sabato 17 marzo 2012

TOHOKU fotografie dal Giappone

Mostra fotografica a cura di Iizawa Kotaro
30 marzo / 5 maggio 2012

Ancora Tohoku nella programmazione mostre dell’Istituto Giapponese di marzo: stavolta è Japan Foundation a celebrare la memoria della tragedia che ha colpito la regione del Tohoku, ma attraverso le foto della sua gente e dei suoi luoghi, ritratti ad arte da autori locali, rappresentanti della compagine fotografica del Giappone dagli anni Quaranta a oggi.
Una natura lussureggiante e una lunga storia, spesso trascurata dai media a favore della cronaca del disastro dell’11 marzo 2011. Per superare, ma non per dimenticare: Teisuke Chiba e Ichiro Kojima hanno fotografato il Tohoku degli anni Cinquanta e Sessanta, Hideo Haga, Masatoshi Naito e Masaru Tatsuki sono autori di foto dal taglio etnografico, Hiroshi Oshima e Naoya Hatakeyama hanno interpretato la regione secondo il proprio vissuto mentre Meiki Lin ha immortalato paesaggi dalle molte suggestioni e Nao Tsuda ha indagato lo spirito giapponese nei reperti Jomon, la prima cultura del Giappone (15.000-3.000 anni fa), che, con le sue splendide terrecotte, è emblema di una decisa matrice autoctona.
Infine, il gruppo guidato da Toru Ito presenta scene anonime in Sendai Collection, serie fotografica collettiva che ambienta la produzione nel capoluogo della prefettura di Miyagi.

Tohoku indica la regione nordorientale del Giappone, divisa in sei regioni: Aomori, Iwate, Akita, Yamagata, Miyagi, e Fukushima. Il clima è generalmente freddo, e la natura è lussureggiante . Dall’11 marzo del 2011 la stampa si è occupata della devastazione, ma solo pochi hanno ritenuto opportuno approfondire l’informazione sull’area e sulle sue caratteristiche precedenti, che presto torneranno all’antico splendore: una natura rigogliosa, a dispetto di un clima prevalentemente rigido, e un trionfo di mare, montagne, fiumi e foreste. E oltre a questo, il Tohoku ha generato la cultura Jomon, che fiorì tra 15.000 e 3.000 anni fa e rappresenta la matrice culturale del Giappone più verace, rappresentato da una ceramica di elevata espressività.

Fonte: http://www.jfroma.it

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Amalia Di Lanno