A Milano dal 29 febbraio all’11 marzo l’arte classica incontra le più recenti evoluzioni della tecnica e va in scena in veste inedita con la mostra “Visioni impossibili – Botticelli, Leonardo e Raffaello: nuove tecnologie per vivere l’arte” realizzata dalla Casa Editrice UTET in collaborazione con Haltadefinizione® e con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”. Ospitata nella Sala delle Colonne del Museo, l’esposizione offre per la prima volta la possibilità di accostarsi a grandi opere d’arte attraverso un’esperienza sospesa fra il “reale” e il “virtuale”: la visita ad una pinacoteca in cui le tele lasciano posto, in modo pressoché impercettibile, a riproduzioni perfette, stampate a dimensioni reali, tratte da immagini digitali ad altissima risoluzione frutto di moderne tecniche di acquisizione fotografica.
La mostra propone quindi dei veri e propri cloni dall’assoluta fedeltà cromatica di sette capolavori: la “Primavera”, la “Nascita di Venere” e la “Madonna del Magnificat” di Botticelli, la “Annunciazione”, il “Battesimo di Cristo” e il “Musico” di Leonardo, lo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello. Un percorso espositivo suggestivo, reso inoltre unico dagli innovativi strumenti a disposizione del pubblico, la cui fruizione sarà arricchita dal supporto di video HD e strumenti multimediali interattivi capaci di svelare straordinari dettagli pittorici altrimenti invisibili all’occhio umano.
I visitatori potranno così “viaggiare” all’interno dell’Ultima Cena di Leonardo, proiettata in HD su maxischermo con multitouch adibito alla navigazione realtime ed effettuare, grazie a dei tablet, una visita guidata del dipinto. Saranno poi disponibili postazioni touch screen per addentrarsi nel ciclo delle storie francescane affrescate da Giotto nella Basilica Superiore di Assisi – di cui sarà visibile anche la riproduzione della scena “San Francesco in estasi” – e verrà mostrato un video sul Musico di Leonardo nelle effettive dimensioni del quadro. A chiudere, un breve percorso lungo la storia della tecnologia applicata all’arte e alla sua riproducibilità, con una cronologia essenziale illustrata sull’evoluzione della disciplina e reperti storici, fra cui, dalla collezione di Fotocinematografia del Museo, un grande banco ottico professionale di inizio ’900 che fu utilizzato, tra gli altri scopi, per la riproduzione di opere d’arte.
Se la componente emozionale del confronto diretto con l’opera d’arte, con la tela solcata dalla mano dell’artista, non può ovviamente essere replicata, il “clone” offre invece la possibilità non tanto di sostituire, quanto di completare e ampliare l’approccio al dipinto, attraverso opportunità d’interazione precluse con l’originale. Esso non richiede speciali misure di sicurezza e può essere posizionato ovunque, illuminato in modo ottimale, avvicinato, fotografato. Un’occasione pertanto eccezionale di confronto con l’arte, dalle grandi potenzialità non soltanto in termini culturali o didattici, ma anche in relazione alle attività di conservazione, restauro e catalogazione.
I cloni vengono realizzati applicando sofisticati sistemi di acquisizione ed elaborazione di immagini digitali HD, grazie a cui UTET da alcuni anni sta caratterizzando in esclusiva parte della propria produzione di volumi di pregio. Completano l’intervento di clonazione la particolare tecnica di “stampa a pigmenti” su carte speciali e l’intervento manuale di artigiani per l’applicazione delle dorature presenti nell’opera originale.
Sviluppato da Haltadefinizione® – marchio della società novarese Hal9000 a cui si devono anche le installazioni multimediali in mostra – il procedimento di digitalizzazione impiegato prevede la ricomposizione di centinaia di singoli scatti fotografici in una unica immagine. Quella della “Primavera” di Botticelli, per esempio, ottenuta riunendo 1519 fotogrammi di altrettante porzioni del quadro, ha una risoluzione totale di ben 28 miliardi di pixel e permette la visione di dettagli con dimensioni fino a 15 millesimi di millimetro, per un “peso” del file di quasi 300 gigabyte.
Si tratta di tecnologie esclusive, nate nei laboratori di Haltadefinizione® e collaudate dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, i cui accorgimenti preservano l’opera durante tutte le fasi della lavorazione. Il procedimento è già stato adottato con numerosi enti museali nazionali, fra cui la Pinacoteca di Brera, la Pinacoteca Ambrosiana e gli Uffizi, che ad esso hanno affidato alcune delle opere più importanti delle proprie collezioni. Analoghi interventi sono stati compiuti in passato dall’equipe novarese con il Cenacolo di Leonardo a Milano, con gli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova e con la Sacra Sindone a Torino.
Proprio dal lavoro compiuto nei mesi scorsi a Firenze, oltre a ricavare tre delle riproduzioni esposte, UTET ha dato alle stampe il prezioso volume a tiratura limitata e numerata “Botticelli agli Uffizi” – curato dalla Soprintendente del Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini – che contiene le immagini dei 21 dipinti di Botticelli presenti agli Uffizi, fra cui due capolavori “nascosti”: l’Adorazione dei Magi e la Madonna della Loggia. Si tratta dell’ultima creazione della collana intitolata, come la mostra, Visioni Impossibili e dedicata dalla storica casa editrice torinese alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano. Un progetto editoriale di assoluta modernità, completato dalla realizzazione di esclusive riproduzioni artistiche in scala 1:1, l’ultima delle quali è la Madonna del Magnificat di Botticelli.
Saranno la stessa Cristina Acidini, insieme a Fiorenzo Galli, direttore generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, al sociologo Alberto Abruzzese, direttore dell’Istituto di Comunicazione dello IULM, e al giornalista Renato Parascandolo, già direttore di RAI Educational e autore del progetto Mostre Impossibili, ad inaugurare la mostra alle ore 18 di mercoledì 29 febbraio con la tavola rotonda “Nuove tecnologie per vivere l’arte”, a cui parteciperanno anche il direttore editoriale UTET Enrico Cravetto e Mauro Gavinelli responsabile ricerca e sviluppo di HALTADEFINIZIONE®, mentre ad aprire l’appuntamento sarà un saluto del presidente di UTET Gian Luca Pulvirenti.
Da giovedì 1 marzo la visita alla mostra è inclusa nel biglietto del Museo
La mostra propone quindi dei veri e propri cloni dall’assoluta fedeltà cromatica di sette capolavori: la “Primavera”, la “Nascita di Venere” e la “Madonna del Magnificat” di Botticelli, la “Annunciazione”, il “Battesimo di Cristo” e il “Musico” di Leonardo, lo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello. Un percorso espositivo suggestivo, reso inoltre unico dagli innovativi strumenti a disposizione del pubblico, la cui fruizione sarà arricchita dal supporto di video HD e strumenti multimediali interattivi capaci di svelare straordinari dettagli pittorici altrimenti invisibili all’occhio umano.
I visitatori potranno così “viaggiare” all’interno dell’Ultima Cena di Leonardo, proiettata in HD su maxischermo con multitouch adibito alla navigazione realtime ed effettuare, grazie a dei tablet, una visita guidata del dipinto. Saranno poi disponibili postazioni touch screen per addentrarsi nel ciclo delle storie francescane affrescate da Giotto nella Basilica Superiore di Assisi – di cui sarà visibile anche la riproduzione della scena “San Francesco in estasi” – e verrà mostrato un video sul Musico di Leonardo nelle effettive dimensioni del quadro. A chiudere, un breve percorso lungo la storia della tecnologia applicata all’arte e alla sua riproducibilità, con una cronologia essenziale illustrata sull’evoluzione della disciplina e reperti storici, fra cui, dalla collezione di Fotocinematografia del Museo, un grande banco ottico professionale di inizio ’900 che fu utilizzato, tra gli altri scopi, per la riproduzione di opere d’arte.
Se la componente emozionale del confronto diretto con l’opera d’arte, con la tela solcata dalla mano dell’artista, non può ovviamente essere replicata, il “clone” offre invece la possibilità non tanto di sostituire, quanto di completare e ampliare l’approccio al dipinto, attraverso opportunità d’interazione precluse con l’originale. Esso non richiede speciali misure di sicurezza e può essere posizionato ovunque, illuminato in modo ottimale, avvicinato, fotografato. Un’occasione pertanto eccezionale di confronto con l’arte, dalle grandi potenzialità non soltanto in termini culturali o didattici, ma anche in relazione alle attività di conservazione, restauro e catalogazione.
I cloni vengono realizzati applicando sofisticati sistemi di acquisizione ed elaborazione di immagini digitali HD, grazie a cui UTET da alcuni anni sta caratterizzando in esclusiva parte della propria produzione di volumi di pregio. Completano l’intervento di clonazione la particolare tecnica di “stampa a pigmenti” su carte speciali e l’intervento manuale di artigiani per l’applicazione delle dorature presenti nell’opera originale.
Sviluppato da Haltadefinizione® – marchio della società novarese Hal9000 a cui si devono anche le installazioni multimediali in mostra – il procedimento di digitalizzazione impiegato prevede la ricomposizione di centinaia di singoli scatti fotografici in una unica immagine. Quella della “Primavera” di Botticelli, per esempio, ottenuta riunendo 1519 fotogrammi di altrettante porzioni del quadro, ha una risoluzione totale di ben 28 miliardi di pixel e permette la visione di dettagli con dimensioni fino a 15 millesimi di millimetro, per un “peso” del file di quasi 300 gigabyte.
Si tratta di tecnologie esclusive, nate nei laboratori di Haltadefinizione® e collaudate dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, i cui accorgimenti preservano l’opera durante tutte le fasi della lavorazione. Il procedimento è già stato adottato con numerosi enti museali nazionali, fra cui la Pinacoteca di Brera, la Pinacoteca Ambrosiana e gli Uffizi, che ad esso hanno affidato alcune delle opere più importanti delle proprie collezioni. Analoghi interventi sono stati compiuti in passato dall’equipe novarese con il Cenacolo di Leonardo a Milano, con gli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova e con la Sacra Sindone a Torino.
Proprio dal lavoro compiuto nei mesi scorsi a Firenze, oltre a ricavare tre delle riproduzioni esposte, UTET ha dato alle stampe il prezioso volume a tiratura limitata e numerata “Botticelli agli Uffizi” – curato dalla Soprintendente del Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini – che contiene le immagini dei 21 dipinti di Botticelli presenti agli Uffizi, fra cui due capolavori “nascosti”: l’Adorazione dei Magi e la Madonna della Loggia. Si tratta dell’ultima creazione della collana intitolata, come la mostra, Visioni Impossibili e dedicata dalla storica casa editrice torinese alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano. Un progetto editoriale di assoluta modernità, completato dalla realizzazione di esclusive riproduzioni artistiche in scala 1:1, l’ultima delle quali è la Madonna del Magnificat di Botticelli.
Saranno la stessa Cristina Acidini, insieme a Fiorenzo Galli, direttore generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, al sociologo Alberto Abruzzese, direttore dell’Istituto di Comunicazione dello IULM, e al giornalista Renato Parascandolo, già direttore di RAI Educational e autore del progetto Mostre Impossibili, ad inaugurare la mostra alle ore 18 di mercoledì 29 febbraio con la tavola rotonda “Nuove tecnologie per vivere l’arte”, a cui parteciperanno anche il direttore editoriale UTET Enrico Cravetto e Mauro Gavinelli responsabile ricerca e sviluppo di HALTADEFINIZIONE®, mentre ad aprire l’appuntamento sarà un saluto del presidente di UTET Gian Luca Pulvirenti.
Da giovedì 1 marzo la visita alla mostra è inclusa nel biglietto del Museo
(intero 10 €, ridotto 7 €, speciale 4 €)
Orari: da martedì a venerdì 9,30/17 – Sabato e domenica 9,30/18,30
Consulta il sito
Informazioni:Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
Orari: da martedì a venerdì 9,30/17 – Sabato e domenica 9,30/18,30
Consulta il sito
Informazioni:Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
Sala delle ColonneVia San Vittore, 21 Milano
Tel: 02 48 5551
Fonte: http://www.tafter.it
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Amalia Di Lanno