martedì 2 febbraio 2016

Gohar Dashti | LIMBO


Gohar Dashti | LIMBO
a cura di Silvia Cirelli

Inaugurazione: giovedì 4 febbraio, ore 19

Officine dell’Immagine di Milano è lieta di presentare dal 4 febbraio al 16 aprile 2016 la seconda personale dedicata a Gohar Dashti (Ahvaz, Iran – 1980), fotografa iraniana già ospitata nello spazio milanese nel 2013, in esclusiva italiana.
Curata da Silvia Cirelli, la mostra propone i recenti lavori di questa giovane e talentuosa interprete, un’artista che negli ultimi anni si è chiaramente distinta per una sempre maggiore attenzione internazionale. Protagonista in prestigiosi Musei come il Victoria and Albert Museum di Londra, il Mori Art Museum di Tokyo, il Museum of Fine Arts di Boston o la National Gallery of Arts di Washington, Gohar Dashti è diventata uno dei punti di riferimento del panorama artistico del Medio Oriente. In occasione della mostra milanese, il Florida Museum of Photographic Arts le dedica poi un’importante personale, nella quale saranno presentati proprio i suoi ultimi progetti.

Da sempre testimone del complesso tessuto sociale e culturale iraniano, Dashti si contraddistingue per una cifra stilistica di rara suggestione, capace di proiettare nella dimensione metaforica dell’arte la collisione di tratti distintivi apparentemente opposti: ironia e amarezza, incanto e sofferenza, severità ed evasione. La raffinatezza del suo lessico, strettamente connesso a un’implicita connotazione autobiografica, si traduce in una simmetria creativa audace e incisiva, dove l’estetica dell’allegoria si scopre come costante elemento focale.

Il titolo dell’esposizione, LIMBO, prende spunto dall’ultimo progetto dell’artista, l’emblematica serie Stateless (2014-2015), presentata a Milano come nucleo centrale della mostra.
Realizzata in un remoto paesaggio desertico nell’isola di Qeshm, territorio iraniano che si affaccia sul Golfo Persico, la serie regala panorami incontaminati, dove una natura quasi prepotente incornicia scenari dal malinconico richiamo. Nonostante l’innegabile sublimazione del paesaggio circostante, i protagonisti degli scatti sembrano chiaramente abitare un luogo che non appartiene loro. Si riscoprono vulnerabili, davanti ad una strada che non riconoscono. E’ questo silenzioso senso di abbandono, e il dolore della separazione dalla propria terra, la propria storia e quindi la propria cultura, che hanno ispirato Gohar Dashti nella realizzazione di una delle sue serie più poetiche, un progetto che assorbe la sofferenza della difficile condizione di profugo ed esiliato, restituendo l’identità di una memoria a chi purtroppo - a causa di guerre, malattie o soprusi - è stato costretto ad abbandonarla.

L’evocazione di un paesaggio surreale in perfetto equilibrio - o volontario squilibrio - con la componente umana, è riconoscibile anche nella serie Iran, Untitled (2013) in cui l’artista si concentra sulla morfologia emozionale dell’individuo. Come gli evocativi haiku giapponesi, noti per la capacità di catturare un sentimento con l’utilizzo di un linguaggio sensoriale, così Gohar Dashti, con la potenza delle proprie fotografie, riesce a denudare la vulnerabilità umana, traducendo l’autentica essenzialità emotiva.
Di simile lirismo sono anche i trittici del progetto Me, she and the others (2009), nei quali, seppur si abbandoni il dialogo con la natura, rimane comunque il magnetismo di una confessione tanto privata quanto collettiva. Questa volta domina la questione femminile e il conseguente ruolo della donna nella cultura iraniana in tre differenti contesti sociali: al lavoro, nella propria casa e nella sfera pubblica.


NOTE BIOGRAFICHE

Gohar Dashti è nata ad Ahvaz (Iran) nel 1980, attualmente vive e lavora fra Tehran (Iran) e Boston (USA). Laureata nel 2003 alla Fine Art University di Tehran, nel 2005 si è poi specializzata con un Master in Fotografia. Ha partecipato a numerose residenze d’artista e scholarship come DAAD award (2009-2011), Visiting Arts (1mile2 project), Bradford/London, UK (2009), International Arts & Artists (Art Bridge), Washington DC, USA (2008).
Al suo attivo ha numerose mostre sia in importanti Musei stranieri, come il Victoria and Albert Museum di Londra (2015), il Mart di Rovereto (2015), l’Australian Center for Photography di Sydney (2015), the Institut des Cultures d’Islam di Parigi (2015), il Sharjah Art Museum (2014), l’Hong Kong Art Center (2014), il Mori Art Museum di Tokyo (2013), il Fine Art Museum di Boston (2013), il National Taiwan Museum of Fine Art, o il Grimmuseum di Berlino; che partecipazioni a Festival e Biennali, come la recente Beijing Photo Biennial, Foto Istanbul (2014), l’Asian Art Biennial (2013), il Fotofestival di Oslo (2013), Le Printemps de Septembre Festival di Tolosa (2012) e il Photoquai di Parigi (2009).
Le sue opere fanno parte d’importanti collezioni pubbliche, come quelle del Victoria and Albert Museum, London; il Mori Art Museum, Tokyo; il Museum of Fine Art di Boston; la National Gallery of Art, Washington; il Getty Research Center, Los Angeles; l’Abu Dhabi Tourism & Culture Authority di Dubai e la Devi Art Foundation, Gurgaon (India).

Ingresso libero
Orari: martedì – venerdì: 15 – 19, sabato 11 – 19; lunedì e giorni festivi su appuntamento.

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GOHAR DASHTI | LIMBO

Opening: Thursday, February 4, 2016
February 4, 2016 - April 16, 2016

curated by Silvia Cirelli

From 4 February to 16 April, Officine dell'Immagine Gallery is proud to present the second solo show of Gohar Dashti (Ahvaz, Iran - 1980), the Iranian photographer previously exhibited in the Milan-based Gallery in 2013.
Curated by Silvia Cirelli, the exhibition presents the recent work of this young and talented protagonist, an artist who in recent years has made herself clearly distinguishable by increasing international attention. Exhibiting in prestigious museums such as the Victoria and Albert Museum in London, the Mori Art Museum in Tokyo, the Museum of Fine Arts in Boston and the National Gallery of Arts in Washington, Gohar Dashti has become one of the prominent figures of the Middle Eastern art scene. At the same time as the Milan show, the Florida Museum of Photographic Arts (FMoPA) dedicates to her an important solo exhibition, where will be shown these very same recent projects.

As constant witness to the complex social and cultural fabric of Iranian society, Dashti stands out with a signature style of rare beauty, which is capable of projecting into the metaphorical dimension of art, the collision of seemingly opposite traits: irony and bitterness, charm and suffering, severity and evasion. The refinement of her lexicon, closely linked to an implicitly autobiographical connotation, results in daring and incisive creative symmetry, where the aesthetic of the allegory reveals itself as a constant focal point.

The title of the exhibition, LIMBO, takes its cue from the artist's last project, the emblematic series Stateless (2014-2015), presented in Milan as the central body of the exhibition.
Realized in the remote desert landscape of Qeshm Island, the Iranian territory overlooking the Persian Gulf, the series offers unspoiled panoramas, where an almost overbearing nature frames scenarios from melancholy memory. Despite the indisputable sublimation of the surrounding landscape, the protagonists of the shots seem to clearly inhabit a place that does not belong to them. They find themselves vulnerable, in front of a road they do not recognise. It is this silent sense of abandonment, and the pain of separation from their land, history and consequently their culture, that inspired Gohar Dashti in the realization of one of her most poetic series, a project that absorbs the suffering of the difficult condition of refugee and exile, returning the identity of memory, to those who unfortunately - because of wars, diseases or oppressions - were forced to abandon it.

The evocation of a surreal landscape in perfect balance - or voluntary imbalance - with the human element, is also recognizable in the series Iran, Untitled (2013) in which the artist focuses on the emotional morphology of the individual. Like the evocative Japanese haiku, known for their ability to capture a feeling using a sensory language, so Gohar Dashti, via the power of her photographs, can strip human vulnerability, translating the authentic emotive essence.
Of similar lyricism are the triptychs of the project Me, she and the others (2009), in which she leaves out the dialogue with nature, in favour of the magnetism of socio-cultural Iranian complexities. Dominant this time are women's issues and the subsequent role of women in Iranian culture in three different social contexts: at work, in their homes and in the public sphere.

Biography
Gohar Dashti was born in Ahvaz (Iran) in 1980, and currently lives and works in Tehran (Iran) and Boston (USA). She graduated in 2003 at the Fine Art University of Tehran in 2005 then received her M.A. in Photography. She has participated in several art residencies and scholarships such as the DAAD award (2009-2011), Visiting Arts (1mile2 project), Bradford / London, UK (2009), International Arts & Artists (Art Bridge), Washington DC, USA (2008). She has held numerous exhibitions whether in important foreign museums, such as the Victoria and Albert Museum in London (2015), the Mart in Rovereto (2015), the Australian Centre for Photography in Sydney (2015), the Institut des Cultures d'Islam in Paris (2015), the Sharjah Art Museum (2014), the Hong Kong Art Center (2014), the Mori Art Museum in Tokyo (2013), the Fine Art Museum in Boston (2013), the National Taiwan Museum of Fine Art, or the Grimmuseum in Berlin; or participation in Festival appearances and Biennials, such as the recent Beijing Photo Biennial, Photo Istanbul (2014), the Asian Art Biennial (2013), the Fotofestival in Oslo (2013), Le Printemps de Septembre festival in Toulouse (2012) and the Photoquai in Paris (2009). Her works are part of important public collections, such as those of the Victoria and Albert Museum, London; the Mori Art Museum, Tokyo; the Museum of Fine Art, Boston; the National Gallery of Art, Washington; the Getty Research Center, Los Angeles; the Abu Dhabi Tourism & Culture Authority of Dubai and the Devi Art Foundation, Gurgaon (India).

Free entrance
Hours: tuesday - friday: 3 p.m. - 7 p.m., saturday: 11 a.m. - 7 p.m.; monday and holidays by appointment.


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