lunedì 9 novembre 2015

Torino, Artissima e oltre/12. Le perle di “Back to the future”, la sezione storica e affascinante della 22esima fiera torinese

 
Prende in esame un decennio scomodo, quello che va dal 1975 al 1985. Quello che in Italia è concisa con l’omicidio di Pasolini, che ha visto le stragi di Ustica, della stazione di Bologna, e la nascita dei paninari, solo per raccontare qualche fatto. Un’età dell’incertezza. Parliamo di “Back to the future”, a cura di Eva Fabbris con Joao Fernandes Elena Filipovic e Beatrix Ruf, area definibile “storica” e che ha racconta gli anticipi dell’apertura alla strada della globalizzazione dell’arte. Una sezione per un “retrosguardo” non meno affascinante, anzi, in una fiera decisamente votata al contemporaneo come Artissima.
Ventisette artisti in tutto, per una trentina di gallerie (alcune si sono consorziate), per raccontare dunque che cos’è stato questo strano decennio, dal Brasile all’Italia, dagli Stati Uniti alla Polonia, solcando generi e modi. E il risultato è ottimo. Con una parata di italiani non sempre facili, ma di grande impatto. Partiamo dalla A di Agnetti, a cui Zero… di Milano dedica il suo solo show, con le Photo-Grafie, ultima produzione dell’artista che incide, nei primi mesi del decennio ’80, la carta fotografica lasciata impressionare alla luce, creando paesaggi surrealisti e di rara bellezza, dove la voce di Ernst si sente in lontananza come la volontà di dare una forma all’oblio, quasi tridimensionalmente, nell’atto di “togliere”, tipico processo della scultura.
Cardelli e Fontana, invece, mette in scena uno degli stand più affascinanti e mitici di questa edizione di Artissima, dedicato a Vettor Pisani. In pochi metri quadrati tutta la poetica dell’artista: alchimia e abissi, spirituale e croce, luoghi originari e mistificazioni e l’abbagliante blu dell’isola d’Ischia, deputato a suo luogo di nascita, ne Lotta della luce e delle tenebre, 1980, foto in home page, o Labirinto, abbagliante croce spezzata e sormontata da due forti fari, per cercare una possibile via d’uscita dal buio che Pisani ha attraversato per tutta la vita.
Dulcis in fundo, per chiudere la nostra classifica, Nanda Vigo, con il solo show realizzato da Ca di Fra e Allegra Ravizza, acquisito per il Castello di Rivoli da Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. Un’installazione che, forse, è stata tra le più fotografate della fiera, e che ha rimesso in scena (dalla stessa artista, classe 1936) a “Back to the future” l’ambiente della mostra Exoteric Gate (foto sopra) realizzata alla Galleria del Falconiere nel 1978. Specchi, triangoli, piramidi, neon, per entrare in una dimensione “altra”, dove l’arte e la geometria divengono “inciampi”, se così possiamo dire, nell’antropologia culturale, risultati di continui viaggi in Messico, Egitto, Asia Centrale: i luoghi delle forme elementari, quelle più magiche. Un po’ come questo stand, e questa “strana” sezione fuori dal tempo e “presentissima”. Segnala: Exibart