Opening 16 dicembre 2012
16 dicembre 2012 - 16 febbraio 2013
La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, domenica 16 dicembre 2012, l'ultima personale di Marinella Senatore dal titolo Rosas: The Trilogy.
16 dicembre 2012 - 16 febbraio 2013
La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, domenica 16 dicembre 2012, l'ultima personale di Marinella Senatore dal titolo Rosas: The Trilogy.
La mostra,
inserita in un ampio ciclo di presentazioni internazionali in spazi
pubblici e privati, è il culmine di un progetto volto alla creazione di
un’opera lirica in tre atti realizzata appositamente per lo schermo,
concepita dall'artista coinvolgendo nell'arco di oltre un anno un cast e
una troupe di oltre 20.000 partecipanti in tre paesi e prodotta da
differenti istituzioni internazionali: il Kunstlerhaus Bethanien di
Berlino, il Museo Quad di Derby e il Matadero di Madrid.
Perfect
Lives, il primo capitolo della trilogia operistica, ha visto la
compartecipazione di centinaia di persone, grazie alla collaborazione
con testate giornalistiche e stazioni radio locali e all’invito rivolto
alle scuole, all’orchestra dei lavoratori del BVG (autisti di mezzi
pubblici in pensione), ad attori e ballerini professionisti ed amateurs
nonché ad associazioni ed organizzazioni attive nei quartieri di
Kreuzberg e Neukölln. Ciascuno ha contribuito con il proprio bagaglio di
competenze sia durante la stesura del libretto che in fase di
produzione e di realizzazione del film.
Le strategie di
comunicazione e le metodologie applicate ad ogni capitolo si sono via
via modificate nel tempo ed in relazione al contesto. Quindi, per il
secondo atto The Attic, il coinvolgimento del pubblico ha svolto un
ruolo sempre più centrale, dal momento che ben 15.000 persone sono state
formate attraverso workshop gratuiti (musica per film, movimento
scenico, montaggio, sound, regia, scrittura, ecc.) tenuti da esperti,
insegnanti e tecnici specializzati della città di Derby, che hanno
permesso loro di assumere ruoli specifici nella creazione dell’opera. In
questa tappa come in quella successiva di Madrid, il processo è poi
andato avanti autonomamente attraverso la comunità così costituita.
L’artista, infatti, ha deciso di lasciare set e attrezzature a completa
disposizione di organizzazioni locali, cittadini singoli, gruppi di
teatro amateur, attivisti, film makers, associazioni, studenti,
insegnanti, artisti che ne hanno usufruito nelle settimane successive
alla lavorazione del film.
Infine in Spagna, con l’ultimo capitolo
della trilogia intitolato Public Opinion Descends Upon the
Demonstrators, è il processo stesso a costituire la mostra al Matadero,
offrendosi alla partecipazione del pubblico dalla scrittura della
sceneggiatura, al casting, ai workshop, ecc. Una dinamica socio-politica
alternativa è dunque adottata dalla comunità per un periodo di tempo in
cui l’artista si presenta come “attivatore” di processi collaborativi
grazie a memorie, esperienze e momenti d’incontro che diventano materia
da riscrivere a metà tra realtà e finzione. L’aggregazione è allora in
grado di costruire un modello sociale alternativo sulla base della
condivisione ed il reciproco scambio di competenze, avvenuto grazie a
nuove modalità didattiche attivate tra le risorse locali e facilitando
lo scambio attraverso i partecipanti nei diversi paesi attraverso una
partecipazione declinata in forme diverse: dall'emancipazione,
all'inclusione, alla condivisione e all'autoformazione.
In occasione
della mostra presso la Galleria Umberto Di Marino, nella prima stanza
un grande scaffale-archivio, che lascia intravedere alle sue spalle il
profilo di un'architettura urbana inglese tipica di Derby, contiene una
parte del materiale raccolto durante le fasi salienti della
realizzazione del lavoro, nonché disegni, sketch e testi che rielaborano
l’esperienza dal punto di vista personale dell’artista. La seconda
stanza accoglie invece due grandi tele su piedistalli lignei, a fare da
sfondo ai musicisti di una banda locale che, nel giorno dell'opening, si
esibiranno sulle note della colonna sonora del video. La terza stanza,
infine, sarà dedicata alla proiezione di Rosas, realizzata finora in
quattro lingue: tedesco, inglese, spagnolo e linguaggio dei segni
inglese (grazie alla collaborazione di circa 1000 persone non udenti
liberamente offertesi di dare il proprio contributo). Tuttavia, in
alcuni giorni concordati, riprendendo la volontà di apertura verso la
città ospitante, che ha caratterizzato anche le tappe precedenti del
progetto, per tutta la durata della mostra associazioni culturali e
giovanili, docenti universitari e dell’Accademia, artisti, film makers e
singoli cittadini si alterneranno nella stessa sala attrezzata per
l’occasione. L’esito atteso, infatti, è quello di allestire una
programmazione spontanea di presentazioni, performance, proiezioni, talk
e riunioni, offrendo un momento di confronto più ampio e partecipato,
rinegoziando ancora una volta la funzione di una piattaforma culturale
internazionale, aperta al contesto locale.
Per aderire all’iniziativa, contattare la galleria all’indirizzo: info@galleriaumbertodimari no.com
Segnala:
Amalia Di Lanno