CANTI GRAFFIATI NEL VUOTO
INCISIONI
DI SILVIA GIACOMINI
Dal
31 ottobre al 5 dicembre 2012 al Divina Caffè di piazza Garibaldi n.° 2/a,
Busto Arsizio
Sono un appassionato estimatore di
Silvia e per come la conosco attraverso le opere, le incisioni, e solo parte
della sua storia e dell’imprevedibile voglia di vivere.
Oggi ritorna fra di noi, su una
bianca parete al Divina Caffè di piazza Garibaldi con un “assaggio” di sue
opere, piccole, minute come le sue figurine, ma oggi più che mai graffianti.
E non solo perché frutto di una
tecnica consumata (questo a Silvia interessa meno …), bensì per l’impressione
quasi magica di una mano che trasforma forme “reali” in pura espressione di
stati d’animo, di voglie, di desideri, dolori, disperazione …
La materia dura e fredda delle
lastre di incisione inchiostrate segna la chiarezza e la forza di un segno che
parla (o meglio che grida).
Sono attimi di introspezione, quasi
macerazione, dell’esserino che pare essere Silvia: e si leggono nei visi “sbattuti”
in primo piano, nei “grandi occhi” che fuoriescono dal “piano grafico”per
raggiungere la terza e la quarta dimensione.
E nascono da una profonda umanità,
cercata nella metamorfosi umana: globale, coinvolgente il mondo vegetale,
quello dei sogni, i miti, la magia, le sensazioni, i sentimenti, come una
musica …
In molte sue opere, leggo questa
trasformazione: dal corpo umano al vegetale, dall’essere alla compenetrazione
fisica, dal silenzio all’urlo…
Ed anche l’errore del segno, del
graffio, può divenire motivo per una nuova verità artistica!
I corpi torti e tesi, quasi in una
recita drammatica sorgono da pochi segni ripetuti: sono grafia del nulla, sulla
quale nasce l’essere.
E i corpi deformati in movimento, le
contorsioni di braccia e gambe, le urla di bocche spalancate … sono il segno di
una “voglia” appassionata, morbosa, d’uscire ad urlare contro un dolore
raffigurato, ma combattuto: e c’è “voglia” di giustizia, passione di libertà,
rivincita di donna, magicamente trasformate in graffi di gatta percossa, inseguita;
come segni miracolosi e pieni di speranza.
Non servono citazioni di altri
artisti incisori.
Silvia è unica, è già maestra a se
stessa.
Ha raggiunto una maturità di
linguaggio con un’espressione “sua propria” frutto di una ricerca così
intimistica che è un parlarsi dentro, che nasce da un’esplosione di esperienze
e di voglie.
E ascolti, attraverso i segni ed i
corpi il palpito di Silvia che ci racconta la forza della sua e nostra
esperienza di vita.
Busto Arsizio, 05.11.2012
Dott. Arch. Paolo Torresan
Critico d’arte