'arte?
Tanti sono gli artisti, oggi come in passato, che si sono lasciati ispirare dalla forza della musica potenziando quel guizzo geniale del gesto, subliminandolo con la fluidità del pennello e dei colori. E che dire dell'amore? Quanta letteratura, quanta poesia è stata ispirata da quelle ingovernabili pulsioni amorose che hanno spinto l'amante a superare se stesso e a consegnarsi all'immortalità attraverso i propri versi, racconti, poesie, romanzi, pitture e colori. E così, anche nel mondo di Paolo Loschi, la musica è parte integrante del suo bagaglio artistico/culturale tanto da definirsi egli stesso "un pittore con un buon orecchio"; ma se si parla di Loschi non si può assolutamente non parlare anche di spiritualità, che non è certo una spiritualità ecclesiastica bensì quel dolce dolore invadente che ogni giorno ti spinge a misurarti con te stesso e che alla fine dei giochi, ma con non poche difficoltà, ti eleva, ti redime da quei sentimenti basici che schiavizzano l'uomo immaturo e ti avvicina quanto più umanamente possibile all'idea che la tua anima aveva di te, prima della famosa notte dei tempi. E così come un naufrago, un artista senza l'opera ultima, come l'Arcano maggiore dei Tarocchi l'Appeso, come un Angelo alla ricerca del suo sparring partner, Loschi ripesca se stesso nell'infinito del suo passato e si riconsegna al presente come nuovo, ritrovando in quel gesto poetico e colorato quella parte di se rimasta sospesa, come in attesa di compimento, quel compimento che solo l'amore con la maturità dell'anima può regalare. Dal suo pennello fluido, musicale, spinto dal suono dolce e suadente di una tromba, riemergono personaggi strani, dei direttori di orchestra, degli angeli nascenti, un po' sfuggenti, un po' intuitivamente irriverenti, intrisi di colore e morbidi nei gesti, pregni di musicalità, di movimento e di spiritualità. Direttori di orchestra in piedi sul podio, sospesi, in attesa del tocco di inizio all'orchestra o forse fermi, protesi nel vuoto come a sottolineare l'importanza di una pausa, o di una sincope; Angeli vaganti circondati da quel polline bluche feconda le anime in attesa di trovare la propria a cui donare la possibilità di redenzione terrena. E resta così Paolo Loschi, così come i suoi direttori di orchestra, così come i suoi Angeli terreni, in piedi dinanzi alla sua tela intonsa in attesa di captare il sibilo della bacchetta per dare inizio al duello contro quelle infinite tele anonime... e all'improvviso un dubbio mi assale: e se non fossero tele? E se invece fossero mulini? Nel suo lavoro si riconosce bene l'estrema sintesi dell'informale di Licini, dell'espressionismo astratto di Cobra, del graffitismo di Basquiat, di quei personaggi fantastici e colorati di Klee ma il suo gesto, la sua cifra pittorica, è la somma di tutti i gesti, ormai fortemente riconoscibile, nel segno così come nel colore. Un gesto maturo, denso, corposo, a volte veloce, a volte lento, un gesto ormai "a togliere", come da grande lezione di Miles Davis, a volte violento, a volte dolcissimo, come dolcissimo è l'amore, a volte lungo, a volte profondo, "come profondo è il mare". Suonare i suoi colori, dipingere la sua musica, il suo amore per la vita, la sua passione, se stesso, in un tumulto di emozioni che turbinano dal presente al passato per congiungerlo finalmente al futuro, questo è il fine ultimo di Paolo Loschi. Una lotta con le tele sì ma soprattutto con se stesso, per rendersi migliore, come uomo e come artista, così come i nostri Angeli vogliono per noi. Quel duello infinito della vita come infinito è l'Amore Universale che anima Loschi, un amore non invidioso ma rispettoso, che non gode dell'ingiustizia ma si compiace della verità; un amore maturo, potente che tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta, senza fine. Un amore misterioso, suadente, penetrante, come la musica, come il cielo, come le stelle, come Dio... si fermerà mai?

Maria Gabriella Damiani

Paolo Loschi
Polline Blu
a cura di Maria Gabriella Damiani

Inaugurazione 22 luglio ore 19,30


22 luglio – 11 agosto 2023


GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506
info@orizzontiarte.it- www.orizzontiarte.it
F: Orizzontiartecontemporanea

Communication Manager
Amalia Di Lanno
www.amaliadilanno.com - info@amaliadilanno.com

lunedì 10 luglio 2023

Donne artiste. Percorsi nella grafica dal Novecento ad oggi

opera Maria Lai, dettaglio


Presso gli spazi espositivi del Palazzo della Calcografia avrà luogo la mostra Donne artiste. Percorsi nella grafica dal Novecento ad oggi, a cura di Luisa De Marinis e Ilaria Fiumi Sermattei.
L’esposizione, promossa e organizzata dall’Istituto centrale per la grafica, è dedicata alla produzione grafica delle artiste presenti nelle proprie raccolte, per tracciare i percorsi della ricerca espressiva dai primi decenni del Novecento fino ai giorni nostri.
Oltre alle quaranta artiste selezionate, per un totale di 80 fogli dai fondi della Calcografia, del Gabinetto disegni e stampe, del settore Grafica contemporanea e delle Collezioni fotografiche dell’Istituto, la mostra espone anche opere di artiste non ancora presenti in collezione, ma fortemente significative per delineare compiutamente il panorama contemporaneo. Sono invitate tre autorevoli artiste emerse alla scena dell’arte subito dopo la Guerra e in parte ancora operative: Elisa Montessori, Isabella Ducrot e Irma Blank.
La mostra si articola intorno a sei temi: Mito/visione, Paesaggio/natura, Paesaggio/città, Volti/figure, Segni/scritture e Su di Lei in un percorso artistico in cui il criterio cronologico e storico si intreccia con quello linguistico e tematico, a testimoniare l’adesione delle donne alle correnti e ai movimenti della storia dell’arte nel lungo periodo preso in esame.
All’inizio del Novecento, nel panorama artistico italiano si rileva una presenza significativa di donne artiste, partecipi della coeva ricerca espressiva di inizio secolo e pienamente inserite nel sistema della produzione e del mercato. Gli esiti di questa attività appaiono particolarmente qualificati ma vengono recepiti in misura estremamente ridotta dalla politica di acquisizioni del governo per le raccolte pubbliche di grafica, a significare il loro lento riconoscimento da parte della società.
Fino al secondo dopoguerra le linee di ricerca espressiva non si discostano dal panorama contemporaneo, concentrato sulle diverse esperienze, sia astratte che figurative, alle quali successivamente si affiancano le tematiche prevalentemente legate alla riflessione sul ruolo della donna, che via via si sviluppano sulla scia delle istanze del femminismo tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso: una presa di coscienza che investe temi e linguaggi, creando linee di ricerca nuove, vive e attive ancora oggi.

In questo percorso si inserisce il lavoro delle tre artiste invitate, tutte nate negli anni Trenta del ‘900: il grado zero della scrittura aniconica di Irma Blank, le composizioni materiche e tessili, concettualmente concepite di Isabella Ducrot, le ispirazioni poetiche, in bilico tra mito e natura nei disegni di Elisa Montessori.

L’esposizione sarà seguita da un catalogo, un accurato oggetto editoriale corredato da un’ampia selezione di immagini b/n e a colori, che presenterà le opere selezionate e il percorso espositivo.


Donne artiste. Percorsi nella grafica dal Novecento ad oggi

Artiste in mostra
Carla Accardi / Paola Agosti / Sally Apfelbaum / Barbara Árnason / Marina Ballo Charmet / Maria Barosso / Eva Barret / Letizia Battaglia / Livia Bencini / Marina Bindella / Irma Blank / Giovanna Borgese / Stefania Boscaro / Lisetta Carmi / Carla Cerati / Sandra Conti Morandi / Emma Dessau Goiten / Almina Dovati Fusi / Isabella Ducrot / Giosetta Fioroni / Giuseppina Fortini / Helen Frankenthaler / Giancarla Frare / Maria Teresa Gazzo / Liliana Gramberg / Stefania Guidi / Silvia Imparato / Maria Lai / Marcelle René Lancelot Croce / Anna Marongiu / Giovanna Martinelli / Titina Maselli / Elisa Montessori/ Maria Cecilia Monteverde Cammarata / Giulia Napoleone / Irma Pavone Grotta / Beverly Pepper / Linda Puccini / Carol Rama / Silvia Reichenbach / Marialba Russo / Vittoria Rinauro / Antelma Santini

Sede della mostra
Istituto centrale per la grafica, Sale espositive del Palazzo della Calcografia, via della Stamperia, 6

Date di apertura
17 maggio – 23 luglio 2023

PROROGATA AL 20 AGOSTO 2023

Giorni e orari
martedì – domenica, ore 10:00 – 19:00 (ultimo ingresso ore 18.30)
Ingresso libero

Non è possibile accedere all’Istituto con bagagli, zaini e borse di grandi dimensioni. Non sono disponibili armadietti o guardaroba.

Ufficio stampa
Flaminia Casucci flaminiacasucci@gmail.com
Allegra Seganti allegraseganti@yahoo.it










mercoledì 5 luglio 2023

Tiziana Tafuri | In the mood for change

Tiziana Tafuri Moods 2022 30 collage e decollage su light cm 20x14,5


Mercoledì 12 luglio, dalle ore 18.00, la Shazar Gallery presenta In the mood for change, prima personale di Tiziana Tafuri negli spazi di via Pasquale Scura.

L’artista napoletana, che vive e lavora a Barcellona, mette in scena la necessità del processo creativo, l’urgenza di un moto interiore la cui epifania, trascendendo dall’ambiente, sviluppa linguaggi interiori fatti di sovrapposizioni e svuotamenti materici. La carta di una collezione di riviste assume valenza pittorica diventando protagonista della tela, in un momento di attenzione cosciente verso la scoperta di ciò che si incontra più in profondità, sotto gli strati superficiali. 

Durate il trasferimento dalla ceramica (materia privilegiata dall’artista) alla carta, quest’ultima viene trattata con la tecnica del collage e decollage, i cui diversi strati strappati, usurati e sovrapposti, utilizzati come tavolozza di colori, contribuiscono alla narrativa dei lavori, enfatizzando i luoghi di accumulo, di sovrapposizioni, interazioni e reazioni. È lì che si percepiscono e si svelano i segnali delle funzioni vitali di un processo di trasformazione in atto, lì, dove c’è una convivenza di contingenza e accidentalità, al limite tra il costruito e il distrutto. 

La tecnica utilizzata partecipa alla richiesta di attenzione, nel gioco necessario di avvicinamento e allontanamento dalle tele. Le opere quindi assumono sembianze di volti, occhi, sguardi, in un primo momento attenti e sorpresi, protagonisti di fronte a questa indagine esplorativa, per mettere poi in evidenza che proprio quelle macchie, strappi e texture che li compongono, svelano gli infiniti strati ed inclinazionie le possibili ed infinite direzionidi un cambio, attraverso i quali l’uomo e la natura perennemente si rinnovano.

In the mood for change rimarrà aperta fino al 8 settembre 2023 dal lunedì al venerdì dalle 15,00 alle 20,00 e su appuntamento. 

Press officer: Graziella Melania Geraci 3475999666 press@shazargallery.com

Shazar Gallery
Tiziana Tafuri

In the mood for change

Opening: mercoledì 12 luglio 2023 dalle 18,00 alle 20,00

Dal 12 luglio al 8 settembre 2023

Shazar Gallery
Via Pasquale Scura 8
80134 Napoli Tel. 081 1812 6773 www.shazargallery.com – info@shazargallery.com
Instagram: shazargallery– FB: shazargallery


martedì 4 luglio 2023

A Teramo OneFlag, progetto di arte pubblica

Bianco-Valente_Ogni dove_ 2023

Attirare lo sguardo e l’attenzione del pubblico su tematiche e aspetti che riguardano la società contemporanea è l’obiettivo di OneFlag, il progetto d’arte pubblica che inaugura il 4 luglio 2023 a Teramo. L’intento è di creare un’iniziativa che testimoni attraverso l’arte, il processo di creazione di un obiettivo comune, sotto il quale, riconoscersi e superare i confini e le barriere culturali. La curatrice Marcella Russo ha invitato sette artisti: Bianco-Valente, Iginio De Luca, Giovanni Gaggia, Andrea Nacciarriti, Agnese Purgatorio, Fabrizio Sannicandro, Giuseppe Stampone/Maria Crispal che nella loro ricerca praticano una politica di inclusione culturale e sociale, tema centrale del progetto.

OneFlag si colloca nell’ambito della manifestazione sportiva Interamnia World Cup, che si terrà a Teramo dal 9 al 15 luglio 2023. 
L’evento, un torneo giovanile internazionale di pallamano, nato nel 1973, che festeggia quest’anno la 50ma edizionenel nome dei più alti ideali e valori dello sport, dello scambio culturale, dell’inclusione sociale, ha ospitato nel corso degli anni oltre 200 mila partecipanti tra atleti, tecnici, dirigenti ed arbitri di 152 nazioni, oltre 4.000 città del mondo, più di 20.000 squadre di club. Nel 1989 l’U.N.I.C.E.F. grazie all’Interamnia World Cup, ha conferito a Teramo il titolo di “Città aperta al mondo” per la promozione
nell’ambito socio-culturale e sportivo dei valori della cooperazione, della pace, della solidarietà e dell’integrazione, senza nessuna preclusione di razza e religione, avendo consentito tra l’altro, la contemporanea partecipazione di nazioni in conflitto tra loro. Nel 2014 Amnesty International ha conferito al torneo il riconoscimento di “Difensore dei Diritti Umani. Oneflag è anche il nome dell’opera realizzata dall’artista Fabrizio Sannicandro per la cinquantesima edizione di Interamnia World Cup.

Questa prima edizione organizzata dall’Associazione Culturale Grand Hotel prevede la realizzazione di installazioni urbane e azioni performative nella città di Teramo dal 9 al 30 agosto 2023. 
Gli artisti coinvolti hanno realizzato delle bandiere, opere site_specific, che saranno collocate nello spazio urbano del corso principale di Teramo. 

Le BANDIERE esprimono la ricerca di ogni artista, considerando una delle tematiche più importanti del nostro tempo: creare una coscienza collettiva che superi i confini di ciascuna nazione per sottolineare un sentimento di appartenenza collettiva. 
Le opere ambientali non saranno l’unica attrattiva del progetto che, infatti, prevede la performancedi Giovanni Gaggia. “The colours of changement”è sia il titolo della bandiera che della performance che l’artista realizzerà giovedì 13 luglionella Piazza Martiri della Libertà(Campo centrale) di Teramo alle 5.39, l'ora esatta del sorgere del sole che diviene simbolo e auspicio. 

Nello sport la palla è la posta in gioco e ognuno cerca di portare la propria capacità al massimo grado giocando con la palla. OneFlag porta il messaggio dell’arte: “l’altro non è un nemico ma l’amico necessario per il gioco della vita”. 

Il progetto ha il patrocinio della Regione Abruzzo, Provincia di Teramo e Comune di Teramo.



Scheda Tecnica
Titolo: OneFlag
Artisti: Bianco-Valente, Iginio De Luca, Giovanni Gaggia, Andrea Nacciarriti, Agnese Purgatorio, Fabrizio Sannicandro, Giuseppe Stampone/Maria Crispal.
A cura di: Marcella Russo
Date: Dal 4 luglio al 30 agosto 2023
Luogo: bandiere in Corso Vincenzo Cerulli di Teramo
Performance di Giovanni Gaggia Piazza Martiri della Libertà (Campo centrale) di Teramo alle 5.39.
Organizzazione e Coordinamento generale: Associazione culturale Grand Hotel in collaborazione con Fabrizio Sannicandro
Documentazione video e foto: Michele Alberto Sereni e Natascia Giulivi

Ufficio Stampa: www.rp-press.it
Tel: 0039 349 3999037
Mail: press@rp-press.it
Sito: http://www.rp-press.it


pubblica: 

Giulia Barone e Livia Giuliani | Un azzurro filare a gocce

Livia Giuliani, Asciugami sempre, detail

Curva Pura è lieta di presentare Un azzurro filare a gocce a cura di Serena Santoni, dove le opere di Giulia Barone e di Livia Giuliani riflettono sulla generazione dell’acqua e delle sue capacità e criticità.

Con l’approccio sperimentale e irriverente che caratterizza da sempre i progetti della galleria, le opere site specific sono espressione di un’urgenza testimoniale, che nasce da aspetti spesso tralasciati e sottovalutati nel complesso scenario dell’arte del nostro tempo. Alla base del progetto è la spinta di indagine data anche dall’arteterapia che si conferma essenziale quando non si pone nei confronti dell’arte e dell’artista in un ruolo interpretativo, ma dialogante, esprimendo tutto il potenziale in uno scambio fecondo e restituendo al fruitore l’occasione per oltrepassare i confini e disegnare nuove relazioni. A seguito delle esperienze laboratoriali condotte dall’arteterapeuta Viola Marano, le installazioni si fronteggiano e portano in scena conflitti e pulsioni antitetiche, tra tormenti e tensioni, desiderio e difesa, sfidando le rappresentazioni tranquille senza preoccuparsi dell’emarginazione, con il desiderio di stimolare il pubblico al dibattito sulle pratiche artistiche, pensando l’arte nella prospettiva di un benessere condiviso al centro delle nostre esistenze. 

Note Biografiche: 
Livia Giuliani (1995), frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma diplomandosi in Grafica d’Arte. Ad aprile di quest’anno partecipa alla collettiva Tropismi della memoria, a cura di Spazio Y, e nel 2022 è la sua prima personale Double Facea cura di Camilla Salvi presso lo Studio Legale Fair Legals. Sempre nello stesso anno riceve il premio come artista emergente per l’International Female Artists Summit Women Art presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma, espone in seguito presso la Biblioteca Vallicelliana di Roma nella collettiva Impressum Est, e viene selezionata per la residenza d’artistaPrima che la via si faccia sentieroorganizzata da Casaturese. Sempre nel 2022 ha preso parte a due mostre collettive, Slow Love Vol. I-II, rassegna di cui è anche cofondatrice dal 2021, ed Ex Corpo, in collaborazione con Flewid Magazine. Ha partecipato ed esposto anche per il progetto ULTRAin occasione della Rome Art Week. Nel 2021 partecipa ed è successivamente pubblicata nel catalogo First International Digital Print Art Exhibitiondi Pechino, organizzato da International Academic Printmaking Alliance. Nello stesso anno realizza la locandina ufficiale per la 25° edizione dell’Umbria Film Festival. Negli anni precedenti ha preso parte a diverse rassegne e progetti come Premio Limen, Tolfarte, Euthropia.

Giulia Barone (1994) è tecnico di laboratorio all’Accademia di Bella Arti di Roma per la Scuola di Fotografia e Video, dove ha studiato Decorazione per poi conseguire il Diploma Specialistico in Grafia e Fotografia. È fondatrice e coordinatrice del collettivo fotografico Mosche Biancheguidato da Luciano Corvaglia. Tra le mostre, le personali Unu/unonell’unico, tenutasi a Todi nel 2022, e S.t. - fotografie di Giulia Barone, presso la Galleria Acta International, a Roma nel 2017. Nel 2022 è stata selezionata per la residenza d’artista Prima che la via si faccia sentieroorganizzata da Casaturese e ha partecipato poi alla rassegna di cui è cofondatrice Slow Love Vol. I-IItenutesi a Roma nel 2022 presso Ex Garage. Sempre nel 2022 ha partecipato ed esposto per il progetto ULTRA in occasione della Rome Art Week. Tra le mostre collettive Giulia Barone ha esposto nei progetti I mostria cura di Luciano Corvaglia presso Le Mercerie, ad Arles nel 2021; The Darkroom project 8presso San Martino al Cimino, a Viterbo nel 2020; Todi Immaginanel 2019. Nel 2018 espone al MACRO Testaccio nella collettiva Pulsazionicurata da Generazione H. Ha esposto nelle collettive Mostro #8nel 2017; Immaginario, presso la Galleria Talent Art, nel 2017; Il Cadavere Squisito #15, curata da Virginia Zeqireya, presso la TevereArtGallery, nel 2017. Ha esposto al Museo d’Arte contemporanea Limen, a Vibo Valentia nel 2017 e ha partecipato a Il Mostro #4presso Tevere Art Gallery nel 2016.

Giulia Barone, Sospeso, detail


INFO
UN AZZURRO FILARE A GOCCE
Giulia Barone - Livia Giuliani

a cura di Serena Santoni

Opening 6 Luglio 2023 ore 18:30
Fino al 9 Settembre 2023

Orari: martedì e giovedì dalle ore 18:30 e su appuntamento 
prenotare via mail curvapura@gmail.com o whatsapp 3314243004

Curva Pura
Via Giuseppe Acerbi, 1a - Roma
curvapura@gmail.com