Le
installazioni di Meireles mettono in discussione e spesso rovesciano le
idee precostituite e i luoghi comuni. La sua arte propone sfide
percettive e concettuali attraverso il meccanismo della
giustapposizione, dell'accumulazione e della metafora per giungere a una
completa sovversione poetica.
comunicato stampa
A cura di Vicente Todolí
Pirelli HangarBicocca presenta dal 27 marzo al 13 luglio 2014 Cildo
Meireles, Installations, la prima mostra in Italia dedicata a uno dei
più importanti artisti del panorama internazionale. Curata da Vicente
Todolí, la retrospettiva comprende grandi installazioni prodotte dal
1970 a oggi, in cui il pubblico sarà fisicamente ed emotivamente
coinvolto.
“La mostra in HangarBicocca – spiega Vicente Todolí – permette di
conoscere in maniera approfondita l’aspetto fisico, sensoriale e poetico
delle opere di Cildo Meireles, che mettono in discussione e spesso
rovesciano le idee precostituite e i luoghi comuni. La sua arte propone
sfide percettive e concettuali attraverso il meccanismo della
giustapposizione, dell’accumulazione e della metafora per giungere a una
completa sovversione poetica. L’artista utilizza l’elemento della
seduzione per attrarre il visitatore all’interno delle installazioni
come in una tela di ragno. E con una significativa capacità ironica e
critica offre la possibilità di sperimentare nuovi pensieri e
comportamenti”.
Il percorso all’interno di Pirelli HangarBicocca si snoda attraverso
dodici opere, installazioni di grandissime dimensioni oppure sculture
in scala microscopica, che coinvolgono interamente le capacità di
percezione del pubblico. Parzialmente coprodotta con il Museo Nacional
Centro de Arte Reina Sofía (Madrid, Spagna) e con il Museu de Arte
Contemporânea de Serralves (Porto, Portogallo), la personale di Cildo
Meireles rappresenta un’occasione unica per confrontarsi con lo sguardo
lirico di questo straordinario conoscitore dei linguaggi artistici,
capace di restituire una visione del mondo eterogenea e mai scontata.
E’ la minuscola scultura Cruzeiro do Sul (1969-1970) che,
provocatoriamente, apre la mostra, in contrasto con il grande spazio e
in dialogo con le altre imponenti installazioni: l’opera è un cubo di 9
millimetri in legno di pino e quercia, gli alberi sacri degli indigeni
d’America.
Através (1983-1989), un’opera tra le più monumentali e complesse,
consiste in una grande installazione in cui i visitatori si trovano a
camminare su un pavimento di vetri rotti, incontrando nel percorso
barriere, recinzioni, sbarre e tralicci. Il rumore prodotto dai passi e
le limitazioni visibili rinviano alla possibilità di spezzare queste e
altre barriere. Come ha chiarito l’artista in occasione della
retrospettiva alla Tate Modern di Londra nel 2008: “Stai rompendo
metaforicamente ogni pezzo di detrito, ogni proibizione e ostacolo. Il
vetro infranto crea una metafora continua per lo sguardo che riesce ad
attraversare tutto” (Cildo Meireles, cat. Tate Modern, Londra, 2008).
Anche Entrevendo (1979-1994) costituisce un tentativo di esplorare
la percezione umana nella sua totalità. Il visitatore è invitato a
entrare in una struttura di oltre otto metri a forma di imbuto alla cui
estremità è collocato un ventilatore di aria calda. All’ingresso gli
vengono offerti due cubetti di ghiaccio da mettere in bocca, uno dal
sapore salato e l’altro dolce. Mentre ci si avvicina alla fonte di aria
calda, il ghiaccio si scioglie dando concretezza al fenomeno della
sinestesia: la medesima stimolazione sensoriale viene dunque percepita
come una duplice esperienza, creando straniamento.
La poetica sovversiva di Cildo Meireles ritorna in Babel (2001),
un’altissima torre di radio accese su canali diversi a formare un
ambiente visivo e sonoro fortemente evocativo. L’opera ha richiesto
undici anni di disegni preparatori prima di essere prodotta ed esposta
nel 2001 a Helsinki.
Cinza (1984-1986) è creata da un pavimento di pezzi di gesso e di
carbone disposti in due stanze differenti che la presenza del pubblico
tende a mischiare tra loro, mentre Eureka/Blindhotland (1970-1975) mette
in discussione la normale percezione visiva invitando lo spettatore a
sperimentare il peso reale di 201 palle di gomma apparentemente
identiche.
Abajur (1997-2010), tra i lavori più recenti dell’artista, è formato
da un lightbox cilindrico in movimento con immagini di un veliero
coloniale in mezzo al mare mentre il suono di gabbiani in volo aleggia
nello spazio. Allo sguardo dello spettatore si svela, in un secondo
momento, il meccanismo che fa muovere l’opera, costituito da alcune
persone che azionano una dinamo che a sua volta ne fa roteare il perno
centrale.
L’icona della distesa d’acqua come spazio senza confini viene
proposta anche in Marlulho (1991-1997) che consiste nella riproduzione
di un lungo pontile di legno che sovrasta un tappeto di 17 mila libri
con immagini del mare. Per attirare l’attenzione dello spettatore, voci
diverse ripetono la parola “acqua” in varie lingue.
Un mare di ossa (tre tonnellate), di banconote americane (6 mila) e
di candele (7 mila) formano invece l’opera Olvido (1987-1989) esposta
per la prima volta all’interno della project room del MoMA di New York
nel 1990. La tradizionale tenda dei nativi dell’America settentrionale,
ricoperta di denaro, si staglia in mezzo all’enorme quantità di ossa
bovine che emanano un odore pungente.
All’interno del percorso espositivo, altre tre opere risultano
importanti per l’artista. Para Pedro (1984-1993), dedicato al figlio
dell’artista, è costituita da due pareti oblique che si restringono fino
all’estremità dove sei televisori proiettano un’immagine indistinta e
grigia. Amerikka (1991-2013) gioca sulla contrapposizione tra un
pavimento di 25 mila uova di legno e un soffitto sovrastante di 55 mila
proiettili. Atlas (2007) è un omaggio al lavoro Base del Mondo di Piero
Manzoni, e consiste in una fotografia contenuta in una light box che
ritrae Meireles durante una performance in Danimarca (2007).
L’artista
Conosciuto per essere uno dei pionieri del movimento internazionale
dell’arte concettuale, Cildo Meireles (Rio de Janeiro, 1948) ha con il
tempo superato i limiti di qualsiasi tendenza artistica. Sperimentando
strategie di pensiero e tecniche differenti, utilizza nelle sue sculture
e installazioni un’ampia varietà di oggetti e materiali scelti per il
loro significato simbolico. Esplora la percezione umana nella sua
totalità, affrontando temi universali anche drammatici come la
dittatura, il colonialismo, la globalizzazione e la repressione dei
diritti umani. Sono diventate celebri le incursioni artistiche degli
anni Settanta vissute in quegli anni come un vero e proprio sistema di
controinformazione in Brasile: sul vetro delle bottiglie vuote di
Coca-Cola, destinate poi a essere riempite e messe in vendita, venivano
per esempio stampigliati con vernice bianca messaggi critici nei
confronti della dittatura militare. Analoghe scritte erano impresse con
un sistema di timbri sulle banconote in circolazione. Cildo Meireles è
stato uno dei primi artisti brasiliani a partecipare a una mostra al
MoMA di New York (1990) e il primo in assoluto ad avere avuto una mostra
personale alla Tate Modern di Londra (2008). Annovera diverse
partecipazioni nelle più importanti rassegne come Documenta a Kassel
(2002) e la Biennale di Venezia (2009).
Il programma espositivo di Pirelli HangarBicocca
L’esposizione Cildo Meireles, Installations si colloca all’interno
del programma di mostre firmato da Vicente Todolí insieme ad Andrea
Lissoni. Il progetto espositivo è presentato in concomitanza con la
mostra personale di Micol Assaël allestita nello spazio espositivo dello
“Shed” fino al 4 maggio 2014. Il calendario di Pirelli HangarBicocca
proseguirà con le mostre di Pedro Paiva e João Maria Gusmão (giugno
2014), Joan Jonas (settembre 2014), Céline Condorelli (ottobre 2014),
Juan Muñoz (febbraio 2015) e Damián Ortega (marzo 2015).
Pirelli HangarBicocca
HangarBicocca, lo spazio per l’arte contemporanea di Pirelli, è il
naturale proseguimento di una lunga tradizione di attenzione verso la
cultura, la ricerca e l’innovazione che accompagna l’azienda fin dalla
sua fondazione avvenuta oltre 140 anni fa. Grazie all’impegno di
Pirelli, HangarBicocca rende accessibile al pubblico una programmazione
di alto livello e una serie di attività per ragazzi e famiglie, ed è
diventato ormai un punto di riferimento per la Grande Milano e per il
pubblico internazionale. Nell’ultimo anno HangarBicocca ha accolto oltre
200.000 persone, coinvolgendo 2.000 studenti delle scuole di ogni
ordine e grado e più di 4.300 bambini e ragazzi.
Ufficio Stampa
Angiola Maria Gili tel. 3356413100 angiola.gili.ex@hangarbicocca.org
Stefano Zicchieri tel.3346160366 stefano.zicchieri@hangarbicocca.org
Conferenza stampa mercoledì 26 marzo 2014, ore 11,30
Inaugurazione ore 19.00
HangarBicocca
via Chiese 2 Milano
Orari: Giovedì – Domenica dalle 11.00 alle 23.00
Ingresso Gratuito
fonte: www.undo.net
segnala:
amalia di Lanno