Tre possibili mondi
migrano riducendo
distanze
mostra
collettiva di
Angioletta
De Nitto, Irene Petrafesa, Arianna Spizzico
a
cura di Giuliana Schiavone
dal
24 gennaio al 24 febbraio 2013
Opening: giovedi 24 Gennaio ore 19.00
MoMò
- Corso Vittorio Emanuele, 79 - Bari
Si
inaugura giovedì 24 gennaio 2013 “Tre possibili mondi migrano riducendo
distanze”, collettiva di arte contemporanea delle artiste Angioletta De Nitto, Irene Petrafesa e Arianna
Spizzico a cura di Giuliana
Schiavone. La mostra è promossa e ospitata dal MoMò, nuova e dinamica realtà aggregativa ubicata in Corso Vittorio
Emanuele 79 a Bari e sarà visitabile sino al 24 febbraio.
Scrutato
dall’arte, ogni mondo è perfetto, indagato o immaginato dalla sensibilità
dell’autore, e pertanto, reso possibile
dalla sua stessa poetica. Attraverso il linguaggio creativo, nascono dimensioni
in apparenza estranee, che si materializzano in occasione di questa collettiva,
tutta femminile, in un piccolo e atipico territorio di sperimentazione espositiva,
situato nel centro cittadino, un luogo di passaggio e di ritrovo, che apre
ancora una volta i battenti alle contaminazioni con l’arte, col proposito di promuovere
un’osmosi comunicativa tra arte e vita collettiva. A questa idea si raccorda il
titolo della mostra, che si manifesta nella forma di un interrogativo sulla giusta distanza che consente a mondi reali
e ideali di stare assieme, ognuno sulla propria orbita, o di accostarsi, in una
migrazione che ne mantenga intatta l’alterità.
I
tre mondi sono quelli delle artiste pugliesi, De Nitto, Petrafesa, Spizzico, instancabili narratrici
dell’arte, che attraverso il proprio personalissimo linguaggio, fanno
costantemente esperienza della distanza, qui intesa non come
distacco, separazione, assenza di qualcosa
o qualcuno ma come intervallo perfetto che consente a
microcosmi identitari di accostarsi, sfiorarsi senza collimare, coesistere ognuno
con la propria e unica densità psichica. A pensarci bene, la distanza è
pura condizione che consente l’esercizio della propria libertà esistenziale.
Nella
pittura di Arianna, la traccia del passaggio, della propria presenza fisica e
spirituale nel mondo avviene ora attraverso la casuale scoperta di un’ombra
raccolta dal suolo roccioso durante un viaggio di ritorno, ora
nell’assemblaggio di elementi materici, rubati amorevolmente al mito e alla
vita che scorre e che è già in un altrove temporale, perché siamo sempre
un passo aldilà del tempo del gesto, dello sguardo. La ritroviamo, inoltre, nel
percorso di Irene, nella lenta migrazione di parole che appaiono come ricamo
all’interno del velo pittorico color del mare, e nelle evocative ed essenziali
stesure tonali, in quelle abrasioni dello strato superficiale, che suggeriscono
universi reconditi che inglobano il dato reale, trasformandolo in una simbolica
quanto istintiva visione dell’essenza. La densità dei rossi, feritoie profonde
sull’animo, arriva a ricordarci che malgrado sia arduo ricucire, o eliminare
strappi esistenziali, è tuttavia possibile addentrarsi in essi, lasciarsi
guidare dalla stessa contingenza, esplorarla sino a sospenderla, sino a riscoprirsi
pulsazione archetipica universale. E infine, ecco uno dei possibili mondi di Angioletta:
un baluginio di organismi marini solitari, pazientemente ricreati nelle
profondità amniotiche dell’ambiente acquatico, che emergono dal buio intenso e
ovattato del fondale, ottenuto per velature successive, e in cui la
rappresentazione del dettaglio reale, pur essendo una cifra stilistica
fondamentale, conserva del realismo solo la nitida estetica formale, senza
condurre a una spersonalizzazione emotiva dei lavori, che risultano invece
pervasi dal calore del passato, di quella paziente dedizione al processo
tradizionale del lavoro pittorico.
L’artista
non è mai completamente al di là dalle proprie opere, mondi possibili e in
fieri, ciascuno con la propria storia individuale. Sempre immerso nel mentre creativo, egli può talvolta apparire
lontano dal mondo, ma non è mai troppo oltre o distante per comprenderlo
e rigenerarlo in segni cromatici, materici o lineari. Semplicemente è alla
giusta distanza, in armonia col suo punto di osservazione, intento a narrare
l’anima del reale. E forse, saranno i lavori di Irene, Arianna, e Angioletta a
suggerirci che persino il silenzio che s’interpone tra le nostre parole e il
pensiero, in quell’attimo che accade poco prima di dire, o che anche
quell’esitazione del respiro, simile ad apnea dell’animo, è espressione della
medesima, vitale distanza, che abita “tra la linfa profonda e la corteccia, tra
la foglia e la radice”, descritta nei versi di José Saramago, e che proprio nel
rischio della solitudine, consente all’albero di essere ciò che è.
INFO
Tre possibili mondi migrano riducendo
distanze
mostra collettiva di arte contemporanea
con
opere di: Angioletta De Nitto, Irene Petrafesa, Arianna Spizzico
a
cura di: Giuliana Schiavone
location:
Momò - Corso Vittorio Emanuele, 79 - Bari
opening:
giovedì 24 gennaio 2013 ore 19.00
date: dal
24 gennaio al 24 febbraio 2013 - tutti i giorni dalle ore 19.00 alle 24.00
info: 080 207 1988
Si ringrazia la galleria d’arte Formaquattro di Bari per la gentile collaborazione.
Segnala:
Amalia di Lanno