La
personale presenta cinque nuovi lavori di grande formato e una ventina
di opere inedite su carta. Il percorso espositivo comprende, tra le
altre, opere come il Red Carpet, gli enigmi di una Villa dei Misteri e
Terra di nessuno.
comunicato stampa
Per la sua terza personale alla Galleria Alfonso Artiaco, Giulio
Paolini presenta cinque nuovi lavori di grande formato e una ventina di
opere inedite su carta.
Il percorso espositivo si apre con Red Carpet, annunciato con uno
studio sull’invito alla mostra. Se il titolo richiama l’uniforme
superficie rossa del simbolico tappeto predisposto per gli ospiti
d’onore e le passerelle illustri, l’opera allestita al suolo propone, al
contrario, una frastagliata chiazza color sangue che evoca un incidente
fatale (l’immagine virata in rosso riprende la macchia d’inchiostro
della Sainte Vierge II di Francis Picabia). Al centro, i calchi in gesso
di due piedi, collocati in posizione soprelevata su una piccola teca di
plexiglas, evocano, nella loro bianca e candida levigatezza, una
presenza appena accennata, una figura ipotetica, in netto contrasto con
la dimensione tragica della macchia al suolo. Tra i due livelli –
dichiara l’artista – lo sguardo misura “la distanza tra una concezione
dell’esserci e la sua impossibilità”.
La seconda stanza ospita gli enigmi di una “Villa dei Misteri”,
titolo mutuato dalla nota dimora romana nell’area archeologica di
Pompei. Nell’opera principale, Villa dei Misteri, le immagini degli
ambienti vuoti della galleria medesima si scompongono e ricompongono in
un labirinto circolare, mentre l’elemento centrale dell’assieme propone
un disegno di stanze in prospettiva, in fuga verso un riquadro cieco.
Gli Studi per “Villa dei Misteri” propongono atmosfere surreali,
basate sull’accostamento incongruo di elementi iconografici di origine
diversa (motivi distintivi del repertorio dell’artista – pianeti, figure
mitologiche, soggetti scultorei – ambientati in seducenti spazi di
interni).
Nella terza stanza, Senza più titolo mette in scena, sopra una base
nera, un assieme di disegni (studi, progetti), trattenuti da una lastra
di plexiglas scuro e sormontati al centro da una teca, anch’essa di
plexiglas brunito, che racchiude un piccolo calco in bronzo della figura
di un carabiniere, in posa su un foglio bianco. La presenza emblematica
della figura istituzionale vigila su qualcosa di invisibile e ignoto,
che si annuncia però in codice tra le righe dei tracciati in libera
sovrapposizione riuniti sopra la base.
Diverse opere su carta suggeriscono altre prospettive che invitano
lo sguardo a inoltrarsi nella ricerca di un’immagine incognita.
La quarta stanza è dedicata a Promenade, che allinea in successione
dodici momenti di un medesimo soggetto – il profilo di un basamento –
associato a elementi iconografici mutevoli e ambientato su un cielo di
volta in volta cangiante.
La quinta e ultima stanza accoglie Terra di nessuno: su un
cavalletto una teca racchiude una veduta aerea del Vesuvio, con alcuni
frammenti di immagini sparsi in prossimità del cratere, come fossero
inghiottiti o espulsi dal vulcano. Sulla parete dietro il cavalletto,
dei riquadri trapezoidali delineati a matita moltiplicano il profilo
della teca, come ad amplificare la deflagrazione generata dal vuoto di
quella voragine.
Inaugurazione venerdì 7 febbraio 2014 alle ore 19
Galleria Alfonso Artiaco
Palazzo De Sangro - Piazzetta Nilo n° 7 cap 80134 Napoli
Lunedì - Sabato ore 10-20
Giulio Paolini
dal 7/2/2014 al 9/3/2014
lun-sab 10-20
segnala:
amalia di Lanno