martedì 28 giugno 2022

Susanne Kessler vince il “Von der Heydt Culture Prize 2022”


La città di Wuppertal ha assegnato l’ambito Von der Heydt Culture Prize, del valore di €12.500, all’artista visiva Susanne Kessler.

L’artista tedesca Susanne Kessler, classe 1955 e da anni residente a Roma, è la vincitrice del Von der Heydt Culture Prize 2022 conferito ogni due anni dalla città di Wuppertal (Germania). Un prestioso premio culturale ideato per onorare personalità nate a Wuppertal o che vi vivono e che si sono distinte nel campo delle belle arti, dell’architettura, della musica, della letteratura, del design, della danza, del teatro e del cinema, della gestione culturale, della scienza e della ricerca.

In precedenza, l’ambito premio fu assegnato a importanti personalità del mondo culturale internazionale come il filosofo Bazon Brock, la danzatrice e coreografa Pina Bausch, lo scultore Tony Cragg, lo scrittore Michael Zeller, il regista Tom Tykwer, il musicista Peter Brötzmann e molti altri.

Il Von der Heydt Culture Prize, denominato fino al 2007 Premio culturale Eduard von der Heydt ammonta a €12.500 a cui occorre aggiungere un premio di sponsorizzazione pari a €5.000, quest’anno aggiudicato dalla cantante e compositrice Maria Basel. Inizialmente il Von der Heydt Culture Prize veniva assegnato annualmente ma dal 1989 è stato deciso di conferirlo biennalmente. Dal 1950 a oggi sono state più di cento le personalità ed ensemble che hanno ricevuto questo autorevole riconoscimento.

Le motivazioni che hanno convinto il consiglio di amministrazione, comportando l’attribuzione del Premio a Susanne Kessler, sono state rese note dalla città tedesca venerdì 10 giugno attraverso le seguenti dichiarazioni: «Kessler crea veri spazi pittorici su carta o nel paesaggio e, soprattutto, nuovi spazi immaginari e individuali si aprono allo spettatore ancora e ancora. [...] Il suo cosmopolitismo si riflette nella sua carriera artistica, che l'ha portata attraverso studi, borse di studio e soggiorni di lavoro in Europa, Africa, Asia e Nord e Centro America.».

La cerimonia di premiazione e la consegna del Von der Heydt Culture Prize 2022 avrà luogo a Wuppertal il 25 settembre 2022 alla presenza dell’artista.

L’artista visiva (Wuppertal, Germania, 1955) ha studiato pittura e disegno dal 1975 al 1983 presso l’Accademia di Belle Arti (UdK) di Berlino ed il Royal College of Art (RCA) di Londra (MA). Lavorò per anni nella città d’origine fino a quando, nel 1986, decise di trasferirsi e stabilirsi a Roma. A oggi vive e lavora attivamente tra Berlino e la capitale esponendo i suoi lavori in molteplici collettive e personali sia in Italia sia all’estero.

Nelle sue opere, Kessler fonde disegno, pittura e scultura dando origine a installazioni di grande formato. Strutture complesse, caratterizzate da un forte impatto visivo, prodotte attraverso l’impiego di numerosi materiali. Esemplare del suo modus operandi sono: The Gold and Tar Project esposta in varie versioni sia in Italia (mostra “1/11”, Galleria Cortese e Lisanti, Roma, 2011) sia all’estero

(mostra “Ostredale”, Desdra, 2014; mostra “Moneta”, Frauenmuseum, Bonn, 2011; mostra “Macht Geld”, Galerie VBK Haus der Künstler, Berlino, 2017). Le sue opere ambientali risultano in piena sintonia con l’ambiente circostante, sia esso uno spazio interno sia esterno e naturale.

Susanne Kessler ha operato in India, Pakistan come Artist in Residence della Lalit Kala Academi New Delhi e del Goethe-Institut di Lahore ed è stata Visiting Professor alla California State University (2001/2002). Nel 2003 è stata invitata a realizzare un’installazione al Fadjr Festival di Teheran e dal 2005 partecipa ai programmi del “Drawing Center New York”. Da 2011-2013 è stata professore di scultura e disegno presso la City University of New York. Ha vinto importanti premi e borse di studio come la borsa di studio del Senato della Città di Berlino nel 2020 ed il Premio Von der Heydt della città di Wuppertal nel 2022. Ha realizzato mostre personali e collettive in Italia (tra cui al Macro-Asilo di Roma e alla Galleria Nazionale di Roma), Inghilterra, Francia, Danimarca, India, Pakistan, Polonia, Iran, Svizzera e Stati Uniti. Ha esposto in numerosi musei tedeschi tra cui il Von-der-Heydt Museum (Wuppertal), Gustav Lübcke Museum (Hamm), Landesmuseum Mainz (Magonza), Kunstverein Speyer (Speyer), Nassauischer Kunstverein (Wiesbaden), Beuys Collection (Schloss Moyland), Mönchehausmuseum (Goslar), Tony Cragg Hallen (Wuppertal), Whiteconcept (Berlino), Galerie M (Berlino), Museum Katzen (Washington/DC), Kunstmuseum Albstadt (Stoccarda) e nel 2022 al Kunstverein (Lippstadt) ed il Kunstverein (Würzburg).
Susanne Kessler


giovedì 23 giugno 2022

SHEROCCO: DAL 23 AL 26 GIUGNO A OSTUNI, IN PUGLIA, NELLA SEDE DEL CENTRO CULTURALE “LA LUNA NEL POZZO” LA PRIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL dei diritti e delle culture LGBTQIA+

 


SHEROCCO: DAL 23 AL 26 GIUGNO A OSTUNI, IN PUGLIA, NELLA SEDE DEL CENTRO CULTURALE “LA LUNA NEL POZZO” LA PRIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL dei diritti e delle culture LGBTQIA+ 

IL PROGRAMMA, GLI OSPITI E GLI EVENTI PRESENTATI IN CONFERENZA STAMPA Mercoledì 22 giugno OSTUNI - Bio Solequo Coop / Giardini della Grata

Tra gli ospiti attesi Paul B Preciado (anteprima nazionale), Silvia Calderoni, Vera Gheno, Vladimir Luxuria, Eleonora Magnifico, H.E.R., Gabriele Portoghese (premio UBU 2021)

Sherocco è un vento che emerge dalla Terra del Sud, come il “fiorire e il rifiorire della comunità varia” (M. Consoli) e che racconta come questa comunità varia, fondata su un’esclusione storica, culturale e politica, possa generare bellezza e cura, trasformare e trasformarsi, capovolgere punti di vista, creare un mondo che non esisteva prima. Un “tunnel che si scava a mani nude” (Paul B. Preciado) e che ci rende tuttə liberə. La prima edizione di Sherocco si svolgerà dal 23 al 26 giugno in Puglia, a Ostuni, con ospiti nazionali ed internazionali, spettacoli, musica e teatro all’aperto, la prima Sherocco Academy su studi di genere e teoria queer, mostre e laboratori, visite ed escursioni, incontri e dibattiti. “e sarà bellezza!”

Muove i suoi primi passi in Puglia, a Ostuni, la prima edizione di Sherocco, il festival arcobaleno che ha scelto la città bianca più famosa di Puglia per tingerla con i suoi colori. Ideato, diretto e organizzato dall’associazione di promozione sociale Fuoriluogo, circolo Arci, Sherocco nasce dai legami delle sue ideatrici e ideatori, dagli anni di attivismo dove sono cresciutə tra impegno e divertimento. Poi è arrivata l’idea: un luogo dedicato alle culture LGBTQIA+, per contrastare le discriminazioni a colpi di pensiero, di arte, di bellezza. Uno sguardo al volo, un istinto veloce, forse il momento giusto per ciascunə, ed è iniziata la trasformazione dell’idea.

«Il bello è tutto qui, tutto quello che sta tra l’ispirazione e il progetto: gli incontri stupendi, lo studio, la fatica, quel vento che ci travolge e ci riscalda sempre più tra stupore, entusiasmo e follia. Non sarà per caso che ci chiamiamo Sheroccatə!» si legge nella presentazione del festival a firma di Tommi Ditano, Francesca Vitucci, Giulia Dalena e Titti De Simone.

In programma dal 23 al 26 giugno a Ostuni nella sede del centro culturale “La Luna nel pozzo” (Contrada Foragno), Sherocco si presenterà ai suoi ospiti come un grande villaggio arcobaleno: un festival culturale che punta i riflettori sull’ energia trasformativa dell’arte e dei saperi, dando spazio a produzioni artistiche nazionali e internazionali, sulla storia e la cultura LGBTQIA+ mondiale, sul contrasto alle violenze ed alle discriminazioni, sulla promozione di una cultura aperta e rispettosa delle differenze e delle identità di genere, sull’incontro fra generazioni diverse e lo scambio internazionale fra saperi e gender studies LGBTQIA+. Sherocco racconterà le infinite sfumature della comunità LGBTQIA+ con un programma ricco di

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eventi: una Summer School prima esperienza in Italia, ma anche spettacoli, musica, teatro all’aperto, intrattenimento serale, mostre, laboratori e naturalmente incontri e dibattiti. Il tutto con uno sguardo attento alla realtà, all’attualità e al mondo che ci circonda. Tanto che gli organizzatori hanno scelto di dedicare questa prima edizione del loro festival alla memoria della professoressa transessuale Cloe Bianco e a tutte le vittime dell’omotransfobia generata da questo sistema culturale e politico.

Attesissimo, anche per questo, l’arrivo in anteprima nazionale a Sherocco di Paul B Preciado, uno dei più grandi filosofi e teorici viventi delle teorie queer che il 24 giugno porterà a Ostuni una lectio magistralis dal titolo “Lettera allə nuovə attivistə”: una lettera manifesto dedicata proprio al tema delle identità trans e non binarie come nuova frontiera di liberazione dal sistema patriarcale che mira a distruggere le persone LGBTQIA, non considerando queste identità come una ricchezza trasformativa fondamentale della società odierna. Una lettera e una lectio che aspirano a diventare un vero e proprio manifesto politico per le nuove generazioni.

Da segnalare assolutamente anche il talk di Tiziana Triana Editor di Fandango Libri, La sfida del mainstream in calendario per sabato pomeriggio con Vera Gheno, Maya De Leo e Vanessa Picciarelli. E sono tantissime le prenotazioni e gli arrivi previsti da ogni parte d’Italia ma anche da fuori i confini nazionali proprio in queste ore per partecipare ai numerosi appuntamenti di Sherocco, tra cui la summer school che, prima esperienza in Italia, è andata sold out in poco tempo. SHEROCCO ACADEMY è la prima Summer School sugli studi di genere e la storia culturale lgbtqia, che si svolgerà negli orari della mattina e del primo pomeriggio. Un’esperienza unica per la Puglia e nel panorama nazionale rivolta in particolare a studentə, docenti, attivistə, professionistə, associazioni, ordini professionali, che conta già del patrocinio dell’Ordine degli Psicologi della Puglia e dell’Ordine forense di Bari e dell’Ordine dei giornalisti della Puglia. Boom di iscrizioni per questa jam session multidisciplinare e queer con alcunədei/delle principali studiosə italianə, autorə, artistə che accompagneranno i partecipanti in due imperdibili percorsi formativi per tuttə e per tutte le generazioni. Due i percorsi di formazione previsti: uno dedicato alla storia e teoria del movimento LGBTQIA+ coordinato dalla professoressa Francesca Romana Recchia Luciani, e uno dedicato all’arte, alla rappresentazione e ai linguaggi coordinato dal professore Giosuè J.Prezioso. Tra i docenti nomi di prestigio come Alessandro Taurino, Vera Gheno, Simone Alliva, Lorenzo Bernini, Maya De Leo, Lorenzo Bernini, Porpora Marcasciano, Sara Garbagnoli, Cirus Rinaldi, Roberta Galizia, Vladimir Luxuria. Per quattro giorni ci sarà un vero e proprio SHEROCCO VILLAGE, il Villaggio arcobaleno immerso nella natura e nella bio diversità, che accoglierà il mondo rainbow, fra un bosco mediterraneo, un anfiteatro in pietra, un labirinto di erbe e profumi, che offrirà uno spazio accogliente ed inclusivo per tutte le generazioni, con corner informativi e divulgativi, bookshop a cura della Libreria 101 di Bari, zone ristoro food e bar e le mostre Gender Project progetto di fotografia sociale di Veronique Charlotte, Stop Toxic Masculinity progetto fotografico di Dilan Giannoccaro e le performance di Live painting a cura di Albert Licciardi; Nel Village si svolgeranno tutti gli eventi in programma compresi concerti e spettacoli teatrali e dj set serali, per mettere in scena la conquista, la gioia e la bellezza dei corpi poetici gioiosamente virali contro i pregiudizi e le discriminazioni. All’interno del Village ci saranno anche gli SHEROCCO EVENTS con performance, concerti e spettacoli teatrali per mettere in scena la conquista, la gioia e la bellezza dei corpi poetici gioiosamente virali contro i pregiudizi e le discriminazioni. Nel programma ritroviamo Vladimir Luxuria che a Ostuni festeggerà il suo compleanno con uno spettacolo esclusivo inedito e in 2

anteprima assoluta per il pubblico di Sherocco, Silvia Calderoni attrice, performer, DJ e protagonista della miniserie della maison Gucci “Overture of something that never ended” con MDLSX spettacolo cult della compagnia Motus, Nicole De Leo, attrice fra le protagoniste del nuovo film di Roberta Torre di prossima uscita nelle sale, che sarà a Ostuni con uno spettacolo dedicato all’intellettuale cileno omosessuale Pedro Lemebel, simbolo della ribellione antiregime e poi ancora il live musicali di Eleonora Magnifico e di H.E.R. e la prima pugliese dello spettacolo Tiresias di Giorgina Pi con Gabriele Portoghese premio UBU 2021, il laboratorio Queer Kitchen di Nick Difino e Daniele Freshh queer chef salentino  e tanti tanti altrə. (www.sheroccofestival.it/events).

L’ingresso a Sherocco Village ha un costo di 10 euro a giornata e comprende tutti gli eventi previsti ad eccezione dell’Academy.

E su dice.fm sono aperte le prevendite per l’accesso a tutti gli eventi, disponibili fino al raggiungimento della capienza massima de “La Luna nel Pozzo” che ospiterà “Sherocco Festival”: biglietto singolo € 10 + prevendita, abbonamento € 35 + prevendita biglietti in vendita su DICE https://bit.ly/38Rk3Oz

Sherocco è sostenuto da Comune di Ostuni e da Regione Puglia, Dipartimento turismo, economia della cultura e valorizzazione del territorio – PACT Polo Arti Cultura Turismo Regione Puglia, Puglia 365 – Custodiamo la cultura, Teatro Pubblico Pugliese Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura e da Puglia Promozione. Con il patrocinio di Provincia di Brindisi. Partner dell’evento sono Fandango Libri, Ente Turismo Nazionale LGBTQ+, Gay.it, La Luna nel Pozzo, Itinera Events, Divergenti Festival, Gay Puglia Podcast, Quiiky Magazine, Festival delle donne de dei saperi di genere, Luigi Maniglio viaggi e turismo, Legacoop Puglia, Ciccio Riccio. La Sherocco Academy, inoltre, ha il patrocinio di Ordine dei giornalisti, Ordine degli psicologi e Ordine forense di Bari.

Info: info@sheroccofestival.it  www.sheroccofestival.it SHEROCCO FESTIVAL / programma + prevendita | Facebook

* IL PROGRAMMA

Giovedì 23 giugno ore 17 apertura Sherocco Village ore 18.30 inaugurazione Festival con tanti ospiti e saluti istituzionali ore 21.00 Tiresias (50’) – di Giorgina Pi, con Gabriele Portoghese, produzione Angelo Mai/Bluemotion ore 22.30 Eleonora Magnifico live concert ore 23.30 Dj set a cura di Assidj

Venerdì 24 giugno

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Apertura Village ore 10.00 dalle ore 10.00 alle ore 18.00 Sherocco Academy ore 19.30 Paul B. Preciado Lectio Magistralis ore 21.00 Manifesto (50’) - Nicole De Leo legge Pedro Lemebel ore 22.30 H.E.R live concert ore 23.30 Protopapa - Dj Set

Sabato 25 giugno Apertura Village ore 10.00 dalle ore 10.00 alle ore 18.00 Sherocco Academy ore 18.30 La sfida del mainstream - coordina Tiziana Triana, Editor-In-Chief di Fandango Libri con Vera Gheno, Maya De Leo, Vanessa Picciarelli. ore 19.30 Queer Kitchen – laboratorio a cura di Nick Difino e Daniele Freshh ore 21.00 Happy Birthday Vladi (50’) di e con Vladimir Luxuria ore 22.30 Kee Ciardo Dj set

Domenica 26 giugno Apertura Sherocco Village ore 10.00 dalle ore 10.00 alle ore 18.00 Sherocco Academy ore 18.30 Sono più Sheroccatə Cerimonia di chiusura Academy per la consegna degli Attestati, con Eleonora Magnifico e coro DoReMiXED ore 19.30 Live painting a cura di Albert Licciardi ore 21.00 MDLSX (80’) con Silvia Calderoni, diretto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, produzione Motus 2015 ore 22.30 Saluti da Sherocco

Eventi permanenti Village: Gender Project - Progetto di fotografia sociale di Veronique Charlotte Stop Toxic Masculinity - Progetto fotografico di Dilan Giannoccaro Libreria 101 presso Sherocco Village Corner associazioni Food a cura di Voodoo Foodoo Beverage a cura di Sartoria degli Spiriti

Ulteriori info sul programma: www.sheroccofestival.it

info@milaufficistampa.it 

martedì 21 giugno 2022

Paola Zampa. Bosco sacro


Immagini sospese nell’aria, simili a foglie agitate da un vento inquieto, accolgono i visitatori della mostra Bosco sacro, la personale di Paola Zampa a Casa Vuota a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, che si inaugura mercoledì 22 giugno 2022 a partire dalle 18:30 nello spazio espositivo di via Maia 12 a Roma.

Con l’approccio installativo e avvolgente che caratterizza da sempre i progetti di Casa Vuota, l’intervento di Paola Zampa si offre come un’unica grande installazione, ponendosi in dialogo con i vari ambienti dello spazio domestico. Nell’appartamento del Quadraro trasformato in spazio espositivo l’artista inventa un bosco millenario scandito dalla tensione verticale di tronchi svettanti, tra i quali baluginano fantasmi e presenze divine.Ho immaginato – racconta Paola Zampa – un bosco arcaico, con alberi vecchi e spogli, abitato da fantastiche e mitologiche presenze e da antiche divinità, dove si incontrano resti di riti nascosti e crudeli, reliquie di primitive religioni, frammenti d’ossa di chimerici animali”.

“Paola Zampa – scrivono i curatori Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – porta a Casa Vuota un bosco d’ombra e d’oro, un luogo mentale e letterario, di un tempo anteriore o ulteriore, in cui si sperimenta la presenza del divino. Reliquie, ossicini, bucrani di gusto rinascimentale, offerte devozionali si ritrovano lungo i tracciati appena accennati di sentieri misteriosi da seguire. Conducono a quinte teatrali che modificano la percezione degli spazi e il loro utilizzo, fino al luogo segreto dove danzano i Satiri ebbri di una sensualità ferina, dove le Veneri si fanno scheletro e i fasti dei culti antichi si sbiadiscono in una reminiscenza remota, inondata di luce. Nella corsa incalzante di una poesia che assomiglia a un incantesimo, il visitatore che in punta di piedi si addentra entro i confini del Bosco sacro può imbattersi nelle tracce di sacrifici rituali, smembramenti, offerte agli dei. Terrificanti eppure intrisi di una meravigliosa esaltazione. Sono plurali i linguaggi che l’artista utilizza per il suo racconto, sempre in modo personale, dalle piccole sculture in piombo ai disegni cotti nella cera, dalle grandi pitture su carta agli struggenti ricami, fino ad arrivare agli assemblaggi di oggetti trovati. Ramificazioni di un unico tronco, tutti gli elementi dell’installazione di Bosco sacro concorrono a formulare un grande esorcismo della morte e della malattia, dando corpo a un mistero che, nel suo svelarsi, inevitabilmente sfugge, dentro la casa e fuori di essa, nel bosco smemorato”.

Paola Zampa, nata a Civitavecchia (Roma) nel 1951, vive e lavora a Roma, dove è stata professore ordinario di Storia dell’Architettura presso l’Università “La Sapienza”. Sin dagli anni Ottanta, nel suo lavoro artistico sperimenta, senza limitazioni, tematiche e tecniche diverse. Rappresenta elementi naturali prototipici: alberi, vulcani, pietre, montagne, fiumi. Riproduce parti del corpo umano. Usa la scrittura nel suo valore decorativo o come traccia di una narrazione. Costruisce assemblaggi con resti di esistenze animali e vegetali. Le sue opere sono frammenti di una genesi. Nella sua produzione impiega anche la tecnica femminile e domestica del ricamo: riproduce immagini delle più drammatiche cronache quotidiane su pezzi di biancheria per la casa o figure tratte dalla grande produzione pittorica del passato e dalla tradizione popolare su radiografie e lastre di piombo. L’arte permette di guardare l’inguardabile e mette ordine nel caos e l’amore per la bellezza, in tutte le sue forme, tenta un esorcismo nei confronti della precarietà e drammaticità della condizione umana che, tuttavia, affiorano in controluce.

INFORMAZIONI TECNICHE:
TITOLO DELLA MOSTRA: BOSCO SACRO
AUTORE: PAOLA ZAMPA
A CURA DI: Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo
LUOGO: Casa Vuota – Roma, via Maia 12, int. 4A
QUANDO: dal 22 giugno – al 31 luglio 2022
ORARI: visitabile su appuntamento
VERNISSAGE: 22 giugno 2022 (orari: 18:30-20:30)
INFORMAZIONI: cell. 392.8918793 – 328.4615638 | email vuotacasa@gmail.com
INGRESSO GRATUITO

pubblica: 

PU.Ra Pesaro Urbino Razionalista


Venerdì 24 giugno alle 18.30, a Palazzo Mosca – Musei Civici, inaugura la mostra “PU.Ra (acronimo che si scioglie in ‘Pesaro Urbino Razionalista’) organizzata in occasione dell’operazione di restyling del Palazzo del Comune, edificio razionalista progettato negli anni ’40 dall’ingegnere Cesare Pascoletti.

L’intervento sulla sede comunale è stato realizzato da WAR (Warehouse of Architecture and Research), studio che firma con Anton Giulio Onofri anche il progetto espositivo, curato da Marcello Smarrelli e promosso dal Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza, Sistema Museo, Fondazione Pescheria, Liceo Artistico F. Mengaroni.

Partendo dalla sede dell’amministrazione comunale pesarese ma allargandosi ad altre costruzioni della provincia che appartengono allo stesso periodo storico, la mostra propone i risultati di un triplice percorso attorno ai luoghi: le testimonianze fotografiche di Onofri, le ceramiche realizzate dagli studenti del Liceo Artistico Mengaroni e l’allestimento ideato da WAR. Lungo il percorso espositivo, le immagini dialogano anche con la raccolta dei disegni originali presentati negli anni ‘30 per il concorso del Palazzo del Comune, raccolti e conservati nell’Archivio Stroppa Nobili e con una selezione di opere d’arte della collezione Vinciguerra dei Musei Civici, fra cui compaiono pezzi di Ponti,Scarpa, Prampolini, Zecchin, Martinucci e tanti altri.

PU.Ra ha l’obiettivo è di generare intorno agli edifici indagati quel sovvertimento di senso che ne muta radicalmente la percezione in virtù di quella sineddoche che consente all’arte di riemergere in tutta la sua bellezza dalle macerie della storia. La mostra sarà aperta fino al 23 ottobre.

Palazzo Mosca – Musei Civici
PU.Ra
un progetto di WAR e Anton Giulio Onofri
a cura di Marcello Smarrelli
Inaugurazione venerdì 24 giugno h 18.30
Info T 0721 387541 pesaro@sistemamuseo.it

venerdì 17 giugno 2022

DEBACLE, quinta rassegna espositiva d'arte al Fourteen ArTellaro

Al suo settimo anno di attività Fourteen ArTellaro presenta la sua quinta rassegna espositiva d'arte, che avrà inizio il 25 giugno 2022 e che si protrarrà per tre annii, dal titolo DEBACLE.

Lo spazio Fourteen è un osservatorio per l’arte contemporanea, senza scopo di lucro, situato del borgo ligure di Tellaro di Lerici SP, la sua dimensione essenziale, è costituita da una piccola stanza sul limite della piazza del borgo, dove inizia il carugio che conduce alla marina, una vetrina ne fa da tramite di continuità e comunicazione, coinvolgendo sia il visitatore distratto che il pubblico di settore.

Fourteen volge uno sguardo attento alla sperimentazione artistica contemporanea e si propone di esplorare nell’universo frammentario e a compartimenti più o meno definiti, le diverse realtà che si muovono nel sistema dell’arte, coinvolgendo artisti al livello nazionale, internazionale e del territorio.

Con la progettazione di rassegne annue, incentrate su tematiche di cui l’etica è necessità dell’estetica, propone la differenza e l’unicità rappresentata da ogni artista, con un rapporto inclusivo rispetto alla rassegna ed esclusivo rispetto alla singola esposizione.

La responsabilità nel processo artistico è quella di essere il termometro della contemporaneità, osservare e rielaborare ciò che gli artisti vedono e che vivono quotidianamente, dare valore a ciò da rendere evidente o a ciò che c’è da custodire, a volte omettere con scelta di cancellazione ciò che non piace .

L’attività è stata fondata nel 2016 da Guido Ferrari e dall'artista Gino D'Ugo, che ne cura la programmazione.

La nuova rassegna prevede che per tre anni nessun artista esporrà da solo e nel piccolo spazio espositivo esporrano con cadenza trisettimanale più artisti portando con loro un frammento di un’attività molto più ampia rendendo il luogo snodo di innumerevoli circostanze. Non ci sono schemi attuativi nè percorsi stabiliti.

Calendario 2022:

25 giugno Francesco Bruno C./ Alice Schivardi
16 luglio Piotr Hanzelewicz/ Meri Tancredi 
6 agosto Adalberto Abbate/ Mario Consiglio
27 agosto Sandro Mele/ Marina Paris
16 settembre Pierluigi Calignano/ Riccardo Gemma/ Gioacchino Pontrelli
 
Artisti che esporranno nel 2023/ 2024 in progress.
Sonia Andresano – Romina Bassu – Leonardo Petrucci – Andrea Kantos – Egle Oddo – Elena Bellantoni – Silvia Giambrone – Rebecca Agnes – Stefania Migliorati – Barbara Fragogna – LU.PA – Elena El Asmar – Gabriele Landi – Gianluca Sgherri - Maurizio Donzelli - Serena Fineschi – Laura Cionci – Emiliano Coletta – Luana Perilli – Iginio De Luca - Pierluigi Fresia...

DEBACLE
a cura di Gino D’Ugo
Nelle recite a soggetto, che siano fatte per il regista o per lo psicanalista, non assistiamo né alla vittoria del poeta né a quella degli attori, ma forse alla sconfitta di tutti; e siccome la sconfitta ci piace, continuiamo.
Ennio Flaiano

L’essere umano cade, nelle sconfitte fa conoscenza dei propri errori, nelle disfatte si plasma facendone esperienza, fin dai primi passi la caduta è atto umano, amaro e indispensabile.

Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, ogni incontro è già una perdita e ogni perdita un nuovo inizio nell’accettazione di questa, un nuovo seme nel consapevole superamento dell’errore, qualche volta succede.

Debacle, senza accento, come un momento di incertezza nell’attribuzione del senso, sconfitta, disastro, perdita, caduta inesorabile, oppure perturbazione morfologica, disgelo dei ghiacciai che porta alluvioni, scioglimento e liberazione, un nuovo inizio...

2022, malgrado il disastro sociale politico ambientale civile sia in atto l’uomo non ripara i propri errori e fa del lucro il suo modello di vita, costi quel che costi, la debacle è imminente, quella che ogni giorno accompagna il vivere contemporaneo costruito sulla necessità dell’assoluta regolamentazione dell’esistenza basata su prevenzioni, aggiornamenti e cavilli burocratici come medicamenti o nell’accezione propagandistica attraverso la necessità di qualsivoglia meravigliosa menzogna si assiste a una civiltà nel pericolo di se stessa, i riferimenti sono sotto gli occhi di tutti.

2022 i monumenti cadono dai piedistalli ma le maschere non scivolano dai volti.

2022 La nuova rassegna di Fourteen prevede che per tre anni nessun artista esporrà da solo e nel piccolo spazio espositivo si incontreranno di volta in volta più artisti portando con loro un frammento di un’attività molto più ampia rendendo il luogo snodo di innumerevoli circostanze. Non ci sono schemi attuativi ne percorsi stabiliti, la durezza dei ghiacciai è al suo scioglimento.


Fourteen Artellaro
Spazio per l’arte contemporanea Piazza Figoli 14, Tellaro di Lerici SP 
fourteenartellaro@gmail.com
Fb – FourteenArtellaro

giovedì 16 giugno 2022

Frangiflutti di Alessandro Piangiamore

Alesssandro Piangiamore, Qualche uccello si perde nel cielo, 2022


Frangiflutti, la quarta mostra personale di Alessandro Piangiamore alla galleria Magazzino di Roma. La mostra segue Quaranta (2016), Testimone di fatti ordinari (2011) e Una questione privata (2007), e presenta opere inedite concepite e realizzate per questa occasione.

Il titolo Frangiflutti si associa in modo piuttosto chiaro alla poetica di Piangiamore, da sempre orientato ad una funzione “riparatoria” dell’arte, una sorta di escapismo non difensivo, di evasione (o filtro) dal flusso di immagini in cui viviamo la nostra attualità. Piangiamore riafferma, nel suo lavoro, la potenza dell’immaginazione in senso lato, la sua capacità di fermare, deviare, arginare il fiume di stimoli che erode la nostra capacità di analisi. È interessante come nella sua ricerca, l’artista non attinga ad un immaginario vero e proprio quanto al mondo naturale e al quotidiano, quindi a ciò che abbiamo costantemente sotto gli occhi, per rielaborarlo in una forma che ne stravolge la percezione.

Così nella mostra, una collezione di terre (raccolte dall’artista durante i suoi spostamenti), viene trasformata in pannelli quasi monocromi, che appaiono come simulacri finiti ma che suggeriscono un passaggio di stato, in cui la materia è nuda, in purezza, ed è in questa purezza che mostra tutta la sua poesia. Una poesia fatta di granelli, sostanza, colore, senza premeditazione e senza vezzo, senza un fine propriamente estetico. Il Cacciatore di Polvere riflette sul ciclo della materia in modo paradossale, rendendolo celibe, privandolo di una premessa e uno sviluppo. Un continuo principio, razionale nella forma e nell’aspetto, che risponde all’irrazionale ossessione di mostrare la potenza visiva di ciò che i nostri occhi spesso ignorano.

Analogamente, ma con un esito formale completamente diverso, la serie di fotografie Acqua negli Occhi ritrae il paesaggio attraverso una lastra di ghiaccio usata come un filtro. Se ne Il Cacciatore di Polvere lo sguardo è giocoforza rivolto alla terra, in Acqua negli Occhi la terra non esiste, solo i colori (e la materia) di un cielo illuminato. Il filtro diventa forma, la suggestione di creature o di un paesaggio, su un “fondale” che ha estensione, profondità e colori infiniti.

Il cielo, come suggestione, è presente anche nelle opere della serie Qualche uccello si perde nel cielo presentate qui in grandi formati, in cui un notturno di stelle è popolato di piume cadenti. L’aspetto processuale tipico delle sculture di Piangiamore, in cui la premessa e l’esito formale dell’opera sono sottratti al controllo dell’artista, viene messo in relazione al processo meccanico della stampa. Il blu profondo è materia più che colore, la carta non è semplicemente supporto, ogni opera è l’immagine di un istante, unico, sfuggente, irripetibile.

Completa il percorso di mostra un lavoro, Giove Pittore di Farfalle, in cui sette sculture in vetro, lavorate a ricordare dei blocchi di ghiaccio, sono animate da altrettante luci manovrate a distanza da un demiurgo (possiamo immaginarlo macchina o uomo, sta a noi decidere quale dei due subire) che in modo imprevedibile ne dispone colori e intensità. L’arcobaleno, da sempre presente nel lavoro di Alessandro, diventa forse in modo definitivo qualcosa che non ha pace, non ha forma, e non risponde ad alcuna logica preordinata pur manifestandosi all’interno di un perimetro di oggetti e forme.

Alessandro Piangiamore è nato a Enna nel 1976. Vive e lavora a Roma. Tra le sue mostre più importanti ricordiamo le personali Marango, organizzata da Magazzino Italian Art, New York nel 2018, La Chair des Choses (Une rose et quatre vents), Espace d’Arts Plastiques Madeleine Lambert, Venissieux (2018), e La Chair des Choses (Dans la poussiere, les abeilles et le petrole font la lumiere), Centre d’Art Contemporain La Halle Des Bouchers, Vienne (2018), Quaranta, Magazzino, Roma 2016, Primavera Piangiamore al Palais de Tokyo nel 2014, Tutto il Vento che c’è alla Galleria Civica Segantini di Arco (TN) nel 2013 e alla GAMEC di Bergamo nel 2011. Tra le mostre collettive, Le Songe D’Ulysse, Fondation Carmignac, Porquerolles (2022), What’s New?, Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, Lugano (2020), Luogo e Segni, Pinault Collection – Punta della Dogana (2019), Da io a noi, Palazzo del Quirinale, Roma (2017), Time is out of joint, , La Galleria Nazionale, Roma (2017), The Lasting, La Galleria Nazionale, Roma 2016; Not really really, Frédéric de Goldschmidt collection, Brussels (2016), Par Tibi Roma Nihil, NOMAS Foundation, Roma 2016; Meteorite in Giardino, Fondazione Merz, Torino 2014; Sletto e Corso, XXI Biennal de Selestat, Francia 2013; ReGeneration, Macro, Roma 2012; Mutiny Seemed a Probability, Fondazione Giuliani, Roma 2010; Le 50 Lune di Saturno, Triennale di Torino 2008. Nel 2015 ha vinto la XVI edizione del Premio Cairo per l’arte italiana. Il suo lavoro è presente in numerose collezioni private e pubbliche tra le quali: Magazzino Italian Art, New York, Martin Margulies Collection, Miami, Frédéric de Goldschmidt Collection, Bruxelles, Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, Lugano, European Central Bank, Frankfurt, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Rome, Museo Macro, Rome, Collezione Intesa Sanpaolo, Turin, Nomas Foundation, Roma, Fondazione Giuliani, Roma, Regione Lombardia, Milan, Urbano Cairo, Milan.

MAGAZZINO
Via Dei Prefetti 17 - Roma - Lazio

Alessandro Piangiamore | Frangiflutti
fino al 29 luglio 2022

mercoledì 15 giugno 2022

Gino Sabatini Odoardi. Nel cilindro del dubbio


Venerdì 24 giugno 2022 al Forte Leopoldo I di Forte dei Marmi inaugura Nel cilindro del dubbio, la personale dedicata all'artista Gino Sabatini Odoardi, a cura di Beatrice Audrito. La mostra –patrocinata dal Comune di Forte dei Marmi, presenta una selezione di opere e installazioni inedite, in parte ispirate alla novella Mario e il mago che lo scrittore tedesco Thomas Mann scrisse durante un soggiorno estivo a Forte dei Marmi. Le opere sono realizzate con la tecnica della termoformatura in polistirene, un processo di derivazione industriale che identifica la ricerca di Sabatini Odoardi, unico artista nel panorama italiano e internazionale ad applicare questa tecnica al campo dell’arte.

La ricerca di Gino Sabatini Odoardi si caratterizza per un marcato interesse verso il pensiero tradizionale quale occasione per riflettere sul modo di porsi dell'uomo di fronte all'inconoscibilità del mondo. Un concetto indagato con modalità sempre nuove dove segno, disegno, pittura, scultura e installazione si intersecano senza soluzione di continuità, generando cortocircuiti dialettici tra forma e contenuto atti a forzare i limiti della rappresentazione. L'intenzione, come dichiara l'artista, è quella di «insinuare il dubbio, rimettere in discussione la realtà, rompere gli equilibri su cui poggia la nostra cultura scardinando le nostre sicurezze, in un gioco di specchi infiniti, un continuo rimando senza risposta». Per raggiungere questo obiettivo, Sabatini Odoardi si serve della termoformatura in polistirene: una tecnica industriale utilizzata nel campo dello stampaggio delle materie plastiche, da lui declinata in ambito artistico con risultati estetico-formali innovativi. Un processo che consente all'artista di isolare oggetti del quotidiano per poi trasformarli in sculture e installazioni complesse dall'equilibrio spesso precario, o di imprimere il segno della grafite nel disegno sostituendo al comune foglio di carta un foglio di polistirene. Con un artificio plastico tecnologicamente avanzato, Sabatini Odoardi porta ai limiti estremi la condizione di esistenza degli oggetti che risultano così completamente estraniati dal mondo esterno di cui facevano parte. Uno straniamento che li rende muti fantasmi di sé stessi, annullando la loro funzione pratica.

Ispirandosi alla novella autobiografica Mario e il mago dello scrittore tedesco Thomas Mann -scritta proprio durante un soggiorno estivo a Forte dei Marmi e pubblicata nel 1929-, Nel cilindro del dubbio indaga attraverso la seduzione della forma, la linea di confine tra magia e inganno. In mostra numerosi cicli di opere rievocano i passi più salienti del racconto, divenendo metafora dell'inganno visivo. L'allestimento pone il fruitore in una enigmatica dimensione spazio-temporale, sospesa tra presente e futuro, rafforzata dall'utilizzo dominante del bianco, colore di sottrazione e apertura al possibile.

Gino Sabatini Odoardi (Pescara, 1968)
Si è diplomato al Liceo Artistico di Pescara e successivamente in Pittura all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila discutendo una tesi in Estetica sulla fenomenologia del “Silenzio” con Massimo Carboni. Nel 2011 è stato invitato alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, Padiglione Italia (Arsenale). Artista poliedrico, ma con solidi riferimenti all’arte concettuale, ha al suo attivo un nutrito curriculum di mostre importanti, personali e collettive, in Italia e all’estero. Determinanti nella sua formazione gli incontri con Fabio Mauri (performer nel 1997 in “Che cosa è il fascismo” alla Kunsthalle di Klagenfurt e successivamente suo assistente) e Jannis Kounellis (allievo al Seminario-Laboratorio nel 1998 a L’Aquila curato da Sergio Risaliti). Tra i vari premi: nel 1999 ha ricevuto da Alfred Pacquement (Centre George Pompidou) Le prix des Jeunes Createurs all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Nel 2010 la Logos edizioni ha pubblicato un volume a lui dedicato, a cura di Francesco Poli e Massimo Carboni.  “Termoformatura in polistirene” è la definizione tecnica del procedimento sfruttato dall’artista per realizzare gran parte dei suoi lavori, l’appropriazione di tale processo materico lo rende artista unico nel panorama italiano e internazionale. Il suo lavoro è presente in numerose collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero. Dal 2013 è rappresentato dalla galleria Gowen Contemporary di Ginevra. Attualmente è docente di Plastica Ornamentale e Tecniche Plastiche Contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone.



GINO SABATINI ODOARDI
Nel cilindro del dubbio
a cura di Beatrice Audrito

24 giugno - 17 luglio 2022
Forte Leopoldo I, Piazza Garibaldi, Forte dei Marmi

Inaugurazione: Venerdì 24 giugno, ore 18.30
Anteprima dedicata alla Stampa: Venerdì 24 giugno, ore 11.00

Con il Patrocinio di: Comune Forte dei Marmi

Orari di apertura:
dal 24 al 30 giugno: tutti i giorni ore 10.00-12.00 / 17.00-19.00;
dal 1 al 17 luglio: tutti i giorni ore 17.00-24.00; mercoledì mattina ore 10.00-13.00;
(Ingresso libero secondo normative vigenti)

Info:
(+39) 0584 280292
forteinfo@comunefdm.it
www.visitforte.com

In collaborazione con:
Gowen Contemporary, Ginevra

Ufficio stampa:
RP Press
+39 349 3999037 | +39 348 3556821
press@rp-press.it - www.rp-press.it




sabato 11 giugno 2022

IRONIKONIRICA. La ConTAMinAzione artistica di Vania Elettra Tam


Sede del circuito Castelli del Ducato, l’elegante Rocca Sanvitale ospita IRONIKONIRICA la mostra di Vania Elettra Tam, curata da Carlo Micheli e patrocinata dal Comune di Fontanellato, allestita nelle sale poste al piano terra a pochi passi dall’affresco di Diana e Atteone, famosa opera giovanile del Parmigianino. L’evento, selezionato da Cooperativa Parmigianino nell’ambito del progetto 2022 di gestione della roccaforte, si basa su tre cicli pittorici dell’artista considerati i più inerenti al contesto, poiché traggono spunto da celebri dipinti rinascimentali rivisitati in chiave contemporanea. L’esposizione di Vania Elettra Tam (17 giugno / 23 luglio) fa parte di un interessante cammino, avviato in questi anni e dedicato all’arte contemporanea grazie all’impegno di Pier Luca Bertè Direttore del Museo Rocca Sanvitale, coadiuvato dalle referenti in Castello Chiara Mulattieri e Cinzia Comelli.


Così il curatore della mostra Carlo Micheli:
ConTAMinAzione è un termine che si adatta all'intera produzione di Vania Elettra Tam, ma in particolare alle opere qui esposte, vere e proprie scorribande nel mondo dell’enigmistica, della psicanalisi, del fumetto, della satira, dell'arte antica, condotte sempre con eleganza e misurata ironia. Piace pensare che la parola si spezzi a formare una frase: “con Tam in azione”, un’esortazione a mettere in moto le cellule grigie, per godere non solo visivamente delle preziosità di Vania, delle sue qualità artistiche, ma anche del suo sense of humor, della sua corrosiva leggerezza, della sua soave crudeltà… La contaminazione si estende alle opere “leonardesche” nelle quali, trasformatasi in una sorta di “reporter atemporale” in vena di scoop, l'artista ha immaginato di trovarsi nell’atelier del maestro, mentre i personaggi dei suoi quadri si apprestano a posare per lui, circondati da un esercito di sarti, parrucchiere, manicure che ne curano maniacalmente il look. In “Kanon-regole ferree" l'artista rielabora ritratti di epoca rinascimentale sovrapponendo ai loro volti nuovi marchingegni di ferro atti a correggere eventuali loro difetti: labbra troppo sottili, nasi un po’ adunchi, occhi troppo piccoli, fronti o menti troppo sporgenti. Il canone di bellezza, di classica memoria, ancora una volta intende porre ordine in una natura che sembra rassegnata a subire qualsiasi artificio. Il tutto filtrato sempre attraverso il variegato universo femminile che nell’intera opera di Vania Elettra Tam è protagonista assoluto di un immaginario al tempo stesso reale e irreale, ironico e onirico. Da qui il titolo di questa mostra, IRONIKONIRICA, un neologismo inteso a sottolineare l'avvento di una nuova complessa iconografia, che trae spunto tanto dal sogno quanto dall'ironia, in un percorso concettualmente tortuoso che giunge, infine, ad un'insospettabile sintesi, ad una immediatezza da slogan pubblicitario, una frecciata che sa sempre cogliere il centro del bersaglio. Negli “Origami Clitoridei” (e il titolo è tutto un programma) le figure femminili hanno il capo avvolto da un “soggolo bianco”, copricapo utilizzato dalle nobildonne dell’alto medioevo, che nelle singole opere, assume forme inconsuete, che riportano alla mente atmosfere felliniane, taglienti e surreali. Vania Elettra Tam si cala nel contemporaneo armata di seduzione e sagacia e nelle sue opere nulla è scontato e prevedibile, perché essere artisti significa saper rendere visibile l’invisibile.


titolo: 
Ironikonirica

artista: 
Vania Elettra Tam

categoria: 
personale

curatela: 
Carlo Micheli

durata: 
17 giugno – 23 luglio 2022

inaugurazione: 
venerdì 17 giugno ore 18.00

sede: 
Rocca Sanvitale


indirizzo: 
Piazza Giacomo Matteotti, 43012 Fontanellato PR


patrocinio: 
Comune di Fontanellato

organizzazione: 
Cooperativa Parmigianino

orari: 
lun. mer. giov. ven. e sab. visite alle ore 10.15 - 11.45 - 14.45 - 16.15 
dom. e festivi biglietteria aperta con orario 10.00 - 12.15 e 14.00 - 16.15 

chiuso il martedì (aperta su prenotazione per gruppi di almeno 20 persone) l’accesso alla mostra è consentito solo nell’ambito delle visite guidate alla Rocca, con partenze scaglionate ogni 30 minuti circa.

biglietti: 
intero: € 10,00 - ridotto (da anni 6 a anni 16): € 5,00
ridotto con Passaporto Card del Ducato: € 9,00
gratuito bambini sotto i 6 anni, disabili e residenti (massimo 2 pax per turno)

info: 
rocca@fontanellato.org

tel 0521829055
www.fontanellato.org

realizzazioni grafiche: 
MetAlternativa

pubblica: 

Shōzō Shimamoto | Yasuo Sumi. Sui campi riarsi i sogni vanno errando


Il TOMAV Torre Moresco Centro Arti Visive, in collaborazione con Tomav Experience Associazione Culturale e con il MOCAfeast 2022 di Monsano, è lieto di annunciare Shōzō Shimamoto, Yasuo Sumi. Sui campi riarsi i sogni vanno errando, una mostra a cura di Giulia Perugini che pone l’accento sulle ritualità di ieri e di oggi, per operare una riflessione collettiva sul senso di comunità e sulle sue possibili evoluzioni.

Partendo da una contestualizzazione storica degli artisti e delle opere in mostra – grazie agli interventi testuali di Marino Capretti, alla presenza di documentazione video e di cataloghi disponibili per la libera consultazione – l’esposizione, senza pretese di completezza scientifica, insiste sui nuclei generativi che hanno nutrito tutte le esperienze di Gutai (di cui Shōzō Shimamoto e Yasuo Sumi sono illustri esponenti) fin dal 1954, anno in cui il gruppo muove suoi primi passi nel mondo dell’arte. La volontà è quella di condurre il visitatore attraverso una polifonia di stimoli visivi e uditivi in grado di schiudere l’armonia di quella frequenza fondamentale comune a tutte le cose, riscoprendo un più profondo senso di appartenenza alla natura.

Il percorso proposto si nutre di alcune considerazioni contenute in un saggio di Byung-Chul Han del 2019, nel quale viene ripercorsa la scomparsa del senso di comunità a partire dalla sparizione del rito in favore di un consumo feroce degli oggetti e di un ripiegamento narcisistico della collettività. Creando un ponte che collega idealmente lo spazio espositivo alle sponde rigogliose della produzione orientale, Sui campi riarsi i sogni vanno errando si propone, allora, di cucire insieme spazi e tempi diversi (il passato e il presente; l’oriente e l’occidente) per saltare le recinzioni del territorio dell’arte, far sedere idealmente tutti i visitatori ad una unica tavola rotonda e ripensare alla valenza delle performance, dei riti e delle loro tracce nella società contemporanea. I quesiti centrali sono gli stessi alla base di tutte le azioni di Gutai: qual è l’identità dell’arte oggi? In che modo le arti contemporanee possono dialogare tra loro senza legami di subordinazione? Qual è il ruolo dell’arte nella costruzione del futuro della collettività? 

Proprio il concetto di futuro lascia affiorare il fil rouge che collega il discorso artistico di Shōzō Shimamoto e di Yasuo Sumi, come pure quello di Gutai più in generale – la cui traduzione italiana può essere resa con concreto, o meglio, «possibilità di rendere concreta, attraverso la materia, la spiritualità» – alle intenzionalità di questa esposizione. Difatti, «se è vero che il presente è inafferrabile, sempre travolto dal tempo che passa, e il passato sempre oltrepassato, irrimediabilmente compiuto o dimenticato», prendendo a prestito le parole di Marc Augè, il futuro è «il tempo più concreto della coniugazione», che, pur riguardando l’individuo, ha sempre dimensione sociale. 



Shōzō Shimamoto | Yasuo Sumi
Sui campi riarsi i sogni vanno errando
a cura di Giulia Perugini

direzione artistica di Andrea Giusti
con testi di Marino Capretti e Giulia Perugini

TOMAV – Torre Moresco Centro Arti Visive
Moresco (FM)

In collaborazione con
Tomav Experience Associazione Culturale
MOCAfeast 2022 di Monsano (AN)

opening // domenica 3 luglio ore 18:30

dal 3 luglio al 4 settembre 2022

Orari
sabato e domenica 18:00 – 20:00

Contatti
telefono: +39 351 5199570
e-mail: tomav.expe@gmail.com

venerdì 10 giugno 2022

Etnagrammi di Valentina Granata


La galleria Studio Masiero è lieta di ospitare la mostra Etnagrammi di Valentina Granata, artista di Acireale, che dopo molti anni ritorna a Milano per presentare nuove interpretazioni di “a muntagna”, l’Etna. Unico soggetto identificato da Valentina Granata, per la sua pittura, il vulcano viene declinato questa volta, oltre che su acquerelli e dipinti anche in gioielli, foulard e altri accessori di arte applicata. Una teoria di disegni su carta e di dipinti su tavola, dove da una parte l’Etna viene ritratta nelle sue espressioni di quiete o di violenza eruttiva e dall’altra viene invece interpretata secondo una regola matematica rendendo astratte le visioni di una natura aspra e incombente.

Gli Etnagrammi di onice, lapislazzuli e corallo, collane di perle, ambra e ossidiana: sono i colori di Etna, con forme geometriche inseguendo il quadrato, o morbide e romantiche, rimando alla neve, ai fiori, ai germogli di primavera. Foulard in twill di seta, dove a muntagna esplode in lapilli rosso incandescente o ti avvolge in forme regolari e perfette. I riferimenti al Suprematismo Russo e al Bauhaus sono proposti con la leggerezza dell’amore per le avanguardie del primo Novecento e all’adesione verso il Gesamtkunstwerk, l'opera d'arte totale, per cui secondo Walter Gropius si sarebbe dovuta formare “una nuova comunità di artefici, senza le distinzioni di classe che provocano un’arrogante barriera tra artigiano e artista”.

Valentina Granata nasce ad Acireale nel marzo del 1969. Figlia d’arte, mamma Lella Musmeci, pittrice ed incisore e nonno materno Serafino, scultore di pietra lavica. L’infanzia e l’adolescenza trascorrono tra vernici, pigmenti, bulini, lastre da incisione, partecipando a mostre e alle attività dei ferventi circoli culturali degli anni ‘80, che costituiscono il suo background. Nel 1987, dopo la maturità scientifica, inizia a lavorare per uno dei maggiori laboratori di restauro siciliani con cui collabora fino al 1999. Nel 2000, in seguito ad una imponente eruzione dell’Etna che proietta cenere e lapilli a chilometri di distanza, mette a frutto la sua passione e esperienza artistica, creando i primi acquerelli dedicati “a Muntagna”. Per la prima esposizione, avvenuta a Palermo nel 2001, crea il termine Etnagrammi, che dà il titolo alla mostra e diventa il motivo conduttore delle sue opere. Presso la Cartera Etna impara a lavorare la carta con pigmento puro, costruendo opere materiche che hanno ancora come soggetto il vulcano incombente. Sempre alla ricerca di materiali su cui sperimentare, ha trasformato i suoi disegni in mobili, mosaici, carte lavorate a mano, tappeti, gioielli e accessori. Alcuni acquerelli sono stati scelti da prestigiose e premiate aziende vinicole dell’Etna come etichette dei loro vini. Vive e lavora fra Acireale, Palermo e Milano.

La mostra, aperta fino al 7 luglio, sarà visitabile oltre agli orari di galleria, anche nel fine settimana, previo appuntamento.

VALENTINA GRANATA
Etnagrammi

inaugurazione giovedì 9 giugno dalle ore 18.30 alle 21.00 
9 giugno – 7 luglio 2022

Studio Masiero, via Villoresi 28, Milano

pubblica: 

mercoledì 8 giugno 2022

Parlami di lei. Un interrogativo sull’arte, sulla sua presenza, sul silenzio, sul rumore che fa


Parlami di lei è un podcast a cura di Pietro Gaglianò, prodotto da Scripta Festival in collaborazione con Radio Papesse e Libreria Brac, Firenze.


La seconda edizione di Parlami di lei dà voce a sei personaggi del mondo dell’arte e della cultura: il semiologo Stefano Bartezzaghi, l’attrice Marion d’Amburgo, l’artista Davide Dormino, l’artista Francesca Grilli, la scrittrice Laura Pugno, il coreografo Virgilio Sieni

A tutti è stato chiesto “Parlami di lei”. Un interrogativo sull’arte, sulla sua presenza, sul silenzio, sul rumore che fa. 

In ascolto su Spotify, Spreaker, Apple Podcast, ITunes e ovunque cerchiate i vostri podcast. 

Il primo episodio, in uscita il 13 giugno, è affidato alle parole di Virgilio Sieni; Laura Pugno segue il 20 giugno e Stefano Bartezzaghi il 27 giugno; il 4 luglio è la volta di Marion D’Amburgo, l’11 di Francesca Grilli e l’ultima uscita è con Davide Dormino il 18 luglio.


Profili dei protagonisti 
Stefano Bartezzaghi è docente di Semiotica della creatività all’Università Iulm; collabora con la Repubblica. Ha pubblicato saggi, raccolte di giochi linguistici, enigmistici e letterari e ha scritto la prima storia italiana del cruciverba, L’orizzonte verticale (2007). Ha curato e commentato la nuova edizione degli Esercizi di stile di Raymond Queneau, nella classica traduzione di Umberto Eco (2001). Per Bompiani ha pubblicato Parole in gioco (2017) e Banalità (2019).

Marion d'Amburgo, attrice e costumista. Negli anni Settanta ha fondato la compagnia Carrozzone, poi Magazzini di cui è stata la principale interprete. Icona della neo avanguardia teatrale italiana, il suo nome è legato alla vocalità potente e inconfondibile. Ha collaborato con artisti quali Alighiero Boetti, Mario Schifano, Rainer Werner Fassbinder, Alessandro Mendini, Azio Corghi, Jonn Hassel, Giancarlo Cardini, Roberto Fabriciani, Franco Rossi.

Davide Dormino artista, la sua pratica si esprime principalmente attraverso la scultura e il disegno sulle possibilità liriche e plastiche di materiali come il marmo, il bronzo e il ferro. Ha realizzato opere ambientali permanenti in Italia e all'estero. Anything to say? (del 2015) è una scultura itinerante dedicata al coraggio e alla libertà d'informazione che ha iniziato il suo percorso da Berlino (Alexanderplatz) il 1° Maggio del 2015. Insegna Scultura & Istallazione e disegno alla RUFA.

Francesca Grilli è un artista la cui ricerca, tra arte visiva e performance, adotta un linguaggio multidisciplinare che ruota attorno al corpo. Ha esposto in numerose sedi internazionali, dal Palais De Tokyo alla Serpentine Gallery, Londra, ed è stata protagonista del Padiglione Italia alla 55a Biennale di Venezia e Manifesta7 a Bolzano. Ha inoltre partecipato a numerose rassegne dedicate alla performance e alla ricerca delle arti sceniche in tutto il mondo.

Laura Pugno, poeta, saggista e scrittrice. Suoi i romanzi Sirene e La ragazza selvaggia, il saggio In territorio selvaggio; per la poesia: l’Oracolo manuale per poete e poeti, con Giulio Mozzi e le raccolte Noi e L’alea. Si è aggiudicata importanti riconoscimenti letterari. Collabora con L’Espresso e Le parole e le cose ed è tra i curatori della collana di I domani di Aragno. Ha ideato il festival di poesia I quattro elementi a Madrid, la serie di podcast Oltrelontano. Poesia come paesaggio per Radio3Suite e la Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea (Il Saggiatore). Dal 2015 al 2020 ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid.

Virgilio Sieni, danzatore e coreografo italiano, è un artista attivo in ambito internazionale per le massime istituzioni teatrali, musicali, fondazioni d'arte e musei. Dal 2003 dirige a Firenze CANGO Cantieri Goldonetta, Centro di Produzione della danza per la ricerca e la trasmissione sui linguaggi del corpo dove nel 2007 ha fondato l’Accademia sull'arte del gesto, un contesto inedito di formazione e creazione che coinvolge persone di qualsiasi età, provenienza e abilità, sull'idea di comunità del gesto. Si è aggiudicato importanti premi internazionali ed è stato Direttore della Biennale Danza di Venezia dal 2013 al 2016.


Pietro Gaglianò è critico d’arte, curatore indipendente, educatore e autore di progetti di pedagogia sperimentale nello spazio pubblico. Ha pubblicato La sintassi della libertà. Arte, pedagogia, anarchia (Gli Ori 2020) e Memento. L’ossessione del visibile (Postmedia books 2016). Dal 2017 è direttore di Scripta. L’arte a parole, progetto dedicato all’editoria di critica d’arte.

radiopapesse.org è un archivio audio dedicato all’arte contemporanea; uno spazio dedicato alla documentazione e all’approfondimento sulle arti visive; un luogo per la diffusione e produzione delle arti sonore. Produce e distribuisce interviste, documentari, audioguide e percorsi sonori commissionati o prodotti in collaborazione con musei e istituzioni culturali. Trova la sua dimensione privilegiata nell’ascolto e sceglie il linguaggio della radio, non solo il suo medium, per raccontare come si fa arte oggi. Radio Papesse è curata da Ilaria Gadenz e Carola Haupt.


Libreria Brac, libreria con cucina nel centro di Firenze fondata da Sacha Sandri Olmo e Melisa Di Nardo, sostiene da sempre le iniziative di Scripta. Aperta nel 2009, ospita al suo interno rassegne, appuntamenti con gli autori, reading, mostre e laboratori per grandi e piccini. Il suo caratteristico cortile e i suoi ambienti raffinati e moderni sono un luogo di incontro di tutti gli appassionati di linguaggi della contemporaneità: dalla fotografia, all’arte, all’illustrazione fino al design e al fumetto.

Scripta. L’arte a parole esplora le forme della cultura artistica contemporanea, partendo dal dibattito critico sul rapporto con i social studies e aprendosi a pratiche di sperimentazione dell’arte, di pedagogia radicale, di inclusione sociale e di attraversamenti con altre discipline. Al centro ci sono i libri, teorici e d’artista, tutto attorno le produzioni di opere site specific, i laboratori e i percorsi educativi, gli eventi spettacolari, l’incontro con le comunità.


Parlami di lei
Una domanda sull’arte.
Rispondono scrittori, artiste, filosofi, critici e registe.
Dal 13 giugno 2022

Scripta
In collaborazione con Libreria Brac
Via de’ Vagellai 18 r - 50122 Firenze www.libreriabrac.net - info@libreriabrac.net

Con il contributo del Comune di Firenze


pubblica: 

Domesticity. E'wao Kagoshima, Nuri Koerfer, Walter Pfeiffer e Sonia Kacem


La Galerie Gregor Staiger è lieta di annunciare la mostra collettiva estiva nello spazio milanese intitolata Domesticity. La mostra comprende opere degli artisti E'wao Kagoshima, Nuri Koerfer, Walter Pfeiffer e Sonia Kacem.

Molti preferiscono rimanere a casa: le abitudini visive dei sedentari digitali traspaiono semplicemente dalla TV al computer, passando per lo schermo dello smartphone seduti sul divano, in un movimento di andata e ritorno che trasforma lo spazio domestico in un loop. I nuovi sedentari digitali ci ricordano in questo senso la percezione del mondo dei nativi americani Hopi, per i quali non sono le persone a muoversi nello spazio, ma è lo spazio a scorrere attraverso di loro: i loro gesti non fanno altro che simulare il camminare, il recitare, il sedersi, lo stare in piedi e così via.

Domesticity prende spunto da questa presenza di tracce virtuali-surreali e di oggetti fisici che descrivono i luoghi in cui viviamo per creare un dialogo tra due generazioni di artisti che utilizzano la rappresentazione del corpo, la sua assenza e le suemetamorfosi come veicoli di riflessione su temi quali l'abitare e il desiderio…

Le nuove sculture di Nuri Koerfer si presentano come mobili zoomorfi, come sedie e panche che offrono allo spettatore un'insolita interazione con l'opera d'arte. La ricerca dell'artista, che parte dall'analisi delle strutture semiotiche e dal concetto di scultura sociale, manifesta attraverso forme e materiali un approccio attento e molto personale al mezzo scultoreo, figurazione che crea attriti e tensioni di significati tra natura e artificio, domesticità e spazio pubblico, durata e vulnerabilità.

I disegni dell'artista di culto E'wao Kagoshima contengono un flusso ininterrotto di sentimenti in immagini che scaturiscono dall'inconscio: sogni, allucinazioni e desideri profondi, lontani dalla logica utilitaristica del linguaggio comune, sposano inveceuna narrazione ricca e generativa di nuovi legami con la realtà. Le opere di Kagoshima presentano una gamma di anatomie fantastiche, in cui il corpo è rappresentato in un flusso costante di trasformazione: spossessato, smaterializzato e ricomposto. Erede della sensibilità surrealista, E'wao Kagoshima unisce un rinnovato interesse per la figurazione con tendenze più oscure o, in alternativa, con un gioioso senso di meraviglia e stupore.

Walter Pfeiffer presenta sia lavori fotografici che disegni in cui indaga il tema del corpo assente. Famoso per le sue immagini di eterna giovinezza, che lo hanno consacrato come uno dei più importanti autori della fotografia contemporanea, in questi lavori Walter Pfeiffer sembra sostituire le solari e spensierate anatomie adolescenziali con immagini di poltrone vuote ma chetestimoniano il passaggio e l'impronta di chi le ha utilizzate; in questo modo, pur in assenza di corpi reali, le poltrone riflettono l'identità di chi le usa con l'assenza, lasciando segni come vestiti, coperte e dando allo spettatore la sensazione che il tempotrascorso su di esse sia un tempo eterno.

Nella sala principale della galleria, trasformata in uno spazio abitativo unico, le carte da parati site-specific di Sonia Kacem, mantenute in loco dalla sua precedente mostra personale, non solo fanno da sfondo alle opere degli altri artisti, ma trasformano anche la percezione dello spazio in modo delicato e radicale. I pattern immaginati dall'artista generano una seriedi superfici vibranti modulate dal ritmo, dal colore e da forme astratte che non rimandano mai a un preciso riferimento iconografico ma suggeriscono sia scritture primitive sia forme viventi, capaci di annullare la solidità delle pareti e di proiettarelo sguardo dello spettatore in un altrove psichedelico.

Domesticity ritorna e amplifica le atmosfere inquietanti del neosurrealismo, combinando elementi quotidiani e rassicuranti del nostro vivere l'ambiente familiare con misteriose rivelazioni metafisiche sulla percezione dello spazio e delle cose che cicircondano.


Domesticity. E'wao Kagoshima, Nuri Koerfer, Walter Pfeiffer e Sonia Kacem
June 3–July 23, 2022

martedì 7 giugno 2022

Roberto Ghezzi. The Greenland Project, lo scioglimento dei ghiacci tra arte, scienza e sostenibilità

Roberto Ghezzi, The Greenland Project, 2022

The Greenland Project, lo scioglimento dei ghiacci tra arte, scienza e sostenibilità è il progetto dell’artista Roberto Ghezzi a cura di Mara Predicatori che, in collaborazione con Biagio Di Mauro del CNR – ISP (Istituto di Scienze Polari) e con il supporto di The Red House di Robert Peroni e Phoresta Onlus e il contributo di Cartiera Enrico Magnani Pescia, avrà luogo presso la Red House di Tasiilaq, dal 15 giugno al 10 luglio 2022. La residenza sarà determinante e funzionale a Ghezzi per tentare di restituire, in chiave artistica, il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai. 

Difatti, il paesaggio naturale è da sempre il campo di ricerca artistico di Roberto Ghezzi. Dapprima indagato attraverso la pura pittura, negli ultimi anni l’artista toscano, affascinato dagli ambienti e dalle loro specifiche peculiarità, inizia ad operare sempre più immergendosi in essi e tentando di restituirne le specificità e l’essenza. Nascono così agli inizi del Duemila le Naturografie, tele letteralmente scritte dalla natura che l’artista lascia in terra o acqua e ritira nel momento in cui ritiene i sedimenti qui trasferitesi ne restituiscano in qualche modo il sembiante e il DNA. Si tratta di lavori che richiedono a Ghezzi lunghi tempi di realizzazione e portano l’artista a praticare e vivere l’ambiente naturale per lunghi periodi, sondandone caratteristiche, morfologie e divenendone empiricamente un ottimo conoscitore. A questa ricerca, a matrice pittorico/estetica, si affianca quindi, sempre più, anche un interesse scientifico tale da indurre l’artista a collaborare sovente con biologi e studiosi ed enti che si occupano di rilevare l’impatto che l’uomo ha sulla natura stessa. 

Nel caso di The Greenland Project Ghezzi ipotizza, per trascrivere il fenomeno specifico, di usare la cianotipia, una particolare tecnica che prevede l’uso di carte fotosensibilizzate per rilevare il rapido mutamento dello spessore del ghiaccio. Da ciò seguirà un interessante dialogo, sia preliminare, che successivo alla spedizione, tra l’artista e i ricercatori dell’Istituto di Scienze Polari del CNR. Artista e studiosi, infatti, intrecciando i reciproci sguardi e approcci, offriranno inedite chiavi di lettura dei fenomeni naturali contribuendo alla divulgazione e conoscenza, attraverso questa proficua collaborazione multidisciplinare, di suggestioni e rivelazioni su uno dei più problematici fenomeni naturali della nostra epoca.

Da ciò potrebbe conseguire un interessante dialogo, sia preliminare, che successivo alla spedizione, con i ricercatori dell’Istituto di Scienze Polari del CNR, che forniranno importanti informazioni sul fenomeno o, in ipotesi, acquisirne di nuove, in base allo studio e alla descrizione delle opere/dati raccolti e prodotti da Ghezzi, al fine di un reciproco accrescimento e di una maggiore visibilità che la spedizione, in virtù di nuove prestigiose collaborazioni multidisciplinari, potrebbe raggiungere.

The Greenland project di Ghezzi sarà incentrato su una forma nuova di Naturografia© che non utilizzerà tessuti ma una speciale carta fatta a mano secondo un antico procedimento, previamente fotosensibilizzata mediante il metodo della cianotipia, e lasciata interagire con il ghiaccio durante il suo cambiamento di stato.

L’artista, dopo un’accurata analisi dei luoghi più idonei, effettuata preventivamente sulle mappe e successivamente in loco, grazie al supporto di Red House, realizzerà delle cianotipie del ghiaccio in scioglimento nella zona di Tasiilaq sulla costa orientale della Groenlandia. 

L’obiettivo del progetto è quello di lavorare nello stesso punto per circa 25 giorni, realizzando cianotipie della stessa zona al fine di “fotografare” il fenomeno della liquefazione dal suo interno, e quindi dell’arretramento del ghiaccio -giorno per giorno- in un determinato luogo.

In tal modo si produrrà un’immagine chiara ed inequivocabile del fenomeno del ghiacciaio in arretramento (e della velocità con cui tale processo avviene), con una propria estetica ben delineata, alla quale, per completezza e nell’intento di fornire alla ricerca artistica un supporto scientifico secondo la consueta logica che alimenta il lavoro di Ghezzi, sarà accompagnato un testo del Dott. Biagio Di Mauro del CNR – ISP sullo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia (ad es. sulla velocità dello stesso, sul cambiamento negli anni del fenomeno, sulle possibili cause e conseguenze, ecc..).

All’esito della residenza artistica le creazioni e il testo scientifico (se del caso, accompagnato anche da visualizzazioni grafiche), saranno raccontate, pubblicate ed esposte attraverso i social, i media sia digitali che cartacei, la televisione e una mostra finale che raccoglierà tutta l’esperienza.

L’intera residenza artistica di Roberto Ghezzi sarà ad impatto neutro grazie al contributo di Phoresta Onlus che compenserà mediante la piantumazione di alberi tutte le emissioni di CO2.



INFO
Roberto Ghezzi. Progetto e residenza d’artista in Groenlandia
The Greenland Project, lo scioglimento dei ghiacci tra arte, scienza e sostenibilità
a cura di Mara Predicatori
in collaborazione con Biagio Di Mauro del CNR – ISP (Istituto di Scienze Polari) Curatela: Mara Pedicatori

Logistica: Red House by Robert Peroni
Sponsor tecnico: Cartiere Enrico Magnani Pescia Collaborazione di Phoresta Onlus
Communication & media relations
Amalia Di Lanno +39 3337820768 info@amaliadilanno.com




Il paesaggio naturale è da sempre il campo di ricerca artistico di Roberto Ghezzi. Dapprima indagato attraverso la pura pittura, negli ultimi anni l’artista toscano, affascinato dagli ambienti e dalle loro specifiche peculiarità, inizia ad operare sempre più immergendosi in essi e tentando di restituirne le specificità e l’essenza. Nascono così agli inizi del Duemila le Naturografie, tele letteralmente scritte dalla natura che l’artista lascia in terra o acqua e ritira nel momento in cui ritiene i sedimenti qui trasferitesi ne restituiscano in qualche modo il sembiante e il DNA. Si tratta di lavori che richiedono a Ghezzi lunghi tempi di realizzazione e portano l’artista a praticare e vivere l’ambiente naturale per lunghi periodi, sondandone caratteristiche, morfologie e divenendone empiricamente un ottimo conoscitore. A questa ricerca, a matrice pittorico/estetica, si affianca quindi, sempre più, anche un interesse scientifico tale da indurre l’artista a collaborare sovente con biologi e studiosi ed enti che si occupano di rilevare l’impatto che l’uomo ha sulla natura stessa.

In due decenni Ghezzi ha realizzato installazioni e ricerche in molti luoghi nazionali e internazionali, legando il suo lavoro a studi sull’ecosistema e sulla biologia in parchi e riserve naturali di tutti i continenti (Alaska, Islanda, Sud Africa, Tunisia, Norvegia, Patagonia, Croazia). In Italia ha realizzato numerosi progetti di ricerca in ogni regione e tipologia di ambiente (Toscana, Emilia Romagna, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Umbria).

Nel caso della Groenlandia, la residenza – della durata di circa un mese presso la Red House di Tasiilaq - sarà funzionale a Ghezzi per tentare di restituire, in chiave artistica, il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai. A tal fine, questa volta, per trascrivere artisticamente su supporto tale fenomeno, Ghezzi ipotizza di usare la cianotipia, una particolare tecnica che prevede l’uso di carte fotosensibilizzate per rilevare il rapido mutamento dello spessore del ghiaccio.

Da ciò seguirà un interessante dialogo, sia preliminare, che successivo alla spedizione, tra l’artista e i ricercatori dell’Istituto di Scienze Polari del CNR. Artista e studiosi, infatti, intrecciando i reciproci sguardi e approcci, offriranno inedite chiavi di lettura dei fenomeni naturali contribuendo alla divulgazione e conoscenza, attraverso questa proficua collaborazione multidisciplinare, di suggestioni e rivelazioni su uno dei più problematici fenomeni naturali della nostra epoca.

The Greenland project di Ghezzi sarà incentrato pertanto sull’utilizzo della cianotipia a contatto che non utilizzerà tessuti ma una speciale carta fatta a mano secondo un antico procedimento, per accogliere i segni dello scioglimento del ghiaccio. L’artista, dopo un’accurata analisi dei luoghi più idonei - effettuata preventivamente sulle mappe e successivamente in loco - grazie al supporto di Red House, realizzerà delle cianotipie del ghiaccio in scioglimento nella zona di Tasiilaq sulla costa orientale della Groenlandia. La cianotipia è un’antica tecnica fotografica sviluppata dal fotografo e chimico inglese, John Herschel tra il 1839 e il 1842, che sfrutta la reazione di alcuni sali alla luce ultravioletta. Inserendo la carta fotosensibilizzata mediante sali al di sotto del ghiaccio, in una zona di confine dove il ghiaccio è in scioglimento nel mese di giugno, l’artista otterrà delle istantanee del fenomeno del suddetto cambiamento di stato.

L’obiettivo del progetto è quello di lavorare nello stesso punto per circa 25 giorni, realizzando cianotipie della stessa zona al fine di “fotografare” il fenomeno della liquefazione e, quindi. dell’arretramento del ghiaccio -giorno per giorno- in un determinato luogo.

In tal modo, l’artista ipotizza di produrre un’immagine emblematica del fenomeno del ghiacciaio in arretramento (e della velocità con cui tale processo avviene), con quell’estetica che connota da anni la sua “pittura di paesaggio”. A tale lavoro, per completezza e nell’intento di fornire alla ricerca artistica un supporto scientifico secondo la consueta logica che alimenta il lavoro di Ghezzi, sarà accompagnato un testo del Dott. Biagio Di Mauro del CNR - ISP sullo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia (ad es. sulla velocità dello stesso, sul cambiamento negli anni del fenomeno, sulle possibili cause e conseguenze, ecc..).

All’esito della residenza artistica le creazioni e il testo scientifico (se del caso, accompagnato anche da visualizzazioni grafiche), saranno raccontate, pubblicate ed esposte attraverso i social, i media sia digitali che cartacei, la televisione e una mostra finale che raccoglierà tutta l’esperienza.

L'intera residenza artistica di Roberto Ghezzi sarà ad impatto neutro grazie al contributo di Phoresta Onlus che calcolerà e poi compenserà mediante la piantumazione di alberi tutte le emissioni di CO2 del progetto.







The Greenland Project Roberto Ghezzi

Progetto e residenza d’artista in Groenlandia

Lo scioglimento dei ghiacci tra arte, scienza e sostenibilità



In collaborazione con Biagio Di Mauro del CNR - ISP (Istituto di Scienze Polari)

Curatela: Mara Predicatori

Logistica: Red House by Robert Peroni

Sponsor tecnico: Cartiere Enrico Magnani Pescia

Collaborazione: Phoresta Onlus


Il paesaggio naturale è da sempre il campo di ricerca artistico di Roberto Ghezzi. Dapprima indagato attraverso la pura pittura, negli ultimi anni l’artista toscano, affascinato dagli ambienti e dalle loro specifiche peculiarità, inizia ad operare sempre più immergendosi in essi e tentando di restituirne le specificità e l’essenza. Nascono così agli inizi del Duemila le Naturografie, tele letteralmente scritte dalla natura che l’artista lascia in terra o acqua e ritira nel momento in cui ritiene i sedimenti qui trasferitesi ne restituiscano in qualche modo il sembiante e il DNA. Si tratta di lavori che richiedono a Ghezzi lunghi tempi di realizzazione e portano l’artista a praticare e vivere l’ambiente naturale per lunghi periodi, sondandone caratteristiche, morfologie e divenendone empiricamente un ottimo conoscitore. A questa ricerca, a matrice pittorico/estetica, si affianca quindi, sempre più, anche un interesse scientifico tale da indurre l’artista a collaborare sovente con biologi e studiosi ed enti che si occupano di rilevare l’impatto che l’uomo ha sulla natura stessa.

In due decenni Ghezzi ha realizzato installazioni e ricerche in molti luoghi nazionali e internazionali, legando il suo lavoro a studi sull’ecosistema e sulla biologia in parchi e riserve naturali di tutti i continenti (Alaska, Islanda, Sud Africa, Tunisia, Norvegia, Patagonia, Croazia). In Italia ha realizzato numerosi progetti di ricerca in ogni regione e tipologia di ambiente (Toscana, Emilia Romagna, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Umbria).



Nel caso della Groenlandia, la residenza – della durata di circa un mese presso la Red House di Tasiilaq - sarà funzionale a Ghezzi per tentare di restituire, in chiave artistica, il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai. A tal fine, questa volta, per trascrivere artisticamente su supporto tale fenomeno, Ghezzi ipotizza di usare la cianotipia, una particolare tecnica che prevede l’uso di carte fotosensibilizzate per rilevare il rapido mutamento dello spessore del ghiaccio.

Da ciò seguirà un interessante dialogo, sia preliminare, che successivo alla spedizione, tra l’artista e i ricercatori dell’Istituto di Scienze Polari del CNR. Artista e studiosi, infatti, intrecciando i reciproci sguardi e approcci, offriranno inedite chiavi di lettura dei fenomeni naturali contribuendo alla divulgazione e conoscenza, attraverso questa proficua collaborazione multidisciplinare, di suggestioni e rivelazioni su uno dei più problematici fenomeni naturali della nostra epoca.

The Greenland project di Ghezzi sarà incentrato pertanto sull’utilizzo della cianotipia a contatto che non utilizzerà tessuti ma una speciale carta fatta a mano secondo un antico procedimento, per accogliere i segni dello scioglimento del ghiaccio. L’artista, dopo un’accurata analisi dei luoghi più idonei - effettuata preventivamente sulle mappe e successivamente in loco - grazie al supporto di Red House, realizzerà delle cianotipie del ghiaccio in scioglimento nella zona di Tasiilaq sulla costa orientale della Groenlandia. La cianotipia è un’antica tecnica fotografica sviluppata dal fotografo e chimico inglese, John Herschel tra il 1839 e il 1842, che sfrutta la reazione di alcuni sali alla luce ultravioletta. Inserendo la carta fotosensibilizzata mediante sali al di sotto del ghiaccio, in una zona di confine dove il ghiaccio è in scioglimento nel mese di giugno, l’artista otterrà delle istantanee del fenomeno del suddetto cambiamento di stato.

L’obiettivo del progetto è quello di lavorare nello stesso punto per circa 25 giorni, realizzando cianotipie della stessa zona al fine di “fotografare” il fenomeno della liquefazione e, quindi. dell’arretramento del ghiaccio -giorno per giorno- in un determinato luogo.

In tal modo, l’artista ipotizza di produrre un’immagine emblematica del fenomeno del ghiacciaio in arretramento (e della velocità con cui tale processo avviene), con quell’estetica che connota da anni la sua “pittura di paesaggio”. A tale lavoro, per completezza e nell’intento di fornire alla ricerca artistica un supporto scientifico secondo la consueta logica che alimenta il lavoro di Ghezzi, sarà accompagnato un testo del Dott. Biagio Di Mauro del CNR - ISP sullo scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia (ad es. sulla velocità dello stesso, sul cambiamento negli anni del fenomeno, sulle possibili cause e conseguenze, ecc..).

All’esito della residenza artistica le creazioni e il testo scientifico (se del caso, accompagnato anche da visualizzazioni grafiche), saranno raccontate, pubblicate ed esposte attraverso i social, i media sia digitali che cartacei, la televisione e una mostra finale che raccoglierà tutta l’esperienza.

L'intera residenza artistica di Roberto Ghezzi sarà ad impatto neutro grazie al contributo di Phoresta Onlus che calcolerà e poi compenserà mediante la piantumazione di alberi tutte le emissioni di CO2 del progetto.







The Greenland Project Roberto Ghezzi

Progetto e residenza d’artista in Groenlandia

Lo scioglimento dei ghiacci tra arte, scienza e sostenibilità



In collaborazione con Biagio Di Mauro del CNR - ISP (Istituto di Scienze Polari)

Curatela: Mara Predicatori

Logistica: Red House by Robert Peroni

Sponsor tecnico: Cartiere Enrico Magnani Pescia

Collaborazione: Phoresta Onlus