venerdì 6 dicembre 2024

Anna Rosati | Archivio Sentimentale


Spazio Lavì! City presenta, venerdì 6 dicembre 2024, a Bologna la mostra Archivio Sentimentale di Anna Rosati a cura di Azzurra Immediato.

Esiste una dimensione in cui imago mentis ed imago veritatis paiono fondersi, stratificarsi, inabissarsi nell’universo onirico per riemergere in altra forma, in altra sostanza. È questa la dimensione che Anna Rosati indaga, in quel che ha definito il proprio Archivio Sentimentale, laddove soggiacciono memoria frammista a sogni, ricordi che hanno, ora, forma di desiderio.

Cos’è, davvero, un archivio sentimentale? Come nasce? Come si scopre ed attraversa? Tramite il dischiudersi di una silenziosa esplorazione, in cui l’immagine fotografica si propone quale abbecedario e guida di scoperta, sguardo che conduce alla trasposizione di una memoria soggettiva in un giaciglio mnemonico che accoglie ed abbraccia, scardinando i limiti personali per farsi legame condiviso. Un percorso che Spazio Lavì! City , scrigno custode di arte, propone non come mero incontro con un progetto fotografico, ma un dialogo poetico tra il visibile e l’invisibile, tra la memoria e l’effimero. La Rosati, partendo dalle sue amate terre marchigiane, luogo natio di suo padre e che, da anni, sta ricostruendo secondo una trama fotografica, crea un tessuto narrativo intriso di suggestioni che si snodano tra il passato e il presente, tra la concretezza del paesaggio e la sua evanescente trasfigurazione. Le opere, che si fanno architettura site specific per la galleria, non si limitano a rappresentare una realtà fenomenica; diventano frammenti di un diario visivo che trascende il tempo lineare per immergersi in una dimensione ciclica, fluida, simile a quella del sogno.

Qui, la fotografia si fa scrittura del tempo, un atto di archiviazione che non ha la pretesa di fissare ciò che è stato, ma piuttosto di evocarlo, lasciando si dissolva e riaffiori, come un ricordo che si rivela per poi sfuggire. Sussistono, come nella memoria onirica, elementi che fungono da allegoriche metafore – si tratta di nuvole e paesaggi campestri, di oggetti di un lontano quotidiano, di scorci rubati all’oblio – da cui si intravvedono e percepiscono mutevolezza e fragilità del ricordo. Ogni opera in mostra, quasi fosse parte di un capitolo più ampio, sospende il tempo, catturando un fluttuare istante tra terra e cielo, in un limbo visivo e concettuale ove il reale si missa con l’immaginato. Tale tensione tra presenza e assenza, apparizione e sparizione, narra del cuore pulsante dell’intera ricerca.
Archivio Sentimentale, pertanto, non è solo una ragionata raccolta di fotografie, bensì uno spazio sensoriale dove gemma un racconto articolato tra fenomenologie altre, ogni immagine è stanza di memoria, luogo dove i ricordi si stratificano e dialogano, senza mai giungere a una sintesi definitiva. L’archiviazione proposta dalla Rosati, difatti, non è ordinata né sistematica; rispecchia il caos, la non linearità e l’intimità del vissuto umano. Se il nodo primigenio è naturalmente la dimensione autobiografica, essa si declina tuttavia in forme universali, aprendosi a spazi di risonanza emotiva tipici della sua ‘scrittura visiva’, diaristica e intima, in una altalenante e costante tensione tra il desiderio di ricordare e la necessità di lasciar andare. In tal senso, Archivio Sentimentale è una novella Wunderkammer, un atto di resistenza contro l’oblio. È altresì il tentativo di catturare la fuggevolezza dell’esistenza attraverso un linguaggio che sfida le convenzioni della rappresentazione fotografica. Mediante una grammatica composita e caratterizzata da tonalità sbiadite, immagini che sembrano consunte dal tempo, l’artista evoca la precarietà della nostra connessione con il passato. Ogni opera funge da traccia, indizio che suggerisce più di quanto non riveli, invitando l’astante a terminare il racconto con la propria esperienza e immaginazione. Il dialogo, poi, con Spazio Lavì! innesca l’origine di un allestimento peculiare, contribuendo a creare una sospesa atmosfera, ove il paesaggio interiore dell’artista si intreccia con quello della galleria, dando vita ad una trama di relazioni fluide e imprevedibili. Con Archivio Sentimentale, Anna Rosati invita a riflettere su come il tempo e la memoria plasmino la nostra percezione della realtà. La mostra non offre risposte definitive, ma apre spazi di interrogazione poetica, lasciando emergere la bellezza dell’indefinito, la potenza del non detto. È un percorso che richiede attenzione, lentezza, un’apertura sensibile al potere evocativo delle immagini. Ed è così che l’atto di archiviazione della Rosati compie una vivificazione del passato, sul filo delle nostre fragili esistenze.

Lavì!City
Bologna, via Sant'Apollonia, 19a
Anna Rosati | Archivio Sentimentale
a cura di Azzurra Immediato
dal 6 al 21 dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 6 dicembre 2024 ore 17,30
orario: dal lunedì al sabato dalle 17,30 alle 19,30
Catalogo della mostra in galleria

giovedì 5 dicembre 2024

The Rainbow Over Florence di Piero Percoco


Manifattura Tabacchi – uno dei principali progetti di rigenerazione urbana in Italia che sta ultimando il recupero della storica fabbrica di sigari di Firenze – ospita dal 5 dicembre fino al 2 febbraio 2025 la mostra fotografica The Rainbow Over Florence di Piero Percoco, fotografo conosciuto a livello internazionale e su Instagram con il nome @therainbow_is_underestimated, canale da dove, attraverso l’uso di un iPhone, porta avanti la sua ricerca personale.

Dopo essere stata accolta in BiM – dove Bicocca incontra Milano, progetto di rigenerazione urbana nell’omonimo distretto milanese che sta trasformando un iconico edificio in una work destination all’avanguardia, la mostra arriva a Firenze e si sviluppa nell’edificio B11 della Factory – polo creativo nel cuore del complesso. La curatela è di C41, rivista indipendente e casa di produzione creativa che cura due spazi dedicati alla fotografia contemporanea in BiM. C41 è una piattaforma creativa che esplora moda, design e cultura visiva contemporanea attraverso contenuti ed eventi multidisciplinari. Con la C41 Gallery a Milano, curata per BiM, amplia il proprio spazio di ricerca e sperimentazione collaborando con un gruppo selezionato di artisti.

La seconda edizione della mostra di Piero Percoco si arricchisce con l’aggiunta di nuovi contenuti tratti dalla recentissima serie sulla natura e i cieli del fotografo.

Alcune delle fotografie più iconiche di Piero Percoco si alternano in maniera del tutto inedita a strutture, opere video e sistemi audio, che raccontano il linguaggio ironico dell’artista e la sua estetica distintiva, dove protagonista è la quotidianità della provincia, l’assurdo e il bello di ciò che lo circonda nella vita di tutti i giorni.

Il visitatore è accolto da una struttura in legno con numerosi gonfiabili che sviluppa il sentito tema dell’infanzia e che, con colori e tonalità accese, crea un suggestivo dialogo con una delle fotografie esposte: Bambina con gonfiabili. 
Oltre alle 80 foto tratte dal libro The Rainbow Is Underestimated (Skinnerboox, 2019), The Rainbow Over Florence presenta anche due serie principali, la prima dedicata al cielo e la seconda ai fuochi 
d’artificio, i cui caratteristici effetti sonori sono enfatizzati da un sistema audio che anima l’esposizione. La presenza di due iPhone Apple, brand di cui l’artista è ambassador, rende lo spazio ancora più immersivo coinvolgendo lo spettatore in prima persona.

I lavori di Piero Percoco, nato a Bari nel 1987, sono stati esposti in gallerie e festival italiani e internazionali: Dusseldorf Photo Weekend, SP4 Gallery Treviso, Leica Store Milano, e sono stati pubblicati su The New Yorker, Guggenheim Venezia, New York Times, Rolling Stones, The British Journal of Photography e molti altri media internazionali.

Le fotografie dell’artista sono disponibili per l'acquisto. 

Orari di apertura:
The Rainbow Over Florence è visitabile all’interno dell’edificio B11 fino al 2 febbraio 2025. Entrata da Via delle Cascine 35.

La mostra è visitabile dal martedì al venerdì dalle 14:00 alle 19:00 Sabato e domenica dalle 10:00 alle 19:00

Chiusura giorni: 25, 26, 31 dicembre 2024 e 1° gennaio 2025 Ingresso libero

Manifattura Tabacchi a Firenze è uno dei principali progetti di rigenerazione urbana in Italia: i sedici edifici dell’ex fabbrica di sigari sono in corso di trasformazione per creare un articolato mix funzionale e un nuovo quartiere contemporaneo per Firenze: un centro fuori dal centro storico e ad esso complementare. All’interno della Factory, polo creativo e workplace all’avanguardia inaugurato ad aprile 2023 nel cuore geografico del complesso, sono già operativi spazi direzionali, retail, caffè e ristoranti che attraggono una comunità internazionale di professionisti che scelgono Firenze come luogo dove vivere e lavorare, in un contesto animato da una community vivace e da spazi eco-friendly, tra cultura, moda, arte e design. Il prestigioso istituto fiorentino Polimoda sta realizzando qui il suo secondo polo cittadino e già accoglie 1.500 studenti internazionali in due edifici storici di oltre 10.000 mq. Inoltre sono già previste nel corso del 2025 le aperture della sede dell’European Research Infrastructure for Heritage Science (E-RIHS), del nuovo Medical Center di Synlab (4.000 mq) e dello studentato Aparto (500 posti letto). Le prime abitazioni di Manifattura Tabacchi, tra loft e appartamenti di design, sono attualmente in fase di consegna e un nuovo progetto residenziale denominato Zenit sarà ultimato per marzo 2026. L’heritage storico è preservato dal Caveau, dove sono conservati oggetti tipologici legati al lavoro delle sigaraie, e dalla toponomastica delle vie e piazze, che rende omaggio alle operaie. Il progetto è promosso dalla joint venture costituita nel 2016 dalla società immobiliare del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti e da PW Real Estate Fund III LP, un fondo gestito da Aermont Capital. MTDM - Manifattura Tabacchi Development Management Srl è la società di sviluppo e project management che gestisce l’intero processo.

C41
È una rivista indipendente e una casa di produzione creativa. Focalizzata su temi contemporanei provenienti da tutto il mondo, riflette le più straordinarie visioni del nostro tempo, coinvolgendo nuove generazioni di style leaders in ogni ambito. Rappresentiamo fotografi e registi che condividono la nostra visione in Italia, Francia e Paesi Bassi.


MANIFATTURA TABACCHI A FIRENZE 
THE RAINBOW OVER FLORENCE
LA MOSTRA FOTOGRAFICA DI PIERO PERCOCO A CURA DI C41
Fino al 2 febbraio 2025 nell’edificio B11 della storica fabbrica di sigari di Firenze saranno esposte le opere di Piero Percoco, fotografo di fama internazionale, conosciuto anche per il suo progetto Instagram The Rainbow is Underestimated

Opening giovedì 5 dicembre 2024 dalle 18.30 – B11 | Ingresso libero e gratuito da Via delle Cascine 35

Ufficio Stampa Manifattura Tabacchi – Noesis
manifatturatabacchi@noesis.net
Cristina Gavirati: tel. 320 9524869
Asli Gulfidan: tel. 389 7635968
Alessandra Marinello: tel. 389 2437139 
Federico Della Penna: tel. 342 3334502
Valeria Cesana: tel. 347 0854301 
Carolina Natoli: tel. 349 7634418

mercoledì 4 dicembre 2024

Gianfranco De Angelis | Pattern Community


Giovedì 12 dicembre dalle ore 18.00 la Shazar Gallery presenta Pattern Community di Gianfranco De Angelis con testo critico di Marco Izzolino. La personale dell’artista napoletano negli spazi di via Scura propone un percorso espositivo provocatorio e ambiguo dove tele monumentali dai colori vibranti sorprendono nella ripetizione ossessiva dello stesso modulo grafico. Le linee che scorrono parallele nello spazio pittorico illudono otticamente nella loro impeccabilità geometrica, è qui che agisce l’artista, sullo schema che varia e diventa pittura individuale, la perfezione si stempera, le modifiche impercettibili delle pennellate e il cambiamento di tono di colore richiamano verso un soggettivismo negato. La percezione superficiale di un linguaggio visivo, dall’apparenza fortemente pop, viene ribaltata in favore di riflessioni sulla tecnologia per la comunicazione. L’occhio abituato alla velocità massificata e spersonalizzata proposta da internet e dai social network, viene sfidato dalle opere di De Angelis a favore di una lettura profonda, lenta e riflessiva, l’unica che consente di captare il cambiamento minimo della forma e del colore. Così l’arte cancella il pattern, cui il titolo fa riferimento, il fenomeno ricorrente storico, sociale e psicologico che accomuna e organizza la realtà secondo canoni e schemi regolari. Sono gli algoritmi informatici che individuano pattern anche nei comportamenti individuali creando “comunità artificiali basate su affinità comportamentali, escludendo di fatto qualsiasi elemento di novità o diversità.”

“Le opere dell’artista invitano a riflettere sull’attuale paradosso della tecnologia per la comunicazione: da un lato, essa consente ad un numero sempre maggiore di persone di entrare in contatto, anche a grandi distanze o al di là di qualsiasi limitazione, ma, dall'altro, rischia di omologarne i comportamenti e di ridurne l’individualità.” Dichiara Marco Izzolino.

“Gianfranco De Angelis ci propone così un'esperienza pittorica che è al tempo stesso un'accusa e una provocazione. La metafora visiva del patterncostruisce un mondo parallelo che rispecchia il comportamento sociale; ma attraverso la scelta di colori vivaci e contrastanti, che egli definisce «come un urlo», l’artista afferma la necessità di una reazione, di un'affermazione dell’individualità di fronte all'omologazione imposta dagli algoritmi e dai social network. Le opere diventano come dei catalizzatori che scuotono l'osservatore dalla sua apatia: con la loro energia vibrante, si contrappongono alla passività dello spettatore, abituato a un consumorapido e superficiale delle immagini; e questi, difronte ad una esplosione di energia visiva, è costretto ad una riflessione sulla propria condizione.”

La mostra “Pattern Community” sarà visitabile fino al 1 febbraio 2025 dal martedì al sabato dalle 14.30 alle 19.30 e su appuntamento. 

Press officer: Graziella Melania Geraci 3475999666 press@shazargallery.com

Shazar Gallery
Via Pasquale Scura, 8
80134 Napoli Tel. 081 1812 6773 www.shazargallery.com – info@shazargallery.com
Instagram: shazargallery– FB: shazargallery

Maria Grazia Carriero | Malerbe. Poetica della dissidenza


Spazio MICROBA conclude il suo ricco programma di mostre del 2024 con Malerbe. Poetica della dissidenza, personale di Maria Grazia Carriero, a cura di Giuliana Schiavone, che verrà inaugurata sabato 7 dicembre 2024, alle ore 18,30. 

Il progetto espositivo presentato da Carriero interroga la radicalità delle malerbe, entità di una resistenza che si manifesta nella tensione tra fragilità e tenacia, in una presenza vulnerabile e insieme intransigente. Nell’incontro con ex voto anatomici e frammenti erbacei, prendono forma ibridazioni singolari che rivelano l’unicità estetica del bìos, evocando una persistenza che eccede il visibile. Un elogio della condizione liminale, che sovverte il confine tra precarietà e forza, e reinventa i parametri stessi dell’estetica vivente. 

L’esposizione delle opere di Maria Grazia Carriero, realizzata in collaborazione con l’Associazione culturale Achrome e inserita in un programma di mostre personali organizzate da Riccardo Pavone, Marialuisa Sorrentino e Nicola Zito, resterà aperta e visitabile fino al 29 dicembre 2024, dal martedì al sabato, dalle ore 17 alle ore 20. 

MICROBA si pone lontano dal canonico concetto di galleria d’arte e, anche in questo nuovo ciclo di eventi, rinnova la propria aspirazione di spazio laboratoriale e sperimentale. Attraverso le opere e le esperienze di artisti giovani ma già di respiro nazionale e internazionale, il centro barese persegue la propria missione nel territorio e intende introdurre stimoli di riflessione nel contesto culturale circostante. 

L’Associazione culturale Achrome è un collettivo che opera nel campo dell'Arte Contemporanea, muovendosi tra molteplici ambiti, dalla didattica alla ricerca, dall'organizzazione di eventi espositivi alla formazione professionale. Intessendo rapporti con il territorio, Achrome si propone di favorire un rinnovato e più proficuo dialogo tra la città – e i suoi abitanti – e le dinamiche dell'Arte Contemporanea. Maria Grazia Carriero (Gioia del Colle, 1980), artista e docente di discipline grafiche e scenografiche, si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Roma in Arti visive e discipline per lo spettacolo. La sua ricerca ruota attorno al concetto di virtualità, esplorato attraverso l’analisi della cultura popolare, delle credenze e delle pratiche ascetiche. Ha esposto in prestigiosi spazi come la Fondazione Merz di Torino, la Fabbrica del Vapore di Milano, il Museo MARTA di Taranto, il Museo dell’Opera di Santa Chiara di Napoli e la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare. Selezionata per importanti premi e progetti come il Premio Zingarelli Rocca delle Macìe, la Biennale Mediterranea 17, Adrion Art e la Biennale della Fotografia Femminile di Mantova, ha vinto la Residenza L’Arte contemporanea nei luoghi del quotidiano e il Premio Progetto Air Land 3.0 (2020). Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, mentre le sue riflessioni tra arte e antropologia sono pubblicate nei volumi Arte e ricerca etnografica. Il laùru: i luoghi, gli incontri, le testimonianze (2018) e Masquerade. L’universo dietro la maschera (2021), quest’ultimo scritto insieme a Nicola Zito. Entrambi i testi, editi da Progedit, fanno parte della collana editoriale Antropologia e Mediterraneo, diretta dal professor Eugenio Imbriani. 

Maria Grazia Carriero 
Malerbe. Poetica della dissidenza 
A cura di Giuliana Schiavone 

MICROBA 
Via Giambattista Bonazzi 46 70123 – Bari 

Inaugurazione: sabato 7 dicembre 2024, ore 18,30 Dal 7 al 29 dicembre 2024 
Da martedì a sabato, dalle ore 17 alle ore 20 

Info: 
MICROBA 
+39 3927385558 – spaziomicroba@gmail.com 

ACHROME 
+39 3470866802 – associazioneachrome@gmail.com




 

lunedì 2 dicembre 2024

VISIVO – RAFFAELE QUIDA

 


VISIVO – RAFFAELE QUIDA a cura di Paola Mancinelli

GIGI RIGLIACO GALLERY, GALATINA (LE)

14 dicembre 2024 – 31 gennaio 2025 | Inaugurazione sabato 14 dicembre ore 18

Inaugura sabato 14 dicembre una nuova mostra personale di Raffaele Quida curata da Paola Mancinelli nella galleria di Gigi Rigliaco a Galatina

La Gigi Rigliaco Gallery a Galatina, solido punto di riferimento dal 2006 per l’arte contemporanea nel Salento, presenta dal 14 dicembre la mostra personale di Raffaele Quida intitolata “Visivo”, che raccoglie tredici recenti e nuove opere-progetto in un percorso a cura di Paola Mancinelli.

L’artista ha concepito delle postazioni che seguono il perimetro e abitano l’area dello spazio espositivo, con cui mette in discussione i confini tra arte e architettura, visione e azione: il rapporto tra le opere è in un ordine essenziale, secondo un progressivo disegno concettuale e materico in totale aderenza con l’ambiente.

La mostra “Visivo” segue a “Varchi nel tempo” della primavera scorsa alla Galleria Monogao 21 di Ravenna, dove erano esposti gli ultimi esiti dalle serie “Carte del tempo” e “Superfici”. Quida si interessa alle categorie del tempo nella mutazione e trasmutazione della materia, quale nucleo fondante della sua ricerca artistica. Nella pratica utilizza materiali sia naturali che artificiali, in questo caso largamente usati nell’edilizia e nell’industria chimica, scelti per la loro versatilità e per contrasti, di opacità o trasparenza e in base alle diverse densità di peso, trattandoli in virtù della loro capacità di trasformazione e dialogo, dal ferro e piombo, all’argilla e gommapiuma, fogli termici e pigmenti, dai più ‘poveri’ fino all’oro.         A Galatina, le installazioni a parete, negli angoli e a pavimento sono frutto di uno studio dei piani prospettici, sul movimento e le forze che agiscono sulle masse di un corpo e di come queste norme, universalmente condivise, riescono a tradursi in una sollecitazione visuale.           
Centrale in queste opere è l’incidenza della luce, da quella diurna a quella di un proiettore, in grado di attraversare o imprimersi sulle superfici e di modellare i volumi, che motiva la scelta anche di altri materiali, come il plexiglas o la carta carbone comprendendo la carta fotografica baritata, per portare avanti un’analisi e misurazione dei fenomeni della luminosità e sulla percezione che valica la sfera del non visibile.

Al pubblico è rivolto un invito a partecipare attivamente alla scena espositiva, per una comprensione estetica più profonda e consapevole che va oltre l’atto del vedere: si fa esperienza tangibile dell’ambiente immersivo “Immagine e assenza”, «che genera una proiezione di paesaggi e viatici sensoriali» scrive la curatrice, o si lascia percorrere il camminamento di 4 metri e mezzo dell’opera “Il tuo peso”, che lo spettatore col proprio corpo può modificare liberamente. Il percorso della mostra “Visivo” si basa su un flusso comunicativo ben preciso, orientato all’esperienza delle superfici fisiche, memoria di forma.

«Le opere di Quida sono intrise di memoria», afferma Paola Mancinelli, «fuori dalla cortina della ridondanza, affiorano da un tempo altro, portatrici di una poetica che rivela e nasconde, sospende e condensa, cristallizza e fissa in un preciso segmento. Operando sulla materia l’artista trasforma lo spazio in racconto, una metafora che rimanda all’alternarsi dei cicli della natura, fluida e plasmabile, in rapporto stretto con il fruitore».

L’artista propone in occasione dell’inaugurazione sabato 14 dicembre alle ore 18 l’intervento performativo “Equilibrio” con il coinvolgimento di Arianna Gaballo, una interazione tra le postazioni con le opere messe in campo per rompere la staticità propria degli oggetti e mostrare così il misterioso poetico divenire delle cose.

Accompagna nella visita il catalogo pubblicato da Danilo Montanari Editore.

“Visivo – Raffaele Quida” alla Gigi Rigliaco Gallery, Via Adige 32 bis, 73013 Galatina (LE) sarà aperta al pubblico fino al 31 gennaio 2025, dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle 12.30 e dalle ore 16.30 alle 20 e la domenica su appuntamento al 329 687 2838 | gigirigliacoart@gmail.com

 

Titolo “Visivo – Raffaele Quida”

Artista Raffaele Quida

Sede Gigi Rigliaco Gallery, Via Adige 32 bis, 73013 Galatina (LE)

Date 14 dicembre 2024 – 31 gennaio 2025; inaugurazione sabato 14 dicembre alle ore 18.00; accesso alla mostra dal lunedì al sabato negli orari 10-12.30 | 16.30-20 e domenica su appuntamento; ingresso libero

A cura di Paola Mancinelli   
Catalogo Danilo Montanari Editore
Informazioni www.raffaelequida.it

Contatti Gigi Rigliaco 

+39 329 687 2838 | gigirigliacoart@gmail.com     

Ufficio Stampa Due Mari



giovedì 28 novembre 2024

A Roma OVEST


In corso da PrimaLinea Studio la collettiva “Ovest” esposizione che intende esplorare e celebrare l’attività artistica dell’area ovest di Roma. Il fulcro, situato nel quartiere di Valle Aurelia, si estende coinvolgendo artisti provenienti da diverse aree della città. Questo gruppo selezionato è composto da 16 artisti appartenenti a varie generazioni e ambiti di ricerca: Luigi Battisti, Pietro Capogrosso, Riccardo d’Avola Corte, Paolo Laudisa, Monica Lundy, Claudia Peill, Federico Pietrella, Alessandro Piangiamore, Giuseppe Pietroniro, Daniele Puppi, Andrea Salvino, Valeria Sanguini, Sandro Sanna, Eliseo Sonnino, Delphine Valli e Claudio Verna. Ovest si distingue per il suo intento di mettere in luce le varie generazioni e stili degli artisti coinvolti. Ogni opera riflette visioni uniche, offrendo un panorama ricco della scena artistica contemporanea del territorio. La mostra include opere che portano con sé esperienze e linguaggi distintivi. La presenza di artisti emergenti accanto a figure consolidate crea un dialogo stimolante ed evidenzia le interconnessioni tra passato e presente. La sinergia creativa nutrita dai legami personali tra gli artisti, è alla base delle motivazioni della mostra. Inoltre, la ricchezza del territorio con la sua apparente neutralità offre un contesto fertile per l’arte contemporanea; per questo molti artisti hanno scelto di stabilire i loro studi in quest’area, contribuendo a creare un ambiente culturalmente rilevante. Questo aspetto generazionale non solo arricchisce l’esperienza visiva, ma invita anche a riflettere sulle evoluzioni e trasformazioni dell’arte nel contesto urbano romano.


OVEST
Fino 14 dicembre 2024

PrimaLinea Studio
Roma, Via Giovan Battista Gandino 31
studioprimalinea@gmail.com

martedì 26 novembre 2024

Mental Suburbs di Logan T. Sibrel

Logan T. Sibrel, Fabian Still-Life, 2024. Oil on cnavas. Cm 40x50 

MONTI8 è lieta di presentare la mostra Mental Suburbs, prima personale dell’artista americano Logan T. Sibrel con la galleria. 

Si tratta del secondo evento espositivo nella capitale per MONTI8 che, dopo aver inaugurato a ottobre il project space di via dei Reti, apre anche una nuova sede in via degli Ausoni 57, sempre nel quartiere di San Lorenzo. 

Ed è proprio la personale di Logan T. Sibrel al dare il via al nuovo spazio con undici tele di piccolo formato, che sottolineano il carattere intimo e informale dei lavori. Un racconto costruito attraverso attimi rubati dallo sguardo dell’artista, che traduce in una pittura corposa e volumetrica ritratti di amici, diari di viaggio e nature morte fatte di cartoline, poster e oggetti del suo quotidiano, soprattutto appartenenti al mondo dell’arte e della musica. 

Come spiega nel testo critico Maria Vittoria Pinotti: “Logan T. Sibrel lavora la pittura in un processo mobile, così attraverso connessioni e riferimenti moltiplica i livelli di lettura di una singola immagine offrendoci qualcosa di autonomo ed ambiguo nei molti significati. In questa prospettiva ha un dono: stupire la normalità ed informarla con pochi suggerimenti, non per una volontaria trascuratezza, bensì per sollecitarne un’aspettativa d’inventiva. In questo modo si concentra su elementi comuni della vita quotidiana, la cui libertà d’interpretazione rimane certa nel chiarore di una figurazione cristallizzata, fredda, condensata e distante. Così con Sibrel, la pittura è una particolare forma di scultura, pertanto la robustezza viene resa attraverso l’accostamento di toni, il cui chiaroscuro tendente ad evidenziare il volume ed il senso delle forme, è assorbito, dunque disseccato”. A completare il percorso espositivo sarà in mostra anche una selezione di carte, allestita nella project space. 

L’appuntamento con l’inaugurazione è venerdì 6 dicembre in via degli Ausoni 57, dalle 18.30 alle 20.30. L’artista sarà presente. 

BIO 
Logan T. Sibrel (Jasper, Indiana, 1986) vive a lavora a Brooklyn, NY. Ha conseguito un BFA in Fine Art Degree alla Indiana University di Bloomington nel 2009 e un master in Fine Arts Degree (MFA) alla Parson School of Design di New York nel 2011. Ha esposto in mostre personali e collettive in diverse gallerie americane ed europee, tra cui Vardan Gallery, Thomas Fuchs, 1969 Gallery, Auxier Kline, Monti8, Taymour Grahne Projects and Beers London. Il suo lavoro è stato recentemento esposto anche in fiere come ArtBrussell e Art Cologne. 

INFO 
Logan T. Sibrel - Mental Suburbs 
Testo a cura di Maria Vittoria Pinotti 

Opening: 6 dicembre, dalle 18.30 alle 20.30 
MONTI8
Via degli Ausoni 57, Roma 
Fino al 6 febbraio 2025 

MONTI8 
Monti8.com | info@monti8.com | +39 3334056596 

lunedì 25 novembre 2024

Life(s) of Webs di TOMÁS SARACENO

Life(s) of Webs, arachnophobias, arachnophilias, and other stories" per la città di Matera 
crediti Amedeo Benestante

Parte da Genova la roadmap di presentazione del libro d’artista Tomás Saraceno (San Miguel de Tucumán, Argentina, 1973), Life(s) of Webs, arachnophobias, arachnophilias, and other stories edito da Nero Edizioni, in un progetto promosso da Fondazione Matera Basilicata 2019. Primo appuntamento nel Teatrino di Palazzo Ducale alle ore 16.30 di sabato 30 novembre. Alla presentazione, organizzata dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Studio Tomàs Saraceno e Nero Edizioni, interverranno la direttrice di Palazzo Ducale Ilaria Bonacossa, la direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019 Rita Orlando, l’artista Tomàs Saraceno, l’antropologo e ricercatore Salvatore Bevilacqua, fra gli autori del volume, l’artista-apicoltore Alberto Pesaventoe Valerio Mannuccidi Nero Edizioni. A seguire, sarà inaugurata la mostra Anima-ledi Tomàs Saraceno presso Pinksummer Contemporary Art.

"Moltissime sono le persone”, spiega Rita Orlando, direttrice generale Fondazione Matera Basilicata 2019,“che hanno reso possibile questo progetto, con ruoli e in tempi diversi, nell’arco dei quasi dieci anni che sono intercorsi tra il primo incontro con Tomás Saraceno a Berlino fino all’inaugurazione del 2023. Attraverso un lavoro di tessitura paziente, abbiamo realizzato la nostra rete per donare alla città un’opera importante, necessaria per ritornare a un rapporto armonico con la Natura e con il pianeta, nell’era dell’Antropocene che rischia di spezzare un equilibrio millenario. Life(s) of Webs: arachnophobias, arachnophilias, and other stories, insieme a questo volume, è il segno della cultura che vuole prendersi la responsabilità della cura, perché è solo attraverso essa che potremo ricostruire una società più giusta per tutti gli esseri viventi".

“Sono felice”, è il commento di Ilaria Bonacossa, direttrice di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura,“di poter presentare a Genova quest’importante pubblicazione di Tomás Saraceno legata tra le altre anche alla mostra aperta nel 2014 a Villa Croce: Cosmic Jive, the spider sessions; una mostra che mi ha profondamente segnato mostrandomi come interagire in maniera nuova e inaspettata con il pubblico seguendo le trame delle tele dei diversi ragni con cui abbiamo convissuto per diversi mesi”.

Il libro, realizzato per l’opera permanente Life(s) of Webs, arachnophobias, arachnophilias, and other stories concepita per la città di Matera dall’artista Tomás Saraceno, viene presentato a un anno di distanza dalla sua inaugurazione, avvenuta a novembre 2023. Realizzata nell’ambito della programmazione dedicata al rapporto fra l’arte e le emergenze della contemporaneità e grazie ad una collaborazione tra Fondazione Matera Basilicata 2019 con i Musei nazionali di Matera, l’opera trova sede nella Chiesa del Carmine di Palazzo Lanfranchi a Matera. Un lavoro che ha avuto una lunghissima genesi, a cominciare dal 2014 quando il concept artistico venne inserito all’interno del dossier di candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019, approdato poi nella realizzazione di un'installazione permanente che trae ispirazione dalla storia secolare e dall’intrinseco valore spirituale della città di Matera: un confessionale laiconel quale, al posto del sacerdote, sono state collocate delle ragnatele con l’intento di condividere la saggezza ancestrale dei ragni che le hanno tessute e invitare l’essere umano a mettere in discussione il suo rapporto con la natura. 

La ricerca sull’aracnofilia”, spiega infatti l’artista nel volume,“ha contribuito alla disciplina scientifica relativamente nuova della biotremologia: lo studio della comunicazione vibrazionale negli animali. Dopo molti anni di sviluppo e di sperimentazione, siamo stati in grado di costruire microfoni specializzati, ipersensibili, che ci hanno permesso di partecipare a un dialogo vibrazionale di ragni/ragnatele precedentemente non udibile. Con questa stessa tecnologia vengono trasmesse le vibrazioni ai visitatori che entrano nella cabina confessionale collocata qui a Matera. È un invito all’umanità̀ a porsi in ascolto: gli invertebrati rappresentano il novantacinque per cento di tutti gli animali del pianeta, eppure sono minacciati di estinzione – un evento che metterebbe a repentaglio tutte le vite sulla Terra. Allo stesso modo, le culture indigene, che da tempo rispettano la saggezza dei ragni, si prendono cura dell’ottanta percento della biodiversità̀ della Terra, ma rappresentano solo il cinque percento della sua popolazione. Quando, attraverso la comunità̀ dell’Aracnofilia, chiediamo alle persone di rinunciare all’aracnofobia, è un appello a considerare la vita attraverso tutte le sue reti; a tessere insieme modi di vivere che non distruggano l’ambiente, ma che lavorino verso società̀ per tutti, più̀ giuste, ecosociali, inter-e intraspecie”.

Il percorso di ricerca avviato con quest’opera, che si colloca all’interno del più ampio progetto di Saraceno sull’Arachnophilia, è confluito nell’omonimo libro d’artista pubblicato da Nero Edizioni. 
Nel volume, caratterizzato da un approccio multidisciplinare tipico della ricerca artistica di Saraceno, sono raccolti i contributi di esperti provenienti da settori diversi, insieme a quelli dell’artista stesso, della Fondazione Matera Basilicata 2019 e dei Musei nazionali di Matera: la scienziata Laura Tripaldi, la sociosemiologa, curatrice, scrittrice e ricercatrice Claudia Attimonelli, l’antropologo David Zeitlyn, il filologo musicale, traduttore e drammaturgo Gianni Garrera, l’antropologo e ricercatore Salvatore Bevilacqua.

Tomás Saraceno(nato nel 1973) è un artista argentino con base a Berlino i cui progetti dialogano con le forme di vita e di formazione della vita, ripensando i fili dominanti della conoscenza e riconoscendo come diversi modi di essere impegnino una molteplicità di vibrazioni nella Rete della Vita. Per oltre due decenni, Saraceno ha lavorato con comunità locali, ricercatori scientifici e istituzioni in tutto il mondo e ha attivato progetti collettivi interdisciplinari e open-source, tra cui il Museo Aero Solar (2007-), la Fondazione Aerocene (2015-) e Arachnophilia, verso una società libera dalle emissioni di carbonio, per una giustizia climatica intra e inter-specie. Saraceno è stato protagonista di mostre personali e installazioni permanenti in musei e istituzioni internazionali, tra cui The Serpentine Gallery, Londra (2023), The Shed, New York (2022), Palais de Tokyo, Parigi (2018); Museo de Arte Moderno, Buenos Aires (2017); K21 Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Ständehaus, Dusseldorf (2013); Metropolitan Museum of Art, New York (2012); Hamburger Bahnhof - Museum für Gegenwart, Berlino (2011). Saraceno ha partecipato a numerosi festival e biennali, tra cui la 17a Biennale di Architettura di Venezia (2020) e la 53a e 58a Biennale di Venezia (2009, 2019).


30 novembre 2024, ore 16.30
Life(s) of Webs, arachnophobias, arachnophilias, and other stories – presentazione libro
Teatrino di Palazzo Ducale
Piazza Giacomo Matteotti, 9, Genova
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TEXTUS, opere di Paola Ricci e Franco Colamorea

opera di Paola Ricci. Ph. Marta Guerra

TEXTUS, opere di Paola Ricci e Franco Colamorea è la mostra, a cura di Liliana Tangorra, in corso nel Palazzo Planelli a Bitonto nell'ambito di BackStage: Imparare a leggere le trame, progetto atto a valorizzare il recuperato palazzo ottocentesco attraverso l’implementazione di una serie di attività socio-culturali e formative. Beneficiario dei fondi del Bando Storico, Artistico e Culturale 2017 “Il bene torna comune”, promosso da Fondazione Con Il Sud, con l’obiettivo di donare nuova linfa a beni immobili inutilizzati in un’ottica di uso collettivo e di restituzione alla comunità, BackStage vede coinvolte al suo interno realtà quali Ulixes– società cooperativa sociale (capofila progetto), associazione culturale Fatti d’Arte, FabLab Bitonto, società cooperativa Camera a Sude associazione culturale Just Imagine.


Il Palazzo Planelli
Nel luogo dove oggi si ammira il palazzo conosciuto come Planelli - sito in Bitonto alla via Planelli 36 - sorgeva nel Medioevo una curtis: il grande cortile di ingresso oggi conserva poche tracce del suo impianto originario. Nella dizione popolare l’edificio viene, ancora oggi, chiamato ‘Palazzo della Zecca’, in quanto fu la fastosa dimora di Antonio Planelli,scienziato, matematico, musicofilo, maestro della Reale Zecca di Napoli, una delle più grandi figure dell’illuminismo del Meridione. 

La facciata ottocentesca del palazzo - oggi diviso in varie dimore - conserva un portale più antico a bugne radiali. Un enorme androne immette nel cortile quadrangolare con una bella scalinata a più rampe con balaustre serrate, opera probabilmente di Raffaele Comes.

Oggi l’ala al primo piano è stata restaurata per ospitare le attività del progetto BackStage: Imparare a leggere le trame. Nel recuperato palazzo Planelli il comune denominatore delle attività è da oggi ‘leggere le trame’: quella del cinema, con la creazione di una sala proiezione da 50 posti pensata per la visione cinematografica, ma aperta anche a incontri ed eventi formativi; quella dei tessuti con la creazione di un laboratorio di confezionamento di abiti di scena di alta qualità destinati, in particolare, ai cosplayer, ma anche ad attori di cinema e teatro; quella di un neonato museo di quartiere. 

Il palazzo Planelli-Sylos nella sua zona recuperata è composto da sei ambienti di cui tre interamente decorati con dipinti murali a tempera. È in queste sale che si svolgerà la mostra TEXTUScon opere di Paola Ricci e Franco Colamorea.


La Mostra
La mostra TEXTUS è parte di un progetto più ampio che vedrà il palazzo storico Planelli trasformarsi in uno spazio di creazione ed espressione artistica, dove la sartoria, le arti performative e audiovisive si intrecceranno insieme alle opere degli artisti Paola Ricci e Franco Colamorea. Il termine latino TEXTUS può essere tradotto in vari modi, assumendo il significato di trama, intreccio, tessuto o testo, a seconda delle declinazioni. Proprio su questo principio si fonda la mostra dei due artisti le cui opere si intrecciano e modellano reciprocamente tra sculture in filo d’acciaio e abiti dalle forme oniriche e originali, tra riutilizzo dei tessuti e recupero di tecniche artigianali del passato che, anche con approcci e risultati differenti, talvolta riescono a far assumere alle opere una densità umana tale da spostare il focusda opera cucita osservata a opera cucita attraversata. La mostra TEXTUS sarà aperta alle ore 18:00 dalla performancedi Paola Ricci e Franco Colamorea intitolataIntreccio/Intersect. L’ingresso alla performancesarà contingentato (massimo 60 spettatori; per prenotazioni chiamare il numero 080/3743487) mentre dopo la performancel’accesso alla mostra sarà libero fino alle ore 21:00. Nei giorni successivi la mostra TEXTUSsarà aperta tutti i giovedì, venerdì e sabato dalle ore 16:30 alle ore 20:30 fino al 15 dicembre. Saranno previste delle visite i giorni di domenica 17 novembre, 1 e 15 dicembre dalle ore 10:00 a cura di PugliArte(per info e prenotazioni: 340/ 3394708).


Gli artisti
Franco Colamorea, nato a Bitonto, muove i suoi primi passi nel settore destrutturando e reinventando capi d’abbigliamento esistenti, restituendo loro nuova bellezza e identità e scoprendo così la sua vocazione per l’upcycling, che diventerà il filo conduttore della sua produzione creativa. Dopo un percorso di studi in Puglia e la partecipazione a numerosi corsi di formazione a Roma, Milano e Torino, affina ulteriormente le sue competenze di taglio, cucito e prototipazione grazie a un apprendistato presso un maestro sarto. La sua carriera prende forma attraverso una costante sperimentazione che spazia tra moda, teatro, danza e cinema. Fonda e presiede Fatti d’Arte, una realtà artistica in cui può esprimere appieno il suo gusto estetico, realizzando scenografie e costumi per le produzioni della compagnia. Collabora con Artelier - casa d’arte al fianco di importanti nomi come Franca Squarciapino, Alida Cappellini, Odette Nicoletti, Brigitte Reiffenstuel, Luigi Perego, Michele Mirabella, Vittorio Sgarbi e molti altri. In qualità di rappresentante dell’artigianato pugliese, porta alla ribalta la storia di Bari e del suo popolo attraverso la realizzazione di costumi ispirati all’anno Mille, esposti anche a Mosca alla fiera Macef, il salone internazionale della Casa. La sua passione per la condivisione delle conoscenze si riflette nel suo impegno formativo, attraverso collaborazioni con istituzioni pubbliche e private, con le quali tuttora collabora. 


Paola Ricci nasce a Venezia nel 1961 e si laurea all’ I.S.I.A. di Urbino. Consegue un Master di Arte e Terapia presso l’Università Pontificia Antonianum di Roma. Combina la sua attività di artista con quella di docente di Didattica dell’Arte. Presso il CCA Andratx Mallorca (Spagna) è stata invitata in una residenza e le sue opere sono state esposte nella Galleria Kunstall nella mostra dal titolo Sculture da parete. È stata invitata come Visiting Artist al Cummings Arts Center, Connecticut College di New London, CT Stati Uniti d’America, dove ha realizzato, in diverse sessioni giornaliere, un grande disegno su carta intitolato Multiverso,che è presente nella collezione dello stesso Istituto. È stata selezionata nel 2016, per la residenza nel Vermont Studio Center e ha ricevuto un premio per questo periodo di ricerca artistica negli USA. In aprile 2019 è stata selezionata per la Mostra The Comm-Inn, Het Nieuwe Instituutal Het Nieuwe Instituut a Rotterdam. Ha partecipato, nel luglio 2020, alla mostra ANTEPRIMA al TOMAV a Torre Moresco. Nel 2020 il curatore Frank Eckhardt l’ha invitata a Dresda per un evento pubblico in cui ha presentato un video al Nonmuseum for Contemporary art on the Dresden Neumarkt NICHT MUSEUM ZEITGEMÄßER KUNST. Nel 2022 ha partecipato alla Mostra Collettiva Connessioni, The Kitchen Gallery a Milano. Nel 2023 ha realizzato il lavoro intitolato Filo d’Arianna per una mostra collettiva presso il Museo di Emilio Greco poi trasferita al Museo MADXI di Latina.

opera di Paola Ricci. Ph. Marta Guerra

Palazzo Planelli - Bitonto (Ba)
TEXTUS, opere di Paola Ricci e Franco Colamorea
a cura di Liliana Tangorra
visibile fino al 15 dicembre 2024

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lunedì 18 novembre 2024

Trame esplorative: un viaggio attraverso l’arazzo

Mes oignons, Alexander Calder, 1971, 217 x 153 cm, firmato Calder, Ateliers Pinton (Francia). Courtesy Galleria Antonio Verolino, Modena

La Fondazione Dino Zoli di Forlì (FC) presenta fino al 16 marzo 2025 un’ampia disamina dedicata all’arte dell’arazzo in Italia, dagli anni ’50 del secolo scorso ad oggi. Curata da Nadia Stefanele promossa da Dino Zoli Textile e Fondazione Dino Zoli.

Il titolo della mostra – Trame esplorative: un viaggio attraverso l’arazzo – intende sottolineare come il mezzo tessile, tradizionalmente visto come un’arte decorativa, sia diventato nel tempo una forma espressiva innovativa e plurale, che ha saputo intrecciare storie, culture e tecniche.

«Parole come filo, trama, ordito, intrecci, tessuto sono utilizzate spesso per evocare suggestioni di percorsi, idee, relazioni, convivenze e collegamenti. Una tecnica antica incontra, con l’arte, la contemporaneità, e insieme, danno vita a rappresentazioni di emozioni. In un modo simile, Dino Zoli Textile, azienda capostipite di Dino Zoli Group che produce tessuti destinati a rivestire mobili imbottiti, si impegna quotidianamente a fornire materiale per decorare, ma soprattutto per consentire ad ognuno di esprimere la propria identità all’interno degli spazi più intimi, quelli della casa», dichiara Monica Zoli, vicepresidente Dino Zoli Group.

«L’arazzo, come linguaggio visivo contemporaneo, ci racconta di sperimentazioni e innovazioni tessili, di collaborazioni tra artisti e artigiani, tra tradizione ed esperimenti moderni, in dialogo con le tendenze artistiche contemporanee (in primo luogo l’astrattismo) e il design industriale. Un percorso di ricerca che attraversa l’Italia dalla Lombardia (Arazzeria di Esino Lario e Arazzeria di Elio Palmisano) all’Abruzzo (Arazzeria Pennese), fino alla Sardegna (Studio Pratha), con alcune incursioni europee (Ateliers Pinton), proponendo un momento di riflessione su identità e tradizione. Un’odissea culturale che celebra la ricchezza e la varietà del Made in Italy, riconoscendo il valore di opere che, con il passare del tempo, continuano a raccontare storie e a ispirare nuove generazioni di artisti e appassionati», scrive Nadia Stefanel, direttrice della Fondazione Dino Zoli.

Il viaggio attraverso le arazzerie rappresenta un’opportunità unica per comprendere come l’arte e l’artigianato si uniscano in un processo creativo collaborativo, capace di coinvolgere alcuni dei più importanti maestri del secondo Novecento e di attrarre gli artisti del presente.

Nel percorso di mostra si potranno, infatti, apprezzare il valore del lavoro manuale e della creatività di artisti storicizzati come, tra gli altri, Sonia Delaunay, Gino Severini, Alexander Calder, Afroe Piero Dorazio, di designer come Nathalie du Pasquiero di stilisti come Antonio Marras, di artisti contemporanei come Omar Galliani, Maurizio Donzelli, Stefano Arienti, Loredana Longo e Sissi, che si sono avvicinati all’arazzo come forma espressiva.

Un viaggio in Italia che non solo celebra le tecniche di lavorazione del tessuto, ma invita anche a riconsiderare un’eredità culturale ricca e variegata, testimone di una tradizione che continua ad evolversi e rinnovarsi nel tempo, favorendo connessioni profonde tra artista e pubblico.

Non è un caso che la mostra si concluda con l’arazzo Metapolis, realizzato da Francesca Müller unendo la complessità artigianale della tessitura con grafiche ispirate dall’intelligenza artificiale, in linea con le scelte tematiche portate avanti dalla Fondazione Dino Zoli nel 2024: dalla mostra BODY (S)CUL(P)TUREdi Francesca Fini, prologo di Ibrida, festival delle arti intermediali, alla collettiva di artisti italiani e singaporiani Art in Motion: AI Creatives at the Singapore Night, organizzata da Dino Zoli Group a Singapore durante il Gran Premio di Formula 1. Con Metapolis, Francesca Müller ha preservato la tradizione del lavoro di tessitura, traghettandola nell’era digitale.

La mostra Trame esplorative: un viaggio attraverso l’arazzo rientra a pieno titolo nella più ampia pianificazione culturale della Fondazione Dino Zoli, che dal 2017 propone prevalentemente percorsi di ricerca, residenze d’artista e progetti curatoriali legati al tessuto e alla luce, in linea con le più importanti aree di business di Dino Zoli Group, per coinvolgere i dipendenti, favorire il welfareaziendale ed aprirsi al territorio, ai giovani e alla collettività, portando a Forlì mostre e progetti artistici di ampio respiro e valorizzando le eccellenze culturali italiane nel mondo.

L’esposizione è realizzata con il patrocinio di Comune di Forlì e Confindustria Romagna.

La Fondazione Dino Zoli è aperta al pubblico da martedì a giovedì con orario 9.30-12.30, venerdì, sabato e domenica ore 9.30-12.30 e 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi, chiuso 1 novembre, 8, 24-26 e 31 dicembre, 1 e 6 gennaio. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 0543 755770, info@fondazionedinozoli.com, www.fondazionedinozoli.com.

Artisti in mostra: Afro, Stefano Arienti, Niki Berlinguer, Eros Bonamini, Alexander Calder, Sonia Delaunay, Maurizio Donzelli, Piero Dorazio, Gianni Dova, Nathalie Du Pasquier, Elena El Asmar, Omar Galliani, Armida Gandini, Fabio Iemmi, Riccardo Licata, Loredana Longo, Antonio Marras, Francesca Müller, Mauro Reggiani, Remo Salvadori, Gino Severini, Sissi, Guerrino Tramonti, Luigi Veronesi.

Prestatori: Archivio Omar Galliani, Reggio Emilia; Atelier Antonio Marras, Milano; Alessandro Casciaro Art Gallery, Bolzano; Galleria Moshe Tabibnia, Milano; Galleria Antonio Verolino, Modena; Museo Guerrino Tramonti, Faenza; Archivio Eros Bonamini, Verona; Studio Pratha, Sarule; Studio Francesca Müller, Amsterdam; Galleria FPAC Francesco Pantaleone, Palermo.

None of us is perfect, Loredana Longo, 2023, bruciature su tappeto, 184 × 265 cm. Courtesy Galleria FPAC Francesco Pantaleone, Palermo

Studio Pratha, lavorazione. Ph. Elsa Pizzutto 

SCHEDA TECNICA MOSTRA:
Trame esplorative: un viaggio attraverso l’arazzo.
A cura di Nadia Stefanel
Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288, Forlì 
26 ottobre 2024 – 16 marzo 2025


Orari: da martedì a giovedì 9.30-12.30, venerdì, sabato e domenica 9.30-12.30 e 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi, chiuso 1 novembre, 8, 24-26 e 31 dicembre, 1 e 6 gennaio
Ingresso libero 

PER INFORMAZIONI:
Fondazione Dino Zoli
Viale Bologna 288, Forlì (FC)
T. +39 0543 755770 | info@fondazionedinozoli.com| www.fondazionedinozoli.com


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pubblica: 

giovedì 14 novembre 2024

ERWIN OLAF - I Am


Da venerdì 15 novembre 2024, la stagione espositiva della galleria Al Blu di Prussia (via Gaetano Filangieri, 42 - Napoli) – lo spazio multidisciplinare di Giuseppe Mannajuolo e Mario Pellegrino – prende il via con la mostra “I Am” di Erwin Olaf, a cura di Maria Savarese.

L’opera del fotografo Erwin Olaf, prematuramente scomparso nel 2023, per la prima volta a Napoli, è ospite della Fondazione Mannajuolo in collaborazione con lo Studio Erwin Olaf e la galleria Paci Contemporary.

La mostra, dal titolo “I Am”, aggiunge un tassello importante al mosaico di esposizioni che negli ultimi anni la Fondazione Mannajuolo ha dedicato ai grandi autori della fotografia contemporanea.
Erwin Olaf è stato il ritrattista ufficiale della famiglia reale olandese nel 2017 ed ha disegnato la moneta nazionale in euro per il re Willem-Alexander nel 2013. Ha esposto nei più importanti musei del mondo e le sue opere sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche, come il Rijksmuseum e lo Stedelijk Museum, di Amsterdam; Fonds National d'Art Contemporain, Parigi; Museum Ludwig, Colonia; Museum Voorlinden, Wassenaar, Paesi Bassi; North Carolina Museum of Art, Raleigh, Stati Uniti; Art Progressive Collection, Stati Uniti e il Museo Pushkin, a Mosca. E’ in preparazione per l’autunno 2025 la prima retrospettiva pubblica allo Stedelijk Museum di Amsterdam.

In esposizione, negli spazi della galleria Al Blu di Prussia, una selezione di scatti realizzati dall’inizio degli anni duemila, fino al 2020, tratti dalle serie Royal Blood (2000), Rain (2004), Fall (2008), Grief (2008), Dawn (2009), Keyole (2012), Hamburg (2014), Shangai (2017), Indochine (2017) e Palm Springs (2018), che rientrano nella piena maturità artistica dell’autore.
“Fra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento”, scrive la curatrice Maria Savarese, “Olaf iniziò ad orientare l’”attivismo visivo” documentaristico e provocatorio degli esordi – così come lo ha definito Shirely den Hartog, sua storica collaboratrice ed oggi alla guida dello Studio – verso una visione della fotografia più riflessiva, pensata, tecnicamente costruita, realizzata sempre in interno, con uno sguardo rivolto all’arte antica olandese”.

In queste immagini la scena è diventata più complessa, la costruzione dei set ha assunto toni cinematografici con specifici riferimenti agli anni cinquanta, l’atmosfera è animata da un senso di sospensione del tempo, dello spazio e delle emozioni dei protagonisti, personaggi hopperiani, enigmatici, spesso solitari, sospesi in una dimensione di perenne attesa, fra assenza e presenza.
Insieme alle fotografie sono proiettati, nella sala cinema della galleria, sei lavori di video arte realizzati da Olaf fra il 2003 e il 2020.

Al Blu di Prussia
via Gaetano Filangieri, 42 - Napoli

ERWIN OLAF – “I Am”
a cura di Maria Savarese
Dal 15 novembre 2024 al 28 febbraio 2025
Orari: martedì-venerdì 10.30-13/16-20; sabato 10.30-13
Brochure: artstudiopaparo
Per l'ufficio stampa: Paola De Ciuceis paoladeciuceis@gmail.com