Jannis Kounellis, Senza titolo, Galleria La Salita, Roma 1973
11 ottobre 2013 - 2 febbraio 2014
a cura di Daniela Lancioni
Le opere di circa ottanta autori italiani e
internazionali saranno raccolte nel nome di un decennio e di una città. Un
binomio, anni settanta e Roma, che ricondurrà a una realtà vitalizzata
dall'intreccio di linguaggi differenti, teatro di sperimentazioni, accogliente
bacino di culture visive diverse. Una realtà densa di avvenimenti di portata
internazionale, dotata, al tempo stesso, di una sua propria identità.
Il Palazzo delle Esposizioni con questa iniziativa
prosegue l'indagine avviata negli anni novanta con la serie di mostre dedicate
a Roma e al tempo stesso porta a compimento la ricerca intrapresa nel 1995 con
il volume e la mostra documentaria intitolati Roma in mostra 1970-1979.
Materiali per la documentazione di mostre, azioni, performance, dibattiti.
Gli anni settanta del secolo scorso sono stati un
decennio controverso. Identificato, generalmente, per i suoi conflitti,
potrebbe, invece, essere inteso come fertile e costruttivo, segnato,
soprattutto a Roma, dall'adesione ai valori visivi, di autonomia e di portato
universale dell'opera. La mostra, sulle basi della ricerca che l'ha preceduta,
lo testimonierà con una posizione di bilanciamento tra indagine storica e
interpretazione.
Offrirà un'indagine allargata, proponendo insieme ad opere e autori acclamati, aspetti meno noti ma significativi, senza rinunciare ad articolare una determinata versione dei fatti.
Offrirà un'indagine allargata, proponendo insieme ad opere e autori acclamati, aspetti meno noti ma significativi, senza rinunciare ad articolare una determinata versione dei fatti.
Protagoniste assolute dell'intero percorso espositivo
saranno le opere, tutte realizzate o mostrate negli anni settanta a Roma grazie
alla presenza di una vitale compagine di artisti e al dinamismo di un
eccezionale novero di gallerie e associazioni culturali, L'Attico di Fabio
Sargentini, La Tartaruga di Plinio De Martiis, La Salita di Gian Tomaso
Liverani, Gian Enzo Sperone, Konrad Fischer, Ugo Ferranti, gli Incontri
Internazionali d'Arte fondati nel 1970 da Graziella Lonardi Buontempo e diretti
da Achille Bonito Oliva, e numerose altre, alla cui attività va sommata quella
della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e dello stesso Palazzo delle
Esposizioni.
Avranno risalto le opere degli autori esordienti allo
scorcio degli anni sessanta o nell'arco del decennio preso in esame: Gino De
Dominicis, Vettor Pisani, Luigi Ontani, Salvo, Michele Zaza, Sandro Chia, Carlo
Maria Mariani, Ettore Spalletti, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Ferruccio De
Filippi, Maurizio Benveduti e Tullio Catalano con il loro Ufficio per
l'immaginazione preventiva, Gianfranco Notargiacomo, Bruno Ceccobelli, Stefano
Di Stasio, Franco Piruca e altri. L'ossatura della mostra sarà costituita dagli
autori di generazioni diverse che negli anni settanta hanno realizzato opere
capitali, vere e proprie pietre miliari della storia dell'arte o che, nella
continuità dello stile o in una differente declinazione del loro linguaggio,
hanno mantenuto il privilegio dell'esemplarità, Jannis Kounellis, Giulio
Paolini, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo,
Maurizio Mochetti, Eliseo Mattiacci, Vincenzo Agnetti, Luca Patella, Nicola
Carrino, Enrico Castellani, Marco Gastini, Marisa Merz, Mario Merz,
Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Gilberto Zorio, Fausto Melotti, Carla
Accardi, Giulio Turcato, Pietro Consagra, Mario Schifano, Tano Festa, Fabio
Mauri, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo, Cesare Tacchi e alcuni altri. Una
posizione di rilievo avranno le opere degli artisti più amati dalle giovani
generazioni e attivi a Roma: Alberto Burri, Giorgio de Chirico e Cy Twombly.
Parallelamente alle opere di questi autori, saranno esposte quelle delle più
assidue e significative tra le numerose presenze internazionali: Joseph Beuys,
Christian Boltanski, Daniel Buren, Jan Dibbets, Hamish Fulton, Gilbert &
George, Douglas Huebler, Joseph Kosuth, Jean Le Gac, Sol LeWitt, Richard Long,
Richard Nonas, Niele Toroni, Richard Tuttle, Lawrence Weiner, Francesca Woodman
e altri. I loro lavori in mostra si intrecceranno a quelli degli autori
italiani, così come accaduto nel tessuto della Città nel corso degli anni settanta.
La fotografia avrà un ruolo determinante nel percorso
espositivo. Saranno esposti, tra gli altri, i lavori di Claudio Abate,
Elisabetta Catalano, Ugo Mulas. I nuovi linguaggi, come quello della video arte
saranno ugualmente testimoniati attraverso i lavori di alcuni artisti e
l'operato del filmaker italiano Luciano Giaccari e del tedesco Gerry Schum.
Prendendo atto della complessità del panorama delle
arti visive così come si configurò negli anni settanta a Roma, la mostra
accoglierà una polifonia di voci, testimoniando le diverse compagini o
poetiche: dall'Arte Povera agli artisti della cosiddetta scuola romana,
dall'Arte Concettuale al Minimalismo e alla Pittura Analitica,
dai Situazionisti alla Anarchitecture e all'arte intesa come
partecipazione collettiva o militanza politica, dalla Narrative Art,
alle opere che hanno condotto alla planetaria rivalutazione della pittura che
ebbe come fulcro la Transavanguardia ed epicentro Roma.
Ma il percorso della mostra solo parzialmente sarà
scandito dalle classificazioni già storicizzate. Sebbene queste saranno
necessariamente considerate ed evidenziate, alcuni displacement verranno
attuati sulla base di logiche diverse con l'intenzione di tracciare una ipotesi
interpretativa e contribuire alla definizione di un nuovo racconto storico.
Segnala:
Amalia di Lanno