AGOSTINO BONALUMI
a cura di Alberto Fiz e Fabrizio Bonalumi
Museo MARCA, Catanzaro
22 febbraio-31 maggio 2014
Inaugurazione, sabato 22 febbraio ore 18,30
Museo MARCA, Catanzaro
22 febbraio-31 maggio 2014
Inaugurazione, sabato 22 febbraio ore 18,30
Dopo il successo di Bookhouse. La Forma del Libro, il museo MARCA di
Catanzaro presenta la prima personale di Agostino Bonalumi in uno spazio
pubblico dopo la sua scomparsa avvenuta il 18 settembre 2013 all’età di
78 anni.
La mostra, organizzata dalla Provincia di Catanzaro in collaborazione
con l’Archivio Bonalumi, s’inaugura il 22 febbraio per rimanere aperta
sino al 31 maggio.
Curata dal direttore artistico del MARCA Alberto Fiz insieme al figlio
dell’artista Fabrizio Bonalumi, comprende una selezione particolarmente
accurata di 40 opere di grandi dimensioni che spaziano dalle prime
esperienze nell’ambito dell’informale, per giungere all’indagine
dell’ultimo decennio. I lavori provengono da importanti istituzioni
pubbliche e private tra cui il Mart di Rovereto e l’Archivio Bonalumi a
cui si aggiungono i contributi di molti collezionisti, da Torino a
Reggio Calabria, oltreché della galleria Niccoli di Parma.
“E’ con particolare soddisfazione che il MARCA corona la sua attività
realizzando un omaggio ad Agostino Bonalumi, tra i maggiori protagonisti
della scena artistica contemporanea che, insieme a Fontana, Manzoni e
Castellani, ha saputo modificare radicalmente il linguaggio”, afferma
Wanda Ferro, Commissario Straordinario della Provincia di Catanzaro.
La rassegna si configura come un’occasione particolarmente significativa
per riflettere sul percorso artistico di Bonalumi in un tracciato che
prende le mosse dalle sperimentazioni in ambito informale (a questo
proposito è fondamentale Senza titolo del 1958, un lavoro con rami e
cemento su tavola mai esposto in precedenza) per passare alla prima
estroflessione, Nero del 1959 che segna un passaggio decisivo verso una
ricerca che non si pone più come rappresentazione, bensì come tensione
di ricerca costante verso una rinnovata logica processuale.
Come ribadisce Alberto Fiz “Agostino Bonalumi è una figura centrale
nell’arte del secondo dopoguerra ed è particolarmente importante
riflettere sul significato della sua indagine al di là di ogni
classificazione. Le sue opere ribaltano il rapporto con il mondo
visibile diventando visioni esse stesse. La realtà non è più esterna ma
diventa parte integrante dell’immagine che ne possiede l’essenza.”
Bonalumi, insieme a Piero Manzoni e Enrico Castellani (la loro prima
esposizione risale al 1958), ha imposto la Pittura-Oggetto, in base alla
felice definizione di Gillo Dorfles, come segno linguistico di
riferimento in netta opposizione alle ricerche precedenti.
Pur avendo una posizione di primo piano nell’ambito dello spazialismo,
Bonalumi è un artista eterodosso che non ha mai fatto della sua ricerca
un dogma, trovando sempre una via di fuga rispetto a quelli che potevano
sembrare i limiti naturali di un’indagine connotata dagli elementi
geometrici. “Ciò che conta per lui”, spiega Alberto Fiz, “è l’estensione
dell’oggetto nello spazio ottenuto attraverso il connubio tra un
impianto pittorico che diventa tridimensionale e un’immagine plastica
che si pone come trasgressione nei confronti della bidimensionalità.
Bonalumi ha costruito la sua indagine sulle zone d’incertezza, sulla
complessità e sul dubbio, intesi come elementi necessari per sfidare i
limiti”.
La mostra analizza l’evoluzione dialettica che caratterizza il percorso
di Bonalumi sempre teso verso l’affermazione di soluzioni rigorose e mai
ripetitive evitando che lo stile, inteso come cliché, possa prendere il
sopravvento. “Da qui”, scrive l’artista, “la drammaticità dell’arte, la
pena del dubbio, che non cessa col risolversi della ricerca nella
forma.”
L’intero percorso viene proposto attraverso una scansione per decenni
che giunge sino al 2009 in una mostra che analizza “il vero e proprio
alfabeto bonalumiano”, secondo le parole di Gillo Dorfles, che ebbe
l’occasione di occuparsi per la prima volta della sua ricerca nel 1958
in occasione di una mostra alla galleria Schwarz di Milano. Nell’ambito
di una rassegna così concepita, sono molte le occasioni per ammirare
opere molto rare come Bianco del 1969, la grande installazione di nove
metri, divisa in 13 pannelli. Si tratta di un lavoro realizzato per la
mostra alla Galleria del Naviglio di Milano organizzata quell’anno e da
allora mai più esposta. Sempre nel 1969 la Galleria del Naviglio ha
presentato un’altra opera in mostra di particolare significato, Rosso,
scultura in vetroresina e smalto di quasi due metri che non è mai più
apparsa in pubblico.
Tra le opere storiche, va ricordata anche Rosso del 1967 (240x200
centimetri) presentata alla Biennale di Venezia del 1970 nell’ambito
della sala personale dedicata a Bonalumi. Anche quest’opera non è mai
più stata presentata al pubblico. E, a proposito della Biennale, la
mostra fa riferimento anche alla prima partecipazione dell’artista alla
kermesse veneziana nel 1966. A ricordare questo evento viene esposto
Bianco del 1966, un’opera con due tondi che s’incrociano presentata per
la prima volta in quell’occasione e immortalata da una celebre immagine
fotografica di Ugo Mulas che ritrae Bonalumi dietro a quel quadro.
Tra le tante testimonianze emblematiche della rassegna, viene proposto
Rosso e nero, un capolavoro del 1968 proveniente dalla collezione
Vaf-Stiftung e diventato per molti mesi una delle maggiori attrattive
della mostra La magnifica ossessione proposta al Mart di Rovereto. La
caratteristica specifica di questa grande opera di due metri e mezzo di
altezza è l’uso del ciré, un materiale elastico, traslucido con un
effetto quasi pop che Bonalumi aveva scoperto in America nel 1967. E’,
poi, dal 1973, quando è stata presentata a Volterra, che non si ha più
la possibilità di ammirare Blu del 1968 in legno e vetroresina di tre
metri d’altezza che sperimenta la relazione tra pittura e scultura.
La rassegna, poi, è l’occasione per apprezzare anche la produzione più
recente di Bonalumi con opere mai viste prima d’ora come Rapporti, la
scultura in vetroresina, cristallo e marmo del 1981-2001 o Rosso del
1990. Anche negli ultimi anni della sua attività l’artista ha realizzato
opere di assoluto rilievo in grado di sintetizzare l’intero arco della
sua ricerca. In questo senso appaiono emblematiche due opere inedite del
2009, Nero e Bianco. Quest’ultimo è un grande trittico di quasi quattro
metri dall’impatto monumentale.
La mostra è accompagnata da un ampio catalogo in italiano e inglese
edito da Silvana Editoriale con una selezione degli scritti di Agostino
Bonalumi dagli anni settanta sino a oggi raccolti per la prima volta in
maniera organica. Accanto ad un saggio di Alberto Fiz e alla
riproposizione di uno storico testo di Gillo Dorfles risalente al 1973,
viene pubblicata un’intervista con Fabrizio Bonalumi.
Nota biografica
Agostino Bonalumi nasce il 10 luglio 1935 a Vimercate, Milano.
Compie studi di disegno tecnico e meccanico. Pittore autodidatta, inizia
a esporre giovanissimo. Nel 1958 nasce il gruppo Bonalumi Castellani e
Manzoni con una mostra alla Galleria Pater di Milano, alla quale
seguiranno altre mostre a Roma, Milano e Losanna. Nel 1961 alla Galleria
Kasper di Losanna è tra i fondatori del gruppo “Nuova Scuola Europea”.
Arturo Schwarz acquista sue opere e nel 1965 presenta una mostra
personale di Bonalumi nella sua galleria di Milano, con presentazione in
catalogo di Gillo Dorfles. Nel 1966 inizia un lungo periodo di
collaborazione con la Galleria del Naviglio di Milano che lo
rappresenterà in esclusiva, pubblicando nel 1973, per le Edizioni del
Naviglio, un’ampia monografia a cura di Gillo Dorfles. Nel 1966 è
invitato alla Biennale di Venezia con un gruppo di opere, e nel 1970 con
una sala personale.
Segue un periodo di studi e di lavoro nei paesi dell’Africa mediterranea
e negli Stati Uniti dove si presenterà con una personale alla galleria
Bonino di New York. Nel 1967 è invitato alla Biennale di Sao Paulo e
nel 1968 alla Biennale dei Giovani di Parigi.
Nel 1980 a cura della Regione Lombardia è allestita , a Palazzo Te di
Mantova, un’ampia rassegna che illustra l’intero arco della sua opera.
Nel 2002 l’Accademia Nazionale di San Luca di Roma celebra con una
personale il conferimento ad Agostino Bonalumi del Premio Presidente
della Repubblica 2001 alla carriera. Nel 2003 l’Institut Matildenhöhe di
Darmstadt presenta la mostra Agostino Bonalumi- malerei in der dritten
dimension.
Ha realizzato opere di pittura-ambientale quali, nel 1967, “Blu
Abitabile” per la mostra Lo spazio dell’Immagine, a Foligno; nel 1968
“Grande Nero”, per una mostra personale al Museum am Ostwall di
Dortmund; nel 1979, nell’ambito della mostra Pittura Ambiente a Palazzo
Reale di Milano l’opera “Dal giallo al bianco e dal bianco al giallo”,
dove l’ambiente considerato attività dell’uomo, è analizzato come
attività primaria e cioè psicologica, come anche in “Ambiente Bianco -
Spazio trattenuto e spazio invaso”, realizzato nel 2002 per la
Fondazione Guggenheim di Venezia.
Si è occupato di scenografia realizzando nel 1970 per il Teatro Romano
di Verona scene e costumi per il balletto “Partita”, musica di Goffredo
Petrassi, coreografia di Susanna Egri; e nel 1972 per il Teatro
dell’Opera di Roma le scene e i costumi di “Rot”, musica di Domenico
Guaccero, coreografia di Amedeo Amodio.
Nonostante una malattia con cui ha convissuto per lungo tempo, Bonalumi,
ha lavorato con assiduità sviluppando la sua ricerca fino agli esiti
degli ultimi anni portando anche a compimento la realizzazione di un
ciclo di sculture in bronzo progettate alla fine degli anni sessanta.
Bruxelles, Mosca, New York, Singapore sono alcune delle capitali
mondiali che ospitano sue personali nell’ultimo periodo di attività.
Nell’estate del 2013 collabora con entusiasmo alla realizzazione di una
sua importante mostra a Londra di cui non arriverà a vederne l’apertura.
Agostino Bonalumi muore a Monza il 18 settembre 2013.
Agostino Bonalumi
Catanzaro, MARCA
a cura di Alberto Fiz e Fabrizio Bonalumi
22 febbraio- 31 maggio 2014
Catalogo Silvana Editoriale
Mostra organizzata dalla Provincia di Catanzaro.
Inaugurazione: sabato 22 febbraio ore 18,30
MARCA
Catanzaro
Via Alessandro Turco 63
da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30;
chiuso lunedì Ingresso: 3 euro; tel. 0961.7467970961.746797
info@museomarca.com
www.museomarca.info
Uffici stampa:
Studio ESSECI – Sergio Campagnolo tel. 049.663499049.663499 info@studioesseci.net
Ufficio Mostre-Settore Cultura Provincia di Catanzaro tel. 0961.84721-0961.84724
segnala:
amalia di Lanno