Alessandro Sau
PRACTICE OF RESILIENCE
a cura di scatolabianca
04.12.12 - 10.01.13
opening 4 dicembre ore 18.00
04.12.12 - 10.01.13
opening 4 dicembre ore 18.00
scatolabianca(etc.)
Via Ventimiglia, angolo Via Privata Bobbio
Milano
scatolabianca inaugura la sua prima esposizione personale nella sede milanese scatolabianca(etc.).
Attraverso l’uso di differenti media - disegno, video, installazione,
scultura e presenze di organismi animali - Alessandro Sau sviluppa una
ricerca che parte da immaginari provenienti dalla sua infanzia e
moltiplicati con l’analisi dei comportamenti e delle mutazioni. Un
processo in costante e ossessiva trasmigrazione che abbisogna di
un’articolazione di movimenti sviscerati in una sorta di fuga
strutturata in sintonia con una precisa poetica artistica che vive di
corrispondenze tra la vita dell’opera e la vita dell’artista. Una
meccanica intellettuale che svela una narrazione che si svolge tra
paradossi e incongruenze insinuandosi, tra coloriture e dissonanze, in
una forma di resilienza sottile, un modo delicato e leggero di
trasmettere inquietudine e spaesamento.
È in questo spazio
intermedio saturo di trasformazioni, contaminazioni e organicità
dell’opera pulsante che l’arte di Sau si manifesta, sempre sul bilico
della soglia tra temporalità e corrispondenza, tra emersi e proposte,
tra staticità e movimento. Nella pratica artistica del giovane artista
le reliquie dei Santi sono sostituite dalle figure di Biancaneve e dei
Sette Nani, provocando uno spiazzamento e una dicotomia schizofrenica
con un passaggio di cui solo l’opera d’arte è capace, trasformando il
soggettivo in collettivo, il privato in pubblico. Erotismo e distruzione
espressi dalla figura mito di Biancaneve, la cui immagine è fagocitata
lentamente dall’esistenza della lumaca, o i Nani contaminati dalle api,
sono rappresentazione del bilico, della duttilità, della dicotomia tra
sacro e profano, volontà e rappresentazione, organico e inorganico,
quiete e moto. I singoli fermo immagine del video riconducono a un
universo visivo molto vicino a quello di un’antica mitologia
dell'immagine che oggi si pensa, il mondo mass-mediatico abbia perso o
quantomeno modificato.
Si riscontra in PRACTICE OF RESILIENCE
un concetto di resilienza intesa come meccanismo di andato e ritorno
costante, quindi messo in atto sia dagli esseri viventi - topi, api,
lumache - o rivoltando il processo, le opere stesse, ospiti attive e
passive del materiale sedimentato dagli animali. Per resilienza
s’intende la capacità di adattamento, la potenza di comprendere la
bellezza della trasformazione, di cogliere il senso del divenire come un
processo vitalistico dell’errore nella sua capacità di espandere il
senso ad altre residualità e altre imperfezioni. Il rischio affascinante
è quello di rimanere intrappolati in un limbo, lo stesso in cui Sau
colloca le sue immagini sottoposte all’entropia della vita e
all’esistenza degli organismi con i quali le fa entrare in contatto
fisico. Rischio che l’artista aiuta a plasmare attraverso la perdita di
soggettività, l’accettazione di un abbandono necessario e ricercato,
rilassatezza verso un paradigma che non ha passato, presente o futuro,
ma abita in quello spazio privilegiato che solo l’arte può abbordare
attraverso una graduale trasposizione e intima quanto estroversa e
mentale inclusione.
L’immaginario non vi è dato più di quanto
lo sia il reale: esso è un misto, un nodo che forse non sarà mai
definitivamente spezzato; in altre parole, come il reale non è
immediatamente dato, così l’immaginario non è totalmente immaginario,
separato dal reale. Tutto si è mescolato.
Mikel Dufrenne, Estetica e Filosofia, Marietti, Genova 1989
scatolabianca m.c.
* Alessandro Sau, Cagliari, 1981*
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Amalia Di Lanno