PAOLA DI BELLO - OTTAKRINGER STRAßE
a cura di by Marco Scotini
Al suo secondo appuntamento con la Galleria Federico Bianchi, Paola Di Bello presenta ora il suo nuovo progetto fotografico "Ottakringerstrasse". La mostra, che apre mercoledì 21 marzo, raccoglie opere storiche e recenti dell’artista che fanno da contesto a questo nuovo lavoro. Commissionata dal Comune di Vienna, la serie Ottakringerstrasse prende il nome dal rilievo fotografico di una delle arterie più lunghe della capitale austriaca che collega il Gürtel con i distretti periferici.
Il tema della strada non è nuovo per Paola Di Bello. La sua visione dell’urbano passa sempre per questo "piano terra" della città contemporanea: le sue topografie possibili, i suoi tempi ordinari, i suoi pubblici. Ciò che è al centro di questo sguardo tassonomico sono le pratiche spontanee che si accampano nella strada, le tracce fisiche che vi si depositano, i modi abusivi di abitarne lo spazio. Gli oggetti abbandonati in Concrete Island, i senzatetto lungo i marciapiedi di Rischiano pene molto severe…, gli interstizi tra le favelas di São Paulo, i prospetti urbani senza-fine di Strip-Milano sono soltanto alcuni capitoli, anche se tra i più riusciti, di questo grande racconto urbano. Un urbano marginale e in divenire, sempre periferico, in cui l’atto stesso di fotografare si trasforma in una tattica sociale.
Ma, all’interno di questo progetto, Ottakringerstrasse è qualcosa di comune e di diverso allo stesso tempo, qualcosa da sempre presente nella pratica fotografica della Di Bello e nel frattempo qualcosa di sorprendentemente nuovo. Come è possibile rappresentare un frammento urbano oggi, quando tale frammento corrisponde a una strada meticcia, ad alta densità di popolazione immigrata tanto da essere ri-nominata dagli stessi abitanti di Vienna "Balkanmeile"? C’è un’immagine che possa includere, da sola e al suo interno, una pluralità di elementi esogeni anche se lo spazio fisico è ancora quello omogeneo di un quartiere o di un’unica strada? C’è un’immagine che possa render conto dell’intreccio contemporaneo tra universalità anonima e singolarizzazione?
Paola di Bello coniuga perfettamente e in maniera inedita modi della street-photography e format del ritratto familiare. Interviene nella continuità spazio-temporale dell’immagine fotografica e in quella dello stesso fotografare. Alla contiguità di una quinta urbana fa da contraltare l’additività di gruppi o singoli che fissano l’obiettivo, in una posa precaria e improvvisata, ma ad una differente distanza: donne con il velo, magrebini in tuta, giovani turchi, anziane signore della Turingia con il trolley della spesa. Ritorna qui, in forma completamente nuova, la matrice a puzzle che aveva costituto il tessuto fotografico de La disparition. Non un’immagine ma un archivio d’immagini (350 foto), dove il totale è affidato al possibile montaggio dei singoli pezzi separati che riescono ad incastrarsi tra di loro, perdendo così la connotazione del frammento. Anche La disparition, pur nella distanza da questo nuovo progetto, consisteva nel lasciare affiorare all’interno del teatro astratto della mappa le figure e le pratiche che la producono. Che Ottakringerstrasse non sia altro allora che un tentativo di rappresentare ciò che, per statuto, si sottrae alla rappresentazione? Quella moltitudine che rifugge alla sintesi della composizione sociale? Ma che, mai come prima, produce del comune, è collettività?
Info: Paola Di Bello, www.paoladibello.com
Inaugurazione 21 marzo 2012 ore 18.00 p.m.
Federico Bianchi Contemporary
via Imbonati 12 Milano
Orari: martedì - venerdì 15-19
ingresso libero
-----english
Ottakringer Strasse
curated by Marco Scotini
At her second date with Federico Bianchi Gallery, Paola Di Bello introduces now her new photographic project "Ottakringerstrasse". The exhibition, opening on Wednesday, March 21, gathers historical and recent works by the artist which work as a context to this new work. Commissioned by the city of Vienna, the Ottakringerstrasse series was names after the photographic relief of one of the longest arteries of the Austrian capital city, which links the Gürtel with the suburban districts.
The theme of the street isn’t new to Paola Di Bello. Her vision of the urban always goes through this "ground floor" of contemporary cities: her possible topographies, her ordinary times, her audiences. What’s at the centre of this taxonomic look are the spontaneous practices which camp in the street, the physical traces which settle there, the abusive ways to inhabit its space. The abandoned items in Concrete Island, the homeless along the sidewalk of Rischiano pene molto severe…, the interstices between the favelas of São Paulo, the never-ending urban prospects of Strip-Milano are just some chapters, even if among the best ones, of this big urban tale. A marginal and evolving urban, always suburban, in which the act of photography itself becomes a social tactic.
But, inside this project, Ottakringerstrasse is something similar and different at the same time, something which already was inside Di Bello’s photographic practice and surprisingly new in the meantime. How is it possible to represent an urban fragment today, when such fragment corresponds to a hybrid road, with an high density of immigrants, so that Vienna’s inhabitants renamed it "Balkanmeile"? Is there such an image to include, alone and inside it, a plurality of external elements even if the physical space is still that of a district or a single road? Is there an image which can account for the contemporary weaving between anonymous universality and singularization?
Paola Di Bello perfectly and originally conjugates ways from street-photography and formats from family portrait. She intervenes in the space-time continuum of the photographic image and in that of photography itself. The contiguity of an urban offstage is counterbalanced by the additivity of groups or single ones staring in the lens, in a precarious and improvised pose, but at a different distance: veiled women, Maghrebi in sweatsuits, your Turkish, old ladies from Thuringia with a trolley to do the shopping.
Here comes back, in a completely new form, the puzzle matrix which constituted the photographic fabric of La disparition. Not an image but an archive of images (350 pictures), where the sum is left to the possible montage of the single separate pieces which manage to fit one into the other, losing the connotation of the fragment. La disparition too, despite being distant from this new project, consisted in letting emerge inside the abstract theatre of the map the figures and practices producing it. Could then Ottakringerstrasse be nothing but an effort to represent what, by statute, escapes representation? That multitude avoiding the synthesis of social composition? But which, like never before, produces common, is it collectivity?
Info: Paola Di Bello, www.paoladibello.com
Opening 21th March 2012 6.00 p.m.
Federico Bianchi Contemporary
Milano Via Imbonati 12 Milano
open: Tue - Friday. 3.00 - 7.00 p.m. Sat. by appointment
Free entrance
Fonte: http://www.undo.net
a cura di by Marco Scotini
Al suo secondo appuntamento con la Galleria Federico Bianchi, Paola Di Bello presenta ora il suo nuovo progetto fotografico "Ottakringerstrasse". La mostra, che apre mercoledì 21 marzo, raccoglie opere storiche e recenti dell’artista che fanno da contesto a questo nuovo lavoro. Commissionata dal Comune di Vienna, la serie Ottakringerstrasse prende il nome dal rilievo fotografico di una delle arterie più lunghe della capitale austriaca che collega il Gürtel con i distretti periferici.
Il tema della strada non è nuovo per Paola Di Bello. La sua visione dell’urbano passa sempre per questo "piano terra" della città contemporanea: le sue topografie possibili, i suoi tempi ordinari, i suoi pubblici. Ciò che è al centro di questo sguardo tassonomico sono le pratiche spontanee che si accampano nella strada, le tracce fisiche che vi si depositano, i modi abusivi di abitarne lo spazio. Gli oggetti abbandonati in Concrete Island, i senzatetto lungo i marciapiedi di Rischiano pene molto severe…, gli interstizi tra le favelas di São Paulo, i prospetti urbani senza-fine di Strip-Milano sono soltanto alcuni capitoli, anche se tra i più riusciti, di questo grande racconto urbano. Un urbano marginale e in divenire, sempre periferico, in cui l’atto stesso di fotografare si trasforma in una tattica sociale.
Ma, all’interno di questo progetto, Ottakringerstrasse è qualcosa di comune e di diverso allo stesso tempo, qualcosa da sempre presente nella pratica fotografica della Di Bello e nel frattempo qualcosa di sorprendentemente nuovo. Come è possibile rappresentare un frammento urbano oggi, quando tale frammento corrisponde a una strada meticcia, ad alta densità di popolazione immigrata tanto da essere ri-nominata dagli stessi abitanti di Vienna "Balkanmeile"? C’è un’immagine che possa includere, da sola e al suo interno, una pluralità di elementi esogeni anche se lo spazio fisico è ancora quello omogeneo di un quartiere o di un’unica strada? C’è un’immagine che possa render conto dell’intreccio contemporaneo tra universalità anonima e singolarizzazione?
Paola di Bello coniuga perfettamente e in maniera inedita modi della street-photography e format del ritratto familiare. Interviene nella continuità spazio-temporale dell’immagine fotografica e in quella dello stesso fotografare. Alla contiguità di una quinta urbana fa da contraltare l’additività di gruppi o singoli che fissano l’obiettivo, in una posa precaria e improvvisata, ma ad una differente distanza: donne con il velo, magrebini in tuta, giovani turchi, anziane signore della Turingia con il trolley della spesa. Ritorna qui, in forma completamente nuova, la matrice a puzzle che aveva costituto il tessuto fotografico de La disparition. Non un’immagine ma un archivio d’immagini (350 foto), dove il totale è affidato al possibile montaggio dei singoli pezzi separati che riescono ad incastrarsi tra di loro, perdendo così la connotazione del frammento. Anche La disparition, pur nella distanza da questo nuovo progetto, consisteva nel lasciare affiorare all’interno del teatro astratto della mappa le figure e le pratiche che la producono. Che Ottakringerstrasse non sia altro allora che un tentativo di rappresentare ciò che, per statuto, si sottrae alla rappresentazione? Quella moltitudine che rifugge alla sintesi della composizione sociale? Ma che, mai come prima, produce del comune, è collettività?
Info: Paola Di Bello, www.paoladibello.com
Inaugurazione 21 marzo 2012 ore 18.00 p.m.
Federico Bianchi Contemporary
via Imbonati 12 Milano
Orari: martedì - venerdì 15-19
ingresso libero
-----english
Ottakringer Strasse
curated by Marco Scotini
At her second date with Federico Bianchi Gallery, Paola Di Bello introduces now her new photographic project "Ottakringerstrasse". The exhibition, opening on Wednesday, March 21, gathers historical and recent works by the artist which work as a context to this new work. Commissioned by the city of Vienna, the Ottakringerstrasse series was names after the photographic relief of one of the longest arteries of the Austrian capital city, which links the Gürtel with the suburban districts.
The theme of the street isn’t new to Paola Di Bello. Her vision of the urban always goes through this "ground floor" of contemporary cities: her possible topographies, her ordinary times, her audiences. What’s at the centre of this taxonomic look are the spontaneous practices which camp in the street, the physical traces which settle there, the abusive ways to inhabit its space. The abandoned items in Concrete Island, the homeless along the sidewalk of Rischiano pene molto severe…, the interstices between the favelas of São Paulo, the never-ending urban prospects of Strip-Milano are just some chapters, even if among the best ones, of this big urban tale. A marginal and evolving urban, always suburban, in which the act of photography itself becomes a social tactic.
But, inside this project, Ottakringerstrasse is something similar and different at the same time, something which already was inside Di Bello’s photographic practice and surprisingly new in the meantime. How is it possible to represent an urban fragment today, when such fragment corresponds to a hybrid road, with an high density of immigrants, so that Vienna’s inhabitants renamed it "Balkanmeile"? Is there such an image to include, alone and inside it, a plurality of external elements even if the physical space is still that of a district or a single road? Is there an image which can account for the contemporary weaving between anonymous universality and singularization?
Paola Di Bello perfectly and originally conjugates ways from street-photography and formats from family portrait. She intervenes in the space-time continuum of the photographic image and in that of photography itself. The contiguity of an urban offstage is counterbalanced by the additivity of groups or single ones staring in the lens, in a precarious and improvised pose, but at a different distance: veiled women, Maghrebi in sweatsuits, your Turkish, old ladies from Thuringia with a trolley to do the shopping.
Here comes back, in a completely new form, the puzzle matrix which constituted the photographic fabric of La disparition. Not an image but an archive of images (350 pictures), where the sum is left to the possible montage of the single separate pieces which manage to fit one into the other, losing the connotation of the fragment. La disparition too, despite being distant from this new project, consisted in letting emerge inside the abstract theatre of the map the figures and practices producing it. Could then Ottakringerstrasse be nothing but an effort to represent what, by statute, escapes representation? That multitude avoiding the synthesis of social composition? But which, like never before, produces common, is it collectivity?
Info: Paola Di Bello, www.paoladibello.com
Opening 21th March 2012 6.00 p.m.
Federico Bianchi Contemporary
Milano Via Imbonati 12 Milano
open: Tue - Friday. 3.00 - 7.00 p.m. Sat. by appointment
Free entrance
Fonte: http://www.undo.net
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Amalia Di Lanno