La ricerca dell'artista tende a rintracciarsi in una sorta di enciclopedia di temi e figure della modernita', la cui autoreferenzialita' viene continuamente affermata e contraddetta.
a cura di Saretto Cincinelli
Rita Urso è lieta di presentare Urania, personale di Carlo Guaita a cura di Saretto Cincinelli. In mostra opere di pittura e scultura realizzate tra il 2010 e il 2015 tra cui “Urania”, collage della serie “Prosopopee” che dà il titolo all'esposizione.
La ricerca dell'artista tende consapevolmente a rintracciarsi e disperdersi di continuo in una sorta di enciclopedia di temi e figure della modernità, la cui autoreferenzialità viene continuamente affermata e contraddetta da una incessante manipolazione costruttiva e decostruttiva.
Lavorando su vari piani -quello dei riferimenti concettuali, quello delle relazioni tra le opere e quello materiale esecutivo delle elaborazioni formali- l'artista mette in atto una stratificazione continua, quasi una archiviazione e una catalogazione infinita. Il lavoro, in tutti i suoi vari aspetti, si presenta quindi come una enciclopedia incerta, da leggere sia sul piano formale che su quello concettuale, dove l'unico modo di restituzione di una unità è la sua rimarcata assenza.
“Guaita -ha scritto Saretto Cincinelli- non incontra quella che Mc Evelly definisce ‘l’icona più enigmatica dell’arte moderna’ all’interno di un percorso concettuale teso a condurre la pittura al suo definitivo compimento; più che una fedeltà a ciò che il monocromo è stato, all’artista interessa la riapertura della riserva d’avvenire che quest’ultimo custodisce al proprio interno, come ciò che lo destina a resistere alla propria saturazione e lo espone a scontrarsi incessantemente contro i propri limiti.
Venendo alla presenza, attraverso una sorta di rovesciamento del fondo della pittura sulla sua superficie, il monocromo di Guaita realizza una presentazione non sottomessa ad alcuna logica rappresentativa, un apparire sgravato da qualsiasi subordinazione che, nell’esclusione di ogni dietro, fonda: l’infinità di un re-inizio; qualcosa di più che il contrario di un compimento, di diverso della restaurazione di un’origine: uno spazio di attesa extrarappresentativa in cui il troppo visibile della forma e l’invisibile del fondo mostrano la loro superficie d’immanenza, la loro comune visibilità che mina, eccedendola ogni loro reciproca contrapposizione. Per Guaita l’arte non consiste nel dar forma alla materia ma nel portare, attraverso una cancellazione e trasfigurazione della forma, il visto e il visibile al bordo del loro fuori, al limite della loro virtualità …La presentazione extrarappresentativa di Guaita si offre, dunque, come il contrario di una totalizzazione”.
Inaugurazione 25 novembre ore 19
Artopia Gallery
via Lazzaro Papi, 2 Milano
mar-ven 15-19 o su appuntamento
ingresso libero
CARLO GUAITA
dal 25/11/2015 al 22/1/2016
pubblica: