9 marzo – 28 settembre 2014
Mark Manders apre la sua pubblicazione Reference Book
del 2012 con questa nota per il lettore: “… I will continue to work on
this self-portrait, because that’s what it really is, and you are
invited to trace it as long as you are alive”.
Oggetti
trovati, ri-costruiti o meglio reinventati si affiancano a manufatti
creati dall’artista in composizioni che, caleidoscopicamente, continuano
a presentarsi in sempre nuove costellazioni organiche creando ulteriori
interazioni tra la vita e gli oggetti, come pagine di un diario di un
personalissimo percorso artistico.
Sculture e oggetti sedimentano
per lunghi periodi, talvolta anni, nel suo studio e sono assoggettati a
incessanti modifiche e cambiamenti nell’arco del tempo in un lungo
processo di gestazione che si conclude nel momento in cui vengono
inscritti nello spazio destinato alla loro installazione.
Si può allora parlare di opere aperte sia in senso temporale sia semiologico.
In coerenza con il concetto di percorso in fieri
è la scelta elettiva di un materiale come l’argilla che Manders impiega
nei suoi manufatti sia come calco per sviluppi successivi con altri
materiali (le resine epossidiche, le fusioni) sia come materia prima con
cui realizza figure umane e animali, fratturate o di sfilacciata
incompletezza.
L’argilla è materiale duttile, plasmabile e mobile per eccellenza.
Per Manders l’arte ci consente di esperire la nuda forma di questi
oggetti che fungono da catalizzatori di sogni e ricordi e sono capaci di
generare una comprensione del mondo non solo per l’artista, ma per lo
stesso spettatore.
Da qui la sua definizione di
“autoritratto come architettura” che si inscrive in un progetto
concettuale senza soluzione di continuità. Il suo primo lavoro del 1986,
Self-Portrait as a Building, ha già in sé tutti gli aspetti
centrali della sua ricerca: la trasformazione dell’esistenza dell’opera e
il suo sviluppo biografico in spazi della memoria.
Cose in corso
è il titolo che l’artista ha dato al progetto realizzato per la
Collezione Maramotti, sottolineando in questo modo la continuità con le
premesse del suo lavoro creativo.
La mise-en-scène di questa
grande installazione impiega oggetti già presenti in altri lavori (la
vasca da bagno, le sedie, il corpo incompiuto che si distende sull’asse
lignea poggiata alla sedia), ma che sono qui contestualizzati in modo
nuovo. L’installazione è collocata su un pavimento costituito da
mattonelle in ferro che crea un ambiente virtuale inscritto nello spazio
espositivo. Il risultato è la creazione di una rappresentazione
teatrale che, come viene indicato dallo stesso Manders, contiene una
“conceptual potential narrative in a total frozen theatre”. Un elemento
nuovo è inoltre l’uso del colore puro che definisce alcuni oggetti
presenti nell’opera a sottolineare la possibilità di un gesto fortemente
pittorico in una dimensione sculturale.
Il progetto Cose in corso
si accompagna a un libro d’artista totalmente ideato e realizzato dallo
stesso Manders ed edito da Roma Publications, casa editrice
indipendente fondata
dall’artista.
Private view ad invito: 8 marzo 2014 ore 18.00, alla presenza dell’artista.
9 marzo – 28 settembre 2014
La mostra, ad ingresso libero, è visitabile negli orari di apertura della collezione permanente.
Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
Sabato e domenica 10.30 – 18.30
Chiuso: 25 aprile, 1° maggio, dall’1 al 25 agosto
fonte:
segnala:
amalia di Lanno