venerdì 31 gennaio 2014

Fatima Messana- X Premio Nazionale Arti sezione scultura

Sarà inaugurata sabato 2 febbraio a “Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento” la mostra della giovane scultrice Fatima Messana.
Nata in Russia nel 1986 ma siciliana d’adozione, la Messana si forma all’Accademia di Belle Arti di Firenze, inizia a esporre sin dal 2003 e nel 2013 vince il primo premio di scultura al X PNA tenutosi a Bari.
Personalità forte e determinata Fatima incentra il suo lavoro sulla violenza sui bambini e sulla complice impotenza di chi dovrebbe adoperarsi per arrestare tale vergogna.

E lo fa senza usare filtri: la sua opera esprime con estrema chiarezza la mostruosità di cui è capace l’uomo.

La mostra della Messana, che sarà aperta al pubblico da domenica 2 febbraio sino a domenica 9 marzo, è uno dei tre eventi dedicati a giovani scultori emergenti - dopo Fatima, Alexandros Yiorkadjis e Christian Loretti - che animerà questo 2014 del noto museo civico montevarchino.

Per ogni appuntamento, un giovane fotografo e un altrettanto giovane film maker (di volta in volta selezionati dall’Associazione fotoamatori Francesco Mochi e dall’Associazione culturale MACMA di Montevarchi) proporranno i loro personali punti di vista creando un corto circuito scultura-fotografia-video la cui suggestione è affidata alla penna di un sempre diverso e altrettanto giovane critico, fornendo in tal modo anche un’occasione formativa e professionale alla nuova generazione.

In occasione della mostra di Fatima Messana, il giovane fotografo Andrea Pierozzi dell’Associazione fotoamatori “F. Mochi” e i video maker Andrea Foschi, Tomaso Orbi e Fulvia Orifici di “MACMA”, avranno il compito di rileggere e interpretare le opere della scultrice arricchendo il catalogo curato da Alfonso Panzetta con un testo di Federica Marrubini.

Le tre mostre in programma nello splendido spazio museale montevarchino, rientrano nel progetto "Sculpture relay…al Cassero! Linguaggi e approfondimenti sulla scultura italiana contemporanea sul filo della formazione accademica", realizzato dal Comune di Montevarchi, Assessorato alla Cultura, curato dal direttore scientifico de Il Cassero Alfonso Panzetta e finanziato insieme alla Regione Toscana nell’ambito di Toscanaincontemporanea 2013.

Il progetto prevede anche un approfondimento storico-tecnico dedicato a scultura e mosaico, con l’intento di documentare l’evoluzione di questo linguaggio nella scultura italiana a partire dagli anni Quaranta del Novecento.

La realizzazione di “Sculpture relay…al Cassero!” vede la partecipazione della Cooperativa Itinera C.E.R.T.A per la segreteria e la didattica e dell’Associazione Amici del Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento come supporto per la capillare comunicazione sul territorio.

Per info e prenotazioni, Il Cassero, Via Trieste, 1.
Orario di apertura: giovedì e venerdì: 10-13 e 15-18, sabato e domenica: 10-13 e 15-19; primo giovedì del mese: 21.30-23.30.
Biglietto intero: € 3,00/ridotto: € 1,00 (under 18, soci COOP, CTS, ISIC, ITIC).
Gratuito: over 65 anni, under 6, disabili e possessori di Edumusei Card.

Info e prenotazioni: info@ilcasseroperlascultura.it,  www.ilcasseroperlascultura.it. Facebook: Cassero Per la Scultura; YouTube: Cassero Scultura; Tel: +39 055.9108274
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amalia di Lanno

LUCA CURCI ARCHITECTS – BOOK VOL 1 50 signed numbered copies, special limited edition


 
LUCA CURCI ARCHITECTS – BOOK VOL 1
Edizione limitata di 50 copie, firmate e numerate a mano
 
La piattaforma di comunicazione It’s LIQUID è lieta di presentare “LUCA CURCI ARCHITECTS – BOOK VOL 1”,catalogo in edizione limitata di 50 copie, firmate e numerate a mano.
 
Il volume racchiude al suo interno una selezione di progetti realizzati negli ultimi 10 anni dallo studio LUCA CURCI ARCHITECTS e si compone di 100 pagine a colori con testi in italiano ed inglese, arricchiti da una serie di preziose foto e immagini 3D. Il catalogo ha una dimensione di 19.5×25.5cm, copertina in cartoncino da 320 gr ed è rilegata in filo refe.
 
E’ possibile ordinare il catalogo come segue:
- una copia in edizione limitata di 50, firmata e numerata a mano
- una copia in edizione limitata di 50, firmata e numerata a mano + bozza di uno dei progetti presenti all’interno del catalogo, realizzata a mano sull’ultima pagina del volume
- una copia in edizione limitata di 50, firmata e numerata a mano + bozza di uno dei progetti presenti all’interno del catalogo, realizzata a mano, a colori e in formato A3
 
Per maggiori dettagli su come ordinare il catalogo, clicca qui.
 
LUCA CURCI ARCHITECTS si occupa di progettazione architettonica, calcolo strutturale, progettazione bioclimatica e bioedilizia, consolidamenti e ristrutturazioni, restauro architettonico e monumentale, progettazione dell’arredo urbano, progettazione di spazi sportivi/ricreativi, progettazione d’arredo e design d’interni, design industriale.
 
Luca Curci (Bari, 1975) è un artista, architetto e designer italiano, laureato in Architettura presso l’Università degli Studi di Camerino. Nel 2006 fonda LUCA CURCI ARCHITECTS, studio di architettura che vanta la realizzazione di numerosi progetti di edifici residenziali, appartamenti privati, ville, ristoranti e attività commerciali. Nel 2007 si occupa della progettazione esecutiva di una passerella pedonale sulla Senna a Parigi, e nel 2011 della realizzazione di numerosi Apple Store. Nel 2012 si dedica alla realizzazione del franchising europeo “Tipico Italiano Fast Food Restaurant” e della progettazione del “Five Senses design hotel”, un prestigioso hotel composto da 5 stanze esclusive, ognuna dedicata ad uno dei cinque sensi. Con il progetto “Organic Cities” del 2013, concepito per gli Emirati Arabi Uniti, compie una riflessione e sintesi sulle tematiche della progettazione ambientale e della sostenibilità in architettura.
 
Luca Curci architectsCorso Vittorio Emanuele II, 33
70122 Bari (Italy)
+39.0805234018
+39.3387574098
lucacurci@lucacurci.com
http://www.lucacurci.com/


It’s LIQUID Group is extremely proud to present “LUCA CURCI ARCHITECTS – BOOK VOL 1”, special limited edition of 50 signed numbered copies.
 
The volume is a comprehensive catalog of 10 years projects by LUCA CURCI ARCHITECTS and consist of 100 full color pages with English and Italian text, enriched with impressive pictures and panels. The book has a dimension of 19.5×25.5cm, hard cover of 320 gr and thread sewn binding.
 
The catalogue can be purchased in three different versions:
- special limited edition of one of 50 signed numbered copies
- special limited edition of one of 50 signed numbered copies + unique handmade ink sketch drawn on the last blank page inside the book
- special limited edition of one of 50 signed numbered copies + unique handmade ink coloured sketch in A3 format
 
For more details regarding book order, click here.
 
LUCA CURCI ARCHITECTS deals with architecture design, structural calculation, bioclimatic planning and green building, consolidations and restructuring, architecture and monumental restoration, urban design, leisure/sport spaces planning, furniture design and interior design and industrial design.
 
Luca Curci (Bari, 1975) is an Italian artist, architect and designer, graduated in Architecture at the University of Camerino, Italy. In 2006 he founded the architecture firm LUCA CURCI ARCHITECTS which has realized several projects of residential buildings, private houses, villas, restaurants and stores. In 2007 he realized the detailed design of a footbridge built on the river Seine in Paris, and in 2011 he designed and realized different Apple stores in Italy. In 2012 he designed the “Tipico Italiano Fast Food Restaurant” European franchising and “Five Senses design hotel”, an exclusive five-room hotel, based on the five senses’ theme. With the project “Organic Cities” of 2013, designed for the United Arab Emirates, he deals with the theme of environmental planning and architecture sustainability.
 
pubblica :
Massimo Nardi

giovedì 30 gennaio 2014

DANIELA LOMBARDI FA PARTE DELLA PRESTIGIOSA GIURIA DEL PREMIO LETTERARIO CITTA' DI CASTELLO


daniela lombardi a venezia durante biennale
Presentata la VII edizione del premio letterario Città di Castello, promosso dall’associazione Tracciati virtuali in collaborazione con il comune tifernate, la Provincia di Perugia e con l’alto patronato della Presidenza della Repubblica “un riconoscimento che fa onore agli organizzatori e che prende atto dell’importanza che il concorso ha assunto sul panorama nazionale, ponendosi come un’opportunità qualificata per opere in cerca di editore” ha detto il vicesindaco Michele Bettarelli, ricordando come “siamo una terra di tipografi, per i quali - non importa se attraverso un tablet o in un formato tradizionale - il fine del proprio lavoro è pubblicare un libro destinato a diventare un classico, come accadde per il Metodo di Maria Montessori Il premio Città di Castello da sette anni coglie questa dimensione nobile dell’arte della stampa”. “Tre le sezioni previste anche quest’anno” ha spiegato Antonio Vella, presidente dell’associazione Tracciati Virtuali. “Cerchiamo opere inedite - ha proseguito Vella - perché abbiamo intenzione di pubblicare con la casa editrice Luoghinteriori, i manoscritti che vinceranno le tre sezione, romanzo, poesia e saggistica. Ma il nostro fiore all’occhiello è il premio speciale dedicato alle culture del Mediterraneo”. Presieduta dalla scrittrice e traduttrice italo-egiziana Naglaa Waly, la sezione “Mondi e culture sulle sponde del Mediterraneo” è rivolta a scrittori che si siano particolarmente distinti per le loro opere e le cui traduzioni, in italiano o in arabo, abbiano contribuito a rafforzare la reciproca conoscenza tra l’Italia e il Mondo Arabo. “Delle oltre 300 opere che partecipano al premio, molte sono scritte da autori stranieri: questa peculiarità testimonia come il concorso abbia varcato i confini nazionali e dialoghi con anime molto diverse della letterature. La sezione dedicata al Mediterraneo tenta un approccio più esplicito e insieme al premio sulla storia della Regione Umbria, in vista dei suoi cinquanta anni, definisce la sua doppia proiezione, locale e nazionale. Dobbiamo molto a chi ha creduto in noi: gli istituti di cultura all’estero, l’Università per stranieri di Perugia, la società Dante Alighieri, il Centro studi Villa Montesca, Provincia, Comune e da ultimo la presidenza della Repubblica con l’alto patronato”. Riconoscimenti importanti e giudici importanti: “La giuria, guidata da Alessandro Quasimodo, è integrata da Claudio Pacifico, saggista a lungo rappresentante diplomatico nei Paesi arabi, Valerio Massimo Manfredi, campione di vendite con i suoi romanzi a sfondo storico, Alessandro Masi, docente universitario e segretario generale della società “Dante Alighieri”, Alberto Stramaccioni, docente di Storia contemporanea all’Università per stranieri di Perugia e ricercatore, Antonella Appiano, corrispondente per il Medio Oriente di prestigiose testate televisive, on line e della carta stampata, alla giornalista, scrittrice e press office Daniela Lombardi. "La prima impresa letteraria è quella compiuta dalla famiglia Vella nella determinazione che ha condotto all'ottava edizione del premio, sebbene non ci troviamo in un frangente facile per la cultura” ha ripreso Bettarelli “La provenienza delle opere e la loro qualità sono un segno di come il premio si sia distinto dalla pletora di iniziative analoghe, assumendo un carattere ben distinto. Fa molto piacere che la Presidenza della Repubblica abbia concesso l'alto patronato, un riconoscimento che poche manifestazioni in Umbria possono vantare. Nella portata culturale della manifestazione c'è implicita anche una grande potenzialità promozionale del nostro territorio e di uno dei suoi assi produttivi, il comparto grafico e cartotenico, dove l'artigianato della Tipografia Grifani Donati, museo vivente all'arte antica della stampa, si affianca ad una specializzazione industriale d'avanguardia, a cui il Premio tributa un generoso omaggio". "Anche noi vogliamo ringraziare Antonio Vella e la sua famiglia per lo sforzo di aver mandato avanti e aver fatto crescere questo concorso in un momento molto difficile” ha detto l’assessore alla Cultura della Provincia di Perugia Donatella Porzi “Abbiamo sempre seguito il premio che si è ormai affermato nel circuito nazionale. La digitalizzazione ci sta trasformando e un premio che faccia perno sulla forma d'uso tradizionale del libro è già un grande merito di questa iniziativa, fortemente proiettato verso i giovani, siano talenti o alunni delle scuole, nelle quali Tracciati Virtuali promuove percorsi di lettura e scrittura. Il premio è un valore aggiunto di tutta la provincia, come attesta l'alto patronato della Presidenza della Repubblica. Riteniamo che questo patrimonio vada salvaguardato con adeguati sostegni”. Il termine per partecipare al concorso è il prossimo 31 maggio. Tutte le informazioni: www.premioletterariocdc.it
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Massimo Nardi

LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA_Il mito della Golden Age Da Vermeer a Rembrandt Capolavori dl Mauritshuis

LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA
Il mito della Golden Age
Da Vermeer a Rembrandt
Capolavori dl Mauritshuis

Bologna, Palazzo Fava
8 febbraio - 25 maggio 2014


Una mostra che ha i caratteri dell’eccezionalità e della irripetibilità. L’occasione è data dalla chiusura per restauri e un grande ampliamento di uno tra i musei mitici nel mondo, il Mauritshuis a L’Aia in Olanda. Scrigno di tanti capolavori che raccontano quella che è stata denominata la Golden Age, l’età dell’oro della pittura olandese nel corso del XVII secolo.
E raccolta soprattutto attorno ai nomi di Vermeer e Rembrandt. La chiusura del glorioso museo olandese ha indotto la direzione a costruire un selezionatissimo tour mondiale, con al centro il capolavoro tra i capolavori, La ragazza con l’orecchino di perla di Johannes Vermeer. Il quadro da tutti riconosciuto come il più famoso e il più ammirato dopo la Gioconda. Un quadro per il quale non occorre nemmeno nominare l’autore, poiché il suo titolo già dice tutto.

Così, dopo il 2012 e le mostre in Giappone a Tokyo e a Kobe, e il 2013 negli Stati Uniti (prima a San Francisco, poi Atlanta e infine New York), la sola data europea, nella prima parte del 2014, sarà a Bologna, a Palazzo Fava. Successivamente il quadro tornerà in Olanda, in tempo per la riapertura del Mauritshuis nel giugno dello stesso 2014. e da lì mai più si sposterà.

Occasione dunque unica e irripetibile per ammirare un quadro che è nella storia. E attorno a quell’opera, molti altri capolavori da Rembrandt a Hals, da Steen a Ter Borch e anche un secondo Vermeer. Tutto il grande Seicento olandese in un’unica mostra. In Italia. A Bologna. Promossa dalla Fondazione Carisbo, Museo nella Città e Linea d’ombra, con il main sponsor Segafredo Zanetti.

PRENOTAZIONI DALL'11 NOVEMBRE 2013
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 31 gennaio - 5 febbraio aperture esclusive
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Fonte: 


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amalia di Lanno




Al MUST di Lecce_De Sculptura

COLL. PERMANENTE Giulio De Mitri, Stupor mundi, Particolare, 2011

MUST - LECCE
Inaugurazione del percorso espositivo permanente
DE SCULPTURA

Cosimo Carlucci e gli scultori pugliesi del XX secolo

1 febbraio 2014. Dalle ore 10


Museo storico della città di Lecce – MUST, via degli Ammirati 11 – 73100 Lecce

Info: +39.0832.68.2.988 - +39.0832.68.29.84

Dal primo febbraio 2014 sarà visitabile la collezione permanente del museo MUST, composta dalla ricca collezione antologica dello scultore Cosimo Carlucci e da una panoramica significativa e in progress sugli scultori pugliesi del XX secolo con una serie di opere scelte.
La maggior parte delle opere sono state esposte in tempi recenti al MUST nell’ambito della mostra Il percorso della scultura.

La collezione permanente del MUST
Piano terra - SCULTORI PUGLIESI DEL XX SECOLO. Fondamenti per una pubblica collezione
Artisti: Pantaleo Avellis, Ferruccio Ascari, Mimmo Conenna, Giulio De Mitri, Marcello Gennari, Ezechiele Leandro, Armando Marrocco, Antonio Paradiso, Fiorella Rizzo, Salvatore Sava, Giuseppe Spagnulo, Salvatore Spedicato, Cosimo Damiano Tondo.

Primo piano - COSIMO CARLUCCI (1919-1983). OPERE DAL 1958 AL 1981
La collezione Carlucci sarà visitabile in concomitanza con le iniziative espositive temporanee ospitate al primo piano del museo.

Museo storico della città di Lecce – MUST
Info: +39.0832.68.29.88 - +39.0832.68.29.84
Tutti i giorni (lunedì escluso)
mattina: 10,00 - 13.00; pomeriggio: 15.00-19.00

Sito internet: mustlecce.it
Area Comunicazione - MUST, Lecce
info: comunicazione@mustlecce.it

ricevo e pubblico:
amalia di Lanno

LA PUNTATA DEI "I GUERRIERI" CONDOTTO DA SATURNINO SU LA 7, CON PROTAGONISTA LA FAMIGLIA DI ANNA GENNI MILIOTTI FINALISTA AL PRESTIGIOSO PREMIO "GUIDO CARLETTI"


Anna Genni Miliotti  è  una scrittrice, pratese,  che lavora anche nel campo dell'adozione. "Il momento più bello della mia vita - racconta Anna - "è quando ho avuto i miei figli Serghiey e Daria seduti sulle sue gambe per la prima volta". La scrittrice ha al suo attivo numerosi libri fra cui molti imperniati sul tema dell'adozione. Protagonista con la sua famiglia di una puntata della fortuna trasmissione "I GUERRIERI", condotta da uno spumeggiante  e  sensibile  SATURNINO.

La puntata che vede protagonista questa famiglia "particolare" è stata selezionata per il prestigioso PREMIO CARLETTI, un premio giornalistico che tratta tematiche sociali e solidali.

La manifestazione,  giunta alla sua quattordicesima edizione, può vantare riconoscimenti alle migliori firme per la carta stampata e per la radio-TV - www.premiocarletti.org.

In bocca al lupo a questa donna meravigliosa, che con l'arrivo di due figli, non ha abbandonato il lavoro, ma anzi ha trovato la forza e l'ispirazione di scrivere altri libri e di dedicarsi con maggiore cognizione di causa a quel mondo particolarmente delicato e pieni di quesiti che è quello dell'adozione, della quale è diventata anche un'esperta a livello nazionale.


"Spesso la gente mi chiede da quando e perché scrivo. I bambini poi, che sono più concreti: ma quanto ci metti a scrivere? e quanto guadagni?
Cercherò di rispondere: scrivo da sempre, ma libri veri e propri, che non siano saggistica di tipo storico o sociologico, solo da quando sono diventata mamma. I miei figli sono stati la valvola di apertura per la mia creatività, e di una grande voglia di vivere avventure. Ho lasciato un comodo impiego nella pubblica amministrazione, pronta ad esplorare il mondo della scrittura, e non solo. Faccio, come molti sanno, due "mestieri": la scrittura ed il lavoro nel campo dell'adozione.
Scrivo perché mi piace far partecipi gli altri delle mie emozioni. E scrivo anche per far divertire, e per toccare il cuore della gente. Quando ci riesco, è sempre una grande magia!
A scrivere ci metto pochissimo, perché quando lo faccio è già tutto composto dentro. Anche le parole. Le migliori parole mi vengono nel mio "rifugio" maremmano.
Come molti autori, in Italia, guadagno poco, e non capisco perché: non siamo noi il motore di tutto il processo di pubblicazione, distribuzione e vendita del libro? Se qualcuno ha la riposta, mi scriva pure.

Accanto alla attività di scrittura c'è quella dei laboratori, all'interno della scuola primaria. Tra i progetti di scrittura "terapeutica" più importanti, "Chi ha visto Pasqualina?" e "Una bacchetta magica per" realizzati entrambi con i bambini dell' area del terremoto dell'Aquila, e "E' successo anche a..." sul tema della separazione dei genitori, con la scuola primaria di via Einaudi di Grosseto.
Alcuni miei libri sono stati venduti all'estero (Spagna e Francia), ed alcuni ne ho tradotti (USA e Francia). Ho molti progetti e molti bei libri che spero saranno un buon "rifugio", una pausa per rilassarsi, conoscere cose, divertirsi... per molti lettori."


ANNA GENNI MILIOTTI

DANIELA LOMBARDI PRESS OFFICE 339-4590927 0574-32853

Francis Bacon. Autoritratti “dé-facés”


Conferenza di Henri de Riedmatten giovedì 6 febbraio 2014, ore 16.30 Sala del Mito Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea Roma, Viale delle Belle Arti, 131 Ingresso per disabili, via Gramsci, 71 Ufficio Stampa Gnam Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma Viale delle Belle Arti, 131 tel. 06-32298328 s-gnam.uffstampa@beniculturali.it Il 6 febbraio 2014 alle ore 16, 30 Henri de Riedmatten terrà, nella Sala del Mito della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, la conferenza Francis Bacon. Autoritratti “dé-facés”. La conferenza s’inserisce nell’ambito della rassegna dedicata al tema “Arte e filosofia del ‘900”, curata da Giuseppe Di Giacomo e Maria Giuseppina Di Monte. Il ciclo proseguirà per tutto il 2014 con uno o due appuntamenti mensili che si terranno di volta in volta nella Sala del Mito della Galleria nazionale d’arte moderna o nella sede del Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università di Roma “La Sapienza”. Il progetto, nato da una collaborazione fra la Galleria nazionale e il Museo Laboratorio, vuole affrontare, attraverso un confronto interdisciplinare, i temi cruciali che hanno caratterizzato l’arte e la filosofia del Novecento. Saranno invitati a partecipare filosofi e storici dell’arte, che a seconda del proprio punto di vista, metteranno in evidenza come la riflessione estetica abbia saputo far luce su aspetti controversi, novità e salienze della sperimentazione artistica e come i grandi artisti abbiano anticipato idee e problemi della filosofia contemporanea. Il lavoro degli uni e le interpretazioni degli altri saranno oggetto di un dibattito il cui scopo è di metterli in relazione in un dialogo serrato e coinvolgente che mira a rafforzare la continuità ideale fra l’azione degli artisti e la riflessione dei filosofi. Henri de Riedmatten Francis Bacon. Autoritratti “dé-facés” Attraverso l'opera di deformazione dell'apparenza nei suoi autoritratti, Francis Bacon intende catturare la sensazione ed il sentimento della vita, afferrare l’energia vitale che si estrae dall’apparenza della persona rappresentata e simultaneamente cogliere la presenza/progressione della morte. La faccia è il luogo per eccellenza in cui questa tensione entra in gioco in ogni essere umano. Il presente intervento indagherà sui diversi paradigmi di deformazione dei tratti facciali che a loro volta marcano le differenti fasi della vita dell’artista, la coscienza della sua mortalità, la sua sofferenza e il suo declino. Henri de Riedmatten È nato nel 1980; è dottore di ricerca in Storia dell’Arte presso l’Università di Friburgo in Svizzera. È responsabile scientifico dell’Istituto Svizzero di Roma. È stato collaboratore scientifico per il Polo di Ricerca Nazionale Mediality–Historical Perspectives (Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica) e assistente di ricerca all’Università di Harvard. Si occupa di teoria e antropologia dell’immagine e di teoria dei media nell’ambito dell’arte moderna e contemporanea. Sta attualmente preparando l’abilitazione scientifica nell’ambito del progetto di ricerca del Fondo nazionale svizzero Il ritratto femminile e il velo. Una storia del velo nella pittura del Rinascimento italiano. È autore del volume Narcisse en eaux troubles. Francis Bacon, Bill Viola, Jeff Wall (L’Erma di Bretschneider, Roma 2011). Fra i saggi in raccolta si segnalano quelli nei volumi Il corpo trasparente (L’Erma di Bretschneider, Roma 2013); Intermedien: Zur Kulturellen und Artistischen Übertragung (Chronos Verlag, Zürich 2010); Narziss und Eros: Bild oder Text ? (Wallstein Verlag, Göttingen 2009). Ufficio Stampa GNAM
Laura Campanelli s-gnam.uffstampa@beniculturali.it06 32298328 Ufficio Promozione Eventi GNAM 
Maria Giuseppina Di Monte mariagiuseppina.dimonte@beniculturali.it
06-32298451
 riceve e pubblica:
Massimo Nardi

mercoledì 29 gennaio 2014

Pádraig Timoney_A lu tiempo de...

Pádraig Timoney, Meepmeep Popup, 2011. Courtesy l’artista, Andrew Kreps Gallery, New York e Galleria Raucci/Santamaria, Napoli.



Pádraig Timoney

A lu tiempo de...

08.02 — 12.05.14

La prima e più ampia mostra personale mai dedicata da un’istituzione pubblica al lavoro dell’artista irlandese Pádraig Timoney.
a cura di Alessandro Rabottini
ll Madre presenta dall’ 8 febbraio al 12 maggio 2014 la prima e più ampia mostra personale mai dedicata da un’istituzione pubblica, non solo italiana, al lavoro dell’artista irlandese Pádraig Timoney (Derry, 1968) che vive e lavora a New York.
Questa retrospettiva di metà carriera – che comprende oltre cinquanta opere realizzate nell’arco degli ultimi venti anni – rappresenta anche un ritorno simbolico per l’artista a Napoli, città che Timoney ha eletto a suo luogo di residenza e produzione dal 2004 al 2011, prima di trasferirsi a New York.
A Napoli l’artista rende omaggio sin dal titolo stesso della mostra, che cita l’incipit di ‘O Cunto ‘E Masaniello, una canzone pubblicata nel 1974 dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare.
Il lavoro di Pádraig Timoney è un’esplorazione profonda e personale di tutti i linguaggi della pittura e della natura delle immagini, realizzata attraverso l’uso di mezzi espressivi differenti: accanto al medium principale della pittura, infatti, l’artista fa uso di fotografia, scultura e installazione, creando un universo visivo improntato a un radicale eclettismo. Davanti a una serie di opere di Timoney si può avere l’impressione di trovarsi all’interno di una mostra collettiva, tanto diversi sono gli stili, le tecniche e le atmosfere che definiscono i suoi lavori: l’astrazione convive con il più fedele foto-realismo, la gestualità si accompagna a un’estetica quasi meditativa, mentre una erudita relazione con la storia dell’arte si fonde con la comprensione degli aspetti più contemporanei, finanche banali, della nostra cultura globalizzata e digitale.
L’apparente incongruenza delle forme e dei linguaggi che contraddistingue il lavoro di Pádraig Timoney corrisponde, in realtà, a una strategia artistica rigorosa e assolutamente consapevole, al centro della quale troviamo tanto una critica della nozione di “stile” quanto il desiderio di esplorare l’arte in tutte le sue potenzialità estetiche e concettuali. Il concetto di stile come fattore unitario e identificabile è un pilastro su cui si fonda la storia dell’arte, un assunto che Timoney mette in discussione giustapponendo tra loro codici e stati d’animo apparentemente opposti e inconciliabili, rendendo così giustizia alla molteplicità delle forme con cui la realtà si presenta ai nostri occhi, al modo di percepirla e comprenderla, e alla complessità dei modi con cui ci relazioniamo alle immagini, ai loro significati e alle loro storie.
L’apparente eclettismo di Pádraig Timoney affonda le radici in un’ampia serie di esperienze artistiche più o meno recenti, rivelando in questo modo una pratica colta, ma all’interno della quale lo spettatore è lasciato libero di cercare il proprio orizzonte di significati. L’ambiguità che Timoney persegue tra immagine, supporto e linguaggio, tra l’informazione visiva e la sua realtà materiale, evoca la pittura di tradizione surrealista, dai paradossi visivi e linguistici di René Magritte alla qualità enigmatica dei materiali e delle forme di Max Ernst. Timoney fonde tra loro l’illusionismo di Étant donnés, l’ultima opera di Marcel Duchamp – e il ricorrere di porte e finestre nell’opera dell’artista francese – e l’interpretazione che il Rinascimento ha dato della pittura come finestra e affaccio sulla realtà, come è evidente in alcune opere in mostra come Sade’s Versus Lacoste (2007), Untitled – meepmeep popup (2011) e Untitled – Starry Mantle and the Door (2007).
La natura profondamente fotografica di gran parte del lavoro di Timoney e il suo incessante sperimentalismo dei materiali e dei supporti, inoltre, rendono evidente la riflessione che l’artista ha maturato sull’opera di nomi come Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Gerhard Richter e Sigmar Polke, solo per citarne alcuni. La ricchezza di questa riflessione è esplicita non soltanto in opere che rivelano un’immediata matrice fotografica – come Capass (2010) e Detroit (2003) – ma anche, e soprattutto, nei molti lavori basati su un’indagine dei meccanismi della visione e della trasmissione delle immagini, a partire da quelli basati sul dispositivo della rifrazione – come Diffraction Grate – Falling Grills (2008) – e sul rispecchiamento di una silhouette, come in Stari Most (2007). La tradizione europea della pittura Informale e quella americana della pittura Minimalista, infine, trovano un’eco nella profonda meditazione che Timoney rivela nei confronti dei processi e dei materiali, interpretati nella loro organicità, temporalità e mutevolezza. Ne sono un esempio numerose opere nelle quali la colla di coniglio – un materiale tradizionalmente usato in passato nella fase di preparazione delle tele – è mescolato ai pigmenti e diventa esso stesso pittura, trasformando così un processo che fa parte del DNA della pittura in immagine.
La mostra sarà accompagnata dalla più ampia monografia mai realizzata sul lavoro dell’artista, pubblicata da Electa e a cura di Alessandro Rabottini, contenente oltre 140 riproduzioni a colori e saggi critici di Gavin Delahunty, Head of Exhibitions and Displays alla Tate Liverpool, di Dominic Molon, Curatore per l’Arte Contemporanea al Rhode Island School of Design Museum, Providence, e del curatore della mostra.
Il lavoro di Pádraig Timoney è stato esposto presso prestigiose istituzioni nazionali e internazionali come il MART – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, la Tate Gallery di Liverpool, l’Henry Moore Institute di Leeds, il Frances Young Tang Teaching Museum and Art Gallery di New York, Castel Sant’Elmo a Napoli, la Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo, la Biennale di Liverpool e la Transmission Gallery di Glasgow.

Fonte e info: 



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