martedì 30 settembre 2014

Hopperiana



La mostra vede protagonisti Luca Campigotto, Gregory Crewdson e Richard Tuschman che attraverso 15 opere fotografiche, si confrontano in modo diretto con la silenziosa opera pittorica di Edward Hopper.


COMUNICATO STAMPA

Luca Campigotto, Gregory Crowdson e Richard Tuschman

“Ho conosciuto l’America anche attraverso i dipinti di Hopper. Tramite la sua opera Hopper ha saputo trasmettere la condizione della solitudine come separazione, come desolazione e isolamento in una società fortemente individualistica.
Ma la solitudine che il suo lavoro magistralmente raffigura, è diventata al tempo stesso un paradigma estetico e simbolico della condizione primaria del viaggio delle anime sulla Terra.
Il mio quadro nasce in un Primo Maggio del 2012 da una passeggiata nel quartiere torinese di Barriera. Lì trovo un crogiolo di popoli, immagini di vita proletaria, un terreno culturale e sociale fervido. Il quartiere è animato, quasi tutti sono rimasti a casa. Alzo gli occhi e vedo la periferia di Torino, ma potrebbe essere quella di una qualsiasi metropoli industriale americana, o di chissà dove.
Le immagini di Hopper diventano così archetipo di questa estetica, al punto che diventa difficile determinare il confine tra lo sguardo dell’artista e l’interpretazione dei personaggi, attori del quotidiano”
Daniele Galliano

La mostra vede protagonisti tre importanti artisti quali Luca Campigotto, Gregory Crewdson e Richard Tuschman che attraverso le quindici opere esposte , si confrontano in modo diretto con l’opera dell’artista Edward Hopper, ispirandosi ai suoi silenziosi e quanto mai realisti dipinti.

Dall’unione dei luoghi emblematici della città americana quali ristoranti, teatri, cinema ed uffici, sino ai distributori di benzina e agli interni semideserti con l’esigua presenza di figure, perlopiù femminili, in atteggiamenti riflessivi e meditabondi, quasi lontani dalla realtà in cui si trovano, l’artista crea dipinti dalle atmosfere solitarie e pacate, che suggeriscono immobilità e rassegnazione. Sia nelle scene urbane che nei dipinti d’interni, la luce chiara, quasi aurorale, assume un ruolo importante: posandosi sui soggetti e gli ambienti ritratti, dona ai dipinti un alone di sospensione che mitiga il sentore di alienazione che spesso traspare dalle scene ritratte.
Ciò che ritrae Hopper non è soltanto la malinconia e la solitudine di un’intera società, quella americana degli anni ’50, ma nelle sue opere rappresenta la noia, il rimpianto e il silenzio che regnano nell’animo umano con la pacatezza e la sensibilità frutto di una luce che mitiga gli interni bui e la desolazione dei paesaggi industriali presenti spesso sullo sfondo delle opere.

Inaugurazione 1 ottobre ore 19-21

Photology
via della Moscova 25 Milano
Lunedì – Venerdì h. 11.00 – 19.00




Milano
via della Moscova, 25
02 6595285 FAX 02 654284
HOPPERIANA
dal 1/10/2014 al 28/11/2014
lun - ven 11-19

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amalia di Lanno

HOKUSAI



The exhibition spans the six periods in Hokusai's life, illustrated by series of prints (with outstanding loans from the collection of the musees royaux d'Art et d'Histoire), books, and many paintings, some of which are on show for the first time, and some precious preparatory drawings. A total of over 500 pieces, many of which will never leave Japan again.


COMUNICATO STAMPA

The exhibition will be divided into two phases to protect the most fragile works. The overall argument and design will be the same, but about a hundred works will be replaced in the course of the exhibition: the prints will be replaced by equivalent prints, often from the same series; the paintings on silk and paper will be exchanged with works of a similar nature and quality. The exhibition will be closed for ten days from 21 to 30 November 2014 while this operation is being carried out.

An emblematic artist
The series Thirty-six Views of Mount Fuji, and especially The Big Wave, have made Katsushika Hokusai (1760 – 1849) probably the world’s most famous Japanese artist. Although his work has already been shown in numerous exhibitions, the solo show at the Grand Palais is unprecedented in its scope.

Hokusai and France
French artists and writers (Félix Bracquemond, Émile Gallé, Edmond de Goncourt and others) played a decisive role in the rediscovery of Hokusai’s art in the late 19th century; their interest in an artist who was not particularly appreciated in his native Japan at the time boosted the spread of Japanism in European art. Many artists borrowed motifs from the 15 volumes of Hokusai Manga, as numerous drawings, prints and objets d’art make abundantly clear.

Hokusai Manga
An outstanding achievement in Hokusai’s work, this collection of sketches will be given a special presentation on the occasion of the bicentenary of the publication of the first of his fifteen volumes. Designed as manuals for young artists, the mangas form a sort of encyclopaedia of life and everyday occupations in Japan in the Edo era.

Hokusai, «mad about drawing»
Going beyond the clichés and most emblematic images, the exhibitions sheds light on the life and work of this extremely prolific artist, who changed his artistic identity several times in the course of his long career. As a painter, draughtsman and engraver, Hokusai produced thousands of works whose quality is matched only by their diversity: portraits of courte- sans or Kabuki actors, scenes from everyday life, refined greeting cards, illustrations of popular myths and stories... Yet it was the publication of his great series of landscapes that had the greatest impact on the art of Japanese printmaking: he combined the principles of Japanese art and Western influences in an original way to produce strikingly beautiful landscapes.

Hokusai at the Grand Palais
The exhibition spans the six periods in Hokusai’s life, illustrated by series of prints (with outstanding loans from the collection of the musées royaux d’Art et d’Histoire), books, and many paintings, some of which are on show for the first time, and some precious preparatory drawings. A total of over 500 pieces, many of which will never leave Japan again.

curator: Seiji Nagata, specialist in Hokusai, director of Katsushika Hokusai Museum of Art, in collaboration with Laure Dalon, assistant scientific director of the Réunion des musées nationaux – Grand Palais.
exhibition design : DGT Dorell.Ghotmeh.Tane / Architects agency

Image: Katsushika Hokusai (1760 -1849), Chôshi in the province of Sōshū (detail), Serie 1000 images of the sea, print, 18,2 x 19 cm, Paris, Musée national des arts asiatiques - musée Guimet © Rmn-Grand Palais (musée Guimet, Paris) / Thierry Olivier

press contacts :
Réunion des musées nationaux - Grand Palais
254-256 rue de Bercy
75577 Paris cedex 12

Florence Le Moing
01 40 13 47 62

Svetlana Stojanovic
01 40 13 49 95




Paris
3, avenue du General-Eisenhower Champs Elysees
+33 01 44131717 FAX +33 01 45635433
HOKUSAI
dal 1/10/2014 al 18/1/2015

Sun 9am-8pm, Mon 10am-8pm, Wed-Fri 10am-10pm, Sat 9am-10pm

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amalia di Lanno

DOMENICO CARELLA Paesaggi verbali – Piccolo formato




Milano
2/19 ottobre 2014
Inaugurazione giovedì 2 ottobre ore 21:00
Libreria Bocca
Galleria Vittorio Emanuele II, 12


di Matteo Galbiati
Dentro a un fiume di “parole”
Ho incontrato e conosciuto il lavoro di Domenico Carella quando, ancora giovanissimo artista, partecipò al celebre Premio Artivisive San Fedele di Milano. Sono passati un po’ di anni da quella prima esperienza che mi ha portato ad osservare un lavoro già solido di un pittore – e scultore – che sapeva affrontare con energica risoluzione la materia e le sue mille implicazioni, interpretandone, con profondità e attenzione, le remote e intangibili energie interne.
Domenico Carella, senza tradire la sua capacità legata al fare, all’essere operatore completo delle sue opere, ha mosso e spinto la sua visione verso altri orizzonti.Tralasciata l’energica impronta delle opere giovanili – molti giovani artisti sentono la giusta esigenza di approdare al meno, superando il più – approda ad un lavoro che, più controllato per quanto libero, si epura dell’ingombrante preponderanza del materiale, per sopraggiungere ad interpretazioni più sottilmente concettuali, come dichiarano le opere in questa mostra e di cui qui brevemente accenniamo.
Recuperato il collage, frantumate le parole nella singolarità rappresentante della lettera alfabetica, simbolo enunciante di parole dette solo in potenza, Carella compone dispersioni lessicali che, nella superficie del quadro, vanno a disegnare forme e contorni di ideali paesaggi immaginari. Non cerca di conquistare un’immagine desunta dal reale, ma ne crea una ex-novo. Assistiamo in questi lavori recenti, che cercano altre posizioni concettuali, ad una trasformazione del paesaggio che, pur restando visione e apparizione, non si dichiara nella figura, ma si pronuncia attraverso la parola. Il paesaggio diviene “verbale” ma non “narrativo”, “scritturale” ma non racconto. I puzzle di lettere si disperdono in un vorticoso caos organizzato che, isolando il singolo segno oltre una sua logica consequenzialità con gli altri a lui accanto, fa perseguire a quella singola forma un potere decisivo.
Messa da parte la logica della “poesia visiva”, questi lavori consentono alle il-logiche scritture mosse sulla superficie di farsi vere e proprie texture del pensiero. Non trovando l’immagine compiutamente, e nemmeno una scrittura comprensibile, lasciano aprire uno spazio nuovo all’idea di chi guarda. Uno spiraglio che incontra il pensare dell’altro.
E proprio chi guarda, con tutta la sua realtà, diventa ulteriore protagonista: le superfici specchianti riportano dentro e dietro l’opera – suggerendo, tra l’altro, anche un altro punto di vista, la visione del retro, di quello che sta sotto al visibile – lo sguardo dello spettatore che, catapultato, naviga nella dimensione immersiva dell’opera.
Se da una parte le lettere diventano lo spunto per una ri-costruzione mentale e interiore, dall’altro, tramite lo specchio, diventano presenze partecipi della fisicità di chi a loro si pone davanti.Questi “paesaggi” – forse più tavole di verifica – superano le posizioni pittoriche e compositive dell’immagine consueta di Domenico Carella, ma anche si scostano – pur lasciando impronte evidente dei grandi maestri che l’arte ci ha consegnato e di cui l’artista non ricusa certo l’ispirazione – da opere già viste.
Specchio, parola, carattere, forma diventano posizioni vibranti, pronte a superare l’assunto appena conseguito e a disperdere quelle prove e posizioni appena raggiunte. A mischiare ancora il tutto, lasciando come unico valore stabile, lo sguardo fissato sullo specchio. Testimonianza del nostro pensiero che, vigile, deve cogliere la suggestione non della superficialità del reale, ma della profondità della visione. 

Pubblica:
Massimo Nardi

ARTIST IN GALLERY: GALLERIA ART RE.FLEX


GALLERIA ART re.FLEX San Pietroburgo, Russia www.artreflex.ru Storia e Mission ART re. FLEX Gallery è stata fondata nel 2006. Fin dagli inizi la galleria ha lavorato principalmente con artisti già affermati sulla scena artistica locale, le cui opere erano state esposte in collezioni museali in Russia e all'estero. Dal 2011 la strategia primaria di sviluppo consiste nella cooperazione con gli artisti del panorama artistico contemporaneo e nell'avviare piattaforme di lancio per giovani artisti e curatori, oltre che nella partecipazione ad importanti mostre, festival internazionali e nella collaborazione con diverse istituzioni artistiche. Posizione nella scena artistica di San Pietroburgo ART re.FLEX Gallery è una delle 10 gallerie commerciali d'arte contemporanea più affermate a San Pietroburgo. La galleria fa parte della St.Petersburg Contemporary Art Gallery Association e partecipa attivamente alla vita culturale della città. http://www.premioartelaguna.it 
Pubblica:
Massimo Nardi

Dalle cupole nel mondo alla Cupola del Brunelleschi


Un viaggio alla scoperta dei segreti della Cupola di Santa Maria del Fiore che negli anni e' stata al centro di numerose teorie in merito al suo funzionamento statico. L'esposizione presenta gli studi passati e quelli piu' recenti attraverso plastici e riproduzioni in scala.


COMUNICATO STAMPA

a cura di Roberto Corazzi

Dal 29 settembre al 10 ottobre 2014 Firenze ospiterà, al Palazzo Coppini - Centro Studi e Incontri Internazionali (via del Giglio 10), una mostra dedicata alla Cupola del Brunelleschi, uno dei simboli di Firenze la cui realizzazione non è più avvolta nel mistero. L’evento, dal titolo “Dalle cupole nel mondo alla cupola del Brunelleschi”, è a cura di Roberto Corazzi, uno dei massimi esperti internazionali in materia.

Un affascinante viaggio alla scoperta dei segreti della Cupola di Santa Maria del Fiore, che negli anni è stata al centro di numerose teorie in merito al suo funzionamento statico: Brunelleschi infatti non ha lasciato alcuna testimonianza sulle modalità di costruzione del suo capolavoro e le ricerche effettuate finora sono terminate con una vasta bibliografia ricca di ipotesi ma povera di dati sperimentali. L’esposizione darà la possibilità di conoscere, anche attraverso plastici e riproduzioni in scala, gli studi passati e quelli più recenti, curati appunto dal professor Corazzi, che hanno permesso di accertare la composizione dei materiali, l’aspetto strutturale, materico e la geometria che il Brunelleschi ideò per realizzare la Cupola.

Di grande interesse inoltre il confronto con altre cupole fiorentine e con costruzioni affini antiche e moderne di tutto il mondo. Per tutta la durata della mostra, un gruppo di esperti illustrerà ai visitatori i modelli presentati e le varie sezioni, in una panoramica straordinaria fra le cupole di Paesi diversi per collocazione geografica, storia, tradizione e fede religiosa.

Roberto Corazzi, laureato in Architettura, già professore ordinario presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, è uno dei massimi studiosi di Brunelleschi e della Cupola di Santa Maria del Fiore. È stato membro del Collegio di Dottorato di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dell’Architettura e dell’Ambiente e del Consiglio Scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli. Autore di numerose pubblicazioni inerenti la geometria e il recupero di manufatti architettonici rilevati con strumentazioni tecnologicamente avanzate, ha partecipato a numerosi convegni internazionali organizzati dalle prestigiose istituzioni culturali nel mondo.

Il luogo che ospiterà la mostra non è stato scelto a caso. Il Palazzo Coppini è infatti il monumento alle relazioni fra i popoli voluto dalla Fondazione Romualdo Del Bianco e dal suo istituto Life Beyond Tourism che qui hanno sede. Un luogo in cui sono esposti, in modo permanente, oggetti provenienti da ogni parte del mondo a testimoniare l’importanza dell’incontro tra culture diverse e l’impegno della Fondazione alla valorizzazione del territorio e del patrimonio intangibile dei diversi Paesi del mondo.

La mostra si ricollega idealmente al congresso “Domes in the World” (Le Cupole nel mondo) che ha avuto luogo nel 2012 su idea della Fondazione Romualdo Del Bianco nell’ambito dell’orientamento “Life Beyond Tourism” e promosso insieme al Dipartimento di Architettura, Disegno, Storia e Progetto dell’Università di Firenze e al Collegio degli Ingegneri della Toscana. Il Congresso si è svolto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con 200 partecipanti, provenienti da 32 Paesi di 5 continenti. Lo Steering Committee, costituito dal presidente della Fondazione Paolo Del Bianco e dai professori Roberto Corazzi, Jerzy Jasienko, Emma Mandelli e Gennaro Tampone, ha proposto cinque giorni di eventi scientifici e culturali, tra cui tre mostre tematiche: mostre fotografiche sulle cupole nel mondo e sulle cupole in terra in Siria, ma anche un’ampia mostra architettonica che sta alla base di quella che verrà riproposta al Palazzo Coppini in una veste ampliata e approfondita con filmati, documentari e modelli che presentano le ultime ricerche.

Ufficio stampa:
Lisa Ciardi etaoin media & comunicazione, via Roma 259, 50058 Signa (Fi) Fax -Phone: 055/8734070. Mobile: 339/72.41.246 e-mail: lisa@etaoin.it.

Inaugurazione 29 settembre ore 17

Palazzo Coppini
via del Giglio, 10 Firenze
Orario da lunedì a venerdì: 10.00 – 13.00 e 15.00 – 17.00
Ingresso libero





Firenze
via del Giglio, 10
055 216066
DALLE CUPOLE NEL MONDO ALLA CUPOLA DEL BRUNELLESCHI
dal 29/9/2014 al 10/10/2014
lun - ven 10-13 e 15-17


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amalia di Lanno


AZIMUT/H. Continuità e nuovo


ENRICO CASTELLANI
Superficie bianca, 1959
Collezione A&M, Bologna


AZIMUT/H. Continuità e nuovo
A cura di Luca Massimo Barbero

20 settembre 2014 – 19 gennaio 2015

Non ci si stacca dalla terra correndo o saltando; occorrono le ali
Piero Manzoni
Con la mostra AZIMUT/H. Continuità e nuovo il museo dedica un prezioso tributo all’attualissimo contesto delle neoavanguardie, celebrando Azimut/h, la galleria e rivista fondate nel 1959 a Milano da Enrico Castellani (1930) e Piero Manzoni (1933–1963). L’esposizione intende restituire al pubblico il ruolo fondante che Azimut/h ebbe nel panorama artistico italiano e internazionale di quegli anni: come una sorta di terremoto creativo, fu uno dei grandi catalizzatori della cultura visiva e concettuale italiana ed europea dell’epoca, e ponte ideale tra una nuova generazione rivoluzionaria, ironica e cruciale, e la più stretta contemporaneità.

Esperienza straordinaria, di fulminea durata e intensissima attività, racchiusa tra il settembre del 1959 e il luglio del 1960, Azimut/h è oggi riconosciuto nella coscienza critica collettiva come fenomeno sempre più decisivo, contraddistinto da una sperimentazione radicale, rafforzata dai suoi legami con alcuni dei più grandi protagonisti della scena artistica di quegli anni, e da un vivace e dinamico dialogo internazionale. Diversificate nel lettering, Azimut (la galleria) e Azimuth (la rivista) hanno dato vita e formalizzato un’autentica “nuova concezione artistica” che vive nella dialettica di “continuità e nuovo”. In mostra, oltre ai lavori dei maestri Manzoni e Castellani, trovano spazio le opere degli artisti che ruotarono intorno alla galassia di Azimut/h, da Lucio Fontana ad Alberto Burri, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Yves Klein, Jean Tinguely, Heinz Mack, Otto Piene e Günther Uecker, e altri.

Con AZIMUT/H. Continuità e nuovo Barbero prosegue la sua indagine approfondita sulla scena artistica del secondo dopoguerra, avviando le celebrazioni della neo-avanguardia europea che proseguiranno, dal 10 ottobre 2014, con la mostra ZERO: Countdown to Tomorrow, 1950s-60s, al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, a cura di Valerie Hillings, Curator and Manager, Curatorial Affairs Abu Dhabi Project.

Il percorso espositivo proposto dal curatore prosegue, e si arricchisce, attraverso le pagine di un ampio studio monografico, l’imponente pubblicazione edita da Marsilio Editori in doppia edizione italiana e inglese. Con una serie di studi scientifici, tavole, confronti, riproduzione di materiali inediti, contenuti di riviste, il volume, di oltre 600 pagine, presenta la ricerca sviluppata per la mostra, e una serie di letture trasversali con saggi dello stesso Barbero, Francesca Pola, Flaminio Gualdoni, Federico Sardella e Antoon Melissen.


Collezione Peggy Guggenheim
Palazzo Venier dei Leoni
Dorsoduro 701
I-30123 Venezia

Orario
Apertura 10-18 tutti i giorni
Chiuso il martedì e il 25 dicembre

Informazioni generali
tel: 041.2405.411
fax: 041.520.6885
e-mail: info@guggenheim-venice.it

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amalia di Lanno 



ALDO RODA_Architettura Immateriale


3 ottobre 2014 ore 18,30 Mostra Evento
SPAZIOBIANCO, VIA SALUZZO 23/BIS TORINO
ALDO RODA Architettura Immateriale
4 Ottobre ore 11,00 Strada Gorree 80/5 Moncalieri
Piantumazione QUERCIA In Omaggio a Joseph Beuys
A cura Lucrezia De Domizio Durini e Giorgio D’Orazio
Coordinamento SILVANO COSTANZO

Aldo Roda, architetto, artista, poeta, è un personaggio versatile della cultura italiana. La sua passione per l’Arte lo ha portato a studiare e a condividere il pensiero e l’opera di Rudolf Steiner e del Maestro tedesco Joseph Beuys. Da questo interesse è derivata una profonda ricerca traslata nella Poesia e nella Pittura. Sia che operi come architetto, poeta, fotografo , pittore o performer in Roda vi è sempre una continuità di pensiero profondo. In questa Mostra Evento Architettura Immateriale l’artista, attraverso vari linguaggi e oltrepassando la staticità delle opere : Grafici e Studi di Architettura (2003/2010), alchemiche Poesie, emblematiche Pitture, Fotografie di Architettura (1982/1990), il Manifesto l’Arte del Silenzio e l’inedita scultura Samovar presentata inPerformance, conduce il fruitore verso la sua visione di Arte Totale. Aldo Roda è l’Artista-Poeta che attraverso le parole mute e l’innata creatività pone la sua profonda ricerca nel rispetto dei principi fondamentali dell’Uomo e della Natura. Roda negli anni ha seguito in molti paesi del mondo Lucrezia De Domizio Durini, una tra le maggiori studiose del pensiero e dell’opera beuysiana, ha creato e ideato Giardini e Performance poetiche piantando Querce in ricordo delle “7000 Eichen”  di Kassel e in Omaggio a Joseph Beuys. La presenza di Aldo Roda è sempre stata costante con le  sue poesie dedicate al pensiero beuysiano e pubblicate in varie lingue. In occasione della Mostra, il 4 ottobre alle ore 11,00, grazie alla sensibilità di Giuliana e Mauro VALLINOTTO, legati culturalmente al pensiero beuysiano, nel loro giardino verrà messa a dimora sul poggio della collina di Revigliasco una QUERCIA in ricordo e in Omaggio a Joseph Beuys. Una Targa sarà testimone di un Evento storico irripetibile. L’artista ALDO RODA, ancora una volta, con la sua Performance Poetica coinvolgerà il pubblico presente. Le sue poesie Difesa della Natura sono simbolo di amore cosmico per il miglioramento della società. Per il Futuro dell’Arte. Per il Futuro dell’Umanità.

La mostra resterà aperta fino al 31 ottobre, dal martedì al venerdì, dalle 16,30 alle 19,30 o su appuntamento. Tel. +393336863429 informarte8@gmail.com


ricevo e pubblico:
amalia di Lanno

Joan Jonas_Light Time Tales



In mostra opere storiche e recenti per un totale di 10 installazioni e 9 video, tra cui uno concepito per l'occasione. Jonas si e' affermata negli anni '60 e '70 con una pionieristica pratica performativa e video. L'opera 'Reanimation' e' significativa delle sue sperimentazioni ed anche punto di partenza dell'omonima performance che avra' luogo il 21 ottobre 2014.


COMUNICATO STAMPA

a cura di Andrea Lissoni

Il primo ottobre 2014 Pirelli HangarBicocca inaugura Light Time Tales a cura di Andrea Lissoni, la prima grande mostra personale di Joan Jonas (New York, 1936) ospitata presso un’istituzione italiana, che riunirà, tra opere storiche e più recenti, dieci installazioni e nove video monocanale, tra cui un nuovo video concepito appositamente per Pirelli HangarBicocca.

Tra le opere in mostra Reanimation, simbolo dell’evoluzione delle sperimentazioni di Joan Jonas, è punto di partenza dell’omonima performance in collaborazione con il musicista e compositore jazz Jason Moran che sarà presentata il 21 ottobre 2014.

Joan Jonas è una delle più rispettate e riconosciute artiste viventi. Considerata la massima autorità in campo di storia e teoria della performance, si è affermata negli anni 60 e 70 grazie alla sua pionieristica pratica performativa e video.
Il suo lavoro ha reinterpretato in modo assolutamente originale la relazione tra l’arte e le forme della narrazione, includendo nelle sue opere, accanto all’immagine video, alla scultura e alla performance, la presenza della parola come motore di immaginario.

Joan Jonas rappresenterà gli Stati Uniti alla 56° edizione della Biennale di Venezia, in apertura a maggio 2015, con una mostra presentata dal MIT List of Visual Arts Center. Attualmente è Professor Emerita presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) Program in Art, Culture and Technology di Boston, ed è autrice di testi di riferimento sul tema delle performing arts. Ha partecipato alle più importanti mostre collettive degli ultimi trent’anni, fra cui la Biennale di Venezia nel 2009 e varie edizioni di documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1987, 2002, 2012).

Responsabile Ufficio stampa: Angiola Maria Gili mob. +39 335 6413100 angiola.gili.ex@hangarbicocca.org
Ufficio stampa e web: Stefano Zicchieri mob. +39 334 6160366 stefano.zicchieri@hangarbicocca.org
Tel. +39 02 644 23 1232 press@hangarbicocca.org

Press Preview 30 settembre ore 11.30

Inaugurazione mercoledì 1 ottobre 2014, ore 19.00

Hangar Bicocca
via Chiese, 2 Milano
Orari: Lun-Mar-Mer: chiuso
Gio-Ven-Sab-Dom: 11.00-23.00
ingresso libero



Milano
via Chiese, 2
02 66111573 FAX 02 6470275
JOAN JONAS
dal 30/9/2014 al 1/2/2015

gio-ven-sab-dom 11-23, lun-mar-mer chiuso




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lunedì 29 settembre 2014

Turner Prize 2014



The four shortlisted artists present works in a show normally held at Tate Britain before the winner is announced in December. The decision is based on the work for which they were nominated: Duncan Campbell; Ciara Phillips; James Richards and Tris Vonna-Michell.


COMUNICATO STAMPA

Every year the Turner Prize introduces us to new artists and new ideas in contemporary art.

Nominations are invited each year, and the prize is judged by an independent jury that changes annually. The four shortlisted artists present works in a show normally held at Tate Britain before the winner is announced in December. Artists are not judged on their show at Tate. The decision is based on the work for which they were nominated.

Celebrating its 30th year, the Turner Prize 2014 is presented at Tate Britain from 30 September 2014 – 4 January 2015.

The winner will be announced at an awards ceremony, broadcast live on Channel 4, Monday 1 December 2014.

Turner Prize 2014 artists

Duncan Campbell

Duncan Campbell (born Dublin, 1972) has been nominated for his contribution to Scotland’s pavilion at the Venice Biennale. Responding to Chris Marker and Alan Resnais’ 1953 film Statues Also Die, Campbell’s It for Others included new work by choreographer Michael Clark.
Campbell makes films about controversial figures such the Irish political activist Bernadette Devlin or the quixotic car manufacturer John DeLorean. By mixing archive footage and new material, he questions and challenges the documentary form.

He’s a really compelling filmmaker. I’ve noticed that when his films are shown in galleries people will sit through 45 minutes and no one will leave.
Jennifer Higgie, Frieze editor

Ciara Phillips

Ciara Phillips has been nominated for her solo exhibition at The Showroom, London.
Phillips works with all kinds of prints: from screenprints and textiles to photos and wall paintings. She often works collaboratively, transforming the gallery into a workshop and involving other artists, designers and local community groups. Phillips has taken inspiration from Corita Kent (1918–1986), a pioneering artist, educator and activist who reinterpreted the advertising slogans and imagery of 1960s consumer culture.
For the exhibition that won her the nomination she turned London’s The Showroom gallery into a print workshop, inviting designers, artists and local women’s groups to come and make prints with her. Born in Canada in 1976, she now lives in Glasgow.

Phillips is a brilliant print maker who imbues the medium with a freshness that is remarkable, in posters, prints and textiles.
Moira Jeffrey, The Scotsman

James Richards

James Richards has been nominated for his contribution to The Encyclopaedic Palace at the 55th Venice Biennale.
Richards weaves together his emotive films from a diverse range of found and original footage to explore the pleasure of the act of looking. Found VHS video and new imagery undergo varying levels of manipulation and repetition and, with an accompanying soundtrack, heighten the emotional and psychological range of the original.
Born in 1983 in Cardiff, Richards was nominated for Rosebud, which includes close-ups of art books in a Tokyo library – the genitalia scratched out to comply with censorship laws.

Richards generates meaning through abundance, by way of allusion, ellipsis and unity of tone, the lack of legibility counterbalanced by a strong sense of mood.
The White Review

Tris Vonna-Michell

Tris Vonna-Michell has been nominated for his solo exhibition Postscript (Berlin) at Jan Mot, Brussels.
Through fast-paced spoken word live performances and audio recordings Vonna-Michell (born Southend, 1982) tells circuitous and multilayered stories. Accompanied by a ‘visual script’ of slide projections, photocopies and other ephemera, his works are characterised by fragments of information, detours and dead ends.

Some or all of the events in these absurd tales may never have occurred, yet all are narrated with a breathless persuasiveness so as to seem tentatively real.
Sam Thorne, Frieze

About the Turner Prize

The Turner Prize award is £40,000 with £25,000 going to the winner and £5,000 each for the other shortlisted artists. The Prize, established in 1984, is awarded to a British artist under fifty for an outstanding exhibition or other presentation of their work in the twelve months preceding 17 April 2014. It is intended to promote public discussion of new developments in contemporary British art and is widely recognised as one of the most important and prestigious awards for the visual arts in Europe.

Jury

Stefan Kalmár, Executive Director and Curator, Artists Space,New York
Helen Legg, Director, SpikeIsland, Bristol
Sarah McCrory, Director, Glasgow International
Dirk Snauwaert, Artistic Director, Wiels, Brussels
The jury is chaired by Penelope Curtis, Director of Tate Britain

Related events

Talks and lectures
Artist’s talk: Ciara Phillips
Saturday 15 November 2014, 15.00 – 16.30

Artist’s talk: Duncan Campbell
Saturday 22 November 2014, 15.00 – 16.30

Turner Prize 2014: 30th anniversary panel discussion
Thursday 27 November 2014, 18.30 – 20.30

Artist’s talk: Tris Vonna-Michell
Saturday 29 November 2014, 15.00 – 16.30

Private view
Curator's talk and private view: The Turner Prize 2014
Monday 24 November 2014, 18.30 – 20.30

Image: Tris Vonna-Michell : OU: Finding Chopin 2012 still. Performance at Roskilde Museum of Contemporary Art, Roskilde 13 January 2012. Courtesy the Artist, Cabinet, London and Jan Mott, Brussels

For further information please contact Tate Press Office
+44(0)20 7887 8730/8732 • pressoffice@tate.org.uk • tate.org.uk/press

Tate Britain
Millbank - London SW1P 4RG
Students and under 18’s £6.00
Adult £11.00 (without donation £10.00)
Concession £9.50 (without donation £8.60)
Help Tate by including the voluntary donation to enable Gift Aid
Additional booking fee of £1.75 (£2 via telephone) per transaction applies
Under 12s go free (up to four per parent or guardian)
Combined tickets with the Late Turner are available. Please book these via The EY Exhibition: Late Turner
Part of the series Turner Prize



London
Millbank
+44 020 78878000 FAX +44 020 78878729
TURNER PRIZE 2014
dal 30/9/2014 al 4/1/2015

daily 10-18

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amalia di Lanno

Ugo La Pietra


Ugo La Pietra
26 Novembre 2014. 15 Febbraio 2015.
Triennale Design Museum

A cura di Angela Rui
Progetto di allestimento: Ugo La Pietra
Progetto grafico: POMO
Videoinstallazioni: Lucio Lapietra
Catalogo Corraini Edizioni

Triennale Design Museum presenta la prima grande mostra monografica sul lavoro di Ugo La Pietra dal 1960 a oggi con l’obiettivo di mettere in luce l’aspetto umanistico di questo progettista eclettico. Questa mostra si inserisce in un percorso tracciato da Silvana Annicchiarico, direttore del Triennale Design Museum, che rivendica la continuità di una ricerca volta a rivalutare i non allineati, gli eretici, i sommersi, da Gino Sarfatti a Piero Fornasetti, via via fino a Ugo La Pietra.
Architetto di formazione, artista, cineasta (e attore), editor, musicista, fumettista, docente, Ugo La Pietra rimane un osservatore critico della realtà, che ha sondato, analizzato, criticato, amato, riprogettato con una profondità rara, disvelando le contraddizioni insite nella cultura e nella società. In termini teorici la sua completa attività - così eterogenea e complessa da risultare di difficile collocazione critica e disciplinare - è da interpretare come una lunga militanza all’interno della categoria dell’anti-progetto.
La sua attività compie oggi mezzo secolo e ha attraversato momenti molto significativi della storia contemporanea, come gli anni Sessanta di una Brera capitale della cultura, gli anni della Contestazione dei Settanta; l’avvento della comunicazione mediatica di massa e i relativi effetti sul mondo domestico e psicologico degli Ottanta.
Ma la parte più inesplorata e allo stesso tempo radicale, è data dalla militanza verso la globalizzazione del mondo, grazie all’avvicinamento in tempi non sospetti al tessuto artigiano lungo tutto il paese, considerato dal mainstream come un non valore più che, come in tempi recenti è stato dimostrato, serbatoio di maestria artigiana e culturale, e alternativa praticabile dal sistema design.
La Pietra fa della quotidianità e dei comportamenti il proprio campo d’azione e discussione, utilizzando se stesso, il proprio corpo, gli amici, la propria casa, la città e il Paese - senza mai tralasciare ironia e sarcasmo - per narrare il rapporto individuo-ambiente. Dove per ambiente non si considera mai il fattore strettamente urbano o ecologico, ma la fenomenologia della realtà, amplificando il significato non solo del contesto progettuale, ma dell’intero bagaglio emotivo, antropologico, esistenziale del nostro stare nel mondo.
Attraverso una selezione di oltre 1.000 opere, la mostra è strutturata secondo un percorso che, dalle origini concettuali del suo pensiero, si “manifesta” attraverso un racconto - per ricerche e sperimentazioni, oggetti e ambienti - che dall’individuo si propaga verso l’osservazione, la riappropriazione, la progettazione dello spazio e della realtà.
La presenza di opere e documenti, accompagnati da materiali audiovisivi e sonori, concorre alla messa in scena della cosmologia progettuale emersa dalla lettura globale della produzione di Ugo La Pietra.



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amalia di Lanno

Spazio Meme ad Independents ArtVerona, 9-13 ottobre


RI-FORMA è un progetto proposto da Spazio Meme a Verona dal 9 al 13 ottobre 2014, in occasione di ArtVerona nella sezione: Independents – 5° edizione. Gli artisti che espongono sono Chiara Campanile, Agnese Guido, Giulio Zanet, con la curatela di Francesca Pergreffi. La mostra è un focus su un sentore di quello che sta accadendo poeticamente a una parte della pittura Italiana. Nasce dall’esigenza di analizzare e capire perché oggi, tra i giovani artisti, vi sia la volontà di non rappresentare più la figura direttamente ma di effettuare una ricognizione della forma che tende alla deframmentazione e a un “ritorno” all’astrazione. Un’esposizione che ponga degli interrogativi attraverso il dialogo tra e con gli artisti e la visione delle loro opere. Una collettiva di giovani artisti che vuole cogliere un’impressione; capire se esiste una continuità con l’astrattismo storico o se si tratta di nuovi linguaggi; decifrare il percorso poetico degli artisti. Porre il classico e semplice: Perché? Ogni artista appenderà sei lavori su una struttura di legno. Le opere saranno su tela, non intelaiata, 100×100 cm l’una. Il pubblico dovrà sfogliare i lavori per guardarli. Le persone saranno chiamate ad avere un contatto diretto con l’installazione. Capendo la probabile difficoltà di decodificare il loro linguaggio, gli artisti, porgono le opere in maniera non ostile e creano una vicinanza reale tra la tela e il pubblico. Affianco all’installazione verrà proiettato un documentario contenete il percorso di ricerca degli artisti: lavori e interviste. Artisti: Chiara Campanile, Agnese Guido, Giulio Zanet Curatela: Francesca Pergreffi Video: Tamara Gasparini Per informazioni pergreffif@gmail.com info@spaziomeme.it www.spaziomeme.org www.artverona.it

pubblica: 
Massimo Nardi

DIVORAMENTI di Chiara Gatto (seconda tappa)



DIVORAMENTI di Chiara Gatto (seconda tappa)
Inaugurazione: mercoledì 8 ottobre 2014, ore 19.30
Galleria Formaquattro, Via Argiro 73, Bari
Testi critici: Carmelo Cipriani

Catalogo: in galleria (Edizioni della Galleria Formaquattro)
Ufficio stampa: Associazione Cultura “De la dà Mar” (info: 320 77.14.234)

La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato (fino al 9 novembre), dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00. Domenica su appuntamento telefonando al 346.62.60.299.
Dopo il successo della tappa leccese, presso la Galleria Scaramuzza Arte Contemporanea, la prima personale della giovane e talentuosa artista Chiara Gatto si sposta a Bari, negli spazi della Galleria Formaquattro. La mostra costituisce la seconda tappa del progetto espositivo itinerante “Divoramenti”, la cui conclusione è prevista a Matera (dal 21 novembre all’8 dicembre), presso Momart Gallery, nuova realtà espositiva sorta nel cuore del Sasso Barisano. La rassegna, inoltre, costituisce l’esordio di un progetto più ampio, denominato “Accademia Italia”, con cui la Galleria Formaquattro s’impegna a valorizzare la ricerca di giovani talenti formatisi nelle Accademie di Belle Arti italiane.

Ecco come Carmelo Cipriani, curatore della mostra, descrive la ricerca dell’artista:

“Chiara Gatto accosta, senza remore né timori, realtà terrigna e derive psichiche. La sua ricerca sembra privilegiare la dimensione dell’inconscio e della superstizione, inscenando voli pindarici tra la superficie della forma e la profondità del contenuto. La sospensione del senso è per l’artista il fondamento poetico di una ricerca espressiva giocata sull’instabilità, intesa come condizione privilegiata per l’esplorazione del confine tra visibile e invisibile. Scenari tetri e figure fantasmatiche si corrispondono in una bipolarità oscura: non si comprende se siano gli ambienti il riflesso di una tristezza interiore dei protagonisti o, al contrario, siano questi ultimi a soffrire del male che affligge i luoghi che li ospitano. Le sue stanze costituiscono la giusta metafora di una società compromessa, estraniante e luttuosa. Mentre nelle pareti sembrano riverberarsi i dubbi e i drammi degli anonimi protagonisti, miseri supereroi, animali di carta e pesanti origami divengono i dominanti archetipi di un’esistenza folle.
Così come la tranquillità dello scenario domestico si piega di fronte ad un persistente senso d’inquietudine, la perfezione prospettica cede il passo a puerili assonometrie, non di rado sacrificate a saturazioni monotonali. La materia cromatica, ridotta a poche tinte, si stratifica e si compone per tasselli, dando forma ad una poetica ricerca dei luoghi fisici e memoriali, in avvicendamenti e sovrapposizioni emotive che si sono stratificate in corso d’opera. Atmosfere cupe ma vibranti di pathos, sono abitate da figure vampiresche o allucinate, ora spaventose ora estranianti; figure disarticolate entro spazi instabili, saturi nelle cromie e connotati da un vuoto esistenziale prima che materiale.
Il valore della pittura di Chiara risiede nella capacità d’indagare la soglia tra produzione “normale” e “psicotica”. La sua è un’umanità sconcertante, grottesca, carica di valenze emotive, che sembra interrogarci sulla possibilità di collegare tipologia fisica e stato di alterazione interiore. Mediante una sintassi iconica di disarmante semplicità l’artista ci coinvolge in teatrini folli, soggiogandoci. Il pensiero, apparentemente libero di spaziare, ne resta in realtà imprigionato. Ed è in quel momento che si perde la levità della visione e alla pura contemplazione segue l’amara riflessione”
Chiara Gatto nasce a Bari nel 1990. Conseguita la laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, si dedica con ingegno alla pittura giungendo alla formulazione di un repertorio figurativo d’indiscussa originalità, in cui si compendiano vigore espressionista e pratiche surrealiste. Da circa tre anni è impegnata in un’alacre attività espositiva. Nel 2012 inaugura la sezione “Previsioni” del Beluga Art Project Space di Rutigliano (BA), allestendo la doppia personale con Gianmaria Giannetti La Donna Elefante cerca sempre la verità elefante, a cura di Antonella Marino. Nel 2013 firma il quinto progetto “Wall in progress”, curato da Marilena di Tursi, presso la Galleria Bluorg di Bari. Nello stesso anno partecipa a numerose collettive: Ibridazione, al Beluga Art Project Space di Rutigliano (BA); Spiaggia Libera Anno Zero, a cura di Antonella Marino, allestita al Coco Beach Club di Cozze-Polignano nell’ambito del “Beluga Art Project”; I low art, presso la galleria Artcore di Bari; Santi Medici tra arte e medicina, a cura di Vito Caiati, a Bitonto, negli spazi del Torrione Angioino. Nel 2013 ha seguito il workshop internazionale di arte e design Vajkard in Slovenia. Nello stesso anno è tra gli artisti menzionati della X edizione del Premio Nazionale delle Arti. Nel 2014 ha partecipato con la galleria Formaquattro di Bari ad “Affordable Art Fair” di Milano.

Ufficio stampa:
Associazione De la dà Mar
Info: 320.77.14.234
samfrancis@libero.it

Galleria Formaquattro
Via Argiro 73 – 70124 Bari
Tel. 080 5612271 Fax 080 2145926
info@formaquattro.com

ricevo e pubblico:
amalia di Lanno