martedì 11 settembre 2012

Anneè Olofsson - The face of all your fears

- The face of all your fears

Mimmo Scognamiglio Arte Contemporanea
Anneè Olofsson
Via Ventura 6, MILANO


PERIODO: 20 SETTEMBRE - 31 OTTOBRE 2012

ORARI: MARTEDì - SABATO: 15.00-19.00

INFO: TEL +39 02 365 268 09 – FAX +39 02 365 955 27

MILANO@MIMMOSCOGNAMIGLIO.COM


OPENING: 20 SETTEMBRE 2012, 18.00-21.00

21 SETTEMBRE 2012, 15.00-21.00

22 SETTEMBRE 2012, 12.00-20.00

23 SETTEMBRE 2012, 12.00-19.00



Anneè Olofsson sarà presente


Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea presenta The face of all your fears, la mostra personale dell'artista svedese Anneè Olofsson.

Ricorrendo a un'iconografia che svela in maniera carnale e diretta la tensione tra scissione e affinità, il tempo e l'invecchiamento, l'artista lavora principalmente con la fotografia analogica, il video e talvolta la scultura.

Olofsson ritorna più volte sul proprio corpo, utilizzandolo come strumento artistico senza restrizioni. Anche i suoi genitori e la sua famiglia hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua scenotecnica. I corpi diventano simboli che raccontano non solo la nostra imperscrutabilità, ma anche i nostri limiti.

Nello spazio di Anneè Olofsson le persone sono strettamente legate in un buio compatto, all'interno del quale la presenza umana ha il potere di infondere così la vita quanto la morte.

La mostra The face of all your fears si focalizza sulle questioni che più coinvolgono Anneè Olofsson. Nelle opere esposte, in parte autobiografiche, l'artista - così come suggerisce il titolo - sfida le proprie ossessioni, paure e traumi. Nelle foto Childwold, Re Mains, Naked Light of Day e Hide and Seek ella si concentra sull'infanzia e la crescita, l'invecchiamento e la morte, la perdita e la memoria, esprimendo la nostra paura di diventare vecchi e il nostro costante inseguimento della giovinezza.

L'artista è interessata al modo in cui decodifichiamo le immagini e come lo sguardo cambi nel tempo. Scava attraverso diversi livelli di significato, disseziona e indaga, cercando di trovare nuove domande e risposte.

Il video A Demons Desire e la serie fotografica con lo stesso titolo (scattata durante le riprese) si basa sull'immagine della copertina leggendaria e controversa dell'album Virgin Killer (1976) del gruppo tedesco heavy metal "The Scorpions". La copertina che mostra una ragazza nuda suscitò forti reazioni quando l'album uscì più di 30 anni fa: esso fu vietato e in alcuni paesi venne applicato un coperchio di plastica nera sulla parte superiore per nascondere la sua sagoma. Interessata e affascinata da questa storia Olofsson ha iniziato la ricerca delle persone coinvolte, trovando finalmente, dopo due anni, Michael Von Gimbut, il fotografo. Nel video Anneé Olofsson cerca di ricostruire, secondo la propria fantasia, le modalità in cui la foto fu scattata. Dietro alla macchina da presa si trova Michael von Gimbut, assistito da sua moglie Parvin, proprio come nel 1976. Egli era l'unico uomo presente alla seduta: vi erano soltanto donne, tra cui la madre e la sorella della ragazza, le stiliste e le rappresentanti della casa discografica. L'identità della ritratta, come promesso, non è mai stata rivelata; il suo nome è stato discusso per anni in rete e alcuni pensano che potrebbe essere Jaquline. Di conseguenza il titolo della scultura The shadow of Jaquline, che rappresenta in tre dimensioni la bambina, vista con gli occhi dell'artista, dipinta di nero, come un'ombra.




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Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea presents The face of all your fears, a solo show of the Sweden artist Anneè Olofsson.

With an iconography that carnally and directly comments on the tension between detachedness and affinity, time and aging, the artist works primarily with analog photography and video, occasionally even sculpture. Olofsson returns repeatedly to her own body as an unrestricted artistic tool. Her parents and near family have had important roles in her stagecraft as well. Bodies become symbols which tell not only of our inscrutability, but of our human limitations as well. In Anneè Olofsson’s space, persons are tightly bound within a compact blackness, and the human presence therein has the power to instill as much life as death into spatiality.

The exhibition The face of all your fears circles around the questions which most interest Anneè Olofsson. In these rather autobiographical pieces – and as suggested by its title – she challenges her own obsessions, fears and traumas. In the photos Childwold, Re Mains, Naked Light of Day and Hide and Seek the artist has focuses her attention on childhood and growing up, aging and death, loss and memory, expressing our fear of becoming old and our chase of constant youth.

The artist is interested in how we decode images and how the gaze changes over time. She delves through different layers of meaning, dissects and investigates, trying to find new questions and answers.

The video A Demons Desire and the photoseries with the same title (photos taken during the filming) is based on the legendary and controversial cover image on the album Virgin Killer (1976) of the German heavy metal group “The Scorpions”. The cover shows a young naked girl and it has incited strong reactions ever since the record was released over 30 years ago: the album was banned, a new cover had to be made and in some countries they even put a black plastic cover on top of the album to hide the girl. Interested and fascinated by this story the artist started the research on the people involved, finally finding, after two years, Michael Von Gimbut, the photographer. In the video Anneé Olofsson has made a sort of reconstruction of her fantasies about how the photograph might have been done. Behind the camera we see Michael von Gimbut, assisted by his wife Parvin, just as in 1976. He was the only man present at the session: in addition to the girl’s mother and sister, the PR people, stylists and representatives of the record company were all women. The identity of this girl, as promised, has never been revealed; on the net her name has been discussed for years and there is a thought that her name might be Jaquline. Therefore the title of the sculpture The shadow of Jaquline, which represent in three dimensions the girl, seen with the eyes of the artist, painted in black, like a shadow.


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Amalia Di Lanno