Marcello Mantegazza
Spoiler: You Will Die
a cura di Barbara Martusciello
Spoiler: You Will Die
a cura di Barbara Martusciello
21 Dicembre 2012 – 31 Gennaio 2013
Inaugurazione Venerdì 21 Dicembre ore 18.30
La mostra sarà visitabile fino al 31
Gennaio con i seguenti orari: lunedì 11-13, mercoledi 17-19; o su
appuntamento (tel: 389 8185034/ 0971 798342)
La ricerca di Marcello Mantegazza si incentra
sull’analisi di temi articolati e capitali come lo scorrere del tempo,
il pericolo, la corruzione e consunzione, l’estraniamento, la caducità
della vita, che tornano in questa personale dall’eloquente titolo:
Spoiler: You Will Die.
Il termine spoiler, comunemente usato in campo
cinematografico, si riferisce a vari contesti dove può essere svelata in
anticipo la trama di qualcosa e rimanda alla vita stessa che reca in
sé, appunto, uno spoiler: la fine è nota. L’autore denuncia questo dato
di fatto con opere che si confrontano con tali riflessioni scomode
mantenendo, però, sempre una propria intima, seppur drammatica bellezza,
rientrando nella più generale poetica dell’artista: concettuale ed
enciclopedica, portata a riflettere sul valore – anche estetico – della
catalogazione. Egli, come scrive Barbara Martusciello nel testo di
presentazione: “(…) è attratto dagli abecedari, dalle tavole anatomiche,
dalle statistiche, dai manuali, dagli indici, così come dalle
elencazioni di nomi, di date significative, di sequenze telefoniche, di
indirizzi e di attività consuete organizzate grazie a liste della spesa,
degli appuntamenti, degli ingredienti.
Quest’apparentemente onnivora attenzione per ogni promemoria proviene da una necessità dell’artista di ricopiare, scrivere o disegnare una serie di contenuti, di testi e di componenti anche grafico-visivi su agende personali, album, fogli e altri supporti cartacei o in ogni caso analogici al fine di leggere il dato di partenza, di studiarlo, memorizzarlo e possederlo contemporaneamente. In questa pratica non v’è uno studio sulla sistematizzazione o un’indagine su ordine e controllo ma una considerazione sul fluire di eraclitiana memoria (πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός)” che con i temi in mostra è strettamente connesso”.
Quest’apparentemente onnivora attenzione per ogni promemoria proviene da una necessità dell’artista di ricopiare, scrivere o disegnare una serie di contenuti, di testi e di componenti anche grafico-visivi su agende personali, album, fogli e altri supporti cartacei o in ogni caso analogici al fine di leggere il dato di partenza, di studiarlo, memorizzarlo e possederlo contemporaneamente. In questa pratica non v’è uno studio sulla sistematizzazione o un’indagine su ordine e controllo ma una considerazione sul fluire di eraclitiana memoria (πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός)” che con i temi in mostra è strettamente connesso”.
Ecco quindi, in mostra una grande opera a
parete dal titolo The End, incentrata su di un lemma emblematico, che
rimanda alla fine di un percorso, con richiami cinematografici ma anche e
soprattutto esistenziali, e che attua un’analisi sullo scorrere del
tempo poiché è composta da sovrapposizioni di date inchiostrate
realizzate da timbri-datario; o ecco i libri scavati, letteralmente,
alla ricerca, di volta in volta, della parola-chiave… Così, Mantegazza
scandisce queste parti e le riporta al tutto: adottando, appunto, sia i
volumi che buca e rende installazioni essenziali, o usando timbri a
richiamare analisi che nella storia dell’arte passano - nota la
curatrice - per “Alighiero Boetti, On Kawara, Gino De Dominicis,
Vincenzo Agnetti, Roman Opalka, Annette Messager, Christian Boltanski
fino a Esther Ferrer o a Christian Marclay, solo per citarne alcuni”. La
vita transita anche dagli affastellamenti di diversi elementi, che
siano essi libri, minute, o “gli anni, i mesi, i giorni, gli attimi di
cui si compone la nostra realtà”. Tutto scorre, pertanto: la vita e il
tempo che “non si lascia riempire” (Jean-Paul Sartre): quindi, “ci pensa
Mantegazza, a farlo, colmandolo di tracce -i segni-timbro, le pagine
biucate”, perché forse – citando Paul Verlaine, come fa la curatrice –
“la morale migliore è ancora di dimenticare l’ora”, uno smemoramento che
è un’apertura alla speranza.
Marcello Mantegazza nasce nel 1974 a Potenza, vive e lavora a Rieti. E’ rappresentato dalla galleria trecinque 3)5 Arte Contemporanea di Rieti.
Tito // fino al 31 gennaio 2013
Marcello Mantegazza – Spoiler: You Will Die
a cura di Barbara Martusciello
CECILIA – CENTRO PER LA CREATIVITÀ
Contrada Santa Venere
0971 798342
info@centrocecilia.it
www.centrocecilia.it
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Segnala:
Amalia Di Lanno