Progetto economART di AMY D Arte Spazio
Via Lovanio 6, Milano
a cura di Anna d’Ambrosio
Opening 14 febbraio, ore 18.30
Dal 14/2 al 09/03 2013
Parlare di economia in arte oggi è per AMY D parlare di FALLING UP di Mattia Novello.
Per l’artista veneto l’“Arte del cadere” coincide con il “cadere all’insù”, originale proposta di un’arte in cui la caduta non sta nella verticalità del precipizio ma nel processo di ricerca della propria identità, del proprio spazio d’esistenza che evidenzia il tentativo di un’uguaglianza e ricerca di libertà tramite il processo di trasparenza e negazione della differenza.
Novello ci guida attraverso il processo di rarefazione verso la non definizione: steps in progress in balia della materia resina.
La dialettica tra pesantezza (nero) e leggerezza (trasparenza) attua questa valorizzazione della caduta nell’“Arte del cadere”… staccando l’ombra da terra.
Arte che denuncia inneggiando alla trasparenza e al superamento di stereotipi costrittivi e in apparenze che… tolgono ormai il respiro.
Nessun punto di fuga; nessuno scampo. Non resta che esplodere, come per gli ultimi lavori con il millebolle dal titolo “spressione”: esplosione_implosione.
Grazie alla sintassi degli opposti Mattia Novello crea un percorso di nuova rinascita che coincide con la dimensione di invisibilità in cui si fissa il suo concetto di uguaglianza.
Il suo incessante viaggio e sperimentazione continua per un’arte eclettica e spiazzante, un’inquietudine che segue l’impulso in un uso istintivo di tecniche e materiali sempre nuovi.
puntine _ dolore, dolore continuo
resina _ trasparenza e libertà
pluriball _ spressione
molla _ intoccabilità
La strettissima relazione tra l’analisi intimista e quella maggiormente sociale pongono l’opera di Mattia Novello all’interno della sperimentazione economART di AMY D Arte Spazio.
AMY D Arte Spazio
Via Lovanio 6 (MI)
www.amyd.it
info@amyd.it
+3902654872
+393480306211
MATTIA NOVELLO
Falling Up
c.s. di Gigliola Foschi
La Galleria AMY D Arte Spazio presenta Falling Up, mostra personale del giovane artista Mattia Novello. Il suo lavoro si configura come un percorso di crescita interiore, concepito non solo come un tentativo di ascesa verso vette di perfezione, ma anche come un difficile itinerario fra disorientamenti, inquietudini, tensioni. Il titolo stesso della mostra, Falling Up – “cadere all’insù” – lascia intendere che le sue opere fanno precipitare verso il basso, verso aree dove la ragione concettuale perde le sue certezze, ma al contempo spingono a innalzarsi fino a sommità ideali. Si propongono come un precipitato di paradossi visivi e tensioni dialettiche protese verso una rinascita. Composta da installazioni, sculture e fotografie, la sua ricerca ha una dimensione partecipativa emozionale e corporea, che invita gli spettatori a sporgersi all’interno di se stessi. S’impegna a tradurre in un cammino, costellato di stazioni di sosta, la tensione al cambiamento. In sintonia con il filosofo e psicanalista junghiano James Hillman, anche per questo giovane autore “il dono dell’immagine consiste nel fornirci un luogo da cui osservare la nostra anima”. E in effetti, gli elementi architettonici presentati – un muro e un pozzo – sono pensati in chiave archetipica, come elementi chiamati a suggerire un possibile risveglio della coscienza umana, malgrado gli ostacoli che incontra. Il suo pozzo irto di chiodi (Isolation, 2010) invita a immergerci verso il nostro fondo oscuro, ma al contempo – grazie a uno specchio – ci restituisce la nostra immagine, ci ridona visibilità. La luce, la consapevolezza di sé – sembra suggerire questo giovane artista-filosofo – si può raggiungere solo nel silenzio, dopo aver attraversato difficoltà e tenebre. Così, nelle fotografie Pareti Urbane (2011), lo sguardo si scontra e viene sbarrato da oscure pareti nere – appena attraversate da un tocco di leggerezza luminosa, simile a un soffio di speranza – per poi venire trascinato verso l’alto da una grande immagine (della serie Forma Astratta Cittadina-2011), in cui immateriali e candidi grattacieli si aprono nello squarcio di un cielo infinito e cupo. In una serie di opere in resina, vari oggetti-reperti vengono liberati dal peso greve della materia fino a raggiungere una trasparenza cristallina, indice della possibile rinascita in una purezza che si oppone ai mali del mondo. Nuovamente l’autore mette in scena un processo di sublimazione che non nega l’oscurità e il male, ma parte da esso e con pazienza, nel tempo, avanza verso la luce. In contrasto rispetto a un’arte urlata, centrata su un continuo inseguimento della spettacolarità a fini sensazionalistici, l’opera di Mattia Novello si nutre di silenzi. Se disorienta lo fa per cercare nuovi orientamenti e mai per mettere in scena una fasulla originalità. Gravato dal peso dell’opacità da cui emerge, che è coscienza dei propri limiti e dei rischi del fallimento, il suo lavoro cerca di far intuire la possibilità di un’autentica conversione interiore.
Mattia Novello, è nato a Thiene il 6 ottobre 1985, e vive a lavora a Castelfranco Veneto (TV). Si è laureto in comunicazione visiva presso l’Istituto Europeo di Design di Milano, poi in fotografia di moda presso la School of Visual Art di New York, e in Mixed Media Art alla Parson School, sempre di New York. Nel 2012 ha esposto presso Villa Bolasco e nella Galleria Flaviostocco di Castelfranco Veneto. In tale occasione è stato presentato un catalogo sull’artista con un testo della critica d’arte Carolina Lio.
Parlare di economia in arte oggi è per AMY D parlare di FALLING UP di Mattia Novello.
Per l’artista veneto l’“Arte del cadere” coincide con il “cadere all’insù”, originale proposta di un’arte in cui la caduta non sta nella verticalità del precipizio ma nel processo di ricerca della propria identità, del proprio spazio d’esistenza che evidenzia il tentativo di un’uguaglianza e ricerca di libertà tramite il processo di trasparenza e negazione della differenza.
Novello ci guida attraverso il processo di rarefazione verso la non definizione: steps in progress in balia della materia resina.
La dialettica tra pesantezza (nero) e leggerezza (trasparenza) attua questa valorizzazione della caduta nell’“Arte del cadere”… staccando l’ombra da terra.
Arte che denuncia inneggiando alla trasparenza e al superamento di stereotipi costrittivi e in apparenze che… tolgono ormai il respiro.
Nessun punto di fuga; nessuno scampo. Non resta che esplodere, come per gli ultimi lavori con il millebolle dal titolo “spressione”: esplosione_implosione.
Grazie alla sintassi degli opposti Mattia Novello crea un percorso di nuova rinascita che coincide con la dimensione di invisibilità in cui si fissa il suo concetto di uguaglianza.
Il suo incessante viaggio e sperimentazione continua per un’arte eclettica e spiazzante, un’inquietudine che segue l’impulso in un uso istintivo di tecniche e materiali sempre nuovi.
puntine _ dolore, dolore continuo
resina _ trasparenza e libertà
pluriball _ spressione
molla _ intoccabilità
La strettissima relazione tra l’analisi intimista e quella maggiormente sociale pongono l’opera di Mattia Novello all’interno della sperimentazione economART di AMY D Arte Spazio.
AMY D Arte Spazio
Via Lovanio 6 (MI)
www.amyd.it
info@amyd.it
+3902654872
+393480306211
MATTIA NOVELLO
Falling Up
c.s. di Gigliola Foschi
La Galleria AMY D Arte Spazio presenta Falling Up, mostra personale del giovane artista Mattia Novello. Il suo lavoro si configura come un percorso di crescita interiore, concepito non solo come un tentativo di ascesa verso vette di perfezione, ma anche come un difficile itinerario fra disorientamenti, inquietudini, tensioni. Il titolo stesso della mostra, Falling Up – “cadere all’insù” – lascia intendere che le sue opere fanno precipitare verso il basso, verso aree dove la ragione concettuale perde le sue certezze, ma al contempo spingono a innalzarsi fino a sommità ideali. Si propongono come un precipitato di paradossi visivi e tensioni dialettiche protese verso una rinascita. Composta da installazioni, sculture e fotografie, la sua ricerca ha una dimensione partecipativa emozionale e corporea, che invita gli spettatori a sporgersi all’interno di se stessi. S’impegna a tradurre in un cammino, costellato di stazioni di sosta, la tensione al cambiamento. In sintonia con il filosofo e psicanalista junghiano James Hillman, anche per questo giovane autore “il dono dell’immagine consiste nel fornirci un luogo da cui osservare la nostra anima”. E in effetti, gli elementi architettonici presentati – un muro e un pozzo – sono pensati in chiave archetipica, come elementi chiamati a suggerire un possibile risveglio della coscienza umana, malgrado gli ostacoli che incontra. Il suo pozzo irto di chiodi (Isolation, 2010) invita a immergerci verso il nostro fondo oscuro, ma al contempo – grazie a uno specchio – ci restituisce la nostra immagine, ci ridona visibilità. La luce, la consapevolezza di sé – sembra suggerire questo giovane artista-filosofo – si può raggiungere solo nel silenzio, dopo aver attraversato difficoltà e tenebre. Così, nelle fotografie Pareti Urbane (2011), lo sguardo si scontra e viene sbarrato da oscure pareti nere – appena attraversate da un tocco di leggerezza luminosa, simile a un soffio di speranza – per poi venire trascinato verso l’alto da una grande immagine (della serie Forma Astratta Cittadina-2011), in cui immateriali e candidi grattacieli si aprono nello squarcio di un cielo infinito e cupo. In una serie di opere in resina, vari oggetti-reperti vengono liberati dal peso greve della materia fino a raggiungere una trasparenza cristallina, indice della possibile rinascita in una purezza che si oppone ai mali del mondo. Nuovamente l’autore mette in scena un processo di sublimazione che non nega l’oscurità e il male, ma parte da esso e con pazienza, nel tempo, avanza verso la luce. In contrasto rispetto a un’arte urlata, centrata su un continuo inseguimento della spettacolarità a fini sensazionalistici, l’opera di Mattia Novello si nutre di silenzi. Se disorienta lo fa per cercare nuovi orientamenti e mai per mettere in scena una fasulla originalità. Gravato dal peso dell’opacità da cui emerge, che è coscienza dei propri limiti e dei rischi del fallimento, il suo lavoro cerca di far intuire la possibilità di un’autentica conversione interiore.
Mattia Novello, è nato a Thiene il 6 ottobre 1985, e vive a lavora a Castelfranco Veneto (TV). Si è laureto in comunicazione visiva presso l’Istituto Europeo di Design di Milano, poi in fotografia di moda presso la School of Visual Art di New York, e in Mixed Media Art alla Parson School, sempre di New York. Nel 2012 ha esposto presso Villa Bolasco e nella Galleria Flaviostocco di Castelfranco Veneto. In tale occasione è stato presentato un catalogo sull’artista con un testo della critica d’arte Carolina Lio.
Segnala:
Amalia di Lanno