“Nasciamo, per così dire, provvisoriamente, da qualche parte; soltanto a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente.” (Rainer Maria Rilke)
Figure sfuggenti dai contorni fumosi e impastati, corpi eterei, privi di gravità e materia, si dimenano fluttuando nel vuoto, vittime di un incessante mutazione. È un'impossibile tregua a rendere il corpo raffigurato percettivamente inafferrabile e a rappresentare il comune denominatore degli autoscatti di Eleonora Manca.
Soggetto e oggetto rappresentato coincidono, ma l'immagine risulta sempre sdoppiata, confusa, mai univoca e ostinatamente in divenire.
L'ineluttabile involucro, luogo di indagine privilegiato dall'artista, è perennemente in fieri, in balia di metamorfosi continue, e si costituisce come archivio sensibile, poiché è tramite i sensi che spesso la memoria si accende.
Lenta se asseconda il ritmo naturale dato dallo scorrere del tempo o repentina, se dovuta a eventi traumatici, comunque sempre inesorabile è la muta cui siamo sottoposti ogni giorno, che inevitabilmente lascia segni o cicatrici, procurando talvolta sofferenza.
Cambiare pelle è sinonimo di trasformazione, non certo indolore.
“Niente è più fragile della superficie”, ma al contempo nulla è così forte come l'epidermide, capace di autorigenerarsi e di reagire a qualsiasi ferita.
Nello stesso tempo il corpo è in grado di riflettere dolori emotivi, inquietudini, disagi o fobie, anche inconsci, e somatizza facendosene portavoce.
Fitte, spasmi, crampi, formicolii o capogiri sono spesso spia o campanello d'allarme di ciò che coscienza e raziocinio rimuovono, richiamando così l'attenzione su ciò che viene occultato negli strati più profondi.
Per Eleonora Manca “il corpo non mente” ed è necessario recuperare con esso un contatto istintivo per sentirlo, ponendosi in costante ascolto per cogliere i messaggi da esso inviati.
“Ogni corpo è memoria ed essa si stratifica a tal punto che ogni nostro atto è legato ai ricordi che il pensiero cosciente tende ad annullare, ma che sostano inattaccabili nel corpo. Mentre la mente opera secondo azioni di conoscenza e di rimozione, il corpo non dimentica nulla e mantiene nelle proprie cellule ogni avvenimento, ogni pensiero, ogni sguardo, ogni parola. L’idioma del corpo è dunque l’inesplicabile linguaggio della memoria, il non aver paura di toccare”. (E.M.)
Ma il corpo restituito dall'artista, ancor più rarefatto e smaterializzato da un'acromia ricorrente, dove l'unica alternativa al bianco e nero è il grigio in ogni sua possibile e morbida declinazione, è il punto di partenza individuale e singolare da cui muove una ricerca con un obiettivo plurale, archetipico.
Ad esser rappresentato è un corpo libero di esprimersi e di esistere anche privo del suo contenuto, senziente o viscerale, e al contempo foriero di verità poichè non potendo spogliarsi di null'altro non può che offrire sè stesso.
“Il nudo, questo nudo, non trasgredisce niente, non imbarazza, non intende compiacere” afferma l'artista. Fonte di bellezza a prescindere, il corpo nudo anche se irriverente non può essere osceno, poichè “la carne non è merce, non dovrebbe essere ancora un tabù nè l'anticamera della parola sesso”.
La rappresentazione di Eleonora Manca, che ha per oggetto il proprio corpo, è tutto fuorchè autoreferenziale: filtrato in modo da esser spogliato della sua soggettività, privato delle sue particolarità e della sua riconoscibilità, esso ambisce a diventare corpo non più unico e sessuato ma universale.
“È un corpo che non smette di dissolversi, di essere predatore del proprio sé mediante gesti sottrattivi. È fenomenologia di una presenza assente come di un'assenza presente.” (E.M.)
Inaugurazione: Giovedì 1 ottobre, dalle h 18.00
Palazzo Graneri della Roccia - Via Bogino 9, Torino
Orari di apertura:
Dal Lunedì al Venerdì dalle 10,00 alle 19,00
Ufficio stampa: Simona Savoldi - T: 339.6598721 - savoldi.press@gmail.com
Eleonora Manca (1978). Artista visiva, videoartista e videoperformer utilizza vari media (principalmente fotografia e video) portando avanti una ricerca sulla metamorfosi e la memoria del corpo. Dopo una formazione in Storia dell’Arte a Pisa si specializza in Teatro e Arti della Scena presso il DAMS a Torino, dove collabora alle attività del Centro Studi di Fenomenologia della Rappresentazione, occupandosi inoltre di critica e saggistica teatrale. Vive e lavora a Torino.
Torino, 01 ottobre 2015
pubblica:
amalia di Lanno
art promoter - blogger