Multipli
d'artista
Fondazione Marconi Arte Moderna e
Contemporanea
Via Tadino
15, 20124 Milano
T. 02
29419232 - F. 02 29417278
info@fondazionemarconi.org
www.fondazionemarconi.org
Inaugurazione: 29 novembre 2012 ore 18
Dal 30
novembre 2012 al 5 gennaio 2013
Da martedì a sabato: ore 10-13 e 15-19
Ingresso gratuito
Ufficio stampa: Cristina Pariset - tel.
02-4812584 - fax 02 4812486
Cell. 348-5109589 cristina.pariset@libero.it
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Creare forme d’arte è divino,
riprodurle è umano.
Man Ray
Multipli
d’artista
Inaugurazione: 29 novembre dalle 18
Giovedì 29 novembre la Fondazione Marconi ha il
piacere di ospitare nei suoi spazi lo Studio Marconi ’65 con la mostra Multipli d’artista.
Giorgio
Marconi racconta di essersi occupato di edizioni d’artista fin dall’inizio
della sua attività, a metà degli anni Sessanta. Quelli sono gli anni della Pop
Art quando il concetto di unicità dell’opera d’arte, già messo in discussione
precedentemente da Duchamp, Man Ray e i dadaisti, viene superato. Gli artisti
cominciano quindi a creare diverse edizioni moltiplicate per un crescente
interesse verso questo nuovo modo di fare arte, sia a livello culturale che
commerciale: si cerca di ampliare il pubblico dei collezionisti moltiplicando
l’oggetto e, di conseguenza, riducendone il prezzo.
Le edizioni
diventano allora una componente importante dell'espressione artistica
perché permettono numerose possibilità di sperimentazione di materiali e
l’invenzione di inedite soluzioni formali, ma soprattutto favoriscono una
maggior diffusione delle idee, in anni in cui il bisogno di comunicare è molto
forte.
La mostra,
allestita nei due spazi di via Tadino, alla Fondazione Marconi e allo Studio
Marconi ’65, documenta la trasformazione dello status dell’opera d’arte da
oggetto unico a molteplice attraverso multipli di artisti che hanno lavorato
con lo Studio Marconi. Sono esposte, tra le altre, le Cravatte (1967) realizzate in celluloide da Enrico Baj, nei cui
multipli emerge ancora più forte il suo interesse artigiano nei confronti della
materia, i suoi personaggi in plastica, la Maternità
(1974) in meccano e L’uovo di Saffo
(1999) una scatola di legno contenente un uovo di struzzo modificato e cinque
frammenti poetici di Saffo liberamente trascritti da Alda Merini. Poi diversi
multipli in legno di Mario Ceroli e Joe Tilson, i casellari e la Boite à malice (1980) di Lucio Del
Pezzo, edizioni di Richard Hamilton come Guggenheim
(1970), Cage (1972) di Bruno Di
Bello, Sistema (1976) di Gianfranco
Pardi, multipli in bronzo e in acciaio di Arnaldo Pomodoro. Ed ancora Louise
Nevelson, a proposito della quale Giorgio Marconi racconta di essere stato lui
a convincere l’artista americana a realizzare dei multipli perché lei non era
d’accordo (aveva paura del prezzo basso) ma nel 1973 realizzarono Night Blossom e due anni dopo Winter Chord entrambi tirati in 100
esemplari ed esposti in mostra.
Poi la rosa impacchetata (1968) di Christo,
multipli di Alik Cavaliere, di Hsiao Chin, i Papaveri (1988) di Gilardi, alcune serigrafie di Pistoletto, il
multiplo in bronzo Passaggi segreti
di Giuseppe Maraniello e il poema scritto a quattro mani e illustrato da Mimmo
Paladino e Nanni Balestrini, contenuto in una valigia.
Per Man Ray “un’opera unica nasce da un desiderio,
tutte le riproduzioni di un’originale invece da una necessità”. Infatti fu la
forte richiesta di mercato e soprattutto la non reperibilità pratica delle sue
opere a spingere l’artista a realizzare copie dei suoi oggetti unici: in mostra
Indestructible Object e Indicateur, quegli oggetti che come scrisse
l’artista stesso: “erano pensati per divertire, disorientare, infastidire, o
far riflettere, e non per destare ammirazione”.
Dice Giorgio Marconi: “in questo momento di crisi
economica il multiplo per il suo prezzo accessibile favorisce il collezionismo,
senza spaventarlo come i prezzi milionari degli artisti dell’alta finanza.
Quindi un’arte di qualità e accessibile”.
Segnala:
Amalia Di Lanno