Mostra d'arte contemporanea
disegni e fotografie di Patrizia Ricco
a cura di Luigi Dello Russo
Vernissage 2 Febbraio, ore 19,00
con intervento polifonico degli En Sabir
Il secolo scorso, “secolo breve” a detta del grande storico Eric J. Hobsbawm , insieme alle violenze
connesse alle dittature di massa, è stato il momento della nascita di
nuove forme espressive e creative come la danza moderna, il cinema e la
fotografia. Quest'ultima si è imposta in Italia con un certo ritardo per
la persistenza della cultura crociana, impregnata di idealismo e
proprio perciò contraria alle nuove tecnologie. È stata una lacuna che
ci ha distanziato di molto da quella internazionale... ora il salto è
fatto! Le nuove generazioni sono interessate e soprattutto operative
nelle ricerca tecnica e formale di questa nuova espressione d'arte.
Patrizia Ricco ne è un'esponente colta: produce infatti polisemantici
testi iconici. La sua poetica, già allusivamente esplicitata
nell'ossimoro della titolazione, “Nero celeste”, si manifesta nell'uso
di una “retorica”, che perde il significato dispregiativo di uso
corrente, recuperando invece quello originario di espressività alta e
riccamente semantica. Per l'occasione ha esercitato tale estetica su un
manufatto specifico della cultura meridionale: la statua dell'
“Addolorata” della città di Bisceglie. Opera di alto valore
antropologico-religioso presente e dominante nei riti della settimana
santa. Creazione attribuita forse al grande scultore andriese Nicola
Antonio Brudaglio (ca. 1703 – dopo 1788 ), come anche quella dello
stesso artista sita nella cattedrale terlizzese, è opera d'arte
d'ascendenza spagnola ravvisabile nella gestualità delle mani e nel
pathos del volto.
La Ricco respinge a priori la scontata immaginetta
controriformistica, cui siamo abituati, sottopone invece l'icona ad uno
sguardo “altro” con interventi soggettivi quali leggere incisioni,
parziali dilavamenti, maculazioni ottiche, forzate prospettive ribassate
ma soprattutto con una mappatura parzializzata della statua, appunto la
figura retorica della sineddoche, per recuperare ex novo un messaggio
profondamente cristiano ed umano: la sofferenza per un figlio perduto.
Una per tutte: si osservi con partecipata emozione l'acuta spada confitta nel petto, che colpisce il suo cuore come il nostro.
Luigi Dello Russo
En Sabir
In lingua Sabir, l'antica lingua dei porti del Mediterraneo.
Incontro verbale di lingue romanze, mediterranee e frammenti
dialettali: italiano, veneziano, genovese, siciliano, occitano,
catalano, greco, arabo e turco.
En Sabir.
Crocevia di canti.
Polifonie atemporali, evocative di tradizioni estinte... Sonorità
terapeutiche, antiche ballate, viaggi vocali e poetici, capaci di creare
in un luogo storie, leggende e racconti... passati di bocca in bocca,
di secolo in secolo...
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Amalia di Lanno