lunedì 9 novembre 2015

I Martedì Critici in mostra: ANNI ’70-'80. Tra spazio, forma e materia: il ritorno al corpo dell'arte

I Martedì Critici in mostra
ANNI ’70-'80. Tra spazio, forma e materia: il ritorno al corpo dell'arte
a cura di Alberto Dambruoso, Guglielmo Gigliotti, Helga Marsala

dal 10 novembre al 4 dicembre 2015
Temple University Rome
Gallery of Art Temple University, Roma,
Lungotevere Arnaldo da Brescia, 15.
dal lunedì al venerdì 10.00-19.00
info: 06.3202808


Cinque anni fa, nel febbraio del 2010, nascevano a Roma I Martedì Critici. Ideato da Alberto Dambruoso e inizialmente ambientato nel suo studio a Colle Oppio, questo ciclo di incontri con artisti, introdotti dalla voce di due critici, è cresciuto nel tempo, ha cambiato pelle e molte sedi istituzionali, ha ampliato il suo format, ma è rimasto fedele allo spirito originario: parlarsi, dinanzi a un pubblico, dando spazio al racconto, al pensiero, all’analisi, alla letture di opere, movimenti, biografie, ispirazioni.
Nel 2015, per celebrare questo primo quinquennio, è stato pubblicato un volume, edito da Maretti, accompagnato da due dvd: l’archivio completo di centinaia di appuntamenti con artisti, ma non solo. Critici, storici dell’arte, architetti e galleristi, anno dopo anno, hanno incontrato Dambruoso e i suoi partner sul palco de I Martedì Critici, fra musei e spazi monumentali di Roma, Milano, Napoli.

Ultimo tassello di questa celebrazione è il progetto espositivo. Quattro mostre, ospitate negli spazi della Temple University di Roma, accoglieranno un’ampia selezione degli artisti che hanno preso parte agli incontri, dal 2010 a oggi. Una maniera per continuare a discutere d’arte contemporanea, sostituendo le opere alle parole.
Suddivise per segmenti generazionali, le collettive si svilupperanno dagli anni ’60 fino ai nostri giorni, presentando opere significative e rappresentative di ogni epoca, fra dipinti, sculture, installazioni, fotografie e video.

Dopo il primo appuntamento dedicato agli anni ’60 e ’70, ci si concentra sul decennio subito successivo. In mostra, per ANNI ’70-'80 Tra spazio, forma e materia: il ritorno al corpo dell'arte, opere di Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella, Marco Tirelli, Bruno Ceccobelli, @Nunzio, Gianni Dessì, @Giancarlo Limoni, Felice Levini, H.H Lim, @Giuseppe Salvatori, @Stefano Di Stasio, Paola Gandolfi, Alfredo Pirri, @Piero Fortuna, @Vittorio Messina.
Anni particolarmente fertili, che videro fiorire la ricerca di alcuni giovani artisti intraprendenti, desiderosi di sperimentare nuove direzioni, ancora distanti dai cliché dell’esterofilia in agguato, capaci di pensare in termini di innovazione a partire da una specificità italiana di altissimo valore. E ancora capaci di essere singolarità in dialogo, in gruppo, con la voglia di costruire direzioni comuni, dentro a un’urgenza di dibattito, di confronto.

Non è un caso che a dominare questo scorcio di fine secolo furono realtà collettive come il Gruppo di Sant'Agata dei Goti, che nel 1978 nacque in uno spazio indipendente, lungo l’omonima via capitolina, aperto da Levini insieme a Salvatori e Claudio Damiani. Un luogo in cui ci si incontrò per un periodo, allestendo mostre e discutendo d’arte e di poesia. O come, nel ’77, La Stanza, uno dei primi “artist run space”, luogo autogestito di cui fecero parte, tra gli altri, Gallo, Di Stasio, Pizzi Cannella. E ancora i Nuovi Nuovi, gruppo nato a Bologna sotto l’egida di Barilli, a cui parteciparono gli stessi Levini e Salvatori, oltre a nomi come Ontani, Salvo, Maraniello. Senza dimenticare Anacronismo, Citazionismo e Pittura colta, di cui furono intensi rappresentanti Gandolfi e lo stesso Di Stasio, la Transavanguardia, ultimo, grande, incisivo movimento italiano con una ricaduta internazionale, e naturalmente la Scuola di San Lorenzo, con Ceccobelli, Nunzio, Gallo, Tirelli, Pizzi Cannella, Limoni, Bianchi: tutt’oggi il Pastificio Cerere, che accolse gli studi di questi artisti, resta un punto di riferimento iconico per la Storia dell’Arte italiana più recente.
Rilevante fu una certa attitudine costruttiva e sintetica, votata a una solida astrazione plastica e pittorica, ma con continui riverberi di lirismo, sensibilità materica, incursioni nella figura, tensioni filosofiche e alchimie di natura. Mentre, in questo fiorire di analisi intorno ai rapporti fra luce, spazio, forma e oggetto, alcune figure gettavano le basi per successive indagini neo concettuali, dominate da capovolgimenti ironici, esperimenti linguistici e relazionali, simbolismi ancestrali e riflessioni ontologiche. 

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