martedì 30 ottobre 2012

LETIZIA BATTAGLIA - FRANCESCA WOODMAN

 Sopra: Polka Dots Lunares, Providence, Rhode Island, 1975-78, gelatine silver estate print

Sotto: Letizia Battaglia - Rielaborazione 2003, 40x50 cm




Galleria Massimo Minini

Via Apollonio 68 – 25128 Brescia

tel. 030.383034 – fax 030.304638


www.galleriaminini.it



LETIZIA BATTAGLIA

FRANCESCA WOODMAN


Inaugurazione sabato 22 settembre ore 18, fino al 10 novembre 2012



"LETIZIA ha un nome di BATTAGLIA, e di fatto è una lottatrice. L’ho chiamata un giorno, poco tempo fa, per passare a conoscerla. Un mito della fotografia, Letizia, ma non pensavo di cacciarmi nel cratere di un vulcano. Un vulcano siciliano, come si conviene, tra Etna e Stromboli; una fotografa di delitti, di morti, di madri disperate e guardie del corpo con magnum e il colpo in canna, di giudici riversi sui sedili, di galline e gatti sui tavoli. Letizia respira per pochi momenti ogni giorno, per il resto fuma una sigaretta dietro l’altra. È stata assessore alla cultura a Palermo con Leoluca Orlando, ma i poeti non devono fare politica. È furba, svelta, delicata, tranchant, abituata a vedere la morte in faccia, cosa volete che gliene importi delle menate del mondo dell’arte e della fotografia? Ho capito che lei non è una fotografa: è un essere umano incazzato di vivere in un mondo così sporco." MM
 
Letizia Battaglia (Palermo, 1935) inizia la sua carriera di giornalista nel 1969 lavorando per il giornale palermitano L'Ora. Nel 1970 si trasferisce a Milano dove collabora come fotografa con varie testate. Nel 1974 ritorna a Palermo e crea, con Franco Zecchin, l'agenzia Informazione fotografica. Nel 1974 documenta gli Anni di Piombo che sconvolgono la sua città natia, immortalando i delitti commessi dalla mafia, con la volontà di comunicare l’atrocità di quei gesti, sensibilizzando la coscienza umana. Diviene una fotoreporter di fama internazionale. Ma Letizia Battaglia non è solo "la fotografa della mafia". Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985 il Premio Eugene Smith a New York, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Un altro premio, il Mother Johnson Achievement for Life, le è stato tributato nel 1999. Ha esposto in Italia, nei Paesi dell'Est, Francia, Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Il suo impegno sociale e la sua passione per gli ideali di libertà e giustizia sono descritti nella monografia delle edizioni Motta: Passione, giustizia e libertà.


"Non ho potuto conoscere FRANCESCA WOODMAN, eppure ha abitato in Italia, a Roma, per pochi mesi, tra ‘77 e ‘78. Andavo a Roma spesso per incontrare artisti, amici, critici. Frequentavo il mondo dell’arte che allora mi sorprendeva, visto attraverso gli occhi di colleghi che vivevano nel mio stesso sistema. Giuseppe Casetti, ad esempio, o Ugo Ferranti  che  le hanno dato le sue prime mostre e Giuseppe Gallo, Sabina Mirri. Ma so anche che se l’avessi incontrata forse non avrei saputo riconoscerla. Incontriamo, noi galleristi (allora ero un gallerista rampante), molti giovani che ci propongono di guardare le loro opere. Di solito le osserviamo distrattamente, anche con un po’ di sufficienza. Un artista che cerca di farsi notare viene abitualmente guardato con sospetto. La domanda che fa l’artista (giovane) è: “ma allora come possiamo fare?”. Domanda quasi senza risposta." MM

Francesca Woodman (Denver, 1958New York, 1981) nasce il 3 aprile del 1958 a Denver, nel Colorado. Suo padre è un pittore, sua madre Betty una ceramista. Nel 1973 sceglie di iscriversi all’Abbot Academy di Andover, nel Massachusetts, una scuola privata per sole donne, tra i pochi licei americani con corsi d’arte. A partire da settembre del 1976 frequenta a Providence un’Accademia di belle Arti: la Rhode Island School of Design (RISD). Nel 1978 è in Italia con l’amica Sloan Rankin per seguire i corsi europei della Rhode Island School of Design che a sede a palazzo Cenci, nel centro storico di Roma. 

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Amalia Di Lanno