foto di Marcellino Radogna
E’ stata un grande successo la presentazione del libro “L’Ultima passeggiata” ed. Mursia, di Gabriella Guidi Gambino, presso la Galleria 20Artspace-Roma. L’autrice ha voluto commentare con un breve ma intenso scritto questa splendida esperienza.
Presentazione galleria 20Artspace
Il romanzo parte da un delitto per approdare altrove. Non sono una scrittrice di gialli. Non sono un giudice cui spetta dare una condanna e una pena In questo romanzo mi ci sono trovata per caso, per un vecchio libro di delitti e passioni avuto da un amico. E sono state le parole del giurista Capograssi a darmi la partenza. Parole di un anziano a un giovane, per accompagnarlo nell’ultima passeggiata, questi due personaggi poi si sono mescolati al delitto e l’immaginario ha fatto il resto.
Dal mio punto di vista mi interessava una ricerca che attraversasse il buio della disperazione e del dolore per uscire poi verso una luce nuova. E’ il mistero dell’uomo, del male che può avere nei suoi protagonisti un destino. Perché c’è un modo, io credo, per andare oltre, sciogliere le vele per navigare verso l’orizzonte, con la forza della creatività, della musica della poesia.
In questo nostro tempo così lontano dal vecchio novecento, tutto sta cambiando, ma noi abbiamo una sfida davanti, ritrovare la nostra umanità. Con una scintilla, come dice Giacomo a Lisa. Intramare scienza e tecnologia con la scintilla della solidarietà e della compassione.
Mi interessa il destino della giovane Beatrice, la vittima. Una ragazza spensierata che a sedici anni incontra ignara il suo assassino, scopre un sentimento di amore sconosciuto, che poi degrada in una maschera, vittima della menzogna, della violazione, della fine: un cadavere mascherato da profuga. E’questa caduta che a mio avviso va riscattata, nei suoi sentimenti di amore, di fiducia verso l’uomo che le regalava invece la delusione e l’inganno.
Nessuno parla di lei, nessuno guarda il suo dolore, nessuno la consola. Come può riposare in pace, come non vedere in lei un anima inquieta, di cui va salvata la memoria, anche dopo quasi un secolo. Ogni forma di tradimento e di solitudine rispetto all’inganno ci riguarda. Beatrice come tante giovani vittime della violenza adulta, sembra parlarci : di un desiderio di pace, di giustizia, di verità nelle tante morti ingiuste del nostro tempo.
I personaggi pirandelliani e i retroscena spesso inventati ci portano più che alla risoluzione di un caso giudiziario a una dimensione più profonda e segreta. Tanto che alla fine lo stesso delitto si rivela un pretesto, conduce i protagonisti di oggi alle domande più alte. Nel mistero dell’essere umano, dove vivono demoni e angeli dalla notte del tempo, gridano le speranze.
E sarà il bambino della storia, che insegue un aquilone, a darci il passo: è la metafora della scrittura, guidata da un bambino verso la freschezza e l’ innocenza. Quando le parole si sciolgono dal loro faticoso groviglio e vanno libere guardando al futuro.
G.G.
Press-office Daniela Lombardi
3394590927-057432853
Presentazione galleria 20Artspace
Il romanzo parte da un delitto per approdare altrove. Non sono una scrittrice di gialli. Non sono un giudice cui spetta dare una condanna e una pena In questo romanzo mi ci sono trovata per caso, per un vecchio libro di delitti e passioni avuto da un amico. E sono state le parole del giurista Capograssi a darmi la partenza. Parole di un anziano a un giovane, per accompagnarlo nell’ultima passeggiata, questi due personaggi poi si sono mescolati al delitto e l’immaginario ha fatto il resto.
Dal mio punto di vista mi interessava una ricerca che attraversasse il buio della disperazione e del dolore per uscire poi verso una luce nuova. E’ il mistero dell’uomo, del male che può avere nei suoi protagonisti un destino. Perché c’è un modo, io credo, per andare oltre, sciogliere le vele per navigare verso l’orizzonte, con la forza della creatività, della musica della poesia.
In questo nostro tempo così lontano dal vecchio novecento, tutto sta cambiando, ma noi abbiamo una sfida davanti, ritrovare la nostra umanità. Con una scintilla, come dice Giacomo a Lisa. Intramare scienza e tecnologia con la scintilla della solidarietà e della compassione.
Mi interessa il destino della giovane Beatrice, la vittima. Una ragazza spensierata che a sedici anni incontra ignara il suo assassino, scopre un sentimento di amore sconosciuto, che poi degrada in una maschera, vittima della menzogna, della violazione, della fine: un cadavere mascherato da profuga. E’questa caduta che a mio avviso va riscattata, nei suoi sentimenti di amore, di fiducia verso l’uomo che le regalava invece la delusione e l’inganno.
Nessuno parla di lei, nessuno guarda il suo dolore, nessuno la consola. Come può riposare in pace, come non vedere in lei un anima inquieta, di cui va salvata la memoria, anche dopo quasi un secolo. Ogni forma di tradimento e di solitudine rispetto all’inganno ci riguarda. Beatrice come tante giovani vittime della violenza adulta, sembra parlarci : di un desiderio di pace, di giustizia, di verità nelle tante morti ingiuste del nostro tempo.
I personaggi pirandelliani e i retroscena spesso inventati ci portano più che alla risoluzione di un caso giudiziario a una dimensione più profonda e segreta. Tanto che alla fine lo stesso delitto si rivela un pretesto, conduce i protagonisti di oggi alle domande più alte. Nel mistero dell’essere umano, dove vivono demoni e angeli dalla notte del tempo, gridano le speranze.
E sarà il bambino della storia, che insegue un aquilone, a darci il passo: è la metafora della scrittura, guidata da un bambino verso la freschezza e l’ innocenza. Quando le parole si sciolgono dal loro faticoso groviglio e vanno libere guardando al futuro.
G.G.
Press-office Daniela Lombardi
3394590927-057432853