GIORDANO RIZZARDI
IL VISIONARIO E' L'UNICO REALISTA
SPAZIO RIBALTA
piazza Scalco 13
Cittadella (PD)
ORARI DI APERTURA
22/12 inaugurazione 18.30
dal 23 al 30 dalle 17.00 alle 20.00
chiuso il 25 Dicembre.
a cura di Carolina Lio
Diceva Fellini: "Il visionario è l'unico realista" e nella malinconia delle sue storie ricorreva il senso dell'errore e del grottesco, l'insoddisfazione e allo stesso tempo il ridicolo dello sbagliato.
I personaggi di Giordano Rizzardi sono un'esplicitazione più didascalica di questo identico pensiero e dell'erroneità stessa che è la vita. Nel suo lavoro la naturalezza è completamente bandita e la sostituisce una forzatura costante creata dal collage digitale. Esce così fuori la sua visionarietà dell'orrido, in cui personaggi mutili, dagli arti artificiali e dalle proporzioni disequilibrate, vivono la propria solitudine in una comicità triste. Sono appunto clown, personaggi circensi, fotografati sullo sfondo di un tentone neutro, senza applausi e pubblico, senza compagni di numero. Alienati, isolati, allontanati, vivono la loro mostruosità senza comprensione. La loro è una guerra persa, la guerra dell'errore, confinato e in esilio. Nella serie "Cartoline dal fronte", gli stessi personaggi si ritrovano difatti all'aperto, in un bianco e nero antico, ricordando le foto dei soldati in guerra, e dandoci l'idea di un isolamento estremo, di un rischio incombente. Vivono, infatti, una mostruosità fragile, fatta di marchingegni tenuti in piedi da troppo sottili meccanismi.
IL VISIONARIO E' L'UNICO REALISTA
SPAZIO RIBALTA
piazza Scalco 13
Cittadella (PD)
ORARI DI APERTURA
22/12 inaugurazione 18.30
dal 23 al 30 dalle 17.00 alle 20.00
chiuso il 25 Dicembre.
a cura di Carolina Lio
Diceva Fellini: "Il visionario è l'unico realista" e nella malinconia delle sue storie ricorreva il senso dell'errore e del grottesco, l'insoddisfazione e allo stesso tempo il ridicolo dello sbagliato.
I personaggi di Giordano Rizzardi sono un'esplicitazione più didascalica di questo identico pensiero e dell'erroneità stessa che è la vita. Nel suo lavoro la naturalezza è completamente bandita e la sostituisce una forzatura costante creata dal collage digitale. Esce così fuori la sua visionarietà dell'orrido, in cui personaggi mutili, dagli arti artificiali e dalle proporzioni disequilibrate, vivono la propria solitudine in una comicità triste. Sono appunto clown, personaggi circensi, fotografati sullo sfondo di un tentone neutro, senza applausi e pubblico, senza compagni di numero. Alienati, isolati, allontanati, vivono la loro mostruosità senza comprensione. La loro è una guerra persa, la guerra dell'errore, confinato e in esilio. Nella serie "Cartoline dal fronte", gli stessi personaggi si ritrovano difatti all'aperto, in un bianco e nero antico, ricordando le foto dei soldati in guerra, e dandoci l'idea di un isolamento estremo, di un rischio incombente. Vivono, infatti, una mostruosità fragile, fatta di marchingegni tenuti in piedi da troppo sottili meccanismi.
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Amalia Di Lanno