ZOOM FESTIVAL 2011 VI EDIZIONE
giovin’Astri
teatro, danza, performance, video, installazioni
direzione artistica
Giancarlo Cauteruccio
un progetto della Compagnia Krypton
dal 2 all’11 dicembre
Teatro Studio e vari luoghi della città di Scandicci
Apre il 2 dicembre la VI edizione di Zoom Festival che ospita fino all’11 dicembre giovani artisti provenienti dal teatro, dalla danza e dalle arti visive, in vari luoghi di Scandicci per invadere la città, dal Teatro Studio alla biblioteca comunale, dalla palestra della scuola E.Fermi alla sala della Cna, toccando anche spazi inusitati come la Wash&Dry di Via U. Foscolo o il corridoio del Liceo Artistico Statale L.B. Alberti.
Il festival, che quest’anno ha come titolo giovin’Astri, è diretto da Giancarlo Cauteruccio e prodotto dalla Compagnia Krypton con il sostegno di Regione Toscana e Scandicci Cultura.
Il progetto è incentrato sulle nuove generazioni e pone attenzione verso compagnie di ricerca anche di recentissima formazione, ed in nove giorni schiera quindici giovani compagnie di teatro e danza e dodici artisti visivi per un totale di trentotto eventi, con tre prime nazionali (Fosca, Compagnia Divano Occidentale Orientale, Mauro Stagi).
Quattro sono le sezioni che caratterizzano il festival: il teatro, la danza, la performance e le arti visive, una vera e propria ricognizione nazionale nell’ambito dei linguaggi contemporanei.
L’inaugurazione è affidata alla compagnia del carcere di Sollicciano, composta da diciassette giovani detenuti per la maggior parte nord-africani, diretti da Elisa Taddei, che porta in scena Odissea ovvero storia di Ulisse, immigrato clandestino alle ore 21.00.
Il 3 dicembre (ore 19.00, 19.30, 20.00 con replica il 4 dicembre ore 19.00, 19.30, 20.00, 22.30, 23.00) segna il felice ritorno del collettivo fiorentino Fosca che presenta in prima nazionale alla saletta Cna un affascinante spettacolo Rattingan Glumphoboo , ispirato all’Orlando di Virgina Woolf, in cui Laura Dondoli darà corpo all’androgina figura sotto la direzione di Caterina Poggesi.
Segue alle ore 21.00 alla palestra della scuola E.Fermi, (secondo gradito ritorno), Città di Ebla con una spettacolare versione de La metamorfosi, ispirata al racconto kafkiano. La trasformazione in animale di Gregor è l’occasione per ammirare un bravissimo Alessandro Bedosti e le immagini visive e sonore di rara bellezza create da Claudio Angelini.
Alle ore 22.00 al Teatro Studio arriva il nuovissimo gruppo fiorentino inQuanto teatro con il terzo frammento di tabula rasa| Nil admirari, testi di Andrea Falcone, segnalato al Premio Scenario 2011 con una menzione speciale della giuria:
“Per l’arguzia di un gioco scenico che coinvolge il pubblico con intelligenza e ironia e per la creazione di un linguaggio originale che inventa un mondo parallelo popolato di oggetti e governato dall’accumulo e dal non senso.”
Il 4 dicembre alle ore 21.00 al Teatro Studio è la volta di Con-Fusione con Dove abito io, un monologo interpretato da Rafael Porras Montero che il drammaturgo e regista Giacomo Fanfani ambienta in una lavanderia automatica, per parlare dello “straniero” e di “come in fondo siamo tutti stranieri e tutti, ovunque ci troviamo, abbiamo bisogno dei nostri ricordi”.
Il festival riprende il 6 dicembre alle ore 21.15 con i veneti Anagoor, gruppo rivelazione della nuova scena, presenti per la prima volta al festival. Fortuny è un omaggio al poliedrico artista andaluso, ossessionato da Venezia, ma anche un lavoro in cui i giovani performer di Anagoor ricercano lo sguardo dell’uomo sulla città lagunare; un tentativo corsaro di trafugare un tesoro di simboli e immagini in una drammaturgia visiva enigmatica e labirintica.
Premio Fersen 2011 alla Drammaturgia, Giuseppe Bonifati, ventiseienne autore e regista calabrese, porta a conclusione il suo Pepè el bastardo impaziente e innamorato il 7 dicembre al Teatro Studio alle ore 21.00. La giuria, presieduta da Andrea Bisicchia e composta da F. Caleffi, A. Ceravolo, C. D’Elia, O. De Biase e M. La Monica ha conferito il premio alla sua Compagnia Divano Occidentale Orientale per il testo con la seguente motivazione:
“In questo riuscito monologo, l’autore mette in scena la triste storia dell’amore non corrisposto del protagonista, Pepè Senza Nome, con la sua Catalina, che lo rifiuta preferendogli un ‘grasso’ rivale (Franco il Gordo) e finendo poi per esserne ucciso. Sostenuto da un sottotesto che si identifica nel sentimento dell’esilio, tipico dell’emigrante, il lavoro si sviluppa con buon ritmo narrativo e mescola abilmente il linguaggio ‘bastardo’ del protagonista a brani musicali scelti ad hoc. E dunque un’opera dal retrogusto dolce-amaro, molto gradevole e di sicuro impatto sul pubblico.”
Da non perdere l’ironica ed eccellente danzatrice Silvia Gribaudi, la stessa sera alle ore 22.00 e 22.30 al Teatro Studio con due pezzi coreografici: A corpo libero e Wait.
A corpo libero è un lavoro che ironizza sulla condizione femminile a partire dalla gioiosa fluidità del corpo; Wait è invece un lavoro sull’ascolto del tempo e sulla diversità a confronto, scontro, relazione e unità, un esperimento tra la performance e lo spettacolo il cui centro è la comunicazione tra la diversità di stili.
La giornata dell’8 dicembre è ricca di presenze fiorentine con Gogmagog/Egumteatro che al Teatro Studio alle ore 20.30 allestisce Quanto mi piace uccidere… (storia di un politico toscano), protagonista un promettente politico trentenne, appena eletto dai suoi concittadini. Gli fa seguito alle ore 21.15 e 22.15 la performance di Alessandra Maoggi Succo – Ti ho scritto una lettera d’amore, la vuoi leggere? -per 40 spettatori a replica- un’installazione animata, uno spazio, un corpo in trasformazione.
Mentre alla Wash&Dry di Scandicci in Via U. Foscolo, Mauro Stagi costruisce Noise, un’inedita performance di trenta minuti, una lotta continua tra il soggetto (un essere vivente) e il sottofondo (una partitura di applausi registrati). Una critica palese al massiccio bombardamento dei media e dei commenti da talk show che ci invadono quotidianamente e ci confondono distogliendoci spesso da noi stessi.
Il 9 dicembre approdano sul palcoscenico di Via Donizetti due spettacoli dal Premio Scenario 2011.
Il primo alle ore 21.00, Spic & Span della compagnia di danza foscarini:nardin:dagostin, , una coreografia per tre corpi in cui il gesto diventa astratto, preciso ed evocativo, che ha ottenuto una segnalazione speciale:
“La rincorsa all’adesione a un astratto modello di bellezza, che azzera ogni differenza e riduce tutti i corpi a macchinette impazzite, porta a una riflessione sulla persistenza e sulla vuotezza dell’immagine.
Spic & Span crea la sua struttura drammaturgica su un vocabolario gestuale dotato di ritmo, precisione e forza iconografica, aprendo una dialettica tra costruzione e distruzione dell’immagine. Le scene, organizzate in sequenze paratattiche, si stagliano su un fondo bianco come fossero un fumetto pop e si nutrono di un immaginario non solo contemporaneo nella creazione di figure e pose, scelte musicali e sapienza compositiva.”
Il secondo alle ore 22.00 è lo spettacolo vincitore del premio: Infactory, scritto e diretto da Matteo Latino. Col suo Teatro Stalla il giovane foggiano inscena una favola che mediante la ripetizione di parole e azioni, restituisce quella sensazione di staticità, che spesso caratterizza i giovani, facendoli sentire “vitelli nelle metropoli”.
“La condizione dei trentenni esplorata, allusa, svelata con crudeltà e poesia attraverso la metafora di due vitelli a stabulazione fissa prossimi al macello. Un dialogo che non avviene, che è esposizione frontale, danza riflessa su schermi virtuali, esercizio solitario di una poesia raffinata, di cui i due attori si fanno tramite per scoprire risorse lessicali, metriche, timbriche di una lingua che trova un’inedita cittadinanza sulla scena giovanile. Infactory nasce al teatro per vie originali e impreviste, che rielaborano la biografia e la letteratura, il mondo delle immagini e le nuovissime risorse della comunicazione interattiva per farsi lente di ingrandimento su uno spaccato generazionale sul quale si sospende il giudizio ma si aprono molte domande. A partire dalla questione, implicita eppure lacerante, di come conquistare finalmente l’uscita verso la campagna aperta, ovvero verso un futuro di libertà e realizzazione personale.”
Alberto Salvi firma la regia di Caligola – quattro passio dalla luna, produzione dei bresciani Araucaìma Teater, ospiti per la prima volta in Toscana (10 dicembre, ore 21.00 al Teatro Studio).
Lo spettacolo, salutato con un vero successo di stampa al suo esordio milanese di maggio, ripercorre in quattro movimenti la parabola del protagonista del famoso testo di Camus.
Conclude il festival l’11 dicembre alle ore 21.00 al Teatro Studio Codice Ivan con la nuova creazione collettiva GMGS_What the hell is happiness?. Questo progetto – dichiarano gli artisti- “nasce dal bisogno di confrontarsi con un concetto, un motore del fare quotidiano e con la sua spesso ossessiva ricerca: la felicità. Ognuno è portato a lottare per raggiungerla senza però capire né dove né come andare.”
E tornano vari appuntamenti con le arti visive a cura di Pietro Gaglianò nella sezione denominata Controcorrente. Apertura il 2 dicembre alle ore 19.30 con l’installazione site specific per gli spazi esterni e interni del Teatro Studio dell’artista faentino nero. fanny/christmas è una trasfigurazione tra pop e post-human di una delle icone più amate e abusate dell’immaginario capitalista occidentale: il bonario e attesissimo Babbo Natale.
La performance di Cristian Chironi, Cutter (il 10 dicembre alle 22.45 all’Auditorium della biblioteca comunale), ultima fatica dell’artista sardo, è ambientata in un immaginario laboratorio di un collezionista di paesaggi e creature a rischio di estinzione.
Si aggiungono le due performance site specific di Filippo Berta: Viceversa e Isole. La prima nel corridoio del Liceo Artistico Statale L.B. Alberti l’11 dicembre alle 20.00, chiama in causa la percezione che l’uomo contemporaneo ha di sé e dei modelli che gli vengono imposti. Protagonisti dieci comuni cittadini, armati di gessetti e lavagne di ardesia. In Isole (11 dicembre ore 22.30 al Teatro Studio), entra in gioco lo spazio prossemico dell’individuo: quell’area di rispetto oltre la quale ogni presenza estranea è percepita come un’invasione.
Tutte le sere inoltre per la rassegna video Cities, saranno proiettate sullo schermo che domina la pensilina esterna al teatro opere di nove autori: Studio ++, Francesco Ozzola, Ultranature( Bisagno/Baltzer), Olga Pavlenko, Eva Sauer, Gaetano Cunsolo, Francesco Di Tillo, Francesca Banchelli, Eddie Spanier, piccoli saggi di visione sulla città metropolitana.
Dando seguito a una consuetudine avviata già da alcuni anni, anche questa edizione di Zoom Festival deve la sua immagine a un giovane artista italiano: Andrea Mastrovito, autore dell’opera Se qualcuno ruba un fiore per te, sotto sotto è un ladro.
Agli allestimenti tecnici del festival Zoom collaborano trenta allievi dei corsi di scenotecnica e illuminotecnica del Progetto Infarst – Pegaso – FSE – Provincia di Firenze.
Fonte: www.teatrionline.com
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Amalia Di Lanno