Il MAR Museo d’Arte della Città di Ravenna prosegue la sua indagine
su temi di grande interesse ancora da approfondire con l’ambizioso
progetto espositivo dal titolo Borderline, Artisti tra normalità e follia. Da Bosch a Dalì, dall’Art Brut a Basquiat a cura di Claudio Spadoni, Giorgio Bedoni e Gabriele Mazzotta,
In programma dal 17 febbraio al 16 giugno 2013, realizzato grazie al prezioso sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna.
In programma dal 17 febbraio al 16 giugno 2013, realizzato grazie al prezioso sostegno della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna.
L’obiettivo della mostra è di superare i confini che fino ad oggi hanno racchiuso l’Art Brut e l’ “arte dei folli”
in un recinto, isolandone gli esponenti da quelli che la critica (e il
mercato) ha eletto artisti “ufficiali”. Già nella cultura europea del XX
secolo diversi protagonisti delle avanguardie e psichiatri innovatori
guardarono in luce nuova le esperienze artistiche nate nei luoghi di
cura per malati mentali. Le ricerche di quegli anni avevano avviato una
revisione radicale di termini quali “arte dei folli” e “arte
psicopatologica”, prendendo in esame queste produzioni sia come sorgenti
stesse della creatività quanto come una modalità propria di essere nel
mondo, da comprendere al di là del linguaggio formale.
Ricordiamo in sintesi alcune significative tappe storiche:
già nel 1912 Paul Klee, in occasione della prima mostra del movimento
artistico del Blaue Reiter alla Galleria Thannhauser di Monaco aveva
individuato nelle culture primitive, nei disegni infantili e in quelli
dei malati mentali le fonti dell’attività creativa. Nel 1922 lo
psichiatra tedesco Hans Prinzhorn pubblicò un testo dal titolo
“Bildnerei der Geisteskranken (“L’attività plastica dei malati di
mente”) che segnerà la fine dello sguardo positivista sulle produzioni
artistiche nate negli ospedali psichiatrici. Infine, nel 1945 Jean
Dubuffet conia la nozione di Art Brut avviando così una nuova epoca di
ricerche in questo campo.
Oggi il termine Borderline individua una condizione critica della modernità,
antropologica prima ancora che clinica e culturale. In questo senso la
mostra intende esplorare gli incerti confini dell’esperienza artistica
al di là di categorie stabilite nel corso del XX secolo, individuando
così un’area della creatività dai confini mobili, dove trovano
espressione artisti ufficiali ma anche quegli autori ritenuti “folli”,
“alienati” o, detto in un linguaggio nato negli anni ’70, “outsiders”.
La mostra curata da Claudio Spadoni, direttore scientifico del museo e
da Giorgio Bedoni, psichiatra, psicoterapeuta, docente presso
l’Accademia di Brera, e da Gabriele Mazzotta, con il supporto della
Fondazione Mazzotta di Milano sarà inaugurata il prossimo 16 febbraio
per proseguire fino al 15 giugno 2013.
Dopo una ampia ‘Introduzione Introspettiva’, con
opere di Hieronymus Bosch, Pieter Bruegel, Francisco Goya, Max Klinger e
Théodore Géricault, l’esposizione sarà organizzata per sezioni
tematiche.
Nel ‘Disagio della Realtà‘ verranno presentate
importanti opere di protagonisti riconosciuti quali Pierre Alechinsky,
Karel Appel, Jean Dubuffet, Gaston Chaissac, Madge Gill, Vojislav Jakic,
Asger Jorn, Tancredi Parmeggiani, Federico Saracini, Gaston Teuscher,
Willy Varlin, August Walla, Wols, Adolf Wölfli, Carlo Zinelli.
Il ‘Disagio del Corpo‘ comprenderà una serie di
lavori dove è protagonista il corpo, che diviene l’estensione della
superficie pittorica e talvolta opera stessa nelle sue più sorprendenti
trasformazioni, descritte in toni ludici, poetici, talvolta violenti. In
questa sezione troviamo Victor Brauner, Corneille, Jean Dubuffet,
Pietro Ghizzardi, Cesare Inzerillo, André Masson, Arnulf Rainer, Eugenio
Santoro, Carlo Zinelli; poi protagonisti del Wiener Aktionismus come
Hermann Nitsch e Günter Brus; e infine Joaquim Vicens Gironella, Josef
Hofer, Dwight Mackintosh, Oswald Tschirtner.
All’interno dei ‘Ritratti dell’anima‘ ampio spazio
verrà dedicato ad una sequenza di ritratti e soprattutto autoritratti,
una delle forme di autoanalisi inconsapevole più frequente nei pazienti
delle case di cura, con opere di Francis Bacon, Enrico Baj, Jean –
Michel Basquiat, Pablo Echaurren, Sylvain Fusco, Pietro Ghizzardi,
Theodor Gordon, Antonio Ligabue, Bengt Lindstrom, Mattia Moreni, Arnulf
Rainer, Gino Sandri, Lorenzo Viani. Due maschere Sepik vengono inserite,
quali emblematici manufatti di arte primitiva, provenienti dalle
popolazioni indigene del fiume Sepik in Melanesia. Un’intera sala verrà
poi dedicata ad Aloïse Corbaz, storica autrice dell’Art Brut.
La mostra proseguirà con una sezione dedicata alla scultura, la ‘Terza dimensione del mondo‘ con inediti di Umberto Gervasi, Giuseppe Righi e ancora opere di arte primitiva del Sepik.
Infine, nel ‘Sogno rivela la natura delle cose‘
(titolo che richiama una mostra della Fondazione Mazzotta del 1989),
verrà definito l’onirico come fantasma del Borderline con una selezione
di dipinti di surrealisti come Salvador Dalì, Max Ernst, André Masson,
Victor Brauner, oltre alla presenza di Paul Klee, grande estimatore
dell’arte infantile e degli alienati, e dell’autore di Art Brut Scottie
Wilson.
La mostra è possibile grazie alla collaborazione di alcuni musei e
collezioni pubbliche e private tra cui ricordiamo: Collection de l’Art
Brut, Losanna; Museo delle Culture, Lugano; Fondazione Antonio Mazzotta,
Milano; Centro di Documentazione di Storia della Psichiatria “San
Lazzaro”, Reggio Emilia; Archivio Conti, Saronno; Fondazione Culturale
Carlo Zinelli, San Giovanni Lupatoto (VR); Casa Museo Pietro Ghizzardi,
Boretto (RE); Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue, Parma;
Verrà pubblicato un ampio catalogo delle Edizioni Gabriele Mazzotta con la riproduzione di tutte le opere esposte, saggi di Claudio Spadoni, Giorgio Bedoni, Gabriele Mazzotta, Sarah Lombardi, Francesco Paolo Campione, ed un’ampia sezione di apparati documentari.
Verrà pubblicato un ampio catalogo delle Edizioni Gabriele Mazzotta con la riproduzione di tutte le opere esposte, saggi di Claudio Spadoni, Giorgio Bedoni, Gabriele Mazzotta, Sarah Lombardi, Francesco Paolo Campione, ed un’ampia sezione di apparati documentari.
A Ravenna - Borderline, Artisti tra normalità e
follia. Da Bosch a Dalì, dall’Art Brut a Basquiat. Dal 17 febbraio al
16 giugno 2013
Orari: fino al 31 marzo: martedì- venerdì 9-18,
sabato e domenica 9-19, chiuso lunedì
dall’1 aprile: martedì – giovedì 9-18; venerdì 9-21;
sabato e domenica 9-19 ,chiuso lunedì
sabato e domenica 9-19, chiuso lunedì
dall’1 aprile: martedì – giovedì 9-18; venerdì 9-21;
sabato e domenica 9-19 ,chiuso lunedì
Ingresso: intero: 9 euro, ridotto: 7 euro
Consulta il sito
Immagine: Salvador Dalì, Mostro molle in un paesaggio angelico,
1977, olio su tela, cm 76×101, Musei Vaticani, Città del Vaticano
Fonte: www.tafter.it
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Amalia di Lanno