domenica 27 settembre 2015

Dadamaino - Gianni Secomandi. Visivi

Una mostra che fa dello sguardo, della visione e della percezione il punto focale, per ripercorrere il percorso creativo dei due artisti attraverso l'esposizione di piu' di 40 opere.


Aldo Consonni

Dadamaino, Gianni Secomandi: due artisti fuori dal comune, difficilmente ascrivibili a una precisa corrente artistica. Due visionari, sperimentatori, con una straordinaria sensibilità per il fattore percettivo, filosofi del fare arte, rigorosissimi nella ricerca e nel suo progredire. Oggi molto nota e apprezzatissima tanto dalla critica quanto dal mercato lei, ancora tutto da riscoprire nella sua reale portata storico-artistica lui. Due personalità complesse, che con un po’ di coraggio vogliamo affiancare, mettendo in dialogo i loro linguaggi. In dialogo, non a confronto: non intendiamo, infatti, tracciare possibili parallelismi o trovare punti di accordo tra due artisti tanto autonomi, quanto piuttosto lasciare che le loro opere parlino, trovando comuni spunti di riflessione o chiarendo le molte distanze. Visivi è una mostra che fa dello sguardo, della visione e della percezione il punto focale, per ripercorrere il percorso creativo e concettuale di questi due artisti straordinari. In mostra sono esposte più di quaranta opere che ben rappresentano le principali tappe evolutive della produzione dei due artisti, alcune molto rare, in una panoramica esauriente sulla ricerca di entrambi gli artisti.

Cenni biografici

Dadamaino
Emilia Maino nasce a Milano il 2 ottobre 1930, figlia unica di Giovanni Maino ed Erina Saporiti. Negli anni Cinquanta comincia a frequentare il quartiere di Brera, allor vivacissimo, muovendo i primi passi nell’arte. Nel 1956 partecipa alle sue prime mostre, con opere di matrice informale; si fa chiamare Eduarda, ma per tutti è Dada. Fondamentale è l’incontro con Piero Manzoni, che le presenta Lucio Fontana. Dada comincia così a relazionarsi con un’arte diversa da quella da lei conosciuta fino ad allora: una rivelazione che la spingerà a sperimentare nuove tecniche. Nel 1959 espone a una collettiva di donne artiste presso la Galleria Brera: in catalogo viene pubblicata un’opera informale, ma lei espone anche i suoi Volumi, tele con grandi squarci ovoidali. Lo stesso anno si lega al gruppo di Azimuth, instaurando rapporti con alcuni gruppi internazionali d’avanguardia, come i gruppi Zero, Nul e Motus. Nel 1961, in occasione di una mostra in Olanda, decide di firmarsi Dadamaino. Negli anni successivi aderisce al Gruppo Milano 61, con Manzoni, Castellani e Bonalumi (in occasione dell’XII Premio Lissone) e a Nuova Tendenza. Intanto la sua ricerca sulla percezione visiva progredisce dai Volumi ai Volumi a moduli sfasati, agli Oggetti ottico dinamici e, più tardi, alla serie della Ricerca del colore, delle False prospettive e dei Cromorilievi.

Segue poi un periodo legato all’uso del segno, negli anni di maggior coinvolgimento dell’artista nelle contestazioni politiche della fine degli anni Sessanta. Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia, con una sala personale. Negli anni successivi si succedono mostre in tutto il mondo, l’ultima delle quali è la grande antologica che le dedica il Museo di Bochum nel 2000. L’artista morirà nel 2003, dopo un periodo di malattia.

Secomandi
Gianni Secomandi nasce a Vercurago nel 1926. Si forma all’Accademia Carrara di Bergamo, dove è allievo di Achille Funi, che lo indirizza a una pittura figurativa classica. Alla fine degli anni Cinquanta si avvicina ad altre forme espressive, passando da opere di clima informale a lavori fortemente sperimentali, come la serie degli Oggetti che ribattono la luce, delle Fumate con specchio e degli Oscillogrammi. Il ruolo della materia e l’interesse per il cosmo cominciano a emergere già da queste ricerche, per dichiararsi in modo esplicito visivi.

Inaugurazione 27 settembre ore 18:30

Spazio heart
via Manin 2, angolo via Trezzo, Vimercate
Orari di apertura: venerdì, sabato e domenica 16.00-19.00
ingresso libero


pubblica:
amalia di Lanno
art promoter - blogger