martedì 16 febbraio 2016

Cosmic Milk di Michele Giangrande



INTERZONE: tre mostre su spazio/tempo

a cura di Christian Caliandro
3_Michele Giangrande, Cosmic Milk

Nomos Value Research, viale Gorizia 52 – 00198 Roma
Inaugurazione: giovedì 3 marzo 2016, ore 18.30

La serie di tre mostre INTERZONE, curata da Christian Caliandro presso gli spazi Nomos, luoghi di vita professionale, di scambio creativo e di ricerca sul presente, si propone di svolgere una riflessione articolata sui temi legati alla storia individuale e collettiva, al rapporto con la memoria - e soprattutto ai diversi modi in cui il tempo si concretizza nello spazio.
Il terzo progetto espositivo, concepito e realizzato da Michele Giangrande, si intitola Cosmic Milk, il nome ufficiale della tonalità cromatica che individua il colore dell’universo (secondo uno studio condotto nel 2002 da due astronomi della Johns Hopkins University). Le opere sono dunque sequenze che indagano lo spazio/tempo da un punto di vista, di volta in volta, scientifico e spirituale.
Così, la Writing Series, realizzata ricoprendo comuni fogli A4 di strati e strati di scrittura con penne a biro di diversi colori, sembrano dipingere una storia culturale dell’umanità – dalla luce all’oscurità, e viceversa – attraverso testi letterari e formule matematiche che, ripetuti sulla pagina, accedono a una dimensione ulteriore di esistenza. Il gesto stesso della scrittura si spazializza e si temporalizza, si trasforma in una pratica quasi mistica in cui la manualità è la via per accedere a una forma diversa, visiva, di consapevolezza:“Insomma, diversamente dai ready-made di duchampiana memoria e/o dall'objet-trouvé di matrice surrealista, sono oggetti modificati nella sostanza, poiché non solo prelevati dalla realtà quotidiana, ma trasformati radicalmente per mezzo di una manipolazione disciplinata e paziente, che da un lato conserva il simulacro degli oggetti e dall'altro ne altera l'aspetto”.
La stessa tecnica è riproposta nel grande dittico che mette a confronto due punti di vista complementari sull’origine dello spazio/tempo: quello della religione e quello della scienza. Così, la Genesi, il primo capitolo della Bibbia, è accostato alle pagine del saggio (The Beginning of the World from the Point of Quantum Theory, 1931) in cui Edouard Georges Lamaitre, fisico e astronomo belga, ma soprattutto padre gesuita, espone per la prima volta la teoria del big bang, ricondotta a ciò che egli definisce “atomo primitivo”.
Infine, le tre lastre di ottone di Pillars of Creation (Time, Space, Gravity) compongono una sorta di pala d’altare contemporanea, in cui queste tre dimensioni della realtà e dell’universo vengono declinate in maniera brillante e poetica. Il titolo del lavoro riprende quello della famosa fotografia scattata dal telescopio spaziale Hubble il 1 aprile 1995 alle colonne di gas interstellare nella Nebulosa Aquila. L’opera si ispira inoltre alle placche commemorative poste a bordo delle sonde Pioneer 10 e 11 nel 1972 e nel 1973: insieme alle immagini di un uomo e di una donna, sulle placche erano presenti i simboli con le informazioni fondamentali sul mondo di provenienza. Tra gli estremi dell’origine e della proiezione nel futuro si muove questa riflessione condotta in forma espositiva.


Michele Giangrande è nato a Bari nel 1979. Ha compiuto studi artistici (Accademia di Belle Arti). È stato docente di Decorazione all'Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Nel 2015 la sua ricerca è stata oggetto di un documentario di 26 minuti dal titolo Odissea dandy - Michele Giangrande e il suo atelier, promosso dall'Apulia Film Commission in collaborazione con la Fondazione Museo Pino Pascali e arTVision - A live art channel e prodotto dalla Esprit Film, presentato a diversi festival di settore e inserito nel palinsesto del canale televisivo Sky Arte per l'autunno 2015. Le sue opere sono presenti in musei, collezioni pubbliche e private in Italia e all'estero. Ha esposto in numerose mostre personali, collettive e di gruppo. Attualmente le sue gallerie di riferimento sono: Artnesia, Londra; Galleria più, Bologna; Savina Gallery, San Pietroburgo/Mosca.


INTERZONE è parte del Programma Cultura di Nomos Value Research che nel 2015 e nel 2016 ha come tema dominante il rapporto spazio/tempo. Un tema di grande importanza per chi si occupa di impresa, per chi ogni giorno cerca di sviluppare un programma e di definire progetti da condividere con altri. Tutto si regge sul rapporto spazio, tempo e azione; elementi fortemente interconnessi, dove lo spazio sembra dare origine agli altri due. Chi progetta spazi, come imprenditore, architetto o artista non può non porsi ogni volta una domanda: ma questo spazio che tempo genera? Questo vale per un’impresa, così come per un territorio. Ecco dunque il punto di partenza del Programma Cultura di Nomos per il biennio 2015/2016.


Info:
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06.94365200


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