Kyme
Vincenzo Aulitto
Salvio Capuano
Antonio Ciraci
Nunzio Figliolini
Adele Monaco
Domenica 2 dicembre 2012, ore 10.30, inaugurazione della mostra Kyme, a
cura di Gilda luongo, presso il Castel Dell'Ovo, Sale delle Terrazze
Via Partenope Borgo Marinari - Napoli
2 | 11 dicembre
ORARI
lunedì-sabato ore 9.30 | 18.00
domenica ore 9.30 |13.30
"Kyme, è il suono ancestrale che flutta dagli antri della terra
flegrea, è il senso della ricerca gettato in un campo aperto dove la
memoria dischiude, simboli e miti ambasciatori di un’estetica
immaginifica. Cinque artisti attraverso la riappropriazione di una
dialettica lenta, seguono la fenomenologia della vita, della terra, del
fuoco mentre le archai animano tutto il vivente, restituendo ai luoghi
la bellezza violata da una urbanizzazione selvaggia. Il sulphur, del
mito infiamma il cuore, lo provoca ad uscire per cercare nella
lucentezza del passato un’idea per il futuro. Questo nuovo laboratorio
del fare, sconvolge i ruoli precostituiti della società industriale e
sollecita a riappropriarsi del mito per ricostruire il futuro, la
contemporaneità dell’arte, dell’etica, dell’urbanistica come rispetto
dell’identità e della vocazione dei luoghi. L’arte nel programma del
gruppo non si fa indifferente ma diviene lancia, invettiva propositiva
che ridisegna il mito dei campi flegrei, secondo un opus partecipativo
della materia sociale dell’arte. I cinque artisti, stracciano i ruoli
consolidati del sapere, scavano sogni, grattano dai fondali di un
oracolo collettivo, profezie future e città possibili per poi trovare
nuove forme di aggregazione con altri artisti ed operatori culturali che
condividono il dettato etico ed estetico di una programmazione
centripeta che si innesta su un substrato d’amore per una terra la cui
bellezza ci fa tutti flegrei. Aulitto, Capuano, Ciraci, Figliolini,
Monaco, accomunati da universi artistici differenti, si uniscono in un
comune manifesto di intenti: restituire l’identità flegrea attraverso
una produzione artistica che dialoga con la madre terra, con il mare,
con con le valli oscure e dense dei laghi del non tempo...” (Gilda
Luongo). “...Lavorando a e sperimentando nuove modalità espressive, in
relazione al territorio in cui vivono, questi artisti contribuiscono a
creare un’identità culturale, che, questo è l’auspicio, potrà e dovrà
confrontarsi con l’altro, con lo straniero (che è già dentro di noi),
come stranieri erano quei coloni greci che migliaia di anni fa
sbarcarono sulle nostre coste, dando vita a una civiltà che, ancora
oggi, tendiamo a riconoscere e ricostruire come nostro orizzonte di
senso” (Dario Giugliano).
Segnala:
Amalia Di Lanno