Sabato 15 Dicembre 2012
nella Sala Conferenze del Palazzo del Politecnico di Bari in Via
Amendola 126/B al ore 10:30 - Primo Piano interrato
il Museo della Fotografia del Politecnico di Bari e F• Project Fiorito Foto Film
PRESENTANO:
il Museo della Fotografia del Politecnico di Bari e F• Project Fiorito Foto Film
PRESENTANO:
Maurizio Galimberti
Fotografo cinquantenne, si dedica alla fotografia dagli inizi degli anni ’80.
L’insofferenza per le lunghe attese al buio della camera oscura lo
spinge a ricercare un mezzo più adatto al suo desiderio del plein air.
Il matrimonio con la Polaroid è in realtà un’unione già scritta nella
storia, un amore senza limiti, ampiamente corrisposto. Un oggetto
inseparabile che Maurizio G. porta con sé ovunque, che lo spinge a
fotografare a grappolo o ad ali di farfalla (come ama dire lui stesso);
un oggetto con cui vengono riprodotti volti, paesaggi e grattacieli,
scomposti e ricomposti nel codice 10x10.
Il suo punctum barthiano
diventa una striscia estesa, verticale od orizzontale (a seconda
dell’asse di ripresa), composta dai tanti tasselli del mosaico che
vogliono significare l’essenza, “l’anima” del soggetto fotografato. Lo
studium è funzionale alla composizione e delimita il campo visuale
dell’artista.
“Polaroid è sinonimo di libertà: con una scatoletta riesci ad esserci dovunque”.
Affascinato dal dinamismo, M. Galimberti si definisce futurista, forse
in conseguenza dell’imprimatur ottenuto da Carlo Ludovico Bragaglia (uno
dei padri del futurismo), incontrato nel ‘94 allo scoccare dei cento
anni di Carlo Ludovico, che gli ripeteva, quasi salmodiando: “Evviva
Maurizio è un futurista, Maurizio è futurista”. Tuttavia non poco hanno
influito sulla sua formazione i fatidici anni ’60 che, tra i tanti
messaggi e tendenze disseminate nel mondo, ci hanno regalato il pop e lo
sperimentalismo (e Galimberti è uno sperimentatore di colori e di
forme). Tanti gli stimoli le percezioni: dagli scherzi del Bruno Munari
ludico, agli scatti polaroid del raffinato romantico David Hamilton,
sempre ispirato alla Bellezza, per non parlare delle fantasie di
surreali composizioni di un altro inglese, il poliedrico David Hockney,
che qualche anno più tardi, anche lui si cimenta col gioiello di Edwin
Herbert Land.
Galimberti prima osserva, poi decodifica la realtà in
forme geometriche, e lo fa col suo estro ed emozione; un processo
artistico che diventa presto la sua metodologia espressiva.
Una
progressione di colori e sfumature sempre coerenti, di forme geometriche
che diventano struttura e ritmo dell’impianto artistico definitivo,
legato da strisce di adesivo bianco. “Il fascino dell’imperfezione sta
nel non poter prevedere al cento per cento il risultato delle tue
manipolazioni”.
Una ricerca visiva che ha dato i suoi frutti:
Maurizio Galimberti oggi è famoso in tutto il mondo e per le sue visioni
sperimentaliste è richiestissimo da personalità del cinema, della
televisione, della politica, dell’industria, che fanno a gara per avere
un suo ritratto.
Una produzione di immagini mai viste, a volte
surreali, che ci svelano quasi sempre una realtà diversa e molto spesso
nascosta, perché sempre mediata dall’artista.
Pio Meledandri per Museo della Fotografia Politecnico di Bari e F. Project Fiorito Foto Film.
Parcheggio libero del Politecnico Via Amendola, 132 ex Officine Scianatico.
Contatti:
3293174796 - 3207130805 -
080/5963415 - museofotografia@poliba.it
Politecnico di Bari - Via Amendola 126/B - Bari
Segnala:
Amalia Di Lanno