Martedì 4 dicembre 2012
alle 19.30, presso Villa Horti della Fasanara, la fotografa israeliana
Orith Youdovich inaugurerà la mostra fotografica Come devo vivere.
Dialoghi visivi con il cinema di Michelangelo Antonioni, curata da Maria
Livia Brunelli e in collaborazione con la MLB home gallery.
La mostra rimarrà aperta fino al 1 marzo 2013.
Le motivazioni che hanno portato ad allestire questa seconda mostra presso Villa Horti la Fasanara, sono semplici: l'accoglienza turistica può essere veicolo di infor
La mostra rimarrà aperta fino al 1 marzo 2013.
Le motivazioni che hanno portato ad allestire questa seconda mostra presso Villa Horti la Fasanara, sono semplici: l'accoglienza turistica può essere veicolo di infor
mazione
culturale e di arricchimento prodotto dall’ arte contemporanea
attraverso opere di alto valore estetico, storico, sociale! Villa Horti
della Fasanara è presente in questo importante evento che vede
trasformare la città di Ferrara in un grande set cinematografico
dedicato al centenario del Maestro.
Una decina di immagini fotografiche: un viaggio nel silenzio, in luoghi lontani e senza tempo, vuoti, in cui si celano tracce di vita quasi invisibili. Le fotografie vengono presentate a Ferrara in occasione del centenario della nascita del noto cineasta ferrarese, parallelamente alla presentazione presso la Biblioteca Ariostea, sempre martedì 4 alle 17, del volume Cosa Devo Guardare. Riflessioni critiche e fotografiche sui paesaggi di Michelangelo Antonioni (Postcart, 2012) firmato a due mani da Maurizio G. De Bonis, critico cinematografico e delle arti visive, e dalla stessa fotografa.
Libro e mostra fotografica, all’unisono, si interrogano sull’espressione autentica del paesaggio utilizzando come punto di riferimento creativo la figura di Antonioni. Nella sua cinematografia, il regista offre ai paesaggi un ruolo che va oltre il semplice significato di sfondo scenografico. In una condizione di crisi esistenziale, i paesaggi diventano protagonisti, vere e proprie storie, racconti di luoghi esplorati da uomini che hanno lasciato le loro tracce su quella terra calpestata. E le fotografie di Orith Youdovich vogliono essere la dimostrazione di quelle impercettibili e misteriose presenze nascoste. Imparare a guardare e scoprire ciò che non si vede è l’invito che l’artista rivolge a tutti gli osservatori. Dopotutto chi impara a guardare, forse, impara anche a vivere: Tu dici “Cosa devo guardare”. Io dico “Come devo vivere”. È la stessa cosa (dialogo tratto da Il Deserto Rosso, 1964 di Michelangelo Antonioni).
Attraverso una selezione di scatti, la fotografa israeliana instaura un proficuo dialogo con l’orizzonte rappresentativo del cinema antonioniano. L’artista fotografa il deserto, l’orizzonte della periferia urbana, il parco cittadino: luoghi svuotati, privi di azione, in cui l’universo delle “assenze”, dei vuoti incolmabili, riesce ad essere un mondo ben più prepotente di innumerevoli “presenze”. Ogni scatto racconta una storia: echi lontani, ombre sfuggenti, strade vuote di campagna in cui non passa nessuno, case silenziose, boschi e fabbriche in lontananza, immagini attraversate da persone senza volto, di spalle, immobili, sospesi nel tempo. Fotografie vuote ma piene di vita che raccontano altre storie di vita in cui l’assenza sfida l’osservatore e il paesaggio restituisce lo sguardo a chi osserva. Foto dallo spazio aperto, in movimento, quasi danzante, un tramite tra mondo e uomo.
Orith Youdovich vive e lavora tra Roma e Tel Aviv. Fotografa e curatrice, si è diplomata in Fotografia presso l’Istituto Superiore di Fotografia di Roma (ISF, 1992). Da diversi anni ha abbandonato il reportage sociale per dedicarsi alla fotografia di tipo concettuale e da allora dirige il proprio sguardo creativo sul mondo in un continuo processo di analisi del rapporto tra sguardo soggettivo e paesaggio. Svolge inoltre un’attività di ricerca artistica basata sulla connessione tra fotografia e cinema. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive ed ha curato esposizioni per Festival di fotografia italiani. È co-autrice del libro Cosa devo guardare – Riflessioni critiche e fotografiche sui paesaggi di Michelangelo Antonioni (Postcart, 2012) e curatrice del volume Fotografia Israeliana Contemporanea (FPM, 2005). Ha co-fondato l’Associazione Culturale Punto di Svista nell’ambito della quale svolge attività legate alla divulgazione della cultura fotografica e al rapporto tra la fotografia e le altre arti. Dal 2000 è capo redattore della testata giornalistica CultFrame – Arti Visive e dal 2009 direttore responsabile di Punto di Svista – Arti Visive in Italia.
Si ringrazia per la collaborazione: Foto Pandini di Michele Pandini www.fotopandini.it
Associazione Michelangelo Antonioni, MLB home gallery, Cassa di Risparmio di Ferrara, CNA Ferrara.
Ad affiancare il vernissage le proposte di aziende del territorio quali :
Torrefazione Caffè Krifi, Enoteca Tagliatti, Brugnati- macellerie-salumerie(CONA) , Pasticceria Duca D’Este, Osteria Quattro Angeli.
Mostra aperta il sabato e la domenica dalle 15 alle 18,
gli altri giorni dalle 15 alle 19. Ingresso libero.
info: Valentina Barotto tel.+39 340.4700397
Villa Horti della Fasanara, Via delle Vigne, 34 Ferrara Tel. +39.338.1543721 +39.347.4589036.
info@hortidellafasanara.co m
www.hortidellafasanara.com
Una decina di immagini fotografiche: un viaggio nel silenzio, in luoghi lontani e senza tempo, vuoti, in cui si celano tracce di vita quasi invisibili. Le fotografie vengono presentate a Ferrara in occasione del centenario della nascita del noto cineasta ferrarese, parallelamente alla presentazione presso la Biblioteca Ariostea, sempre martedì 4 alle 17, del volume Cosa Devo Guardare. Riflessioni critiche e fotografiche sui paesaggi di Michelangelo Antonioni (Postcart, 2012) firmato a due mani da Maurizio G. De Bonis, critico cinematografico e delle arti visive, e dalla stessa fotografa.
Libro e mostra fotografica, all’unisono, si interrogano sull’espressione autentica del paesaggio utilizzando come punto di riferimento creativo la figura di Antonioni. Nella sua cinematografia, il regista offre ai paesaggi un ruolo che va oltre il semplice significato di sfondo scenografico. In una condizione di crisi esistenziale, i paesaggi diventano protagonisti, vere e proprie storie, racconti di luoghi esplorati da uomini che hanno lasciato le loro tracce su quella terra calpestata. E le fotografie di Orith Youdovich vogliono essere la dimostrazione di quelle impercettibili e misteriose presenze nascoste. Imparare a guardare e scoprire ciò che non si vede è l’invito che l’artista rivolge a tutti gli osservatori. Dopotutto chi impara a guardare, forse, impara anche a vivere: Tu dici “Cosa devo guardare”. Io dico “Come devo vivere”. È la stessa cosa (dialogo tratto da Il Deserto Rosso, 1964 di Michelangelo Antonioni).
Attraverso una selezione di scatti, la fotografa israeliana instaura un proficuo dialogo con l’orizzonte rappresentativo del cinema antonioniano. L’artista fotografa il deserto, l’orizzonte della periferia urbana, il parco cittadino: luoghi svuotati, privi di azione, in cui l’universo delle “assenze”, dei vuoti incolmabili, riesce ad essere un mondo ben più prepotente di innumerevoli “presenze”. Ogni scatto racconta una storia: echi lontani, ombre sfuggenti, strade vuote di campagna in cui non passa nessuno, case silenziose, boschi e fabbriche in lontananza, immagini attraversate da persone senza volto, di spalle, immobili, sospesi nel tempo. Fotografie vuote ma piene di vita che raccontano altre storie di vita in cui l’assenza sfida l’osservatore e il paesaggio restituisce lo sguardo a chi osserva. Foto dallo spazio aperto, in movimento, quasi danzante, un tramite tra mondo e uomo.
Orith Youdovich vive e lavora tra Roma e Tel Aviv. Fotografa e curatrice, si è diplomata in Fotografia presso l’Istituto Superiore di Fotografia di Roma (ISF, 1992). Da diversi anni ha abbandonato il reportage sociale per dedicarsi alla fotografia di tipo concettuale e da allora dirige il proprio sguardo creativo sul mondo in un continuo processo di analisi del rapporto tra sguardo soggettivo e paesaggio. Svolge inoltre un’attività di ricerca artistica basata sulla connessione tra fotografia e cinema. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive ed ha curato esposizioni per Festival di fotografia italiani. È co-autrice del libro Cosa devo guardare – Riflessioni critiche e fotografiche sui paesaggi di Michelangelo Antonioni (Postcart, 2012) e curatrice del volume Fotografia Israeliana Contemporanea (FPM, 2005). Ha co-fondato l’Associazione Culturale Punto di Svista nell’ambito della quale svolge attività legate alla divulgazione della cultura fotografica e al rapporto tra la fotografia e le altre arti. Dal 2000 è capo redattore della testata giornalistica CultFrame – Arti Visive e dal 2009 direttore responsabile di Punto di Svista – Arti Visive in Italia.
Si ringrazia per la collaborazione: Foto Pandini di Michele Pandini www.fotopandini.it
Associazione Michelangelo Antonioni, MLB home gallery, Cassa di Risparmio di Ferrara, CNA Ferrara.
Ad affiancare il vernissage le proposte di aziende del territorio quali :
Torrefazione Caffè Krifi, Enoteca Tagliatti, Brugnati- macellerie-salumerie(CONA)
Mostra aperta il sabato e la domenica dalle 15 alle 18,
gli altri giorni dalle 15 alle 19. Ingresso libero.
info: Valentina Barotto tel.+39 340.4700397
Villa Horti della Fasanara, Via delle Vigne, 34 Ferrara Tel. +39.338.1543721 +39.347.4589036.
info@hortidellafasanara.co
www.hortidellafasanara.com
Segnala:
Amalia Di Lanno